Cap
4
Italia,
1663
Arianne
osservava la
folla danzante sotto di lei. Si sporse leggermente dal parapetto,
ammirando
come le luci della sala colpissero gli abiti sfavillanti delle dame
rendendole
simili a spiriti aggraziati e luccicanti.
Quella
particolare
festa a casa Mikaelson era stata celebrata in suo onore; ufficialmente
per il
suo diciannovesimo compleanno, in realtà perché
aveva finalmente raggiunto l’età
fissata per la sua trasformazione.
Tuttavia,
guardando Niklaus
profondersi in un lungo inchino e un lento baciamano davanti alla
figura snella
e sfacciata della contessa d’Ambrose, l’entusiasmo
per i festeggiamenti svanì
rapidamente.
Ne
avrebbe parlato
con Rebekah, se l’amica fosse stata a portata
d’orecchio, ma in quel momento
era impegnata in un ballo con uno dei piacenti figli minori del duca e
non le
sembrava proprio il caso di disturbarla per una sciocchezza come
quella.
-
Non vi divertite, signorina
Mikaelson? Eppure ero abbastanza certo che i festeggiamenti fossero in
vostro
onore. –
La
voce carezzevole,
dalla cui intonazione priva di accento si capiva che il suo
interlocutore fosse
un madrelingua, la spinse a voltarsi. Davanti a lei c’era un
giovane dalla
carnagione tipicamente mediterranea, gli zigomi alti e la mascella
volitiva, ma
la cosa che più la colpì furono gli occhi. Erano
scuri come tizzoni ardenti e
sembravano bruciare come solo l’oscurità
dell’inferno avrebbe potuto fare.
-
Non credo di
conoscervi. –
-
Le mie scuse.
Lorenzo di Riva, ma voi potete semplicemente chiamarmi Renz. –
Accompagnò
quelle
parole con un inchino e un baciamano che nulla avevano a che invidiare
con
quelli che Niklaus stava elargendo al piano di sotto.
-
Fareste danzare una
signorina sola e molto annoiata, Renz? –
Un
sorriso sghembo si
dipinse sui tratti dell’italiano.
-
Le belle signorine
e i balli sono la mia specialità. –
Le
porse il braccio
con fare cavalleresco, scortandola lungo le scale e poi fino al centro
della
pista. La fece volteggiare brevemente, attirandola a sé e
cingendole la vita in
modo poco più plateale di quanto l’etichetta
considerasse appropriato, ma in
quel momento non le importava.
Non
quando Niklaus si
atteggiava a Dongiovanni con qualsiasi signorina disponibile gli
capitasse a
tiro ed Elijah si manteneva impassibile e distaccato mentre discuteva
di affari
con alcuni importanti invitati.
Renz
era un abile
ballerino e la conduceva con la sicurezza e la fermezza di chi aveva
compiuto
quelle stesse mosse tante di quelle volte da averle mandate a memoria.
Era
anche un conversatore brillante, come ebbe modo di scoprire quando dopo
il
quarto giro di danza si offrì di andarle a prendere una
coppa di vino e presero
a parlare d’attualità. E, cosa ancora
più importante, pareva aver compreso alla
perfezione la situazione in cui si trovava.
-
Immagino sappiate
di essere l’oggetto delle occhiate sempre più
insistenti dei vostri fratelli
adottivi … di entrambi –
precisò,
ammiccando con l’aria di chi la sapeva lunga.
Bevve
un lungo sorso
di vino, lasciando che il fresco nettare le scorresse lungo la gola e
le desse
il tempo di ideare una replica adatta.
-
Sono molto
protettivi, devo ammetterlo. –
Renz
rise, scuotendo
la testa. – Protettivi? È una scelta curiosa per
intendere che entrambi
desiderano un posto nel vostro cuore. E, credetemi, quello non ha nulla
a che
vedere con il tipico amore fraterno. So capire al volo quando un uomo
desidera
una donna … o quando due fratelli desiderano la stessa.
–
Si
stavano
addentrando in un terreno insidioso e ciò le imponeva di
essere altrettanto
diretta e sfrontata.
-
E come suggerireste
di procedere a una signorina che si venisse a trovare in una situazione
di
questo tipo? –
Il
sorriso sghembo
tornò a fare capolino e Arianne ebbe modo di appurare che
quella doveva essere
la sua espressione da impenitente seduttore.
-
Suggerirei alla
signorina di baciare l’aitante sconosciuto con cui sta
ballando e di non fare
altro che rimanere ferma e attendere le reazioni dei due contendenti.
–
Questa
volta venne il
suo turno di ridere.
-
Siete un cattivo
ragazzo, dunque, Renz? –
-
Oh, mia cara
Arianne, credetemi quando vi dico che faccio tutto il possibile per
esserlo. –
E
sì, guardando
quelle iridi torbide non c’era alcun dubbio che quanto detto
rispondesse alla
verità. Così decise di dargli ascolto e
semplicemente lo fece … si alzò in
punta di piedi quanto bastava per posare le labbra sulle sue e
lasciò che fosse
il giovane uomo a condurre il gioco.
Renz
rispose al bacio
con moderato trasporto, come se non fosse poi così deciso ad
approfittare di
una signorina indifesa ed evidentemente divisa tra due uomini.
Durò
poco comunque perché
l’arrivo di Nik fu come una tempesta di fuoco che si
abbattè su di loro.
Arianne non poteva vederlo dal momento che gli volgeva le spalle, ma le
sembrava
di riuscire a percepire perfettamente le iridi cerule che li fissavano
lampeggianti d’ira.
-
Temo che per la mia
sorellina sia giunto il momento di prendersi un po’ di pausa
da tutta questa
attività danzante – soffiò
l’Originale, utilizzando il tono pacato e privo
d’inflessioni
che preannunciava la collera più pura.
-
Oh, ma io volevo
danzare ancora un po’ – provò a
ribattere, sforzandosi di celare il sorrisetto
compiaciuto.
-
Magari più tardi. –
Arianne
annuì, rivolgendosi
al suo accompagnatore con un sorriso civettuolo: - Non sparirete, vero,
Renz? –
-
E privarmi di un
simile piacere? Mi ritroverete qui ad attendervi, Arianne. –
Le
depositò un bacio
sul dorso della mano e, con un ultimo sguardo ammiccante, si diresse
nuovamente
verso il bancone su cui era stato allestito il rinfresco.
Klaus
la prese per
mano, trascinandola con sé lungo la rampa di scale e fino
alla biblioteca. Poi,
giunti a destinazione, la lasciò andare e permise a tutta la
sua furia di farsi
strada attraverso l’azzurro cielo dei suoi occhi.
Probabilmente l’avrebbe
incenerita con il solo ausilio dello sguardo, se solo ne fosse stato in
grado.
-
Cos’era quello? –
-
Quello cosa? –
replicò, fingendosi del tutto innocente.
-
Il bacio con quell’italiano
che, tra parentesi, ha una pessima reputazione. –
- Ah, quello –
disse, fingendo di aver capito
solo in quel momento a cosa si stesse riferendo, - Bè, ho
semplicemente deciso
di divertirmi un po’. Non sei l’unico a cui
è concesso farlo, sai? –
Niklaus
la prese per
i polsi, spingendola a ridosso della biblioteca e facendola scontrare
con l’angolo
di un tomo particolarmente consistente di letteratura inglese.
Trattenne il
gemito che le era salito alle labbra, consapevole che in quel momento
l’Originale
non era in sé.
-
Non prenderti gioco
di me, mai – sibilò, a un soffio dalle sue labbra,
- Ci siamo capiti,
sweetheart? –
Annuì,
non fidandosi
della sua stessa voce.
Apparentemente
soddisfatto, la lasciò andare e mise una maggiore distanza
tra di loro.
-
E tu farai
altrettanto con me – disse, ritrovando finalmente la voce e
il coraggio.
-
Temo che dovrai essere
un po’ più specifica di così, piccolo
tesoro. –
-
Lo sai. Non sono
una bambola, non puoi semplicemente venire e andartene come se nulla
fosse e
aspettarti che io resti qui ad attendere il tuo ritorno. –
-
Tu sei mia – fu la
replica, mentre l’Originale le si avvicinava nuovamente, -
Non di Elijah né di
nessun altro e, sicuro come l’inferno, non di quel damerino
discinto di Lorenzo
di Riva. –
-
Non sono un
oggetto, Nik. Io non appartengo proprio a nessuno –
replicò, pronta a dimenarsi
in preda alla collera come una gatta selvatica.
Niklaus
si limitò ad
annullare la distanza che li separava e a reclamare le sue labbra con
decisione, come se volesse cancellare ogni minima traccia del passaggio
di Renz
su di lei. Poi, quando la sentì fremere nella sua stretta e
ricambiare il
bacio, sorrise soddisfatto a fior di labbra: - Tu sei mia, sweetheart,
non
illuderti del contrario. –
Spazio
autrice:
Okay,
sono a dir poco scandalosa. Non
aggiorno questa storia da tipo i tempi della preistoria e se volete
mandarmi al
diavolo ci sta tutto, non ho proprio nulla da obiettare. Oggi stavo
scorrendo
tra l’enorme elenco di mie long non terminate e mi
è capitata questa. Devo dire
che quando l’ho iniziata ero conquistata dall’idea
e l’ispirazione rileggendo i
capitoli pubblicati è tornata a folgorarmi, quindi ho deciso
di riprendere con
i nuovi capitoli. Spero che ci sia ancora qualcuno che abbia voglia di
leggerla
e di seguirla, io da parte mia mi impegnerò a continuarla e
ad aggiornare in
modo molto più celere. Fatemi sapere che ne pensate. Alla
prossima.
Baci
baci,
Fiamma
Erin Gaunt