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Autore: Flowrence    13/12/2014    5 recensioni
Narrandi
carmina
amoris.
( Mikorgan. )
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Morgan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Allora, ragazzi, quest'oggi terminiamo la grammatica. Dalla prossima lezione, affronteremo Omero.” Comincia il docente, gesticolando. È seduto alla scrivania, le gambe divaricate, ed è vestito con una maglia dalle tonalità scure, che gli cade morbidamente sul fisico magro, e con dei jeans attillati. Ciò che colpisce sono i capelli: i ciuffi sono rossi e mossi, incorniciano il suo viso e ricadono sulla fronte, terminando accanto agli occhiali, neri e spessi. È un'insegnante in gamba, l'Esposito.

Ma Marco non ha voglia di starlo ad ascoltare, non quel giorno. Perciò lascia vagare lo sguardo all'esterno, verso le nuvole presenti in cielo, cariche di pioggia. Si è posizionato accanto alla finestra perché non c'è il sole, oggi, e può quindi permettersi il lusso di lasciar correre la fantasia, verso nuove frasi da aggiungere a un eventuale canzone, nuove note a un eventuale brano. Si lascia ispirare dalle forme delle nubi.

Le parole del docente gli giungono ovattate, distanti. Si occuperà di recuperare la spiegazione a casa, mettendosi sotto con lo studio, come tutti i santi giorni; per inerzia, senza vera passione. Per il momento, può concedersi il lusso di essere distratto. Tanto, sono solo all'inizio dell'anno scolastico: se mai avrà un brutto voto, potrà sempre recuperare più avanti. Quando ci si deve cominciare a preoccupare, invece, è durante la fine: lì sì, che i voti sono decisivi.

Qualcuno, dandogli una spallata, lo fa ritornare al momento presente. È un suo amico, che, dall'inizio dell'anno, è divenuto il suo compagno di banco.
Cosimo. Ha i capelli neri, appiattiti sul capo con della lacca, gli occhi di pece. Un solo sguardo può ucciderti, rubarti l'anima; è a questi che, probabilmente, deve ringraziare le ragazze che gli fanno la corte. Ha un bel viso, ma gli occhi ti stendono totalmente. Sono la sua arma letale e fortunatamente sa come usarla, destreggiandosi perfettamente nelle relazioni. Ha sempre una fidanzata; se si lasciano, passa poco tempo affinché si trovi un'altra di turno. A volte, sono solamente serate dedicate alla passione, senza sentimenti di torno. Li trova scomodi, talvolta.

Marco alza un sopracciglio, guardandolo confuso. Poi, nota il sorriso furbo che delinea le labbra di Cosimo e volge gli occhi al cielo, semi divertito. Lo conosce troppo bene per lasciarsi sfuggire il significato di quel gesto: vuole parlargli della sua ultima fidanzata. Non si sono visti, ieri pomeriggio, per cui Marco non è a conoscenza dell'ultima pollastrella.

“Allora, dimmi.” Lo invita a raccontare.
E così passano anche le due ore di greco, tra un Esposito che spiega e i due che confabulano tra di loro.



La campanella suona, invitando gli studenti ad uscire dalla classe e a girare nei corridoi della scuola. Taluni corrono fuori, vanno sulle scale d'emergenza, fumano. Altri, nel grande spiazzo del cortile, poggiati ai lampioni o passeggiando attorno alla fontana e alle aiuole, chiacchierano affabilmente con gli amici. Altri ancora, sono sui grandi balconi: a leggere, alcuni, a parlare con le persone, altri.
Marco è tra i primi: si alza, come gli altri, e si avvia verso le scale antincendio, per fumare; con Cosimo al seguito. A loro si aggiungono altre due figure: Beatrice e Domenico.

Beatrice possiede ciuffi mossi, tinti di un azzurro acceso, qualche ciocca sul verdeacqua. Le danno un aspetto spigliato. Nello sguardo v'è sempre una scintilla di furbizia, ma il suo sorriso è dolce. Gli atteggiamenti sono sempre posati, così come le posizioni che assume quando dialoga con qualcuno o, semplicemente, quando è persa nel suo rimuginare. È una donna nel vero senso della parola, ma non è interessata agli uomini e ciò le ha permesso di fare amicizia con gli altri tre del gruppo. Se fosse stata una ragazzina con gli ormoni svalvolati, non ci avrebbe messo cinque minuti a invaghirsi di Cosimo e quest'ultimo di certo non si sarebbe tirato indietro, non si sarebbe fatto sfuggire l'occasione. Anche Marco è un bel ragazzo, fisicamente e mentalmente: se fosse stata amante della mente acuta, si sarebbe infatuata di lui. Ma no, a lei interessano le fanciulle – e Marco ha sempre pensato che sia una grande perdita.

Domenico, invece, è un fanciullo coi capelli biondo platino, il viso d'uno che in vita sua non ha fatto mai uno sgarro a nessuno. Volto che nasconde la sua vera natura: a volte è prepotente – seppur quasi mai si comporti con cattiveria. Tuttavia, quando si deve creare scompiglio è il primo a mettersi in azione affinché subentri il caos, in una situazione o in un ambiente. Anche lo sguardo è limpido, d'un ghiaccio che t'immobilizza sul posto; ma è caldo, al contempo, e ciò placa d'un poco l'effetto. Se lo si conosce a fondo, sa anche rivelarsi romantico: a lui non piacciono le relazioni che durano poco, lui preferisce invaghirsi d'una persona e restarvi per un tempo abbastanza lungo. L'ultimo rapporto con la sua ex è durato due anni, da poco è tornato single, ma non vive questa situazione come un tormento. È alquanto tranquillo: accetta quando è il momento di lasciare andare, non costringe le persone a fare ciò che non vogliono: se qualcuno preferisce troncare la relazione con lui, lasciarlo, non ne fa un dramma. Accetta e china il capo. Contraddizione? Sì, in lui vivono diversi atteggiamenti divergenti.

“Hey, Marco. Cosimo!” Saluta i due, Beatrice, con un largo sorriso che si dipinge sulle labbra. È, ovviamente, felice di rivederli: seppur si siano incontrati anche il giorno precedente, fa sempre piacere stare insieme e condividere impressioni avute sul momento e commentate più avanti. Beatrice è un anno più piccola di loro, ma come maturità sembra anche più grande; l'hanno conosciuta in un'uscita tra amici, ad un locale che possiede il karaoke. Marco l'aveva adocchiata, quando lei aveva deciso di cantare: all'inizio voleva provarci, poiché gli sembrava molto simpatica. Per fortuna, prima che le sue attenzioni diventassero evidenti, Beatrice si era loro confidata. Non ha problemi ad accettare la sua omosessualità, nonostante i commenti negativi della gente. E, per fortuna, Marco, Domenico e Cosimo sono stati abbastanza maturi e con abbastanza tatto da includerla comunque nel loro gruppo. Da quel momento, è diventata una forza trainante, sempre positiva e con sempre energia da spendere e trasmettere.

“Hey, bellezza.” La saluta Marco.
Nel frattempo Beatrice si è avvicinata quel tanto che le basta per slanciarsi verso di lui, stringendolo in un abbraccio affettuoso; che Marco ricambia, facendo per un attimo scivolare le braccia a stringerle la vita: per fortuna è diventato un esperto nel campo, per cui può permettersi di agire in quel senso senza essere troppo notato. Infine, scioglie l'abbraccio.
“Come va?” Le chiede, con una punta di dolcezza che ha sempre usato nel parlare alle ragazze.
“Bene, dai. Leone ha interrogato, per fortuna non me.” Accenna a quanto successo durante la mattinata, Marco ascolta attento e incuriosito.
“Voti?”
“Quattro e... cinque e mezzo.”
Marco ride e scuote il capo. “Si vede proprio che siamo al Classico. E noi che dovremmo conoscere bene l'italiano.”
A interrompere il loro dialogo, è Domenico, che saluta Beatrice con dei baci sulle guance e Marco con un gesto della mano. “Ciao.”
In tutto questo, Cosimo è rimasto un po' distante dai due, concentrato su un punto indefinito. Forse verso qualche ragazza, adocchiando la prossima possibile preda. Sta già con una persona, ma potrebbe lasciarla per mettersi con una a suo parere più interessante.


La ricreazione passa tra risate e chiacchiere, del più e del meno, tra i tre.
Cosimo ad un certo punto si distanzia, per andare a parlare ad un trio di fanciulle, che si scambiano sguardi complici e rispondono alle battute del ragazzo con un sorriso furbo. Si credono tanto scaltre, le donne, quando in realtà la maggior parte è fatta della stessa pasta. È sufficiente capire come approcciarvisi e si ha il mondo femminile innanzi, con uno schiocco di dita.


Poi, un'altra campanella suona. E annuncia il ritorno degli alunni nelle rispettive classi, per altre tre ore di lezione.
Marco, seguito dai suoi amici, sta percorrendo i corridoi della scuola, diretto verso l'aula del secondo piano, quando si ferma improvvisamente. In un angolo, alquanto nascosti da sguardi indiscreti, cinque ragazzi stanno accerchiando un fanciullo, magro, che si tiene il petto con le braccia e ha il capo abbassato. Gli ci vogliono pochi secondi per comprendere ciò che sta succedendo.

Uno dei cinque ragazzi alza una mano, stretta a pugno, in aria. Il movimento è fluido, il fanciullo malcapitato già s'immagina il bruciore della gota, il tentare di passare inosservato, una volta entrato in casa, e le ore di trucco, rubato alle sue sorelle, per rimediare a quei segni rossi. Già si immagina il dolore, lancinante; sa che il ragazzo non scherza, sa che ha davvero la forza per picchiarlo, se solo vuole.
Un movimento veloce, e il ragazzo in questione si ritrova impossibilitato nel terminare l'azione: qualcuno gli ha preso il polso, stringendo in una posa delicata, ma decisa al contempo. Lo sguardo va ad incontrare due occhi nocciola, che lo scrutano con severità.

“E tu saresti?” Il sorriso che gli deforma il volto è viscido, a Marco fa ribrezzo.
“Non importa. Lascia stare quel ragazzo.” Gli intima, ma ciò non sembra scalfire affatto il fanciullo, che lo guarda con aria di sfida. Ha voglia di giocare col fuoco? Beh, questo qui si brucerà. Pensa, sfottendolo mentalmente. “Altrimenti?” Domanda il ragazzo, un sopracciglio arcuato.

Marco non ha voglia di scendere a comportamenti luridi come i pugni e gli schiaffi. Davvero, non ha voglia di fare a botte. Ma ben presto si stanca di quel comportamento, e uno schiaffo vola spontaneamente nell'aria. La mano si poggia con forza sul volto del ragazzo, uno schiocco risuona nell'aria, guastando quell'atmosfera già tesa di per sé.
Gli amici del ragazzo gli vengono dietro, pronti a difenderlo; gli scagnozzi del bullo, feccia della feccia. Per fortuna, ci sono Cosimo, Domenico e Beatrice a intervenire: sono forti, forse più di Marco stesso. Perciò, quest'ultimo non ha timore.
Si risolverà bene, la situazione. Pensa.
E poi, sono a scuola. Non può capitare veramente nulla di male.

Ma le sue certezze vengono improvvisamente sfatate dal vicepreside, che si aggira per il corridoio, guarda caso, proprio in quel momento.
Osservando tutta quella gente che fa a botte, decide che, no, non è un comportamento adatto in un istituto scolastico. E decide di mandarli tutti, ma proprio tutti, in presidenza. Anche quel fanciullo indifeso, che è stato protetto; perfino il più innocente tra gli altri.

È noioso, lo stare in presidenza. Il sentirsi ripetere fino alla nausea che per nessun motivo bisogna passare a contatti fisici di quel genere, che i peggiori insulti si possono solamente dire a parole. E che la lama peggiore sono le parole, non la spada. O qualcosa del genere. Allorché Marco non ce la fa più, e scoppia a ridere. Ironico, annoiato nel sentire parole dette e ridette, che alla lunga divengono solo nauseanti. Così, viene cacciato anche dalla presidenza: umiliazione peggiore non può esistere.

Ma, prima di uscire da quella stanza, il suo sguardo cade sul malcapitato. E gli sembra di riconoscerli, quei riccioli; gli sembra anche di riconoscere quello sguardo, dolce, tenero. Purtroppo, non è il momento di fare domande. E lascia quel dubbio vagare, naufragare – mentre chiude finalmente la porta, poggiando la schiena contro il muro e incrociando le braccia al petto.

In tutto questo, il riccioluto ha trattenuto il respiro.


Angolo dell'autrice.
Ciao! Scusate l'estremo ritardo, con i compiti vari e la mia immensa pigrizia ( .. ), mi ritrovo ad avere pochi momenti d'ispirazione e quindi la mia scrittura diventa meno frequente. Inoltre, ho cancellato tipo tre volte l'inizio di questo capitolo, indecisa su come renderlo. Alla fine, per fortuna, ne è uscito fuori qualcosa di decente. Almeno spero.
Ringrazio le tre persone che, l'altra volta, si sono presi il tempo di recensire e anche i lettori silenziosi. Se vi è piaciuto questo capitolo, dedicate cinque minuti ad una recensione, per favore; fa sempre piacere conoscere il vostro pensiero e migliorarsi!

Flowrence.
   
 
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