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Autore: hell is just a sauna    21/12/2014    2 recensioni
Gli tirai uno schiaffo sulla guancia e lui mi guardò spalancando gli occhi.
"Questo è perchè me l'hai tenuto nascosto"-dissi con decisione.
"Ma che cazz.."-e senza farlo finire di parlare lo tirai per la maglia, avvicinandolo a me e dandogli un bacio, che lui ricambiò soltanto dopo qualche secondo, mordendomi il labbro.
Mi mise una mano fra i capelli cercando di avvicinarmi di più a lui per approfondire il bacio, che durò fino a quando non restammo senza fiato.
"Questo invece"-gli dissi soffiandogli sulle labbra-"è perchè sono orgogliosa di te".
Lui mi guardò sorridendo. "Lo sai che mi piace questo tuo modo di dire le cose?"-disse-"soprattutto il secondo punto"-aggiunse poi con un'occhiatina maliziosa, mordendosi il labbro 'innocentemente'.
La sua finta innocenza era la cosa più erotica che avessi mai visto.
"Dio Tony, così mi farai morire"-pensai.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tony Perry, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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-And I don’t wanna be that guy that makes you sad,makes you cry again..
without a doubt; sorry about,fucking all your friends.. 
-What?
 




«O me o vita, domande come queste mi perseguitano. Infiniti cortei di infedeli. Città gremite di stolti. Che v'è di nuovo in tutto questo, o me o vita? Risposta. Che tu sei qui, che la vita esiste, e l'identità, che il potente spettacolo continua e che tu puoi contribuire con un verso. Che il potente spettacolo continua e che tu puoi contribuire con un verso.» Quale sarà il tuo verso?



Falling In Reverse - "Fashionably Late" (Single)


“E comunque penso di essere davvero innamorato questa volta…” -disse Jaime con aria sognante, finendo di raccontare la sua nuova, emozionante, sdolcinata  esperienza.
Sia io che El lo guardammo male. Jaime in sei mesi era riuscito a cambiare 4 ragazze, con cui alla fine non aveva mai concluso nulla.
Ero appoggiata con la schiena al piano di lavoro della cucina con le braccia incrociate mentre loro erano tranquillamente seduti al tavolo a bere del succo di frutta alla pesca.
Jaime, in tutta risposta, ci guardò con aria interrogativa. Scossi la testa, sconsolata.
“Scusami eh, amore mio, ma credo di avere sentito questa frase centinaia di volte.” –dissi per poi mordermi il labbro. La nostra amica mi guardò annuendo, come per darmi ragione.
“E quante volte mai avrei mai detto di essere innamorato?” –chiese lui, guardandoci in attesa di una risposta.
“Tante quanto quelle che hai detto che ti ricambiavano” -risposi io, dopo pochi secondi.
Ellen si alzò e salì in piedi sulla sedia, schiarendosi la voce.
 
“O Jaime,Jaime ,perchè sei tu Jaime? Rinnega la tua ex ragazza di cui hai detto di essere innamorato e rifiuta di vincere la scommessa fatta con la tua amica Evan. Ovvero,se proprio non lo vuoi fare, giurami soltanto che mi lascerai..e se proprio non vuoi lasciarmi e non vuoi perdere la scommessa, io troverò un altro a cui potrò far pucciare il biscotto!”-disse guardandoci, spiegando il ‘modo in cui ricambiavano’almeno 5 delle ex ragazze di Jaime, mentre lui ed io ridevamo a crepapelle.
 Anche Jaime salì in piedi sulla sedia ed iniziò a parlare.
Sulla strada polverosa, viveva un uomo chiamato Jaime Alberto Preciado. Aveva avuto due migliore amiche, le piaghe della sua vita, che lo facevano uscire dai gangheri e soprattutto, lo prendevano per il culo. Allora lui un giorno le colse nel sonno e squarciò le loro candide gole.
 Guardai Jaime facendo una faccia terrorizzata per poi scoppiare a ridere, salii anch’io sulla sedia ed feci per iniziare a parlare quando vidi che stava entrando mio padre in cucina.
“Siamo i tre moschettieri!”- urlai la prima cosa che mi venne in mente per cambiare discorso, mentre Jaime ed Ellen passavano lo sguardo da me a mio padre, che mi guardava divertito.
Vidi mio padre, un uomo di 43 apparentemente sano di mente, salire sulla quarta sedia ed urlare “Tutti per uno ed uno per tutti!”
Poi vidi mia madre entrare in cucina, guardare male mio padre e avvicinarsi a lui prendendolo per un braccio e facendolo scendere dalla sedia.
“Robert! Disgraziato! Invece di fare il bambino aiutami a scaricare la spesa dalla macchina!” -gli disse mia madre, alzando la voce.
La faccia di mio padre in quel momento fu epica, infatti scoppiammo tutti dal ridere.
“Ti prego Marilyn, fammi giocare con i ragazzi”- sentimmo mio padre lamentarsi con mia madre che lo stava riportando verso l’entrata di casa.
Mio padre era una testa matta: 43 anni di pura energia, impulsività, allegria e pazzia.
Uno degli uomini, secondo Ellen, più fighi del mondo: occhi azzurri e capelli castani, alto ed ancora con il fisico di un 20enne.
Praticamente un misto fra Ian Somerhalder e Robert Downey Junior.
Mamma invece era tutto il contrario di lui: dolce, gentile, riflessiva.
Una donna bionda scura, con gli occhi verdi e un sorriso stupendo.
Praticamente una santa per stare con mio padre, ma si sa.. gli opposti si attraggono.
Si incontrarono varie volte nel tribunale di San Diego, erano alle prime esperienze lavorative: mio padre, dopo averla pedinata per settimane ricevendo vari rifiuti e vari insulti, riuscì ad ottenere una causa contro di lei: doveva cercare di far ottenere la custodia di un cane, si proprio di un cane, ad un uomo e mia madre doveva invece cercare di farla ottenere alla ex moglie. Fecero una scommessa durante un colloquio in cui cercarono di raggiungere un accordo; se avesse vinto mio padre, lei sarebbe uscita con lui, mentre se fosse accaduto il contrario lui avrebbe dovuto uscire per sempre dalla sua vita.
Inutile dire chi vinse quella causa.
Ancora oggi, quando mio padre fa incazzare di brutto la mamma, lei maledice quella scommessa e la testardaggine di papà.
Ma, d'altronde, essere testardi ed amare le scommesse fa parte del suo, ed anche del mio DNA.
 
 

 



Era passata qualche settimana da quando quel Tony era entrato nel nostro piccolo gruppo: ormai usciva con noi, scherzava con noi, passava l’intervallo con noi a scuola.
Ellen l’aveva preso in simpatia, ma io no, non riuscivo proprio a sopportarlo e lui non contribuiva sicuramente a rendersi un minimo più simpatico: le uniche cose che riusciva a fare erano prendermi in giro, stuzzicarmi e farmi battute abbastanza sconce con un unico obbiettivo, quello di mettermi in imbarazzo.
Ma fu proprio una di quelle sere che cominciò tutto..
Era circa mezzanotte e mezza, e stavamo tornando a casa.
Jaime era andato via prima per uscire con la sua nuova ragazza di cui non ricordavo il nome ed El, abitava proprio davanti al pub a cui eravamo soliti andare così, eravamo rimasti soltanto io ed Mr Orecchie dilatate che lui da bravo ragazzo aveva insistito ad accompagnarmi fino a casa senza dovermi fare chiamare i miei genitori che, molto probabilmente, a quell’ora dormivano come degli orsi bruni in letargo.
 
“Certo perché forse questa è la volta buona che Jaime è innamorato, non credo abbia aspettato tutto questo tempo solo perché voleva provare a vincere quella scommessa” -dissi io, guardandolo cercando di avviare una conversazione decente.
Tony mi guardò quasi incredulo, e poi iniziò a ridere. Avevo detto qualcosa di così strano?
“Sul serio, questa era bella!” - disse lui poi finendo di ridere e facendo finta di asciugarsi una lacrima dal viso.
“Beh? Che hai da ridere, Mr Simpaticone?” –chiesi io, leggermente scocciata dal suo comportamento.
Riprese a camminare. “L’amore è per i deboli” –disse lui facendosi serio.
“Che uomo vissuto Tony” –commentai io ruotando gli occhi- “immagino che tu abbia avuto esperienze di ogni genere per capirlo.”
Questa volta fu lui a fermarsi. “Oppure sono io ad immaginare che tu abbia fatto più esperienze di me per affermare il contrario”
Mi fermai e mi girai a guardarlo, accorgendomi che lui stava attendendo la mia reazione.
Rimasi in silenzio a fissarlo per qualche secondo, era riuscito a farmi innervosire per l’ennesima volta.
 “Puoi andare per la tua via Tony, non ho bisogno di essere accompagnata a casa”
Dissi stufa del suo modo di rispondermi, mi girai e proseguii, andando per la mia strada.
Lo sentii seguirmi. “So che ti piacciono le scommesse Evan, ne ho una da proporti”
Mi bloccai spalancando gli occhi; nonostante mi conoscesse da poco, probabilmente aveva già capito che non mi sarei tirata indietro davanti ad una scommessa.
“Dimmi, ti ascolto” -dissi girandomi.
I suoi occhi brillavano più che mai e questo mi preoccupò leggermente.
“Usciamo insieme, comportiamoci come due fidanzati e stai con me per sei mesi: se ti innamori di me, vinco la scommessa, se io mi innamoro di te, la vinci tu..allora, che ne dici?”-chiese lui, più serio che mai.
Ma che razza di scommessa era? Tutto questo per dimostrarmi che l’amore era per i deboli, o per dimostrarmi che io ero debole?
“Dico che mi sembra una vera idiozia! Non potrò mai innamorarmi di te, per quel poco che ti conosco ..già ti odio!” -sbottai io, portandomi le mani sui fianchi.
Lui si avvicinò pericolosamente, portando il suo viso a pochi centimetri dal mio, con le sue labbra che quasi toccavano le mie.
“Cos’è? Ti tiri indietro? Hai paura, tesoro?” -chiese, soffiando sulle mie labbra.
Rimasi immobile; sentivo il mio cuore battere forte, forse per l’agitazione che Tony mi stava mettendo.
In qualche modo, in quel momento mi sentivo a disagio e, forse, un po’ ero anche arrossita…il che mi metteva addosso una certa preoccupazione.
“Certo che no, non mi tiro mai indietro!” –dissi indietreggiando di qualche passo, per allontanarmi da lui.
“Bene, allora si comincia da ora” -disse lui, sfoggiando un sorrisetto e tirandomi per un braccio per non farmi scappare.
 “Non temere Evan, sarò un bravo fidanzato”-disse poi, prendendomi il viso e appoggiando le sue labbra mie.
Spalancai gli occhi, bloccandomi completamente e notando che i suoi erano chiusi, quasi come per godersi a pieno quell’istante e…sembrava così maledettamente dolce.
Devo dire che quella mossa avrebbe anche potuto funzionare se avesse continuato a fare il ‘mieloso’, ma lui tolse le mani dal mio viso per andare a palparmi il sedere cercando di approfondire il bacio, ed io  cercai un modo efficace per togliermelo di dosso; non potevo tirarmi indietro..ma potevo sempre fargli male.
Allora lasciai approfondire il bacio, sentendo che la sua lingua cercava la mia, e fui invasa da un fortissimo gusto di birra combinato ad un sapore dolce.. fu un’ottima idea per distrarlo.
Complimenti Perry, volevi davvero convincermi ad innamorarmi di te mettendomi la lingua in bocca in quel modo?
Nel momento in cui se lo sarebbe meno aspettato, iniziai a mordicchiargli il labbro inferiore, per poi arrivare a morderglielo con più forza, sentendolo gemere per il dolore.
Mi staccai da lui interrompendo quel bacio, che a me sembrava più un brutto scambio di saliva, con un piccolo sorrisetto, vedendolo portarsi la mano al labbro dolorante. 
“Oh, scusa amore! Non volevo farti male…”-dissi fingendomi dispiaciuta.
Lui mi guardò male, ed io scossi la testa. "Ringrazia che non te l'ho rotto, razza di maniaco."-pensai.
Fai pena a baciare, potresti fare di meglio, Perry”-dissi, e poi me ne andai.








 

 
   
 
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