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Autore: metaldolphin    17/12/2014    2 recensioni
Oggi più che mai certe riflessioni coinvolgono un po' tutti, frasi sentite si incollano perfettamente alla realtà anche se provengono dalla fantasia. I nostri beniamini ne saranno testimoni, ancora una volta, in una nuova avventura che li vedrà scontrarsi contro pregiudizi duri a morire.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Franky/Nico Robin, Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando Franky e Robin tornarono a bordo tenendosi per mano, l’aria si era fatta più umida.
Si stupirono, guardando l’insolita coppia che dormiva stretta vicino ai mandarini, poi si guardarono e sorrisero. La donna si allontanò dal suo uomo per avvicinarsi ai due e toccò Nami sulla spalla, per destarla, affinchè rientrassero e non prendessero troppo freddo.
Nami aprì gli occhi, guardandosi attorno ancora confusa, vide Zoro che riposava sulle sue cosce ed arrossì, guardando a disagio la sua sorellona; Robin le sorrise comprensiva e mormorò: -Va bene così, era ora che anche voi lo capiste.- affermò compiaciuta.

La Navigatrice sorrise, poi guardò il cielo e disse: -Sta per piovere, dobbiamo rientrare…
L’Archeologa annuì e la precedette, seguita da Franky, avviandosi al coperto, mentre Nami si premurava di svegliare Zoro.
-Ehi, Spadaccino, sta per piovere, non vorrai mica buscarti un malanno!- lo esortò, brusca.
L’interpellato aprì l’occhio e sorrise sornione: -Potresti occuparti di me, se dovesse accadere… - affermò, ma Nami scosse il capo: -No. Ti affiderei a Chopper, ho ben altro da fare, io!- puntualizzò, spingendolo a sollevarsi con un colpetto delle ginocchia.
Zoro rise, si stiracchiò e si mise in piedi con un colpo di reni, poi le tese la mano.
Lei accettò l’aiuto e insieme si diressero sottocoperta, senza rompere il contatto.
Si separarono un po’ riluttanti, con un ultimo bacio, prima di incamminarsi sottocoperta: il giorno dopo sarebbero stati presi dai preparativi necessari alla battaglia per affrontare la Ciurma nemica e riposare era imperativo.
 
Nella sala dell’acquario, Franky e Robin ridacchiavano piano. Anche per loro era quasi giunto il momento di andare a dormire, ma indugiavano, restii a lasciarsi.
Anche l’argomento NamieZoro forniva un ottimo pretesto per soffermarsi ancora un po’: -Finalmente si sono dati una mossa, quei due!- disse l’uomo, e la sua compagna rise compiaciuta.
-Credi che litigheranno meno?- proseguì il Cyborg, speranzoso.
Robin si strinse nelle spalle: -Forse, ma non ci giurerei.-
Gli puntò l’indice all’ampio petto -Ma Zoro dovrà fare attenzione a ciò che mangia, d’ora in poi… ed anche tu.- Concluse, toccandogli il freddo naso metallico, facendogli rizzare sul capo i capelli blu.
-È vero! Non ci avevo pensato!- esclamò, figurandosi il fratello Cuoco furioso contro lui e lo Spadaccino.
L’Archeologa rise: -Lo minacceremo di scambiarci il cibo o di mangiare dallo stesso piatto, così non dovresti correre pericoli. Domani lo diremo anche a Nami e Zoro.
Franky annuì, la sua donna era davvero saggia.
La sollevò senza il minimo sforzo e la portò attraverso i corridoi con sicurezza, fino alla camera da letto, dove la depose piano sul materasso. Lei lo carezzò sulla guancia con una mano fatta spuntare appositamente, che si dissolse subito dopo in una cascata di petali profumati.
-Buona notte, Franky.
-Buona notte, Robin.
Sussurrarono, per non destare Nami che già dormiva e si lasciarono con rammarico.
Franky uscì dalla porta e la richiuse dietro di sé, poi si avviò verso la camera dei ragazzi, fischiettando piano un motivetto allegro.


Il mattino dopo, la pioggia, che era iniziata a cadere nel cuore della notte, continuava la sua danza sottile nello scarso chiarore che il sole, appena sorto, riusciva a far arrivare attraverso lo spesso manto luminoso.
Come al solito, gran parte della Ciurma era rimasta a dormire al villaggio, lì dove era crollata per il troppo mangiare e bere, così soltanto le due coppie si ritrovarono a fare colazione al grande tavolo della Sunny.
Un velo di imbarazzo aleggiava sui due più giovani, mentre Robin e Franky ostentavano più sicurezza.

Seduto a fianco di Nami, lo Spadaccino era taciturno come al solito. Lei lo guardò e si lasciò andare in un sorriso, poi gli ricordò che doveva cambiare la fasciatura, ma quello scosse il capo: -.Non ne ho più bisogno.- affermò con spavalderia.
Lei non resistette e gli rifilò il solito scappellotto dietro la nuca.
-Fila in infermeria, altrimenti appena torna Sanji… - non terminò la minacciosa frase: un allegro vociare annunciò il ritorno degli altri compagni a bordo.
Massaggiandosi la nuca, Zoro mugugnò: -Parli del diavolo…
Trasportato a dorso da un poco attento Rufy, il Cuoco esplose in una entusiasta dimostrazione di affetto per le due donne presenti: -Nami-swan! Robin, mia Dea!- dopo la notte passata a lamentare la loro assenza, rivederle incolumi aveva dissolto i suoi nefasti pensieri di vendetta, covati verso i due che le avevano portate via.
Le donne gli sorrisero forzatamente, mentre Zoro non resistiva e puntualizzava, sibillino: -Ringrazia che non me la prendo con chi è già messo male… - accennando con un cenno del mento al gesso sulle gambe del rivale.
Un campanello d’allarme suonò di nuovo nella testa di Sanji, ma una previdente Nami spinse lo Spadaccino fuori dalla porta, gridandogli: -Zoro! Fila in infermeria, non voglio ripeterlo più!- per seguirlo subito dopo.

Il Carpentiere, che aveva assistito alla scena, non disse nulla, ma appuntò mentalmente di fare due chiacchere col Cuoco al più presto. Nulla di troppo sanguinoso, comunque.

Brook, in corridoio, si vide sfilare davanti Nami e Zoro che si tenevano per mano, mentre si dirigevano in infermeria.
I due non notarono il sorriso che ostentò: un teschio ghigna sempre. Ma non se ne curò, felice per quei ragazzi e una canzone nuova nella testa, mentre raggiungeva il resto dell’allegra compagnia; certe cose aveva imparato a vederle prima degli altri, dall’alto della sua esperienza data dall’età, ed era fiero di quella capacità accentuata dalla sua spiccata sensibilità di artista.

In infermeria, data la mancanza di privacy, Zoro e Nami fecero in fretta, così uscirono sul ponte per stare un po’ insieme; erano entrambi in via di guarigione e, al riparo dalla pioggia leggera sotto gli alberelli, lei lo guardò sedersi e gli si accomodò vicino.
Sembrava pensieroso, quindi decise di chiedergli: -Sei preoccupato per più tardi?- poi gli pose una mano sulla guancia, la fece scivolare dietro l’orecchio con i pendenti e lo attirò a sé per dargli un bacio rassicurante sulla guancia opposta a quella sfegiata.
Lui ghignò e scosse il capo: -Potrei farcela anche da solo- affermò con la solita presunzione.
La Navigatrice alzò gli occhi al cielo, mai abituata alle sue affermazioni da megalomane: -Figurati…
-Come la prenderà Rufy?
Lei alzò le spalle: -Non credo ti lascerà andare solo!- lo prese in giro, ben sapendo che il compagno non si riferiva allo scontro previsto per sera.
Ma Zoro non colse l’ironia e precisò: -Mi riferivo a noi due!
Nami scoppiò a ridere e si rimise in piedi dopo avergli scoccato un bacio sulla punta del naso.
-Lo so!- gli disse, avviandosi in cucina: aveva voglia di divertirsi alle spalle del Cuoco: quella situazione così eccitante e nuova la mandava su di giri e voleva sfruttare l’occasione per ridere del povero Sanji.
Incrociò un Rufy depresso per la scarsa colazione arrangiata dagli altri e fece il suo ingresso nella sala da pranzo attigua alla cucina, dove Sanji delirava per la forzata inattività e per i disastri nel suo regno che combinavano gli altri.
Fumava una sigaretta dietro l’altra ed inveiva contro chiunque gli capitasse a tiro.

-Calmati Sanji!- gli disse, rivolgendogli un radioso sorriso.
Guardandola, lui cambiò completamente umore e le si rivolse, mellifluo: -Oh, Nami! Non ti ho più vista ieri sera! Sei tornata a bordo?- indagò, nascondendo la perplessità per averla vista allontanare con quel marimo troglodita.
-Ero stanca e volevo riposare. Inoltre Zoro si è offerto di controllarmi la ferita… - cinguettò, facendo inorridire il biondino.
-Quel bruto dalla testa di muschio! Ti ha fatto del male? Dillo al tuo Sanji, che ci penso io a triplicare… che dico? A quadruplicare il suo dolore!- esclamò vendicativo, ma lei mise le mani avanti, scuotendo il capo.
-No! Non preoccuparti… è stato così attento! Forse il termine giusto è delicato… sì non ho da lamentare nulla. Abbiamo passato una bella serata, sai?- lo informò, caricando di un tono malizioso l’ultima frase, lasciandolo senza parole e indeciso se dare o meno una valenza erotica a quell’affermazione.

La sagoma Di Zoro che si stagliò sulla porta li fece voltare e tolse al Cuoco ogni dubbio.
Era evidente che aveva udito le ultime parole di lei perché rise e si riallacciò a quella frase con inaspettata disinvoltura: -Sono d’accordo. Proprio una bella serata.- le andò vicino e le schioccò un sonoro bacio a lato della bocca, in inequivocabile atteggiamento confidenziale.
Non c’era sapore più dolce di una vittoria a lungo desiderata, sapeva bene lo Spadaccino poco abituato a perdere.
Al pietrificarsi di Sanji, Nami gli indicò la porta: -Non ci sguazzare troppo, Zoro. Vai a chiamare Chopper- gli disse tra il seccato e il divertito.

Sbuffando, quello andò a chiamare il Dottore, mentre lei sventolava un tovagliolo davanti al viso del biondino. -E basta anche tu con questa scena!- gli intimò, mentre Robin e Franky, in un angolo, se la ridevano con Brook.


http://metaldolphin.deviantart.com/art/Kiss-500628369
   
 
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