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Autore: coccinella_    17/12/2014    15 recensioni
– Credo abbia difficoltà ad ammetterlo – esordisce Dig, lo guardo confusa e continua – Secondo me inconsciamente sa che quel “ti amo” era vero ma non vuole ammetterlo – mi fa fare un piccolo caschè quando la canzone finisce facendomi ridere
– Però intanto sta con Laurel – li guardo un po’ invidiosa
– Lo conosci è Oliver Queen, capirà la verità quando sarà troppo tardi – lo guardiamo attentamente mentre tintinna il suo bicchiere con quello di Laurel
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen, Roy Harper, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chi sei?


– Felicity aspetta – mi bocca afferrandomi per il braccio Dig. Lo guardo confusa
– Non posso più aspettare, ti prego lasciami entrare in quella camera – dico con voce tremante. Il mio incubo sta per finire e lui vuole farmi aspettare ancora?
– Prima devo parlarti di una cosa – si fa serio guardandomi con lo stesso sguardo con cui due mesi prima mi diede la notizia che mi sgretolò in una miriade di pezzi doloranti
– Bene le brutte notizie non tardano mai ad arrivare – sbuffo togliendo la mano dalla maniglia della porta. Un medico dell’ospedale ci passa vicino non degnandoci di uno sguardo
– Tutto quello che è successo ha avuto delle conseguenze – mi poggia le mani sulle spalle accigliato
 
2 mesi prima

Apro gli occhi confusa. Qualcuno suona alla porta insistentemente, Roy è abbandonato al suo sonno con la bava che gli esce dalla bocca. Trattengo una risata mentre mi alzo per andare ad aprire
– Dov’è? – Laurel entra come una furia in casa
– Ciao Laurel che piacere vederti – dico sarcastica chiudendo la porta alle nostre spalle
– Non ho voglia di scherzare Felicity – alza la voce. Roy salta in aria e si guarda attorno confuso per poi bloccare il suo sguardo infastidito su Laurel, odia essere svegliato male.
– A Nanda Parbat o in territorio neutrale, in effetti non l’ho capito bene – rispondo sapendo di chi mi sta chiedendo
– È tutto vero? – mi chiede lei con gli occhi lucidi. Io la guardo non sapendo cosa lei sappia
– Rispondimi! – mi urla. Io la guardo severa e Roy si mette subito davanti a me
– Cosa sai? – le chiede con poco garbo
– Ho visto un video con Thea che uccide Sara. Cerco Oliver da un giorno ma non lo trovo da nessuna parte – gli risponde svelta lei
– All’apparenza è tutto vero – dice cauto Roy – Ma ci sono cose che non sai – aggiunge subito
– Bene ho tutto il tempo per ascoltare – incrocia le braccia al petto lei.
 
 
 
– Ancora nulla? – mi chiede Lyla. Faccio segno di no con la testa a lascio un leggero bacio sulla fronte della mia bambina
– È forte – mi dice lei abbracciandomi da dietro. Le sorrido debolmente e ripongo Sara nella culla poi mi volto e bacio con passione la madre della mia bellissima bambina
– Stavolta sono davvero in ansia – le dico preoccupato
– Qualunque cosa accada ricorda che io ci sono – mi guarda carezzandomi una guancia, sto per rispondere quando il mio telefono squilla. Lo prendo subito dalla tasca dei pantaloni e un sospiro di sollievo inonda i miei polmoni
– È Oliver – dico con voce felice – Pronto amico – rispondo svelto non vedo l’ora di avvisare Felicity, magari già l'ha chiamata lui
– Oliver Queen è morto – una voce maschile quasi metallica mi avvisa della dipartita del mio caro amico prima di bloccare. Resto per qualche minuto fermo non sapendo effettivamente cosa dire o cosa fare. Non può essere vero
– John che succede? – chiede allarmata Lyla
– Lui… – provo a dire ma non riesco a formulare una frase intera.
La mia compagna legge nei miei occhi la notizia appena ricevuta e mi abbraccia immediatamente ma non riesco neanche a muovermi, rimango lì inerme tra le sue braccia. Una persona si fa largo tra i miei pensieri e mi rendo conto che tocca a me dirle cosa sia successo, tocca a me spezzarle il cuore forse per sempre. Mi sciolgo dall’abbraccio di Lyla e riluttante faccio il numero di Felicity 
– Dig dimmi – risponde allarmata lei. Lyla mi guarda con gli occhi lucidi
– Felicity – mi blocco come devo dirglielo? Forse per telefono non è una buona cosa – Vediamoci al covo – blocco subito la chiamata per evitare altre domande
– Forse non è il caso dirglielo lì – mi suggeriscee Lyla incerta. Ma ormai è fatta. La guardo spaesato, Oliver non puoi davvero essere morto.



Entro al covo correndo, so per certo che la voce di Dig nascondeva qualcosa stringo forte il cappuccio verde che ho voluto portarmi con me, come se il mio inconscio sapesse qualcosa che io ancora non so. La sua voce era tesa quasi tremante non voglio minimamente pensare che sia successo qualcosa ad Oliver, Roy e per mia sfortuna Laurel mi seguono svelti. Trovo Dig seduto alla mia postazione questo mi ricorda la prima volta che ho messo piede qui dentro, quando per lo spavento mi puntò la pistola mentre io farneticavo che Oliver fosse troppo pesante per me da portare in spalla.
– Eccomi – dico ansimando per la corsa. Il mio amico mi da ancora le spalle non si muove e questo mi fa temere davvero, mi volto verso Roy che per pochi secondi si scontra con gli occhi di Dig che si è appena voltato. Si guardano velocemente, Roy sgrana un po’ gli occhi e afferra subito la mia mano stringendola forte.
– No – sussurro capendo forse troppo in fretta la situazione, avrei desiderato sperare ancora in una buona notizia perchè non voglio sentire la verità. Voglio illudermi ancora
– Qualcuno mi ha chiamato – inizia a dire Dig ma si blocca, lo guardo negli occhi e li trovo lucidi come se avesse da poco pianto
– No – stavolta alzo la voce
– Felicity – sussurra Roy facendosi più vicino
– È morto? – chiede Laurel scioccata, anche i suoi occhi si fanno lucidi
Diggle mi guarda e poi risponde – Sì – stringendo i pugni
Il silenzio cala, nessuno dice o fa qualcosa. Guardo a terra non sapendo sostenere lo sguardo di nessuno, lascio la mano di Roy e stringo al mio petto il cappuccio di Oliver
– Andate via – la mia voce interrompe quel silenzio pesante
– Non ti lascio sola – mi dice sicuro Roy
– Roy ho bisogno di stare da sola – la mia voce è rotta dal pianto
– Ma… – prova a dire lui ma Diggle gli si avvicina posandogli una mano sulla spalla “ Lasciamole un momento” gli sussurra e Roy restio lo segue, sento anche Laurel uscire e finalmente rimango sola.

Prendo un respiro ma il pianto ormai non mi lascia scampo, sento i singhiozzi farsi sempre più forte mi avvicino alla mia postazione e poggio il cappuccio sulla scrivania restando poi a guardarlo
– Me l’avevi promesso – non so proprio con chi sto parlando dato che sono sola cioè so con chi vorrei parlare ma lui adesso non c’è
– Tornerò, Thea starà bene e tutto finirà – ripeto le parole di Oliver tra un singhiozzo e l’altro. Sposto lo sguardo sullo schermo del mio computer dove ancora c’è la foto di Oliver accostata al dna dell’assassino di Sara. Ho lasciato i computer accessi ieri sera, con uno scatto di rabbia getto tutti i computer a terra seguiti da tutti i fogli che coprivano la mia scrivania.
– Bugiardo! – urlo rabbiosa mentre le lacrime solcano pesantemente le mie guance.
Guardo la teca, vuota al momento, che solitamente conserva il suo alter ego “Arrow”. Afferro la sedia vicino a me e lanciandola verso di essa frantumo il vetro il mille pezzi. Respiro pesantemente come se il dolore si stesse propagando dentro di me uccidendomi. Mi volto ed eccola lì… La felce. Ricordo ancora quando mi chiese col suo solito tono “ E quella cos’è?” o quando mi disse “ Lascia che ti compri un letto” sorridendomi come solo lui sapesse fare. Urlo così forte che le mie orecchie chiedono pietà mi scaravento contro la felce ma in quel momento due mani mi bloccano le braccia, Roy mi guarda preoccupato. Sta piangendo anche lui ma silenziosamente sento Dig dirmi qualcosa ma non riesco a distinguere le parole, mi accascio solo a terra lasciando la felce sulle mani del mio amico. Stringo qualcosa a terra e un Dig preoccupato si avvicina subito a me aprendomi le mani, resto stupita nel vederle gronde di sangue poi mi rendo conto che stavo stringendo schegge di vetro. Mi libero dalla presa di Dig e allungando il braccio verso la scrivania vicino a me afferro il cappuccio verde, mi rannicchio nuovamente a terra sopra il vetro in frantumi. Avvicino il cappuccio al naso in cerca dell’odore dell’uomo che amo, lo trovo e per pochi secondi sorrido chiudo gli occhi immaginando il suo sguardo teso nel vedermi in quelle condizioni. Resto così per non so quanto tempo, urlo, piango mi dispero fin quando Dig si avvicina facendomi una puntura al braccio. Poi il nulla.
 
– Cosa faremo? – sento la voce di Roy preoccupata vicino a me
– Non lo so credimi – la voce pesante di Dig si avvicina e poco dopo sento delle dita sfiorarmi la fronte
– Pensi che le faranno male? – chiede Nuovamente Roy
– Le ferite sono abbastanza profonde ma si riprenderà – questa stavolta era la voce di una donna. L’associo a Lyla e sento una mano sfiorarmi il palmo della mano sinistra che adesso brucia tantissimo
– Non so che fare o cosa dirle – dice un Diggle preoccupato sospirando pesantemente
– Ha perso l’uomo che ama non possiamo dirle nulla per consolarla – risponde tesa Lyla
– Le staremo vicini anche se lei non vorrà, non la lascerò più sola può prendermi pure a calci se vuole – afferma Roy sicuro di sé. Apro gli occhi stanca, sento subito le lacrime far capolinea
– Allora non era un incubo – sussurro con voce smorzata dal pianto
– No – sussurra scosso Roy. Mi giro su un fianco e inizio a piangere Lyla seduta vicino a me mi liscia i capelli non dicendo nulla
– Vi prego ditemi che tornerà – dico tra un singhiozzo e l’altro. Nessuno mi risponde sento soltanto Roy stendersi vicino a me e avvolgermi tra le sue braccia, poggio il viso sul suo petto e cerco di rilassarmi ascoltando i battiti del suo cuore. Diggle e Lyla escono dalla camera lasciandomi tra le braccia del mio migliore amico
– Piangi quanto vuoi, io starò qui in silenzio. Voglio solo che tu sappia che io sono qui – mi bacia veloce la fronte e poi poggia una guancia sulla mia testa
– Grazie – riesco solo a dire per poi cominciare nuovamente ad annegare tra le mie lacrime
 
1 mese dopo

– Indovina cosa guardiamo oggi? – Roy entra in camera con i pop corn nel piatto. Io sotto le coperte lo ignoro guardando la finestra. Come se lui potesse entrare dalla finestra… è morto Felicity cerca almeno di ricordarlo.
– Grazie per la risposta – si lamenta il mio amico. Mi volto e gli sorrido flebile, lui si posiziona vicino a me sotto le coperte e manda avanti il film
– Basta che non sia romantico – dico con voce rauca. Con oggi sono esattamente trenta giorni che sono impalata a letto, che non esco di casa e che piango. Non credevo che avessi tutte queste lacrime da espellere
– Resident Evil è da considerare romantico? – mi chiede sarcastico
– Dipende dai punti di vista – poggio la testa sulla spalla
– Di certo hai la certezza che uno zombie ti ami davvero per il tuo cervello – alza il volume Roy ridendo
– Sei proprio uno scemo – sbadiglio annoiata ma sorridendo. Apprezzo quello che fa per me, è da un mese che mi accudisce come una bambina e il suo viso presenta occhiaie e stanchezza, so che ha ricominciato da qualche giorno a vigilare la città insieme a Diggle. Io non me la sento ancora ma lavorano qui a casa mia per non lasciarmi mai sola e anche perchè nessuno è più entrato al covo da quando…
– Diggle sta bene? – chiedo curiosa. Di solito fanno sempre i turni come se temessero che lasciandomi sola io fare qualche sciocchezza
– Perché? – chiede allarmato Roy
– Non viene da due giorni mi è sembrato strano, tutto qui – alzo le spalle disinteressata. So che mi stanno nascondendo qualcosa ma non ho voglia di indagare, non ho voglia di fare nulla. Guardo la lettera di Oliver poggiata sul comodino e il cappuccio che tengo stretto tra le mani, passo le mie giornate a leggere sempre le stesse parole e ad odorare il suo profumo anche se adesso sta svanendo
– Thea invece sta bene? – chiedo masticando due pop corn
– Mmm mmm – risponde lui facendo finta di essere assorto dal film. Va bene forse sono un po’ curiosa, afferro il telecomando e spengo la televisione. Lui mi guarda allarmato come aspettandosi la mia ennesima sfuriata di rabbia e lacrime
– Dimmi che succede – gli dico con voce seria, fin troppo seria
– Laurel vuole vendicare la morte di Sara – mi guarda preoccupato cercando di soppesare la mia reazione
– E come vuole farlo? – chiedo nuovamente disinteressata
– Vuole affrontare Thea – mi dice nervoso
– Cosa? Oliver è morto per proteggere sua sorella e lei vuole affrontarla? – mi siedo sul letto guardando Roy arrabbiata – Dobbiamo fare qualcosa – gli dico e noto lo stupore nel vedermi prendere iniziativa
– Lo so ma Thea per adesso è in viaggio con Giordan, ha bisogno di affrontare il lutto lontano da qui – dice con tono sprezzante
– La ami ancora? – chiedo ma sento che le lacrime stanno facendo nuovamente capolinea
– Non parliamone adesso va bene? – mi sorride stringendomi la mano
– E cosa non mi stai dicendo su Dig? – cambio discorso grata che l’abbia fatto pure lui
– È andato in missione con Lyla, niente di preoccupante – mi sorride incerto. Sta ancora mentendo lo conosco.
 
– John Diggle? – mi chiede un uomo giapponese con capelli lunghi raggruppati in una coda bassa
– Sì lei è la mia compagna Lyla – ci stringiamo tutti la mano. Siamo davanti una casetta in montagna, fa freddo davvero tanto freddo ma lui sembra l’unico a non rendersene conto
– Io sono Maseo. Entrate – ci dirigiamo all’interno della casetta. È piccola ed essenziale, in casa aleggia profumo di un infuso alle erbe appena fatto
– Non ho molto tempo quindi arrivo subito al dunque – ci dice non facendoci neanche sedere – Oliver Queen è vivo – mi guarda serio, io sento il peso che in queste settimane sentivo allo stomaco andare via come uno strappo di un cerotto
– Com’è possibile se Ra's al ghul è ancora vivo? – chiede Lyla scrutando l’espressione di Maseo
– Il come non è importante – ci dice sviando abilmente la domanda – Dovete capire che le cose sembrano cambiate però, come se ci fossero state delle conseguenze che non so quanto dureranno o come si evolveranno. Per questo dovrete fermarvi qui per qualche settimana – ci dice scrutandoci 
– Posso vederlo? – chiedo preoccupato
 
Adesso
 
– Dig non farla tanto lunga credo che ormai sono diventata abbastanza brava ad incassare le brutte notizie – lo guardo esasperata
– Non ricorda nulla… – mi dice guardandomi serio
– Nulla di cosa? Del duello? Meglio – la mia voce è incerta, credo che non sia questo quello che sta cercando di dirmi
– Nulla degli ultimi anni. Non ricorda l’incidente con la nave, la morte di suo padre e di sua madre, l’isola o la morte di Sara… nulla – continua a mandarmi occhiate eloquenti che faccio finta di non capire
– Stai cercando di dirmi che… – non finisco la frase perchè la voce mi si affievolisce non appena il neurone compie il suo giro e fa arrivare il messaggio al mio cervello attualmente troppo scioccato
– Non si ricorda di te – mi dice con voce grave – Neanche di me o di Roy. Mi riconsce adesso per via delle ultime settimane passate a casa di Maseo. Ma non sa chi sia io in realtà – cerca di consolarmi ma non è d’aiuto. Tutto intorno a me gira e sento le orecchie fischiarmi, aspetto questo momento da una settimana da quando ho saputo che lui era vivo e che poteva tornare a casa da me.
La porta si apre di scatto e sulla soglia appare Thea ci guardiamo imbarazzate. Mi fa segno di entrare in camera ma non ho più tutta quella voglia di farlo
– Chi sei? – sento una voce, la sua voce, farmi la domanda. È sdraiato sul letto ospedaliero con il camice che sembra stia per strapparsi a causa dei suoi muscoli e i suoi occhi azzurri sembrano più belli dell’ultima volta che li ho guardati
– Felicity Smoak – dice il mio amico per me dato che sono rimasta come un ebete a mangiarmelo con gli occhi. Lui mi guarda interrogandomi con lo sguardo… Non si ricorda di me. Bene Felcity hai una fortuna sfacciata questo è sicuro.
– Non ricordo di averti vista prima… ma credo che il problema è proprio questo – ha un tono di voce neutro. Dig mi spinge in camera e poi insieme a lui mi avvicino ai piedi del letto. Solo adesso mi accorgo di Laurel seduta sulla sedia vicino a lui che stringendogli la mano, cerco di contenere la mia rabbia perché se la lasciassi uscire credo che il bastone che usa quando è Balck Canary glielo infil…
– Dove ci siamo conosciuti? – mi desta dai miei pensieri Oliver. Arrossisco e guardo male Laurel prima di voltarmi a guardarlo, i nostri sguardi si incontrano e per un millesimo di secondo noto una scintilla attraversargli quegli occhi azzurro cielo che si ritrova
– Alla Queen Consolidated – interviene Dig dato che io ancora non do segnali di vita
–Giusto perché ho preso le redini dell’azienda di mio padre –risponde Oliver come stesse ripetendo una frase sentita troppe volte
– Eh già – finalmente mi decido a parlare anche se in effetti avrei potuto scegliere qualcosa di più profondo da dire. Come ad esempio “ Ti ricordi di quando mi hai detto ti amo prima di partire e non tornare? “ oppure “ Perché stringi la mano a quella donna che per due mesi non ha fatto altro che progettare come squartare viva tua sorella? “ a meno che…
– O mio Dio – interrompo il silenzio imbarazzante creatosi. Tutti mi guardano confusi, Oliver sta per chiedermi qualcosa ma io sono più veloce – Cosa ricordi di lei? – gli chiedo ignorando lo sguardo accusatorio lanciatomi dalla Lance
– È la mia fidanzata Laurel – mi dice lui sorridendole romanticamente. Lo guardo bene, lo scruto in volto mi immergo nei suoi occhi gli guardo il sorriso e non è lo stesso sorriso che rivolgeva me, rivoglio il mio Oliver ma in lui non vedo nulla del mio Oliver.
– Grandioso! Credo che peggio di così non potesse andare – sussurro sarcastica. Cerco di cacciare le lacrime all’indietro ma qualcuna sfugge dai miei occhi. Esco correndo da quella stanza e mi appoggio al muro del corridoio. Mi libero in un pianto, come ormai faccio da tempo, esco dalla tasca dei jeans la sua lettera ormai il foglio è rovinato causa le miriadi di volte in cui l’ho stretta tra le mani. Dig mi raggiunge di corsa
– I medici pensano sia temporaneo Felicity – mi abbraccia goffo – Abbi fede –
– È vivo Dig. È qui vivo e vegeto, sta respirando e mi va bene così. Posso sopportarlo –  Bugiarda... Mi va bene un corno! 
– Tornerà da te – prende la lettera e la apre – Te l’aveva promesso no? Ed eccolo qui – mi sorride
– Avrei sperato si ricordasse di me  – sorrido pure ma io ma quella che mi esce è più una smorfia
– Quello che ha affrontato l’ha quasi ucciso ma non è morto. Perché lui doveva tornare da te e lo farà fidati di me – mi tocca la guancia per asciugarmi una lacrima. Lo abbraccio forte come per ringraziarlo
– Vado da Roy va bene? – gli dico non appena lo lascio andare, annuisce e io con passo svelto mi dileguo pensando ancora a quelle ultime parole che mi scrisse 
"Tornerò Felicity perchè adesso ho un altro motivo per tornare:
quel motivo sei tu.
Ti amo Oliver"

 



Ciao :)
Eccomi qui con un altro capitolo! :)
Spero non vi abbia deluse vi ringranzio come sempre per tutto il sostegno! 
Davvero grazie tantissimoooo! :)
Coccinella_
  
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