Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: OfLove    15/12/2014    1 recensioni
Shannon Leto.
Un uomo desiderato da tutte le donne ed invidiato da tutti gli uomini. Un uomo che mette d'accordo i due sessi e sul quale potrebbero essere intrattenuti discorsi su discorsi. Dai tatuaggi, alla muscolatura, dai capelli setosi al vestiario imbarazzante, dallo sguardo ingravidante alla pucciosità degli abbracci.
Se pensate che conquistare un uomo del genere possa risultare una sfida.. non avete idea di che cosa significhi essere la sua migliore AMICA.
Mi chiamo M e sono la migliore amica di Shannon Leto. Nonchè sua madre surrogata, sorella e tuttofare all'occorrenza.
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

banner

 

PANICO.
Sì. Panico. Panico perché un urlo ha straziato il silenzio assoluto. Panico perché mi sono spaventata da morire. Panico perché non ho la più pallida idea di chi possa essere. E se questa volta fossero davvero quei ladri a cui pensavo ieri sera?
E poi quasi subito mi do della stupida perché realizzo che quello che ho sentito non era un semplice grido: era un grido disperato, un grido di aiuto, un grido per la mancanza di un bene essenziale e di prima necessità, il caffè. Sì, il caffè. Chi altro può essere così distrutto e depresso senza la consueta tazza mattutina di caffè nero se non Shannon SoloCoffeeFactsSuInstagram Leto? Chi altro se non Fottesega Leto che sicuramente si sarà addormentato sul mio divano? Già me lo immagino con le gambe a penzoloni, pancia all'insù, con la testa nel mondo dei sogni e magari anche un po' di bava alla bocca. Shangirls di tutto il mondo, qui lo dico e qui lo nego: Shannon Leto non è affatto sexy quando dorme. Fatevene una ragione, smettetela col dire che è irresistibile anche quando è sul water intento a fare i bisogni perché non lo è! É l'antisesso in questi casi, ve lo assicuro e io sono la prima a dire che alla sua età è un gran pezzo di gnoc...uomo!
Nel frattempo sento provenire dal piano inferiore continui borbottii e lamenti, quindi decido una volta per tutte a sciacquarmi il viso e a darmi una sistemata per quel che è possibile. Esco dal bagno e cerco qualcosa per cambiarmi al volo dato che sto ancora con gli abiti della sera prima.
Oh accidenti.
I jeans di Jared.
Janice, sì… lei sarà la mia salvezza (abbiamo ovviamente anche una sarta nella crew) per rimediare a quel bello strappo che lascerebbe le chiappe del vostro amato frontman al vento. Devo ricordarmi di cercare il suo numero perché ora sono troppo concentrata a mettermi i pantaloni della tuta senza barcollare e senza appoggiarmi ogni due secondi al letto per non cadere.
Dopo cinque minuti buoni esco dalla mia camera e anche nello scendere le scale incontro non poche difficoltà.
Arrivata al piano di sotto, noto che sul divano in soggiorno non c'è nessuno e mi dirigo in cucina.
Sono sempre più convinta che i ladri ci siano veramente, dato che ritrovo tutti i ripiani aperti, i cassetti ribaltati, praticamente è tutto sotto sopra.
Mi sporgo dall'isola della cucina ed eccolo lì, in tutto il suo disagio, appoggiato al forno con gli occhi sbarrati e delle occhiaie da spavento. Shannon alza gli occhi su di me, non ho mai visto uno sguardo così implorante e disperato.
“M. dov'è.” So benissimo a cosa si riferisce, ha svegliato mezzo isolato urlando come Rocky Balboa sul ring quando chiama la sua ADRIAANAAAA.
“Shan, non ne ho più, dovevo andare ieri a fare la spesa ma qualcuno mi ha trascinato contro la mia volontà a quel concerto.”
“Sì sì, certo M. Quindi dato che non c'è due senza tre, adesso usciamo e andiamo a prendere un caffè, anzi io rimango qui e tu vai a fare scorta perché non ho la forza per alzarmi.”
Il signorino desidera un massaggio ai piedi magari? Scoppio a ridere perché è troppo divertente vederlo lì seduto a terra, con una tazza vuota in mano che ogni tanto porta alla bocca sperando che caffè magico appaia dal nulla.
“M. muoviti, se non ti ricordi ieri mi hai dato un calcio in faccia e, se noti, il mio povero naso è tutto livido! Fortuna non si è gonfiato! Altrimenti chi lo avrebbe sentito Jared per l'intervista che abbiamo la settimana prossima?” Beh in effetti non ha una bellissima cera ma comunque nel giro di due giorni sarebbe sicuramente tornato meglio di prima.
“Ok, va bene, esco, ma tu vieni con me. E non si discute. Hai messo a soqquadro la cucina se non te ne sei reso conto e comunque ti lamenti sempre dal caffè che compro 'Davvero questo hai comprato? 0,99$? Zeus dall'alto dei cieli ti avrebbe fulminato all'istante se tu fossi andata in quel bar che ti consiglio sempre invece del solito discount?' ” gli faccio il verso cercando di imitare le sue consuete espressioni schifate quando beve un caffè da due soldi e di scarsa qualità “quindi adesso ti alzi, ti ricomponi e andiamo a fare la spesa, così magari ti fermi anche qui a cena e ti cucino il pesce spada che adori per farmi perdonare per cosa è successo stanotte e magari andiamo anche a fare shopping!”
“No, lo shopping no!”
Povero Shannon, ho quasi sfigurato quel bel faccione che mezzo mondo ama e più tardi si ritroverà in giro per negozi con me, perché state certe che l'avrò vinta, come sempre.
"Allora vai da solo a prenderti quel caffè. Anzi, sai che faccio? Ho il numero di quella ragazzina tanto carina della discoteca, magari può andartelo a prendere lei... Aspetta che ho un suo sms qui da qualche parte." E mentre faccio finta di trovare sul cellulare un numero inesistente, ecco che arrivano i primi segni di cedimento. O almeno così credevo all'inizio.
“Dimmi un po'... ti ho mai detto che sei davvero stronza?”
“E caro, ti ho mai detto che sei ripetitivo?”
Shannon non accenna a smettere di guardarmi infastidito. Beh infastidito forse non è il termine giusto. “Stizzito”, “irritato” per non dire “inca..ato” (sia mai mi dicano che non sia delicata!) sono termini di gran lunga più adatti. Ma ciò che sa anche lui è che, a stomaco vuoto, in deficit di caffeina, non riesce a tenermi testa.
“Ossignur, anche il soufflé al cioccolato che tanto ami allora. Anzi, dopo ti faccio la crostata di mele di Constance, quella che ti faceva da piccino. Dovrei avere la ricetta da qualche parte!”
So di averlo in pugno, caffè e dolci preferiti sono un'abbinata micidiale, so che lo avrebbe steso nel piena della forma, figuratevi ora.
Nulla... lo sguardo infastidito continua ad albergare sul suo viso. Dannato Leto, proprio oggi dovevi fare resistenza?
Continua a guardarmi con quello sguardo a metà tra lo psicopatico e il “datemi la mia dose, ORA” e non accenna a proferire parola.
Mi schiarisco la voce, pronta a tirare fuori l'artiglieria pesante.
“Shannon...?”
“... sì?”
“Chi è che ti rifà il letto ogni santo giorno nel tour bus, tra un calcio alla sgnacchera di turno e un Tomo che impazzisce se per sbaglio gli sposti di un solo millimetro le calze perfettamente impilate?”
“... Tu.”
“E chi è che ti porta a lavare i vestiti, parandoti il sedere ogni benedetta volta?”
“… Tu.”
“Ecco. Vuoi navigare nella merda d'ora in avanti, sì o no?”
Se prima era innervosito, ora vedo distintamente il terrore diffondersi sul viso. Forse le poche scimmiette che vivono nel suo cervello stanno sbattendo freneticamente i piatti per far lavorare quei quattro neuroni che si ritrova, anche loro privati del loro amato caffè. Forse si sta rendendo conto che la mia minaccia potrebbe realizzarsi. “No.” dice sospirando.
Sorrido soddisfatta per aver piegato ancora una volta il mondo al mio volere, ancora una volta M trionfa, ancora una volta M vince, perché M può.
M conquisterà il m...
“Ok, smettila, basta, lo so che stai pensando, non ricominciare con la storia del “M conquisterà il mondo”, FERMATI. Ti accompagno.”
Quest'uomo mi spaventa seriamente.
Ignorandolo, mi avvicino per aiutarlo ad alzarsi e… sia mai una volta che mi ricordi di quanto:
a) lui sia TANTO, e per tanto, intendo di peso (voi dirty birdy, a bada con la fantasia);
b) di quanto io sia, in ordine, poco coordinata, sbadata e un' “inciampa in tutto” di prima categoria.
Quello che sembra un atto di generosità finisce presto in un incidente non tanto diplomatico dalle dimensioni bibliche: i miei bellissimi occhiali, regalati da una bellissima Vicki Bosanko in Milicevic per lo scorso compleanno (sì, sono abbastanza ciecata, che ci volete fare?), si scontrano dritti dritti sul naso, già provato, di un altrettanto provato Shannon che, nel tentativo di aiutarsi, non è riuscito a dosare la forza, facendomi così sbilanciare.
Dopo un sonoro SDENG di fronti che si schiantano e con una loquacità che non gli credevo possibile a quest'ora del “mattino”, Shannon inizia a dirmene di tutti i colori e io non posso fare altro che starlo ad ascoltare, zitta zitta, perché in fondo ha ragione... NO. Aspettate un attimo, “Shannon” e “ragione” non possono coesistere nella stessa frase, non può averla vinta, non su questa Terra.
Decido che devo in qualche modo distrarlo per riportare la situazione a mio favore quando, in mancanza di altri spunti, mi soffermo sui pantaloni che sta portando. No, non mi sto soffermando dove pensate voi, anche se comunque ogni tanto mi è caduto uno sguardo di troppo in quella zona lì.
Tuttavia, continua ad ostinarsi ad indossare quei pantaloni toppati. Sì, ancora! Voi tutti li conoscete e credetemi quando vi dico che se state pensando ad una cifra approssimativa per il numero di pantaloni di quel tipo nel suo armadio, sicuramente vi state sbagliando. Sicuramente è troppo bassa, dovrete come minimo triplicarla. Quei pantaloni, realizzati con fierezza dallo stesso Mr “I'm Sexy and I Muddafugga Know It” in un momento di crisi di gnocca (ebbene sì, capita anche a lui) hanno raggiunto un livello di proliferazione assoluto. Sono peggio dei topi, delle zanzare e dei risvoltini ai pantaloni. Sono ovunque, sono di qualsiasi razza, colore ed etnia e sembrano non finire mai. (Ok, devo smetterla di vedere QVC alle 3 del mattino). Mi desto dal consueto filone impazzito di pensieri e decido d'intervenire.
“ALT! Scusami. Quei pantaloni Shan. Seriamente? Ancora? In proporzione ci sono più toppe che tessuto, non puoi comprarti un paio di jeans come si deve? Ti stanno tanto bene!”
“Pure tu? Ma vi piace proprio criticare i miei pantaloni?” eccolo lì, allora le certezze di questo mondo non sono ancora andare a farsi un giretto su Marte: missione distrazione compiuta.
“A Jared non dite mai niente, mi raccomando!” dice mentre si allunga per prendere una busta di spinaci congelati dal freezer per dare un po' di sollievo al naso.
“Lo sai che lui qualsiasi cosa si trova davanti mette. Buttarsi ad occhi chiusi nell'armadio è la sua tecnica, ormai da anni.”
“Lo devi sempre difendere! Io sicuramente mi vesto meglio di lui e per due pantaloni così devi farmi tante storie?”
“Due? Solo due?! Ooohhh sei peggio di Jay te lo giuro! Pensavo di uscire con il fratello sano, a quanto pare mi sbagliavo di grosso. Avrei dovuto ascoltare Tim e girarti alla larga.”
Ormai alzatosi e in direzione salotto, Shannon si ferma, si gira e mi guarda con quel sorrisetto che tante Echelon descriverebbero come ”ammazzaovaie” e se ne rimane lì impalato, come colpito da un'illuminazione divina. Anche con quel livido sul naso (fortunatamente il danno è minore del previsto), non riesce a perdere quella sensualità che ogni giorno uccide poco a poco una Shangirl nel mondo. Sono pur sempre una ragazza, anche io ho degli ormoni e negli anni ho imparato a placarmi con questo elemento che mi trovo davanti, anche se comunque ogni tanto quel muro di indifferenza e acidità che sono riuscita ad ergere, sembra cedere.
“Scusa hai detto… Uscire?”
“Amici, Shannon, AMICI. La russa mi taglia le tette se ci provassi.”
“Quindi vorresti.” ed ammicca. Continua a farlo anche mentre gli passo di lato agilmente (si fa per dire.. sì, mi rifiuto di dirlo in francese) per recuperare borsa, cellulare e chiavi di casa, sperando di chiudere al più presto questo discorso.
“Ti ho detto di no!”
“Hai detto 'se ci provassi.'” Sicure che il testardo della famiglia fosse Jared?
“Non era quello che intendevo.”
“Invece sì!” Si piazza davanti a me, mani sui fianchi, petto all'infuori, tutto fiero per avermi messo all'angolo. Il bello è che probabilmente ci è anche riuscito. DAMN IT.
“Oddio basta Shannon!” Giuro che tra poco gli lancio la borsa in faccia, che non si lamenti ulteriormente dei possibili danni.
“Sai M... quelle parole... non le sento molto spesso. Se mi lasciassi fare...”
SBAM.
Non è vero.
Ditemi che ho sentito male.
DITEMI CHE NON HA OSATO.
Io lo ammazzo.
Io lo uccido.
Io giuro che gli spacco tutti i tamburi di Christine, com'è vero che porto una 40... ok, 42.. OK 44.
“Io con te... ci rinuncio!”
Bene, è tempo di allontanarsi prima di compiere gesti affrettati che porterebbero a suicidi di massa e crisi isteriche da parte di tutte le Shangirls del mondo e dell'universo. Ma a quanto pare il Sig. Leto non è dello stesso avviso.
“Ehi, no, dove scappi? Io non ho finito con te, dolcezza.”
ANCORA il dolcezza. Ancora. La frase gli esce a metà tra il divertito e il tono da marpione incallito ed io infuriata come non mai, mi volto, dopo essere usciti di casa ed aver chiuso la porta a chiave. Gliene devo dire quattro.
“Tu non mi hai chiamato ancora dolcezza, vero? Lo capisci che non sono una caramella. HO UN NOME, miseria, ti ho già detto di utilizzarlo! Odio ripetermi lo sai.”
Mi rigiro e mi dirigo a passo spedito verso la mia auto. La mia piccola e deliziosa auto (all'anagrafe “She”... anche gli oggetti hanno un'anima!), pagata con i miei primi risparmi americani, sudata e faticata con tanto amore. Era un piccolo ricordo di casa, visto che i ricordi positivi si potevano contare su un palmo di una mano: un Fiat Panda verde acqua di seconda, se non terza, mano che dà fuori sembrava un catorcio, ma che per me era tutto. Non l'avrei cambiata, mai e poi mai.
Mi rifugio in macchina pensando di essere al sicuro e invece... avanti, lascio a voi la parola... esatto, non lo ero per nulla! E meno male che non carburava senza caffè!
“Ammettilo dolcezza!” Ok, credo di dovermi arrendere al ''dolcezza''.
Si sistema abilmente sul sedile del passeggero, gambe tirate su, piedi appoggiati al cruscotto davanti a sé, come al suo solito, inclinando la testa all'indietro. A volte mi chiedo dove trovo la forza per non strangolarlo... c'è da dire che ora la sua gola è bella esposta. La giugulare che pulsa pronta per essere spappolata. Perdonatemi, forse troppe puntate di Grey's Anatomy e CSI mi hanno un po' deviata. Però cavolo... rovinare il tatuaggio sarebbe un peccato. Ancora mi ricordo di quando, tutto convinto, mi chiamò per dirmi che era giunta l'ora di un nuovo tatuaggio. “M! M! Idea, nuovo tatuaggio, sul collo stavolta!”.
Lui.
Che per un tatuaggio al fianco, mi aveva stritolato la mano e mi aveva fatto giurare che, alla prossima pazzia, avrei avuto licenza di agire come più mi aggradava... ora voleva farselo al collo, precisamente sulla trachea. Come avrete ben capito, il testardo della famiglia non è Jared, quindi non c'era stato verso di farlo desistere. Oh e se avevo riso... tanto, ma talmente tanto che finii per sentirmi così in colpa da comprargli un set di bacchette per le sessioni acustiche nuovo di zecca. 2000 dollari, signori e signore, DUEMILADOLLARI.
Sto stronzo mi ha fatto spendere 2000 dollari perché lui stesso si era imposto un dolore non necessario... però ovviamente la colpa era mia. E in più aveva aggiunto l'aggravante Natale e il compleanno che avevo mancato quell'anno.
Ora... come sono finita a parlare delle mie finanze? Ah sì, giusto, il mio piano di morte per asfissia.
Com'è che dicono gli inglesi? Keep calm and carry on?
Ecco M, su da brava, respiriamo. Respir- Resp-
No, il keep calm non fa per me. Così come lo yoga, il tai chi, tutte le arti marziali in cui si rispetta l'avversario. Io l'avversario lo voglio morto, possibilmente male.
“Shannon, F I N I S C I L A”. Deve aver capito che sono al limite della sopportazione perché decide improvvisamente di mollare.
“Uffa, però come sei pesante stamattina, mamma mia!”
“Senti.. stamattina la botta sul naso, dimmi, parla con M, ti ha rincretinito più del dovuto? Ti prego torna dalla tua russa per una botta curatrice, ti rimetterà in sesto in men che non si dica!”
“Cioè mi stai buttando nelle braccia di un'altra?”
“Lo dico per il tuo bene e per il tuo... amico laggiù!”
“Grazie per l'interessamento, ma il mio “amico laggiù” sta bene! E non stuzzicarmi così, delfino curioso.”
“Mah non direi che stia tanto bene. Lo lasci sempre libero, conosci il concetto di biancheria intima? Sai quanti soldi sprechi in roba che non metti?”
“E' che mi danno fastidio...”
“Tesoro...” mi avvicino con fare complice e abbassando la voce sebbene ci fossimo solo noi due in macchina “l'età avanza, i gioielli di famiglia vanno trattati con attenzione!”
Sconvolto e agghiacciato dall'eventualità che il WiShan possa smettere di funzionare mi allontana bruscamente.
“Non sono vecchio!”
“Ok...”
“No sul serio, non sono vecchio, non dirlo per accontentarmi!” Ormai conosco tutti i suoi punti deboli.
“Come vuoi Shanny...”
“Smettila.”
“Che cosa?”
“Lo sai cosa.”
“No, cosa?”
“SEI IRRITANTE.”
“Oh... Welcome to my world baby!” Questa volta è il mio turno di sghignazzare. Parto sgommando, felice e soddisfatta.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: OfLove