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(una strana giornata)
(una strana giornata)
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Che ci fa ad Hogwarts?
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Mi sveglio urlando e piangendo e mi accorgo di aver svegliato le mie amiche e compagne di stanza, che mi guardano preoccupate. Alice e Mary si guardano e contemporaneamente si siedono sul mio letto, mi abbracciano e mi consolano fino a quando, ancora sconvolta, non mi addormento. Il mio ultimo pensiero prima di addormentarmi va a loro due: non potrei avere delle amiche migliori.
Alle 7.00 Alice mi sveglia per andare a lezione. Dagli sguardi che ogni cinque secondi mi lanciano capisco che si aspettano che io parli con loro di questa notte e del sogno che mi ha sconvolto tanto. So che con loro posso parlare di tutto ma non mi va di sentirmi vuota, persa e vulnerabile di nuovo. Non dico niente, so che in ogni caso non mi spingeranno a parlare. Mi vesto con le prime cose che trovo e scendo a fare colazione cercando di non incontrare i loro sguardi.
Le immagini di Petunia che non mi riconosce e che mi abbandona mi perseguitano per tutto il giorno, si fanno strada nella mia mente quando meno me lo aspetto e mi sconvolgono ogni volta di più.
Per fortuna oggi ne Potter ne i Malandrini si sono fatti vedere; probabilmente non avrei sopportato di vederli felici e uniti come fratelli. Per la prima volta mi accorgo di essere invidiosa di James Potter; lui ha trovato la sua famiglia nei Malandrini, loro sarebbero disposti a tutto per lui e lui darebbe la vita per loro.
Le lezioni di Trasfigurazione e Difesa contro le Arti Oscure mi scivolano addosso senza toccarmi; non riesco a concentrarmi su quello che i professori dicono o fanno e ,ad un certo punto, smetto di provare a stare attenta. Dopo le lezioni non sono sicura di voler andare a pranzo, so che li ci sono Alice e Mary, i Malandrini e Severus. Non voglio incontrarli. Qualcosa però mi dice di scendere in sala grande.
Durante il pranzo vedo una piccola fenice di carta che svolazza e che mi si avvicina; arriva davanti al mio naso e si ferma, come per invitarmi ad afferrarla. Delicatamente la prendo e, cercando di non farmi vedere da nessuno, la osservo: è talmente bella che sembra vera, le piccole ali, perfettamente proporzionate, sono chiuse intorno al suo piccolo corpicino, il becco è adunco e sottile; sembra appena uscita dalle ceneri. Ammirandola ho la certezza che ne le mie amiche ne Severus possano aver fatto questo capolavoro, Incantesimi non è una delle materie che piace loro di più.
Lentamente, come per paura di farle male, apro il foglietto, rompenndo la magia che gli aveva fatto prendere le sembianze di una fenice e leggo: “ Ore 23.30” sala comune Grifondoro”. Qualcuno vuole incontrarsi con me questa sera, ma chi potrebbe essere? Provo ad esaminare le parole: sono state scritte in fretta, macchie nere colorano tutto il foglietto, ed è stato scritto pochi minuti fa, l’inchiostro non si è ancora asciugato completamente. La scrittura è ordinata e semplice, non la riconosco.
Per un paio d’ore non riesco a pensare ad altro che a quel bigliettino; potrebbe averlo scritto Potter per poter dire di aver avuto un appuntamento con me ma sono quasi sicura che non sia stato lui. Conosco la scrittura di Potter, sono certa che questo bigliettino non sia stato scritto da lui ma probabilmente lui è l’unico che conosco a poter dare la forma di una fenice ad un bigliettino.
Quando scoprirò chi ha scritto il biglietto – anche se fosse stato Potter- devo ricordarmi di ringraziarlo, per un po’ mi ha fatto dimenticare mia sorella.
CIAO A TUTTI!!!
PREMETTO CHE NON SONO MOLTO CONVINTA DI COME È VENUTO IL CAPITOLO, PER CUI SE LO ODIATE E VOLETE CRUCIARMI DITEMELO PURE, AVETE RAGIONE..
IN OGNI CASO, RECENSITE PER FAVORE, HO BISOGNO DI SAPERE IL VOSTRO PARERE SULLA STORIA <3
Cate