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Autore: Yasha 26    19/12/2014    10 recensioni
Mi volto verso la foto sul comodino e la prendo tra le mani. Ritrae me e la mamma sedute al parco, sotto una distesa immensa di ciliegi in fiore. “La Via dei Ciliegi” l’ha soprannominato lei quel posto. E' qui che mi rifugio quando voglio pensarla, restando ore ed ore seduta sulla stessa panchina su cui era solita sedersi lei.
***
Resto immobile a terra, rannicchiata su me stessa. Piango e prego che la sua furia si plachi in fretta, non potendo far altro.
Vedi InuYasha Taisho? Sono queste le uniche lacrime che mi concedo ogni maledetto giorno della mia vita e che non dedicherò mai a te!
IN REVISIONE GRAMMATICALE
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: inu taisho, Inuyasha, izayoi, Kagome, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Vi avviso che durante il capitolo potreste trovare scene poco adatte alle persone molto sensibili (violenza e scene di intimità fisica) non credo siano chissà che, ma è giusto avvisarvi ^_^





 
-Kagome? Kagome, svegliati.-  mi sento chiamare, così apro gli occhi, venendo strappata dal sogno che stavo facendo, ma che non ricordo.
Di fronte a me trovo il viso di InuYasha, chinato vicino al mio, che sorride. Per la prima volta, da quando lo conosco, mi fermo ad osservarlo meglio. È proprio bello! Soprattutto quando sorride così. Le sue labbra sorridenti hanno un che di ipnotico.
-Ben svegliata. Ti va di uscire con me?-  mi chiede, cogliendomi di sorpresa, ed inspiegabilmente arrossisco come una scema. Mi sta chiedendo di uscire con lui o sto ancora sognando?
-U…uscire…con te?-  balbetto confusa. Mi sta chiedendo… un appuntamento???
-Sì. Vorrei andare a vedere un negozio che ha appena aperto. Possiamo chiedere anche a Sango e Miroku se vogliono venire. -  spiega, spostandosi per farmi alzare.
Ha detto un negozio? Con Sango e Miroku?  Quindi, non è un appuntamento. Perché ne sembro dispiaciuta? Sto ammattendo?
-O…ok. Che negozio è?-
-Sorpresa! Vestiti, che avviso Sango e mio fratello.-  dice uscendo allegro.
 
Neanche mezzora dopo siamo tutti e quattro fuori, ognuno con un atteggiamento abbastanza insolito. Io sto sulle mie, InuYasha è attaccato al cellulare a fare chissà cosa, Miroku è in adorazione osservando il fondoschiena di Sango, mentre quest’ultima ha un diavolo per capello ed un bastone in mano, pronto a colpirlo. Mah.
-Non capisco che diavolo ci fa questo imbecille perennemente in calore! Non potevi lasciarlo a casa, legato ad una catena?-  si lamenta Sango, guardando truce InuYasha.
-Sanguccia, come sei crudele! Non sono certo un cane. Così mi offendi.-
-Hai ragione, i cani in calore sono migliori di te! Quando ne vedrò uno gli porgerò le mie scuse per averlo paragonato a te!- 
-Ma che ti ho fatto di male? Io ti venero!-  piagnucola, allungando poi una mano verso il suo sedere.
-Ed io ti uccido!-  sbraita furiosa, colpendolo in testa col bastone.
-Ahi ahi! Aiutami InuYasha!-  lo invoca lui, ma suo fratello è distratto dal cellulare. Sicuramente starà chattando con qualcuna delle ragazzette con cui si diverte. Poteva almeno avere il buon gusto di farlo in privato, e non mentre siamo fuori, dato che l’idea di uscire è stata sua. A saperlo me ne stavo a casa!
-Ne hai ancora per molto con quello stupido telefono? Se volevi chattare con le tue amichette, potevi farlo a casa, no?-  sbotto alla fine, irritata come mai.
Si fermano tutti a guardarmi, InuYasha confuso, Sango e Miroku stupiti.
-Che c’è?-  chiedo ancora più nervosa.
-Sei gelosa delle mie “amichette” per caso?-  mi si avvicina beffardo e con un ghigno che cancellerei volentieri a suon di schiaffi.
-Gelosa? Io? Di te? Ma fammi il piacere! Mi infastidisce solo la tua maleducazione! E poi io sono fidanzata!-
-Mmmmh…sarà, ma il tuo tono sembrava quello di una fidanzata gelosa. Comunque, non stavo chattando, cercavo solo il negozio di cui ti avevo parlato, tramite Google Mapp.  Guarda…-  sostiene, mostrandomi il cellulare su cui figura una mappa delle vie appena fatte. Vengo colta da un profondo imbarazzo quando mi rendo conto che ho fatto una figuraccia. Aiuto, vorrei scomparire!
Riprendiamo il cammino in perfetto silenzio. Stranamente, Miroku e Sango, hanno smesso con le loro scaramucce. Mi sento a disagio.
-Siamo arrivati, sembra.-  si ferma, dopo una decida di minuti silenziosi ed imbarazzanti.
Alzo curiosa la testa sull’insegna, ed il mio cuore batte frenetico: “I Tesori della Terra.
-E’ quello che credo io?-
-Tu cosa credi che sia?-  mi chiede lui, tutto sorridente.
-Un negozio che vende pietre e minerali da collezione?-  azzardo insicura.
-Indovinato.-  risponde, prendendomi per mano e portandomi dentro.
Rimango totalmente affascinata da ciò che vedo. Ogni scaffale del negozio riluce, grazie ai riflessi dei minerali esposti ed alle innumerevoli pietre colorate, burattate e non. È come entrare al centro della terra ed essere avvolti dai suoi elementi più preziosi. Mi fiondo immediatamente a guardarli da vicino, incantata dal loro splendore, semplice ma ammaliante.
-Ma questo è Serpentino! Questa, invece, è Pietra di Luna, c’è anche l’Ossidiana Fiocco di Neve, l’Occhio di Tigre e…non ci credo! Questa è Pietra di Eilat! Una vera, e non una riproduzione con la Malachite e l’Azzurrite! Splendida!-  esclamo estasiata osservandole da vicino. Questo posto è un paradiso!
-Noto di aver scelto bene il negozio, quindi.-  sghignazza InuYasha soddisfatto.
-Lo hai fatto…per me?-  domando stupita.
-So che ti piacciono le pietre, e così…eccoci.- 
Mi volto a guardare Sango meravigliata. Solo lei può averglielo detto. Mi sorride e poi ritorna a menare Miroku, che approfitta di ogni sua distrazione per toccarla.
Ma perché mi avrebbe portata qui? Forse, per distrarmi?
-Guarda questa come brilla. E’ carina!-  afferma, prendendo un ciondolo di quarzo rosa a forma di sfera.
-Sì, è molto bella.-   osservo anch’io, guardandola meglio. Il quarzo rosa risplende tantissimo, come se dal suo interno si sprigionasse una luce propria, e non riflessa dall’esterno, anche se perfettamente lucido e levigato. Ha un fascino particolare.
-Ti piace?-  mi chiede.
-Sì, è magnifica. Non sembra una di quelle pietre magiche degli anime? Guardala come brilla. Magari al suo interno ci sono delle oscure forze in lotta tra di loro.-  scherzo divertita.
-Caspita, che fantasia!-  esclama ridendo, di me ovviamente.
-Ehi, dove la porti?-  chiedo appena lo vedo allontanarsi col ciondolo.
-A pagarla subito, visto che ce n’è una sola. Devo regalarla.-
Che? Non avrà intenzione di prenderla per qualche sua amichetta? La volevo io, accidenti! Purtroppo l’ha vista per primo. Pazienza. Troverò altro. Ritorno a guardare le pietre affascinata. Ne trovo tantissime che mi piacciono, ma hanno prezzi esagerati. Alla fine ripiego su un semplice Opale Arlecchino, così, per non andare via senza  niente. E pensare che avevo tante di quelle pietre da riempirci tre scaffali di questo negozio.
-Rieccomi.-  ritorna poco dopo, col pacchetto regalo che mette via in tasca. Se l’è fatto anche infiocchettare. Che schifo. Farebbe di tutto per portarsi a letto qualcuno.
Quando usciamo è quasi mezzogiorno. Non credevo di esserci stata così tanto lì dentro.
-Noi andiamo a prendere qualcosa da bere. Volete qualcosa?-  chiedono Sango e Miroku.
Loro che vanno insieme a prendere da bere? Ma se Sango non vuole starci neanche a cento metri di distanza?
-Io un’aranciata. Tu Kagome?-
-Un thè caldo alla pesca se non vi spiace.-
-Ok. Torniamo…subito.-  sghignazza Miroku, allontanandosi con la mia amica.
-Ma che hanno quei due?-  chiedo perplessa.
-Forse vogliono stare da soli.-  ipotizza InuYasha.
-Mi sono persa qualcosa?-
-No, non direi. Vieni, sediamoci un po’ mentre aspettiamo quei due.-  lo guardo stranita, ma non replico, sono abbastanza stanca per la verità, così lo seguo verso la panchina vicina a noi.
-Tieni.-  dice appena seduti, dandomi un pacchetto, quello con dentro il ciondolo in quarzo. Lo guardo stupita. Lo sta regalando a me? Perché?
-Lo hai…preso per me?-  chiedo titubante.
-Veramente no, volevo indossarlo io, poi ho pensato che sembrerei troppo “gaio” con quella al collo.-  ridacchia.
-Come?-  mi sta prendendo in giro? Non ho capito.
-Certo che l’ho preso per te, stupida! Ti pare lo prendevo per me?-
Lo guardo imbambolata come un’idiota. Lo ha davvero comprato per me?
-Aprilo.-  mi chiede, così lo spacchetto. Esco fuori il ciondolo, ma attaccato ad esso c’è una sottile collanina argentata.
-Questa la vendevano al bancone della cassa, così ne ho approfittato. Vuoi metterla ora?-   io annuisco solamente, priva di parole.
-Girati.-  dice, ed io eseguo, dandogli le spalle.
Mi scosta i capelli con una lentezza infinita, sfiorandomi la pelle, forse fin troppo sensibile, del collo. Il suo tocco  mi provoca dei brividi lungo la spina dorsale, speriamo non lo noti! Indugia parecchio prima di chiudere il gancio della collana, o forse è a me che sembra così. Quando ha finito, sento sfregare nuovamente le dita su ogni centimetro di pelle scoperta della mia nuca, prima di abbandonarla, provocandomi nuovi brividi. Mi sento a disagio adesso.
-Ti sta benissimo, ho fatto bene a sceglierlo.-  asserisce compiaciuto, mentre io sobbalzo nel trovarmelo improvvisamente davanti.
-Gra…grazie del pensiero. E anche per la passeggiata.- 
-Di nulla. L’importante è che ti sia divertita oggi.-
-Tantissimo. Grazie davvero…per tutto!-  lo ringrazio commossa, abbracciandolo e nascondendo le lacrime sulla sua spalla.
Non avrei mai pensato che potesse essere così gentile. Apprezzo molto il suo aiuto, anche se in passato mi ha fatto soffrire tantissimo. Ma sembra davvero cambiato adesso, e devo ammettere di esserne felice. Forse potremmo diventare davvero amici, come avevo sperato anni fa. Capisco che anche il mio carattere asociale abbia contribuito a rendermi antipatica, ma non avevo molta scelta. Deve aver capito che non lo facevo perché mi sentissi superiore, quanto invece perché ne ero costretta. Se solo la gente non fosse abituata a giudicare esternamente, forse non mi sarei neanche così tanto isolata. Ma quando vedi che ti guardano strano, ti giudicano, puntandoti un dito contro senza sapere assolutamente nulla di te, ti chiudi maggiormente, tenendo tutti lontano, e credendo, erroneamente, che siano tutti uguali. E così finisci tu stesso per giudicare chi ti giudica, entrando in un circolo vizioso senza fine. Avevo giudicato InuYasha uno stronzo di prima categoria, violento, prepotente, maleducato, perfido e insensibile. E invece eccomi qui a ricredermi, solo perché essendo stata mal giudicata, io stessa ho giudicato male lui. Almeno una cosa positiva ne è venuta fuori dallo schifo di vita che facevo: ho trovato un buon amico.
 
 

 
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Vederla fiondarsi tra le mie braccia, per ringraziarmi, mi ha dato fiducia. Forse ho qualche speranza per ottenere il suo perdono, e magari qualcosa di più. Se solo non ci fosse quel Naraku tra i piedi! Doveva trasferirsi per forza qui? Nella nostra scuola, oltretutto? Fosse un buon fidanzato almeno, potrei anche accettarlo, ma non mi ispira alcuna fiducia. Non solo non mi piacciono alcuni suoi atteggiamenti, ma nemmeno il suo rapporto con Kagome. Quando è stata in ospedale ha solo saputo lamentarsi che io fossi lì, ma non ha minimante pensato di restarci anche lui, a vegliare la sua ragazza. Quando poi è stata dimessa non le ha nemmeno dedicato tempo, in modo da distrarla. Il tutto con la scusa che sta sotto il mio tetto e che non vuole vedere me. Che stronzata! Se le cose fossero inverse e lei fosse la mia ragazza, che vive con lui per necessità, me ne infischierei della sua presenza, anzi, starei tutto il giorno con lei per tenergliela lontano.
Chissà che direbbe se le confessassi che mi piace, anzi, che la amo. Fuggirebbe? Mi riderebbe in faccia? Mi crederebbe, soprattutto? Potrei provarci adesso magari. Sango e Miroku non sono ancora tornati. Gli ho chiesto di dileguarsi qualche minuto per lasciarmi solo con lei. Potrei approfittarne.
-Senti, Kagome…io… volevo dirti una cosa importante.-  comincio teso, allontanandola a malincuore dal mio abbraccio per guardarla negli occhi.
-Cosa?-
-Volevo confessarti che tu…ecco…che io sono inn…-
-Ma che bella scenetta! Avevo ragione a chiamarti puttana se ti sbaciucchi chi capita per strada! Tua madre si starà rigirando nella tomba.-  mi interrompe qualcuno alle nostre spalle. Mi giro subito a guardarlo e resto quasi paralizzato dalla sua presenza. L’ho visto una sola volta, ma tanto mi è bastato per riconoscerlo, e la frase di Kagome me ne da conferma.
-Papà…-  sussurra terrorizzata.
-Papà un cazzo! Mi hai denunciato per qualche schiaffo. Sei una maledetta!-  urla lui, attirando l’attenzione della gente. Puzza così tanto di alcool che mi viene la nausea.
-E tu che cazzo ci fai fuori casa? Sei agli arresti domiciliari!- intervengo io, parandomi di fronte a lui. Se non ci fosse tutta questa gente lo ammazzerei anche a mani nude!
-Ma come, la stronza dietro di te non lo sa che il mio avvocato ha fatto decadere le accuse, visto che non ricorda nulla?-  se la ride divertito.
-Fottuto bastardo!-
-Preparati, principessina di papà. Quando riavrò la custodia tua e di quel moccioso frignone, me la pagherete cara! Contaci!-  minaccia sicuro. Ma credo abbia fatto male i conti.
-Tu prova a mettere anche solo un dito addosso a lei, o a Sota, e ti ci spedisco io all’altro mondo! Bastardo!-  lo spintono, allontanandolo da Kagome, che sta tremando come una foglia. Non l’ho mai vista così.
-Ah sì? E tu chi saresti? Quello che se la scopa, forse? Magari la paghi anche, questa cagna in calore!-
Se prima mi sono trattenuto, ora no, adesso è troppo! Gli tiro un pugno con tutta la rabbia che ho in corpo, facendolo finire subito a terra. Non che ci voglia molto visto che non si regge in piedi. Ma questo non mi basta! Lo afferro per il colletto, rialzandolo  e dandogli altri pugni.
-Lurido pezzo di merda! Questo è per averla quasi uccisa! Questo è per averla massacrata in questi anni! Questo per averla distrutta psicologicamente!- lo colpisco più volte in pieno viso, sempre con più forza, caricando ogni pugno con maggiore rabbia.
-Questo, invece, per averla offesa adesso!-   continuo, dandogli un calcio allo stomaco. E approfittando della sua posizione raggomitolata, gli sferro un calcio alla schiena.
-Quest’altro è per Sota!- 
-InuYasha! Che cazzo stai facendo?-   mi ferma mio fratello, tirandomi via con forza.
-Lasciami Miroku! Lo voglio uccidere! Questo schifoso figlio di puttana non merita di vivere! Lasciami!-
-Se lo uccidi sarai tu a finire in carcere al posto di questo farabutto! Calmati!-
-Ci finirò volentieri allora! Lasciami, idiota!-   mi divincolo, per tornare a colpirlo ancora.
-InuYasha…ti prego, fermati…-  mi chiama Kagome, in un sussurro appena udibile. Mi volto a guardarla e la trovo accasciata a terra, in un fiume di lacrime, tra le braccia di Sango.
-Ti prego…-   insiste ancora, allungandomi una mano. Vuole che lasci perdere? Perché?
Mi giro a guardare lo stronzo ai miei piedi, si contorce dal dolore chiedendo aiuto. La voglia di proseguire fino a zittirlo del tutto è tanta, ma cerco di frenarmi, per lei.
-Ringrazia tua figlia se sei ancora vivo. Ma osa soltanto avvicinarti a lei e ti uccido. Hai capito?!-
-S…sh…sì.-  biascica a fatica, sputando sangue. Pure poco per i miei gusti!
Ritorno da Kagome, che ha ancora la mano tesa in mia direzione. La stringo forte nella mia e poi la prendo in braccio, anche perché non credo sia in grado di camminare. È troppo scossa. Si aggrappa a me, piangendo, mentre la riporto a casa. In lontananza sentiamo il suono di una sirena, forse qualcuno ha avuto pietà per quel maledetto, chiamando un’ambulanza.
 
-Siamo a casa, piccola. Come ti senti.-  le chiedo preoccupato, adagiandola sul letto. Non mi guarda, non parla. Piange solamente.
-Ehi…cosa sono questi lacrimoni? Dov’è la ragazza battagliera che mi teneva testa? Quella che non versava mai una lacrima, qualunque cosa le facessi?-
-Non è mai esistita. Era un’altra persona…- 
-Non era un’altra. Eri sempre tu, ma col coraggio di una tigre. Devi tirare ancora fuori gli artigli, Kagome. Non lasciarti andare così. Non versare più lacrime per lui, non le merita.-  cerco di convincerla.
-Sono stanca di lottare. Non ne posso più.-  afferma esausta, anche fisicamente.
-Invece devi. Hai ancora tuo fratello. Vuoi lasciarlo solo?-
-Adesso ha voi.- 
-No! Noi siamo estranei per lui! Con tutto il bene che possiamo volergli, la sua famiglia sei tu! Ha bisogno di te. Vuoi lasciarlo solo? Ha già perso i genitori, vuoi che perda anche sua sorella?-
Non risponde, si avvinghia al cuscino in cerca di protezione. Vorrei poter fare di più, ma non so cosa. Decido di lasciarla riposare, ma proprio mentre sono quasi fuori dalla stanza mi parla.
-Perché?-  domanda.
-Perché, cosa?-  chiedo avvicinandomi al letto.
-Perché non posso essere egoista, per una volta nella mia vita, e decidere cosa fare? Senza avere obblighi o rimorsi. La gente sceglie sempre le cose per me: crescere mio fratello, essere vittima di mio padre, essere lo zimbello della scuola e dei suoi bulli, essere fidanzata, essere quasi uccisa e poi salvata, essere affidata a terzi. Quando verrà il mio momento di scegliere? Quando potrò decidere io cosa fare?-  chiede, con voce straziante, che lacera l’anima.
-Puoi scegliere da oggi, Kagome. Non hai più l’obbligo di crescere tuo fratello, almeno non da sola, non sei più costretta a subire violenze da tuo padre, non sei più lo zimbello di nessuno, l’essere fidanzata dipende sempre da te, la vita è un bene che i medici ti hanno restituito, non rinnegarla mai, essere affidata a mia madre puoi considerarla una cosa momentanea se non vuoi stare qui. Tutto il resto adesso dipende da te. Puoi decidere di tormentarti la vita nel dolore, oppure decidere di viverti la tua libertà finalmente. Dipende solo ed esclusivamente da te. Ma non decidere di rinunciare alla vita, ti prego. Non farlo per niente e nessuno al mondo.-
Le parlo col cuore, perché non so cos’altro dirle, non so come aiutarla. Non sono uno psicologo come mia madre. Lei saprebbe cosa dirle e come spronarla. Mi sento così inutile.
-InuYasha?-
-Sì?-
-Come l’hanno presa a scuola?-
A scuola? E che c’entra adesso? Possibile tema il giudizio degli altri?
-Erano tutti stupiti dal fatto che nascondessi così bene il tuo dramma. Molti erano pentiti per il loro comportamento, e dicevano che appena saresti tornata a scuola ti avrebbero chiesto perdono. Altri invece ne erano indifferenti.-
-Capisco.-
-Qualunque sia la reazione degli altri quando ritornerai, infischiatene, come hai sempre fatto.-
-Altra cosa su cui sapevo mentire bene evidentemente. Mi ferivano i commenti che giravano su di me, come quelli che fossi una sgualdrina da due soldi. Ma ho sempre dovuto ingoiare la rabbia a la tristezza, perché avevo di meglio a cui pensare, tipo sopravvivere. Credo che tu mi veda in modo errato, InuYasha. Non sono forte come può sembrare, ho dovuto esserlo. Capisci la differenza?  È come l’intelligenza, c’è chi nasce con questo dono e c’è chi deve sgobbare ore per esserlo. Il secondo caso è il mio. Ho faticato per essere forte, alla fine ho ceduto, evidentemente.-
-E allora ritorna a studiare.-
-Eh?-
-Ritorna a studiare per essere intelligente.-  rispondo, utilizzando la sua stessa metafora.
-Potrei essere bocciata…-
-Ripeterai l’anno tutte le volte, finchè non verrai promossa.-
-Sei insistente, lo sai?-  afferma sorridendo, finalmente.
-Me lo hanno già detto.-
-Ci proverò.-  
-Davvero? Non lo dici per darmi ragione, vero?
-No, ci proverò. Proverò a fare come dici. Però ho paura…-
-Paura di che?-
-Mio padre. E se riottenesse la custodia? Che ne sarà di me e Sota?-  riflette, rattristandosi nuovamente.
-Non la riotterrà mai. Ti ha quasi uccisa e noi proveremo che è così. E comunque non gli permetterò di toccarti, mai più!-
-Stavi quasi per ucciderlo oggi.-
-Ti sarebbe dispiaciuto?-
-Non per lui.-  ammette.
-Per questo mi hai fermato? Ti sei preoccupata per me?-  chiedo speranzoso che dica sì.
-Beh…sì. E’ normale, no? Adesso è come fossi mio fratello.-  ah…fratello…certo. Che altro potevo essere per lei?
-Certo, adesso siamo come fratello e sorella.-  constato deluso.
-Grazie per avermi difesa.-
-E’ questo che si fa con le sorelline più piccole, no?-  mi sforzo di scherzare, anche se dentro, il sangue ribolle furioso.
-Guarda che abbiamo la stessa età!-  si lamenta, imbronciata.
-Io sono nato cinque mesi prima di te, quindi sono più grande. E in quanto fratello maggiore ti ordino di metterti a letto e riposare. Vengo a chiamarti per la cena.-
-Ok, grazie.-  dice sorridendo e sdraiandosi.
Esco dalla sua stanza con la voglia di picchiare la testa contro il muro. Un fratello. È così che mi vede adesso? Un dannato fratello? Fanculo! Tutte vane speranze le mie! Ho bisogno di uscire, mi sento soffocare, soprattutto ho bisogno di sfogare su qualcuno tutta la mia frustrazione!
 
-Aaaah…sì! InuYasha…più forte! Sì…così!-  implora una delle tante troiette della scuola, di cui non ricordo neppure il nome e che mi sto scopando senza tanti complimenti dentro al garage dei suoi genitori, inconsapevoli di quanto zoccola sia la loro cara figlioletta, piegata a novanta per soddisfarmi. Anche se di soddisfazione ne sto avendo ben poca.
-InuYasha…non resisto più…-
-Stai zitta! Tieni la bocca chiusa!-  sbotto bruscamente al suo ennesimo richiamo. La sua voce è un fastidio! Come il coglione che sono, sto cercando disperatamente di immaginare Kagome al posto di questa ragazza insignificante, ma non funziona, soprattutto quando squittisce con quella vocina stridula. Non ci riesco, non ce la faccio!
-Mi piace quando… mi dai ordini! Farei di tutto… se me lo chiedessi!-  ansima tra una spinta e l’altra.
-Allora stai zitta e non fiatare nemmeno!-  le impongo come mi ha chiesto. Lei obbedisce, chiudendo finalmente quella boccaccia. Altre tre, quattro spinte, l’immagine di Kagome a riempirmi la testa, la sua voce al posto di quella dell’oca starnazzante, ed eccolo…un piacere che di appagante, però, non ha nulla. È una fitta dolorosa, dritta nell’anima, che mi trapassa da parte a parte, con la consapevolezza che mai potrò stringere lei tra le braccia, non nel modo che vorrei. Un fratello…sono solo un fratello acquisito!
Torno a casa più insoddisfatto di prima, con una rabbia dentro che non riesco a spiegarmi. Forse era maglio se me ne stavo a dormire! Tendo l’orecchio alla porta di Kagome, non sento nulla. Starà dormendo? La apro piano ed entro, facendo attenzione a non urtare nulla per non svegliarla. Nella stanza c’è poca luce, solo quella che entra dai lampioni fuori in giardino, ma tanto mi basta per vedere il suo viso.
Che darei per avere le tue attenzioni. C’ho provato in tutti i modi, anche inconsciamente, quando ti prendevo in giro. Prima ricambiavi i miei sentimenti con l’odio, ora con la gratitudine. Ma non sono le cose che vorrei.
-Kagome, accorgiti di me. Guardami come semplice ragazzo, non come uno stronzo prepotente, e neppure come tuo salvatore…-  le sussurro a fior di labbra, lasciandovi poi un delicato bacio sopra.
Sto diventando ridicolo, lo so. Peggio di una donnicciola innamorata. Ma questa ragazza mi sta facendo uscire fuori di senno. Neppure io mi capisco, ma è questo che provo. E fa male. E’ così che sto pagando il male che le ho fatto? Forse sì, e lo merito tutto.
 

 
 
                                                                      *************************
 

 

Il viale è ricoperto da candidi petali di ciliegio. Cadono come leggiadri fiocchi di neve che ruotano su se stessi. Mi ritrovo a ballarvi in mezzo, volteggiando, mentre essi mi ricoprono. Il loro profumo riempie l’anima, la scalda e la protegge. Ma c’è qualcos’altro che mi sta scaldando. Un abbraccio? Sì, è proprio un caldo abbraccio in cui mi lascio andare, a cui incateno il mio cuore. Mi rilasso fiduciosa, chiedendomi chi mi stia tenendo stretta a sé. Provo a voltarmi per capire chi ci sia dietro di me, a stringermi così dolcemente, ma non riesco a vederne il volto.
-Non puoi vederlo con gli occhi, ma col cuore.-  sostiene una voce dal tono dolce e gentile, e che riconoscerei tra mille.
-Mamma? Mamma sei tu, vero?! Dove sei? Non ti vedo!-  la cerco in quella distesa di fiori, che improvvisamente sembra aumentare sempre più. E’ come se volesse seppellirmi!
-Smetti di cercare guardando, Kagome. Ascolta l’urlo sordo del tuo cuore, bambina mia.-
-Che significa? Che intendi dire?-  chiedo confusa e stordita, cercandola tra quella moltitudine soffocante di petali.
-Lo capirai quando sarà il momento. Sono fiera di te, tesoro mio, sei una donna ormai. -  le sento dire, mentre una folata improvvisa porta via tutti i petali, lasciandomi da sola, in mezzo agli alberi totalmente spogli.
-Mamma? Mamma dove sei? Aspetta non andartene! Ti prego, ritorna! Mamma!-  la chiamo in lacrime, correndo per il viale alberato che lentamente sparisce sotto i miei piedi. Tutto trema, le immagini diventano distorte, come se scivolassero via da una parete di vetro bagnato.
-No! No no no no! La Via dei Ciliegi sta svanendo? No mamma, ti prego! Ritorna qui!-  continuo ad urlare disperata, accasciandomi a terra, incurante che tutto intorno a me si stia sgretolando.
Ma eccolo di nuovo, lo stesso calore di prima, due braccia che mi stringono e mi infondono uno strano senso di pace. Chiudo gli occhi e mi lascio cullare, incurante di ciò che mi circonda.
-Kagome…-   un dolce sussurro mi costringe ad aprire gli occhi. Mi ritrovo in quella che è la mia nuova camera in casa Taisho.
-E’ tutto a posto. E’ stato un altro incubo.-   mi rassicura qualcuno, abbracciandomi.
Questo calore…è lo stesso del sogno.
-Inu…Yasha?-  lo chiamo ancora intontita.
-Sei al sicuro. Non preoccuparti.-  annuisco, anche se non so neppure per cosa. Mi tiene stretta a sè, e a me sembra di andare a fuoco.
-Va meglio adesso?-  mi chiede, scostandosi per guardarmi in faccia.
-Sì, ti ringrazio.-
-Allora vieni, la cena è pronta.-  mi informa, staccandosi del tutto.
Provo una strana fitta all’altezza del petto. Che sarà? Agitazione forse. Sicuramente colpa di tutto lo stress di oggi.
Dopo cena sento Sango al telefono, che ha chiamato per sapere come stavo. Passerà domani a trovarmi. Saluto tutti e metto Sota a dormire, poi torno nella mia stanza. Passo quasi due ore a rigirarmi nel letto, pensando al sogno e alle parole di mia madre. Non riesco a capirle. Forse voleva darmi qualche indizio per ricordare quello che è accaduto con papà? Ascoltare l’urlo sordo del mio cuore, che significa? Il cuore urla? Uffa! Basta pensarci! Tanto non ricordo nulla facendo così. Meglio dormire.
 
I giorni passano, ed è tempo di ritornare a scuola. Dovrò affrontare una giornata per niente serena, già lo so, me lo sento. Izayoi dice che andrà tutto bene, ma io ho i miei dubbi. Sarà anche una brava psicologa, parlare con lei mi aiuta, ma decisamente non sa come la pensa un adolescente della mia età, lei è più brava coi bambini.
-Nervosa?-  mi chiede InuYasha, mentre giungiamo davanti ai cancelli.
-Molto.-  ammetto.
-Non accadrà nulla, tranquilla. Ci sono io con te.-  mi rassicura, stringendomi la mano.
Speriamo in bene.
-Kagome! Finalmente posso rivederti! Mi sei mancata tantissimo!-  esclama Naraku, venendomi incontro ed abbracciandomi, facendomi lasciare la presa della mano di InuYasha, che vedo allontanarsi con sguardo  cupo. Perché? Ogni volta che vede Naraku sembra voglia ucciderlo. Gli starà antipatico perché mi difendeva da lui? Non lo capisco.
-Ciao Naraku. Comunque, se ti mancavo, potevi anche venire a trovarmi.-  gli faccio notare infastidita.
-Lo sai che Taisho non mi sopporta, e la cosa è reciproca. Ogni volta che ci vediamo vorremmo azzannarci, e non dirmi che non lo hai notato.-
-Ma saresti venuto a trovare me, mica lui. Bastava che lo ignorassi.-
-Hai ragione, ma ho preferito evitare. Ora che ti sei ripresa però, possiamo recuperare il tempo perduto, magari cominciando da oggi. Che ne dici se finita la scuola andassimo a fare un giro?-  chiede, avvicinando il viso al mio per baciarmi, ma istintivamente mi scanso.
-Non posso, mi spiace. Avrò molto da studiare  per rimettermi in pari col programma.-  e soprattutto ho paura ad uscire con mio padre libero.
-Allora vieni a studiare da me. Ti aiuto io...-  dice mellifluo, dandomi piccoli baci ai lati della bocca. Tutto mi sembra il suo invito, tranne che un aiuto per lo studio.
-Ti ringrazio ma, si è già proposta la mia amica per aiutarmi.-
-Cazzo, Kagome! Non stiamo insieme da settimane, ma sembra non fregatene nulla! Cos’è…la vicinanza del tuo nuovo fratellastro ti ha allontanata da me?-
-Che c’entra InuYasha adesso?-
-Lui c’entra sempre! Da quando ti ho conosciuta è sempre stato tra i piedi, e tu glielo hai sempre permesso! Comincio a credere che ti piacesse essere umiliata da lui, perché non fai altro che stargli attaccata!- 
-Cosa stai insinuando, Naraku? Parla chiaro!-
-Hai anche bisogno che te lo spieghi? Ti piacciono gli stronzi! Forse se ti legassi e picchiassi mi ameresti alla follia, visto che a quanto pare è questo che cerchi in un uomo!-  sentenzia con una cattiveria tale da colpirmi come uno schiaffo. Anzi, forse lo schiaffo avrebbe fatto meno male delle sue parole taglienti e velenose. Non lo avrei mai creduto così crudele. Le sue parole mi hanno ferito come non avrei mai creduto possibile.
-Complimenti, con queste parole sei rientrato anche tu nella categoria degli stronzi, peccato che a me non piacciano. Pensavo fossi diverso dagli altri ragazzi, invece sei tale e quale a loro. Mi hai rinfacciato qualcosa di cui non ho colpe. Non ho chiesto io di essere picchiata, ho dovuto subirlo senza potermi ribellare. Ma grazie per avermelo ricordato.-  replico delusa, con gli occhi pieni di lacrime.
-Kagome…no non piangere. Mi spiace, non volevo dire quello che ho detto! Perdonami! E’ stata la gelosia a parlare per me.-  cerca di consolarmi, provando a prendermi tra le braccia, dalle quali mi scosto fulminea.
-Gelosia immotivata la tua! Quando mai ti ho dato motivo di esserlo?- 
-Tu no, ma Taisho sì. Non mi piace come ti guarda e come ti sta addosso!-
-Ma se lui non mi calcola nemmeno! Gli faccio così schifo che per una semplice battuta mi stava per spezzare la schiena ed il collo, figuriamoci se potrebbe provare un interesse per me! Mi sta vicino semplicemente perché si sente in colpa per avermi trattata di merda in questi anni.-
-Sei troppo ingenua Kagome. Il suo non è uno sguardo da pentito, quanto da innamorato.-
Che? Ma ha battuto la testa? Sì, non c’è altra spiegazione! Naraku è totalmente ammattito!
-Tu devi essere impazzito! Forse, in un mondo parallelo, InuYasha potrebbe essere innamorato di me, ma di certo non in questo di mondo.-  si è fumato il cervello, di sicuro!
-Se anche avessi ragione preferisco tu gli stia lontana. Non mi piace vedertelo così vicino.-
-Forse hai dimenticato che viviamo sotto lo stesso tetto! E comunque non prendono ordini da te, neanche se sei il mio ragazzo! Mi hai stancato con le tue richieste assurde! Se non ti fidi di me forse è meglio chiuderla qua.-  dichiaro laconica. Mi sono scocciata di questi suoi attacchi di gelosia immotivata. Sono stanca di subire anche questo. Basta!
-Ma io non voglio chiudere con te. Kagome, io ti amo, non riesco a pensare di lasciarti.-
-Semmai sarei io a lasciare te, precisiamolo. E comunque, se vuoi che restiamo insieme, devi smetterla di dirmi cosa devo o non devo fare. Adesso InuYasha è mio amico e fratello acquisito, che ti piaccia o no. Non lo eviterò perché sei tu a chiedermelo!-
-Va bene, va bene. Ho capito. Ma almeno dedicami un po’ di attenzioni. Ti chiedo troppo anche con questa richiesta? Sei la mia ragazza, è normale voglia passare del tempo con te.- 
-Ok. Allora dopo la scuola andiamo a prenderci qualcosa. Ma ritengo l’argomento “Taisho”  chiuso. Siamo d’accordo?-  acconsento infine. Ha ragione quando dice che gli dedico poco tempo, ma non è dipeso certo da me.
-Sta bene. Capitolo chiuso.-   mi sorride, accarezzandomi una guancia.
Non ho per niente voglia di uscire. Non mi va, ma almeno questo glielo devo come fidanzata. E speriamo di non incontrare nessuno.
Per fortuna il resto della giornata trascorre tranquillo. Alcuni miei compagni di classe si sono scusati, altri sono rimasti indifferenti. E’ andata meglio di quel che temessi.
Alla fine delle lezioni vado con Naraku a prendere una cioccolata. Quando l’ho detto ad InuYasha mi è sembrato restarci male, o forse è stata una mia impressione. Comunque le parole di Naraku mi fanno riflettere. InuYasha innamorato di me…ma nooo! Assolutamente assurdo anche solo pensarlo! Non dopo le “dolci frasi” che mi dedicava. Lui pensa io sia un cesso, uno scorfano. E a prova di ciò che penso, se n’è andato via insieme ad una ragazza tutta tette, dal trucco impeccabile e senza un capello fuori posto. È questo il suo genere evidentemente. Io non vi rientrerei mai. Guardo il ciondolo che mi ha regalato, lo passo tra le dita, scaldandone la superficie fredda, e penso. Perché questa consapevolezza sembra ferirmi? Cosa importa a me del suo genere di donna? Forse la mia è invidia? Perché non mi ritiene una bella ragazza? Oh beh, bella non posso di certo definirmi, ma neppure uno scorfano. Ma sì, chi se ne importa alla fine, mi vado bene così come sono. Al mio ragazzo sembro piacere, solo questo deve importarmi. Sì, solo questo…
 

 
 
                                                                          *************************
 
 
 

Stupida idiota! E’ solo una stupida! Come fa a preferire quell’imbecille di Saimyosho che non l’ha calcolata di striscio in queste settimane in cui è stata male? Non lo sopporto! E pensare che dopo la scuola volevo portarla a fare un giro, in modo da distrarsi.
-InuYasha?-  mi sento chiamare.
-Che c’è?-  chiedo sgarbato alla ragazza che mi ritrovo di fronte.
-Mi chiedevo… se ti andasse di ripetere l’esperienza dell’altro giorno…-  dice con tono malizioso, avvinandosi a me provocante.
-Tu…saresti?- 
-Kikyo! Hai già dimenticato il mio nome?-  chiede accigliata.
Kikyo? Non mi dice assolutamente nulla.
-Quella del garage!-  precisa, notando la mia espressione interrogativa.
-Ah…ora mi ricordo.- 
-Ho casa libera oggi. Ti va di farmi “compagnia”?-  mi invita, riacquisendo il tono vagamente malizioso.
Me la sta servendo senza compimenti su un piatto d’argento. Che tipo. Di certo Kagome non lo farebbe mai. Ed ecco di nuovo il mio tarlo: Kagome, Kagome, sempre Kagome! Lei è a spassarsela con Naraku, di sicuro! Non vedo perché io non dovrei.
-Perché no!-  acconsento, prendendola bruscamente per la testa e baciandola con impeto.
C’è solo bisogno di zittire la rabbia in questo momento, che scarico interamente su questa bambola mal riuscita, perché al tatto si sente che ha le tette rifatte. Che schifo! E a guardarle il naso anche quello non scherza in quanto a ritocchi. Me la faccio andare bene ugualmente, non è certo la sua faccia o com’è fatto il suo corpo che mi interessa. Mi serve solo ciò che ha tra le gambe, poi può andare al diavolo!
-InuYasha…mi fai male così!-  si lamenta, provando a scostarsi.
-Ma come, l’altra volta mi pregavi e oggi ti faccio male?-  ringhio, afferrandola per i fianchi per non farla allontanare.
-Sì, ma non eri così rude.-  starnazza con quella vocetta così fastidiosa. L’avevo dimenticata!
-Che vuoi farci, sarà il tuo corpo ad incitarmi così.- mento magistralmente.
La mia frase le fa stirare il viso in una specie di sorriso mal riuscito, segno che è fiera del suo aspetto, così si  rilassa, aprendosi maggiormente a me, che ne approfitto. Donne…basta un falso complimento per fare allargare loro le gambe a chiunque!
Quando torno a casa trovo due volanti della polizia davanti il cancello. Che cosa è successo? Il primo pensiero va a Kagome. Mi precipito dentro il più in fretta che riesco, rilassandomi quando la vedo seduta accanto a Miroku, che le tiene la mano mentre piange disperata. Mia madre invece parla con papà. Anche lui qui? Che diamine è successo?
-InuYasha!-  mi chiama mia madre appena mi vede.
-Che cosa è successo?-
-Figliolo, mi spiace così tanto, ma devo svolgere il mio dovere.-  risponde mio padre, visibilmente dispiaciuto.
-Cosa? Di cosa ti scusa?-  chiedo confuso.
-InuYasha Taisho, è in arresto per l’omicidio di Noboru Higurashi. Può avvalersi della presenza di un legale di fiducia.-  pronuncia uno dei poliziotti, mentre un altro si avvicina per mettermi le manette.
-Che cosa? Che accidenti state dicendo?-  chiedo disorientato.
-Ragazzi, potete evitare le manette. Mio figlio non fuggirà di certo.-  li ferma mio padre.
-Papà…che sta succedendo?!-
-Mio padre…è stato trovato morto, ieri sera. Loro credono sia stato tu.-  mi spiega Kagome, scossa dal pianto.
-Che? Io? Assolutamente no! Non sono stato io. Papà, devi credermi!-   lo prego sconvolto.
-Io ti credo, ma ci sono delle testimonianze che riferiscono che qualche giorno fa lo hai picchiato e minacciato di morte. Adesso che è morto il primo sospettato sei tu.-
-Signor Taisho, suo figlio lo ha fatto per difendere me. Ma da qui a considerarlo un assassino ne corre. La prego, non lo arresti. Sono sicura che non sia stato lui ad uccidere mio padre, non ne sarebbe capace!-  interviene Kagome, difendendomi.
-Lo so Kagome. Però mi è stato ordinato di arrestarlo dai miei superiori. Non dipende da me, purtroppo.-
-Ma non ci sono prove che sia stato io! Come accidenti può bastare una semplice frase per spedirmi in carcere, quando lui, con le prove di aver quasi ucciso Kagome, era libero? E’ assurdo!-  sbotto furioso.
-Tranquillo tesoro, ho già contattato un ottimo avvocato che ti tirerà fuori. Sta per arrivare.-  mi informa mia madre.
-Adesso dobbiamo andare, Commissario.-  lo informa un agente.
-Sì. Andiamo figliolo. Ti prometto che farò il possibile per trovare il vero responsabile e riportarti il prima possibile a casa.-
Seguo mio padre e gli altri agenti in macchina, osservando dal finestrino casa mia che si allontana sempre più dalla mia visuale. Sembra una di quelle classiche scene da film; patetico! Che ne sarà ora di me? Come proverò la mia innocenza?
Sono nei guai. Grossi, grossissimi guai!
 
 
 










 
 
Salve ^_^ ed ecco che intendevo nel capitolo precedente per “movimentare le cose”  :3
Quanto siete felici di aver trovato Kikyo anche qui? Taaantoooo  lo so XD.
Kagome inizia a farsi due domandine (anche grazie a Naraku, perché lei oltre ad essere tonta, trova strano il comportamento di InuYasha, essendo stata quasi strangolata da lui per una battuta…come darle torto in effetti) quindi, grazie a Naraku che ogni tanto torna utile ^_^ ha messo in funzione il cervello della protagonista U_U
Inu in prigione…come ne uscirà? E’ stato lui o non è stato lui, ad uccidere il padre di Kagome, finalmente tolto dalle balle?
Al prossimo capitolo per scoprirlo :* e grazie per seguirmi sempre così numerose/i <3
Baci baci Faby <3 <3 <3 <3 


p.s. non ho messo foto delle varie pietre o avrei intasato la pagina ^^ ma se siete curiosi basta digitare su Google Immagini il nome delle varie pietre citate.
p.p.s  per chi non sa cosa sia una pietra burattata, per farla molto semplice, sono le pietre grezze che vengono lucidate e levigate, grazie ad alcune polveri abrasive ( a volte anche con quella del diamante) che le rendono lucidissime
   
 
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