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Autore: Umiko    18/12/2014    12 recensioni
"Lotus Hotel, il paradiso al giusto prezzo".
Nico sviene davanti al Lotus Hotel e viene ospitato dal suo gestore, Percy.
Ma sarà davvero un paradiso?
***QUESTA FANFICTION E' UNA TRADUZIONE. TUTTI I DIRITTI VANNO ALL'AUTRICE ORIGINALE. LINK ALL'INTERNO.***
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ed eccomi qui, dopo quattro giorni di traduzione, pronta con il secondo capitolo! Devo dire che mi sono sorpresa da sola AHAHAHAHAH :')
Inanzitutto, ribadisco che il seguente testo è una traduzione dall'inglese della meravigliosa fanfiction Children of Loss (qui il link:
X) creata da XTheSonofHadesX (qui il profilo: X), che mi ha concesso gentilmente i diritti della storia. Come avrete immaginato, ho avvisato l'autore originale della pubblicazione del primo capitolo della mia traduzione e lui si è dimostrato felicissimo di tutti i complimenti che gli avete fatto! Gli fa molto piacere che questa storia abbia tanti commenti positivi già dal primo capitolo c: (e naturalmente anche a me XD).
Per quanto riguarda il prossimo, lo pubblicherò sicuramente a breve, anche se penso che per i capitoli successivi ci sarà una pausa un po' più lunga a causa delle festività natalizie - devo partire per le vacanze e non credo che riuscirò a portarmi dietro il computer. Ovviamente, una volta tornata, mi rimetterò subito al lavoro.
Che altro dire? Spero che questo capitolo vi piaccia! Ho fatto un po' di confusione nel tradurre alcune espressioni, secondo me, ma sappiate che cerco sempre di adattarle al contesto nel modo migliore, pur se costretta a sostituire qualche termine con un altro più adeguato (anche se ho sempre paura di rovinare tutto con parole stupide AHAHAHAH ignorate quest'ultima cosa...).
Buona lettura a tutti! :D

*
















Erano più o meno le dieci quando l'ascensore suonò per la seconda volta. Nico spostò lo sguardo in alto mentre sistemava l'ultima sedia sul pavimento. Una ragazza e due ragazzi uscirono dall'ascensore.
I ragazzi erano completamente identici, con l'unica differenza che uno era più alto dell'altro di quasi un centimetro. I ricci capelli castani ciondolavano di fronte a due paia di occhi blu. Indossavano gli stessi identici sorrisetti maliziosi. Se si fossero trovati in mezzo alla strada, Nico avrebbe pensato che fossero dei borseggiatori. La ragazza aveva capelli mori lunghi fino alle spalle. Era di carnagione scura, probabilmente una discendente dei Nativi Americani. Era più bassa di una testa rispetto ai due ragazzi che le stavano accanto. Gli occhi erano di una specie di profondo color nocciola; Nico non riusciva a capire se fossero più verdi o marroni. Erano davvero belli, però.
I gemelli dissero qualcosa che fece ridere la ragazza mentre appoggiavano le loro cose sul bancone. Dopo aver notato Nico, il gemello più basso diede una gomitata al fratello. Il più alto si voltò e l'altro sporse il mento in direzione di Nico. In quel momento gli occhi di tutti si puntarono su di lui, mettendolo a disagio a causa dell'attenzione esagerata. Chirone si lanciò in suo soccorso schiarendosi la gola.  - E' quasi ora di cominciare. Da oggi, come potete vedere, abbiamo un nuovo membro nel personale. Mi piacerebbe che voi tre deste il benvenuto a Nico. - Nico fece un piccolo cenno nella loro direzione.
I tre si avvicinarono a Nico. Il sorriso della ragazza era caloroso e amichevole, mentre i due ragazzi sfoggiavano ancora i loro sorrisetti storti. - Ciao, Neeks, io sono Travis - disse il gemello più alto. Gli tese la mano e Nico la strinse. - E così, sei l'ultimo adottato di Percy, eh? Ci sa davvero fare, il ragazzo.
La ragazza roteò gli occhi, dando una gomitata nelle costole di Travis. - Non farci caso, Nico, questi due non sono altro che una seccatura. Mi chiamo Piper. - Nico le sorrise e strinse la sua mano.
- Lo prendiamo come un'offesa, Pipes - disse il gemello più basso. Piper gli gettò un'occhiataccia, ma lui non sembrò prestarle molta attenzione. - Non ascoltarla. Siamo fantastici. Mi chiamo Connor, a proposito. - Nico strinse anche la sua mano e riprese a torturarsi la maglietta.
- Quindi, lui sarà... ? - domandò curiosa Piper, spostando lo sguardo su Chirone.
L'uomo scosse la testa. - No. Percy mi ha detto che si occuperà solo del bar.
I gemelli ghignarono perfidamente verso Nico. - Che ragazzo fortunato. Devi aver davvero attirato l'attenzione di Percy - dichiarò Connor.
Piper roteò di nuovo gli occhi. - Non dev'essere per forza così. Allora, quanti anni hai, Nico?
- Sedici, ma ne compirò diciassette tra un paio di mesi.
- Visto? Eccovi la spiegazione.
I gemelli distesero simultaneamente le mani dietro la testa. - Come dici tu, Pipes - dissero, sempre insieme. La cosa diede i brividi a Nico.
- Dovrete imparare a conoscervi, d'ora in poi. Forza, è ora di andare a lavoro - li interruppe Chirone, spolverando il bancone. - I clienti saranno qui a momenti. - I tre nuovi arrivati annuirono e si affrettarono intorno al bancone. - Nico, vieni qui. - Chirone tirò fuori un grembiulino nero da prestare a Nico. Nico lo legò stretto intorno alla vita. In una delle tasche c'erano una penna e un bloc-notes. - Ora, ho bisogno che tu vada ad impostare la scheda dell'ingresso in modo che sfoggi le bevande speciali di stasera. - Nico annuì e si diede una mossa.
All'avvicinarsi del mezzogiorno, arrivò il primo cliente. Era un uomo di mezza età con i capelli neri diradati e una barba trasandata. Era abbastanza grassottello. Prese posto ad uno dei tavoli. Nico lo guardò nervosamente, incerto su chi dovesse andare ad occuparsi di lui. Piper gli venne in soccorso e si diresse verso il signore, sorridendogli calorosamente. Prese appunto della sua ordinazione e ingranò la retromarcia verso il bancone, facendo l'occhiolino in direzione di Nico mentre passava.
L'ascensore suonò di nuovo e un altro paio di persone si sparsero per il bar. Nico sospirò, afferrò il suo bloc-notes e si avvicinò ad uno dei tavoli. Si erano accomodate due donne, probabilmente sulla prima trentina. Entrambe erano vestite con costosi abiti d'affari. - Salve, il mio nome è Nico e per oggi sarò il vostro cameriere - disse Nico con un sorriso luminoso, sforzandosi di sembrare amichevole alle due sconosciute. Le due alzarono lo sguardo dai menù per fissare Nico, rendendolo ancora più nervoso. Non gli piaceva il modo in cui lo stavano osservando. Non che fosse offensivo, o cose del genere; semplicemente c'era qualcosa di tacito nei loro occhi che lo metteva a disagio.
La donna sulla destra, una bionda, tornò a guardare il suo menù. - Bene. Ordino il numero cinque, una bottiglina d'acqua e un margarita. - Nico annuì, scarabocchiando l'ordinazione della signora.
La donna sulla sinistra, una mora, fissò Nico ancora per un po'. - Sei nuovo, qui?
- Sì, signora - rispose Nico educatamente.
Lei annuì in approvazione. - Io ordino un'insalata alla Cesare con il condimento a parte e una Diet Coke.
- Nient'altro? - domandò Nico. Le donne scossero la testa e Nico ritornò al bancone. Digitò l'ordinazione nel computer, come gli aveva mostrato Chirone. In quel modo trasferì l'ordinazione giù nelle cucine, dove il personale avrebbe recapitato tutto su al bar. Balzò leggermente al suono della musica. Si voltò per vedere Connor che regolava l'impianto audio.
- Molto agitato? - ridacchiò Connor. Nico scrollò le spalle. - Sì, beh, è meglio che ti abitui al fracasso. Sarà parecchio alto stasera. - Finalmente sembrò soddisfatto e spense l'impianto. - Anche se questo non è nulla in confronto al frastuono del piano di sopra.
Nico lo guardò con la coda dell'occhio mentre preparava le bevande delle signore. - Cosa c'è al piano di sopra?
Connor sogghignò verso Nico, ricordandogli un gatto del Cheshire. - Niente di cui tu debba preoccuparti.
Il tempo passò lentamente e l'orario di pausa di Nico si avvicinò. Gli spettavano un paio d'ore di stacco prima di tornare per il turno di notte. Un particolare che aveva notato era il fatto che alcuni clienti dei suoi tre colleghi si erano dimostrati molto generosi con le mance.
Leo si fece vedere per prendere Nico alle quattro. Lui firmò il registro e seguì velocemente il ragazzo nell'ascensore. - Allora, com'è andato il tuo primo turno? - domandò Leo una volta dentro.
- Non male.
- Il turno notturno è sempre più movimentato. Fammi controllare con chi sarai di turno stasera. - Leo tirò fuori il cellulare e prese a scorrere sullo schermo. - Mmh. Stasera sei in servizio con Reyna, Ottaviano, Talia e Apollo.
- Qualche consiglio?
Leo rimise il telefono in tasca mentre uscivano al sessantasettesimo piano. - Beh, puoi rivolgerti tranquillamente ad Apollo e Talia. Talia è una tosta, e nessuno fa casino con lei. E' simpatica, però. Apollo è come un fratello maggiore, qui. Reyna non è così male, ma può dimostrarsi un po' fredda. Ti suggerirei di stare alla larga da Ottaviano. E uno dei fratelli Castellan di cui ti parlavo. - Nico annuì in compresione. Si fermarono di fronte a una porta e Leo infilò la chiave magnetica nella fessura. Aprì la porta e passò la chiave a Nico. - Benvenuto nella tua nuova casa.
Nico studiò un po' il posto. Non era bello come quello di Percy, ma era comunque migliore della casa dei suoi genitori. C'era uno schermo piatto di fronte al divano. Una cucina carina sulla destra. Nella parte posteriore c'erano tre porte. - La condivido con qualcuno?
Leo scosse la testa. - No, è tutta tua. Beh... per ora, almeno. Hai avuto la fortuna di essere il terzo incomodo. Fino a che non arriverà un altro ragazzo, starai qui da solo. Puoi scegliere la camera da letto che preferisci, e nella porta centrale laggiù c'è il bagno. - Nico si incamminò verso la prima porta a sinistra. La aprì per ritrovarsi in una camera da letto davvero bellissima. C'era un letto king size con cinque cuscini. C'era un'altra TV anche in questa stanza, ma era pochi centimetri più piccola rispetto a quella del salotto. Una porta aperta conduceva in una cabina armadio, con uno specchio a figura intera sull'interno della porta. In un angolo, una scatola catturò l'attenzione di Nico. La sollevò da terra e la appoggiò sul letto. Quando la aprì, trovò un assortimento di vestiti e articoli da toeletta. - Quelli dovrebbero durarti per un po'. Potrai fare spese da solo quando riceverai il tuo primo stipendio.
Nico sorrise mentre si lasciava cadere sul suo nuovo letto. Era come una nuvola. Sospirò felicemente. Forse ne era valsa la pena di soffrire in mezzo alla strada, dopotutto. Quel posto era il paradiso. Qualcosa dall'alto doveva averlo condotto lì, però. Spostò lo sguardo su Leo. - Leo?
Il ragazzo distolse l'attenzione dal cellulare per rivolgerla al ragazzo dai capelli neri. - Hmm?
- Cosa c'è al piano di sopra?
- Oh. Niente di importante. Non preoccuparti. Non sarai mai costretto a salirci.
Nico si accigliò. Perché le persone cercavano di evitare quella domanda? - Allora, cosa c'è da fare da queste parti?
- Puoi accedere a tutto ciò che l'hotel ha da offrire. La maggior parte delle cose si trova ai piani inferiori. La piscina, la sala giochi, la spa, e altro ancora. Puoi persino andare in cucina e richiedere qualsiasi cosa tu desideri. In quanto scoperta di Percy, hai più o meno un accesso illimitato a tutto. Ci sono solo un paio di ovvie eccezioni, come il piano di sopra e l'ufficio di Percy. Puoi entrare nell'ufficio di Percy solo con un appuntamento, che puoi prendere tramite me.
Nico annuì. - Quindi, sono libero di fare quello che voglio a condizione di rientrare per le sei?
- Esatto. Perciò, sentiti come a casa tua e assicurati solo di riuscire a tornare in tempo al bar. Ora, se non ti dispiace, dovrei tornare da Percy. - Leo gli rivolse un ultimo sorriso prima di lasciare la stanza. Nico sentì la porta di fronte chiudersi e si fece sfuggire un forte sospiro. Si alzò in piedi e decise che era ora di disfare le sue nuove cose.





Il sole aveva iniziato a calare dietro l'orizzonte. Nico lo guardò dalla sua finestra. La vista della città era spettacolare, da lassù. Nico non riuscì ad impedirsi di sorridere. Controllò l'ora: aveva ancora dieci minuti. Decise che era il momento di dirigersi verso il bar e prepararsi.
Chiuse la porta della sua nuova casa dietro di sé e tornò nell'ascensore. Inserì la chiave magnetica e quando fu sul punto di premere il pulsante il suo dito indugiò su quello del settantesimo piano, ma scosse la testa e schiacciò il 69°. Quando le porte si aprirono nuovamente, Nico notò che il bar era molto più affollato. Connor aveva ragione sul fatto che fosse più rumoroso di sera. Con tutte quelle nuove persone e la musica accesa, il posto era quasi assordante. Piper e i gemelli correvano ancora di qua e di là, per servire i clienti. Nico si fece strada attraverso la folla, verso il bancone. Firmò il registro e si legò il grembiule attorno alla vita.
- Sei tornato per il secondo round? - chiese Chirone accanto a lui, un sorriso sul volto.
Nico annuì. Piper sospirò, avvicinandosi a Nico. Lui si spostò per permetterle di firmare il registro. - Augurami buona fortuna per stasera, Chirone - disse lei.
Chirone ridacchiò, versando una bevanda per qualcuno. - Non hai bisogno di fortuna, ragazza. Ognuno di voi ha del talento naturale. - I gemelli si accostarono e fecero capolino davanti al computer per firmare il registro.
- Divertiti stasera, Nico. Non sentire troppo la nostra mancanza - disse Travis.
- Ci proverò - farfugliò Nico, sarcastico.
Connor rise. - Già mi piace.
Due ragazze sbucarono dalla folla e si sistemarono dietro al bancone. Nico immaginò che fossero due sue compagne di lavoro. La più alta delle due aveva dei lunghi capelli neri e una carnagione abbronzata. I suoi penetranti occhi neri ricordavano vagamente a Nico gli occhi di Percy, ma non erano tanto gentili. C'era un piccolo tatuaggio sul suo polso destro. Sembravano una spada e una torcia incrociate. L'espressione sul suo viso era molto seria mentre firmava il registro, sciolta da ogni minimo prestito d'attenzione nei confronti di Nico, nonostante la guardasse.
La più bassa delle due, invece, teneva lo sguardo fisso sul ragazzo nuovo. Aveva i capelli neri lunghi fino alle spalle, tutti spettinati sulle punte intorno alla testa. I suoi occhi blu elettrico trafissero Nico mentre lo osservavano. Il suo abbigliamento la distingueva da chiunque altro Nico avesse incontrato. Indossava vestiti punk, un'aderente camicia nera,  jeans larghi e anfibi. Aveva una manciata di lentiggini sparpagliate sul viso e un piccolo anello al naso nella narice destra.
- Chi è il ragazzo nuovo? - chiese la ragazza più bassa. La più alta, finalmente, si girò verso di lui, come se non lo avesse nemmeno notato fino ad allora.
- E' il nuovo giocattolino di Percy - disse Travis con un sorrisetto sornione. Cosa che gli valse una gomitata nelle costole da parte di Piper.
- Percy lo ha trovato ieri sera. E' un nuovo membro della famiglia - dichiarò Piper. - Si occupa solo del bar. - Le due ragazze nuove annuirono in consenso, cosa che fece incuriosire Nico. Perché era così importante sapere che lavorava solo nel bar?
La ragazza punk tese la mano verso Nico. - Io sono Talia. - Nico la strinse con un piccolo sorriso. C'era qualcosa in quella ragazza che gli piaceva.
La più alta tese la mano subito dopo; Nico la afferrò e la scosse. Aveva una presa salda. - Reyna.
- Beh, mi dispiace interrompere, ma noi tre avremmo il turno di notte - li informò Piper. Le due ragazze annuirono e Nico fece loro un breve cenno mentre salivano sull'ascensore.
Nico fece un giro intorno al bancone e si diresse verso il tavolo al quale due uomini si erano appena seduti. - Salve, mi chiamo Nico e sarò il vostro cameriere per stasera. -  I due signori annuirono e diedero a Nico le ordinazioni per bere. Nico alzò lo sguardo dal bloc-notes quando l'ascensore suonò di nuovo. Un ragazzo alto e biondo si fece strada attraverso la folla fino al bancone. Era magro, ma aveva l'aspetto di un corridore. I lunghi capelli biondi ciondolavano davanti ai folli occhi azzurri. Sul suo viso era intonacata un'espressione annoiata. La carnagione pallida spiccava in contrasto con le illuminazioni scure. C'era qualcosa nel suo aspetto che inquietava Nico.
Nico si avvicinò a Chirone e diede all'uomo la nuova ordinazione di bibite. - Nico, questo è Ottaviano - disse Chirone, indicando il biondino mentre si legava un grembiule intorno alla vita. Il biondino non disse nulla; annuì semplicemente in direzione di Nico, senza nemmeno guardare il nuovo arrivato. Prese il suo bloc-notes e si allontanò nella folla per cominciare a prendere le ordinazioni. - Non farci caso. Lui e suo fratello non sono tra i più amichevoli.
- Così ho sentito - borbottò Nico in risposta. Chirone gli passò le due bevande e Nico le riportò al tavolo. Con la coda dell'occhio notò l'uomo sulla destra allungarsi per ispezionare la tasca posteriore. Nico respinse l'impulso di mettere la mano sul suo posteriore per coprirla. L'uomo fece una smorfia di approvazione e tirò fuori una banconota da cinque dollari dal portafoglio, porgendola a Nico. Lui restò a fissarla per un momento prima di infilarla nel grembiule e andare via.
Quando Nico tornò al bancone con un'altra ordinazione, un altro ragazzo alto e biondo si sedette al banco a chiacchierare con Chirone. All'inizio Nico pensò che fosse un cliente, poi notò il grembiule intorno ai suoi fianchi. Era più o meno alto quanto Percy, probabilmente un metro e ottantasette. Aveva dei bellissimi occhi cerulei che brillavano come uno zaffiro splendente sotto il sole. Il suo sorriso era mozzafiato e i suoi denti bianco puro. La carnagione era dorata e aveva un fisico da nuotatore. I riccioli biondi gli incorniciavano perfettamente la parte superiore della testa.
- Bene bene. Quale bellezza abbiamo qui? - chiese il ragazzo nuovo, notando Nico.
- Ah, questa è la nostra aggiunta più recente. Nico, ti presento Apollo - disse Chirone, gesticolando tra i due. Apollo rivolse a Nico un sorriso luminoso e gli tese la mano. Nico la scosse, ma prima di poterla ritirare Apollo la avvicinò al viso e la baciò con un occhiolino.
- Percy sa davvero come sceglierseli.
Nico arrossì intensamente, strofinandosi la nuca. - Grazie - farfugliò, facendo crescere il ghigno di Apollo. Prese le bevande che Chirone gli stava porgendo e si infilò di nuovo tra la folla di persone.
Verso la mezzanotte, Percy entrò nel bar. Si sedette al bancone di fronte a Chirone. Nico si avvicinò per passare a Chirone un'altra ordinazione, ma si fermò a un paio di passi di distanza quando sentì Apollo parlare con Percy. - Allora, Percy, che ne dici di procurarmi un po' di tempo in più nel club dei bambini cresciuti?
Percy emise un sospiro. - Sai che non mi piace parlarne fuori dal mio ufficio o dal piano di sopra. Le tue fasce orarie vanno già benissimo. Perché questa lamentela?
Apollo scrollò le spalle. - Il tempo non basta mai. La scuola è costosa, sai. E poi c'è quella macchina di cui ti parlavo...
Percy ridacchiò. - D'accordo. Ti inserirò per questa sera. Vieni al mio piano dopo che hai finito e vedremo cosa si può fare. - Apollo gli fece l'occhiolino e se ne andò. Nico si fece sfuggire un respiro e si avvicinò di più al bancone. Percy gli sorrise quando lo notò. - Ehi, Nico. Ti godi la tua nuova vita?
Nico annuì. - Già. Grazie davvero.
- Ma figurati - disse Percy, prendendo una bevanda a caso tra quelle che Chirone gli porgeva. Chirone passò a Nico un'altra serie di bibite e Nico le afferrò. Percy gli strizzò l'occhio mentre se ne andava. Nico si accorse di essere arrossito mentre camminava, non prestando attenzione a quello che faceva. Inciampò maldestramente nei suoi stessi piedi e cadde a terra, le bibite che volavano ovunque. L'uomo più vicino venne inzuppato e cominciò a imprecare contro Nico.
- Mi dispiace tanto! - esclamò Nico, alzandosi velocemente da terra e tentando di ripulire il disastro.
- Perché non guardi dove camm- iniziò il signore, ma si interruppe quando spostò lo sguardo alle spalle di Nico. Nico restò inizialmente stranito, poi sbirciò oltre le sue stesse spalle notando che Percy stava fissando l'uomo. Quest'ultimo deglutì e si rimise a sedere. - Va tutto bene. Non preoccuparti. - Nico annaspò per rimettere insieme il vetro distrutto. Mentre raccoglieva un pezzo, finì per tagliarsi. La mano di qualcuno si allungò per recuperare i frammenti rimanenti.
Nico alzò lo sguardo per ritrovarsi Talia accovacciata accanto. - Non preoccuparti, Nico. Tutti abbiamo fatto casino il nostro primo giorno. - Ridacchiò. - E probabilmente questo non sarà il tuo ultimo errore. C'è bisogno di un sacco di pratica.
Nico annuì. - Grazie - rispose, mentre lei sistemava gli ultimi pezzi di vetro sul vassoio ormai vuoto. - Altri consigli? - Si alzarono in piedi e lei lo seguì verso il bancone per gettare i vetri rotti nel cestino dei rifiuti.
- Memorizza i tuoi tavoli. Lascia il naso fuori dagli affari dei clienti. Il tuo lavoro è soddisfarli, perciò stampati un'espressione felice in faccia e procura loro tutto ciò che desiderano. - Lo ispezionò dall'alto al basso. - Sei carino, quindi potresti provare a lavorare sugli sguardi per avere mance più alte. Tutto dipende da quanto bene sai giocare. Dacci dentro e farai un sacco di soldi. - Nico annuì di nuovo mentre versava i frammenti di vetro nella spazzatura.
Chirone aveva già rifatto le bevande quando Nico terminò di buttare via i cocci. - Non preoccuparti, Nico. Ci farai l'abitudine - disse Percy. Nico abbassò la testa per nascondere il rossore, ma Percy sembrò notarlo lo stesso e gli sorrise luminosamente. Percy appoggiò alcune banconote sul bancone e si alzò. - Devo tornare a lavoro. Te ne occupi tu, vero, Chirone? - Chirone sorrise
- Ah, Nico, Nico... sei proprio il nuovo giocattolo preferito del capo. - Nico si voltò per trovarsi di fronte al cipiglio di Ottaviano. - Devi avere davvero un bel culo se ricevi tutte queste attenzioni. - Si sentì un forte tonfo provenire dalle sue spalle e Ottaviano contorse il viso per il dolore. Apollo era in piedi dietro all'altro biondino, un'espressione feroce al posto del viso.
- Lascia stare il ragazzo. Perché per una volta non allontani quella boccaccia sporca dal cazzo di Percy e alzi il culo per lavorare? O sei stato sfondato troppo per riuscire a camminare? - Le narici di Ottaviano si allargarono mentre farfugliava qualcosa sottovoce. Tuttavia, non disse nient'altro a Nico e se ne andò. - Non lasciarti infastidire da lui, ragazzo. Dovresti incontrare suo fratello. Ottaviano è come gli arcobaleni e la luce del sole in confronto a Luke.
Nico spostò alcune bibite e portate sul vassoio mentre guardava Apollo parlare. - Grazie. In tanti me lo hanno detto, riferendosi ad una specie di famiglia. Siete tutti così vicini?
Apollo annuì. - Sì, veniamo tutti da situazioni simili. Quindi abbiamo legato, più o meno. Saremmo pronti persino a mettere la mano sul fuoco per Luke e Ottaviano, per quanto sia difficile da credere. Ognuno di noi guarda le spalle dell'altro, qui. - Cadde in uno sguardo assente, rivolto a nulla in particolare, con una piccola pausa. - E' quasi necessario farlo, per superare determinate situazioni.
Nico sollevò il vassoio, facendolo quasi ribaltare, ma Apollo lo afferrò e lo rimise in equilibro. - Che vuoi dire? Sembra tutto così bello, qui.
Apollo gli rivolse un piccolo sorriso. - Ah, la vita del novellino. - Picchiettò Nico sulla spalla. - Non perdere questa innocenza, ragazzo. - Senza dire un'altra parola si voltò e si diresse ad un tavolo pieno di donne, che risero in maniera civettuola verso Apollo mentre si univa a loro. Nico si sforzò di guardare oltre e si fece di nuovo strada tra la folla di tavoli e persone. Si fermò per un momento, cercando di ricordare quale tavolo avesse fatto l'ordinazione. I suoi occhi si imbatterono in Reyna, che indicò alla sua destra. Nico seguì la direzione per scoprire che era proprio quello il tavolo che stava cercando. Mimò con le labbra un "grazie" verso Reyna, la quale scrollò le spalle.
Nico servì le bevande e sistemò il piatto di fronte ad una donna robusta. - Veramente, sono io che l'ho ordinato - disse l'uomo davanti a lei. Nico si sentì le guance bruciare all'ennesimo errore.
- Scusate tanto - replicò, correggendo l'equivoco.




Finalmente l'ultimo cliente entrò nell'ascensore e le porte si chiusero. Talia abbandonò la testa sul bancone di legno e gemette ad alta voce. Reyna la picchiettò sulla schiena. Chirone era impegnato a contare i soldi mentre i giovani dipendenti se ne stavano intorno al bancone. - Allora, com'è andato il tuo primo giorno, Nico? - chiese Apollo, voltandosi per guardare Nico con il mento puntellato sul palmo della mano.
- Difficile. E' sempre così affollato? - Tutti annuirono. Nico gemette, abbandonando la testa all'indietro.
- Questo è niente - lo derise Ottaviano. Talia gli lanciò un'occhiataccia, che Nico interpretò come un avvertimento. - Cosa? Non ho detto niente di strano. Sto solo dicendo che non è questo il lavoro davvero difficile. - Apollo si portò alle labbra una bibita quasi finita e prese un lungo sorso.
- Un brindisi - dichiarò l'altro biondino. Portò in alto il bicchiere. - Ai lavori che pagano le bollette. - Sul viso aveva un sorrisetto sornione. Gli altri ricambiarono il sorriso e scoppiarono a ridere. Nico restò immobile, senza capire.
Alla fine Chirone li interruppe ed entrarono tutti in ascensore. Nico fissò il pulsante per il settantesimo piano mentre Reyna premeva quello per il sessantasettesimo. - Quindi voi lavorate durante la giornata? - chiese Nico mentre scendevano.
- Nei fine settimana. O quello, o ci fiondiamo nel letto - disse Talia, appoggiandosi alla parete dell'ascensore. - In realtà la maggior parte di noi va al college. - Nico fece una strana faccia e tutti scoppiarono a ridere.
- Che c'è? Pensavi che fossimo ignoranti solo perché proveniamo dalla strada? No. Percy ci spinge ad andare a scuola per avere un'educazione, facendoci studiare qualunque cosa vogliamo - disse Reyna.
- N-non intendevo quello - disse Nico a bassa voce.
- E' tutto a posto, amico - disse Apollo, allungando un braccio intorno alla spalla di Nico. - Non tutti scegliamo di andare, ma la maggior parte sì. Quelli che non ci vanno lavoreranno con te durante i fine settimana. - Fece una pausa, scrutando Nico. - Quanti anni hai, comunque?
- Sedici.
- In questo caso, sarai quasi sicuramente costretto ad andare a scuola da Percy - dichiarò Reyna. Fu quasi un trauma per Nico. Pensava che la sua istruzione fosse terminata, ma adesso, nonostante tutte quelle cose meravigliose, sarebbe ritornato a scuola. La porta suonò per aprirsi e uscirono tutti fuori. Le ragazze li salutarono per dirigersi verso il corridoio opposto a quello dei ragazzi.
- Perciò, dovrò per forza andare a scuola?
I due biondini si girarono verso di lui. - Quanto tempo hai passato in mezzo alla strada? - chiese Apollo. - La maggior parte di noi non si lamenterebbe di dover "per forza" andare a scuola. La maggior parte di noi è stata in mezzo alla strada per tantissimo tempo prima che Percy ci trovasse.
- Alcuni non sono nemmeno mai andati a scuola - aggiunse Ottaviano.
- Sono stato in mezzo alla strada più o meno per tre mesi - replicò Nico.
- Fa schifo, qualunque sia stata la ragione che ti ci ha condotto.  La gente non capisce veramente cosa significhi vivere per strada. Specialmente in una città come questa - disse Apollo, con un pizzico di amarezza nella voce. - Ma in questo caso, sì: Percy si assicurerà che tu vada a scuola. Ti iscriverà a quella più vicina, probabilmente. In quel modo avrai la completa esperienza di una nuova vita. - Ottaviano si fermò davanti alla sua porta e i due gli augurarono la buonanotte mentre entrava nella camera. Nico notò la presenza di qualcuno all'interno, ma la porta si chiuse prima che potesse osservare meglio il ragazzo.
I due si incamminarono attraverso il corridoio e si fermarono davanti alla porta di Nico. - Beh, questa è camera mia - disse Nico.
- Cercherò di ricordarmela - rispose Apollo, sorridendo. - Se hai bisogno di me, mi trovi in fondo al corridoio, a destra. - Nico annuì e aprì la porta. Apollo gli fece un cenno mentre la chiudeva. Nico si fece sfuggire un lungo sospiro, lasciandosi cadere contro la porta. Era stata davvero una lunga giornata. Gemette mentre lanciava un'occhiata all'orologio. Erano quasi le cinque del mattino.
Si tolse i vestiti e si diresse verso la sua nuova camera da letto. Li avrebbe lavati più tardi per restituirli a Percy. Per adesso voleva solo dormire. Abbandonò il viso sul letto e sospirò contento alla sensazione perfetta. Si voltò in direzione della scatola che gli aveva dato Leo. Tirò fuori uno spazzolino e un dentifricio dall'interno.
Si trascinò fuori dal letto e poi nel corridoio. Per la prima volta, si fermò nel bagno. Era un dono del cielo. Il lavandino era fatto di porcellana e sotto aveva degli armadietti in legno scuro. Sopra, invece, c'era uno specchietto di cortesia. Dall'altra parte del bagno c'era una doccia con delle pareti di vetro che permettevano di guardarci attraverso. Accanto ad essa c'era una gigantesca vasca da bagno. Non era come il bagno di Percy, ma sarebbe sicuramente andato. Nico mise lo spazzolino sotto il rubinetto e si lavò i denti mentre studiava la stanza perfettamente scolpita.
Tornò in camera da letto e spense le luci. Si arrampicò sul letto e tirò su le coperte. Starci sotto era ancora meglio. Erano di una morbidezza perfetta. Non era solito dormire con tutti quei cuscini, ma ognuno era diverso dall'altro e allo stesso tempo così perfetto che non riuscì a spostarne nessuno. Sospirò un'ultima volta prima di scivolare rapidamente in un sonno meritato.













*Questi personaggi non mi appartengono né appartengono a XTheSonofHadesX, ma sono proprietà di Rick Riordan e di chi ne detiene i diritti, quindi questa fanfiction è stata scritta e tradotta senza alcun scopo di lucro.
  
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