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Autore: _Giuls17_    19/12/2014    1 recensioni
E' il compleanno di Clary, ma tutto ciò che noi conosciamo tramite City of Bones, verrà sovvertito dall'arrivo di Valentine Morgenstern a casa di lei, proponendole una dolce e allettante proposta: conoscere il Mondo Invisibile, conoscere suo fratello, conoscere se stessa.
Cosa deciderà di fare Clary? Proseguire sulla retta via o deragliare assieme al padre?
C2: Lei mi ha mentito per tutta la mia vita, non mi ha mai raccontato la verità, né su mio padre né su mio fratello.
C3:Clary, tu sei mia sorella e io non ti posso solo volere bene, a modo mio io ti amo...
C10:-Clarissa!- Jonathan si girò e urlò il nome verso il lago, come se lei potesse sentirla e solo allora Jace decise di agire e con la spada colpì quel punto sulla schiena
C12: Si girò di lato ed osservò il suo Marchio del parabatai sbiadito, proprio vicino all’orecchio.
C14:-Io…Ho paura, c’è questo rumore, c’è qualcosa dentro la mia testa.-
C18:-Eri morta? Clary come hai potuto tenermelo nascosto ! E tu Jace, che hai da dire?- *
La verità è che mi manchi.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Jonathan, Valentine Morgenstern
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Vite di mezzo
 
Alec osservò il sorgere del sole da una delle finestre di casa di Magnus, restando in silenzio a riflettere sugli eventi delle ultime due settimane.
Erano tornati a casa, ma in realtà tutto era cambiato e forse non in meglio.
 
Clarissa si era trasferita all’Istituto a tutti gli effetti, era stato Simon a portare la sua roba il giorno dopo il loro rientro, e non aveva più rivisto sua madre da quel momento.
Si grattò distrattamente il mento, sapeva anche lui che il comportamento di quella donna non era lodabile e scusabile, ma credeva che la ragazza dovesse darle una seconda possibilità, nonostante tutto forse anche lui avrebbe taciuto la verità se avesse avuto un tipo come Valentine nella sua vita.
E proprio per questo motivo più volte aveva provato a parlare con Jace di quella strana situazione, ma il fratello, nonostante lo avesse ascoltato, aveva deciso di non interferire.
Alexander chiuse gli occhi e ricordò esattamente le parole che Jonathan gli aveva detto qualche sera fa:
-Sono responsabile, io ho ucciso suo fratello, io… Potevo evitarlo, potevo evitare che lei si spezzasse.-
-Non sarebbe cambiato niente.-
-Invece si, Jonathan si era voltato verso di lei. Lui stava andando a salvarla da Valentine ed io l’ho ucciso.-
-Lei non te ne fa una colpa, non ti ritiene responsabile.- aveva concluso il ragazzo.
-Lo so, ma io mi sento tale.-
 
 
-Alec?-
-Sì, Magnus.-
-A cosa stai pensando? No, non dirmelo, pensi a Clarissa, a tuo fratello e a tua sorella.-
-Tutto è così diverso, si stanno perdendo.-
-Izzy è grande abbastanza da cavarsela da sola e non sarà Simon a farle del male, lui è così buono ed io l’ho visto.
Il grande problema sono Clary e Jace.-
-Lei è distrutta e lui non riesce a non incolparsi.- sussurrò voltandosi verso lo stregone.
-Jace nonostante la forza fisica ha un animo mutevole, quasi debole, quella ragazza ha conquistato il suo cuore prima ancora che si vedessero, lui ci tiene così tanto che sapere di avere ucciso il fratello, il suo parabatai, lo distrugge.-
-Clary non è così meschina da farlo sentire in quel modo.-
-Lo so, ma Jace non l’ha ancora capito. Lei sapeva che, prima o poi, quella sua strana famiglia si sarebbe autodistrutta, solo credeva di avere più tempo per salvarlo.-
-Cosa posso fare?-
Alec lo guardò negli occhi, e rimase in attesa.
Neanche lui aveva capito cosa stesse succedendo nella sua vita con esattezza, ma da quando era tornato da Alicante non riusciva a togliersi dalla mente gli occhi di Magnus, il suo aspetto e la pace che portava nel suo animo travagliato.
Nonostante questo sapeva anche altrettanto bene di essere attratto da lui, era riuscito ad ammetterlo solo ad Izzy e lei come sempre lo aveva appoggiato, la sua famiglia erano lei, Jace e Max, neanche i suoi genitori per quanto lui volesse adorarli avevano così tanto potere su di lui.
-Credo che tu debba aspettare che le cose si risolvano da sole, potresti chiedere a Maryse di lasciar uscire Clary e Jace, siamo quasi a Natale e credo che possa fare bene a quei due.-
-Sì, penso che tu abbia ragione.-
-Fidati del Sommo Stregone di Brooklyn.- sorrise ammiccante verso il ragazzo e si avvicinò di quel poco, per eliminare le distanze, e baciarlo lievemente sulle labbra.
 
***
 
Simon si alzò dal letto ed osservò la schiena piegata di Clary sul blocco da disegno, aveva finito da qualche ore le esercitazioni con Maryse e Jace e si era rinchiusa in camere per disegnare.
Lui era rimasto in silenzio, in attesa che lei gli parlasse, che come una volta si confidasse con lui, ma quella Clary non era la stessa che lui conosceva.
Su quelle spalle poteva vedere il peso della verità, quella che aveva così tanto agognato per tutta la sua vita, che adesso le rendeva impossibile anche dormire.
Esaminò le braccia scoperte e riconobbe gli stessi Marchi di Izzy e rimase ad osservare la runa del parabatai.
Lui non aveva conosciuto Jonathan Cristopher Morgenstern, non sapeva nulla di lui oltre i brevi racconti che Isabelle e Alec gli avevano narrato, ma aveva realizzato che quel ragazzo aveva lasciato un grande vuoto nel cuore della sua migliore amica.
Adesso poteva vedere la differenza, anche se ad Alicante lei si era mostrata coraggiosa, forte e decisa, quando avevano varcato le soglie del Portale tutto era cambiato, il colore della pelle era diventato più sbiadito e i capelli avevano perso lucentezza come anche il suo sguardo determinato.
Clary si era finta forte per tutti, ma adesso che solo in pochi potevano vederla si era tolta la maschera, mostrandosi debole e fragile, mostrando come la morte del fratello l’avesse in realtà spezzata dall’interno.
-Perché continui a fissarmi?-
La voce dell’amica lo riscosse dai suoi pensieri e decise di alzarsi dal letto.
-Stavo solo… Ti stavo guardando.-
-Simon sono sempre io.- sussurrò, senza guardarlo.
-Forse il tuo tono di voce è lo stesso, ma lo sai che con me puoi parlare. Siamo amici.-
-Simon…-
-Non fare finta con me, ci provi con Jace e lui è altrettanto distrutto da dartela vinta ma io no, io non sono così.-
-Simon io ho solo bisogno di tempo, non sono arrabbiata con Jace per averlo ucciso, so che se l’ha fatto era perché doveva farlo, conoscevo bene Jonathan ed era un pazzo, come Valentine, ma gli volevo bene ed era il mio parabatai, questo non posso dimenticarlo velocemente.-
-Lo so, Clary, vorrei poter far di più per te.-
-Potresti dirmi per chi ti vesti così elegante, sei diverso.-
Clary alzò lo sguardo e finalmente Simon lesse il dolore in quelle iridi verdi che aveva imparato a conoscere col tempo.
-Non c’è nessuna.-
-Simon, sarò anche annegata nel mio dolore, ma non sono diventata cieca, le vedo ancora queste cose.-
-Bè… Ci sarebbe una ragazza.-
-Scommetto che ha dei lunghi capelli neri e qualche Marchio sparso per il corpo.- chiese, ridendo.
-Come sai di me e Izzy?!- chiese sconvolto, appoggiandosi alla scrivania.
-Oh andiamo, non sono così cieca! So che tu hai il permesso di stare qua solo perché Izzy lo ha chiesto a Maryse, so che quando lei mi chiede qualche consiglio lo fa perché io ti conosco bene e andiamo, io e Jace vi abbiamo visti uscire di nascosto.-
-Credevamo di essere stati discreti.- sussurrò.
-Oh sì, ma siamo Shadowhunters e sappiamo muoverci in silenzio.-
-Clary avrei voluto dirtelo ma pensavo di…-
-Ferirmi? Simon è la tua vita e tu devi stare con chi ti rende felice e poi io… Io credo di avere Jace.-
-Che vuol dire credi?- chiese, facendosi più attento.
-Prima di conoscere tutta la verità lui esternava diversamente i suoi sentimenti, adesso ho paura che si sia rifugiato in se stesso per paura di farmi soffrire, si sente in colpa e crede che io lo detesti.-
-Tu cosa provi?-
-Io… Non lo so, ma quando l’ho visto la prima volta qualcosa mi ha colpito, lui mi è entrato dentro la pelle senza che io lo volessi o che me ne accorgessi, mi ha protetto anche da lontano ed ha creduto in me quando tutti non lo facevano, non ha smesso di cercarmi.-
-Penso che dovreste passare del tempo assieme, penso che abbiate bisogno di scordarvi quello che è successo e di andare avanti.-
-Non è così facile, io sarei agli arresti domiciliari e nonostante l’Istituto sia grande abbastanza, non riusciamo a restare soli per troppo tempo.-
-Penserò a qualcosa.-
Simon si abbassò e le scombinò piano i capelli, cercando di risollevarle il morale.
-Andrà tutto bene, ma adesso torna a sorridere Fray o il tuo angelo non verrà bene.-
Clarissa abbassò lo sguardo ed osservò la riproduzione di Jace in versione angelica, era venuto bene ma nonostante tutto sentiva che qualcosa non sarebbe stata più la stessa.
 
***
 
Jace aveva ascoltato assieme a Maryse la richiesta di Alec, ma non fu quello a colpirlo più di tanto, ma l’interesse del fratello alla sua vita e a quella di Clary.
Loro erano parabatai, avevano combattuto assieme per tutta la vita eppure Alec non si era mai esposto fino a tanto, ma sapeva che il merito era solo di Magnus.
Da quando lo avevano conosciuto alla sua festa lui e Alec si erano visti, prima solo per cercare Clary, poi sempre più spesso e lui sapeva bene che da quando era tornato lui stava dallo stregone.
-Jace potrebbe andare bene.-
-Come?-
-Clarissa non è in carcere, nonostante tutto non è finita nelle prigioni di Alicante e credo che nonostante le restrizioni imposte tu possa portarla fuori, magari non frequentemente.-
-Credi che non avremo problemi?-
-Me ne occuperò io in caso, noi due ci siamo assunti la responsabilità di vegliare su di lei, ed anche tu ti sei accorto che sta diventando un autonoma, non è questo che volevamo, quindi…-
-Maryse…-
-Lo so, non ti sembra vero sentire queste parole proprio da me, ma è stato Alec ad aprirmi gli occhi.
Jace tu non hai nessuna colpa.-
 
Uscì lentamente dalla biblioteca e si diresse verso la camera della ragazza, anche sua madre aveva capito cosa gli passava per la testa, cosa sentisse il cuore.
Si sentiva in colpa per aver ucciso Jonathan senza un reale motivo, anche se nemico della pace, lui si era voltato per andare da Clary, per salvarla e lui lo aveva colpito alla schiena, non gli aveva lasciato nessuna possibilità.
Anche se non avevano trovato il cadavere, aveva capito dalla runa della ragazza che suo fratello fosse morto, veramente.
Non riusciva neanche a dimenticare la faccia di Clary quel giorno nel bagno, il suo dolore così evidente lo avevano spiazzato e da quel momento sapeva che tutto era cambiato, almeno per lui.
Bussò piano alla porta e sentì dei passi farsi sempre più vicini, lei gli aprì la porta e vide un sorriso timido nascere in quel viso dolorante.
-Ciao.- salutò, alzando la mano.
-Jace, è successo qualcosa?-
-No, insomma ci hanno dato il permesso di uscire dall’Istituto se ti va.-
-Uscire? Davvero? Quando?-
-Anche adesso.-
-Prendo la giacca.-
Jace la osservò rientrare velocemente in camera e prendere dall’attaccapanni una giacca di pelle nera con l’interno foderato di pelliccia marrone.
Clary si era abituata in tutti i sensi all’essere un vero e proprio Shadowhunters, sorrise senza rendersene conto e presero l’ascensore per dirigersi direttamente verso i cancelli.
 
-Si vede che sta arrivando il Natale.-
La sua voce calda lo riscosse dai pensieri e si voltò ad osservarla, Clary lo stava guardando sorridendo, istintivamente gli sfiorò la mano con la propria e sentì un brivido lungo la schiena.
-Ti va di andare al parco?-
-Dove preferisci tu, Jace.-
Voltarono verso destra e nuovamente in silenzio raggiunsero il parco illuminato dalla sola luce lunare e di qualche lampione, si diressero verso una panchina vicino al piccolo laghetto e si sedettero vicini.
-Perché… Stai in silenzio? Se non volevi uscire…-
-Non è per questo.- concluse il ragazzo.
-Per cosa?-
-Per tutto, Clary, per tutto quello che è successo e che non posso dimenticare.- ammise, tenendosi la testa con le mani.
-Jonathan.-
-Quando… Quando mi chiami così ho paura di crearti ancora dolore.-
-Ti sbagli.-
-Eppure io li vedo i tuoi occhi rossi e gonfi per il pianto, le borse sotto di esse e il tuo sguardo spento. Io ti ho uccisa.-
-Adesso basta!-
Clary lo afferrò per il braccio e lo scosse per farlo sedere dritto, così da poterlo guardare in faccia.
-Jace tu non hai fatto niente e pronunciare il tuo nome non mi fa soffrire, tu e lui siete due persone diverse e sempre lo sarete, nonostante le parole di mia madre io ho conosciuto anche un altro Jonathan, non dico che il mostro non esista ma sono convinta che c’era del buono in lui, ma adesso questo non ha più importanza.
Se tu non lo avessi fermato, saresti morto, e non lo avrei accettato.-
-Ma non hai accettato neanche la sua morte.- Jace, distolse lo sguardo dal suo per posarlo sull’erba bagnata dall’umidità.
Clary decise di non mollare e si mise in ginocchio davanti a lui per poterlo guardare.
-Lo so che lui sarebbe venuto a salvarmi, lo so che lui non avrebbe permesso a Valentine di uccidermi, ma so anche che se fosse rimasto in vita non si sarebbe fermato, avrebbe continuato il piano di nostro padre e non potevamo permettercelo, a nessun costo.
Lui è morto ed io sto accettando la sua morte, non è facile e domani non mi sveglierò col sorriso, ma se tu stai accanto a me ti prometto che mi riprenderò, ma se mi lasci io…-
Non riuscì a finire la frase, poiché sentì le labbra fredde di Jace a contatto con le sue, chiuse gli occhi e si godette quel breve momento.
-Non ti lascio.-
-Allora smettila di sentirti in colpa, io non ti odio, Jace.-
-Ne sei sicura?-
-Sì.-
Clary sorrise e si sporse nuovamente a baciarlo, mettendoci il cuore, nonostante in quei giorni lo sentisse a pezzi per tutto il dolore, voleva che con Jace tornasse ad essere vivo, voleva tornare se stessa.
Sfiorò la guancia di Jace con la sua mano e approfondì il bacio, sentendo le loro lingue unirsi, separarsi, per poi cercarsi avidamente.
Sentì una mano di Jace sul collo e il suo cuore perse un battito, non aveva mai provato niente del genere, nella sua breve vita.
 
Nonostante tutto Jonathan sarebbe stato sempre una parte di lei, quel fratello che aveva ritrovato, il ragazzo che l’amava nel modo sbagliato ma aveva bisogno di Jace per vivere.
-Ti va di andare da Taki?- sussurrò lui, sulle sue labbra.
-Chi è Taki?-
-Oh, non te ne pentirai.-
 


Sclero Personale: ed eccomi qua !! 
Come promesso non voglio mancare ai miei due appuntamenti settimanali con questa storia, dato che scriverla mi sta appassionando molto.
Bene, diciamo che adesso le condizioni di Clary saranno sempre più evidenti, come anche il sentimento che la lega a Jace, ma non dobbiamo credere che sia tutto rosa e fiori, nonostante la storia sia diversa, ricalca molti aspetti dei libri.
Thanks ^^
Spoiler:  

“Clary ascoltami, non è come pensi.”
-Sono sola.-

 
   
 
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