2. UNA
SETTIMANA PRIMA
Era
il giorno del loro 18° mesiversario.
Un
anno e mezzo insieme.
Quella
sera avrebbero festeggiato in discoteca la loro ricorrenza ed il compleanno
della migliore amica di Camilla, Margherita.
Enrico
le aveva fatto recapitare a scuola un mazzo di rose
rosse, mettendo in ombra quindi il compleanno di Margherita. Ma questi, di animo gentile, non si era per niente offesa, anzi, era
contenta per l’amica che finalmente aveva messo la testa a posto e viveva fra
le nuvole con il suo Enrico da un anno e mezzo.
Margherita
aveva organizzato la festa in una discoteca con il
ristorante, così avrebbero mangiato, ballato e bevuto nello stesso
posto.
L’appuntamento
era fissato per le 21:30.
Margherita
e Camilla arrivarono alle 21 precise, lasciarono borse
e cappotti al tavolo prenotato e si avventurarono nella fredda sera novembrina
per aspettare gli altri invitati.
Uscirono.
Margherita con un magnifico tubino nero cucito su
misura che metteva in risalto le sue forme, sorretta da 10 cm di tacco su di un
sandalo argentato allacciato alla schiava. D’argento era anche il trucco e i fermagli nei capelli.
Camilla
invece era vestita di rosso cupo, non sgargiante: non voleva togliere
l’attenzione da Margherita. Indossava un vestito senza spalline, con dei lacci
dietro la schiena che non la coprivano interamente.
Scarpe con la punta tonda, allacciate alla caviglia, con un piccolo tacco. Il
trucco era, ovviamente, abbinato al vestito.
Cominciarono
ad arrivare gli invitati.
Margherita
li accoglieva da brava padrona di casa, salutandoli con tre baci benaugurali sulla guance.
Camilla
era impaziente di vedere il suo ragazzo quando eccolo arrivare in sella alla
sua Vespa Primavera rossa scintillante.
Si
stava avvicinando al marciapiede, la mano alzata in segno di saluto, un grande sorriso sul volto, lo sguardo rivolto verso Camilla,
che ricambiava lo sguardo.
Gli
occhi di uno persi in quelli dell’altro…
Nessuno
dei due vide la Maserati nera sbucare dallo stop
senza rispettare le precedenze, e andando a centrare in pieno la Vespa di Enrico.
La
macchina andava così forte che, con l’urto, scaraventò Enrico in aria, contro
il muro della discoteca, per poi piombare a terra sul marciapiede, privo di
sensi, piegato in una strana posizione.
Camilla,
come Margherita e gli altri invitati, era terrorizzata, allibita.
L’autista
della bestia nera non si fermò, ma corse via, senza prestare soccorso al
giovane che aveva appena investito.
La
ragazza corse verso Enrico, bianca come un cadavere,
la bocca e gli occhi spalancati in un’espressione di orrore.
Abbracciò
il suo Enrico, che la guardò.
Le
sussurrò “ti amo”.
Entrambi
capirono che era l’ultima volta che si sarebbero
guardati negli occhi.
Il
sangue rosso di Enrico scendeva sull’abito di Camilla,
mischiandosi con le lacrime che copiose cadevano dagli occhi della giovane, che
non riusciva a fare meno di stringere il corpo senza anima del suo ragazzo.