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Autore: SophiaJackies    14/12/2014    0 recensioni
I sogni. Sono bellissimi, nei sogni tutto è perfetto a volte ci ingannano. Oppure ci inganniamo da soli, dipende da noi. Dobbiamo stare attenti a non sognare troppo.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Rigiro tra le dita l'oggetto che tengo in mano sorpresa. Mille domande intanto mi frullano per la testa. Perchè mia madre dovrebbe tenere una pistola in casa? Non ne vedo l'utilità dal momento che molto raramente si assiste a casi di malvivenza qui sull'isola. E poi, anche se la mamma avesse paura di qualcosa, perchè tenere l'arma in una scatola chiusa a chiave posta nell'armadio sotto una pila di vestiti secolari quando la chiave per aprirla è a sua volta nascosta tra i vestiti dell'armadio accanto? Insomma, il tempo che impieghi per compiere tutte le azioni necessarie per armarti e sparare equivale a dieci volte il tempo che qualcuno impiega per ucciderti.

All'interno della scatola ho anche trovato delle fotografie che ritraggono mia madre con un uomo, un ragazzo precisamente; può avere al massimo vent'anni. Ha capelli scurissimi ed occhi color mandorla che sono sicura di conoscere, il che è strano perchè di un uomo in questa casa non ho mai visto neanche l'ombra. Sono più che sicura che le foto non siano recenti, sono un po' sbiadite e la mamma aveva come minimo dieci anni di meno quando sono state scattate.Tuttavia decido di non dare molta importanza alla scatola ed al suo contenuto, così comincio a riordinare tutto mentre la mia mente continua a fare domande alle quali (un presentimento mi dice) è meglio non trovare risposta. Estraggo dall'armadio anche i vestiti che nascondevano la scatola, li stendo bene su pavimento per ripiegarli in modo che la mamma non si accorga di niente e scorgo alcune macchie e dei buchi che prima non avevo visto. La mia idea comunque non è delle migliori perchè proprio mentre afferro la scatola per chiuderla e riporla al suo posto, incontro, di fronte a me, gli occhi di mia madre e la sua espressione sorpresa e turbata. I suoi capelli sono ancora bagnati ma è già completamente vestita anche se è appena uscita dalla doccia.
-Kate, cosa stai facendo?- chiede avvicinandosi piano.
-Uh... Io...- cerco disperatamente di giustificarmi anche se sinceramente credo sia lei a dovermi dare delle spiegazioni, così decido di ribaltare la situazione per non mettermi in difficoltà:
-Mamma cosa significa?- la interrogo cercando di nascondere il mio stupore per essere stata sorpresa a frugare tra le sue csoe (cosa che mi è sempre stata severamente vietata).Lei sembra rifletterci un po' su.
-Okay, senti, non importa, lascia stare. Vai, metto in ordine io qui.- dice invitandomi ad uscire ed indicando la porta con un gesto del braccio mentre si abbassa per raccogliere tutto. Io mi alzo in piedi.
-Non hai ancora risposto alla mia domanda, mamma. Che cosa significa?-
-Niente sono solo vecchie cose, Kate.-
-MAMMA!- urlo. Lei reagisce con un'espressione sofferente, come se la mia voce potesse veramente ferirla fisicamente in qualche modo. Si alza e si lascia cadere sul letto con la schiena contro la testiera e lo sguardo rivolto al soffitto. Io continuo a fissarla. Sotto la voglia di sapere per quale motivo abbiamo una pistola in casa e perchè non ho saputo della sua esistenza fino ad ora, si nasconde il fatto che non voglio passare dalla parte del torto.
-Quindi?- chiedo.-Kate, non..-
-Ho intenzione di stare qui finchè non mi rispondi- la interrompo. Noto che i suoi occhi lucidi minacciano lacrime, ma lei rimane immobile. Non ho idea del perchè prende tutto così seriamente; come può una scatola ferirla così tanto da arrivare a piangere?Mi avvicino e mi siedo sul bordo del letto.
-Mamma- chiedo dubbiosa. Lei mantiene la sua posizione ed io mi sposto di fianco a lei.
-Okay, scusa, mi disp...- non finisco la frase perchè lei comincia a singhiozzare.
-Scusami, non volevo- l'aria è pesante e giungo alla conclusione che temiamo le stesse cose: io ho paura di trovare delle risposte, lei di darmele. Sì. Le risposte sono sempre state all'origine dei problemi degli uomini, quelle complesse, ma anche quelle molto semplici. Le prime richiedono di solito spiegazioni lunghissime, così lunghe che per scriverle non basterebbe un intero pacco di Rotoloni Regina. Le seconde sono solitamente costituite da un 'si' o da un 'no', ma possono cambiare radicalmente il corso della tua vita, in meglio... o in peggio. In ogni caso tutti e due i tipi di risposte fanno paura.

Per quanto curiosità e timore i scontrino nella mia mente cercando di confondermi le idee, decido di restare qui per almeno un'altra decina di minuti; così la mamma magari potrebbe sentirsi più sicura sapendo che qualcuno è qui per sostenerla. Piuttosto che lasciarla affondare da sola nella sua tristezza, o dolore, o quello che è preferisco farle compagnia. Nella stanza solo vaghi singhiozzi tremanti di tanto in tanto, e più passano i minuti più mi convinco che forse chiedere spiegazioni forse può aiutarla, e può aiutare anche me.
-Magari potresti dirmi perchè piangi?- decido di essere meno dura rispetto a prima, forse potrei capirne qualcosa di più in questa storia che fino ad adesso è più che assurda. Ricevo solo singhiozzi in risposta... di nuovo.
-Mamma? Forse posso anche aiutarti...-
Dopo aver provato per circa cinque minuti a tirarle fuori le parole di bocca sbuffo tra me e me ed alzandomi dal letto raggiungo la porta.
-E' tuo padre.- Se credevo che facendola parlare avrei capito qual'era il suo problema mi sbagliavo e anche di grosso.
La confusione nella mia mente è tale che mi lascio scappare una piccola risatina nervosa subito seguita da un 'che?'. Ho appena abbassato la maniglia della porta ma non esco, e tantomeno mi volto verso di lei. Rimango immobile per un tempo indefinito, finchè non vengo invitata a sedermi nuovamente vicino a lei. Poi la mamma si asciuga le lacrime con una manica del maglione e si schiarisce la voce.

 

   
 
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