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Autore: GoldSunshine    16/12/2014    3 recensioni
Liam/Melissa/Louis. Sei il padrone del mio cuore, il capitano della mia anima.
Genere: Malinconico, Poesia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. Sorrisi

 - I nuovi vicini hanno organizzato un party per conoscere meglio il vicinato - dice allegramente mia madre mentre prepara il pranzo - Disdici tutti gli impegni che hai per questa sera, devi venire con me e tua nonna e non voglio sentire storie, intesi signorina? - minacciosamente mi rivolge uno sguardo, ma si addolcisce subito.
- D'accordo - scrollo le spalle - Infondo stasera Liam ha già un mezzo impegno con la squadra di basket - aggiungo.
E poi, non posso lasciare mia madre e mia nonna sole, stasera. Sarebbero capaci di qualsiasi cosa, anche far scappare la nuova famiglia.
Mancano pochi giorni al rientro a scuola e la mia camera è già un disastro, libri ovunque e quaderni pieni zeppi di appunti che ho scaricato online. Ho deciso di giocare d'anticipo iniziado a studiare questa estate parte del programma delle materie più complesse, così dovrei muovermi meglio tra i vari test e verifiche per poi dedicarmi al secondo semestre solo ed esclusivamente sui test d'ammissione. Liam scoppiò in una grossa risata quando vide le condizioni della mia camera, ma vedremo chi riderà sul serio, a fine anno.
Riordino velocemente quel poco che mi sembra in condizione disastrose rispetto al resto della stanza e corro velocemente a pranzare.
Il pomeriggio trascorre velocemente ed è quasi ora del "Party". Sento il cellulare suonare.
- Pronto? - rispondo. 
- Piccola - sento dall'altro lato del telefono e rido, sentendo la sua voce - Stasera hai programmi? - aggiunge.
- Stasera accompagno mia madre e mia nonna al party dei vicini, il quartiere ha organizzato un comitato di benvenuto e non posso lasciarle sole, sai come sono. Potrebbero combinare guai peggio di due adolescenti - scoppio a ridere.
- D'accordo, allora ti lascio al tuo party - ride a sua volta - Se cambi idea, chiamami. Ti amo - riaggancia.
Quando mia madre bussa alla mia porta è già pronta, bellissima e sorridente come non mai.
Il corpo fasciato da un bellissimo abito color lavanda e dei sandaletti bianchi con un accenno minimo di tacco, i capelli raccolti in uno chignon spettinato e un filo di rossetto rosso sulle labbra.
- Mamma, ma sei bellissima - le sorrido guardandola sulla soglia della porta. Lei arrossisce, è da tanto tempo che non la vedevo così.
- Grazie tesoro - sorride ancora - Tu, piuttosto, sei pronta? - mi scruta attentamente.
- Ehm... - mi guardo velocemente allo specchio e dubito che il pigiama sia adatto per un party. La fisso sorridendo sarcasticamente.
- Hai dieci minuti, poi ritorno a prenderti con qualsiasi cosa tu indossi - chiude la porta e so per certo, che è una minaccia.
Apro l'armadio e prendo letteralmente le prime cose che mi capitano, un jeans bianco con degli strappi sulle ginocchia, stile mi ha morso il cano o sono caduta dalla bici, e una camicetta rosa cipria. Mischiare due stili diversi è da me. Sciolgo i capelli raccolti da un elastico e lascio che i morbidi ricci cadano lungo le mie spalle, legano con due forcine solo il lato sinistro, mascara, gloss e infilo le scarpe. Scendo le scale e le mie due donne sono già alla porta pronte per uscire.
- Molto meglio così - mia madre mi accarezza i capelli e mia nonna, molto dolcemente, mi sistema la camicetta.
- Sei bellissima - aggiunge al mio orecchio.
- Anche tu, nonna - le sorrido. Ed è davvero così. Ha quasi settant'anni, ma non li dimostra per niente: è una donna forte, nonostante la sua statura, ha i capelli scuri e gli occhi color cielo più belli che io abbia mai visto. 
Usciamo di casa e ci addentriamo nella casa dei vicini, quasi del tutto vuota. Ci sono soltato gli Smith, che abitano a poche case di distanza: marito, moglie e un neonato. 
Noi ci avviciniamo ai proprietari della casa, emozionati e felici allo stesso tempo.
- Salve, siamo davvero contenti di avervi con noi oggi - Roger porge la mano a mia madre e sorride a mia nonna, mentre sua moglie mi sorride calorosamente.
- Grazie a voi per averci invitate - aggiunge mia madre - La casa è davvero bellissima - sorride guardandosi intorno.
- Vi andrebbe di fare un giro per la casa? - RoseMary invita mia madre e mia nonna con un gesto di mano, mentre io rimango con l'uomo della situazione.
- Melinda, posso presentarti i miei figli? - mi sorride mentre mi invita ad entrare in giardino.
- Certo - annuisco.
Ed è lì che lo vedo. Seduto accanto a suo fratello, vicino al tavolo dei pasticcini. Ridono e scherzano. Ci avviciniamo sempre di più e mi sento come una calamita. 
- Ragazzi, lei è Melinda - Roger mi sorride e io a mia volta sorrido a lui - La figlia della nostra vicina di casa - continua.
- Ciao - l'altro ragazzo mi porge la mano - Lucas - la stringe.
- Piacere mio - continuo e i miei occhi si posano sui suoi. Elettricità pura, attrazione fatale, incantesimo, magia, non so cosa sia.
- Louis - mi sorride afferrando la mano, e con una carezza la lascia, quasi con dispiacere.
-Vi lascio fare amicizia - Roger si allontana.
Il silenzio è quasi inevitabile ed è imbarazzante, ma sono come stregata.
- Raccontaci un po' della città, Melinda - scandisce il mio nome come se volesse guastarlo e fisso le sue labbra affascinata.
- Non c'è molto da dire - scrollo le spalle ed infilo le mani nelle tasche posteriori dei jeans - Qui tutto sanno tutto di tutti, c'è gente che sapeva del vostro arrivo da quasi un mese - sorrido appena, notando il meraviglioso sorriso che compare su entrambi i fratelli.
- Come ci si diverte? - mi chiede Lucas, molto carino anche lui, fascino da filosofo con lo sguardo profondo e il sorriso malizioso. 
- Di tanto in tanto si organizzano feste, ma non ti aspettare party hollywoodiani. Musica, pizza e il massimo della trasgressione è la birra - rido ancora.
- Vuol dire che movimenteremo noi questa città - aggiunge Louis fissandomi come se potesse sciogliermi da un momento all'altro.
- Lo spero - aggiungo sorridendo.
Quando il party inizia a prendere un po' di spessore, decido di avvicinarmi a mia madre e tenerla sott'occhio. Il più delle volte, la vedo conversare con Roger o con sua moglie. E beve. E se mia madre beve, è un problema. Qualche anno fa eravamo convinte che stesse diventando per lei una vera e propria dipendenza, poi smise totalmente senza molti problemi. Ma ogni qual volta il suo organismo entri in contatto con un solo goccio di quella roba, reagisce in modi esplosivi.
- Mamma, che ne dici di smetterla? - le prendo il bicchiere da mano mentre nessuno ci vede, mentre mia nonna si avvicina a noi.
- Sono d'accordo. Smettila - sussurra verso di noi.
- E' solo un po' di vino, tranquille - sospira rumorosamente ed io e mia nonna intuiamo che è arrivato per noi il momento di tornare a casa.
- Grazie di tutto, ci siamo divertite molto, magari domani sera potreste cenare da noi, se vi va - mia madre stringe la mano di Roger e abbraccia RoseMary.
- Certo, ci farebbe davvero piacere -  rispondono in coro.
Io saluto velocemente i due genitori, per poi voltarmi verso i loro figli.
- Grazie della conversazione, ragazzi - sorrido diventando un po' rossa.
- A domani - mi sorridono entrambi.

   
 
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