Tre differenti storie d'amore.
Atto secondo
*Mimi*
Stamani
sono arrivata a scuola decisamente
in anticipo e tutto per vedere lui: Taichi Yagami.
Quando
lo vedo il cuore mi batte forte e
divento sorda a qualunque altra cosa. Il mondo diventa qualcosa
d’inconsistente
e le persone sfilano attorno a me come fantasmi evanescenti.
Gli
unici suoni che sento sono il mio
respiro affannato e il mio cuore che sembra voglia scoppiarmi in petto.
Eccolo!
Finalmente
è arrivato.
In
ritardo come al solito.
Non
cambierà mai.
Mi
appoggio sensualmente allo stipite della
porta dell'aula e con le dita attorciglio una ciocca di capelli,
cercando di
attirare la sua attenzione, ma allo stesso tempo cercando di non
apparire
troppo interessata a lui.
A volte
penso quanto sia strano il fatto
che non avevo mai pensato a lui come ora. Lo consideravo solo un amico
e niente
più. Ma quando poi sono partita per gli Stati Uniti mi sono
accorta di quanto
lui mi mancasse. Desideravo rivederlo e le poche volte che sono tornata
in
Giappone, vuoi per il matrimonio di mia cugina, vuoi per l'anniversario
del
Primo Agosto, stavo male al pensiero di dover ripartire e stare senza
di lui.
Ogni giorno soffrivo per la sua mancanza e desideravo ardentemente
risentire la
sua voce, anche solo per qualche minuto. E le telefonate non bastavano
perché
fatte a orari impossibili, così come lettere e mail che
m’impedivano di vedere
il suo viso. Ora
che finalmente sono
tornata a Tokyo per restarci voglio che lui conosca i miei sentimenti
nei suoi
confronti.
Oddio
mi sta guardando!!!
Ok.
Calma e sangue freddo. Devo apparire
naturale e fare finta di nulla.
–
Il prof è in fondo al corridoio, ci
conviene sbrigarci a entrare in classe. –
Dice
Yamato distraendo il mio amore segreto
da me. E pensare che ero convinta di avercelo in pugno.
Yamato!
Perché me lo porti via?
Oh,
mamma!
Povero
Yamato. Ho dato la colpa a lui senza
prestare attenzione al motivo per cui ha richiamato Taichi.
Infatti
il loro professore mi passa accanto
e mi lancia un’occhiata come per dire ''Ma non dovresti
essere già nella tua
classe?''
Ok,
capito l'antifona.
Ora
rientro in classe, tanto più che sta
arrivando anche la nostra professoressa. Cosa darei per avere un anno
in più ed
essere in classe col mio Taichi!
Lancio
solo un'ultima occhiata nella sua
direzione per vederlo entrare in aula esortato da Yamato che gli tira
la manica
della giacca. Subito dopo entra anche il professore.
E addio
bel Yagami per tutta la mattina.
Fino
all'ora di pranzo non potrò vederti
amore mio!
Devo
avere assunto la mia classica aria da
“ebete sognante”, come dicono Sora e Miyako,
perché una mia compagna mi dice -Mimi,
va tutto bene? Hai una faccia strana.-
-Si,
si. Va tutto bene!- esclamo
imbarazzata per essere stata colta in flagrante.
Mi
siedo al mio posto.
Beata
Sora che sta in classe col suo amato.
E col
mio!
A volte
ho paura che provi ancora qualcosa
per Taichi, anche se lei mi ha detto e ridetto, fino alla nausea,
quanto adori
Yamato e che per Taichi provi solo e semplicemente amicizia.
Pura e
semplice amicizia.
Sarà...
Mi fido
di Sora, ma i sentimenti sono un
qualcosa di devastante e incontrollabile che per quanto siano belli
possono
avere effetti catastrofici.
Guardate
me per esempio.
La
prof. è entrata in classe, ha fatto
l'appello e cominciato la lezione. E io? Io invece di ascoltare quello
che
dice, che sicuramente è importante, continuo a sospirare
desiderando fortemente
che quelle stupide lancette si muovano più veloci.
E
invece non faccio che sentire il loro
lento e paranoico tic tac che si sussegue monotono come se il tempo
fosse
contro di me e contro il mio amore.
Come se
volesse scorrere ripetendo
all'infinito questi noiosi minuti che mi separano dal mio Taichi.
Ma
perché non riesco a stare un attimo
senza pensare a lui?
-
Perché non ci riesco?- mi domando, forse
a voce troppo alta, perché tutti mi guardano.
-Forse
riusciresti a fare l'esercizio se
aprissi il libro Tachikawa.- mi dice la professoressa. Mi guardo
intorno
stralunata. Koushirou si dà una manata in faccia.
In un
istante riprendo lucidità.
-Ehm...
Mi scusi. Ora apro il libro....
Ehehehe...- rido istericamente. La professoressa alza gli occhi al
cielo ormai
rassegnata all'avermi fisicamente in classe e spiritualmente nel mondo
dei
sogni.
Apro il
libro e cerco di fare quel dannato
esercizio di matematica, ma ovviamente, non essendo una cima in questa
materia,
passo i minuti a scrivere e cancellare, finché qualcuno,
alias Koushirou Izumi,
il genio della classe, il digiprescelto della conoscenza, si degna di
aiutarmi
passandomi un bigliettino con l'incipit per impostare questa
espressione.
Una
volta cominciata, è semplice, a parte
certi passaggi. La cosa positiva è che mi distrae dal
pensiero di Taichi e ora
che finalmente ho qualcosa da fare che non sia sospirare, il tempo
beffardo,
comincia a scorrere un po' più veloce.
*Sora*
Ed
eccoci all'ora d'inglese. E' difficile seguire
il professore mentre spiega, ma sforzandomi posso capire cosa dice e
cerco di
stare attenta, a differenza del mio caro Yamato che invece di seguire
preferisce guardarmi. Mi lusinga, ma è anche imbarazzante
sentire sempre il suo
sguardo sopra di me.
-Yama...
Cosa farai questo pomeriggio?- gli
chiedo con dolcezza.
-Non ho
nulla in programma.- risponde lui
annoiato. Povero amore mio. Queste lezioni d’inglese lo
mettono sempre KO. Su
di lui hanno lo stesso effetto della camomilla.
Yamato
è piuttosto bravo in questa materia
anche perché il fatto di comporre canzoni sia in inglese che
in giapponese l'ha
portato ad apprendere la lingua più a fondo di me o di
Taichi che ci limitiamo
a studiarla solo per la scuola.
Stasera
ho proprio voglia di uscire con
lui, però ho in mente un diabolico piano per avvicinare Mimi
e Taichi.
Insomma
è palese che quei due sono pazzi
l'uno per l'altra.
Mimi
non fa che ripetermi al telefono
quanto io sia fortunata ad avere un anno in più, ma
soprattutto ad essere in
classe con Taichi.
Certo,
Taichi è un bravo ragazzo, ed è il
mio migliore amico fin dall'asilo, però per lui provo solo
una forte amicizia.
E'
Yamato che amo.
E sto
cercando di convincere di questo
quella svampita della mia migliore amica, che ultimamente è
in crisi. Teme che
tra me e lui possa accendersi la fiamma della passione, ma gliel'ho
detto e
ridetto, tra noi non c'è nulla. E poi Taichi è....
-...Sono
un genio!-
Oh
mamma, che imbarazzo!
La voce
di Taichi tuona rumorosa nell'aula.
Sicuramente
lui era talmente immerso nei
suoi pensieri profondi da non essersi accorto di essersi messo ad
urlare la
propria genialità. In riferimento a cosa, proprio non lo so.
–
Bene, Yagami, dato che sei un genio vuoi
tradurre tu la frase alla lavagna al posto del tuo compagno?
– dice il
professore rassegnato al fatto che Taichi è irrecuperabile.
Terminate
le lezioni del mattino, trascino
(letteralmente) Yamato in cortile. Non gli piace molto andare a
mangiare lì perché
non sopporta di avere gli sguardi di tutti addosso.
-Dovevi
pensarci prima di diventare
famoso!- gli dico sorridendo.
Ci
sistemiamo sotto un albero e subito tiro
fuori il bento che ho preparato questa mattina apposta per lui.
-Assaggia.-
gli dico prendendo con le
bacchette un wurstel a cui ho dato la forma di un polpetto.
Lui
arrossisce e apre la bocca.
E'
imbarazzante, ma anche divertente
compiere questi gesti da coppietta.
Certo,
siamo una coppia a tutti gli
effetti, però, ecco, essendo Yamato molto timido, ho sempre
paura che certe
cose non siano di suo gradimento.
E
ovviamente lui non parla.
Si
tiene tutto dentro.
Non mi
dice se una cosa gli va bene o meno.
Questo non mi facilita le cose. Per capire il mio ragazzo devo faticare
parecchio, ma penso che problemi del genere siano comuni ad ogni
coppia.
-Sai,
per stasera, stavo pensando...-
comincio - E se uscissimo insieme a Taichi e Mimi?-
Lui
manda giù il boccone che stava
masticando.
-Non
sarebbe male come idea. Almeno Taichi
scende dalle nuvole.-
-E Mimi
non mi chiama la sera per chiedermi
quali mutande ha indossato la mattina Taichi.-
Lui mi
guarda sorpreso.
-Ti
chiama davvero per quello?-
-Ancora
no.- gli rispondo rassegnata. Mimi
mi chiama ogni giorno per scoprire se le sue avance subliminali nei
confronti
di Taichi hanno effetto e per sapere notizie, pettegolezzi ecc... sul
nostro
leader.
Un
giorno mi chiederà davvero delle
mutande.
Terminato
il pranzo, Yamato si alza.
-Vado a
parlarne con Taichi, almeno si tira
su col morale. Dopo la figura di stamattina...- dice
Annuisco.
Lui
esita un poco e mi dà un bacio sulla
guancia.
Il
cuore quasi mi si ferma.
Mi
piace, ma non ci sono ancora
completamente abituata.
E
neanche lui.
Infatti
se ne va tutto rosso in volto.
-Soooraaaaa!!!!-
ecco la rompi...volevo
dire Mimi.
-Si?-
le chiedo.
-Dici
che Taichi si è accorto di me?-
Sospiro.
Non cambierà mai.
-Direi
di sì. Senti, stasera io e Yamato
pensavamo di uscire. Che ne dici di venire con noi e Taichi?-
Le
s’illuminano gli occhi.
-Intendi
un’uscita a quattro?-
-Esatto.-
Mi
salta addosso urlando grazie in
giapponese ed in inglese, quasi soffocandomi tra le sue braccia.
Cerco
di farla calmare. La mia migliore
amica è agitata, non connette più col cervello,
povera.
Farnetica
su cosa mettersi e su cosa dire,
prova scenette romantiche e ride da sola.
-Toglimi
una curiosità.- mi chiede
riprendendosi. -Come mai ti piace Yamato? Insomma, è un bel
ragazzo, non c'è
dubbio, ma è sempre così serio e misterioso.-
-Beh,
ecco...- a dir la verità, è strano
anche per me pensare di essermi messa col ragazzo più carino
e desiderato della
scuola. -Diciamo che... Yamato ha sempre un’aria
così triste e malinconica,
ogni volta che lo vedevo, desideravo consolarlo, anche se magari non
aveva
nulla in particolare, insomma...-
-Credo
di capire quello che dici.- risponde
lei.
-Per
Taichi va bene.- dice Yamato.
Mi
spaventa un poco il tono duro con cui
l'ha detto.
-GRAZIE
GRAZIE GRAZIE!!!- esclama Mimi
saltellandogli accanto.
Lui
rimane impassibile.
-E'
tardi. La campana sta per suonare.-
dice e comincia ad avviarsi verso la scuola.
-Aspetta!-
gli dico prendendo la roba.
Ma che
gli prende?
/Ken/
Oggi
è senza dubbio la giornata scolastica
più massacrante.
Normalmente
riesco a superare “incolume” le
ore di lezione, ma oggi proprio no.
Dipenderà
sicuramente dalle tre ore di
compito di Giapponese prima di pranzo.
Non era
difficile. Ho studiato e conoscevo
bene l’argomento.
Ma tre
ore sono tre ore e l’argomento da
trattare molto vasto e con diversi approfondimenti da fare. E come se
non
bastasse: due ore di spiegazione su uno degli argomenti più
vasti del programma
di matematica.
Risultato:
tutta la classe in stato
catatonico.
Ora di
studio libero?
Diciamo
pure ora di ozio libero, dato che
nessuno ha la forza e la volontà di prendere in mano un
libro di testo e
mettersi a studiare.
Persino
io che ne approfitto più che
volentieri, non ho nessuna voglia di ripassare argomenti come la prima
guerra
mondiale.
Non
vedo l’ora di uscire da qui e rivedere
la mia Miyako.
E’
veramente un peccato che lei sia un anno
più grande di me, ma non perché io la consideri
“vecchia”, anzi. Il fatto è che
siamo in classi diverse e soprattutto in scuole diverse.
Lei a
Odaiba, io a Tamachi, all’altro capo
della città.
Che
disdetta.
Tempo
scorri.
Non ce
la faccio più ad aspettare che la
campanella mi salvi da questo oblio.
Voglio
che le ore di lezione terminino al
più presto per vedere il mio angelo e festeggiare insieme a
lei il nostro 12°
mesiversario. O meglio il nostro anniversario.
Come
vola il tempo…
Sembrava
ieri che io e Miya ci siamo messi
insieme: il 7 settembre 2007.
Di
sicuro la cosa più bella che mi sia
successa in vita mia.
Non
posso fare a meno di sorridere
amaramente quando sento la gente parlare di me come se fossi un genio
felice e
dal cuore puro, il principe azzurro che ogni ragazza desidera.
Non
sono quel genere di persona.
Anzi.
Ho
dimostrato di essere esattamente il
contrario.
Un
essere meschino che approfitta degli
altri e vede tutto come un gioco. Un essere che ha poca considerazione
per la
vita e per le persone intorno a sé.
Probabilmente
non sarei neanche da
considerare una persona, a questo punto.
Tsk…
Sono
proprio un idiota.
Perché
devo sempre rivangare quella storia?
Sono
passati degli anni.
Pochi,
ma sono passati.
E
durante questi pochi anni mi sono
impegnato veramente tanto per estinguere il debito contratto col mondo
digitale
quando ero il Digimon Kaiser.
So che
la mia stupidità e malvagità non potranno
mai essere dimenticata, ma io amo Digiworld e non ero in me quando ho
fatto
quel che ho fatto.
Credo…
Cioè:
ero io… Però era la parte più oscura
di me.
Quella
ferita e arrabbiata.
Sono
successe tante cose che hanno
influenzato negativamente la mia vita come per esempio le liti con mio
fratello
e la sua morte, di cui mi sono addossato ingiustamente la colpa.
Ero
arrabbiato con lui.
Tutte
le attenzioni erano sempre e solo per
Osamu.
Lui era
un genio ed io volevo emularlo.
I
giorni felici passati a fare le bolle di
sapone erano finiti e quel che mi restava erano le occhiate di astio da
parte
della persona che amavo di più.
Ma ora
so che anche lui mi voleva bene.
Come so
che molti mi hanno perdonato per le
mie colpe.
Per
primo Wormmon.
Poi
Daisuke e Miyako e infine tutti gli
altri.
Pian
piano mi sono trovato circondato da
una marea di amici che mi volevano bene per quel che ero.
Ma
perché parlo al passato?
Quegli
amici sono sempre accanto a me.
E spero
ci siano ancora, specie stasera che
non so che pesci pigliare.
Cosa
regalare a Miyako per il mesiversario?
Qualcuno
mi direbbe “Elementare, Ken.
Regalale dei dolci.” Ci ho pensato a lungo ma ho accantonato
l’idea.
Miyako
adora i dolci, di tutti i tipi e di
tutti i gusti. Ma forse come regalo è troppo banale
Ci
vuole qualcosa che la faccia sentire
unica e speciale, che dimostri il grande amore che provo per lei.
Ma cosa?
Idea!
Un cd
di musica.
Unico
inconveniente: a me la musica non
interessa e non saprei proprio che cd comprare.
L’unica
è chiedere alla persona che conosce
meglio Miyako.
E quella persona è Iori Hida.
Ehilà gente! :) dopo due mesi siamo tornate!
Si ringrazia in particolare Sora89:
Cara Sora89, ci ha fatto molto piacere dedicartela, ma dobbiamo rivelarti che quei due andranno incontro a molte disavventure! Speriamo continuerai a seguirci!
Continuate a seguirci e ne vedrete delle belle!!