LA LISTA PERFETTA

Marco e Ace

“Abbiamo preso tutto?” chiese Ace, lasciando quasi andare le scatole che teneva tra le mani. “Sei sicuro?”
Marco sbuffò. “Sì, sono sicuro.”
“Possiamo ricontrollare?”
Sospirò, cedendo e poggiando le buste a terra per recuperare la lista che Ace aveva stillato dalla tasca. “Allora.” cominciò. “I regali per gli altri?”
“Presi.”
“Tu hai preso il regalo per tuo fratello?” gli chiese, a bruciapelo.
Ace ravanò nelle scatole per poi alzare la testa ed annuire. “Gli ho preso tanta di quella carne che ne avrà fino all'anno prossimo.”
“Tacchino?”
“C'è, c'è.”
“Festoni?”
“Presi.”
“Palline, campanelle ed altre decorazioni?”
“Prese.”
“Puntale?”
“Preso.”
Marco si rinfilò la lista in tasca, riprendendo le buste ed affiancando Ace. “Sta tranquillo.” gli disse semplicemente. “Noi dobbiamo portare il tacchino a Jaws e Vista ed addobbare l'albero, poi avremo finito.”
“L'ALBERO!” scattò Ace, rischiando di bruciare tutti i regali che avevano preso.
“Cosa?”
“Non abbiamo preso l'albero!” urlò.
“Non c'era nessun albero sulla tua lista.” esclamò la Fenice, mandando a farsi benedire la sua preziosa calma.
“Potevi pensarci tu all'albero, però!” lo rimbeccò Ace, guadagnandosi un'occhiataccia.
“Se mi dici che mancano le decorazioni io penso che manchino le decorazioni. Anche perchè, idiota.” sottolineò la parola idiota, sperando che gli si stampasse bene in testa. “Le decorazioni vanno messe SULL'ALBERO.”
“Lo abbiamo promesso al Babbo.” Ace si sarebbe volentieri messo le mani nei capelli, se solo non avesse dovuto tenere i pacchetti e il tacchino. “Doveva essere un cenone di Natale perfetto. MARCO!” strillò, quasi come se fosse lontano dei chilometri. “Dobbiamo trovare un albero di Natale.”
Marco cercò in tutti i modi di trattenersi. “Ace...” tentò di essere calmo e posato. Era Natale e non ci si poteva arrabbiare a Natale. “DOVE DIAVOLO PENSI DI TROVARLO UN ABETE LA VIGILIA DI NATALE?”
No, non si poteva rimanere calmi davanti a quella testa calda. Non si poteva proprio.
“Credi che debba essere un abete?” chiese l'altro, ignorandolo. “O va bene anche una palma, un pino, un qualunque altro albero?”
Marco sospirò. Stava rasentando la pazzia. “Ace, se bastasse un albero qualsiasi allora abbellirei l'albero maestro della Moby Dick.”
“Perchè no?”
Lo avrebbe strozzato volentieri. “PERCHE' A NATALE SERVE UN ABETE.”
“Credo che dovremmo accontentarci.” commentò Ace. “Magari il Babbo non sa come sono fatti gli abeti.”
Mantieni la calma, mantieni la calma, mantieni la calma. Lo ignorò. Se avesse continuato ad ascoltarlo gli sarebbe scoppiato un embolo prima di tornare alla nave. Lo mandò a quel paese.
“Allora?”
“Allora ci teniamo il cenone senza l'albero.” commentò. “Ma la colpa sarò solo tua.”
“Facciamo il cenone senza l'albero?”
Marco sospirò. “No, decoriamo l'albero maestro e speriamo che Jaws sappia cuocere il tacchino.”





SPAZIETTO DELL'AUTRICE
Eccoci a questa seconda one-shottina! E niente... spero vi piaccia, mi farebbero piacere dei vostri pareri! 
Alla prossima, Umiko. 

Prossimamente...
La bambina gli si fece più vicina, tanto da puntargli il dito contro al petto. “Questa è la notte di Natale.” cominciò. “Lo sai vero?”
“Non che mi importi molto.”
Gli avrebbe voluto tirare una spada in testa, ma non era tra i suoi compiti. Certo che se avesse continuato avrebbe anche potuto fare uno strappo alle regole. “Questa notte ti faranno visita tre spiriti. Ascoltali, e seguili.”