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Autore: BonniefrankJoplin    06/11/2008    0 recensioni
Socchiuse appena gli occhi quando lo toccai. Aveva un volto familiare, avrei giurato di averlo gia visto da qualche parte, ma in quel momento al mio cervello non importava. Sentivo solo l'accelerare dei battiti del mio cuore man mano che si avvicinava . ----------------"Amore?"chiese il bambino "Oserei dire che l'hai provato di persona per qualcosa ,per qualcuno"disse Neville "Mai .solo il suono mi offende"
Genere: Generale, Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neville Paciock, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Ron/Hermione
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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SOGNO DI FUMO ARGENTATO sogno di fumo argentato

Premessa: qui la protagonista non è una strega ,anche se nei libri lo è...il protagonista invece è un mago ed è stato costretto a trasferirsi con la famiglia in un quartire Babbano per...bhè per cause di forza maggiore.

Chiuse il libro e si diresse, stanca e assonnata, verso il suo letto. Vi si stese a pancia in su osservando le stelle fluorescenti che quella mattina aveva attaccato al soffitto insieme alla mamma. E, aspettando che il sonno arrivasse, chiuse gli occhi.

Quando li riaprì sentì il vento forte e gelido sferzarle sul volto e dovette aggrapparsi con tutte le sue forze a… quell'animale che la teneva in groppa.

Scosse la testa e battè le palpebre nel tentativo di riprendere conoscenza… perché era ovvio, quello che stava accadendo non poteva essere vero. Non poteva trovarsi su un cavallo alato, non stava mica volando nel cielo blu notte che sovrastava un enorme lago buio... era impossibile, non esistevano cose del genere!

I pensieri le se accavallavano nella mente, mentre il grosso cavallo alato scendeva verso il lago ed Hermione si strinse ancora più forte stringendo gli occhi e digrignando i denti per riuscire a non urlare di paura.

Quando gli zoccoli… no… gli artigli (???) del grosso cavallo alato toccarono terra, questi si chinò per laciar scendere la ragazza.

Solo in quel momento Hermione si accorse del freddo che faceva… si strinse il corpo con le braccia, cercando di farsi calore per quel che poteva.

Ma fu inutile quando una leggera lontra argentata le volò attorno alzandole leggermente la veste di lino bianco.

Guardai la lontra, meravigliata, di certo non poteva essere vera… era come se fosse… trasparente… fumo argentato.

Mi trotterellò attorno e poi si allontanò tra gli alberi, la seguii correndo.

I sassi e i rametti pungevano sotto i piedi ma non ci feci caso, non sapevo perché …ma sentivo di dover seguire quella lontra.

Arrivata nella foresta mi fermai e mi poggiai ad un albero per riprendere fiato.

Di fronte a me la lontra rincorreva un grosso cane grigio… ma no! Anche lui era fatto di fumo, come la lontra. Rimasi a guardarli rincorrersi, rapita dalla danza di luci che i due animali creavano.

Il rumore di un ramoscello spezzato e un tonfo mi fecero sobbalzare. Mi voltai, cercando con lo sguardo la causa di quel rumore. Tornai a guardare la lontra e il cane: continuavano a giocare. Mi diressi verso est, da dove avevo sentito provenire il rumore e… avrei giurato di vedere una chioma rossa scomparire dietro un albero.

La guardavo stupito da tanta bellezza. Era stato un errore chiamarla: quell'incantesimo era vietato. Ma come potevo rimanere indifferente a lei? Non mi bastava vederla passare tutte le mattine mentre andava a fare la spesa per la madre. Il suo odore, la sua pelle. i suoi occhi mi avevano colpito come mai mi era successo prima.

Camminava verso di me, o meglio verso l'albero dietro il quale mi ero nascosto.

La sua pelle pallida splendeva alla luce della luna, la vestaglia bianca sussultava ad ogni passo, fece il giro dell'albero e… ci trovammo l'uno di fronte all'altra.

Rimasi dritto e immobile, lei mi guardava incuriosita… non aveva paura, o almeno non ne dimostrava.

Alzò una mano tremante e mi toccò il viso.

Non riuscivo a capire se fosse vero, avevo paura che, come la lontra e il cane, fosse solo fumo.

Alzai una mano. Tremavo. E se toccandolo fosse svanito? Se si fosse dileguato come fumo nell'aria?

No. Era vero, era lì, di fronte a me.



Socchiuse appena gli occhi quando lo toccai. Aveva un volto familiare, avrei giurato di averlo gia visto da qualche parte, ma in quel momento al mio cervello non importava. Sentivo solo l'accelerare dei battiti del mio cuore man mano che si avvicinava .

Ero stupito dalla mia intraprendenza, avrei voluto parlarle, chiederle tutto di lei, sulla sua vita. Ma la bocca era arida, la sua vicinanza mi intontiva, il cuore batteva forte.

Le presi gentilmente il mento con la mano , ammirando il suo viso, le sue guance arrossate. Le sorrisi e poggiai le mie labbra sulle sue.

Non capivo più nulla, accadde tutto troppo velocemente per ricordarlo. Il suo sorriso, i suoi occhi, le sue labbra… sulle mie. E poi il buio… più nulla.

Riaprii gli occhi e mi ritrovai ad osservare le stelle fluorescenti appese al soffitto delle mia cameretta. Li richiusi decisa a non far sfuggire quel sogno, quell'attimo di pura felicità.

Durante tutta la notte provai e riprovai a sognare quel ragazzo, ma non ci riusc ii, sentivo che il ricordo del suo volto, del suo profumo si stava affievolendo.

La mattina andai, come sempre su richiesta della mamma, a fare la spesa.

Sulla strada incontrai il Signor Weasley, il nuovo vicino, un tipo molto strano: gli diedi il buongiorno sorridendo.


"Papà!"



Mi voltai curiosa di scoprire chi fosse il figlio del Signor Weasley.

Un ragazzo alto, rosso di capelli, dagli occhi azzurri era sotto la veranda con uno scatolone tra le braccia.

Aveva un aria così familiare… sicuramente l'avevo già incontrato.

Quando incrociò il mio sguardo arrossii violentemente, senza motivo.Mi sorrise.

Poi tornò ad urlare al padre di aiutarlo con i suoi "stupidi aggeggi da Babbani"



" Ron! Insomma, c'è la signorina..."


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