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Autore: Danpo    16/12/2014    2 recensioni
Una comitiva di ragazzi che frequentano il liceo, decidono di andare in vacanza tutti assieme.
Ciò che accadrà dopo è ciò che accade nella vita reale, ogni giorno.
Dal testo:
"Per un breve istante desiderai che il bambino morisse così che mia madre potesse sentirsi meglio- David guardò negli occhi Rob - Ora sono figlio unico, e senza madre."
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cose miglioi ci lasciano in estate.'
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7.

Winter is too close.


 

Il campanello suonò due volte prima che il padre di Robert aprisse la porta. Kylie teneva in mano due libri ed aveva un'espressione sorridente, solare. L'uomo la scrutò per bene, non riconoscendola, e dopo circa tre minuti Robert sbucò da dietro la porta e si rivolse a Kylie «Che ci fai ancora lì fuori?» poi guardò l'uomo ed afferrò l'amica per il polso, spingendo di lato il padre. La condusse su per le scale, lungo il corridoio e poi si fermò proprio davanti la porta della stanza di sua madre «È lì dentro! È da tanto che non ti vede, le piacerebbe sapere come stai...» Robert sorrise e poi bussò. Senza aspettare una risposta, entrò nella stanza illuminata e piena di libri. La madre, pallida, gli sorrise pensando che fosse solo «Robert, non dovresti fare i compiti?» il figlio sorrise e si spostò di lato «Kylie!» alla donna si illuminarono gli occhi e Kylie avanzò lungo la stanza ancora più raggiante di prima «Signora Clara!» la madre di Robert fece una faccia buffa «Sai che odio quel signora!» Kylie diede i libri a Robert, che li poggiò su una mensola, e si diresse a braccia aperte verso Clara. La strinse forte e sentì il calore della donna sotto di sè, poi lasciò la prese e le due si scambiarono sorrisi «Dunque, come stai tesoro?» Kylie cambiò espressione e divenne immediatamente rigida «Bene...» Clara cercò di spostare la testa e si rivolse verso il figlio «Robert, tesoro, potresti lasciarci sole? Cose da donne...» Robert alzò gli occhi al cielo e se ne andò, chiudendo la porta dietro di lui «È a causa di Harry, di nuovo.» Clara tese la mano verso la ragazza «Che ha fatto?» Kylie prese la mano «Sai come è andata, e adesso non mi lascia in pace» «E che ne pensa Ludwig? Ha detto qualcosa?» Clara attese la risposta alla domanda, anche se ne sospettava già il responso «Ludwig non lo sa.» Kylie girò la testa per nascondere le lacrime che stavano per uscire «Lo ami?» Kylie alzo la testa «Sì.» rispose la ragazza guardando negli occhi la donna «E Ludwig? Ami anche lui?» Kylie fu presa alla sprovvista. Possibile che la signora Clara avesse ragione? Ci pensò un attimo e non riusciva comunque a rispondere «Sai che per me sei come una figlia, Kylie. Sei ancora in tempo per dirlo a Ludwig, oppure soffrirà il doppio quando verrà a sapere di Harry»

«Ma non abbiamo fatto niente!» rispose Kylie

«Non ancora, ragazza mia. Non ancora.»


 

L'auto blu sfrecciò nel vialetto della casa di David. Suo padre era tornato. Nonostante lo shock, aveva che suo padre e la sua matrigna dovevano saperlo al più presto, ma non sapeva se rivelare loro il fattaccio quello stesso giorno oppure aspettare che anche lui stesso ne prendesse coscienza. Giocherellò con il telecomando tella TiVù e si alzò dal divano andando avanti e indietro la stanza. Il tempo che il padre impiegò per scendere dalla macchina e suonare il campanello sembrò eterno e quando il suono stridulo giunse alle sue orecchie, lo svegliò dai pensieri che lo tormentavano. Si diresse verso la porta ed indugiò nel girare la mangilia «David!» David restò a fissare il padre, più alto di lui, per qualche minuto senza dire niente «Se mi lasciassi entrare te ne sarei grato, dato che qui fuori si congela» David scosse la testa eda bbassò lo sguardo «Si, certo! Entra» l'uomo richiuse la porta dietro di sè e posò a terra due enormi borse di plastica che contenevano, da quanto ne riuscì a dedurre David, varie decorazioni natalizie «Che devi farci con quelle? E dov'è lei?» guardò fuori dalla finestra aspettando che la compagna di suo padre spuntasse da un momento all'altro «Oh! No, tranquillo! È a fare shopping con amiche! Mentre con le decorazioni devo addobbare la casa, ovviamente.» il padre di David raccolse le borse e lo poggiò sopra il tavolo. Estrasse un'esagerata quantità di palle di natale più vari oggetti e luci natalizie «Dav, so quanto ci tenessi a fare l'albero insieme a me e la mamma. È da tanto che non lo facciamo noi due da soli, quindi ho chiesto ad Emma di lasciarcelo fare a noi due. Va bene per te?» David sgranò gli occhi e rimase piacevolmente colpito. Davvero suo padre aveva chiesto alla sua compagna non intromettersi nel rapporto tra lui e suo figlio? Figlio, già! Tutto quello fece pensare a David se davvero avesse voluto essere padre a quell'età e se davvero fosse pronto. Guardò ancora per qualche minuto il padre «Certo, papà! Solo che siamo ancora a Novembre e credo sia presto per l'albero...» l'entusiasmo sulla faccia dell'uomo scomparve «Owh...Hai ragione! Lo faremo al più presto però!» David sorrise «Vado in camera mia! Voglio anticiparmi i compiti per la prossima settimana» e senza aspettare che il padre rispondesse, corse a chiudersi dietro quella porta che delimitava il suo mondo. Guardò ogni singolo oggetto presente in quella stanza: dalla lampada da notte sopra il comodino che non conteneva nemmeno un paio di mutande ai vecchi peluche messi sopra la mensola vicino all'armadio. Le pareti azzurre erano come un promemoria per David e quel promemoria diceva "Sei giovane, potresti non essere pronto" prese il cellulare e digitò un numero. Dall'altro capo, una voce piuttosto confusa rispose «Pronto?»

«Robert! Dobbiamo parlare.»

«Ehm...okay! Che devi dirmi?» Robert abbassò leggermente la voce, capendo l'importanza della cosa

«Forse è meglio incontrarci da qualche parte, Rob» David ripetè la frase che aveva appena pronunciato nella sua testa, cercando di convincersi di non aver parlato con simile voce tremante

«C'è Kylie, va bene se la porto?»

«No! Dobbiamo parlare solo noi due, Rob!» rispose David

«Va bene! Dammi un attimo e vediamoci al solito posto» il suono del termine della chiamata risuonò nel timpano di David. Chiuse anche lui la chiamata e lanciò il cellulare sul suo letto, poi si diresse verso la finestra. Si chiese cosa stesse facendo Roxanne e se dovesse chiamarla per sapere il suo stato di salute, ma non lo fece. Di lì a poco avrebbe parlato finalmente con qualcuno di ciò che stava accadendo. Il prossimo passo, ovviamente, era dirlo al padre. E non si preoccupava tanto della reazione, ma più di come dirglielo. In fondo, e la scena che si era consumata al piano di sotto ne era la prova, sapeva che suo padre gli voleva bene e che prima o poi, qualora si fosse arrabbiato per la gravidanza, lo avrebbe perdonato ed aiutato. Perché suo padre era come l'inverno: può sembrare freddo, ma in realtà è la stagione che più ti fa apprezzare e ti da calore.


Angolo autore!

Probabilmente questo sarà l'ultimo aggiornamento per quest'anno, quindi mi sento in dovere di augurarvi buon Natale e buon anno!
Durante questo 2014 ho avuto l'occasione di migliorarmi molto e di confrontarmi con varie cose! Ragion per cui credo che se il 2015 sarà "Fruttoso" (?) almeno quanto il 2014, allora per il 2016 avrò acquisito capacità tali da rendere il mio stile di scrittura *Nondicol'aggettivoaltrimentiFinnamilincia*
Grazie dunque a tutti coloro che in questo 2014 mi hanno seguito, hanno cercato di migliorarmi e mi hanno lasciato recensioni costruttive.
Vi auguro anccora buona feste e spero il capitolo vi sia piaciuto. VI invito inoltre a lasciare una recensione per aiutarmi a migliorare, grazie. :)
 
   
 
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