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Autore: Ella_x    17/12/2014    3 recensioni
Ellie annuì –E allora…che cosa vuoi?- la voce le si incrinò e neppure lei sapeva il perché.
Zayn alzò le spalle possenti –Niente- rispose girandosi verso di lei.
I loro sguardi si incollarono l’uno all’altro come un magnete all’acciaio.
-Il problema è che non voglio proprio niente. Ed è questo niente che mi spinge da te capisci? Questo niente che mi dice ‘tu vuoi stare con lei, quindi vai’. Non lo posso spiegare cosa voglio ma questo qualcosa non riesco ad ignorarlo- concluse.
La ragazza rimase in silenzio, veramente non sapeva cosa dire.
Le opzioni erano due: scappare da quel tipo strano e maleducato, o fidarsi.
E per lei che non aveva nemmeno mai creduto per un secondo al topolino dei denti da piccola la cosa fu alquanto sorprendente.
Perché rimanendo seduta lì in silenzio aveva appena capito di aver deciso di fidarsi.
Zayn la osservò di nuovo, sta volta ancora più intensamente se possibile –Allora, vuoi andare via?- domandò timoroso.
Ellie sospirò, stringendo le ginocchia al petto –No, credo di volerti dare il niente che ti spetta- rispose ricambiando lo sguardo.
*SOSPESA PER MOTIVI PERSONALI FINO A DATA DA DESTINARSI*
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Good girl.
 
 
Capitolo 15
 
Ellie si strinse di più nel cappotto bianco, osservando attenta i passi di Zayn che camminava sul marciapiedi deserto di fianco a lei.
Era la vigilia, e ad essere glaciale non era solo la temperatura ma anche il suo comportamento.
I suoi movimenti erano rigidi e meccanici e l’espressione era vuota, inoltre per tutto il tragitto in metropolitana non aveva detto una sola parola, nemmeno uno dei suoi soliti sbuffi che annunciavano il suo nervosismo, si era limitato a guardare fuori dal finestrino con le mani strette attorno alle ginocchia.
Sembrava svuotato di ogni emozione e perso in un mondo completamente differente da quello.
Alzò l’indice per indicargli  un palazzo abbastanza alto e dall’aria vintage: il tetto era a punta, ricoperto di tegole blu e le facciate squadrate erano dipinte di giallo senape, le finestre erano tante e molto alte.
Le ricordava un pò i condomini degli anni 50 o comunque del secolo scorso perchè erano completamente differenti da quelli di nuova generazione che si trovavano al centro della città.
Zayn cercò nella tasca dei suoi pantaloni neri cacciando un mazzo di chiavi, le strinse nel pugno qualche minuto, facendo un passo in dietro e osservando l’intero edificio con espressione malinconica.
-E’ esattamente uguale a come l’avevo lasciato- disse in risposta allo sguardo interrogativo di Ellie.
 Ritornò vicino al portone d’ingresso, aprendolo con un paio di girate e tanta pressione, lo spalancò e lo ascoltò cigolare prima che la invitasse ad entrare.
L’ atrio era spoglio e gelato, il marmo bianco era spezzato solo dalle sei cassette della posta dipinte di blu e da una pianta alta e quasi secca.
Salirono in silenzio le scale fino al quarto piano ma prima di bussare Zayn si fermò, guardandola spaventato e disperato.
Le prese le mani e se la portò entrambe sulle guancie mentre i loro occhi si cercavano –Ho bisogno che tu mi dica che dopo non scapperai, che mi accetterai nonostante io sia una persona orribile- sussurrò aprendo i palmi sulle sue mani.
Ellie gli sorrise dolcemente –Zayn, tu non sei una persona orribile-.
Il ragazzo la ignorò  –Per favore, promettimelo- la supplicò con la voce stanca.
 
Lei annuì –Anche se volessi non potrei mai andarmene perché ormai ti appartengo- sussurrò imbarazzata ma terribilmente sincera.
Zayn sorrise dolcemente, baciandole la fronte per poi suonare il campanello.
La porta di legno scuro si aprì poco dopo,  mostrando sua madre stretta in un vestito rosso che le arrivava al ginocchio, delle ciabatte dall’aria comoda e un grembiule da cucina decorato da disegni natalizi.
Un cocker dal pelo bianco e nero, con orecchie lunghe e penzolanti cominciò a saltellargli attorno, scodinzolando e abbaiando.
-Charlie!- lo riprese la donna prima di spostarsi per lasciarli entrare -Buona vigilia di Natale- li salutò in procinto di piangere.
Ellie si ritrovò in un salotto piccolo e accogliente, con le pareti bianche ricoperte di cornici, il divano a tre posti di pelle marrone su cui il cane si accucciò, un tappeto persiano dall’aria antica e una piccola stufa a legna che riscaldava l’aria profumata di arancia e cannella.
Un albero decorato con bambole di pezza e lucine gialle si alzava ad un lato della stanza, rallegrandola e illuminandola.
Trisha si piegò meccanicamente sul divano, aggiustando i cuscini già perfetti -Yaser è di la…con…con…- balbettò col viso rivolto verso il basso, attenta a non osservare suo figlio.
Zayn si schiarì la voce, sbottonando il giubbotto di pelle.
Sotto indossava un maglioncino beige con ricami rossi dall’aria molto natalizia, ed Ellie ne rimase estremamente colpita; non avrebbe mai immaginato che potesse indossare cose tanto allegre.
-Andiamo di la a salutare- le disse prendendo il suo cappotto bianco e consegnandoli entrambi a sua madre che li prese subito per posarli.
Zayn le prese la mano, stringendola un pò più del dovuto, e la guidò per un piccolo corridoio fino ad una porta aperta a metà che recitava su un cartello rosa e bianco il nome di ‘Safaa’.
Bussò appena prima di aprirla e bloccarsi sulla soglia.
La stanza era piccola e colorata, piena di giocattoli e libri; in un angolino erano ammucchiate flebo, scatole di pillole, punture e macchinari strani che non aveva mai visto.
Yaser era inginocchiato a terra su un tappeto peloso di colore fucsia con in mano un peluche a forma di coniglietto, si voltò verso la porta e sorrise ai nuovi arrivati.
Non ebbe il tempo di aprire bocca perché una bambina saltò giù dal letto e camminò barcollante in contro a suo figlio.
-Zayn- la voce era fioca ma felice.
Il ragazzo che fino ad un attimo prima aveva l’aria stanca e distrutta, indossò un sorriso dolce, prendendola in braccio.
-Ehi pulce- la salutò baciandogli una guancia.
La bambina sorrise, scoprendo gli spazi vuoti dei dentini che le erano caduti.
Il ragazzo la rimise a letto ed Ellie potette osservarla meglio.
Indossava un pigiama rosa con dei motivi di farfalle e delle ciabattine a forma di coniglietto erano abbandonate ai piedi del letto, aveva la pelle ambrata ma pallida e quasi trasparente,  sul collo un cerotto bianco che scompariva nella maglietta di cotone, gli occhioni  grandi e marroni dalle lunghe ciglia proprio come quelle del fratello e sulla testa liscia e senza capelli portava un cappellino viola di spugna.
Quando le rivolse lo sguardo intenso Ellie percepì una fitta che le contrasse il cuore, le sorrise dolcemente e la bambina seppur intimorita ricambiò con il suo sorrisetto sdentato.
Il fratello le accarezzò una guancia –Lei è Ellie, la mia…fidanzata-  spiegò incerto.
Ellie spalancò gli occhi, completamente impreparata a quella dichiarazione, esclamazione, confessione o qualsiasi cosa fosse.
Zayn le rivolse lo sguardo giusto un secondo e lei capì che ne avrebbero parlato successivamente.
Si concentrò sul  viso della bambina, notando che il suo sorriso si  era spento –E’ per colpa sua che non vieni più a trovarmi?- domandò con la voce triste, abbassando lo sguardo a terra.
Zayn strinse i pugni, inginocchiandosi ai piedi del letto –M..ma c…certo che no pulce- balbettò prendendole le mani piccole e paffute –I..io sai i lavoretti, i corsi di disegno, e poi non mi lasciano uscire molto lì…io..-.
Yaser posò il peluche per terra, alzandosi e sorridendo –Ti ho già spiegato che tuo fratello non può  Safaa- disse con calma, sorridendo a sua figlia.
La bambina annuì –Se lui non può ci vado io allora- protestò corrugando la fronte.
Ellie sorrise, la sua espressione contrariata era terribilmente uguale a quella di suo fratello.
-Tesoro ne abbiamo già parlato, non farebbe bene alla tua salute. E comunque non è carino comportarsi così con le persone che non conosci, sai?- Yaser le prese il nasino tra l’indice e il medio, sorridendole canzonatorio.
Riuscì nel suo tacito intento di cambiare discorso quando la  bambina annuì ancora –Scusa- le disse dispiaciuta.
Ellie le sorrise di nuovo –Non preoccuparti, capisco cosa significa dover stare senza Zayn per troppo tempo- disse timidamente.
La bambina annuì –Già- le fece segno di avvicinarsi e alzò le mani per farla abbassare e lei si inginocchiò –Che bei capelli che hai, posso farti le trecce?- domandò  innamorata rigirandosi le sue ciocche tra le mani.
Essere diretti era una caratteristica di famiglia, così come l’assenza di timidezza.
-Safaa..- la ripresero all’unisono suo padre e suo fratello, ma Ellie alzò le spalle –Certo che puoi- le sorrise timidamente.
La bambina le prese la mano, alzandosi lentamente dal letto e trascinandola sul divano del salotto mentre suo padre ridacchiava.
Zayn le seguì con la fronte corrugatae si sedette di fianco a loro, Ellie gli sorrise rassicurante e lui le prese la mano sul cuscino del divano.
-Mi ricordano così tanto i miei- ammise la bambina intrecciandogli i capelli in due trecce lunghe e sottili.
Il ragazzo deglutì rumorosamente, lasciando la mano della ragazza e alzandosi in piedi –Va..vado in bagno- disse uscendo dalla stanza.
Quando tornò nella stanza Safaa annunciò che la sua pettinatura era pronta –Non sono bellissimi?- trillò giocando con il cane che le mordicchiava il braccio.
Zayn incatenò lo sguardo con la ragazza, annuendo –Si, lo è- sorrise riferendosi a Ellie che arrossì.
Trisha servì il pasticcio di carne e verdure al centro della tavola, profumando tutta la stanza –E’ pronto- annunciò prendendo posto vicino a suo marito.
Zayn prese in braccio la bambina aiutandola a sedere al suo posto per poi avvicinare la sedia al suo fianco per sedersi vicino a lei.
-Voglio stare in braccio- si lamentò la bambina mettendo su il broncio.
Yaser posò il suo bicchiere di vino –Sei grande ormai Safaa-.
Zayn scosse la testa –Vieni- sorrise  alla bambina mettendola sulle sue ginocchia mentre lei ridacchiava contenta.
Ellie sentì il cuore scaldarsi e mentre osservava il ragazzo che imboccava premurosamente la sua sorellina cominciò a mangiare in silenzio.
 
 
Quando la sua fetta di pudding era quasi finita si accorse che erano le ventidue.
Sua madre si schiarì la voce, slegandosi il grembiule natalizio –Tesoro, è ora di andare a dormire per te- disse sorridendo alla bambina.
Safaa sulle sue ginocchia sbadigliò, scuotendo la testa –Non ancora mamma- sussurrò dispiaciuta stringendo le sue mani.
Zayn sentì lo stomaco chiudersi completamente e allontanando il piatto da sotto il suo naso la strinse tra le braccia e si alzò –Vieni pulce, ti racconto una storia- le sorrise dolcemente.
-Grazie- la voce era più fioca del solito e l’espressione era stanca.
Zayn osservò Ellie –Torno presto- la avvisò con sguardo dispiaciuto.
Ellie sorrise rassicurante –Figurati, prenditi tutto il tempo che ti serve- gli disse in un sussurro.
Zayn si avviò nella camera di sua sorella, tenendola tra le braccia.
La sera era sempre la stessa routine, con tutti gli aghi che aveva consumato sarebbe  potuto diventare un infermiere provetto.
Sapeva che era peggiorata negli ultimi tempi e vederla così era davvero troppo per un codardo come lui.
Le spiegò le coperte e la distese nel lettino –Cosa vuoi sentire pulce?- domandò sorridente appendendo una nuova bottiglietta alla stecca della flebo.
La aprì, collegandola al tubetto trasparente.
-Non possiamo saltare almeno questa sera, Zayn? E’ Natale- sussurrò socchiudendo gli occhioni stanchi e sofferenti.
Zayn deglutì, cominciando a sentire gli occhi pizzicargli  –Sc..scusa p..pulce, ma lo sai che ti serve per stare bene no?- balbettò alzandole la maglietta e collegando il tubicino all’ago.
Safaa annuì, stringendo i bordi delle coperte.
Zayn asciugò una lacrima, piegandosi a cercare un libro per nascondersi ai suoi occhi –Lasciami indovinare, Peter Pan?- domandò con la voce incrinata.
Lei ridacchiò e la sua espressione adorabile lo aiutò a sorriderle dinuovo.
Si schiarì la voce, pregando che non gli uscisse rotta e cominciò a leggere la storia.
Quando la bottiglietta fu quasi a metà la bambina cominciò a lamentarsi per il dolore.
-Pulce, ehi, è quasi finita su- le sussurrò dolcemente accarezzandole la testa.
Safaa annuì –Continua la storia- lo supplicò digrignando i denti.
Si strofinò gli occhi col dorso della mano, continuando a leggere con espressione.
Quando finalmente la flebo fu finita la staccò immediatamente, riponendola in un angolo buio.
Safaa sorrise –Zayn stai un altro pò con me? Non riesco a dormire- lo pregò rannicchiandosi.
Lui annuì, togliendosi le scarpe –Fammi spazio- sorrise infilandosi sotto alle coperte e racchiudendo il suo piccolo corpicino tra le braccia.
-Zayn quando starò meglio verrò a trovarti ogni giorno- sussurrò con la testa appoggiata sul suo petto.
Zayn venne scosso da un singhiozzo –Pulce, ti voglio bene- sussurrò tra i suoi capelli stringendola.
Safaa chiuse gli occhi, lasciando la sua presa dal suo maglione.
-Buonanotte- le posò un bacio sulla fronte e quando la bambina fu addormentata  uscì dal letto e si chiuse la porta alle spalle, lasciandosi scivolare lungo la superficie di essa.
Si prese la testa fra le mani, lasciando via libera alle lacrime ed ai singhiozzi.
Appoggiò la fronte alle ginocchia, rannicchiandosi sul pavimento e sperò che nessun’altro lo sentisse.
Sapeva che era stata una pessima idea venire quella sera, lo sapeva già.
Ma nonostante fosse preparato a quello che lo aspettava non riusciva mai a non sentirsi svuotato o arrabbiato.
Era un codardo, uno stupido codardo spaventato dalla sofferenza negli occhi di quella bambina, che pur avendo solo otto anni riusciva ad essere molto più forte di lui.
Conviveva con quel mostro da quando ne aveva quattro e ne aveva passate troppe per la sua tenera età.
E lui nonostante si vergognasse di essere scappato dal suo dolore, non riusciva a pensare che quella sera non sarebbe dovuto andare.
Non lo sopportava di vederla così.
Quando sentì le voci della cucina diventare più alte, prese un respiro profondo e si asciugò gli occhi con le mani.
Attese un attimo che si calmasse il respiro e ritornò in salotto.
I suoi genitori ed Ellie entrarono nella stanza un attimo dopo.
-Ti siamo davvero grati per essere venuta- stava dicendo suo padre in capo alla fila.
Lo osservò e accorgendosi probabilmente degli occhi arrossati gli rivolse uno sguardo comprensivo.
-E’ meglio se andiamo- disse ad Ellie che annuì immediatamente.
Sua madre corse a prendere i cappotti dall’attaccapanni e glieli porse dispiaciuta.
Li indossarono in un silenzio imbarazzante e si avviarono alla porta accompagnati dai suoi genitori.
Sua mamma aprì la porta e lui si fermò sulla soglia –E’ stato un piacere- Ellie si aprì in uno dei suoi sorrisi adorabili e gentili e la strinse in un abbraccio.
-Anche per noi, se ti va torna a trovarci qualche volta- rispose suo padre, abbracciando la moglie.
Zayn si irrigidì all’idea di dover ritornare e riaffrontare tutto quello un’altra volta.
Fece qualche passo in dietro verso la rampa di scale e –Buon Natale- li salutò con un gesto della testa, prima di rimettere le mani in tasca e correre giù.
Sentì Ellie salutare un ultima volta e poi i suoi passi leggeri seguirlo sulle scale.
Si fermò davanti al portone d’ingresso e attese che lo raggiungesse.
Le prese la mano e aprì la porta, immergendosi di nuovo nel freddo pizzicante di dicembre.
Attesero in silenzio che arrivasse la metropolitana e quando finalmente si accomodarono sui sedili ruvidi e sporchi le fece segno di appoggiare la testa sul suo petto.
Il mezzo era deserto come era giusto che fosse alla vigilia di natale persino il conducente era stato sostituito dal cambio automatico.
Quando la voce metallica annunciò la fermata della casa della ragazza Zayn abbottonò la zip del giubbotto fino all’ultimo, pronto ad accompagnarla a casa.
Le strinse la mano con la sua e la guidò nel buio della sera.
Quando ormai erano quasi arrivati si accorse di come si stesse letteralmente torturando il labbro inferiore con i denti.
Si fermò e mentre lei lo osservava perplessa lui col pollice liberò le sue labbra –Cosa vuoi dirmi?- le domandò sorridendo.
Lei arrossì e nascose il viso nell’incavo tra il suo collo e la spalla –N..nulla- balbettò imbarazzata.
Zayn le strinse le mani sulla schiena –Percepisco quando sei nervosa- le sussurrò all’orecchio beandosi del profumo dolciastro dei suoi capelli.
Ellie mugolò –Ecco…io stavo pensando che, beh, visto che mia zia è partita e che domani è Natale, beh..io, cioè tu potevi venire da me a festeggiarlo e ri…rimanere da me stanotte-.
Zayn fece scorrere le sue mani in una carezza lenta –Teoricamente non potrei non ritornare al centro per la notte-.
-Oh si, capisco e poi non hai nulla con te e…magari preferisci tornare a casa e ti capisco, non devi accettare per forza era solo un’ ipotesi- continuò sempre più imbarazzata.
Zayn le alzò il viso dal suo rifugio, per bearsi della sua espressione tenera e impacciata e le baciò la punta del naso arrossata dal freddo –Non desidero nient’altro se non restare con te stanotte- le sussurrò.
Ellie arrossì ancora di più e il suo sguardo si accese di quella scintilla irresistibile che le si  accendeva ogni volta che lui si apriva un pò di più a lei, e viceversa.
Entrarono nella casa calda e buia in silenzio e raggiunsero la sua camera.
La luce gli fece pizzicare gli occhi ormai abituati alla notte scura e si ritrovò in una stanza dalle pareti color salmone e i mobili bianchi.
Il letto era grande e all’apparenza comodo e l’aria profumava di frutti.
Ellie posò il suo cappotto nella cabina armadio –Non ho abiti maschili da prestarti- disse dispiaciuta prendendo anche il suo.
Zayn scosse la testa –Tranquilla, dormirò così non mi importa-.
-Vado di la a cambiarmi, tu mettiti comodo- lo invitò prendendo una vestaglia da un cassetto.
Annuì e la osservò sparire dietro alla porta del bagno.
Sospirò e si sedette sul letto morbido, si slacciò le scarpe, sfilò il maglioncino rimanendo in canottiera e si infilò sotto le coperte, aspettando che tornasse.
Poco dopo apparve sulla soglia della porta con una vestaglia di seta bianca a maniche lunghe; i primi due bottoni sbottonati non aiutarono a tranquillizzarlo affatto.
Con i piedi scalzi corse nel letto e percepì i suoi brividi di freddo scuotere il materasso.
Si avvolse nelle coperte, voltandosi dal suo lato e sorridendogli adorabilmente.
Lui le accarezzò una guancia lentamente accorgendosi di come la sua pelle risultasse sempre un pò più liscia ogni volta che la sfiorava.
-So che non vuoi, ma dovremmo parlarne- sussurrò dispiaciuta spegnendo l’abatjour.
Forse pensò che il buio lo avrebbe aiutato a parlare e così fu, perché non percepire nulla attorno a se gli diede la sensazione che quel discorso stesse avvenendo solo nella sua testa e che non stava davvero raccontandosi a qualcuno.
Non gli andava per niente di ritornare a quei pensieri che lo uccidevano nel profondo, ma per lei avrebbe fatto questo ed altro.
-Lo so, puoi chiedimi ciò che vuoi, solo preferirei se mi abbracciassi- ammise con la voce stanca.
Un attimo dopo la sentì appoggiarsi col busto sul suo petto e cercò di stringerla a se il più possibile.
Seguirono attimi di silenzio in cui probabilmente riflettè minuziosamente sulle parole giuste da usare.
Faceva parte di lei essere perfetta sotto ogni punto di vista.
Cominciò ad accarezzargli il braccio con le dita fredde –Tua sorella ti adora- gli sussurrò dolcemente.
Zayn percepì una fitta nel torace, all’altezza del cuore e il respiro per un attimo gli mancò –Lo so, e so anche di non meritarmelo- la voce gli uscì dura e tagliente.
Ellie strinse la presa attorno alle sue spalle –Perché non fai altro che ripetere che persona orribile tu sia, Zayn?- domandò con tono arrabbiato, e lui immaginò nel buio le sopracciglia aggrottarsi e il viso contrarsi in un espressione corrucciata ed adorabile allo stesso tempo.
-Perché sono un egoista Ellie e scappo da lei perché il suo dolore mi provoca altro dolore. E sono codardo perchè nonostante ogni santissimo giorno non faccio che ripetermi che con la mia codardia peggioro solo la situazione, e anche se mi ripeto che devo smetterla, cerco sempre di convincermi che è meglio così, perché pensare a quello che lei affronta ogni giorno mi distrugge, mi divora; e allo stesso tempo sono così irrealista che preferisco ricordarla come la bambina di tre anni che ride quando le faccio il solletico e che quando mangia il budino al cioccolato si sbrodola tutta piuttosto che aprire gli occhi e affrontare assieme a lei quel mostro che la logora un pò di più giorno per giorno- un’altra fitta forte e decisa gli bloccò il respiro ancora una volta e si aggrappò a lei come se fosse l’unico appiglio capace di farlo restare in superficie.
-E sono illogico perché sfogo la mia rabbia su persone e cose che non c’entrano nulla e sono anche accidioso perché io non voglio cambiare, non voglio affrontare il dolore. Sono un casino, un ammasso di cose negative e tu non immagini in che disastro ti sia imbattuta- concluse con la voce rotta.
Sentì il suo respiro leggero solleticargli il collo nudo e le mani intrecciarsi nei suoi capelli –Zayn?- lo richiamò con il tono basso e insicuro.
-Mmmh?- chiese con un lamento.
-Io credo di essermi innamorata di te- ammise timidamente in un sussurro così basso che a lui sembrò tutto un incasinato e meraviglioso sogno.
In un attimo la spinse sotto di lui, facendo aderire ogni piccola parte del suo corpo a quello di lei -Anche io, e ne sono convinto- il timbro era rauco e trascinato.
La baciò voracemente e il suo inconfondibile sapore di innocenza lo mandò letteralmente in estasi.
-Ellie dimmi cosa vuoi che accada stanotte, ti prego, ascolterò ogni tua richiesta. Ma ho bisogno di sentirmelo dire- la supplicò baciandole il collo.
Lei si strinse di più al suo corpo caldo –Voglio dormire e stringerti a me. Voglio farti sentire quanto io sia grata a dio, al destino o a qualsiasi altra divinità per aver permesso di imbattermi in te-.
Zayn percepì per la terza volta una fitta, questa volta però ricca di vita e appagamento.
Rimase in silenzio perché nessuno dei due aveva bisogno di parole, ad entrambi bastavano le loro gambe intrecciate e i pezzi della loro anima incastrati insieme in un mosaico d’amore.
 
Buonasera a tutte le lettrici che sono sopravvissute a questo concentrato di dolore e infinita diabeticità.
Non so se sono riuscita nell’intento di trasmettere come avrei voluto le emozioni di Zayn o degli altri personaggi coinvolti nel capitolo, perché è uno dei più fondamentali dell’intera storia visto che spiega definitivamente il perché del suo comportamento ma ho cercato di fare del mio meglio.
Beh, ditemi voi cosa ve ne pare, se si capisce qualcosa o ciò che ho sbagliato.
I vostri pareri mi sarebbero davvero d’aiuto.
Vado via, vi lascio gli auguri di Buon Natale nel caso non riuscissi ad aggiornare (anche se non credo) e spero di rivederci il prima possibile.
Seeee u son x
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