- Capitolo
15
- Ellie
si strinse di più
nel cappotto bianco, osservando attenta i passi di Zayn che camminava
sul
marciapiedi deserto di fianco a lei.
- Era
la vigilia, e ad essere glaciale non era solo
la temperatura ma anche il suo comportamento.
- I
suoi movimenti erano rigidi e meccanici e
l’espressione era vuota, inoltre per tutto il tragitto in
metropolitana non
aveva detto una sola parola, nemmeno uno dei suoi soliti sbuffi che
annunciavano il suo nervosismo, si era limitato a guardare fuori dal
finestrino
con le mani strette attorno alle ginocchia.
- Sembrava
svuotato di ogni emozione e perso in un
mondo completamente differente da quello.
- Alzò
l’indice per indicargli
un palazzo abbastanza alto e dall’aria
vintage: il tetto era a punta, ricoperto di tegole blu e le facciate
squadrate
erano dipinte di giallo senape, le finestre erano tante e molto alte.
- Le
ricordava un pò i condomini degli anni 50 o
comunque del secolo scorso perchè erano completamente
differenti da quelli di
nuova generazione che si trovavano al centro della città.
- Zayn
cercò nella tasca dei suoi pantaloni neri
cacciando un mazzo di chiavi, le strinse nel pugno qualche minuto,
facendo un
passo in dietro e osservando l’intero edificio con
espressione malinconica.
- -E’
esattamente uguale a come l’avevo lasciato-
disse in risposta allo sguardo interrogativo di Ellie.
- Ritornò
vicino al portone d’ingresso, aprendolo con un paio di girate
e tanta
pressione, lo spalancò e lo ascoltò cigolare
prima che la invitasse ad entrare.
- L’
atrio era spoglio e gelato, il marmo bianco
era spezzato solo dalle sei cassette della posta dipinte di blu e da
una pianta
alta e quasi secca.
- Salirono
in silenzio le scale fino al quarto
piano ma prima di bussare Zayn si fermò, guardandola
spaventato e disperato.
- Le
prese le mani e se la portò entrambe sulle
guancie mentre i loro occhi si cercavano –Ho bisogno che tu
mi dica che dopo
non scapperai, che mi accetterai nonostante io sia una persona
orribile-
sussurrò aprendo i palmi sulle sue mani.
- Ellie
gli sorrise dolcemente –Zayn, tu non sei
una persona orribile-.
- Il
ragazzo la ignorò –Per
favore, promettimelo- la supplicò con la
voce stanca.
- Lei
annuì –Anche se volessi non potrei mai
andarmene perché ormai ti appartengo- sussurrò
imbarazzata ma terribilmente
sincera.
- Zayn
sorrise dolcemente, baciandole la fronte per
poi suonare il campanello.
- La
porta di legno scuro si aprì poco dopo,
mostrando sua madre stretta in un vestito
rosso che le arrivava al ginocchio, delle ciabatte dall’aria
comoda e un
grembiule da cucina decorato da disegni natalizi.
- Un
cocker dal pelo bianco e nero, con orecchie
lunghe e penzolanti cominciò a saltellargli attorno,
scodinzolando e abbaiando.
- -Charlie!-
lo riprese la donna prima di spostarsi
per lasciarli entrare -Buona vigilia di Natale- li salutò in
procinto di
piangere.
- Ellie
si ritrovò in un salotto piccolo e
accogliente, con le pareti bianche ricoperte di cornici, il divano a
tre posti
di pelle marrone su cui il cane si accucciò, un tappeto
persiano dall’aria
antica e una piccola stufa a legna che riscaldava l’aria
profumata di arancia e
cannella.
- Un
albero decorato con bambole di pezza e lucine
gialle si alzava ad un lato della stanza, rallegrandola e illuminandola.
- Trisha
si piegò meccanicamente sul divano,
aggiustando i cuscini già perfetti -Yaser è di
la…con…con…- balbettò col
viso
rivolto verso il basso, attenta a non osservare suo figlio.
- Zayn
si schiarì la voce, sbottonando il giubbotto
di pelle.
- Sotto
indossava un maglioncino beige con ricami
rossi dall’aria molto natalizia, ed Ellie ne rimase
estremamente colpita; non
avrebbe mai immaginato che potesse indossare cose tanto allegre.
- -Andiamo
di la a salutare- le disse prendendo il
suo cappotto bianco e consegnandoli entrambi a sua madre che li prese
subito
per posarli.
- Zayn
le prese la mano, stringendola un pò più del
dovuto, e la guidò per un piccolo corridoio fino ad una
porta aperta a metà che
recitava su un cartello rosa e bianco il nome di
‘Safaa’.
- Bussò
appena prima di aprirla e bloccarsi sulla
soglia.
- La
stanza era piccola e colorata, piena di
giocattoli e libri; in un angolino erano ammucchiate flebo, scatole di
pillole,
punture e macchinari strani che non aveva mai visto.
- Yaser
era inginocchiato a terra su un tappeto
peloso di colore fucsia con in mano un peluche a forma di coniglietto,
si voltò
verso la porta e sorrise ai nuovi arrivati.
- Non
ebbe il tempo di aprire bocca perché una
bambina saltò giù dal letto e camminò
barcollante in contro a suo figlio.
- -Zayn-
la voce era fioca ma felice.
- Il
ragazzo che fino ad un attimo prima aveva
l’aria stanca e distrutta, indossò un sorriso
dolce, prendendola in braccio.
- -Ehi
pulce- la salutò baciandogli una guancia.
- La
bambina sorrise, scoprendo gli spazi vuoti dei
dentini che le erano caduti.
- Il
ragazzo la rimise a letto ed Ellie potette
osservarla meglio.
- Indossava
un pigiama rosa con dei motivi di
farfalle e delle ciabattine a forma di coniglietto erano abbandonate ai
piedi
del letto, aveva la pelle ambrata ma pallida e quasi trasparente, sul collo un cerotto bianco
che scompariva
nella maglietta di cotone, gli occhioni
grandi e marroni dalle lunghe ciglia proprio come
quelle del fratello e
sulla testa liscia e senza capelli portava un cappellino viola di
spugna.
- Quando
le rivolse lo sguardo intenso Ellie
percepì una fitta che le contrasse il cuore, le sorrise
dolcemente e la bambina
seppur intimorita ricambiò con il suo sorrisetto sdentato.
- Il
fratello le accarezzò una guancia –Lei
è
Ellie, la mia…fidanzata-
spiegò incerto.
- Ellie
spalancò gli occhi, completamente
impreparata a quella dichiarazione, esclamazione, confessione o
qualsiasi cosa
fosse.
- Zayn
le rivolse lo sguardo giusto un secondo e
lei capì che ne avrebbero parlato successivamente.
- Si
concentrò sul viso
della bambina, notando che il suo sorriso
si era spento
–E’ per colpa sua che non
vieni più a trovarmi?- domandò con la voce
triste, abbassando lo sguardo a
terra.
- Zayn
strinse i pugni, inginocchiandosi ai piedi
del letto –M..ma c…certo che no pulce-
balbettò prendendole le mani piccole e
paffute –I..io sai i lavoretti, i corsi di disegno, e poi non
mi lasciano
uscire molto lì…io..-.
- Yaser
posò il peluche per terra, alzandosi e
sorridendo –Ti ho già spiegato che tuo fratello
non può Safaa-
disse con calma, sorridendo a sua
figlia.
- La
bambina annuì –Se lui non può ci vado
io
allora- protestò corrugando la fronte.
- Ellie
sorrise, la sua espressione contrariata era
terribilmente uguale a quella di suo fratello.
- -Tesoro
ne abbiamo già parlato, non farebbe bene
alla tua salute. E comunque non è carino comportarsi
così con le persone che
non conosci, sai?- Yaser le prese il nasino tra l’indice e il
medio,
sorridendole canzonatorio.
- Riuscì
nel suo tacito intento di cambiare
discorso quando la bambina
annuì ancora
–Scusa- le disse dispiaciuta.
- Ellie
le sorrise di nuovo –Non preoccuparti,
capisco cosa significa dover stare senza Zayn per troppo tempo- disse
timidamente.
- La
bambina annuì –Già- le fece segno di
avvicinarsi e alzò le mani per farla abbassare e lei si
inginocchiò –Che bei
capelli che hai, posso farti le trecce?- domandò innamorata rigirandosi le
sue ciocche tra le
mani.
- Essere
diretti era una caratteristica di
famiglia, così come l’assenza di timidezza.
- -Safaa..-
la ripresero all’unisono suo padre e
suo fratello, ma Ellie alzò le spalle –Certo che
puoi- le sorrise timidamente.
- La
bambina le prese la mano, alzandosi lentamente
dal letto e trascinandola sul divano del salotto mentre suo padre
ridacchiava.
- Zayn
le seguì con la fronte corrugatae si sedette
di fianco a loro, Ellie gli sorrise rassicurante e lui le prese la mano
sul
cuscino del divano.
- -Mi
ricordano così tanto i miei- ammise la
bambina intrecciandogli i capelli in due trecce lunghe e sottili.
- Il
ragazzo deglutì rumorosamente, lasciando la
mano della ragazza e alzandosi in piedi –Va..vado in bagno-
disse uscendo dalla
stanza.
- Quando
tornò nella stanza Safaa annunciò che la
sua pettinatura era pronta –Non sono bellissimi?-
trillò giocando con il cane
che le mordicchiava il braccio.
- Zayn
incatenò lo sguardo con la ragazza, annuendo
–Si, lo è- sorrise riferendosi a Ellie che
arrossì.
- Trisha
servì il pasticcio di carne e verdure al
centro della tavola, profumando tutta la stanza –E’
pronto- annunciò prendendo
posto vicino a suo marito.
- Zayn
prese in braccio la bambina aiutandola a
sedere al suo posto per poi avvicinare la sedia al suo fianco per
sedersi
vicino a lei.
- -Voglio
stare in braccio- si lamentò la bambina
mettendo su il broncio.
- Yaser
posò il suo bicchiere di vino –Sei grande
ormai Safaa-.
- Zayn
scosse la testa –Vieni- sorrise
alla bambina mettendola sulle sue ginocchia
mentre lei ridacchiava contenta.
- Ellie
sentì il cuore scaldarsi e mentre osservava
il ragazzo che imboccava premurosamente la sua sorellina
cominciò a mangiare in
silenzio.
- Quando
la sua fetta di pudding era quasi finita
si accorse che erano le ventidue.
- Sua
madre si schiarì la voce, slegandosi il
grembiule natalizio –Tesoro, è ora di andare a
dormire per te- disse sorridendo
alla bambina.
- Safaa
sulle sue ginocchia sbadigliò, scuotendo la
testa –Non ancora mamma- sussurrò dispiaciuta
stringendo le sue mani.
- Zayn
sentì lo stomaco chiudersi completamente e
allontanando il piatto da sotto il suo naso la strinse tra le braccia e
si alzò
–Vieni pulce, ti racconto una storia- le sorrise dolcemente.
- -Grazie-
la voce era più fioca del solito e
l’espressione era stanca.
- Zayn
osservò Ellie –Torno presto- la avvisò
con
sguardo dispiaciuto.
- Ellie
sorrise rassicurante –Figurati, prenditi
tutto il tempo che ti serve- gli disse in un sussurro.
- Zayn
si avviò nella camera di sua sorella,
tenendola tra le braccia.
- La
sera era sempre la stessa routine, con tutti
gli aghi che aveva consumato sarebbe
potuto diventare un infermiere provetto.
- Sapeva
che era peggiorata negli ultimi tempi e
vederla così era davvero troppo per un codardo come lui.
- Le
spiegò le coperte e la distese nel lettino –Cosa
vuoi sentire pulce?- domandò sorridente appendendo una nuova
bottiglietta alla
stecca della flebo.
- La
aprì, collegandola al tubetto trasparente.
- -Non
possiamo saltare almeno questa sera, Zayn?
E’ Natale- sussurrò socchiudendo gli occhioni
stanchi e sofferenti.
- Zayn
deglutì, cominciando a sentire gli occhi
pizzicargli –Sc..scusa
p..pulce, ma lo
sai che ti serve per stare bene no?- balbettò alzandole la
maglietta e
collegando il tubicino all’ago.
- Safaa
annuì, stringendo i bordi delle coperte.
- Zayn
asciugò una lacrima, piegandosi a cercare un
libro per nascondersi ai suoi occhi –Lasciami indovinare,
Peter Pan?- domandò
con la voce incrinata.
- Lei
ridacchiò e la sua espressione adorabile lo
aiutò a sorriderle dinuovo.
- Si
schiarì la voce, pregando che non gli uscisse
rotta e cominciò a leggere la storia.
- Quando
la bottiglietta fu quasi a metà la bambina
cominciò a lamentarsi per il dolore.
- -Pulce,
ehi, è quasi finita su- le sussurrò
dolcemente accarezzandole la testa.
- Safaa
annuì –Continua la storia- lo supplicò
digrignando i denti.
- Si
strofinò gli occhi col dorso della mano,
continuando a leggere con espressione.
- Quando
finalmente la flebo fu finita la staccò
immediatamente, riponendola in un angolo buio.
- Safaa
sorrise –Zayn stai un altro pò con me? Non
riesco a dormire- lo pregò rannicchiandosi.
- Lui
annuì, togliendosi le scarpe –Fammi spazio-
sorrise infilandosi sotto alle coperte e racchiudendo il suo piccolo
corpicino
tra le braccia.
- -Zayn
quando starò meglio verrò a trovarti ogni
giorno- sussurrò con la testa appoggiata sul suo petto.
- Zayn
venne scosso da un singhiozzo –Pulce, ti
voglio bene- sussurrò tra i suoi capelli stringendola.
- Safaa
chiuse gli occhi, lasciando la sua presa
dal suo maglione.
- -Buonanotte-
le posò un bacio sulla fronte e
quando la bambina fu addormentata
uscì
dal letto e si chiuse la porta alle spalle, lasciandosi scivolare lungo
la
superficie di essa.
- Si
prese la testa fra le mani, lasciando via
libera alle lacrime ed ai singhiozzi.
- Appoggiò
la fronte alle ginocchia,
rannicchiandosi sul pavimento e sperò che
nessun’altro lo sentisse.
- Sapeva
che era stata una pessima idea venire
quella sera, lo sapeva già.
- Ma
nonostante fosse preparato a quello che lo
aspettava non riusciva mai a non sentirsi svuotato o arrabbiato.
- Era
un codardo, uno stupido codardo spaventato
dalla sofferenza negli occhi di quella bambina, che pur avendo solo
otto anni
riusciva ad essere molto più forte di lui.
- Conviveva
con quel mostro da quando ne aveva
quattro e ne aveva passate troppe per la sua tenera età.
- E
lui nonostante si vergognasse di essere
scappato dal suo dolore, non riusciva a pensare che quella sera non
sarebbe
dovuto andare.
- Non
lo sopportava di vederla così.
- Quando
sentì le voci della cucina diventare più
alte, prese un respiro profondo e si asciugò gli occhi con
le mani.
- Attese
un attimo che si calmasse il respiro e
ritornò in salotto.
- I
suoi genitori ed Ellie entrarono nella stanza
un attimo dopo.
- -Ti
siamo davvero grati per essere venuta- stava
dicendo suo padre in capo alla fila.
- Lo
osservò e accorgendosi probabilmente degli
occhi arrossati gli rivolse uno sguardo comprensivo.
- -E’
meglio se andiamo- disse ad Ellie che annuì
immediatamente.
- Sua
madre corse a prendere i cappotti
dall’attaccapanni e glieli porse dispiaciuta.
- Li
indossarono in un silenzio imbarazzante e si
avviarono alla porta accompagnati dai suoi genitori.
- Sua
mamma aprì la porta e lui si fermò sulla
soglia –E’ stato un piacere- Ellie si
aprì in uno dei suoi sorrisi adorabili e
gentili e la strinse in un abbraccio.
- -Anche
per noi, se ti va torna a trovarci qualche
volta- rispose suo padre, abbracciando la moglie.
- Zayn
si irrigidì all’idea di dover ritornare e
riaffrontare tutto quello un’altra volta.
- Fece
qualche passo in dietro verso la rampa di
scale e –Buon Natale- li salutò con un gesto della
testa, prima di rimettere le
mani in tasca e correre giù.
- Sentì
Ellie salutare un ultima volta e poi i suoi
passi leggeri seguirlo sulle scale.
- Si
fermò davanti al portone d’ingresso e attese
che lo raggiungesse.
- Le
prese la mano e aprì la porta, immergendosi di
nuovo nel freddo pizzicante di dicembre.
- Attesero
in silenzio che arrivasse la
metropolitana e quando finalmente si accomodarono sui sedili ruvidi e
sporchi
le fece segno di appoggiare la testa sul suo petto.
- Il
mezzo era deserto come era giusto che fosse
alla vigilia di natale persino il conducente era stato sostituito dal
cambio
automatico.
- Quando
la voce metallica annunciò la fermata
della casa della ragazza Zayn abbottonò la zip del giubbotto
fino all’ultimo,
pronto ad accompagnarla a casa.
- Le
strinse la mano con la sua e la guidò nel buio
della sera.
- Quando
ormai erano quasi arrivati si accorse di
come si stesse letteralmente torturando il labbro inferiore con i denti.
- Si
fermò e mentre lei lo osservava perplessa lui
col pollice liberò le sue labbra –Cosa vuoi
dirmi?- le domandò sorridendo.
- Lei
arrossì e nascose il viso nell’incavo tra il
suo collo e la spalla –N..nulla- balbettò
imbarazzata.
- Zayn
le strinse le mani sulla schiena –Percepisco
quando sei nervosa- le sussurrò all’orecchio
beandosi del profumo dolciastro
dei suoi capelli.
- Ellie
mugolò –Ecco…io stavo pensando che,
beh,
visto che mia zia è partita e che domani è
Natale, beh..io, cioè tu potevi
venire da me a festeggiarlo e ri…rimanere da me stanotte-.
- Zayn
fece scorrere le sue mani in una carezza
lenta –Teoricamente non potrei non ritornare al centro per la
notte-.
- -Oh
si, capisco e poi non hai nulla con te
e…magari preferisci tornare a casa e ti capisco, non devi
accettare per forza
era solo un’ ipotesi- continuò sempre
più imbarazzata.
- Zayn
le alzò il viso dal suo rifugio, per bearsi
della sua espressione tenera e impacciata e le baciò la
punta del naso
arrossata dal freddo –Non desidero nient’altro se
non restare con te stanotte- le
sussurrò.
- Ellie
arrossì ancora di più e il suo sguardo si
accese di quella scintilla irresistibile che le si
accendeva ogni volta che lui si apriva un
pò
di più a lei, e viceversa.
- Entrarono
nella casa calda e buia in silenzio e
raggiunsero la sua camera.
- La
luce gli fece pizzicare gli occhi ormai
abituati alla notte scura e si ritrovò in una stanza dalle
pareti color salmone
e i mobili bianchi.
- Il
letto era grande e all’apparenza comodo e
l’aria profumava di frutti.
- Ellie
posò il suo cappotto nella cabina armadio
–Non ho abiti maschili da prestarti- disse dispiaciuta
prendendo anche il suo.
- Zayn
scosse la testa –Tranquilla, dormirò
così
non mi importa-.
- -Vado
di la a cambiarmi, tu mettiti comodo- lo
invitò prendendo una vestaglia da un cassetto.
- Annuì
e la osservò sparire dietro alla porta del
bagno.
- Sospirò
e si sedette sul letto morbido, si
slacciò le scarpe, sfilò il maglioncino rimanendo
in canottiera e si infilò
sotto le coperte, aspettando che tornasse.
- Poco
dopo apparve sulla soglia della porta con
una vestaglia di seta bianca a maniche lunghe; i primi due bottoni
sbottonati
non aiutarono a tranquillizzarlo affatto.
- Con
i piedi scalzi corse nel letto e percepì i
suoi brividi di freddo scuotere il materasso.
- Si
avvolse nelle coperte, voltandosi dal suo lato
e sorridendogli adorabilmente.
- Lui
le accarezzò una guancia lentamente
accorgendosi di come la sua pelle risultasse sempre un pò
più liscia ogni volta
che la sfiorava.
- -So
che non vuoi, ma dovremmo parlarne- sussurrò
dispiaciuta spegnendo l’abatjour.
- Forse
pensò che il buio lo avrebbe aiutato a
parlare e così fu, perché non percepire nulla
attorno a se gli diede la
sensazione che quel discorso stesse avvenendo solo nella sua testa e
che non
stava davvero raccontandosi a qualcuno.
- Non
gli andava per niente di ritornare a quei
pensieri che lo uccidevano nel profondo, ma per lei avrebbe fatto
questo ed
altro.
- -Lo
so, puoi chiedimi ciò che vuoi, solo
preferirei se mi abbracciassi- ammise con la voce stanca.
- Un
attimo dopo la sentì appoggiarsi col busto sul
suo petto e cercò di stringerla a se il più
possibile.
- Seguirono
attimi di silenzio in cui probabilmente
riflettè minuziosamente sulle parole giuste da usare.
- Faceva
parte di lei essere perfetta sotto ogni
punto di vista.
- Cominciò
ad accarezzargli il braccio con le dita
fredde –Tua sorella ti adora- gli sussurrò
dolcemente.
- Zayn
percepì una fitta nel torace, all’altezza
del cuore e il respiro per un attimo gli mancò –Lo
so, e so anche di non
meritarmelo- la voce gli uscì dura e tagliente.
- Ellie
strinse la presa attorno alle sue spalle –Perché
non fai altro che ripetere che persona orribile tu sia, Zayn?-
domandò con tono
arrabbiato, e lui immaginò nel buio le sopracciglia
aggrottarsi e il viso
contrarsi in un espressione corrucciata ed adorabile allo stesso tempo.
- -Perché
sono un egoista Ellie e scappo da lei perché
il suo dolore mi provoca altro dolore. E sono codardo perchè
nonostante ogni
santissimo giorno non faccio che ripetermi che con la mia codardia
peggioro
solo la situazione, e anche se mi ripeto che devo smetterla, cerco
sempre di
convincermi che è meglio così, perché
pensare a quello che lei affronta ogni giorno
mi distrugge, mi divora; e allo stesso tempo sono così
irrealista che
preferisco ricordarla come la bambina di tre anni che ride quando le
faccio il
solletico e che quando mangia il budino al cioccolato si sbrodola tutta
piuttosto che aprire gli occhi e affrontare assieme a lei quel mostro
che la
logora un pò di più giorno per giorno-
un’altra fitta forte e decisa gli bloccò
il respiro ancora una volta e si aggrappò a lei come se
fosse l’unico appiglio
capace di farlo restare in superficie.
- -E
sono illogico perché sfogo la mia rabbia su
persone e cose che non c’entrano nulla e sono anche accidioso
perché io non
voglio cambiare, non voglio affrontare il dolore. Sono un casino, un
ammasso di
cose negative e tu non immagini in che disastro ti sia imbattuta-
concluse con
la voce rotta.
- Sentì
il suo respiro leggero solleticargli il
collo nudo e le mani intrecciarsi nei suoi capelli –Zayn?- lo
richiamò con il
tono basso e insicuro.
- -Mmmh?-
chiese con un lamento.
- -Io
credo di essermi innamorata di te- ammise timidamente
in un sussurro così basso che a lui sembrò tutto
un incasinato e meraviglioso
sogno.
- In
un attimo la spinse sotto di lui, facendo
aderire ogni piccola parte del suo corpo a quello di lei -Anche io, e
ne sono
convinto- il timbro era rauco e trascinato.
- La
baciò voracemente e il suo inconfondibile
sapore di innocenza lo mandò letteralmente in estasi.
- -Ellie
dimmi cosa vuoi che accada stanotte, ti
prego, ascolterò ogni tua richiesta. Ma ho bisogno di
sentirmelo dire- la
supplicò baciandole il collo.
- Lei
si strinse di più al suo corpo caldo –Voglio
dormire e stringerti a me. Voglio farti sentire quanto io sia grata a
dio, al
destino o a qualsiasi altra divinità per aver permesso di
imbattermi in te-.
- Zayn
percepì per la terza volta una fitta, questa
volta però ricca di vita e appagamento.
- Rimase
in silenzio perché nessuno dei due aveva
bisogno di parole, ad entrambi bastavano le loro gambe intrecciate e i
pezzi
della loro anima incastrati insieme in un mosaico d’amore.
- Buonasera
a tutte le lettrici che sono sopravvissute a questo
concentrato di dolore e infinita diabeticità.
- Non
so se sono riuscita nell’intento di trasmettere come avrei
voluto le
emozioni di Zayn o degli altri personaggi coinvolti nel capitolo,
perché è uno
dei più fondamentali dell’intera storia visto che
spiega definitivamente il perché
del suo comportamento ma ho cercato di fare del mio meglio.
- Beh,
ditemi voi cosa ve ne pare, se si capisce qualcosa o ciò che
ho
sbagliato.
- I
vostri pareri mi sarebbero davvero d’aiuto.
- Vado
via, vi lascio gli auguri di Buon Natale nel caso non riuscissi ad
aggiornare (anche se non credo) e spero di rivederci il prima possibile.
- Seeee
u son x