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Autore: Tina_    07/11/2008    0 recensioni
"Aveva iniziato a vestirsi in modo rigido ed austero, “da grande”, nel momento in cui era stata strappata brutalmente dal mondo delle favole per essere catapultata nel mondo degli adulti. Dove esiste la morte." Storia ancora da finire di una ragazza a cui la morte porta via il suo fidanzato.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. SABATO 25 NOVEMBRE

 

Il semaforo era rosso. Doveva fermarsi per forza.

Stava lì, in attesa che il semaforo pedonale diventasse verde, in modo da poter raggiungere la stazione.

Le lunghe gambe fasciate da jeans aderenti, il busto coperto da una camicia bianca, e sopra un maglioncino nero con lo scollo a V, ballerine nere con un ricamo bianco.

Aveva iniziato a vestirsi in modo rigido ed austero, “da grande”, nel momento in cui era stata strappata brutalmente dal mondo delle favole per essere catapultata nel mondo degli adulti. Dove esiste la morte.

Il volto seminascosto dal ciuffo nero, che oscillava scombinandosi per colpa della corrente prodotta dalle macchine in corsa.

Il viso imbronciato, gli occhi azzurri persi nel vuoto, i bianchi denti che mordevano il carnoso labbro inferiore.

Finalmente il fiume di macchine finì, ma non venne ancora verde. Camilla non attraversò: lei rispettava sempre le regole. Quelle che le sembravano giuste, ovvio.

Giunse in stazione, alla corsia dove sarebbe arrivato l’autobus, nello stesso posto dove, nell’ultimo anno e mezzo, sin incontrava con il suo ragazzo, prima e dopo scuola.

Ma quel giorno…

Prese a mordersi il labbro ancora più forte: doveva impedire ai ricordi di affiorare.

Ma non poteva fare a meno di pensarci.

Nell’mp3 aveva impostata la riproduzione casuale. Partì una canzone, quella canzone che lui le aveva dedicato ancora nei primi mesi della loro relazione.

“…e nessuno è solo se anche di notte ha chi non dorme per pensare a lui…”

Una lacrima scese dai suoi grandi occhi tristi, seguita da un’altra, e un’altra ancora.

Ora lei era sola: non c’era più nessuno che né di giorno né tanto meno di notte stava sveglio a pensare a lei.

Non c’era più nessuno perché il suo Enrico, il suo amato Enrico si era addormentato. Per sempre. Lasciandola da sola alla mercé del mondo.

  
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