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Autore: tisdalesvoice    22/12/2014    13 recensioni
Uno sguardo.
Era bastato un solo sguardo per far si che gli sforzi di Zayn andassero in frantumi dopo anni.
Quando gli occhi verdi di Lydia avevano incontrato i suoi, sapeva che tutto, oramai, sarebbe cambiato.
Lui non avrebbe mai voluto che tutto ciò accadesse, soprattutto con una ragazza così innocente come lei.
Zayn non sapeva nulla di Lydia, così come Lydia non sapeva nulla di Zayn -o almeno in parte-, ma gli era bastato guardarla per qualche secondo per capire come fosse lei in realtà.
Lui la paragonava alla luce, perchè la sua purezza era così immensa capace di contagiare chiunque, anche un mostro come lui. E se lei era luce, Zayn era l'oscurità. Ma il punto era che lui non faceva parte di quel mondo. Era un essere umano, certo, ma con poteri che avrebbero potuto fargli distruggere ogni cosa... anche lei.
Entrambi erano così tremendamente diversi, ma questo oramai non aveva più importanza. Il legame che adesso avevano era indissolubile, creatosi solo con un contatto visivo.
Ma se gli avvenimenti portavano al pericolo, poteva Zayn proteggerla persino da se stesso?
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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22. Hold

 
And I’m thinking ’bout how people fall in love in mysterious ways,
maybe just the touch of a hand.


Ed Sheeran - Thinking Out Loud.
 


Tutto ciò che Lydia fu in grado di fare fu guardarlo, mentre respirava profondamente cercando di riavere un respiro regolare.
Ancora non riusciva a credere che stesse toccando Zayn, che lui la tenesse tra le sue braccia, e che avesse avuto il suo primo bacio qualche secondo fa.
Sembrava tutto così irreale, impossibile, nessuno dei due riusciva a credere che si stessero toccando l'un l'altro e che sotto quegli innocenti tocchi si fossero detti quanto si desiderassero disperatamente.
Le mani di Zayn erano ancora sul suo viso e lei cercava gli occhi di lui, ma li trovava a tratti. Zayn non smetteva di guardarle le labbra e sfiorare con il pollice la pelle proprio sotto il labbro inferiore. Sembrava completamente ipnotizzato.
Poi i suoi occhi tornavano a lei e non avevano bisogno di dirsi altro; quegli sguardi intensi, così pieni di un ardente desiderio che mai si sarebbe spento, bastavano per qualsiasi cosa.
Quel bacio le aveva tolto completamente il fiato e solo quando Zayn restò a guardarla negli occhi piu' del solito, iniziò ad arrossire. 
Per quanto avesse potuto sussurrarle che il suo primo bacio fosse "andato bene", non potè fare a meno di pensare se non le stesse mentendo in buona fede, per non farla imbarazzare piu' del dovuto. E se l'avesse baciato male? Se fosse stata pessima? 
Zayn le mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sorrise mentre guardava le sue guance colorarsi di rosso. Quelle guance che adesso poteva toccare, accarezzare, baciare.
Lydia abbassò il capo e si strinse a lui, poggiando di nuovo la testa contro il suo petto. Sentì il battito del suo cuore e fu sorpresa nel sentire che batteva forte, proprio come il suo. Zayn si stava sentendo proprio come lei? Le venne da sorridere appena, e lo strinse un pò piu' forte, rifugiandosi di piu' in lui. Avrebbe potuto restare così per sempre: tra le sue braccia, con il suo calore che la riscaldava, inebriandosi del suo odore e ascoltando il battito veloce del suo cuore. Quel battito veloce e frenetico che spiegava l'emozione che provavano in quel momento. La loro.
«Farai così ogni volta che arrossirai?» le sussurrò.
Lei non rispose, si limitò a dargli una piccola stretta, mugugnando contro il suo petto.
Lui ridacchiò, circondandola ancora tra le sue braccia. Avrebbe voluto stringerla forte, ma non voleva rischiare. Ora che l'aveva, finalmente, come aveva sempre desiderato, non voleva fare un minimo sbaglio rimettendoci per tutta la vita.
Le accarezzava dolcemente la schiena, sentendola rilassarsi contro le sue braccia, e ripensò a quando poco tempo fa era convinto che mai si sarebbe trovato in una situazione del genere. 
«Come ci sei riuscito?» mormorò Lydia, ancora tra le sue braccia.
«Non ne ho idea. Dopo aver bevuto un bicchier d'acqua, stavo per posare il bicchiere nel lavello vuoto, ma mi è caduto in quello pieno d'acqua e quando l'ho preso, l'acqua non si è mossa come di suo solito. Così ho deciso di rischiare toccando la spalla di Niall e quando l'ho fatto non è successo niente.» le spiegò. «Dopo sono corso subito da te.»
Lei alzò lo sguardo verso di lui, poggiando le labbra contro il suo petto, proprio dov'era il cuore. E sorrise. La sentì farlo, e pregò di rivivere momenti così per il resto della sua vita.
Zayn le baciò la fronte e lentamente le lasciava una scia di baci mentre scendeva verso il naso, dove lei ridacchiò teneramente, poi scese verso le labbra, ma non le baciò: le sfiorò solamente. Scese verso il mento e da lì risalì verso la guancia sinistra, poi ribaciò il naso e passò alla guancia destra. E baciava quel viso angelico con sottofondo la risata di lei. Quanto amava quella risata, quel sorriso. Adesso avrebbe potuto anche baciarla mentre sorrideva. Poteva farlo.
Poggiò la fronte contro la sua e chiuse per un attimo gli occhi, per poi riaprirli e perdersi in quelli di lei. Erano così belli, quegl'occhi. Li aveva guardati così tante volte, ma non così da vicino. Avrebbe potuto vedere ogni loro sfumatura, ogni particolare, forse ogni segreto che lei ancora nascondeva. 
Non ci pensò un istante in piu' e la baciò di nuovo. La trovò ancora impreparata, sorpresa di quell'azione. Davvero non si aspettava che Zayn la baciasse? Avrebbe dovuto abituarsi a quelle azioni improvvise. Lui lo avrebbe fatto sempre.
Si abbassò e le mise mani sulle gambe per poi sollevarla. Si staccò appena dalla sua bocca sentendo un suo respiro trattenuto e la vide allacciare automaticamente le braccia attorno al suo collo, per non cadere. No, nemmeno quell'azione si sarebbe aspettata. E nemmeno lui l'aveva prevista. Era stato comandato dal desiderio nei suoi confronti e avrebbe potuto fare l'amore con lei anche in quel preciso istante, ma avrebbe corso davvero troppo. 
Lo fece sedere sulla scrivania e quando si fece più vicino a lei, sentì le sue ginocchia contro le sue cosce, che gli bloccavano un pò il percorso verso le sue labbra.
Guardò prima le sue gambe, poi lei e la vide arrossire ancora una volta. 
Le sorrise mentre posava una mano sulle ginocchia, spostandole distante l'un dall'altra. Quando le allargò le gambe, mise le mani nelle pieghe della cosce e la tirò piu' verso di lui quando si mise in mezzo ad esse. Si stava provocando da solo, in quel modo, ma aveva davvero bisogno di sentire il suo corpo contro il suo.
Lei sussultò ma non si tirò indietro.
Per qualche attimo restò a pochi millimetri dal suo viso, sfiorandole appena le labbra, guardandola negli occhi mentre le accarezzava le gambe, lentamente, riuscendo quasi a sentire appena la pelle che si nascondeva sotto al tessuto morbido e sottile.
Fu libero di baciarla ancora quando la sentì rilassarsi sotto quel suo tocco leggero e privo di ogni lussuria. Certo, desiderava stare con lei in tutto e per tutto, ma non si sarebbe approfittato della sua inesperienza al primo tocco. Aveva così tanto da imparare, la sua piccola Lydia, ma l'avrebbe rispettata, sempre.
Continuava a baciare e stuzzicare quelle labbra e non perse tempo ad incontrare di nuovo la sua lingua quando Lydia schiuse la bocca.
Non aveva bisogno di nuovo del suo aiuto: Lydia sembrava aver capito il meccanismo e questo lo stava facendo letteralmente impazzire, spingendolo a baciarla con piu' ardore.
Lydia lo ricambiava, o almeno provava a farlo, e per un attimo si rese conto davvero di cosa stava facendo. Stava baciando un ragazzo, quello che aveva desiderato in tutti questi mesi e lui le stava dimostrando quanto la volesse. Lo sentiva, e nel pensarci le venne una piacevole stretta alla stomaco, una sensazione che avrebbe voluto sentire all'infinito.
Si staccò da lui solo quando ebbe bisogno di riprendere fiato. Zayn dimenticava le sue doti.
Le accarezzò il labbro inferiore col pollice. «Sapevo che le tue labbra avessero un buon sapore.» sussurrò.
Lei lo guardò e quelle iridi castane erano colme di paura, ma non riusciva a capire il perchè. Le urlavano di salvarlo, ma non sapeva da cosa. 
Gli occhi sono lo specchio dell'anima e lei la vedeva, quell'anima. Non vedeva un demone, l'oscurità, no: la sua anima, lei la vedeva, la sentiva. Zayn era puro. 
Avrebbe voluto dirgli anche lei qualcosa. Di quanto lo desiderava, quanto desiderava quel momento e quanto volesse che le cose tra loro andassero per il verso giusto, che fossero sempre così, loro per sempre, ma non ci riusciva. Neanche quando lui, tra un bacio e l'altro, le sussurrava che era sua. Era in completa trance, dipendente dal suo tocco e dalla sua voce roca. Ma forse lui, tutto questo, lo sapeva già.
Il loro ennesimo bacio fu interrotto dalla suoneria del cellulare di Zayn.
«No, no, no, no...» mormorò contro la sua bocca.
Lydia lo guardò confusa e lo vide sbuffare mentre prendeva il cellulare dalla tasca. 
Guardò il nome sul display e, costretto, lo sbloccò per rispondere.
«Si?» disse, tenendo gli occhi su Lydia. «Non posso venire.» «Fa andare qualcun'altro, io farò qualcos'altro qualche altra volta.» «Non urlare con me, hai capito?» «Non me ne frega un cazzo, risolvi questa cosa da solo. Io adesso non posso.» e riattaccò.
«Tutto bene?» chiese Lydia.
Lui si limitò ad annuire e a far combaciare di nuovo le loro labbra, ma quel contatto non durò a lungo perchè il suo cellulare suonò di nuovo.
Quando lo vide prenderlo di nuovo, Lydia lesse il nome sul cellulare: Hunter.
Zayn rispose. «Sul serio, non posso.» 
«Zayn, non ho scelta e lo sai.»
«Deve esserci qualcun'altro, cazzo.»
«Vuoi che succeda qualcosa alla tua ragazza?»
Il moro istintivamente guardò Lydia. «E' una minaccia?»
«Non da parte mia e sai anche questo.»
Sospirò. «Okay, va bene.»
«Bene.» e riattaccò.
Zayn la guardò, pentendosi già di doverle dire di andarsene. «Devo andare.»
«No.» disse lei e istintivamente lo abbracciò, circondandogli la vita ancora una volta.
Lui respirò contro i suoi capelli, chiudendo gli occhi e respirando il suo odore. Non voleva lasciarla, non così in fretta dopo che aveva la possibilità di fare tutto questo.
Tornò a guardarla. «Devo.» le disse, spostandole i capelli dal viso.
«Dove devi andare? Riguarda il tuo lavoro?» mormorò timidamente.
Lui sorrise appena, mentre ancora le accarezzava i capelli. «Meno sai, meglio è. Fidati di me.»
Lydia si morse il labbro, abbassando il capo e iniziando a giocare nervosamente con le sue mani. Sentì una mano di Zayn posarsi sulla sua guancia e le sue labbra che le baciavano dolcemente la fronte. Poi le fece alzare lo sguardo. «Tra qualche ora sarà notte. Tornerò.»
Lei si mordicchiò le labbra dall'interno e annuì. Le veniva quasi da piangere. Sembrava che Zayn le stesse dicendo addio o stesse partendo per chissà quale guerra. Il punto era che ora che aveva la possibilità di toccarlo, non voleva lasciarlo andare. Non così velocemente, almeno. Sembrava quasi che quei tocchi non ci fossero stati per quel poco tempo che si erano presentati.
Zayn la baciò di nuovo, un bacio che durò qualche secondo in piu', poi le baciò di nuovo il naso e lei sorrise appena sotto quel gesto. 
Quando lui si spostò da lei, Lydia fu libera di scendere dalla scrivania.
Si avvicinarono alla finestra e prima che potesse rendersene conto, Zayn le aveva preso di nuovo il viso tra le mani e le stava baciando ancora. 
«Cristo, non ho la forza di lasciare te e queste tue labbra.» mormorò.
Lydia scherzosamente provò a scansarsi ma lui non glielo permetteva, il suo viso era in trappola e anche le sue labbra. 
Iniziò a ridacchiare, provando ad allontanarlo spintonandolo appena. «Dai... vai...»
Solo dopo un pò Zayn ebbe il coraggio di staccarsi da lei e realizzare che nelle prossime ore non l'avrebbe vista, e adesso, non avrebbe potuto toccarla quando ne aveva la possibilità.
Lydia lo vide uscire dalla camera, saltare giù sul terreno e voltarsi per guardarla un'ultima volta, e quando lui se ne andò definitivamente dalla sua vista, istintivamente portò le dita alla sua bocca e potè sentire il sapore di lui ancora sulle sue labbra.

 
—— ❀ ————


Zayn arrivò al solito posto, trovando già uno dei suoi compagni a svolgere il suo lavoro.
«Malik.» lo salutò. 
Lui si limitò ad un cenno di capo. «Com'è la situazione?»
«Tranquilla. Di là c'è Tomlinson che ti cerca.»
Il moro voltò l'angolo e si trovò nel grande piazzale, dove tutto iniziava senza avere una fine. Il suo posto, dove era iniziata la sua, oramai, vecchia vita. Ma purtroppo non lo era ancora del tutto.
Aveva speso ogni giorno della sua esistenza lì, tra i combattimenti, il divertimento gratuito con le ragazze e le serate ad ubriacarsi con i suoi amici. Suo zio era il capo lì, aveva tutto sotto controllo, la città era nelle sue mani. 
Riceveva la sua parte dai negozianti, manteneva solido il suo traffico di droga, d'organi e di armi, nessuno osava perdersi uno dei suoi combattimenti segreti e pagavano cifre altissime pur di assistere ad uno scontro all'ultimo sangue.
Zayn aveva fatto di tutto, lì. 
Prima che morissero i suoi genitori, faceva già parte del giro. Aveva iniziato a quattordici anni, l'età in cui aveva iniziato a fumare il fumo e l'erba.
La prima canna, poi la seconda, la terza, fino a perdere il conto di quante se ne fumasse in una giornata, e i soldi che i suoi genitori riuscivano a dargli nel fine settimana non bastavano. Ne voleva di piu', ne aveva bisogno per comprarsi altre droghe. Mai Zayn era stato così dipendente da qualcosa fino ad allora. Era entrato in un tunnel senza trovare mai la luce infondo, uscendone definitivamente. Sentiva il costante bisogno di sballarsi pesantemente, di farlo ogni giorno in continuazione, e forse fu in quel momento che suo zio si fece avanti, confessandogli chi fosse in realtà.
Lo prese con sè, mostrandogli tutto ciò che possedeva e cosa doveva fare per portare avanti i suoi giri. 
Iniziò a promettere a suo nipote delle quote di denaro se avesse iniziato a vendere droga, a patti che non ne facesse un uso esagerato.
Zayn era ragazzino, ingenuo, sentirsi dire un'offerta del genere era come musica per le sue orecchie, e, a maggior ragione, accettò perchè si fidava di suo zio.
Le sue tasche iniziarono a riempirsi. I soldi che guadagnava mai li aveva visti in vita sua fino a quel tempo, ma il desiderio di fare altro uso di droghe non era svanito. 
Hunter scelse un'altra opzione: lo fece entrare nel giro del traffico d'armi e di organi, aumentando la sua paga settimanale. Zayn iniziò ad evitare le droghe, o almeno a non farne un uso come prima. Solo quando usciva nel fine settimana, coi suoi amici, faceva uno strappo alla regola, ma era pur sempre meglio che farsi tutti i giorni.
Zayn era sempre stato una testa calda, anche da bambino. Sua madre lo diceva sempre. E il fatto che non riuscisse a gestire la sua rabbia era la causa delle sue continue risse. A volte erano fondate su sciocchezze, forse tutte. Cercava solo un suo modo per potersi sfogare, oltre al sesso. E quando le voci di un'ennesima rissa arrivavano all'orecchio di suo zio, Hunter provava sempre piu' interesse nel far entrare suo nipote nel giro dei combattimenti segreti. 
Una volta andò a guardarlo in bar mentre si prendeva a botte. Gli avevano detto che aveva provocato un uomo cercando di rimorchiare la sua ragazza. Il solito Zayn. Non aveva provato a fermarlo: si era limitato a guardarlo, a guardare ogni suo movimento, di come riusciva a schivare i pugni dell'avversario. Pensò che se si fosse allenato come si deve, sarebbe stata una pura fortuna per lui. E così fu.
Hunter gli propose i combattimenti e Zayn non ci pensò due volte, accettando subito.
Aveva sempre visto quei combattimenti e per qualche attimo avrebbe voluto essere lui in quel cerchio, acclamato da quelle persone, vincendo quote di denaro disumane.
Suo zio lo allenò duramente ogni giorno e i risultati furono evidenti già dal primo scontro, dove Zayn portò la sua prima vittoria a casa. A volte ne usciva con qualche lesione, non molto grave, qualche graffio e un labbro spaccato, ma non gli importava. Era diventato così dipendente da quel giro che non avrebbe mai avuto il coraggio di uscirne. Era forte, i soldi crescevano ad ogni scommessa e dopo ogni vittoria c'era sempre un premio per lui, che fosse una ragazza, o piu' di una, o la prova di una nuova droga. 
Era quello, il suo mondo, e gli andava bene così. La sua vita era completa, era questo che pensava, finchè non arrivò quel giorno. Il giorno del suo diciassettesimo compleanno.
Tutto, dopo quel giorno, cambiò.
Trovò l'appoggio di Hunter, trovandolo già preparato su tutto. Sapeva ogni cosa della sua natura e Zayn gli fu grato per qualsiasi cosa gli dicesse e facesse per lui. Avendo perso anche i suoi genitori, suo zio era l'unico che gli era rimasto della famiglia e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non perdere anche lui. Faceva ogni cosa gli dicesse di fare, ogni ordine, ogni consegna, senza obiettare, andava in qualsiasi posto e svolgeva il compito che gli era stato assegnato. Finchè Lydia non era entrata nella sua vita.
Forse non c'era bisogno che entrasse lei per capire che quel mondo non apparteneva piu' a lui, forse lo sapeva già ma faceva tutto quello solo per abitudine.
Se solo avesse incontrato Lydia sin dall'inizio, forse si sarebbe potuto salvare prima, sarebbe potuto uscirne prima ancora che ci entrasse. Ma oramai era troppo tardi.
«Zayn!»
Il moro si voltò vedendo il suo migliore amico venirgli incontro, che allargava le braccia verso di lui. Prima che potesse rendersene conto, Louis lo stava già abbracciando, dandogli delle pacche sulla schiena. «Ce l'hai fatta.» mormorò.
Zayn sorrise contro la sua spalla, ricambiando appena l'abbraccio. «Si...»
Non seppero di preciso per quanto restarono così, forse per così poco ma che per loro sembrava un'eternità, ma Louis riuscì a far sentire tutta la sua felicità in quell'abbraccio. E Zayn gli espresse la sua gratitudine in quelle piccole strette. Quante ne avevano passate, quei due, eppure erano ancora lì, piu' amici che mai.
«Hai già scopato con Lydia?» gli chiese quando lo guardò.
Il moro sorrise divertito, scuotendo il capo e superandolo.
«Hey, uno chiede.» disse Louis, camminando al suo fianco. «Qualche toccatina?»
Zayn iniziò ad accendersi la sua sigaretta. «No, Louis. L'ho baciata a malapena.» perchè era vero, era stato così delicato, non come di suo solito. Ma con lei le riusciva così: essere delicato.
«Non resisterai molto con questa tua filosofia di andare a graduatorie perchè te la scopavi solo con gli occhi. Ti do una settimana di tempo e poi già starai cercando di scopartela. Magari già da domani.»
«Si ritorna ai vecchi tempi, Tomlinson?» domandò Zayn, dopo aver cacciato il fumo dalle sue labbra.
Louis sorrise. «A quanto pare si.»
Rise a vicenda quando si resero conto della loro conversazione. Anni fa non facevano altro che scommettere sulle ragazze e su quanto tempo sarebbero riuscite a portarsele a letto. Ma comunque, Louis sapeva che le cose sarebbero state completamente diverse adesso che Zayn aveva la possibilità di toccare. Lo capiva dai suoi occhi che non gli importava piu' nulla della sua vita passata e dei suoi vecchi passatempi. Ed era felice per lui, perchè sapeva quanto il suo migliore amico avesse sofferto in questi due anni, seppur non l'avesse dato a vedere. Lydia era stata la sua via d'uscita, dalla sua vecchia vita e dal mondo che era stato costretto ad appartenere. 
Louis gli mise un braccio attorno alle spalle. «Tranquillo, non metterò su nessuna scommessa su di lei. Solo: quando succede qualcosa di piccante, raccontamelo. Sarebbe bello sentirti parlare di nuovo di sesso.»
Zayn aspirò il fumo, poi lo cacciò. «Oh, certo amico, sarai la prima persona che chiamerò.»
«Si, ti prego, voglio sapere ogni dettaglio!» scherzò l'amico, facendo una voce femminile.
I due superarono un cerchio pieno di persone, sentendo le urla che gli incitavano di "finirlo". In quel cerchio, una volta, c'era stato Zayn.
«Ricordano ancora il tuo nome.» gli disse Louis.
«Non mi importa piu'.» rispose Zayn, sincero. E anche l'amico vide la sua sincerità.
Il suo cellulare squillò di nuovo e fu tentato dal non rispondere, ma dovette farlo quando vide il nome di suo zio sul display.
«Sono qui.» rispose il moro.
«Vieni nel capannone.» poi fece una pausa. «Qualcuno qui non ha capito chi comanda.» e riattaccò.
Sapeva già cosa intendesse Hunter e cosa poi, dopo, sarebbe successo.
«Devo andare nel capannone.»
Louis già capì, così annuì. «Resterò sul retro.»
Entrambi si recarono al grande capannone, sentendo da fuori dei lamenti. I due amici si guardarono e Louis, prima che andasse sul retro, gli fece un cenno di capo, rassicurandolo che sarebbe andato tutto bene. Anche se a volte non era stato sempre così.
Zayn finì di fumare la sua sigaretta, la gettò e poi entrò.
Hunter era in piedi davanti ad un ragazzo legato ad una sedia. C'era del sangue per terra e il capo del ragazzo era chino, segno che fosse stanco di subire. Non era la prima volta che assisteva ad una scena del genere.
Si mise accanto a suo zio mentre un suo scagnozzo dava altri pugni sul viso del ragazzo. Il suo volto era irriconoscibile. Era tutto ricoperto di sangue, con tagli ovunque.
«Oh, il signorino Malik ci ha degnato della sua presenza.» ironizzò lo scagnozzo di suo zio, Len.
Zayn lo trucidò con lo sguardo. «Chiudi quella fogna del cazzo.»
«Abbiamo altro a cui pensare, Len.» lo richiamò suo zio.
Len riprese a colpire la vittima e si fermò solo quando Hunter gli disse di farlo, mettendosi questa volta lui davanti al ragazzo, che aveva iniziato a sputare sangue a terra.
«E' molto semplice, ragazzo: dimmi chi gestisce il traffico d'armi e ti lasceremo andare. Non ti succederà piu' nulla.»
Il ragazzo stette in silenzio, tenendo il capo basso e respirando profondamente.
Hunter si abbassò, cercando i suoi occhi. «Io odio fare queste cose, ma non posso permettere a qualcuno di vendere quando io non l'ho concesso, capisci?» il ragazzo si limitò a guardarlo. «Un solo nome, ragazzo, e sarà tutto finito.»
«Duke...» riuscì a dire. «Duke Morel.»
L'uomo sorrise, dandogli appena due schiaffetti sulla guancia. «Bravo ragazzo.»
Si alzò, guardando suo nipote. «Slegalo, Zayn. Noi vi aspettiamo qui fuori.»
«Posso farlo io.» si propose Len. «Così il tuo adorato nipotino potrà andare dalla sua lurida puttanella.»
Per Zayn era troppo. «Adesso mi hai rotto il cazzo, brutto figlio di puttana.»
Si avvicinò a lui già con le intenzioni chiare, fregandosene di essere visto dal ragazzo legato. Infondo, anche lui avrebbe fatto la stessa fine. Era quella la regola: chi entrava nel capannone non ne usciva piu'. E Zayn aveva il compito di finirli.
Suo zio gli si parò subito davanti, fermandolo. «Calma, Zayn, calma. Non è il caso.»
«Questo coglione ha parlato abbastanza.»
«Me ne occupo io, okay?» lo rassicurò. «Tu fa il tuo dovere.»
Len gli rivolse un'ultima occhiata di sfida prima che uscisse del tutto dal capanno con Hunter. Quanti ragazzi avrebbe voluto far fuori e forse un giorno l'avrebbe fatto sul serio.
Si voltò verso il ragazzo e chiuse gli occhi, sentendo già il suo corpo cambiare. Quando li riaprì, tutto ciò che vide fu solo nero.

 
—— ❀ ————


Louis si accasciò accanto all'amico provando a sorreggerlo in qualche modo, ma sembrava essere privo di forze anche lui. Quel combattimento aveva sfinito anche lui, piu' del solito. Zayn era stato difficile da controllare e ci era voluto piu' tempo prima che tornasse in se stesso.
Il moro era accovacciato sul terreno, con le mani a terra e il capo chino. Gli mancava l'aria. Mai si era sentito così stanco come in quel momento. Sembrava quasi faticasse a respirare. 
«L-lydia.» riuscì a dire.
«Non adesso, amico. Devi cercare di riprenderti del tutto.»
«Voglio andare da lei.»
Louis lo costrinse a guardarlo, scuotendolo per le spalle. «Devi tornare del tutto in te, Zayn. Potresti trasformarti di nuovo e non puoi correre questo rischio. Non adesso.»
Iniziò a concentrarsi sul suo respiro, cercando di farlo tornare regolare e pensò a Lydia quando sentiva che stava per trasformarsi di nuovo in un mostro. Sembrava che lei avesse il potere di calmarlo anche solo stando nei suoi pensieri.
L'amico lo tirò su solo quando vide che si calmò del tutto, sorreggendolo sulle spalle e tenendolo a lui con un braccio. 
«Quando finirà questa merda...» mormorò Zayn.
«Stai mangiando, Zayn? Pesi un'accidente. Stai diventando grasso o sbaglio?» ironizzò l'amico.
Il moro ebbe la forza di sorridere. «Preferirei avere del cibo spazzatura nel mio corpo che l'oscurità nella mia anima.»
Louis lo guardò e seppur il capo del moro fosse basso, riuscì a vedere, a sentire, il dolore che stava provando. 
«Ce la farai, amico...» mormorò Louis. «Ce la farai...»

 
—— ❀ ————


Zayn entrò in camera sua convinto di trovarla sveglia, ma gli venne comunque da sorridere nel vedere che non fu così.
Lydia dormiva su un lato, con le braccia verso il petto e le gambe piegate. Aveva un libro vicino alle sue mani, probabilmente si era addormentata mentre lo leggeva. 
Zayn era sicuro che lo stesse aspettando sveglia ma che era troppo stanca per farlo del tutto. Sorrise di nuovo a quel pensiero. 
Si avvicinò a lei e lentamente prese il libro, posandolo sul comodino. Lei non si mosse.
Chiuse gli occhi e sospirò, ripensando agli avvenimenti avvenuti poco prima. Era sempre così dopo una serata al capanno. All'inizio non gli facevano poi così effetto: una vita per un'altra, cosa importava per avere così tanti soldi? 
Ma adesso aveva iniziato a sentirsi incolpa solo quando stava con Lydia. Lei non gli diceva nulla, anche perchè non era a conoscenza di niente, ma quei suoi occhi così verdi, lucidi e sinceri, lo facevano sentire così sbagliato e colpevole sulla sua intera vita che a volte si sentiva costretto ad evitare il suo sguardo. Adesso si chiedeva con quale coraggio sarebbe riuscita a guardarla tra poche ore, sapendo cosa aveva fatto quella notte. Ma non era colpa sua, non lo sarebbe mai stata.
La guardò e tutti quei suoi pensieri negativi sparirono in un attimo. Anche solo guardala in quello stato, quella ragazza riusciva a infondergli calma, serenità, come se il tempo si fermasse ed esistesse solo quel momento di pace per sempre, rifugiandolo da quel caos che c'era lì fuori.
Una ciocca di capelli era sul suo viso e lui per un attimo si trattenne dallo scostargliela, convinto che non potesse, ma rise quasi di se stesso ripensando al bacio avuto con quell'angelo proprio quel pomeriggio. 
Lui poteva farlo.
Avvicinò la sua mano al suo viso e con l'indice seguì il suo profilo, partendo dal mento.
Un percorso lento, leggero da non farla svegliare. Sentiva la sua pelle morbida sotto il suo dito, desiderando di baciarla, ogni millimetro. Ma non adesso: ne avrebbe avuto la possibilità in momenti migliori.
Arrivò alla guancia e lentamente le scostò la ciocca di capelli, portandogliela dietro l'orecchio.
Lydia per un attimo si mosse, quasi incoraggiandolo a toccarla ancora, ma non si svegliò.
Quando finì quel percorso, fece attenzione a sedersi con calma proprio accanto a lei. Mise i gomiti sulle ginocchia e portò le mani al viso, coprendo il naso e il mento, come se volesse pregare. Ma quale Dio avrebbe ascoltato le preghiere di un discendente del male piu' oscuro?
Istintivamente guardò Lydia. «Io non voglio fare queste cose.» sussurrò, poi si tirò su con la schiena, avvicinandosi appena a lei. «Ma devo farlo. Se voglio proteggerti, devo farlo.»
Lentamente si chinò verso di lei, dandole un leggero bacio sulla fronte, appena accennato. «Io ti terrò al sicuro.»

 
—— ❀ ————


Lydia non ci stava piu' nella pelle.
Aspettava con ansia che quella campanella dell'ultima ora scolastica suonasse e che invitasse tutti di tornare a casa. 
Aveva messaggiato con Zayn tutta la mattina e, tra un messaggio spinto e l'altro, le aveva detto che sarebbe venuto a prenderla se ce l'avesse fatta con i suoi impegni. Lydia aveva cercato di scoprire cosa stesse facendo, ma lui aveva deviato il discorso, mettendola in imbarazzo come di suo solito tramite un sms.
Finalmente la campanella suonò e si affrettò a posare le sue cose in borsa, come tutti gli altri. Di solito se la prendeva con molta piu' calma, ma adesso voleva solo vedere una persona e sperava di trovarla nel cortile della scuola.
Uscì dall'edificio e quando scese le scale, si guardò attorno cercando due occhi color nocciola tra la folla di studenti. Ma non li trovò.
Sospirò tristemente e si sistemò meglio la borsa sulla spalla, intenzionata già ad andarsene a casa.
«Cercavi qualcuno?» sussurrò qualcuno al suo orecchio.
Lei si voltò di scatto, scontrandosi con il sorriso divertito di Zayn. In quella mattinata, mentre messaggiava con lui, avrebbe voluto dirgli tante di quelle cose, ma adesso sembrava aver perso le parole. Come quel pomeriggio, quando si erano baciati. 
Zayn indossava una giacca di jeans, scura, con una canotta bianca semplice, pantalone e scarpe nere. Era così alla moda e così bello. I suoi capelli erano tirati su in un ciuffo scombinato, come se si fosse appena svegliato. I capelli di lato, che poco tempo fa aveva rasato, erano cresciuti. Aveva anche un pò di barba e in quegli attimi, mentre lo studiava, si ricordava di quando a volte, parlando con lei, si grattava il mento in un momento di imbarazzo.
Era in quei momenti che si metteva a paragone con lui. Lei indossava solo un semplice jeans, un maglioncino e delle scarpe da ginnastica. E non si sentiva poi così bella, come lui invece le diceva, da poter stare con un ragazzo così bello. 
«Oh, ehm... i-io...»
Zayn non perse tempo e poggiò le sue mani dietro la sua schiena, unendole, e Lydia fu schiacciata contro il suo petto. Lui la teneva stretta.
«Ciao, bellissima.»
«C-ciao.» riuscì a dire lei, imbarazzata per quella vicinanza così improvvisa.
Il moro la guardava curioso e divertito allo stesso tempo, mentre vedeva le sue guance colorarsi di rosa e si mordicchiava appena il labbro inferiore.
«Quindi, chi cercavi?» la stuzzicò.
Lei abbassò il capo, arrossendo ancor di piu', iniziando a giocare nervosamente con le sue mani, che erano poggiate sul petto di lui. 
«Lo sai...» mormorò timidamente.
«In realtà no.» la prese in giro.
Lydia mugugnò, poggiando la testa contro il suo petto, sentendolo ridere. 
Lui chinò il capo verso di lei. «Questo tuo metodo di nasconderti da me quando arrossisci non funziona molto, sai?» mormorò.
Lei girò il capo dall'altro lato, provocandogli un'altra risata divertita.
«Non hai freddo?» gli domandò lei, dopo che fu sicura che il rossore sulle sue guance fu sparito.
«Io non ho mai freddo.»
Lo guardò. «Mai? Neanche caldo?»
Lui scosse il capo e allungò una mano verso il suo viso, portandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Poi i suoi occhi tornarono a lei e la videro guardarsi attorno. Si irrigidì appena sotto le sue braccia.
«Cosa c'è?» le chiese.
«Ci stanno guardando tutti...» sussurrò imbarazzata, non guardandolo in viso.
Il moro si guardò attorno ed era vero ciò che le aveva detto: mezza scuola li stava guardando. Alcuni gruppi li guardavano per poi bisbigliare tra di loro, alcune ragazze lo guardavano con uno sguardo che non seppe decifrare in quel momento. Altri ragazzi, invece, li guardavano straniti e basta. 
«Be', diamogli qualcosa di cui parlare.»
Lydia alzò lo sguardo verso di lui e prima che se ne potesse rendere conto, Zayn già aveva poggiato le labbra sulle sue. 
Sorpresa, come oramai tutte le volte che la baciava così d'improvviso, provò a ricambiare il suo bacio e quando sentì la sua lingua stuzzicarle appena le labbra, dischiuse la bocca. Le loro lingue si inseguivano tra loro e le loro bocche lavoravano insieme creando un bacio bisognoso e disperato. Il loro desiderio lo esprimevano così.
Fu Zayn a staccarsi questa volta, ricordandosi che tra i due chi aveva bisogno d'aria era sempre e solo lei. 
«Adesso vediamo se qualcuno prova anche solo a guardarti.»
Lei lo guardò confusa, con le guance rosse. «Nessuno mi guarda, Zayn.»
«Questo è un discorso che poi affronteremo.» le disse, con il tono di voce un pò piu' duro. Poi le prese la mano. «Andiamo. Ho una sorpresa per te.»
Non potè fermare il sorriso che si formò sulle sue labbra. «Davvero?» gli chiese.
Lui sorrise a sua volta, contagiato da quel meraviglioso sorriso. «Si.»
Tutti i ragazzi presenti nel cortile guardarono la scena stupiti. Mai avevano visto Zayn Malik baciarsi in pubblico con una ragazza, e mai si sarebbero aspettati che lo facesse con Lydia Parkins, una delle ragazze piu' tranquille e meno conosciute della scuola. E ancor piu' strano il fatto che tutti sapessero che Zayn non voleva essere toccato da nessuno e per due interi anni tutti avevano rispettato la sua scelta. Era la prima volta, dopo due anni, che vedevano Zayn in pubblico con qualcuna e che si lasciasse toccare. 
C'era chi dicesse che per Zayn quella ragazza non fosse nulla, che forse era solo una scommessa col suo migliore amico; chi che sarebbe durata poco; chi che Zayn avesse perso completamente la testa, e lo avevano creduto già da quando si era sparsa la voce che non volesse farsi toccare. E forse si, era vero, aveva perso la testa, ma infondo, cosa ne sapevano loro di cosa quei due avevano passato per arrivare fin qui? Nulla.
Lydia stringeva la sua mano in quella di Zayn, lasciandosi guidare chissà dove. Era la prima volta che qualcuno la tenesse per mano, a parte Allison, e sapere che quella persona era proprio Zayn, la rendeva felice. In quel momento, con quel solo contatto, si rese conto che avrebbe potuto seguirlo ovunque.
La fece uscire dal cortile della scuola, portandola dove gli alunni mettevano le bici e solo quando lui si spostò dalla sua visuale, vide la sua sorpresa.
Non potè fare a meno di sorridere ancor di piu'. «L'hai aggiustata!» esclamò, avvicinandosi alla moto.
«Gia'...» rispose lui, restando a guardarla mentre ammirava la sua moto. Sapeva che l'avrebbe resa, in qualche modo, felice mostrandogliela, ma non fino a questo punto. Il suo entusiasmo fece sorridere anche lui.
Lydia guardava ogni piccolo particolare di quella moto, girandoci intorno e si fermò davanti ai fari, dove qualcosa attirò la sua attenzione. Una piccola "L" bianca era scritta proprio vicino al faro destro. Era piccola, ma risaltava molto visto che la moto era tutta completamente nera e il contrasto dei due colori era facile da vedere. 
Istintivamente lo guardò, trovando già i suoi occhi a guardarla e timidamente gli sorrise, ringraziandolo per quella piccola lettera. Apprezzava Zayn per quei suoi piccoli gesti.
Quando la sua attenzione tornò alla moto, provò a trattenere il suo sorriso da ebete mordendosi il labbro, poi guardò di nuovo Zayn.
«Avanti, chiedimelo.» la incoraggiò il moro.
«Mi porterai a fare un giro?» chiese speranzosa.
Sospirò scherzosamente. «Si.»
Lei si trattenne dal saltellare come una bambina di otto anni. Gli si avvicinò e gli diede un timido bacio sulla guancia, tornando di nuovo verso la moto. Un bacio timido, appena accennato, e Zayn si disse che avrebbe sempre fatto così, che non si sarebbe spinta, per adesso, ancora alle sue labbra perchè troppo timida per farlo. Quel suo comportamento lo inteneriva e divertiva allo stesso tempo.
«Non so se sei piu' contenta di vedere me o la moto.» disse Zayn.
Lydia si finse pensierosa. «Devo proprio risponderti?»
«Oh, ma sentila!» la richiamò scherzosamente.
Lei rise e il moro si rese conto ancora una volta di quanto fosse bello e piacevole il suono della sua risata.
Aprì il sedile della moto e prese la sua felpa, porgendogliela. «Indossala.»
Lydia non se lo fece dire due volte e indossò velocemente la felpa nera. Anche questa le stava grande e le piaceva comunque, come tutte le felpe di Zayn. Il suo odore le invase i sensi.
Zayn prese un casco dall'acceleratore e si avvicinò a lei, aiutandola ad indossarlo.
«Non credevo che fossi un tipo da casco.» disse lei.
«Non lo sono, infatti. Ma ci sei tu con me e non voglio correre rischi.»
«Quindi ti porto sulla buona strada.» affermò scherzosamente.
«Si, possiamo metterla su questo punto.» sorrise, poi piegò leggermente la testa di lato, guardandola. «Sei carina.»
«Oh, ehm, grazie... a-anche tu.»
Lui ridacchiò, iniziando a mettersi il casco. «Il casco non nasconde le tue guance rosse.»
Sentì un suo mugugno, poi tolse il cavalletto e salì sulla moto. Lydia lo fece un secondo dopo circondando le braccia attorno al suo corpo.
«Tieniti, Lydia.» la avvertì.
«Lo sto facendo.» rispose lei, innocentemente.
Zayn accelerò per un attimo e Lydia sobbalzò, andando quasi all'indietro. 
«Zayn!» lo richiamò.
Lui sorrise. «Te l'avevo detto di tenerti.»
Lei allora lo strinse forte, e Zayn le sentiva quelle braccia attorno alla sua vita, quell'abbraccio, quelle piccole mani sulla sua pancia. Avrebbe voluto che lo stringesse così sempre perchè sembrava volesse dirgli di non lasciarla mai. 
Zayn girò e finalmente si allontanò dalla scuola, sfrecciando per le strade della città.
Lydia si era tenuta stretta a lui per tutto il tempo, mentre Zayn correva sull'asfalto. Era come proprio come se l'immaginava il suo giro in moto, solo che non si aspettava di farlo con la persona a cui teneva di piu'. 
Aveva sempre creduto che il suo primo giro in moto fosse stato con un completo sconosciuto. Le piaceva pensare che, un giorno, non sarebbe stata piu' così timida e che sarebbe diventata piu' sfacciata e coraggiosa, riuscendo ad accettare un giro un moto da uno sconosciuto pieno di tatuaggi, piercing, grosso e con i capelli rasati a zero. Ma comunque, potè dire che quel momento era meglio di quello che si era sempre immaginata.
Zayn si fermò al rosso, portandosi su con la schiena.
«E ti fermi anche al rosso... mh...» scherzò Lydia.
«Sai, sto cercando di far colpo su una ragazza.»
«E credi che rispettando le regole funzioni?»
«Non lo so. Sta funzionando?»
Lei ridacchiò. «Si, sta funzionando.»
«Zayn Malik.» chiamò qualcuno. «Da quanto tempo.»
Lydia si voltò alla sua destra, vedendo un uomo su un'altra motocicletta poco distante da loro. Era di colore e solo quando studiò meglio il suo viso capì chi fosse in realtà. Si paralizzò completamente, stringendosi ancor di piu' a Zayn.
«Kole.» disse il moro. Si sentiva dal tono di voce che fosse infastidito.
Zayn sentì il battere forte del suo cuore e girò appena la testa, guardando la ragazza dietro di lui. «Lydia, tutto okay?» sussurrò.
Lei non rispose; tutto ciò che riuscì a fare fu solo annuire e stringere le mani posizionate sulla pancia di lui.
«Non ti ho piu' visto alle corse. Sai, lì le cose sono cambiate.» disse Kole. «Adesso sono io il campione.»
Il moro rise, scuotendo il capo. «Con me eri sempre l'eterno secondo, Kole.»
«Vuoi assicurarti che sia ancora così?» lo sfidò.
Zayn sapeva dove volesse andare a parare, ma le sue provocazioni non gli interessavano. «Non corro più.»
Kole sorrise. «Troppa paura di scoprirlo, Malik?»
Gli occhi dell'uomo da Zayn, passarono a Lydia e la guardarono curiosi per un pò, ma sembrarono non riconoscerla. Il casco le copriva il viso. Tutto ciò che si vedeva erano i suoi occhi.
«Begl'occhi.» le disse Kole, con quello scintillio malizioso negli occhi.
Lei avrebbe voluto girarsi, così da evitare il suo sguardo, di guardarlo, ma non ci riusciva. Era completamente paralizzata. Mai una persona l'aveva terrorizzata così tanto, dopo Duke.
«Che cazzo vuoi, Kole?» sbottò Zayn.
«Una corsa, oltre la grotta buia. Il premio... be', lei mi intriga parecchio.»
Zayn si trattenne quasi dallo scendere dalla moto e riempirlo di botte. «Non ci provare. Lei no.» disse duramente.
L'uomo sorrise. «Allora a una conquista del titolo.»
Il moro sembrò rifletterci per qualche attimo. Da una parte avrebbe voluto dare una bella lezione a quel coglione, dall'altra non voleva spaventare Lydia. Avrebbe corso piu' di quanto stesse facendo con lei e non voleva rischiare di infonderle paura in una corsa così pericolosa. Ma quando guardò di nuovo verso il suo avversario, trovò i suoi occhi che studiavano il corpo della sua Lydia, su e giù. Non riuscì piu' a ragionare lucidamente e si sistemò meglio sulla moto, iniziando ad accelerare.
«Tieniti forte, Lydia.» le sussurrò. La sentì stringersi a lui ancor di piu'.
I due avversari giravano appena l'acceleratore e quando scattò il verde partirono. 
Kole finì davanti a Zayn in un primo momento, così il moro accelerò del tutto, arrivando ai 150 km/h. In un attimo gli fu accanto, superandolo qualche secondo dopo. Superavano insieme le auto che gli erano davanti, facendo uno strano zig zag. Kole passò di nuovo in testa e Zayn provò a superarlo, superando un'auto sulla destra, ma quest'ultima gli deviò la strada portandosi anche lei sulla destra, costringendolo a girare subito sulla sua sinistra.
Accelerò ancor di piu' e quando vide altre auto davanti a lui, fu tentato dall'andare sulla corsia opposta. Per due secondi guardò la sua strada e la corsia accanto e prima che potesse rifiutarsi di farlo, già era passato dalla parte opposta, superando i 160 km/h.
Le auto gli venivano incontro, suonando di continuo con i loro clacson, ma lui le schivava tutte, accelerando sempre di piu'. 
Pazzo. Era questo che pensavano tutti. Chi mai sarebbe andato su una corsia opposta, a senso unico, correndo come uno psicopatico tra le auto? Era un suicidio. E per un attimo lo pensò anche Kole, che aveva voltato per un attimo lo sguardo verso di lui, sorprendendosi di quella scena. Ma non si lasciò intimidire e continuò il suo percorso tra le auto.
Zayn riuscì a superare Kole e guardò di nuovo la strada opposta: adesso avrebbero dovuto girare. C'era un piccolo spazio libero che non divideva le due corsie e doveva passarci assolutamente se non voleva perdere secondi preziosi per la sua vittoria.
Accelerò e davanti a sè un camion gli veniva incontro, bussando pesantemente il suo clacson, avvertendolo di spostarsi. Ma lui non si fermò, non lo deviò. Se avesse accelerato ancor di piu', forse sarebbe passato due secondi prima di quel camion davanti allo spazio libero, passando al lato opposto.
Superò i 170 km/h e proprio come aveva previsto, riuscì a passare due secondi prima del camion, sfiorandolo appena.
Si ritrovò davanti a Kole e subito girò la curva, lasciando dei segni sull'asfalto.
Percorse quel piccolo tratto, poi girò ancora e sulla strada oramai solo dritta, Kole lo raggiunse, affiancandolo. 
L'uomo si fece sempre piu' vicino, costringendolo appena ad allontanarsi. Zayn capì il suo gioco: si avvicinava per farlo allontanare alla sua destra, facendogli perdere l'equilibrio o facendolo cadere sul marciapiede.
Zayn fece il suo stesso gioco e guardò davanti a sè, vedendo che ci fosse un'ennesima curva. Non poteva batterlo, non lì. Se avesse girato con lui si sarebbe trovato con secondi di svantaggio. 
Kole lo urtò ancora e quando fu convinto di avergli fatto perdere appena l'equilibrio, Zayn accelerò correndo in un vicolo di palazzi davanti a sè, mentre l'uomo girava la curva.
Il moro percorse quel vicolo e ne vedeva alla fine di esso le auto sulla strada che correvano orizzontalmente. Sarebbe uscito da quel vicolo finendo nella portiera di qualche auto.
«Zayn...» lo chiamò Lydia.
Lui accelerò ancora e uscì dal vicolo finendo sulla strada all'incrocio. Passò appena dietro un auto e quando finì sull'altra corsia, costrinse un'altra a fermarsi bruscamente. 
Continuò ad accelerare e corse sulla strada dritta. Si voltava alla sua sinistra vedendo in lontananza, tra i vicoli dei palazzi, Kole correre sulla strada giù alla discesa. 
Girò una curva e percorse quella strada in discesa superando i 180. Superava le auto a zig zag e non si fermò nemmeno ad un ennesimo incrocio, sentendo i clacson di protesta delle altre auto. 
Arrivò alla fine della strada in discesa e girò sulla sua destra, trovandosi davanti Kole in un attimo.
L'uomo poco dopo gli fu di nuovo accanto, intenzionato ad urtarli con piu' violenza. 
Quando si sporse un pò di piu', Lydia temette il peggio. Era sicura che sarebbero caduti dalla moto.
«Zayn!» urlò.
Il moro vide in tempo il suo avversario e si allontanò subito da lui, costretto a salire sul marciapiede.
Iniziò a suonare il suo clacson, urlando alle persone di levarsi di torno.
Vide Kole provare a girare alla prossima curva, ma un auto non glielo permise e fu costretto a proseguire, per prendere la prossima. Zayn ne approfittò, girando sul marciapiede e quando la strada fu un pò libera, ci tornò, riprendendo subito i 180. 
Davanti a sè vide l'entrata del parco e ricordò che l'uscita opposta dava proprio vicino alla grotta. 
Bussò il suo clacson urlando alle persone che stavano entrando di spostarsi e quelle, impaurite, lo fecero. Zayn fu libero di entrare e mentre correva continuava a suonare il clacson, urlando di togliersi dalla sua visuale. 
Sentì sobbalzare Lydia dietro di sè solo quando riuscì a schivare un vecchietto che stava camminando sulla piccola stradina, sfiorandolo appena. 
Lydia si voltò verso di lui e vide che non si era reso conto della situazione, che non stesse per perdere la vita due secondi fa.
Si strinse ancor di piu' a Zayn quando uscì dal parco e velocemente correvano su quell'ennesima strada in discesa.
Zayn arrivò ai 190 e sentì il motore della moto di Kole in lontananza sulla strada orizzontale davanti a sè. 
Girò immediatamente la curva e riprese i 190 quando davanti a sè vide la grotta buia.
Ci entrò e non perse tempo a girare tutto l'acceleratore, arrivando ai 200 km/h.
Pochi secondi dopo già erano fuori e Zayn girò su sè stesso, lasciando degli ennesimi segni sulla strada e qualche secondo dopo, dalla grotta, uscì Kole. 
Il suo avversario si fermò e i due si scambiarono un lungo sguardo di sfida. Fu Kole a distogliere lo sguardo e, sconfitto, girò la moto e tornò indietro, scomparendo nel buio della grotta.
Zayn accelerò appena e girò, andando sui marciapiedi che erano lì e accostando vicino a dei muretti illuminati dai lampioni.
«Emerita testa di cazzo.» commentò spegnendo il motore.
Lydia scese dalla moto, iniziando a togliersi il casco.
Anche Zayn fece lo stesso, voltandosi subito verso di lei. «Lydia, mi dispiace. I-»
«E' stato fantastico!» esclamò lei, una volta che si tolse l'oggetto dal capo.
Il moro la guardò sorpreso. «Dici sul serio?» le chiese, scendendo dalla moto.
«Si! Cioè, oh mio Dio!» sentiva l'adrenalina scorrerle ancora in tutto il suo corpo. «Non ho mai visto niente del genere! Correvi così veloce e... oddio, sei stato bravissimo a schivare tutte quelle auto e poi quando lui ha provato a urtarti e tu sei andato in quel vicolo e sei riuscito a non farci ammazzare quando ne sei uscito» il moro rise. «e poi hai fatto delle curve così... wow... e-»
«Okay, okay. Respira, piccola.» la prese in giro, mentre ancora rideva.
Lydia fece un respiro profondo, con il cuore che le batteva ancora all'impazzata. «E' stata una delle cose più emozionanti della mia vita.»
Lui le si avvicinò, costringendola ad appoggiarsi al muretto dietro di lei. «Quindi... il qui presente ha fatto colpo sulla ragazza a cui è interessato?»
Lei gli sorrise appena, timidamente. «Si, decisamente.»

 

 

Ue' uaglioooo'!
Peppina è tornata, si.
Non ho fatto un ritardo eccessivo, dai...
Ammetto che ci tenevo molto ad aggiornare prima dell'anno nuovo,
quindi ho cercato di fare il prima possibile per aggiornare.
E ho aggiornato anche prima di Natale, visto?
Be', però non posso promettervi che aggiornerò prima di Capodanno, adesso.
Non potrei mai farcela. Insomma, dai, mi conoscete adesso ahahah
Comunque, parliamo di questo capitolo.

Lo so che nell'inizio ci sono due Zydia che non fanno altro che baciarsi.
La cosa può essere abbastanza smielata ma insomma 
STI CRISTI NON HANNO POTUTO BACIARSI PER MESI.
"MA TU L'HAI VOLUTO!"
Non usate questa frase contro di me, eh. Vi avverto.
No scherzo.
Comunque, insomma, quanto sono tenerelli?
Ho avuto i vostri scleri del bacio nelle recensioni, facebook, twitter
e con alcune di voi su whatsapp. 
Si perchè io parlo con tutti ovunque, okay? Bene.
Ma come sono prepotente oggi. Okay basta.

Vogliamo parlare anche di Louis e di quanto lo adoro?
E chi se lo lascia scappare un amico così.
Che ne pensate del passato di Zayn?
Volevo dire una cosa a riguardo.
Credo che alcune di voi penseranno che sia una cosa abbastanza insensata.
Insomma, un demone che è nel giro della droga, armi ecc, ma ho voluto tenere il passato
di Zayn anche mentre è un demone.
Non potevo lasciar perdere il tutto dopo che era diventato un demone, e poi
da quel mondo non ci esci piu'. E questo si affermerà nei prossimi capitoli.

Forza, forza. Voglio sapere ogni vostro commento.




Io soffro nel fare queste foto.

L'altro giorno ero su twitter e ho scritto in cerca "When my eyes met yours",
e ho faticato un pò a trovare qualche commento sulla storia, ma quei pochi
che ho trovato mi hanno resa felicissima.
C'era chi diceva che fosse la sua storia preferita, chi che volesse che
qualcun'altro la leggesse così da sclerare insieme, chi la consigliava.
IO. VI. ADORO.

twitter: @infinitynaples
Facebook: Tisdalesvoice Efp
ask.fm: @TisdalesvoiceEfp

Adesso mi dileguo.
Peppina vi ama sempre e comunque.
E vi augura un buon Natale e un felice anno nuovo!
chiss chiss, peppina.
   
 
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