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Autore: MalandrinaLunastorta    19/12/2014    2 recensioni
Ciò che contrasta concorre e da elementi che discordano si ha la più bella armonia.
E Albus lo sa fin troppo bene... se solo James potesse assistere alla scena!
Ma c'è comunque la piccola Lily a dargli soddisfazione; certo, lo stesso non si può dire di Hugo...
Chi li capisce è bravo, i Potter e Weasley!
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Hugo Weasley, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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“Ciò che contrasta concorre e da elementi che discordano si ha la più bella armonia.”
                                                                                                                         Eraclito, Sulla natura, VI-V sec. a.C.
 

Albus era un appassionato di fisica.
Ricordava ancora quando suo cugino di secondo grado Trevor all’età di 14 anni gli aveva illustrato l’esistenza e il potere della forza di gravità, adducendo a fonte il suo libro scolastico.
Tutto era nato dalla sua curiosità sul perché ad eccezione di scope, boccini e maghi fuori di zucca morti e sepolti da decenni* tutto fosse irrimediabilmente destinato a cadere a terra.
Ovviamente quel secchione di Trevor aveva iniziato a sproloquiare come suo solito, ma questa volta Albus era rimasto affascinato dall’ennesima dimostrazione di egocentrismo del cugino.
E da lì, la sua curiosità era andata aumentando e Al non si accontentava più di ricoprire il parente di domande cervellotiche: si era iscritto alla biblioteca babbana più vicina, aveva preso in prestito volumi delle dimensioni di Storia di Hogwarts ed aveva iniziato a girare per strada con occhi spalancati osservando il volteggiare di una foglia o un cane saltare una staccionata nell’inseguimento di un gatto randagio.
Era ovvio che dopo qualche tempo i suoi vicini avessero preso l’abitudine di chiudere le tende al suo passaggio ribattezzandolo “quello strano ragazzo”.
Non che gli importasse un gran chè, d’altronde cos’era l’ignoranza degli uomini in confronto alla potenza della scienza?
Fatto sta che alla fine delle vacanze estive, restituiti i volumi alla biblioteca, aveva dato fondo ai propri risparmi per regalarsi una libreria privata di libri di fisica.
Dopo due anni, la sua passione continuava e i familiari non avevano più il dilemma su cosa regalargli a Natale e per il compleanno, sebbene non comprendessero appieno questo suo hobby.
James, più di tutti, era disperato.
Ogni volta in cui lo coglieva a fare calcoli su calcoli in giro per casa o in giardino con un libro sottobraccio, scuoteva il capo scioccato e si allontanava in tutta fretta borbottando chissà cosa.
Il giorno del suo sedicesimo anno gli aveva regalato un Boccino d’oro: Albus, dopo averlo ringraziato con un sorriso estasiato, dandogli un barlume di speranza, si era armato di bacchetta e cacciavite e aveva iniziato a smontarlo, esclamando “Finalmente riuscirò a capire quale magia abbia la meglio sulla legge di gravitazione universale!”
Il poveretto, scosso, era scomparso per l’intero pomeriggio.
Solo al calar del sole erano riusciti a scovarlo, gli occhi rossi e a mò di spiegazione un “Pensavo di esser stato un buon fratello maggiore: cos’ho sbagliato con lui?”
Albus e Rose ci avevano riso su per una settimana.
Con pazienza, il giovane Potter aveva cercato di fargli capire che la fisica non era solo un hobby, ma che aveva continue dimostrazioni e utilità nella vita reale.
Proprio in quell’istante, mentre stava osservando non visto una scena ai più sconvolgente, rifletteva: “Se solo Jamie fosse qui, finalmente ammetterebbe che ho sempre avuto ragione.”
Sfortunatamente per Al, aveva terminato gli studi il semestre passato, per poi gettarsi nella sua ragione di vita: il Quidditch.
Ma ritornando alla scenetta in corso era di fatto quanto mai bislacca per qualunque abitante del Castello; in effetti, una piccola schiera di curiosi si era appostata dietro ad Albus, riempiendo il corridoio di un chiacchericcio soffuso.
Tutto era nato dall’ennesima furiosa litigata tra Rose Weasley, il Prefetto Perfettino di Grifondoro, sempre ligia al dovere e senza un capello a sfuggire dalla severe crocchia stile McGranitt e il casinaro combina-guai disturbatore di quiete pubblica Scorpius Malfoy.
Quest’ultimo dopo una fase di timidezza infantile aveva prorotto in tutta la sua vulcanica personalità, diventando il nemico numero uno della sua cuginetta e non perdendo occasione di farle saltare la mosca al naso.
Non solo, ma grazie al suo bell’aspetto, riusciva a farsi beccare dalla Grifondoro in qualunque momento libero della giornata ad esprimere il proprio affetto alla prima ragazzina ormonalmente in subbuglio che passava, facendo arrossire e sbuffare Rose come una locomotiva, che ovviamente perse le staffe e tolti gli usuali 10 punti a Corvonero, iniziava a coprirlo d’improperi e insulti.
Quella che gli si era riproposta davanti era l’ennesima delle tante sceneggiate di questo tipo.
La povera ragazzina se l’era svignata da un bel pezzo, mentre le due nemesi era rimaste a gridarsi contro.
Correggendosi, era meglio dire che fosse sua cugina a raggiungere gli ultrasuoni, Scorpius manteneva un’aria follemente tranquilla.
“Malfoy! È l’ennesima volta che ti colgo con le mani nel sacco, anzi, sul sedere dell’ennesima quindicenne senza cervello! Non solo violi quotidianamente le regole di Hogwarts, ma continui ad illudere queste povere marmocchie! La prossima volta non avrò pietà e ti trascinerò in Presidenza senza indugio!”
“Cara Rosie, dici ogni volta così, ma alla fine non metti mai in pratica le tue minacce. Chi vorresti prendere in giro? La tua è pura gelosia, tesoro, ma non ne hai motivo, il mio cuore appartiene esclusivamente a te.”
“Cosa? Io… oh, perché spreco tempo e parole con te! Ti farò pentire del tuo buon umore insensato!”
“Non è insensato, è motivato dallo starti accanto, gioia…”
“Argh! Questo è troppo! Bombarda!”
“Expelliarmus.”
Non esistevano termini per descrivere i duelli Malfoy-Weasley: uno spettacolo pirotecnico migliore dei fuochi di Capodanno, un esplosione di colori e forme estremamente affascinante.
Purtroppo per Rose, però, ogni volta terminava con la sua bacchetta a terra; il biondo, stranamente cavalleresco con lei, non osava sfiorarla con i suoi incanti, sebbene l’occasioni non mancassero.
Anche questo combattimento era terminato come al solito, ma la rossa, sconfitta, non si era maggiormente infuriata, ma rossa in viso, aveva raccolto il bastoncino magico e si era avviata verso la fine del corridoio, immediatamente rincorsa dal vittorioso ma accigliato Malfoy.
“Rose! Stai scappando? Ehi, che ti prende, rossa? Non sai accettare una sconfitta.”
Lei si era volta, lo sguardo basso, mormorando amareggiata: “Hai vinto, come sempre, che altro c’è da dire? Non sono altro che un tuo passatempo, esattamente come le ragazzine che tanto denigro.
Complimenti, sebbene ce la metta tutta, riesci a battermi senza il minimo impegno.”
Era seguito qualche secondo di silenzio.
“Sei una sciocchina, Rose Weasley, proprio una sciocchina. Ma non capisci che quando duello, litigo, scherzo con te non esiste altro che il tuo sguardo di fuoco per me? E che mi sbaciucchio con quelle poverette solo quando in giro ci sei tu, per attirare la tua attenzione? Rossa, come fai a non accorgertene?”
“Sei malato o cosa? Per farmi focalizzare su di te dovresti baciare ME, idiota!”
Detto fatto, le labbra di Scorpius erano corse alle sue, posandosi leggere, mentre le sue mani stringevano i fianchi della ragazza, facendola piegare verso l’alto.
Subito, si era distaccato, le guance vergognosamente rosse, gli occhi brillanti.
E subito, lasciando tutti gli spettatori di stucco, i suoi lineamenti erano scomparsi, coperti di fiammanti capelli di Rose che, prendendo in mano la situazione, in punta di piedi aveva ricongiunto le loro bocche premendo forte contro le sue labbra.
E così le estreme nemesi erano fuse in un bacio appassionato, modello da favola con tanti di cinguettii di passerotti attorno, rosellini e cuoricini in aria.
“Ma non c’era una questione un po’ spinosa fino a qualche secondo fa?”
Gli occhi sconvolti di chi lo circondava si distaccavano del tutto dallo sguardo so-tutto-io di Albus.
“Certo, è evidente! Questione di fisica!
Ciò che contrasta concorre e da elementi che discordano si ha la più bella armonia, non lo sapete?”
“Sì, Albus.” Aveva risposto sua sorella Lily, spuntando al suo fianco da chissà dove in quel medesimo istante, alzando gli occhi al cielo. Rivolgendosi al pubblico di pettegoli che non ci aveva capito nulla, aveva aggiunto: “Ma questa è questione di chimica: gli opposti si attraggono, se si capovolge il loro verso.”
“Sarebbe interessante discuterne, sorellina.”
E i due si erano allontanati, mentre il Corvonero e la Grifondoro continuavano a mangiarsi, anzi divorarsi la faccia a vicenda.
Hugo, con un dito a grattarsi la zazzera di capelli color carota, aveva esclamato, perplesso: “Sarò anche loro parente, ma chi li capisce dev’essere un genio.”
 
 
*Il riferimento, per chi non l’avesse inteso, è alla scena dei Doni della Morte in cui Voldemort insegue senza scopa Harry emulando Superman.
Buone feste, ragazzi!
Dopo mesi torno a scrivere una shot, mentre probabilmente dovrei postare nuovi capitoli di Hogwarts for Coco Chanel o Ops, I’m Slytherin! ma ahimè, l’ispirazione sembra essere scappata dalla finestra.
Se siete maggiormente interessati, andate a leggerne i (pochi) capitoli sulla mia pagina e tentate qualche consiglio, vi prego!
Ancora tanti auguri di un felice Natale, vostra
                                                                                                                Remus.
  
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