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Autore: _Fire    14/12/2014    8 recensioni
Conosco una storia. Parla di due persone che si sono amate.
Magnus e Alec. Alec e Magnus.
Ma a chi interessa una storia che parla d’amore e di morte?
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 17.
But I'm alive

(Fix you – Coldplay)

Il dottore teneva ancora la mano serrata sulla spalla di Alec come se volesse trattenere.
Ma Alec non capiva perché.
Tutto quello che voleva era potersi avvicinare a Magnus, guardarlo e dirgli che andava tutto bene e che sarebbero tornati a casa presto, sperando di non mentire ne’ a lui ne’ a se stesso. Si divincolò dalla presa dell’uomo su di lui, che gli ricordava tanto suo padre quando lo fermava per non fargli fare giochi troppo pericolosi.
Questo però, non era affatto un gioco.
Alec accostò una sedia al letto di Magnus e la sua altezza gli permise di poterlo vedere per bene anche da seduto. Il suo ragazzo era steso sul letto, immobile, le braccia lungo i fianchi e le gambe unite, dritte, come se fosse…no, non voleva nemmeno pensarci. Il viso era pallido, non del solito splendido colore ambrato; le labbra prive del solito luccichio dato dal glitter, così come gli occhi semichiusi che lasciavano intravedere una parte dell’iride verde-dorata. Quello era l’unico dettaglio che faceva sembrare Magnus addormentato e non… morto.
L’uomo –che Alec identificò come il dottor Smith, colui che aveva operato Magnus- si avvicinò piano, come se temesse una brusca reazione di Alec. «Alexander» lo chiamò, cosa che infastidì il ragazzo. Di solito solo i suoi genitori lo chiamavano così e qualche volta Magnus, ma in quel caso non gli dispiaceva granché.
Alec grugnì in risposta, incapace di mettere insieme delle parole per formare una frase di senso compiuto.
«Dovrei dare un’occhiata al signor Bane.» Alec annuì a quelle parole, ma non si mosse di un millimetro dalla sua postazione. Il dottore capì che non se ne sarebbe andato, così procedette con il controllo davanti a lui.
Diede uno sguardo alle macchine, a Magnus, alle sue analisi, annotando tutto sulla sua cartellina. Poi tossì, il genere di tosse che si fa quando si vuole attirare l’attenzione di un altro ma non si sa cosa dire. «Vuoi restare da solo con lui?» chiese il dottor Smith.
«Sì.» rispose Alec, secco. Non voleva essere scortese, ma in quel momento le buone maniere erano l’ultimo dei suoi pensieri. Il dottore annuì comprensivo e Alec sospettò che lui capisse come si sentiva. Forse aveva perso una persona cara.
Non appena l’uomo si chiuse la porta della stanza alle spalle, Alec si accasciò sulla sedia, come se il suo guscio si fosse rotto. E probabilmente era proprio così. Avvicinò ancora di più la sedia al letto di Magnus, in modo da esserci praticamente attaccato. Infilò la mano sotto le coperte per poter stringere quella del fidanzato: quando la toccò, era fredda come il ghiaccio. La prese e la tenne stretta. «Resisti. Magnus, ti prego, se mi senti, resisti.» le lacrime iniziarono a scendere sul viso pallido, gli occhi azzurri più lucidi che mai. Era distrutto. Distrutto e arrabbiato. Perché a Magnus? Aveva voglia di prendere a pugni qualcosa.
Non voleva perderlo. Non poteva perderlo. Il vuoto nel suo cuore e nella sua vita non si sarebbe mai più riempito. Nessuno avrebbe mai rimpiazzato Magnus.
Quando ami qualcuno e tutta va perduto.
«Magnus ascolta. So che mi senti, lo so…torna da me.»
Ormai le lacrime scendevano senza sosta sul suo viso. Alec pregò tra se’ e se’ che nessuno entrasse nella camera e lo vedesse in quello stato. Se avesse potuto, sarebbe andato fino agli Inferi per salvare Magnus.
Tirò su col naso.
«Okay, solo un’ultima cosa, Magnus, e poi ti lascerò dormire. Se mi senti, se sei vivo, stringi la mia mano.»
Alec allentò la presa sulla mano di Magnus, accostandola semplicemente alla sua. Tremava come una foglia. Dopo qualche minuto, pensò che se ne fosse andato per sempre.
Pensò a cosa avrebbe fatto. Avrebbe dovuto chiamare il dottore e digli che Magnus era morto. Ma dopo quello, non vedeva più nulla. Non vedeva la sua vita senza Magnus. Non c’era la sua vita senza Magnus.
Fu proprio quando si stava alzando, col cuore in frantumi, che una mano gelida strinse forte la sua.

- - -
 
«Sembra che sia stabile.» disse il dottor Smith, con un sorriso rassicurante. Alec annuì, tenendo gli occhi fissi su Magnus. Aveva ancora gli occhi chiusi, ma ora Alec sapeva con certezza che era vivo. E nulla lo rendeva più felice. Ormai era tarda sera e Magnus era stato circondato dai dottori per tutto il giorno; fortunatamente però, avevano permesso ad Alec di restare con lui tutto il tempo che voleva. Quando, dopo aver scribacchiato qualcosa sul suo taccuino, il dottor Smith uscì dalla stanza.
Alec emise un sospiro di sollievo, buttando la testa all’indietro e sistemandosi sulla sedia. Non voleva lasciare Magnus, ma pensò davvero che fosse il caso di fare una telefonata a casa per informare almeno Isabelle e Jace di quello che era successo. Sempre tenendo la mano a Magnus, prese il suo cellulare e digitò il numero di Isabelle.
«Pronto?» rispose una voce nettamente maschile.
«Jace?»
«Alec! Sì, sono io.»
«Che ci fai con il cellulare di Izzy?»
«Lei dorme, ho visto che eri tu e ho risposto.»
«Strano» rise Alec. «Lei si porta il cellulare dovunque, pensavo ci dormisse anche.»
Il ragazzo sentì il fratellastro ridere sommessamente dall’altro capo del telefono, probabilmente per non far svegliare Isabelle. «A cosa devo la chiamata?»
«Ecco…» cominciò Alec, tornando serio. Si rese conto che non sapeva come dirlo. «Magnusèstatoinvestito.»
«Come?» Alec prese un bel respiro. «Magnus è stato investito e io sono in ospedale con lui da due giorni.»
Silenzio. «Oh Dio, Alec…mi dispiace. Come sta?»
«E’ stabile.» rispose lui, ripetendo le parole che gli aveva detto il dottore poco prima. «Volevo solo avvertirvi. Puoi farlo sapere a Isabelle?»
«Certo.»
«D’accordo allora...»
«Alec, aspetta.» lo interruppe Jace. «Per quanto possa contare, sappi che vi sono vicino. Io e Magnus abbiamo avuto le nostre divergenze, ma gli devo molto. Ti ha reso felice. E non lo ringrazierò mai abbastanza per questo.» «Grazie, Jace.» Ad Alec sembrò quasi di poter vedere il ragazzo seduto sulla sua poltrona preferita del salone, con le gambe stese davanti a lui e appoggiati sul tavolino di vetro –anche se Alec gli ripeteva di non farlo- che si grattava la nuca imbarazzato per quello che aveva appena detto. Era raro che Jace parlasse senza sarcasmo.
«Mi mancate.» sussurrò.
«Anche tu a noi.» disse il fratellastro. «Fatti vedere qualche volta, okay?»
«A presto, Jace.» lo salutò Alec, chiudendo la chiamata.
 
- - -

(Time for Miracles – Adam Lambert)

Era tarda notte e non riusciva a dormire: l’unica cosa che riusciva a fare era pensare al sorriso di Magnus, a ogni loro bacio che non poteva dimenticare. Voleva che Magnus si svegliasse, sapeva che non stava morendo, quindi non avrebbe smesso di sperare.
Alec teneva ancora stretta la sua mano. La sollevò e ci poggiò le labbra. «Sono qui.» mormorò contro la sua pelle. Voleva solo stare con lui. Era tutto così difficile, quando tutto quello che voleva era intrappolato dentro i suoi occhi.
Qualcuno bussò alla porta. Alec si alzò, lasciando la mano di Magnus –sentendosi quasi in colpa. Aprì, ritrovandosi davanti una ragazza bionda. Gli occhi verde-azzurro lo squadravano.
«Helen! Che ci fai qui?»
«Mangia questa, altrimenti dovremo ricoverare anche te.» rispose lei, porgendogli una barretta energetica e ignorando la domanda.
Sospirando, Alec la aprì e la addentò, prima di rivolgerle uno sguardo interrogativo. Lei si sedette sulla sedia scrollando le spalle. «Volevo vedere come stava.»
«Stabile» borbottò Alec, finendo la barretta.
«Vedrai che si rimetterà presto…ho visto casi peggiori. Un paio di settimane e lo riavrai a casa.»
Alec le sorrise. Sembrava che Helen lo dicesse davvero, come se non potesse mentire.
«Se resti qui a dormire, posso portarti una barella. E’ relativamente più comoda di questa sedia.» si offrì lei.
«Grazie Helen, ma va bene così.»
Lei annuì e si avviò verso la porta. «Forse è il momento per i miracoli, perché non si arrendono all’amore.» sussurrò e poi se ne andò.
Alec era ancora in piedi lì, con le lacrime agli occhi, quando successe.
 «Dove credi di andare?» gli chiese Magnus, con la voce flebile e tremolante. Alec si voltò all’istante, con ancora le lacrime, ma stavolta di gioia. «Da nessuna parte, amore, da nessuna parte.» ripeté, sorridendo felice mentre accarezzava i capelli del fidanzato.
«Non ti libererai di me così facilmente. Dovrai sopportarmi per molto tempo ancora.» mormorò lui.
«Sarà un piacere.» Alec lo baciò e Magnus riappoggiò la testa sul cuscino con gli occhi chiusi.
Adesso, Alec ne era certo, non l’avrebbe mai più lasciato andare. 

 
 


Note (di un'autrice raffreddatissima):
(autrice raffreddata e felice perchè ha l'autografo di Yotobi *_*) *
Ciao a tutti :3
Spero che mi perdonerete per questa lunga attesa -ormai lo dico sempre.
So che questo capitolo non è uno dei miei lavori migliori, ma spero
che vi sia almeno piaciuto il fatto che Magnus si sia svegliato e che 
non volte più attentare alla mia salute.

Aggiorno con il raffreddore dopo una lunga maratona di serie tv
e dopo aver finito la saga di Starcrossed -che straconsiglio  a tutti voi-
quindi ora mi dileguo e vado a poltrire.
Aggiornerò alla fine della vacanze natalizie, quindi vi auguro in anticipo
buone feste! 

-
Ricordo la mia pagina Facebook, per aggiornamenti e spoiler :3 https://www.facebook.com/pages/Fire-Efp/1519201814958472?sk=timeline o
Ringrazio tutti quelli che leggono questa storia 

Ringrazio Trislot, stella13, _DarkCalypso_, Life before his eyes,
Alessia_Lightwood, annabeth lightwood, dragon24, _Marty01 e mrslightwood
per le recensioni allo scorso capitolo 

Un bacio a tutti 
Fire.

 
   
 
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