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Autore: Elygrifondoro    20/12/2014    3 recensioni
Cosa succedere se uno Shadowhunter e i suoi amici frequantano la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts? Cosa succede se due persone destinate a stare insieme come Alexander Lightwood e Magnus Bane si trovassero nella stessa scuola, rispettivamente nei panni di studente e professore? lLamore e l'attrazione vinceranno sui dubbi che una relazione proibita inevitabolmente crea?
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~~CALL IT MAGIC
La porta della stanza di Magnus si chiuse silenziosa dietro di me ed io corsi in fretta verso la sala comune. Erano le 13:00. Risolto l’indovinello e entrato in Sala Comune, varcai la porta della mia stanza in tutta fretta facendo un gran baccano. Mi ero tracciato le rune dell’invisibilità malissimo e per di più dentro le mura del castello non duravano molto a causa delle interferenze magiche, ma era pur sempre qualcosa.
-Alexander Lightwood. –
Mi girai verso il mio letto, dove v’era accomodata una ragazza alta e snella dai capelli neri e lunghi fino alla vita.
-Dove sei stato?! –
-Iz…Izzy?! –
Lei sorrise alzando l’indice.
-Ti do una sola possibilità di rispondere dettagliatamente e con sincerità alla mia domanda. –
Io la fulminai con lo sguardo. Ma come aveva fatto ad entrare nella NOSTRA Sala Comune? Non era certo conosciuta per le spiccate doti intellettive… più che altro per le sue gambe che quel pomeriggio erano fasciate in una striminzita gonnellina nera con delle sfumature di verde e argento quasi impercettibili.
-Come hai fatto ad entrare qui?! –
-Okay Alec, mi conosci, ti ho addirittura dato una possibilità dato che sei il mio fratellino ma a quanto pare nessuno qui mi ascolta mai… -
Nemmeno avevo notato che teneva in pugno la bacchetta e in men che non si dica la sollevò verso di me sussurrando con un tono da bambina capricciosa:
-Legilmens! –
L’incanto mi colpì in pieno e non ero per nulla preparato. Nella mia mente si susseguirono tutti i fatti avvenuti nelle precedenti dodici ore: Magnus che mi faceva entrare nella sua stanza, i suoi baci, la mia camicia, i suoi stupidi pantaloni di pelle così difficili da sbottonare, quel “ti amo” sussurrato a mezza voce e le sue braccia che mi facevano di nuovo suo. Tutto, dal primo all’ultimo particolare.
-Lurida Serpeverde! –
Mia sorella era troppo impegnata a ridere per ascoltarmi davvero. Si teneva la pancia perdendosi in un mare di scroscianti risate e allegri singhiozzi, mentre io diventavo sempre più rosso in faccia e sempre più inferocito. Gliene avrei parlato se solo me ne avesse lasciato la possibilità, ma ormai la conoscevo troppo bene per non sapere che la pazienza non era una sua qualità, né il rispetto della privacy a quanto pare.
-Vi siete dati da fare finalmente! –
Smise di ridere limitandosi a far sollevare gli angoli della bocca in una smorfia divertita asciugandosi gli occhi lucidi con la mano.
-Stai zitta. -
-Okay, okay! Sono solo molto felice per te! –
-Potevi evitare di leggermi la mente… -
-Non preoccuparti, ho censurato apposta il tuo ricordo perché me l’aspettavo. Giuro che ho chiuso gli occhi! –
-Non ti è saltato per la mente che non volevo farlo sapere? –
-Ovviamente, ma non ti ho ascoltato. –
-Logico, quanto potrebbe importare l’opinione del legittimo proprietario dei ricordi che hai appena profanato?! –
-Non molto direi, ma non prendertela! Sai che sono muta come una tomba! –
-Lo spero per te, sennò ti ci spedisco io in una tomba e non ti ci tiro più fuori. –
-Quanto sei tragico Alec! –
Lei si avvicinò a me schioccandomi un rumoroso bacio sulla guancia.
-E comunque… i tuoi compagni di casata sono stati davvero mooolto gentili a farmi passare! Ringraziali anche da parte mia e manda loro un bacio okay? –
-SONO STATI LORO A FARTI ENTRARE?! –
-Credi davvero che avrei sprecato tempo per risolvere quegli stupidi indovinelli? –
-VAI VIA DI QUI IMMEDIATAMENTE ISABELLE! –
Lei uscì di corsa lasciando solo l’odore del suo profumo alle spalle. “Stupida sorella!” pensai. Gliele avrei dette dietro a quei traditori! Izzy era troppo consapevole della sua…fisicità. Appena se ne fu andata, decisi di farmi una doccia e di cambiarmi velocemente prima dell’inizio delle lezioni pomeridiane. Alle 13:50 mi catapultavo fuori dalla Sala Comune diretto a Divinazione. Che inutile materia! Non saprei spiegare il perché ma ero particolarmente portato anche se la reputavo totalmente inutile. I Corvonero frequentavano il corso insieme ai Grifondoro così, appena entrato in aula, andai a sedermi accanto a Jace che mi accolse con un sorrisetto beffardo.
-Dove sei stato stamattina? –
-In infermeria –
Dissi con voce neutra raccogliendo dallo zaino il materiale necessario per la lezione.
-Strano, prima di pranzo ci sono passato ed era vuota. Madama White mi ha anche detto che nessun Alexander Gideon Lightwood, caposcuola Corvonero, è stato in infermeria. O almeno non negli ultimi… tre anni. –
Io sbuffai sollevando le braccia in segno di resa.
-Okay, okay, mi hai scoperto! Ho saltato lezione e sono rimasto al lago tutto il tempo! –
-Sarebbe una scusa plausibile se non fosse che ho parlato anche con quel verme del tuo compagno di stanza, quel Martinez, e mi ha informato del fatto che ieri sera non sei rientrato in Sala Comune, non prima dell’una almeno… come giustifichi quest’assenza? –
-Ehm… Jace! È arrivato l’insegnante! –
Provai a sviare le sue accuse ma il giovane Herondale ignorò completamente il professore, mantenendo il contatto visivo con i miei occhi blu.
-Ti sei ingarbugliato da solo, parabatai. Eri da Magnus vero? –
Io arrossii per la seconda volta in meno di due ore, sentendomi più che mai un’idiota.
-Possibile che in questo posto nessuno si faccia mai i fatti propri? –
-Possibile. Tua sorella mi ha già raccontato tutto Alec. Davvero ti ha letto nel pensiero? –
-Quell’idiota creerà un casino me lo sento –
Lo sapevo! Stupido me! Mai abbassare la guardia quando si tratta di mia sorella! L’avrà già raccontato a Clary, forse addirittura a Simon, il suo giocattolino, per non parlare di Annabelle…
-Cosa ti ha detto esattamente? –
-Abbastanza da aver modificato completamente la mia opinione su di te. –
Non credevo si potesse diventare più rossi di come ero in quel momento, ma i palmi delle mani sudati erano un’avvisaglia troppo esplicita per non essere interpretata come sinonimo di vergogna.
-Non sei l’unico che a volte infrange le regole sai? Soprattutto qui ad Hogwarts, dove la trasgressione è all’ordine del giorno.
-Lo so, lo so, solo… -
Mi diede una leggera pacca sulla spalla.
-È forte l’Alec ribelle, starò a vedere che combini! –
Risi alle parole di Jace prima di essere richiamato dall’insegnante.
-Signori Lightwood ed Herondale! Un po’ di contegno per favore! –
Finita l’ora di Divinazione e la successiva di Pozioni, sbrigai gli ultimi compiti e all’ora di cena andai in Sala Grande. Per tutta la durata del pasto lanciai rapidi sguardi verso il tavolo degli insegnanti in cerca degli occhi di Magnus: erano sempre lì che mi fissavano radiosi ma quella sera non avrei potuto avvicinarmi a lui. Mi aspettava una lunga, lunghissima ronda della durata di almeno tre ore. Annabelle era seduta di fronte a me come suo solito e sorrideva gioiosa. Almeno con lei mi sarei divertito.
Alle 21:00 i caposcuola di tutte e quattro le casate erano riuniti nell’apposita aula. I Serpeverde, una ragazza dai capelli lunghi e biondi ed un ragazzo dai capelli ramati entrambi del settimo, se ne stavano in disparte confabulando probabilmente sulla partita di sabato contro di noi. I Tassorosso, i cui caposcuola erano un ragazzo occhialuto dalla magra corporatura di nome Oliver Palmer ed una ragazza dai capelli neri e gli occhi verdi Christina Grey, chiacchieravano rumorosamente con i due Grifondoro, ragazzo e ragazza, entrambi mori. Io ed Annabelle fummo gli ultimi due, ma notammo che la professoressa Scamander non era ancora arrivata.
-Annabelle! Che bello vederti! –
Esclamò ad alta voce Christina.
-Sei proprio migliorata dall’ultima volta che ti ho vista per i corridoi! –
-Oh, grazie Chris, in effetti mi sento meglio di giorno in giorno. La terapia del professor Bane sta funzionando e anche il dottor Malfoy è stato molto gentile. È davvero una brava persona a differenza di come lo descrivono. –
-A quanto pare il nuovo insegnante è davvero in grado di fare qualcosa oltre che adescare dei maghi minorenni… -
Era stata Margot, la Caposcuola Serpeverde a parlare.
-Cosa intendi dire Margot? –
-oh sapete tutti benissimo cosa voglio dire… -
-stai zitta. –
Sibilai con voce fredda e pacata, stringendo i pugni fin quando non sentii le unghie conficcarsi nella carne.
-Attenta a quello che dici. –
Disse Klaus, il ragazzo Grifondoro, prendendo le mie difese.
-Ma perfavore, è talmente ovvio! Tu,-
Puntò il suo indice laccato di verde smeraldo verso di me.
-Te ne stai sempre in disparte, parli solo con la tua ristretta cerchia di amici, indossi maglioni anche d’estate… -
Duncan sghignazzava alle parole della sua compagna di casa e alla sua reazione tutti gli altri presero le bacchette puntandole verso le due Serpi.
-Per favore, lasciateli stare, stanno solo tentando di provocarci. Per la partita di sabato. Sanno che perderanno, è ovvio no? Non assecondiamoli, sappiamo tutti che sono solo stupide dicerie. Siamo abbastanza intelligenti per essere superiori a questi rettili –
Sputai fuori le parole come veleno, che a quanto pare colpirono Margot più di quanto si aspettasse, facendole spalancare la bocca indignata.
-stupido Cacciatore come ti… -
In quel momento la porta si spalancò facendo entrare la professoressa Scamander avvolta in un fruscio di seta rossa.
-Buonasera ragazzi, scusate il ritardo, stasera non c’è tempo per le chiacchiere. Dividetevi e fate il vostro turno di ronda. Per mezzanotte tornate pure in sala comune okay? –
Io annuii poco convinto. Senza davvero prestare attenzione alle monotone raccomandazioni della donna.
“Evitate Pix e i fantasmi fastidiosi, non soffermatevi a parlare con i quadri e mi raccomando non perdetevi. Già dobbiamo controllare i più piccoli, se pure voi infrangete le regole siamo a posto…”
Le persone pensavano davvero quello di Magnus?  Alcuni anni prima mi era capitata la stessa cosa, ero abituato ad essere evitato e preso in giro, ma stavolta non ero solo io ad essere offeso. Era soprattutto Magnus. E nessuno fa del male alle persone che amo.

 

 

         

 

Ero fin troppo consapevole del fatto che quella sera non avrei visto Alec, e la cosa mi irritava parecchio.  Ma ancora di più odiavo la sensazione di non essere più padrone del mio corpo, sempre più soggetto agli strani sintomi legati alla runa misteriosa. Fisicamente non stavo affatto male anzi, era la mia testa che mi dava fastidio in continuazione. Era come se una piovra mi avesse spruzzato dell’inchiostro in pieno viso, e la mia vista ne avesse temporaneamente risentito. Scossi la testa per scacciare via quel pensiero. Il profumo di Alec non si era ancora completamente dissolto e volevo godermi il recente ricordo della notte prima finché fosse durato. In quell’istante qualcuno bussò alla mia porta, così mi avvicinai all’entrata e l’apri. Una ragazza alta e snella che vestiva di verde-argento entrò nella stanza senza nemmeno chiedere il permesso.
-Carino qui, eppure sei un uomo. Ero convinta che tutte le persone di sesso maschile fossero dei patiti del disordine e della playstation, o almeno così dice Simon. –
-Per fortuna a questo mondo esisto ancora io che ho un minimo di decenza e sfato ogni mito sulla cafonaggine maschile! Cosa vuoi Isabelle? –
Lei incrociò le braccia evidenziando il petto prosperoso. Possibile che tutti i Lightwood fossero dannatamente irresistibili?!
-Sono qui per mettere in chiaro le cose –
-Ma sei impazzita? Di che stai parlando?! –
Oltre ad essere dannatamente irresistibili, soffrivano anche di gravi problemi mentali.
-Sto parlando di Alec. Se lo fai soffrire, sei morto Bane. –
-Okay, okay Isabelle! E dammi un buon motivo per cui dovrei far del male ad Alec perfavore! –
-Diciamo che ne ho una lunga lista, ma non voglio soffermarmi su inutili dettagli. Alec è… l’unico che davvero mi è rimasto della mia famiglia oltre a Jace e non posso permettere a nessuno di fargli alcun male mi capisci? –
- Isabelle, finché potrò, proteggerò Alec da qualsiasi cosa. Fidati di me. –
-Non posso, ma ci proverò. –
Era diventata improvvisamente cupa e seria il che era piuttosto insolito data la sua prorompente empatia e vitalità e capii che era davvero seria.
-Isabelle. Non ho alcuna intenzione di fargli del male. So quanto è fragile nonostante la sua corazza e so anche quanto allo stesso tempo sia coraggioso e determinato e intelligente. Lo amo Isabelle Lightwood. -            
-Spero sia vero. –
Capii che era inutile convincerla. Era troppo diffidente. Dopotutto, non si poteva pretendere altrimenti, la vita è crudele con le persone più fragili.
-C’è qualcos’altro di cui hai bisogno Izzy? –
-Si, volevo dirti che so tutto-
Io sbiancai. Con ‘tutto’ non intendeva certo QUEL ‘tutto’ vero?
-C-cosa intendi scusa? –
-Intendo quel che hai capito –
Mi concesse uno dei suoi sorrisi schietti mentre con una mano si ravvivava i capelli di seta.
-Come fai a saperlo?! –
-Oh, è stato semplice, un minimo di furbizia e un’innata capacità recitativa. –
-Alec lo sa? –
-Certo, è stato lui a dirmelo, anche se non era certo nelle sue intenzioni. –
-Che gli hai fatto?! –
La ragazza si mise a ridere a crepapelle, guardando la mia faccia terrorizzata e pallida come una mozzarella.
-Sono solo stata attenta all’ultima lezione di incantesimi professore! –
Aprii la bocca per parlare, ma lei precedette esattamente quello che volevo dirle.
-Non preoccuparti, non ne farò parola con nessuno, dopotutto sono consapevole del fatto che la vostra relazione non rientra certo nei limiti della legalità, e poi vedere il perfetto-caposcuola-sotuttoio che infrange le regole è… insolito e dannatamente divertente! –
Sorrisi alle sue parole malgrado fossi ancora preoccupato.
-Isabelle ricordati che non siamo in un film, le conseguenze sarebbero disastrose. Soprattutto per Alec. –
Lei annuii ripetutamente, come per scacciare via le mie parole che memorizzarle.
-Non preoccuparti, lo so. E l’ultima cosa che ho intenzione di fare è recargli altro dolore. Non dovete sempre spiegarmi tutto! Certo che voi Corvonero siete tutti uguali e dannatamente pignoli! –
-Io non sono Corvonero! –
-Non sei stato smistato, ma sei il professore della Casata. Non ti avrebbero assegnato questo ruolo se non ne fossi all’altezza. –
-Non ci avevo mai pensato sotto questo punto di vista… -
-Beh, provaci se hai tempo! Ora vado, ho un sacco di inutili compiti da svolgere per domani! Ciao Bane! –
Lei uscì fuori di corsa mentre le urlavo che ero sempre un suo professore e doveva portarmi rispetto, ma non ero affatto credibile dato che stavo sghignazzando.
Pesai davvero a quello che mi aveva detto Isabelle. Se avessi frequentato Hogwarts sarei stato smistato in Corvonero? L’idea non mi era mai passata per la testa. Io ero Magnus Bane, e Magnus Bane non assomigliava a nessuno. Ma forse, nella mia eccentrica originalità, sarei stato perfetto per la casata blu-argento… si sarebbero di certo intonati alla mia carnagione i colori dei corvi...
Pensai a quanto amavo Alec, a quanto lui non fosse in alcun modo insostituibile e a quanto sua sorella gli voleva bene. Io non avevo mai avuto fratelli. Non sapevo cosa volesse dire essere legati così tanto a qualcuno da condividere lo stesso sangue né nella mia vita qualcuno si era anche solo avvicinato a quel ruolo, nemmeno in senso figurativo. Pensai a mio padre e a quello che di lui mi scorreva nelle vene. Ognuno ha i propri fantasmi, la differenza sta in come li si nasconde. Stupida Isabelle Lightwood! Oltre ad annebbiarti la mente, ti creava ancora più dubbi di quelli che avevi al principio!

 

 

 

ANGOLO DELL’AUTORE
Ciao carissimi! Per prima cosa Buon Natale a tutti! Ormai le feste sono agli sgoccioli e la scuola è appena terminata. Questo è sinonimo di due cose: tempo, finalmente un minimo di tempo libero da sfruttare come più mi pare e di certo un po’lo dedicherò anche a voi! In secondo luogo…i tanto odiati compiti delle vacanze! In questi (troppo brevi) dieci-quindici giorni dovrò dare tutta me stessa nel recuperare matematica perché non ho nessunissima intenzione di ritrovarmela a settembre quindi dovrò mettermi d’impegno e risolvere quelle dannate disequazioni e valori assoluti di cui ancora non ho capito la vera e propria utilità pratica. Domani parto per quattro giorni (si spera ma senza contarci troppo) sulla neve e spero in un drastico calo delle temperature perché, lo ammetto, mi manca sciare! Spero anche che il capitolo vi piaccia e di trovare moltissime recensioni al mio ritorno!
Buone Feste a tutti carissimi fan della Malec!!!
Elisa

  
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