Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Bekah    14/12/2014    2 recensioni
*Dal capitolo quindici*
'E quindi tu lo sapevi..' - dissi io
Non sapevo se essere più preoccupata per come poteva finire la storia, o se essere sollevata perchè ora lui sapeva tutto.
'Lo sapevo da quando ti ho detto di Sophia'- rispose secco
'Io.. mi dispiace'- non avevo nient'altro da aggiungere
Ero imbarazzata e arrabbiata con me stessa.
Lui scosse la testa. Poi mi guardò e mi sorrise.
'Se solo l'avessi saputo prima non avrei fatto tutto quello che ho fatto'-
'Non.. capisco'-
'Sta zitta Beby'- mi prese dal braccio tirandomi a se
Non ci fu nient'altro, nessuno sguardo dopo quel gesto. Solo un lungo e dolce bacio.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Skyliner

Capitolo nove

 
Eravamo appena scesi dall’aereo quando avevo acceso il cellulare trovando una decina di messaggi da parte di Liam che mi diceva che non sarebbe potuto venire a prendermi per motivi di lavoro e che si trovava ancora una volta a Bradford per concludere la giornata lavorativa.
Effettivamente ero rimasta abbastanza delusa, non di certo dal suo comportamento, perché ovviamente non poteva essere colpa sua, ma c’era una parte di me che inconsciamente pensava che lui non volesse vedermi, almeno per il momento, per quello che era successo solo la sera prima.
Erano passate ore da quando ci eravamo alzati dal letto e in Australia erano le otto quando la sveglia era suonata, eravamo scesi a fare colazione e poi subito in pullman per raggiungere l’aereoporto. Qua a Londra erano su per giù le tre del pomeriggio e il tempo, come sempre, non era dei migliori. Il sole si alternava con delle nuvole grigiastre e cupe che mettevano un po’ di angoscia. Sembrava fatto apposta, oggi il tempo era un po’ come il mio umore.
In tutto quel tempo non avevo spiaccicato parola con nessuno, tanto meno con Emily, che non mi aveva fatto nemmeno una domanda su quello che poteva essere successo la sera prima al locale. Era solo tornata poco dopo di me, mi aveva lasciato un bacio sulla guancia credendo che stessi dormendo e si era infilata sotto le coperte lasciandosi andare un sospiro abbastanza lungo da farmi pensare che al locale fosse successo ancora qualcosa dopo che io me n’ero andata.
Solo quando la professoressa aveva fatto l’appello e chiesto nome e cognome avevo risposto con un flebile ‘ci sono’ e poi ero rimasta nel mio angolo seduta ad aspettare l’aereo ancora per qualche ora prima di salirci sopra e passare tutto il viaggio ad ascoltare musica quasi deprimente.
Non mi sentivo così da parecchio tempo a dirla tutta, probabilmente, da quando Liam mi aveva detto, non esplicitamente, che preferiva la compagnia di Sophia alla mia.
Lasciai andare le braccia lungo i fianchi rassegnandomi al fatto che sarei dovuta tornare a casa in taxi visto la super intelligenza di Liam. Non avevo pensato al fatto che quando mi aveva accompagnata all’andata, qualche giorno fa, sarei stata senza macchina se lui non fosse venuto.. e infatti era proprio così.
Trascinai la mia valigia lungo il marciapiede che sembrava di un colore più scuro del solito, il che stava a significare che aveva piovuto le ore precedenti oppure la sera prima, questo sta anche a spiegare perché sentivo il rumore di acqua scrosciare alle due di notte quando ero al telefono col mio migliore amico.
Alzai la mano più verso la strada, senza aspettare troppo uno di quei taxi gialli si fermò proprio davanti ai miei piedi, e lo maledissi quando mi accorsi che avrei dovuto salire dalla parte della strada perché si era parcheggiato proprio sopra un’enorme pozzanghera fangosa.
Chiusi la porta alle mie spalle e dissi con precisione la strada all’autista che sembrava quasi un novellino. Giovane, abbastanza alto a vederlo solo da seduto, occhi scuri e capelli castano chiaro, un po’ scompigliati quasi come se fosse appena alzato.
Quando scesi dal taxi, dovetti ancora attraversare la strada per arrivare davanti al vialetto di casa, la cosa mi pesava solamente perché la valigia pesava.
Tirai fuori le chiavi di casa dalla borsa che avevo messo a tracolla giusto per fare più in fretta e appena aprii la porta la luce del pomeriggio si espanse in tutto il corridoio lasciando però la cucina e il salotto ancora al buio. Sicuramente mamma era uscita a fare la spesa e papà era al lavoro, quindi ero di nuovo completamente da sola.
Feci per chiudere la porta quando notai che era già passata un’ora e mezza, e avrei dovuto farmi la doccia, sistemare la valigia e la roba nel mio armadio e preparare qualcosa per cena.
Cercai di non sbilanciarmi quando salii le scale con la valigia tra le braccia, e appena arrivai in camera accesi la luce sentendo un odore pungente di vaniglia mista a odore di chiuso.
Era come se in quella stanza non ci fossi stata io per mesi e mesi, invece erano solo passati quattro giorni.
Conoscendo mia madre però, non era nemmeno entrata in camera mia, quindi era quasi del tutto normale.
Un rumore fuori attirò la mia attenzione e quando mi sporsi per guardare fuori dalla finestra notai che Liam era appena tornato da lavoro e stava parcheggiando l’auto dentro il garage.
Spensi la luce della camera e mi rimisi a guardare dalla finestra aspettando incuriosita se sarebbe venuto a suonare oppure se sarebbe entrato in casa.
Alzai le spalle quando notai che aveva chiuso il garage senza nemmeno dare un’occhiata fuori e mi diressi in bagno aprendo l’acqua della doccia.
Il getto lasciò cadere qualche goccia e poi si spense, riprovai qualche volta prima di accorgermi che eravamo rimasti senza l’acqua e io avrei dovuto farmi una bella doccia calda.
Corsi in camera scalza e un po’ infreddolita visto che già mi ero tolta la maggior parte della roba che indossavo e presi il cellulare dal letto digitando il numero di mia madre.
 
‘Pronto?’- disse subito lei dopo due squilli
 
‘Mamma, ciao’- risposi io contenta di sentirla
 
‘Ciao tesoro’- rispose lei –‘Sei a casa?’-
 
Annuii e poi risposi –‘Si, ma.. siamo senza l’acqua’-
 
Lei sbuffò sonoramente. –‘Di nuovo? In quattro giorno, siamo rimasti senza due volte’-
 
‘Dovrei farmi una doccia’- mi lamentai
 
‘Va da Karen’- propose
 
Spalancai gli occhi in quel momento. Lei rise, sicuramente si era immaginata la scena e soprattutto la mia espressione.
 
‘Un’altra proposta?’- domandai
 
Ero sicura che in quel momento aveva un sorrisetto stampato in faccia e scuoteva la testa.
 
‘Liam non ti dirà di no’- ridacchiò
 
‘Mamma ti pare il caso?’- dissi in tono arrabbiato
 
Lei rise e attaccò il telefono sapendo che sarei andata da lui a chiedergli se potevo farmi una doccia calda perché, oltre a morire di freddo, ne avevo assolutamente bisogno.
Presi tutta la roba che avevo nella doccia, il mio shampoo e il bagnoschiuma, persino il mio balsamo che avevo tirato fuori dalla valigia poco prima e due asciugamani. Tirai fuori dai cassetti della biancheria intima che comprendeva un carinissimo reggiseno di pizzo bianco e delle brasiliane, che odiavo mettere ma mamma mi comprava solo quelle, rosse.
Infilai tutto dentro al borsa e mi misi una felpa abbastanza grande e lunga da coprirmi fino alle ginocchia e corsi a casa di Liam. Sicuramente vestita e pettinata come una barbona l’avrei convinto.
Bussai ripetutamente mentre muovevo le ginocchia velocemente per riscaldarmi almeno le gambe.
I miei capelli scuri erano legati in una coda non disordinata, di più, e sembravo davvero una scappata da casa, anche se effettivamente era così.
Quando aprì la porta mi guardò da testa a piedi, indossava solamente una canotta bianca e in vita aveva avvolto un asciugamano bianco, era anche scalzo.
 
‘Rebecca’- corrugò la fronte
 
‘Scusami se mi presento conciata così, ma sono arrivata un ora fa, siamo senza acqua e.. volevo chiederti se potevo farmi una doccia qua’- parlai velocemente cercando di rendermi il più convincente possibile
 
Lui scosse la testa e rise tornando ad un espressione abbastanza normale.
Mi tirò dal braccio chiudendo la porta alle mie spalle e mi strinse tra le sue braccia forti.
Sentii il suo asciugamano cedere sotto quell’abbraccio e mi preoccupai.
 
‘Vero che sotto hai le mutande?’- domandai
 
Scosse la testa quasi divertito e mi lasciò un leggero bacio sul collo prima di sciogliere quel dolce abbraccio.
 
‘Sono appena uscito dalla doccia, ho avuto il tempo di infilare la maglia, ti pare che abbia le mutande?’- domandò muovendo l’asciugamano
 
Era così sexy e provocante in quel momento che avrei voluto saltargli al collo e baciarlo per tutto il restante pomeriggio.
 
‘Liam non mi interessa’- mi misi una mano sugli occhi e lo sentii ridere
 
‘Se non ti interessa perché chiedi allora?’- domandò lui
 
‘Smettila, io vado a farmi la doccia’- mi voltai camminando lungo il corridoio e poi salii le scale sapendo perfettamente dove dovessi andare.
 
Sentivo Liam prima seguirmi con lo sguardo e poi seguirmi sulle scale.
Arrivai davanti alla porta del bagno e lo guardai mentre camminava verso al sua stanza poco distante da li.
Mi sorrise e entrando in camera canticchiò qualcosa.
 
‘Potevi vestirti di meno, a me non dispiaceva’- urlò
 
‘A me si’- urlai io ridendo
 
Chiusi la porta alle mie spalle senza girare la chiave.
Era casa sua, se voleva entrare in bagno non potevo lasciarlo fuori.
Tolsi la felpa buttandola sopra il lavandino e poi feci lo stesso con l’intimo che avevo ancora addosso. Il getto d’acqua non tardò ad uscire e mi infilai subito sotto di esso per sentire un po’ di caldo sul mio corpo.
La pelle mi bruciava a contatto con l’acqua bollente e il freddo.
Rimasi sotto l’acqua ancora per qualche secondo prendendo poi a lavarmi i capelli e quando passai al balsamo li lasciai riposare sotto la crema al cocco lavandomi il corpo con tanta schiuma come mi piaceva tanto.
Infilai la mano fuori dalla doccia cercando di afferrare un asciugamano dal mobile vicino ma fui grata a Liam che entrò in bagno e me lo porse senza guardare, o almeno così credevo.
Mi avvolsi asciugamano al corpo e uscii dalla doccia non accorgendomi che lui era dietro la porta.
Sussultai quando mi afferrò per i fianchi stringendo i nostri corpi uno all’altro. Sentivo il suo fiato caldo sulla pelle del mio collo e in quel momento non sentivo nemmeno più freddo, erano solo brividi di quando sei innamorato e lui fa di tutto tranne che prenderti e baciarti.
 
‘Dovresti smetterla di spaventarmi’- protestai
 
‘Dovresti smetterla di essere così sexy’- rispose a tono, quasi imitandomi
 
‘Hai detto sexy alla tua migliore amica’- scossi la testa
 
Lui rise lasciandomi baci sul collo che partivano da sotto l’orecchio fino alla spalla ancora bagnata.
 
‘Chi lo dice?’- domandò lui
 
Continuava con quella straziante corsa tra orecchio e spalla che mi faceva impazzire. Spostai la testa di lato lasciandogli più spazio.
Risi chiudendo gli occhi. Sentii le sue mani salire sopra l asciugamano e poi scendere di nuovo lungo i miei fianchi, ero quasi sicura che quel tessuto sarebbe rimasto li ancora per poco ma lui non si decideva a levarlo del tutto nemmeno quando le sue mani si posarono sulle mie cosce e saliva su piano.
Mi sentivo leggermente in imbarazzo ma nessuno dei due riusciva a vedere realmente l’espressione dell’altro.
 
‘L’hai detto tu prima’- sussurrai presa dai suoi baci
 
Le sue mani non si fermarono nemmeno un secondo quando rise profondamente appoggiato alla mia spalla.
Risi anche io sentendo la sua risata contagiosa. Solo quando mi prese di forza dai fianchi e mi ritrovai a pochi centimetri dal suo splendido viso capii che non avrei voluto stare con nessun’altro al di fuori di lui.
Niall era stata una bella esperienza, un bel fidanzamento, ma Liam era meglio. Con lui era tutto mille volte più amplificato.
Le sue mani si posarono sul fondo della mia schiena e mi tirò a se più di quanto fosse possibile in quel momento.
Non avevo staccato lo sguardo nemmeno per un secondo dai quei suoi occhi nocciolo meravigliosi e lui aveva fatto lo stesso.
Le sue labbra erano più scure e rosse del solito, e avrei voluto così tanto baciarle.
Solamente quando mi alai più sulle punte per raggiungere la sua guancia le sue mani scesero sul mio sedere stringendolo leggermente.
 
‘Porca puttana Rebecca’- io risi
 
‘Che c’è?’- domandai
 
‘Vaffanculo’- rispose secco
 
Mi tirò a se quando gli lasciai un altro bacio sulla guancia e girò il volto per catturare le mie labbra. Non ci fu niente simile alla prepotenza solo un sacco di brividi e dei gemiti soffici che uscivano dalle sue labbra quando sfiorarono le mie.
Lo sentii irrigidirsi e mi maledissi per la voglia che avevo di baciarlo. Incrociai le braccia al suo collo e poggiai i talloni per terra, lasciando che fosse lui a decidere.
Mi guardò negli occhi mentre le nostre labbra si sfioravano appena.
Lo guardai ancora, prima che fossi invasa di nuovo da un sacco di brividi quando la sua mano destra, calda e delicata, salì sulla mia coscia fino sotto l asciugamano per sfiorarmi delicata la pelle del sedere.
Pizzicò un lembo e io sussultai, lui rise.
Mi strinse ancora a se e sentii il suo membro indurirsi sotto il nostro toccarsi. Gli sfiorai le labbra col polpastrello del pollice e lui sorrise leggermente.
Cazzo se lo amavo.






SCUSATE IL RITARDO, HO AVUTO GUIDE SU GUIDE E TANTO DA STUDIARE, ULTIMAMENTE SI STA AVVICINANDO ANCHE IL SAGGIO E HO LE PROVE. AIUT...
POI AMMETTO CHE NON ERO ISPIRATA E DEVO DIRE CHE IN REALTA' QUESTO CAPITOLO MI FA IMPAZZIRE LO AMO.

FATEMI SAPERE VOI, NON MI TRATTENGO PERCHE' DEVO STUDIARE ARTE E MATEMATICA.
ODIO L'ULTIMO ANNO..

VI AMO DAVVERO. GRAZIE PER I PREFERITE, PER LE RECENSIONI E TUTTO.. GRAZIE DAVVERO


BACI XX
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Bekah