Ymir ha sempre pensato che Christa fosse un libro facile da leggere, un manuale, quasi. Ha ragione: Christa lo è. Lo era.

Historia è tutt'altro, tuttavia. Il suo sguardo è vuoto, lontano, non la segue né la incontra, costringendola a rinunciare a tutto ciò che Ymir ha atteso di rivedere per un anno intero. L'ira che vorrebbe seppellire in se stessa torna a galla.

- Perchè sei tornata? -

È la domanda a cui potrebbe rispondere più rapidamente, e quella a cui semplicemente non c'è risposta. Boccheggia, colta sul vivo e impreparata, e la pietà nell'espressione di Historia fa più male di qualunque coltellata, più paura di qualunque guerra a cui è sopravvissuta per arrivare a quel giorno.

Quando parla il suo tono è molto più sicuro e falso di quello che vorrebbe. - Ti ho fatto una promessa, ricordi? - mormora. - Ho promesso che sarei tornata, che saremmo state assieme. Che avremmo vissuto alla luce del giorno, senza più nasconderci. -

È patetica; la sua voce trema, tenere i pugni serrati è difficile. È come se la rabbia di Historia stesse avendo la meglio sulla sua, una battaglia tra forze di volontà. Non sopporta di doverle stare lontana. Non l'ha mai sopportato.

- Non mi importa. - è la secca risposta. Ymir rialza lo sguardo, ferita, umiliata, scossa come mai prima in vita sua; e il sorriso sulle labbra di Historia la fa crollare ancora di più nel baratro, mentre l'oscurità si stringe attorno a lei. - Quella che ha promesso era una persona diversa, non è così? Quella che ha creduto davvero di poter stare al fianco di qualcuno che passa da una fazione all'altra di una battaglia solo per... -

- SOLO PER TE! -

Trattenersi è impossibile; le ultime parole di Historia sono lame che hanno tagliato i fili che la legavano al suo posto, e Ymir crolla verso Historia, afferrandole le spalle e scrollandola mentre lei si dimena, infastidita e spaventata.

- SOLO PER TE! - ripete; è piena di quell'ira che le impedisce di pensare razionalmente. Historia le da una gomitata nel fianco, e assieme finiscono sulla sabbia, piedi nudi che sfiorano l'acqua gelata. - PER TE HO DECISO DI ABBANDONARE TUTTO E TUTTI! PER TE ATTRAVERESEREI L'INFERNO, PERCHÈ NON TI DECIDI A CAPIRLO? -

La lotta continua, le porta nell'acqua; i calci di Historia fanno male, ma non quanto le sue parole. Ymir le afferra un polso, poi l'altro, la spinge a terra; i capelli biondi sono umidi, le crollano sul volto, su quegli occhi che ancora non si decidono a fissarla.

- Historia, guardami. - stavolta non le importa quanto la sua voce suoni patetica. È stanca di lottare e perdere. - Ti prego...guardami. -

Lo fa, senza dolcezza, senza amore. Lo fa e si libera dalla presa di Ymir per afferrarle il collo e trarla a sé, verso il terreno, verso di lei e verso le sue labbra. Quello che Historia le da è un bacio disperato e rabbioso, un urlo strozzato. Quello che Ymir restituisce è una richiesta di perdono, quelle che rigano le sue guance sono lacrime che non potranno mai colmare il vuoto che ha lasciato nella sua vita per tutto quel tempo, i sacrifici che ha affrontato da sola.

- Ti amo... - piange, e non c'è nulla che le impedisca di farlo, che le impedisca di mettersi a nudo per l'unica persona importante della sua vita. - Ti amo. Dimmi che esisto. Che sono reale. Ti prego. -

Historia tocca il suo cuore; la sua mano è fredda, è bagnata. Sulle sue labbra ci sono granelli di sabbia, i suoi occhi sono più scuri del cielo, più chiari dell'oceano.

- Sei reale. - risponde. - Dimmi che sarai al mio fianco. -

Le sue labbra sanno di sale, di libertà.

- Lo prometto. - risponde; e questa volta suona molto più convincente, incredibilmente più vero.