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Autore: musa07    14/12/2014    4 recensioni
"... Lo sa che Tobio non potrà mai essere suo.
" E allora, ne è valsa davvero la pena?” si chiede, assottigliando lo sguardo. Rabbuiando quei lineamenti così perfetti, come raramente capita.
Sì... Si risponde.
La risposta che si dà Tobio è differente. È contraddittoria. È un concentrato di paradossi.
Perché sa che ogni scelta che noi compiamo, porta sempre delle conseguenze. Ma non solo nella propria vita, ma anche – e soprattutto – in quella degli altri.
A volte basterebbe questo pensiero per far frenare una persona, per farle prendere la solita strada di fronte ad un bivio.
Perché niente, poi, sarà com’era prima..." (dal capitolo 1)
Ciaossu^^ Inizialmente "questa cosa" avrebbe dovuto essere una os volta solo ed esclusivamente ad esaltare tutta la magnificenza di Oikawa, poi invece la mia mente - irrimediabilmente compromessa e persa per sempre - ha continuato a partorire vaneggi su vaneggi, e questo è quanto. Al solito, entrate a vostro rischio e pericolo
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Daichi Sawamura, Koushi Sugawara, Shouyou Hinata, Tobio Kageyama, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ok, io vi avviso che in quest’ultimo chappy sto per fare un crack-paring che credo verrò bandita da Efp, hum … diciamo per sempre ^///^ (Comunque non penso di essere l’unica che li shippi! Ma dai, son così dannatamente so hot tutti e due, che non è possibile non immaginarseli insieme, anche se penso che non si incontrino mai in realtà) Tonikaku, in primis: non incolpate Toorulove. Non è colpa sua se è così schifosamente sexy.
In secondo luogo: non lapidatemi^^’
Ultimo capitolo, quindi, come dicevo poc’anzi. Grazie a tutti voi che avete seguito. Anche Voi lettori silenti <3
Grazie ancora una volta a Maki <3 e, mi dispiace per voi, ma ci rivedremo sicuramente presto. Hi hi
 
 
 
“Che tu creda di farcela o di non farcela avrai comunque ragione”
 

 
CAPITOLO 3
 
Sorride di riflesso Shoyo. Impossibile non restar coinvolti dal sorriso di Tooru.
È un sorriso impacciato, tuttavia, e fa per andarsene, ma l’altro lo ferma.
- Chibi-chan, prendiamoci un the insieme. – lo prega Oikawa, vedendo chiaramente nello sguardo dell’altro che vorrebbe esser mille miglia da lì.
In quei giorni ha pensato molto a loro due. A domandarsi come se la stessero cavando. Come stesse andando.
- Io devo andare. – bisbiglia il corvetto. Non saprebbe veramente cosa dire. Cosa fare. Oltretutto lui non è uno portato alla rissa o alle maniere forti. Se fosse stato come Tanaka, adesso di certo il bel faccino del Grande Re si troverebbe con un bell’occhio nero. Se fosse uno pungente come Tsukishima, starebbe ironizzando malignamente. Ma Shoyo non è né l’uno né l’altro, e l’unica cosa che sta pensando in quegli instanti è che non permetterà mai a Oikawa Tooru di portargli via il suo Tobio.
- Devo andare … - bisbiglia nuovamente, ma Tooru è veloce e gli appoggia delicatamente una mano sulla spalla.
- Per favore. – lo invita in un mormorio fermo, incatenandolo ai suoi occhi e al suo sguardo enigmatico.
Deglutisce a fatica, Shoyo, e nel giro di due minuti si ritrovano nella caffetteria posta al secondo piano.
- Come stai? – gli chiede Tooru, sinceramente interessato.
“Male” vorrebbe rispondergli “grazie a te” ma non lo fa. Primo perché il Grande Re gli sembra veramente preoccupato. Secondo perché lo sta affrontando a viso aperto. Cosa così da lui tra l’altro. Non è uno che si nasconde dietro sotterfugi, è un grande condottiero Oikawa Tooru, non glielo si può negare.
Non risponde quindi, muovendosi a disagio sulla sedia, grato alla ragazza che porta al tavolo le loro consumazioni - e se ne va solo dopo aver letteralmente divorato con gli occhi l’alzatore - perché è riuscita a spezzare la tensione. Ma Tooru riparte all’attacco. Lo fissa da sopra la tazza che ha portato alle labbra e Shoyo si fa una violenza incredibile per non immaginarsi, o chiedersi, se è stato con quello stesso sguardo che ha guardato Tobio – il SUO Tobio – per tutto il tempo mentre si trovavano a letto insieme.
Non è in grado di affrontare una sorta di partita a scacchi con uno come lui, perché l’altro può rigirarselo come vuole, con la sua scaltrezza, la sua furbizia ... L’unica cosa, l’unica domanda che continua a girargli dentro la testa è una sola: “Perché?” Non sa che Tooru, invece, si è posto in quella chiacchierata in modo del tutto sincero e limpido.
- Quanto mi odi Chibi-chan, in una scala da uno a dieci? – domanda Tooru con tono scherzoso ma serio, sorridendogli.
- Non ti odio. – gli risponde sincero e il Grande Re sgrana gli occhi sorpreso, poggiando la tazza al tavolo.
- Dovresti. – bisbiglia, perdendo lo sguardo nel vuoto per poi sporgersi verso di lui – Io al tuo posto, mi odierei. -
E si vagliano con gli occhi e la solennità che Tooru vede nello sguardo dell’altro è qualcosa che lo lascia senza parole, come al solito.
- Lui ti ama, questo lo sai, vero? – gli ricorda il micidiale alzatore. Tenta di capire com’è la situazione tra loro due, giusto per vedere quanto può essere in qualche modo d’aiuto.
- Lo so. – replica Shoyo – E tu? – lo becca.
Tooru sgrana gli occhi, stupendosi dell’audacia della domanda.
- Perché me lo chiedi? – tenta di guadagnar tempo.
- Non rispondere con una domanda a un’altra domanda. – lo picca, divertito in verità e Tooru scoppia a ridere per esser stato colto in flagranza di reato.
- Che differenza può fare Chibi-chan? Lui è te che ama, in ogni caso. – gli ricorda.
- Io per Tobio son disposto ad affrontare qualsiasi battaglia. – replica il piccolo corvetto rosso, che si fa improvvisamente serio, facendogli capire che non è disposto a cederglielo in nessuna maniera.
E, di nuovo, Tooru resta senza fiato di fronte a tanta solennità.
- E allora sappi che questa battaglia tu l’hai già vinta, Chibi-chan – si fa serio a sua volta. Ora gioca a carte scoperte – Hai pensato di lasciarlo? – lo incalza, sporgendosi di nuovo verso di lui. E non gli dà tregua, nemmeno nel momento in cui lo vede abbassare mestamente gli occhi a terra.
- Allora: hai pensato di lasciarlo? Di buttare tutto all’aria? –
- No … - ammette sinceramente, riportando gli occhi sui suoi e lo vede sorridere soddisfatto.
- Lo spero bene! – replica divertito – Temevi che me lo sarei venuto a prendere? – lo prende in giro bonariamente, beccandosi un’occhiataccia di biasimo che lo fa scoppiare a ridere.
- E quindi Chibi-chan, spiegami un po’: cosa ci stai facendo qui invece che essere a far la pace con lui? –
- C-chi ti dice che non abbiamo già fatto pace? – tenta di tenergli testa e il sorriso sghembo che gli dedica Tooru gli fa voltare lo sguardo di lato, indispettito.
- Perché io ho la pessima caratteristica di scrutare negli occhi della gente, e i tuoi sono quelli di una persona scissa dentro. Ti stai chiedendo quanto tempo devi far passare, vero? Ti stai chiedendo dentro di te come sia possibile che anche di fronte ad una cosa del genere, tu non abbia avuto nessun dubbio sull’amore che vi lega. Sull’amore che lui ha verso di te. Che tu hai verso di lui, no? Sul fatto che comunque non ti importa che lui sia stato con me, perché è solo Tobio che vuoi al tuo fianco nella vita e per la vita; che non hai nessun dubbio su di voi. Che stai semplicemente impazzendo a non poterlo toccare e avere, e se non ti sei permesso ancora di farlo è perché temi che ora potrebbe essere tutto diverso. –
E Shoyo sospira.
- Sei un demonio! – lo picca Hinata, deliziosamente imbronciato. E Tooru, di nuovo, scoppia nella sua risata cristallina. Deve ammettere però, Shoyo, che quella chiacchierata inaspettata lo sta aiutando molto. Perché lo sta mettendo davanti a se stesso, senza veli.
- Tu lo ami. Lui ti ama. Punto, fine. Cos’altro conta? Se ti può far star meglio, addossa pure tutte le colpe su di me. – dice serenamente, e si becca l’ennesima occhiata di rimprovero.
- Son qui per prendergli il regalo di compleanno. – sussurra Shoyo e il sorriso di Tooru si addolcisce. È l’ammissione che, senza l’altro, il Chibi-chan non può neanche immaginarsi di vivere. Il duo-micidiale, come li ha sempre soprannominati. Nel campo e nella vita.
- Però … - bisbiglia l’alzatore sibillino nel momento in cui si stanno alzando dal tavolo - … sarei un bugiardo se non ammettessi che se tornassi indietro, io lo rifarei di nuovo. – si diverte a punzecchiarlo e nel momento in cui lo vede deglutire a fatica, scoppia a ridere.
- Ma Tobio-chan non lo permetterebbe mai più. – lo rassicura, addolcendo il sorriso.
- Daio-sama, non ti addossare tutta la colpa, eravate comunque in due. – replica Shoyo, ma con tono sereno e tranquillo. Tobio ha sempre ammesso la sua colpa, non ha mai tentato di addossarla tutta ad Oikawa.
E Tooru fa qualcosa che Shoyo mai avrebbe pensato che il Grande Re fosse in grado di fare.
Gli passa una mano tra i capelli arruffati, scompigliandoglieli ulteriormente. E Oikawa, in quel momento, in quel gesto, si conquista tutto il suo affetto.
- State bene insieme Chibi-chan. – si accomiata Tooru nel momento in cui le porte dell’ascensore si chiudono davanti al piccoletto, dopo che si sono salutati. E una volta che si ritrova da solo all’interno dell’abitacolo, abbandona il sorriso e appoggia la testa alla parete, ritrovando il suo sguardo nello specchio sopra di sé.
- Chissà … - finalmente risponde alla domanda che Shoyo gli ha posto e alla quale lui è sfuggito mellifluamente.
Si chiede, Tooru, vedendo l’amore viscerale che lega Tobio al Chibi-chan, se lui abbia mai davvero assaporato le gioie e i dolori dell’innamoramento, o se la sua era semplicemente un’idea dell’essere innamorati.
 
 

 
QUALCHE ORA PIU’ TARDI
 
 
Tooru sta chiudendo a chiave la porta dello spogliatoio del Club di Pallavolo. Solite seccature da Capitano. Di solito riesce sempre a trovare qualcuno che lo fa al posto suo, ma essendo Venerdì sera si son dati tutti alla fuga. Perfino Iwaizumi si è dato alla macchia, dopo avergli sciorinato la solita sequela di insulti con lanci di bottigliette a suo danno.
Sospira appena, sostituendo immediatamente al sospiro un leggero canticchiare a bocca chiusa, non accorgendosi minimamente di quanto questo suo cambiamento veloce di umore – dallo sconsolato all’allegro – stia divertendo colui il quale lo sta attendendo, appoggiato – braccia conserte – al tronco di un albero.
Non è uno che si abbatte, Oikawa Tooru, ha il grande dono di farsi scivolare le cose addosso, guardando subito un passo in avanti, certo è che quella situazione assurda, al limite del surreale, gli lascia un po’ di amaro in bocca. Se pensa poi che sarà sicuramente “grazie” alla sua chiacchierata col Chibi-chan che quei due si saranno riconciliati, ed ora si staranno magari felicemente rotolando tra le lenzuola, beh: solo a uno come Oikawa Tooru può venir da ridere e autocanzonarsi.
- Bel lavoro Tooru. – si prende in giro, ridacchiando mentre si infila il cappello in testa visto che la temperatura è scesa sotto allo zero.
Ed è solo allora che chi lo stava attendendo pazientemente, come un gatto attende pazientemente la sua preda dopo averla osservata, richiama la sua attenzione.
- Oikawa? –
 Tooru si gira verso quel richiamo, sorpreso.
- Kuroo-chan – sorride poi, riprendensosi immediatamente. Non è facile da cogliere di sorpresa.
– Hai dimenticato qualcosa dentro? – gli chiede, indicandogli le chiavi.
- No. – risponde placido e sornione l’ex capitano Nekoma, con il quale gioca nella stessa squadra da quando hanno iniziato l’Università, sfoderando il suo sorriso sghembo sfrontato e adorabilmente insolente – Ti stavo semplicemente aspettando. – spiega, avvicinandosi a lui con calma, sistemandosi la sacca in spalla.
Non è facile da sorprendere Oikawa Tooru, ma quella confessione da parte del suo compagno di squadra lo lascia spiazzato per un attimo. Ma è solo questione di un attimo appunto. Si riprende immediatamente, Tooru, e si volta a guardarlo, non lasciandogli intuire la sua sorpresa, ricambiando il sorrisetto e attendendo. Non sarà di certo lui ad aggiungere alcunché. Vuol vedere dove sarà l’altro a spingersi.
Fin da quando si sono conosciuti, tre anni prima, sono sempre andati estremamente d’accordo. Caratteri per alcuni versi troppo simili per non trovarsi. Kuroo è sempre stato affascinato dal fatto che in vita sua, l’unico in grado di tenergli testa in merito alle sue freddure e ai suoi modi sardonici sia Tooru.
- Ci andiamo a fare una birretta insieme? – gli sciolina alla fine Kuroo, diretto e risoluto.
E Tooru è bravo a nascondersi dietro al suo essere ironico. Non sa quali siano le sue intenzioni, ma vuole evitare il più possibile di andarsi ad infilare in altri casini sentimentali. Può affermare di conoscere sufficientemente bene Kuroo dal punto di vista caratteriale, ma non sa poi così tanto della sua vita privata. Entrambi, pur essendo due sempre al centro dell’attenzione, tengono un riserbo sconvolgente su quella che è la loro vita privata.
- Oh, conosco come vanno a finire le tue bevute Kuroo-chan. – ironizza. È la sua maniera di difendersi.  – Poi, chi sarà abbastanza sano da riuscir ad accompagnare a casa chi? –
Ma l’altro non demorde e sfodera a sua volta l’ironia.
- Hum, non sottovalutare la tua resistenza Oikawa. E nemmeno la mia. – gli intima ridacchiando, ma il suo sguardo è maledettamente serio, per poi scoppiare a ridere e proseguire a parlare.
- Dai, andiamo. Il primo giro lo offro io. – conclude, facendogli un amichevole cenno con il capo, atto ad invitarlo a seguirlo e Tooru scuote la testa divertito, per poi recuperare la sua sacca da terra e incamminarsi a sua volta.
 
 
NEGLI STESSI ISTANTI …
 
 
Lo sente arrivare furtivamente dalla camera. Apre gli occhi che erano socchiusi fino ad un istante prima. Disteso di lato, un braccio sotto la testa. Neanche conta più quante sono le notti che passa insonne su quel divano, dato che restar svegli è sicuramente meglio di quegli incubi che arrivano a tormentarlo nel dormiveglia.
È la prima volta, in quei lunghissimi giorni – e quelle lunghissime notti -, che Shoyo varca la soglia di quella che è comunque la loro camera e si spinge fino al salotto attiguo. Ha sempre evitato di farlo in quelle sere, anche se è uno che la notte si alza un’infinità di volte tra una cosa e un’altra.
- Shoyo … - bisbiglia appena Tobio. E come gli sembra irreale sentir la sua voce sussurrare quel nome tanto amato nel cuore dell’oscurità.
- Tobio … – è la replica.
Si è alzato dal letto proprio per lui. Proprio per andare da lui. La chiacchierata fatta nel pomeriggio con Oikawa è stata catartica.
Si avvicina verso quella che era comunque la sua meta. Non riesce più a stare senza aver Tobio accanto. Senza aver la sua aria che gli permette di vivere. Gli basta anche solo vederlo.
Tobio si solleva appena, sentendo come le coperte di fortuna scivolino giù dal suo corpo.
- Non riesci a dormire? – gli chiede inginocchiandosi davanti a lui e Kageyama scuote appena la testa.
- Neanche tu? – chiede a sua volta, ed ora è la volta di Hinata di scuotere la testa sorridendo appena. E Tobio semplicemente adora quel sorriso appena accennato, quando socchiude gli occhi e anche questi sorridono. Quanto darebbe per poterlo toccare nuovamente. Gli sta mancando più dell’aria.
- No, non riesco a dormire. – risponde il piccoletto – Non ci riesco ogni notte ultimamente, ad essere sincero –
E già sa che lo stesso vale anche per il suo compagno. E il sospiro che fa Tobio è la conferma. E Shoyo continua a parlare.
- Non riesco a dormire molto semplicemente perché sono abituato a prender sonno addormentandomi tra le tue braccia. – mormora, innocentemente.
Anche nel loro essere coppia, hanno sempre funzionato in tandem. Le idee romantiche e coccolose che passano a random per la testa di Tobio, sempre e comunque troppo schivo e timido, è Shoyo a materializzare in realtà. Proprio come questa cosa del dormire. La prima volta che avevano passato una notte insieme, quando erano ancora ai primi approcci e agli inizi della loro storia, Tobio aveva passato una buona decina di minuti a macchiavellare dentro la sua testa su come chiedergli di poter dormire abbracciati, poi – al momento di infilarsi sotto le coperte – Hinata, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo, si era accoccolato sul suo petto, sospirando beato, evitandogli la terrificante figuraccia di vederlo passare ogni tonalità di rosso in viso.
Ripensa a quel momento Tobio adesso, e quasi non si accorge di una mano dell’altro che si poggia leggera sulla sua guancia, avvicinandosi ulteriormente a lui.
- Torna di là Tobio. Torna nella nostra stanza, nel nostro letto … per favore … - sospira, in una muta richiesta.
- Mi vuoi veramente? – è la domanda, sofferta, mentre lo fissa intensamente negli occhi. Gli scruta dentro come solo lui sa fare.
- Sì … - sussurra risoluto, mentre Tobio poggia delicato le labbra su quel palmo che lo sta ancora accarezzando e poi le due mani si intrecciano. E loro non possono non guardare le loro dita che si uniscono. È la loro riconciliazione, quando le loro anime non si erano mai comunque separate.
Si alza, Shoyo, con ancora la mano di Tobio intrecciata alla sua, piegando appena la testa di lato, invitandolo a fare altrettanto e aiutandolo ad alzarsi dal divano. E quando deve sollevare gli occhi per arrivare a quelli blu di Tobio, capisce – ancora una volta – che non può vivere senza di lui e non si nega al suo abbraccio. Lo stringe forte, Tobio, e lui fa altrettanto.
- Ci metterò un po’ a smaltire questa cosa … - gli confessa, ma senza nessun tono di accusa, anzi: si potrebbe affermare che stia ridacchiando. Soprattutto se pensa che è stato proprio grazie alla chiacchierata fatta con Oikawa quel pomeriggio ad avergli fatto gettare al vento le ultime remore.
- Perdonami … perdonami … - gli bisbiglia ad un orecchio, piegandosi verso di lui e Shoyo, come sempre, si solleva appena sulle punte.
- Basta Tobio, basta. – lo prega, consapevole di quanta sofferenza deve aver subito anche l’altro in quei terribili giorni. - È qualcosa che appartiente al passato. Adesso guardiamo avanti … insieme … -
Gli prende il volto tra le mani, Tobio, sollevandolo verso il suo.
- Io ti amo e voglio passare il resto della mia vita insieme a te. Qualsiasi cosa accada, comunque vada. Sia nelle cose belle, che in quelle brutte. Shoyo? – lo chiama e il piccoletto pensa che non è giusto. Non è giusto che lo sguardo del suo compagno sia così dannatamente intenso, tanto da fargli sentire le membra sciogliersi.
- Ti voglio sempre al mio fianco, perché se mai dovessi scendere in battaglia, è te che voglio al mio fianco. Con te so ti poter affrontare qualsiasi cosa la vita mi riservi. – precisa l’alzatore e quel particolare sorriso che Shoyo gli dedica, è qualcosa che solo lui sa di aver avuto la fortuna di aver visto.
Ogni riconciliazione è finalmente fatta. E nessuno dei due riesce a restare più distante dall’altro.
Sono le dita lunghe e affusolate di Tobio quelle che agiscono per prime, tirando giù la cerniera della felpa dell’altro, mentre questi lo aiuta a sfilarsi la maglia percorrendo con la punta delle dita la perfezione della schiena tornita dell’alzatore, mentre lo spinge verso la loro camera, staccandosi dalle labbra l’uno dell’altro solo lo stretto necessario. Come fossero l’aria ritrovata dopo un’agonia di apnea.
È un sogno per Tobio potere guizzare dolcemente sopra di lui dopo che l’altro, stendendendosi sul letto, l’ha attirato sopra di sé. È un sogno sentire il piccolo sospiro che Shoyo fa quando gli scivola dentro dolcemente, di come il piccoletto lo accolga, stringendogli le gambe sui fianchi per rendere più salda la presa, la loro unione, mentre si inarca verso di lui, andandogli incontro nelle leggere spinte.
Fanno l’amore teneramente, senza fretta alcuna, ma assaporandosi come neanche la prima volta è successo, perché troppo impazienti e impacciati.
Si fermano più e più volte. Tobio si ferma più e più volte, per recuperare il contatto visivo e non staccarvisi. Quasi ad accertarsi che quella è davvero la realtà reale. Gli prende il volto tra le mani, per rubargli un bacio a fior di labbra e un altro ancora.
E sentire come i loro corpi si incastrino alla perfezione, come si cerchino e si agevolino al sincrono, per donarsi il massimo del piacere, ricercandosi nuovamente con gli occhi nel momento in cui sentono che stanno per perdersi nell’oblio. Sentire le mani raminghe di Shoyo pellegrinare tra i suoi capelli neri, la voce del suo adorato che implora il suo nome in un mormorio che si spegne solo quando deve lasciare spazio ai gemiti, è qualcosa che lo ripaga e lo risana di ogni cosa.
- Ti amo … - gli ripete. Non gliel’ha mai detto così tanto come in quei momenti, lui sempre così restio – suo malgrado – a manifestare a parole i suoi sentimenti, a differenza del suo ciarliero compagno.
Shoyo sente perfettamente come i muscoli delle spalle e delle braccia di Tobio sono tesi allo spasmo per lo sforzo e socchiude gli occhi per ammirare lo spettacolo che il suo adorato amore gli offre: gli occhi blu chiusi, le labbra schiuse a cercare quell’aria che l’orgasmo gli sta togliendo. Semplicemente adora vederlo venire.
E l’ultima cosa che Tobio sente prima di venir risucchiato in un oblio, è Shoyo che gli mormora all’orecchio: - E’ meraviglioso averti dentro di me … -
Alla fine, stremato, Tobio schiude leggermente gli occhi, per poi accasciarsi su di lui, sfinito. Ancora tremanti entrambi. Gli appoggia la testa sul petto e sente il cuore dell’altro galoppare selvaggiamente quanto il suo.
Si sta per abbandonare al sonno, quando la voce del suo adorato lo riporta prepotentemente allo stato di veglia.
- Oggi mentre cercavo il regalo per il tuo compleanno, ho incontrato il Grande Re. –
E Tobio sgrana gli occhi, deglutendo a vuoto. Sta per sollevarsi dal confortante petto dell’altro, per dire qualcosa, ma Shoyo – parlando di nuovo – lo blocca.
- È una brava persona. – mormora, mentre inizia a giocherellare con le sue ciocche corvine. E allora Tobio si rilassa.
- Lo so. Mai affermato il contrario. – bisbiglia in replica, depositando un bacio a fior di labbra all’altezza del cuore del suo compagno, prima di scivolargli di fianco e attirarlo a sè.
Finalmente, il suo piccolo corvetto rosso è di nuovo tra le sue braccia.
 
 
 
 
EPILOGO
DUE SETTIMANE DOPO
 
Come al solito Tooru, che ha la mania di dormire a stella, occupa più della metà del letto.
Allungando un braccio, mentre si stiracchia nella dolce incoscienza del dormiveglia, la mano va a sfiorare la schiena della persona che giace profondamente e felicemente addormentata al suo fianco.
Oikawa spalanca gli occhi, per poi addolcire l’espressione, sorridendo teneramente alla visione dell’altro. Lentamente, senza nessuna fretta, si avvicina a lui, sentendo il fruscio delle lenzuola al suo passaggio. Appoggiandosi sull’avambraccio, si solleva di poco. Gli scosta una ciocca di capelli neri da davanti agli occhi, per poi abbassarsi verso il suo volto.
Soffiandogli delicatamente sugli occhi chiusi, l’attenzione delle sue labbra si porta poi verso l’orecchio.
- Dormiglione, io vado a correre … -
Un miagolio di frustrazione da parte dell’altro gli fa capire che la missiva è arrivata.
Kuroo, da bravo neko, semplicemente adora dormire e la mattina non lo alzerebbero neppure l’arrivo dei Cavalieri dell’Apocalisse.
Mentre evita di considerare che l’aria gelida gli arriva alla gola ghiaccinadogliela, Tooru pensa che in quei pochi giorni in cui hanno approfondito la loro conoscenza, Kuroo l’ha sopreso, deliziandolo con aspetti di lui che mai avrebbe sospettato. Come la prima mattina che si son svegliati insieme, quando il padrone di casa gli aveva portato la colazione a letto. Lui aveva sgranato gli occhi sorpreso dapprima, per poi divertirsi a prenderlo in giro.
- Non ti facevo così dolce, Kuroo-chan. – aveva ridacchiato mentre sollevava le coperte per invitarlo a raggiungerlo sotto.
- Hum – aveva biascicato pigramente l’altro, divertito a sua volta – solo all’inizio. Non ti ci abituare quindi. – ed erano scoppiati a ridere mentre addentavano un’invitante brioche bollente.
Per la prima volta in vita sua, Oikawa Tooru si sta innamorando.
Gli scappa ancora da ridere anche in questo preciso istante, mentre percorre il perimetro del laghetto ghiacciato. È una mattinata incredibile. Di una bellezza da mozzare il fiato. Il cielo è terso, l’aria è cristallina, il sole brilla alto. Si concede un sospiro di pura e divina soddisfazione, mentre deve socchiudere gli occhi nel momento in cui, curvando, i raggi del sole puntano dritti sul suo volto perfetto. È proprio per questo che lo vede solo all’ultimo secondo.
Dicasi lo stesso di Tobio, che sta correndo a sua volta. Si accorgono l’uno dell’altro nel medesimo istante, e nel medesimo istante sgranano gli occhi fissandosi.
È la prima volta che si vedono dopo quanto successo. Sono a poche falcate l’uno dall’altro e quando si sfiorano, Tobio gli si affianca e Tooru non fa una piega. Attende.
Corrono l’uno al fianco dell’altro per un po’, in silenzio.
- Che ne dici di deporre l’ascia di guerra e tentare di andar d’accordo? – spezza il silenzio Kageyama e Tooru piega leggermente le labbra. Gli evita una freddura pungente, in merito al fatto che quella notte andavano perfettamente d’accordo ed erano in perfetta sintonia, proprio perché gli effetti benefici della sua relazione con Kuroo si fanno indubbiamente sentire sul suo umore.
Sogghigna e si volta a guardarlo di sottecchi.
- Marmocchio insolente. – lo punzecchia divertito, senza cattiveria alcuna, dandogli una spallata amichevole. E Tobio, piegando appena la testa per tentar di nascondere quel piccolo sorriso che gli sta spuntando sulle labbra, ricambia la spallata.
 
 
- Tooru, hai dimenticato di nuovo le chiavi? – esclama incredulo Kuroo, mentre si trascina verso la porta dopo aver abbandonato malvolentieri il rassicurante tepore del letto, finendo di infilarsi una delle felpe dell’altro. Tanto la corporatura è la stessa!
- Giuro che la prossima volta ti lascio fuori! – è l’ammonizione divertita mentre apre la porta.
Ma non c’è Tooru dall’altra parte della soglia.
- I-iwaizumi … - biascica interdetto, tirandosi su la zip velocemente – Toor … Oikawa non c’è. – si riprende.
- Sì, lo so che lo scemo del villaggio è andato a correre. Son venuto qui apposta perché speravo di trovare te. –
Kuroo sgrana gli occhi basito. Non sa se Hajime sappia di lui e Tooru. Non ha mai discusso con l’altro di questo, ma da quello che sa in quei tre anni che si conoscono, è che l’unica persona in grado di leggere nell’animo di quello che è il suo Capitano, è proprio il ragazzo che gli sta di fronte in quell’istante. Tante volte, al di là degli insulti, ha visto come una parola di Iwaizumi fosse in grado di far riprendere la concentrazione a Tooru nelle rare volte in cui la perdeva.
- Entra. – lo invita, scostandosi di lato, ma l’altro scuote la testa.
- Starò solo un minuto. – spiega sibillino, fissandolo negli occhi  – Prenditi cura di lui. –
E Kuroo resta senza parole. Al di là del suo modo di insultarlo, ha sempre capito che Hajime vuole bene a Tooru. Si limita a socchiudere gli occhi come un gatto e a sorridere lievemente.
- Anche se son più le volte che mi fa andare il sangue alla testa e sarei tentato in più e più maniere di eliminarlo attraverso atroci sofferenze, per me quell’idiota è come un fratello. Ci conosciamo da una vita e … e a modo mio, molto a modo mio, gli voglio bene. È uno scemo, irritante, molesto, spocchioso (e qui Kuroo deve trattenersi dallo scoppiare a ridere) ma è anche una persona dal cuore d’oro, quindi ti prego: prenditi cura di lui. – conclude con un lieve inchino, prima di salutarlo e andarsene.
Kuroo rimane lì, a fissarlo, interdetto per poi sorridere e rientrare in casa.
 
 
QUEL POMERIGGIO …
 
Tra un po’ sarà anche il compleanno di Daichi, ma sarà quest’ultimo a fare una sorpresa incredibile a Suga.
In palestra letteralmente si gela e i pochi ragazzi già arrivati non hanno il coraggio di abbandonare il confortante calore delle tute per restare già solo in divisa, e iniziano chi a correre, chi a far passaggi, giusto per cercare di scaldarsi almeno le estremità.
Suga arriva diretto dalla fine dell’ultima lezione per quel giorno.
Daichi è da giorni che rimugina quella frase, quella domanda dentro la testa, attendendo il momento migliore per farla, l’atmosfera giusta, che con Koushi è sempre perfetta, ma quando lo vede entrare in palestra - con la punta del naso palesemente ghiacciata e vede come tutti si raccolgano intorno a lui, al suo caloroso sorriso in grado di scaldare ogni cuore, per salutarlo - allora Daichi capisce che con Suga ogni momento è quello giusto.
- Suga? – lo chiama, posizionandosi davanti a lui, mentre questi si stava giusto piegando per cambiarsi le scarpe prima di entrare.
Si rialza, Koushi, sgranando gli occhi. Il tono di Daichi è un misto di sentimenti che non è stato in grado di decifrare immediatamente. Ma il suo sorriso, il suo sguardo sì. È emozionato Daichi, e Sugawara attende, ansioso in verità. Lo fissa negli occhi, con ancora giacca, sciarpa e cappello addosso.
- Suga, sposami! -
Il servizio che arriva diretto in faccia a Shoyo, da parte di Tobio, è inevitabile. Son rimasti talmente sorpresi tutti e due, che entrambi non hanno avuto modo di mantenere il controllo della palla. Si son voltati verso l’ingresso a occhi sgranati.
E dire che Koushi ha gli occhi sgranati a sua volta, è dire poco. Socchiude la bocca per parlare, senza trovare parola alcuna. Più e più volte è sul punto di dir qualcosa, ma nulla gli esce.
Fissa il suo adorato amore, sbigottito, mentre Daichi lo guarda, attendendo, imbarazzato a modo suo. Si era immaginato di chiederglielo in mille scenari, ma mai in palestra, davanti a quelli che son comunque i loro amici più cari.
Suga è ancora interdetto. È certo di non aver capito bene. Per un attimo volge lo sguardo intorno  a sé, deglutendo a fatica, e dalle facce che vede, che li fissano stupiti, attendendo con il fiato sospeso, intuisce che ha capito giusto. Daichi gli ha appena chiesto di sposarlo.
Riporta lo sguardo su di lui. Vedere il suo adorato amore imbarazzato, lo stoico Captain-kun, è una cosa che gli fa una tenerezza incredibile. Come quella volta in cui gli ha confessato di esser innamorato di lui, ed era lì – proprio come adesso - ad attendere una sua risposta.
Lo sta fissando, Daichi, invitandolo con lo sguardo a parlare. A rispondere. Vede lo sguardo attonito del suo innamorato e va in apnea.
- Cioè non subito, dopo che ci saremo laureati ovvio … - caracolla sulle sue stesse parole, temendo di averlo terrorizzato con la sua proposta – Sì, ecco … io ti sposerei anche subito, qui … perché, ecco, come dire … -
- Sì … - sussurra appena Koushi, interrompendo quel fiume di parole e si apre in uno dei suoi sorrisi più belli.
- Sì? – ripete titubante Daichi e lui scoppia a ridere.
- Sì! – replica al settimo cielo, gettandogli le braccia al collo – Sì. Sì. Sì! Sì Daichi, sì! –
Si abbracciano stretti e nel momento in cui si staccano quel tanto che basta per guardarsi, incurante del fatto di aver un pubblico che ha gioito con loro, gli stampa un bacio sulle labbra. Al quale ne seguono altri tra le loro risate e gli applausi degli altri.
Inutile dire che tutti hanno sempre tifato per loro due, augurandoli ogni bene e ogni felicità.
Non visti, stavolta è Tobio che fa scivolare la sua mano fino a quella di Shoyo per intrecciarle dietro le loro schiene. Non si stanno guardando negli occhi. Non c’è bisogno. Non ce n’è mai stato.
Si son sempre perfettamente capiti e compresi anche a occhi chiusi. E sempre sarà. Sanno che ogni tempesta che si parerà loro davanti, ne usciranno fuori, vincitori e non.
Perché l’affronteranno insieme.
 
 
 
FINE^^
 
 


Scrivo queste note finali di ritorno dal secondo concerto fatto. Ho tanta di quella adrenalina in corpo, che chi è che va a dormire adesso?
Finiti i concerti, finita la mini-long, non mi resta altro che disperarmi ahahah^//^
No, scherzi a parte (ma quando mai?!^O^), alla fine l’ho conclusa al solito modo mio: tanto diabete per tutti! Ohh, occhi a cuore!
Quando ho deciso di continuarla e non lasciarla una os – giusto per non venir lapidata dalle KageHina-girls (di cui comunque faccio parte anch’io, eh, sia chiaro. Così come ci tengo a sottolineare, ora che avete scoperto il crack pg, che mi piace un sacco anche la KurooKen, giurin-giurello) – ad un certo punto mi son detta: “Ma porc*! Che casino! Come faccio a gestirmi ‘sto cappericchio di tradimento? Ma Clau, anche te: cosa ti sei inventata mai!?” Vabbè, scleri notturni (ma anche giornalieri).
E niente, speriamo di risentirci per il Tobio’s birthday, altrimenti Buon Natale<3
Ah, ma son l’unica che tipo ha già letto il primo numero del manga all’incirca un milione di volte, e rivisto, per l’occasione, ottocento volte l’anime?
Vabbè, notizia fresca-fresca: farò Tsuna – KHR – al Cartoomics. Non ve ne frega una cippa lippa, giustamente, ma era giusto per condividere^O^
Bc bc <3
   
 
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