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Autore: Prongs4    14/12/2014    2 recensioni
Dal prologo:
"Man mano che ripercorreva i passi che lo avevano portato lontano, i connotati della sua vita andavano delineandosi nuovamente.
Il ricordo avrebbe perso la sua essenza di passato, e tutto si sarebbe concretizzato, attualizzato.
Il Lucius Malfoy che era stato fino a qualche anno prima sarebbe tornato. Più adulto, più deciso, più affascinante, ma pur sempre lui.
Era già per strada, e stava arrivando.
[...]
Narcissa Black desiderava che il suo cuore si fosse fermato.
Avrebbe dato qualunque cosa, qualunque, pur di morire con la consapevolezza che il suo desiderio più intenso si era avverato.
Lucius era tornato.
Forse per lei c’era ancora speranza.
Forse non era tutto perduto.
Forse il suo cuore avrebbe ripreso a battere, e forse avrebbe continuato a pompare felicità allo stato puro invece del sangue."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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CAPITOLO X
 
Se ti amo, io non lo so:
se soltanto vedo il tuo volto,
se soltanto ti guardo negli occhi,
il mio cuore non soffre più pena;
sa Dio, come mi sento felice!
Se ti amo, io non lo so.
 
 
 
L’ elfa di casa Black, piccola e con lo sguardo perennemente intimorito, comparve subito.
“Smaterializzami. Devo andare a Villa Malfoy”

 

L’elfa si avvicinò a Narcissa e, tenendola per un lembo della veste, eseguì gli ordini, facendo una smaterializzazione congiunta. Comparvero nell’atrio di Malfoy Manor.
“Torna a casa, e se qualcuno chiede di me dici che mi sono sentita poco bene. Bada ad essere credibile, e se mia madre dovesse cercarmi di persona vieni subito ad avvisarmi”, le ordinò con tono di velata minaccia.
L’elfa fece un breve inchino, e sparì.
Malfoy Manor era silenziosa, e Narcissa si sentiva più tranquilla sapendo che i signori Malfoy in quel momento si trovavano a Villa Black per il ricevimento del suo compleanno.
Mentre saliva le scale che conducevano al piano delle camere da letto, Narcissa costatò che da quando Lucius era partito i suoi compleanni erano stati uno peggiore dell’altro: quel giorno non era stato certamente un’eccezione.
Si ritrovò davanti alla porta della stanza del giovane Malfoy. Si sentiva stranamente tranquilla, in uno stato di atarassia.
Forse era stato l’alcol a rabbonirla, ma d’un tratto non si preoccupava più di niente.
Né della festa da cui era scomparsa all’improvviso, né del fatto di essere fidanzata ufficialmente, né – sorprendentemente – dello stato in cui avrebbe potuto trovare Lucius, e neppure, si rese conto, delle ostinate convinzioni che aveva tentato inutilmente di mantenere in quei mesi. Al di là di quella porta vi era la pace.
Bussò piano, con dolcezza.
“Chi è?”
Sentì la voce di Lucius sorpresa, esitante.
Lentamente, e con quello stesso senso di calma, abbassò la maniglia della porta, rivelando il suo viso.
“Malfoy” lo salutò con tono duro e uno sguardo perforante.
Lesse lo sconcerto sul suo viso. “Narcissa.. che ci fai qui?”
Lo fissò mentre la osservava, notando che guardava il suo abito elegante.
“Perché non sei alla tua festa?”
Ignorandolo, Narcissa si accomodò su un divanetto vicino al letto di Lucius.
Lo guardò di sottecchi, e si rese conto che a parte un braccio fasciato, Lucius stava benissimo; aveva lo stesso sguardo di sempre, per niente spossato dal dolore o dalle pozioni. Era per di più circondato da pergamene, quindi probabilmente era anche impegnato a gestire qualche affare.
“Non sembri in fin di vita” costatò con tono di sufficienza, alzando un sopracciglio.
“Perché sarei dovuto essere in fin di vita?” mormorò con un risatina.
Aveva uno sguardo spaesato che divertì immensamente Narcissa.
Non lo diede a vedere però, e fece un’espressione contrariata.
“Io ti ho ribadito più volte la mia risposta, Malfoy. Eppure ti sei sentito in diritto di andare dal mio fidanzato a fargli del male. Credi che otterrai qualcosa con questa prepotenza?”
“Di solito è esattamente quello che accade” ammise Lucius con una punta di soddisfazione.
“Con me però non puoi fare così. Anzi, hai solo peggiorato la tua situazione. Io ti ho rifiutato, Lucius, ti ho lasciato, ho deciso di sposare Fawley, non te. Dovresti fartene una ragione”
Lucius la soppesò con lo sguardo.
“Inizio a pensare che tu abbia proprio ragione, Narcissa” mormorò, e per lei fu un colpo al cuore.
La Black si alzò, e si avvicinò a lui. Notò che la osservava con sospetto.
Si tolse finalmente la maschera, e gli sorrise con tutta la dolcezza di cui era capace.
“Sai, Malfoy, quando ti guardo mi si scioglie qualcosa dentro. Mi sento fondere il cuore, ed è una sensazione piacevolissima, e al contempo tormentosa. Altre volte invece il cuore sembra acquisire forza. E lo sento più concretamente, sento solo quel battito deciso dentro di me. E’ strano, non trovi?”
Lucius la fissò. E per la prima volta da quando lui era tornato, forse per la prima volta da sempre, Narcissa si rese conto che Lucius Malfoy non era del tutto imperturbabile. Lei poteva farlo soffrire davvero. Era un consapevolezza stranamente meravigliosa.
Allungò una mano verso il suo volto, e lo accarezzò. Seguì la linea del suo profilo con le dita, ed era così morbido al tatto, così liscio, che Narcissa provò una sensazione di doloroso piacere.
Si abbassò leggermente, e con tenerezza gli baciò una guancia. Sentì il suo delicato profumo sfiorarle il naso, e lo aspirò piano.
“Potrei restare in eterno così vicina alla tua pelle. E’ una sensazione meravigliosa”
Sentendo che lui non reagiva, si allontanò leggermente per guardarlo negli occhi.
Ma venne trattenuta. Col braccio non ferito, Lucius allungò la mano e la strinse attorno alla nuca di Narcissa, attirandola nuovamente verso di sé.
“Non provare a spostarti” le sussurrò.
Rimasero vicini in quel modo per un tempo che parve infinito.
Con lentezza, Narcissa s’inginocchiò accanto al letto di Lucius, e i loro visi arrivarono alla stessa altezza. Si guardavano negli occhi, ed entrambi sembravano occupati a controllare l’uno i pensieri dell’altra sul fondo delle rispettive pupille.
“Potrà sembrare strano detto da me” disse all’improvviso Lucius, “ma in questo periodo senza di te, mi sono sentito imperfetto. Io, Lucius Malfoy, mi sono sentito imperfetto. E la cosa ancora più incredibile, è che mi bastava percepire la tua presenza vicino a me per far scomparire questa sensazione. E forse è per questo che desidero tanto averti. Non sopporto la mediocrità dell’imperfezione”
Narcissa ridacchiò. La sua risata era armoniosa, cristallina, così gradevole.
“Che c’è?” le domandò Lucius con tono perplesso.
“C’è che sono una bambina viziata e capricciosa” rispose con semplicità Narcissa.
“Senza dubbio, Cissy. Ma perché l’hai ammesso proprio ora?”
In risposta, gli mordicchiò e poi gli leccò il lobo di un orecchio, facendolo sospirare.
“Perché mai e poi mai avrei creduto di sentirti dire una cosa del genere” gli disse con voce roca.  “E invece, ancora una volta, io ho ottenuto ciò che volevo. Il mio capriccio è stato accontentato senza riserve”
“E’ il tuo compleanno. Devi avere tutto quello che desideri” sussurrò Lucius, e con delicatezza le baciò la fronte.
“Voglio te” disse subito Narcissa. “Anche solo per stanotte, io voglio te”
Risalì con la bocca fino a quella di Lucius, cercandola smaniosamente.
Non appena la trovò, l’assalì letteralmente.
Si baciarono a lungo, in modo incredibilmente sensuale.
E Narcissa capì cosa intendeva Lucius: tutto quello, loro due, la loro unione, era tutto giusto. Ed era puro. Le loro labbra era esattamente lì che dovevano stare. Insieme erano leggere e decise, dolci e ardite. Non vereconde, ma soffocanti e serafiche. E rimettevano a loro posto i disordini del mondo, erano garanti di compiutezza, di realizzazione.
Con lentezza, Narcissa si mise in piedi, e poi a cavalcioni su Lucius.
Lo strinse forte, e per un attimo gli scappò un lamento. Senza accorgersene, Narcissa aveva pesato sul suo braccio fasciato.
“Forse non è il caso..” mormorò piano la Black, affannosamente.
Lucius la strinse contro di sé col braccio sano. Le accarezzò la schiena, alla ricerca dei bottoncini del vestito. Li trovò, e lentamente li sbottonò, ricercando contemporaneamente la bocca di Narcissa.
“Dovrai uccidermi, per riuscire ad allontarmi da te”
La donna gemette, staccandosi da lui.
Non aveva molto tempo, e con furia gli slacciò la cintura e gli sbottonò i pantaloni.
Lo accarezzò a sua volta, abbassandogli i pantaloni e i boxer.
Le mani di Lucius vagano sotto il suo vestito, cercando di toglierle le calze.
Crac.
Sentendo il rumore di una materializzazione, si strinsero inconsciamente, coprendosi a vicenda.
“Padroncina” disse l’elfa di casa Black con sguardo basso e tono mortificato. “La padrona Druella la sta cercando”
“Distraila per dieci minuti. Fallo, o saranno guai” le ordinò con tono perentorio.
L’elfa annuì velocemente, per poi sparire.
Lucius si sistemò meglio contro la testiera del letto, continuando a sbottonarle l’abito.
“Non posso restare..” sussurrò Narcissa. “Ho mollato tutto, ma devo tornare a casa”
Sentì Lucius espirare forte contro la pelle del suo collo, frustrato.
“Vai allora” sussurrò con voce roca.
Si spostò da quella posizione, lasciando che Narcissa gli ricadesse a fianco.
“E ora che facciamo, Lucius?” gli domandò titubante.
Malfoy si lasciò ricadere fra i cuscini, sistemandosi il braccio. “Facciamo il nostro dovere, Narcissa. Le nostre famiglie nutrono delle aspettative su di noi. Non possiamo venire meno a tutto questo”
                                                       
  ***

 
“Narcissa! Eccoti” la riprese aspramente Druella Black. “E’ da mezz’ora che ti cerco, sei impazzita? Gli ospiti si domandavano che fine avessi fatto. Sistemati i capelli e vieni di là per il taglio della torta” le intimò a bassa voce.
“Certo, madre”
Si rimise velocemente apposto l’acconciatura, e mentre si recava nella sala attigua incrociò lo sguardo di Rabastan.
“Tu! Sei un bugiardo” gli sussurrò, avvicinandosi pericolosamente a lui. “Malfoy si è fatto un graffietto al braccio, non è proprio moribondo!”
Rabastan rise. “Devo essermi sbagliato. Ma a quanto pare mi hai ascoltato. Sei stata da lui?”
“Sono stata costretta, visto come hai descritto la situazione”
“E’ stata una piccola bugia a fin di bene. Sapevo che saresti andata a trovarlo se avessi pensato che stava male. Avete risolto?”
Narcissa lo squadrò male per diversi attimi. “No, Rabastan. Ognuno continuerà con la sua vita, abbiamo deciso che è la cosa migliore”
Sentì la voce di sua madre che la richiamava, e fece per allontanarsi.
“Allora ti servirà questo” la fermò la voce asciutta di Rabastan.
Le stava porgendo il suo anello.
“Ero venuto a cercarti e l’ho trovato su un tavolino. Pensavo fosse il caso di conservarlo”
Narcissa lo prese con stizza, sistemandoselo al dito. Si voltò nuovamente, e senza voltarsi si spostò verso la sala della torta.


* Johann Wolfgang Goethe


*ANGOLO AUTRICE*
Tornaaaaaaaata! Non troppo in ritardo u.u
So che lo scorso capitolo si è chiuso un po' in aria, quindi non ho voluto farvi aspettare per leggere il seguito :) 
Spero che il finale della discussione fra Narcissa e Lucius non vi abbia delusi, ma d'altronde bisogna "dare tempo al tempo". Spero di non aver resto troppo sdolcinate alcune delle cose che si sono detti, ma credo che talvolta, specialmente in situazioni come questa, anche i duri possano lasciarsi andare.
Rabastan potrebbe avere esagerato un tantinello lo stato di salute di Malfoy... ma a fin di bene! Io gli voglio bene lo stesso <3
Per il resto, direi che il capitolo si commenta da sé: Lucius e Narcissa sanno palesemente cosa vogliono, anche se non sempre si vuole o si può realmente ottenere ciò che si desidera.
Penso che nel complesso sia importante questo capitolo, quindi fatemi sapere cosa ne pensate :)
Grazie a tutti i lettori e a presto,
Prongsina

 
  
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