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Autore: Uptrand    18/12/2014    8 recensioni
Un vecchio nemico si fa avanti minacciando nuovamente la galassia, intanto su Noveria, sotto il ghiacciaio di Barbin i lavori procedono. Olivia Williams Shepard sarà ancora chiamata in azione per cercare di risolvere la situazione.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Ashley Williams, Comandante Shepard Uomo, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mass Effect Legacy'
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Dasha si svegliò l'indomani mattina con uno dei peggiori dopo sbornia della sua vita. La luce filtrava nella stanza e imprecò sotto voce passando dal sonno allo stato di veglia. Un sapore di spazzatura in bocca e lo stomaco in condizioni anche peggiori.
Un pensiero le attraversò la mente ancora annebbiata dall'alcool, scattò sedendosi sul letto e osservando la stanza ancora buia. « Dove diavolo sono? »
Era sicura di non conoscere quel posto, solo allora si guardò scoprendo di avere indosso solo l'intimo e la propria camicia. «Questa non è neanche la mia camicia!» Disse osservandola meglio. Di scattò la apri, ma trasse un sospiro di sollievo, l'intimo, almeno quello, era il suo.
Una sveglia vicina al letto segnava le sei di mattino, un rumore di voci proveniente da fuori attirò la sua attenzione. Aprì lentamente la porta, osservando l'ambiente esterno. Vide quello che appariva un normale appartamento, non c'erano tracce di pericolo.
Delicatamente spinse la porta per evitare che facesse rumore e in punta di piedi si incamminò.
Arrivata in salotto.
« Dormito bene? » Chiese una voce alle sue spalle facendola sobbalzare.
Olivia e Ashley stavano facendo colazione. Questo contribuì solo ad aumentare la sua confusione.
« Si...grazie... dove...? »
Fu Olivia a rispondere « Sei a casa mia, sulla Cittadella. Ieri sera sei crollata ubriaca e sporca di vomito. Non mi andava di abbandonarti e non sapevo dove portarti, così ti ho condotta qui e ti ho messo a dormire nella stanza degli ospiti, ti ho tolto i vestiti sporchi di vomito e ti ho dato una delle mia camicie. »
Dasha la osservò sottecchi, aveva notato che quella camicia le era larga sul petto.
« Forse vorrai sapere che anche Isabella è qui. »
« Eh? Come?...Che vorresti dire?» Chiese onestamente stupita.
« L’ha portata Steve ieri notte, pare che abbia bevuto whisky fino a perdere i sensi. L'ha caricata a spalle per un bel pezzo, ora sta dormendo in camera sua e lui si è sistemato sul divano. Stava per metterla nella camera degli ospiti quando ha sentito qualcuno che russava come “ un krogan”. Così dopo aver sistemato Isabella e venuto a svegliarmi per sapere chi ci fosse, quando gliel'ho detto non ci credeva. »
« Tesoro anch'io ho avuto dei problemi a crederci quando me l'hai raccontato. » Commentò Ashley e volgendosi a Dasha « Penso che una tazza di caffé ti farà bene, non ho mai pensato di averti come ospite ma l'ospitalità in casa Williams è un dovere! »
Dasha si avvicinò, era ancora confusa, presa la tazza di caffé che le veniva offerta e ne bevve un sorso. «Buono »  disse, non sapeva cos'altro dire. Non tanto per Olivia, ma la situazione la trovava impreparata davanti a Ashley Williams, una leggenda della SR2, a casa sua.
Aveva già troppi problemi e affrontò la cosa direttamente « Signora, una volta l'ho quasi uccisa, sopra la torre del Consiglio. » Disse
Ashley sorrise « Vero...quasi...una delle tante volte in cui ho rischiato di morire, fa parte del mio lavoro. Mi è molto più dura non sputare in faccia alla donna che ha quasi ucciso mio figlio. » Disse in tono gelido.
« Lui stava sparando a me. »
« Come madre ti posso assicurare che non me ne importa. Ma stanno bene, Steve è sereno e per qualche assurda ragione sembra che tu e Olivia ve la intendiate, allo stesso modo anche Isabella con Steve. »
Si avvicinò a Dasha poggiandole una mano sulla spalla « Punta ancora un arma contro di loro in mia presenza e ti assicurò che farò esplodere la tua bella testolina. »
Dasha mugugnò una risposta affermativa, non si impressionava facilmente ma sapeva capire quando una minaccia non era a vuoto. Tempo fa aveva deciso che liberarsi di Steve e Olivia le avrebbe portato solo problemi e aveva scartato l'idea, era lieta di aver preso la decisione giusta. Sospirò di sollievo quando Ashley staccò la mano, le sorrise e se ne andò in un'altra stanza «  Vi lascio ai vostri affari. Non litigate, mi raccomando. »
Dasha si sedette su uno sgabello davanti a Olivia, per qualche minuto non si parlarono. L'unico suono era il russare di Steve proveniente dal vicino salotto.
« Ricordo che ieri, mentre ero ubriaca, hai detto che volevi parlarmi per varie ragioni. » Le disse Dasha
Olivia annuì « Mi chiedevo se te ne saresti ricordata. Vorrei parlare di Mila Zoe? »
Dasha ebbe un brivido lungo la schiena. Decisamente aveva avuto risvegli migliori, non aveva neppure finito una tazza di caffé che era stata minacciata da uno s.p.e.t.t.r.o. e ora doveva affrontare un argomento delicato.
« La ricordo, faceva parte della tua squadra almeno fino a quando non ha portato i salarian sulla Grissom per arrestare me e Isabella. Mi pare che le abbia tagliato una mano. »
« Basta giocare Dasha, sai perfettamente chi è. L'hai uccisa qualche mese fa su Zorya insieme a Okiyua Jumishu. »
Lei bevve l'ultimo sorso, si passò la lingua sulle labbra e le fece schioccare « Cosa sai della vicenda? »
« Quanto basta per sapere che Mila se l'è cercata. So che avevano catturato Diana, massacrato i lavoratori dello stabilimento solo perché lavoravano per te ed era coinvolto un gruppo di industriali noto come il “Comitato”. Con l'appoggiò dell'ammiraglio Jumishu, hanno condotto esperimenti su Mila, il suo corpo era stato avvelenato dal nium, per renderla capace di affrontare Isabella. Avevo ricevuto dall'Alleanza l'ordine di indagare sull'ammiraglio, era sospettato di attività illegali e di far parte di una frangia di militari che voleva un'Alleanza più “pura”, ma lui è morto in uno sfortunato incidente a causa di un malfunzionamento della sua astro-auto, che si è schiantata contro un grattacielo in costruzione nelle Filippine. Stranamente l'edificio apparteneva alla tua azienda. Tornando all'indagine, alla fine la concludemmo mettendo le mani su dei filmati di quello che è successo su Zorya, non so a quale scopo li avessero, ma l'ultima cosa che si vede sono Mila e Okiyua che vengono trascinati fuori da due uomini con la divisa grigio roccia della Noveria Corps, da allora sono spariti. L'Alleanza come sempre preferisce tenere nascosti i propri panni sporchi, ha arrestato diversi ufficiali agli ordini dell'ammiraglio, ma con la morte di quest'ultimo non si è sicuri di aver reciso ogni “erbaccia”. Alla fine ogni prova è stata segretata. »
Dasha la guardò dritta in faccia « Sei uno s.p.e.t.t.r.o., giudice e giuria in una sola persona. Non hai bisogno di prove se sai cosa ho fatto. »
« Chiesi a Steve cosa ne pensasse, mi rispose che era contento che Diana stesse bene e di non avere problemi con Isabella. Di Mila non gliene importava, aveva scelto da sola cosa fare. »
« Ho sempre ammirato l'attaccamento che Steve dimostra alle persone. » Commentò Dasha
« Pare che anche la mia famiglia fosse tra gli obiettivi di questa fazione interna all'Alleanza, gli Shepard e i Williams non erano abbastanza “buoni “per loro. Volevano gente che avesse una lunga tradizione militare in famiglia, ma con una mentalità chiusa verso le altre razze. In passato fecero qualche blando tentativo di buttarci fuori dall'Alleanza, questo è poi il motivo per cui entrambi siamo diventati N7. Non si butta via qualcuno che ha completato “il corso”. »
« Quindi ti ho fatto un favore senza saperlo, facendo quello che ho fatto. » Le disse sorridendo, sembrava soddisfatta.
Quell'immagine fu troppo per Olivia, non riuscì a trattenersi e mollò un pugno al di sopra del tavolo colpendo in pieno il naso di Dasha
A lei scappò un gemito quando avvertì lo schiocco. In piedi, con il naso sanguinante tra le mani, Dasha non smetteva di imprecare contro Olivia ma accettò lo stesso i tovaglioli di carta che le porse.
« A Mila dovevo almeno questo. » 
Dasha tirò su col naso ancora un paio di volte, solo dopo che fu sicura che non sanguinava più «  Non sfidare la sorte. »  Disse puntandole contro un dito.
« Vale lo stesso per te. »  Rispose Olivia.
« Buongiorno, Dasha hai il naso rosso come un peperone. »  Commentò Steve giungendo in quel momento dal salotto dove aveva dormito. Le due donne, prese dal discorso, non si erano accorte che si era svegliato.
« Il genio di famiglia... se poi la smetti di fissarmi le gambe. Ilary non soddisfa la tua libido? » Risponde lei decisamente seccata. Era ancora vestita con solo l'intimo e una camicia di Olivia, le gambe erano in bella vista con le mutande. Decisamente tra postumi della sbornia, spettri, accuse e pugni sentiva veramente il bisogno di tranquillità. Gettò un'occhiata a un orologio in cucina, due ore e mezzo e la trappola del Consiglio sarebbe scattata e lei non poteva fare niente.
Tornò a sedersi. Steve si servì la colazione.
« Riguardo alla tua idea di chiedere a Isabella le teste dei Consiglieri? »  Domandò Olivia
« Sarebbe bello ma inutile, il debito è con il Consiglio non con le singole persone. Finché esiste il Consiglio il debito rimane, eliminarli non risolverebbe niente. »
Olivia tirò un sospiro di sollievo, vedersela con Isabella quando faceva sul serio non era mai piacevole. Armeggiò un attimo in una tasca dei pantaloni e le porse il comunicatore che la sera prima le aveva tolto.
Non si fidava a priori di Dasha, ma capiva quando parlava seriamente.
Lei lo prese e rivolgendosi a Steve « Ho saputo che hai fatto ubriacare Isabella, non l'ho mai vista in quelle condizioni. Approfittare così di una ragazza...mi chiedo cosa penserò Ilary quando lo saprà. »
Lui inghiotti in fretta il boccone « Approfittato si...ma lei di me. Sono rimasto senza crediti per offrirle tutto quello che riusciva a bere...ed è lei la vice-presidente della più grande compagnia commerciale della galassia. »
«  … Che ora sta dormendo nel tuo letto e... »  Rispose Dasha ma si interruppe di colpo. La bella addormentata si era alzata, aveva l'aria di stare ancora dormendo e di non avere la minima idea di dove fosse.
Quando vide Dasha barcollò verso di lei strofinandosi gli occhi, lei non riuscì a non trovare la scena divertente nel vedere Isabella che affrontava il suo primo dopo sbronza. Lei le si avvicinò, la Weaver alzò un braccio per cingerle la vita, un gesto quotidiano ogni volta che lei le veniva vicina.
A un tratto Isabella si arrestò, la guardò come se stesse ricordando qualcosa, assunse un'espressione corrucciata e se ne andò in salotto. In cucina sentirono il televisore accendersi.
« Adesso cosa le è preso ? »  Commentò Dasha allibita
« Problemi in paradiso? » Chiese divertito Steve, non volendo rinunciare all'occasione di usare del sarcasmo contro di lei. La Weaver si alzò raggiungendola.
Olivia e Steve si guardarono, non sapendo cosa fare. Dasha fu presto di ritorno « Mi tiene il muso! » e la sua faccia stupita fu troppo. Fratello e sorella scoppiarono a ridere.
Ashely ritornò in quel momento, teneva in mano i vestiti ripuliti della sua ospite innatesa. Sentendo ridere ne chiese la ragione e i figli le raccontarono l'accaduto.
Lei non disse niente, restituì i vestiti alla sua proprietaria e andò da Isabella. I figli la seguirono con lo sguardo leggermente ansiosi, non si conoscevano e Isabella mal tollerava gli estranei troppo curiosi. Lo stesso fece Dasha che si rivestì in fretta li sul posto, togliendosi la camicia davanti a tutti. Steve da parte sua non sapeva dove guardare, la presidentessa della Noveria Corps era bella da vedere.
Isabella stava con le gambe raccolte a guardare dei cartoni nel televisore. Ashley si chinò in avanti e le parlò. Lei la ignorò. Le prese il volto per il mento e lo voltò verso di se.
Una luce bluastra avvolse il phantom « Non pensarci neanche bellezza!»  fu la sola cosa che sentirono dire a Ashley, in tono abbastanza forte perché la udissero.
Qualsiasi cosa disse dopo parve funzionare, perché Isabella si calmò e cinque minuti dopo Ashley fu di ritorno. «  Sta tenendo il broncio. Ma le passerà e lo so bene con tre sorelle minori da sopportare e dopo aver cresciuti due bambini. Si comporta come Olivia da piccola. »
« È ridicolo » - sbottò Dasha - « Le vado a parlare, stanno venendo a prenderci. »
Ashely la fermò « È un errore darle attenzione, è quello che non devi fare. Le manca un po' di sana educazione, ha sempre creduto di poter fare quello che vuole. »
« Quindi che si fa? » Chiese la presidentessa della Noveria Corps. Involontariamente la discussione si spostò vicino al phantom.
Steve ascoltava in parte annoiato, non aveva idee da proporre anche se tranne Dasha era la persona che aveva passato più tempo con Isabella.
Si sentì tirare la maglia, voltandosi vide Isabella che con due dita gliela teneva. Il volto di lei era inespressivo. Anche gli altri si erano accorti di cosa era successo, nessuno fiatava. Lui diede un paio di strattoni per liberarsi, ma lei non mollò la presa. Stava per dare un tiro ancora più deciso, ma Isabella lo fulminò con lo sguardo, non ci provò neanche e voltandosi verso le donne con aria supplichevole « Ora che faccio? »
« È la soluzione perfetta. Rimarrai qui a farle da guardia, così noi potremo dedicarci ai nostri impegni. »  Suggerì Ashley.
« EH! Lasci tuo figlio con una pazza biotica? » Chiese stupefatto Steve.
« Non è quello che hai fatto ultimamente? »
« Avevo armi e armature. » Obiettò lui
« Sai bene dove sono in casa. » Fu la risposta della madre.
Il fratello si rivolse alla sorella « Olivia glielo dici anche tu che è una pessima idea? Abbiamo ben altro da fare con i grigi in azione. »
Lei alzò il pollice «  Andrai benone. » Gli disse sorridente.
Il campanello della porta suonò, il passaggio di Dasha era arrivato. Un umano e un batarian con la divisa grigio roccia della Noveria Corps attendevano fuori dalla porta. Lei diede un'ultima occhiata a Isabella che continuava a darle le spalle.
« Torna presto. » La frase aleggiò nell'aria. Dasha si voltò, Isabella non si era mossa ma era sicura di chi aveva parlato. Si concesse il primo sorriso in due giorni.


*****

Laudat era nervoso, si trovava a pochi metri dal grande capo: Dasha Weaver.
Quando aveva ricevuto l'incarico di farle da scorta si era sentito emozionato, per prima cosa aveva preso Sartrone, amico e batarian fidato. Loro due erano gli unici superstiti della sua squadra che aveva partecipato allo sfortunato attacco contro la nave aliena atterrata su Noveria. Dai rapporti avuti in seguito aveva saputo che il numero di superstiti si limitava a venti persone.
Il resto della squadra che aveva raccolto era formato da persone che non conosceva direttamente, ma non si aspettava problemi.
« Capo è vero che la Noveria Corps è nei guai? » Chiese Sartrone. Laudat sbiancò in viso, guardò l'amico, solitamente silenzioso, chiedendosi che diavolo gli era preso per fare una domanda come quella.
Dasha si fermò e voltandosi verso il batarian « Quali voci? » Gli occhi neri di lei ricordarono a Laudat uno squalo, fu contento di non essere lui l'oggetto di quello sguardo.
Sartrone disse quello che sapeva. Quello di cui era a conoscenza risultarono essere solamente delle voci di corridoio giunte da Noveria, ma non per questo meno vere. Tutti sapevano che a Caninea si trovavano tonnellate di merci di ogni tipo da spedire e che erano andate distrutte, non ci voleva un genio per capire che per la compagnia sarebbero stati problemi.
Dasha riprese a camminare, loro la seguirono. « Inutile negarlo. » disse a un tratto e continuando a parlare « Il Consiglio usa la legge per non pagare la nave che gli abbiamo fornito, tra poco più di due ore la borsa galattica aprirà e metteranno le “catene” alla Noveria Corps. »
« Non è giusto! Se hanno la merce la paghino. » - Sbotto Laudat e spinto dal nervosismo aggiunse « Dannato Consiglio, non ha mai fatto niente per me e la mia famiglia. Devo alla Noveria Corps se ho una casa, un lavoro decente e posso mantenere i miei cari. Qualcuno queste cose dovrebbe dirle e sbatterle in faccia ai consiglieri. » Trasportato dalla foga del discorso non si accorse subito che Dasha si era fermata, adesso era lui che stava guardando. Quei occhi neri gli sembravano allegri ma sempre pericolosi.
« Muoviamoci è il momento che la Noveria Corps faccia sentire tutto il suo peso. »
Laudat non sapeva se era una sua impressione o no, ma sembrava che il gran capo si fosse fatto più alto e deciso.
Appena entrò nell'astro-auto, Dasha contattò Tenus.


*****

Tenus aveva fatto lavori di ogni tipo come assassino, da quando lavorava per Dasha i lavori si erano fatti molto più interessanti e rischiosi ma anche pagati meglio. Doveva ammettere che apprezzava la fantasia della Weaver.
Ma quello che gli aveva chiesto di fare in meno di due ore sarebbe stato il lavoro più sporco che avrebbe mai fatto, purtroppo per lui non solo in senso letterale.
Aveva ricevuto la richiesta di ritardare l'apertura della sede della borsa galattica sulla Cittadella. Per tradizione la borsa si apriva con la sua sede sulla stazione, questa garantiva che tutti i traffici avvenissero rispettando le leggi sul commercio, ma se questa rimaneva chiusa non ci sarebbe stata nessuna contrattazione.
In così poco tempo gli era venuta una sola idea, per attuarla stava strisciando tra i condotti proprio sotto la borsa della Cittadella, dove normalmente ad avventurarsi erano solo i custodi.
L'odore lo aiutò a trovare quello che cercava, un grosso condotto che trasportava i liquami di quella sezione degli agglomerati. L'idea era semplice, farlo esplodere e inondare la borsa con il suo contenuto. Si mise all'opera sperando di riuscire ad allontanarsi prima di essere immerso in quella roba. Indossava una maschera d'ossigeno, la puzza era insopportabile perfino ora che le pareti del condotto la limitavano e non era ansioso di scoprire come sarebbe stata una volta liberata.


*****

Il Consigliere asari Tevos era entrata nel suo ufficio prima del solito, quello sarebbe stato un giorno importante e voleva essere pronta. L'agenda era fitta, il Consiglio avrebbe annunciato che aveva salvato al Noveria Corps dal fallimento, salvaguardo posti di lavoro e l'economia dei sistemi, doveva incontrare Shepard per la questione dei grigi e dopo un'infinità di pratiche secondarie.
Si concesse un momento per riflettere, lei era la sola rimasta dei Consiglieri presenti dalla guerra dei razziatori, cosa normale essendo un asari. Quando fosse toccato a lei ritirarsi per anzianità, come i suoi colleghi, si chiese se avrebbe sopportato di stare lontana da quel mondo ambiguo che era la politica. La verità era che il Consiglio non era quel mondo idilliaco che la gente immaginava, non c'era nessuna condivisione dei poteri per mantenere la pace.
Ogni Consigliere pensava solo agli interessi del proprio popolo e ogni confronto politico era una prova di forza, un'autentica guerra condotta solo con altre armi. Infondo il Consiglio esisteva perché nessuno ci avrebbe ricavato niente da una guerra, chi riusciva a imporsi tramite la politica avrebbe ottenuto i vantaggi di una guerra senza le perdite che questa comportava.
Un modo civile per “ritagliarsi” la fetta più grossa di potere nella galassia, senza ricorrere agli orrori di un conflitto.
Prima della guerra le asari guidavano il Consiglio, anche se nessuno l'avrebbe mai ammesso, ma dopo che questo era stato informato dell'IA prothean Vendetta tenuta segreta avevano perso molto della loro forza politica.
Adesso non c’era nessuno che primeggiasse tra loro: gli umani stavano salendo in fretta, i salarian mordevano il freno, i krogan erano in ascesa ma dietro agli umani con cui sembravano andare stranamente d'accordo, i turian erano stabili dopo essere riusciti a riconfermare la loro supremazia militare e lo stesso per i quarian che si limitavano a vivere pacificamente nel loro sistema insieme ai geth.
Ma se tutto fosse andato bene le asari avrebbero avuto buona fetta della Noveria Corps, il denaro ottenuto sarebbe stata la spinta necessaria per riprendere a salire. Certo era un piano pensato in qualche ora, dopo che i primi rapporti informarono il Consiglio di cosa era successo su Noveria e della perdita di Caninea, ma doveva agire in fretta per sfruttare l'occasione.
Jerod il consigliere salarian e Deos, quello turian, si dimostrarono subito d'accordo, Chloe, la consigliera umana non disse niente né prima ne dopo, per legge quello che i consigliere dicevano nelle riunioni private non poteva essere riferito senza autorizzazione del Consiglio, non temeva quindi doppi giochi, ma doveva stare attenta.
Chloe si era dimostrata sorprendentemente tenace in più di un'occasione. Bakara era apertamente contraria, ma fu l'unica. La consigliera quarian Nine'Fogar vas Sozal, dopo diverse domande seguì la linea del si. Quindi la proposta fu presentata come soluzione del Consiglio e non come di una singola persona.
Quello che la preoccupava erano Dasha Weaver e in modo minore Isabella. La presidentessa della Noveria Corps non si era comportata come si era aspettata, pochi umani lo facevano, aveva immaginato che avrebbe cercato in qualsiasi modo di ottenere un accordo, invece con un comportamento arrogante si era inginocchiata al Consiglio paragonandosi a una qualche specie di animale terrestre che non conosceva, anche se poi aveva indagato sul significato di quelle parole. 
Accese una miscela di erbe aromatiche del suo pianeta, aiutavano a rilassarsi e a dare un'atmosfera di calma nel ufficio. Fu in quelle condizioni, mentre leggeva alcuni rapporti che ricevette una comunicazione che la informava che per un guasto improvviso alle tubature la Borsa della Cittadella quel giorno non avrebbe aperto.
L'intera sede era allagata di liquami.
Alla notizia Dasha sorrise, aveva sperato in un ritardo di almeno quattro ore ma un giorno intero era un lusso insperato.


*****

La Noveria Corp disponeva della più grande flotta commerciale della galassia, con navi che andavano da semplici trasporti fino alle mega-cisterne che trasportavano eezo grezzo per un totale di 3757 navi.
Gli operatori allo spazio porto della Cittadella non avevano mai un momento di tranquillità, ma una volta fatto capire ai capitani delle navi chi comandava diventava più facile. Inoltre i piani di volo erano dichiarati con largo anticipo facilitando il compito.
Per questo, quando lo schermo radar annunciò con un “bip” l'arrivo di una nave commerciale non prevista, l’operatore ne fu sorpreso. Solo navi militari, della sicurezza come Forza N7 o altre con disposizioni speciali potevano viaggiare senza comunicare piani di volo, ma la dicitura sullo schermo segnalava la nave come un semplice trasporto. L'alternativa più probabile e che fosse in avaria, ma non segnalava guasti o mal funzionamenti, si stava anzi avvicinando alla Cittadella secondo le normali procedure.
L'operatore si voltò per chiamare il suo superiore, ma questo non fece tempo ad arrivare che i numerosi altri “bip” segnalarono altre navi. Molte altre.
Le porte delle navi cargo si aprirono e un esercito di persone sbarcò sulla stazione, in pochi istante le banchine furono piene di gente che spingeva per uscire mentre il personale di servizio lottava inutilmente per mantenere l'ordine in quella marea umana.
Alla fine il sottile cordone di sicurezza venne travolto dal fiume di persone, in mezzo a loro Tetrius gridava ordini e sorrise quando le persone ripresero a muoversi.
Dasha gli aveva affidato un compito davvero insolito, portare alla Cittadella quante più persone della Noveria Corps fosse possibile ma non personale armato ma civile, gente disposta a far la voce grossa e a menare le mani. Il tipo di individui che ci si aspettava di trovare coinvolte in qualche rissa da bar. 
Non era stato un problema reclutarli tra la bassa manovalanza, ma non avrebbe saputo come incentivarli senza il messaggio di Dasha – Se non volete perdere il vostro posto di lavoro, presentatevi alla sede della Noveria Corps sulla Cittadella. - un argomento che li toccava nel vivo.


*****

La Weaver passeggiava avanti e indietro in una stanza della sede della compagnia sulla Cittadella, ripassando a memoria il discorso che tra poco avrebbe tenuto in una conferenza davanti alla stampa, ma ben diversa da quella che tutti si sarebbero aspettati.
Il mercato galattico esigeva che lei si facesse sentire, per chiarire una volta per tutte le voci sulla incapacità della compagnia di onorare i propri impegni.
Avrebbe fatto sentire a loro una voce ben diversa, grazie anche alle quasi duemila persone radunate in poche ore da Tetrius che ora si agitavano rumorosamente attorno al palazzo in maniera pacifica, circondati da un cordone di sicurezza della C-sec.
Qualcuno bussò alla porta dell'ufficio e Naomi fece capolino attraverso la porta « È ora.» Dichiarò.
Dasha trasse un ultimo respiro e uscì dall'ufficio, decisamente non si sentiva a suo agio abituata com'era a trattare in uffici e in sale conferenze le questioni che le interessavano.
Attraversò un paio di corridoi, entrò nella sala stampa, salì sul palco, davanti a lei i giornalisti. Più indietro, a qualche metro di distanza la gente ferma sulla soglia della porta aperta esterna dal personale della sicurezza della compagnia.
Dasha prese a parlare descrivendo come il Consiglio rifiutasse di pagare il proprio debito, di come usasse le leggi a proprio piacimento mettendo a rischio il posto di lavoro milioni di persone per i propri fini personali « Il Consiglio nelle sue decisioni ha dimostrato una politica egoistica, che non tiene in considerazione tutti quei lavoratori per cui la Noveria Corps ha fatto molto. Ma lasciamo che siano loro a parlare. »  Disse e si fece da parte.
Un uomo prese il suo posto, accanto a lui una donna con una bambina piccola in braccio.
Laudat non si era mai sentito così teso come in quel momento davanti alla stampa, scelto da Dasha stessa per parlare per primo. Alla domanda del perché aveva scelto lui per iniziare lei aveva semplicemente risposto che da qualcuno bisognava pure incominciare e siccome gli aveva già detto come la pensasse, poteva evitarsi la fatica di cercare qualcuno con le idee opportune di dover pagare o che dicesse il necessario.
Quando il grande capo aveva saputo che la sua famiglia lo aveva raggiunto sulla Cittadella, con sua grande sorpresa era giunta con le navi della compagnia attraccate di recente, l'aveva voluta con lui sul palco e non aveva sentito obiezioni.
Laudat parlò pochi minuti cedendo il posto a un'altra persona e così via, tutti i duemila individui giunti da Noveria erano ansiosi di dire la propria idea al Consiglio.
Per la bassa manovalanza era importante come quella specializzata e non aveva fatto la schizzinosa, chiunque fosse disposto a stare alle sue regole era il benvenuto.
Ogni popolo aveva la sua percentuale di poveri, gente che si limitava a sopravvivere grazie alle opere di beneficenza.
I poveri di ogni mondo e razza erano uguali fra loro. Gente che a un tratto aveva perso tutto trovandosi con niente. Poteva succedere perché si aveva seguito una butta compagnia, puntato troppo in alto, perché il contratto non era stato rinnovato o era passato troppo tempo tra un impiego e l’altro. Perchè l’azienda presso cui si lavorava era fallita o non avevano mai trovato un’azienda presso cui lavorare.
Quali che fosse la storia di ognuno di loro, erano una massa enorme. Qualcosa di cui lei se ne rendeva perfettamente conto, per anni lei e Isabella avevano fatto parte di quel popolo della strada.
Scappate dal centro di sicurezza dell’Alleanza, avevano sperimentato la fame e il freddo. Per tutti gli stati quegli individui erano dati e statistiche. Raschiavano solo la superficie del problema. Non sapevano cosa si nascondeva dietro a parole come mensa, dormitorio, fame, freddo.
Ignoravano cosa volesse dire svegliarsi con la schiena rotta, passare la giornata con le scarpe bagnate, essere ammalati e non potersi curare, non guadagnare abbastanza per vivere perché non viene pagato il dovuto ma bisogna stare zitti o si perde anche quello.
Dasha Weaver ha invece sperimentato tutto in prima persona, per tutta la sua giovinezza fino a quando non ha cominciato a fare lavori per il crimine organizzato.
Intanto aveva imparato quali fossero le regole della strada, quelle utili a sopravvivere. Su di esse costruì il regolamento della sua azienda.
Quando la Noveria Corps venne ufficialmente fondata, fu da questo bacino di disperati che Dasha Weaver cominciò ad assumere. Iniziando dai disoccupati locali.
Su Palaven, in pochi anni, assorbì il 10% dei senza lavoro.
Questa era una delle questioni che rendeva difficile agire contro la Weaver da parte dei governi, che rischiavano di essere travolti da un’ondata di disoccupazioni.
A chi aveva niente, diede il necessario per una vita dignitosa. Potevano tornare a guardarsi allo specchio, a sentirsi in pace con la galassia. Ma vi erano condizioni.
Se fosse stato necessario, per il bene della compagnia, avrebbero dovuto voltarsi dall’altra parte se avessero visto qualcosa che non dovevano. Era una delle regole non scritte.
Se necessario bisognava fare dei lavori sporchi, illegali. C’era la possibilità che ti venisse chiesto di uccidere, rubare, mentire, minacciare.
A seconda di questa disponibilità si poteva salire o scendere nella gerarchia della Noveria Corps. Ci si poteva rifiutare, l’importante era mantenere il silenzio.
Non senza motivo il detto “Non ci sono santi su Noveria.” era conosciuto da tutti i suoi dipendenti.
A nessuno importava se la Noveria Corps aveva segreti e quali fossero. Da un lato vi erano i vari governi che a queste persone avevano dato il minimo indispensabile, dall’altro Dasha Weaver che gli aveva ridato tutto e dignità.
L’industria era un colosso con un fatturato annuale di 14204 miliardi di crediti con 17.276.000 dipendenti.
Era la più grande entità non statale.
La sua gestione era l’opposto di qualsiasi grande azienda, a deciderla era un’unica persona: Dasha Weaver. Nota all’opinione pubblica come la Signora di Noveria, il titolo non era ufficiale ma era diffuso tra il personale e presto lo divenne tra la stampa.
Il titolo non era senza fondamento, il pianeta Noveria era una proprietà della Noveria Corps che ne aveva acquistato tutti i diritti.
Aveva una popolazione di 800.000 individui di ogni razza, ognuno era un dipendente della Noveria Corps.
Esserlo era l’unico modo per vivere su di esso, per ogni altro caso venivano lasciati visti provvisori.
Oltre la metà della popolazione totale proveniva dai Sistemi Terminus, la parte povera della galassia e in generale ben poco propensa ad accettare le leggi del Consiglio.
La Noveria Corps amava assumere tra gli abitanti locali, anche il ruolo di dirigente dove possibile veniva affidato a qualcuno nativo del posto o almeno che fosse almeno della razza che abitava sul pianeta. Questo per facilitare la creazione di legami ed evitare incomprensioni con il popolo e le autorità.
L’azienda non sottopagava i suoi dipendenti, ovunque fossero assunti la paga era la medesima e investiva profumatamente in opere di impegno sociale, 4909 miliardi di crediti all’anno.
Questo dato non andava però confuso, tali opere non erano dedicate alla popolazione, ai clienti o altri.
Esse erano pensate esclusivamente per i suoi dipendenti, questo significava che investiva in media su ogni dipendente circa 285000 crediti.
Nella realtà tale costo non era uniforme, un direttore di una sede locale costava chiaramente di più di un qualsiasi impiegato.
Tuttavia qualsiasi impiegato aveva diritto alla più completa copertura sanitaria e legale. In termini pratici significava che in caso di cure per eventi non inerenti all’ambiente di lavoro, un operaio aveva una copertura di 5000 crediti che poteva usare per se stesso o altro.
Ad esempio, in caso di cure mediche per un familiare, non dipendente della Noveria Corps, poteva mettere tale spesa a carico dell’azienda fino al raggiungimento di tale cifra.
Tali vantaggi prendevano il nome di benefit e erano assegnati in base a una scala di valori ben precisi, in base al ruolo rivestito, stabilita dalla stessa Dasha Weaver e assolutamente vietata da criticare.
Se invece due persone erano entrambe impiegate potevano sommare i rispettivi benefit, ottenendo maggiori vantaggi.
Pratica abbastanza comune, fuori da Noveria, era usare tali benefit come garanzia per il pagamento di un mutuo.
Non che il loro impiego fosse del tutto libero, uffici preposti decidevano se concederne l’utilizzo. Normalmente erano concessi senza problemi, si voleva che gli impiegati fossero quanto mai felici, ma se la richiesta era veramente troppo puerile o venale veniva rifiutata.
Tra questi due piatti della bilancia, la lealtà dei dipendenti pendeva unicamente a favore della Weaver. Se lei cadeva, il loro futuro si sarebbe fatto nuovamente incerto.
Quella disperazione e quella vita che si erano lasciati alle spalle, sarebbero potuti ritornare.
Di questo tutti si rendevano conto.
Per questo un esercito di disperati aveva risposto alla sua chiamata allo sciopero.
I furbi negli anni non erano mancati, come anche qualcuno che aveva avuto un’improvvisa crisi di coscienza, ma Divisione N aveva dimostrato di cosa fosse capace la sicurezza privata della compagnia.
Dopo che la cinquantesima persona ebbe parlato Dasha riprese la parola « Questo è solo una frazione di coloro che la Noveria Corps ha aiutato e che il Consiglio ha abbandonato. » 
– Ho sempre immaginato la mia azienda come un gigante di ghiaccio e metallo, è tempo che questo gigante alzi il pugno per colpire. – Pensò Dasha.
«  La Noveria Corps è in sciopero e lo sarà per tutto il tempo necessario a far si che il Consiglio accetti le richieste della Compagnia. » 
Gli amministratori locali, preventivamente avvertiti, trasformarono quelle parole in fatti. All'udire l'annuncio ogni stabilimento, nave, sede della Noveria Corps smise di lavorare e i suoi dipendenti incrociarono le braccia. 17.276.000 di persone erano in sciopero.


*****

Tevos guardò la trasmissione rigida come una statua, valutando con esperienza le conseguenze politiche del gesto di Dasha. Agli occhi della comunità galattica la Noveria Corps sarebbe stata colei che difendeva i diritti dei lavoratori, mentre il Consiglio colui che li minacciava.
Sorrise.
Dasha Weaver stava diventando un vero problema, forse il resto dei consiglieri si sarebbero finalmente deciso per una posizione più dura nei confronti di lei.


*****

Olivia con sua madre era a una riunione presieduta in veste ufficiale da suo padre. C'erano praticamente tutti dai vecchi eroi della Normandy SR2 alla squadra della SR3, si contava solo qualche assenza giustificata.
Jack che non si era ancora ripresa dalla distruzione della Grissom, Vega che aveva deciso di starle vicino. Appena giunto sulla Cittadella era corso da lei e da Taiga, la loro bambina.
Altro assente giustificato era Steve, rimasto a casa trattenuto da Isabella, mancava anche Ilary Monreau. Informata da Olivia dell'assenza del fratello, aveva deciso di saltare la riunione
Asiria si chinò verso di lei e le mostrò sull'omnitool  le immagini della conferenza tenuta da Dasha « Cristo! Dovremo occuparci dei grigi, non perdere tempo. » Commentò infastidita.

*****

« Ti brillano gli occhi. »  Osservò Steve seduto accanto a Isabella. Lei aveva assunto il comando assoluto del televisore, non cambiando più canale appena la conferenza era iniziata. Rimasta impassibile, il suo viso si era illuminato quando Dasha era salita sul palco la seconda volta ad annunciare lo sciopero.
Il campanello della porta suonò. Lui si alzò, Isabella lo guardò sospettosa «  Non me ne vado. » - rispose lui e poi a bassa voce - « Non voglio mica morire. »
« Che ci fate qui? »  Fu la sua reazione quando vide entrare Ilary e Alexandra.
« Semplice curiosità. Volevo vedere la dimora degli Shepard e scoprire dove tieni i giornaletti porno. »  fu la risposta di “Corvo”.
Steve la ignorò e fissò preoccupato Ilary rimasta in silenzio. La figlia di Joker fissava negli occhi Isabella che ne ricambiava lo sguardo. Lei era giustamente gelosa del phantom che una volta, sulla Grissom, si era infilata nella camera di Steve per soddisfare l'eccitazione di un momento. Sapeva che non avevano fatto niente, Steve era leale e in quella situazione era stata Isabella a far tutto, ma non riusciva a stare tranquilla. Quella volta solo i boxer di lui e pantaloncini di lei avevano separato le loro nudità.
Per questo, quando Olivia l'aveva informata di chi era ospite a casa sua, non aveva esitato un momento a raggiungerlo incrociando, per caso, Alexandra lungo la strada.
Ilary prese Steve sotto braccio e lo tirò a se bruscamente, stringendolo stretto. Isabella tornò a dedicarsi alla conferenza in televisione.
Alexandra scoppiò a ridere, mentre assumendo una camminata sensuale si avvicinò a Steve e sollevandogli il mento con un dito disse « Tre giovani donne con te in casa tua, senza nessun altro. Molti ti invidierebbero. »
Quella parole avevano però fatto sorgere un dubbio in Steve. Ignorando qualsiasi riferimento secondario di “Corvo” domandò a Isabella, di cui vedeva la nuca e la lunga coda di cavallo.
« Dove sono Alexya, Diana e Trish? »
Vide la coda di cavallo sobbalzare prima verso l'alto e poi tremare leggermente. Non gli sembrava un bel segno.
« Sai dove sono le ragazze? O cosa stanno facendo? »
Di nuovo la vide sobbalzare. Era sempre più sicuro che non fosse un bel segno.
« Tu e Dasha avete lasciato qualcuno con loro, prima di finire ubriache qui? »
« No.»  Affermò sottovoce di Isabella. Adesso lui era veramente preoccupato, Isabella gli parlava solo se necessario. Il fatto che lo avesse fatto era il peggior segno di guai.
 
 
Angolo dell’autore: se volete sapere cosa è successo a Mila, questa è la storia.

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