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Autore: data81    23/12/2014    0 recensioni
Il rosso e il verde...ovvero i colori rappresentativi di due delle quattro Case di Hogwarts...due Case che - negli ultimi anni - sono state spesso in contrasto tra loro. Ma rappresentano anche due persone - Harry Potter e Pansy Parkinson - diverse... molto diverse... forse così diverse da scoprire che le differenze non contano poi molto.
Rivivendo i momenti salienti di "Harry Potter e il Principe Mezzosangue" scopriamo cosa sarebbe successo se...
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Harry/Pansy, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Epilogo:
Il Rosso e il Verde
 
La giornata volgeva al tramonto ma - nonostante non avesse praticamente chiuso occhio da trentasei ore - il cuore di Harry era sballottato da troppe emozioni per permettergli di dormire.
Quasi quindici ore prima la Bacchetta di Sambuco l'aveva eletto a suo padrone e, rifiutandosi di colpirlo, aveva ritorto un Avada Kedavra contro Voldemort - uccidendolo una volta per tutte.
In quel momento il Ragazzo-Che-E'-Sopravvissuto-Ben-Tre-Volte aveva creduto che tutto fosse finito e che l'esplosione di genuina gioia che aveva avvolto la Sala Grande fosse il degno epilogo per quella brutta vicenda che durava da troppi anni.
Ovviamente si era sbagliato...
Dopo essersi occupati di catturare quanti più Mangiamorte possibile i sopravvissuti tra i «buoni» erano stati costretti al triste compito di curare i feriti e contare i morti.
Violentemente l'immagine di Ron - distrutto davanti al cadavere ancora sorridente di Fred - attraversò il suo Io cosciente facendolo sentire in colpa: nonostante tutti gli ripetessero il contrario, il mago con la cicatrice a forma di saetta non poteva fare a meno di sentirsi colpevole per quanti erano morti per aiutarlo ad ottenere quella vittoria.
Per quanto si sforzasse di non farlo, ogni volta che chiudeva gli occhi non poteva fare a meno di vedere le facce di Tonks e Lupin - che lasciavano orfano un bambino di neppure un anno - o quella di Draco Malfoy, che dopo avere guidato coraggiosamente un nutrito gruppo di Mezzosangue fuggitivi in battaglia era crollato in lacrime davanti alla figura del padre, giunto all'ultimo momento in suo soccorso e sacrificatosi per salvarlo da Mulciber.
E poi, naturalmente, c'era il ricordo dell'ultimo scambio di sguardi avuto con lui...
 
L'incupirsi dei pensieri di Harry dovette ripercuotersi sul suo volto perché Pansy, che fino a quel momento si era limitata ad accarezzargli i lunghi capelli scarmigliati tenendo la testa del ragazzo sulle proprie gambe, gli chiese "Che c'é?"
"Nulla..." rispose il Grifondoro poi, sapendo che tale risposta non avrebbe fatto altro che scatenare la curiosità della Serpeverde, si corresse "stavo pensando a Piton... devo ammettere che di lui non avevamo capito proprio un bel niente!"
Pansy chiuse gli occhi nel tentativo di trovare le parole giuste da dire. Rispettando il desiderio di Ron di restare solo con il proprio dolore - e quello di Hermione di non abbandonare il rosso -, Harry non aveva confidato a nessuno dei due il motivo per cui aveva infine deciso di fidarsi di Piton...
Solo a lei il Ragazzo-Che-E'-Sopravvissuto aveva raccontato di ciò che aveva visto nel Pensatoio, giustificando così la sbalorditiva decisione di far pressione su Kingsley Sacherbolt per ottenere che la salma dell'ultimo Preside di Hogwarts venisse recuperata dalla Stamberga Strillante e posta tra quelle dei difensori della scuola.
Se per lei era stato difficile credere al contenuto dei ricordi che l'algido professore aveva consegnato in punto di morte al figlio della donna che amava, non osava immaginare come potesse aver reagito Harry...
"Mi sarebbe piaciuto veramente conoscere l'altro Piton..." commentò il ragazzo con gli occhiali "non il Capocasa di Serpeverde, ma la persona che ha sempre cercato di proteggermi nonostante il ricordo di mio padre..."
"Puoi sempre fargli costruire un ritratto..." propose Pansy, cercando di risollevargli un po' il morale "scommetto che gli piacerebbe avere sempre un buon controllo sull'aula di Pozioni!"
Harry sorrise, pensando che la presenza del ritratto di Piton in quell'aula avrebbe definitivamente ucciso le probabilità dei futuri studenti di Hogwarts di sopravvivere ai corsi di Pozioni senza avere crisi di nervi.
In quel momento in cui rievocava il ricordo dell'unticcio professore intento ad umiliarlo durante la prima lezione di Pozioni del primo anno, il Grifondoro si rese conto di aver visto una volta «l'altro Piton». Si trattava dell'uomo che - quando lo aveva scoperto intento a prepararsi ad assalire Villa Parkinson - era intervenuto con arguzia e con una buona dose di tatto per impedirgli di fare una grossa sciocchezza.
Ripensando a quei cinque punti persi per avere avuto dubbi sulla marmellata da scegliere, il giovane sorrise tristemente e disse "E' brutto accorgersi che qualcuno è migliore di quanto credevi solo quando è troppo tardi..."
"Già..." convenne Pansy chinando il capo. I capelli - che durante L'ultimo anno si era fatta crescere per mascherare per quanto possibile la propria ben nota fisionomia ai Mangiamorte e ai loro sostenitori - le caddero davanti agli occhi e lei li tolse con uno sbuffo spazientito.
Le parole di Harry le avevano involontariamente riportato alla mente un pensiero che - quella mattina - aveva scelto di ignorare.
Dopo un lungo momento di silenzio la strega osò infine chiedere "Veramente mia madre ti ha salvato la vita?"
A quelle parole dal volto del mago con la cicatrice a forma di saetta scomparve l'espressione afflitta mentre - al ricordo di Piton - si sostituiva quello di una bella donna dai lunghi capelli neri che, con appena un alito di voce angosciata, gli domandava se la figlia stesse bene.
"Senza la sua bugia non avrei potuto evitare di battermi con Voldemort prima della distruzione dell'ultimo Horcrux..." confermò il giovane mago, scrutando attentamente i delicati lineamenti di porcellana della sua ragazza. Quando le aveva riferito la prima volta ciò che sua madre aveva fatto nella foresta, la Serpeverde aveva reagito erigendo una maschera di freddezza alimentata dall'odio covato nell'ultimo anno e mezzo verso i suoi genitori.
Ora che quella maschera si stava finalmente incrinando, il Grifondoro decise di lanciare un'altra piccola picconata "Magari potresti provare a parlarle..."
Lei gli rivolse un'occhiataccia rispondendo "Le manderò delle arance ad Azkaban!"
"Magari prima del processo..." continuò il mago che, dopo più di un anno di convivenza, sapeva bene fin dove poteva spingersi con la sua velenosa principessa.
Lei non rispose, ma dal suo sguardo Harry capì che stava pensando seriamente alle sue parole, così concluse affermando "Io testimonierò... racconterò quello che ha fatto. Nel bene e nel male."
Dopo quella frase Pansy sorrise e - divertita dall'esagerata onestà e genuinità del ragazzo - cambiò posizione e lo baciò appassionatamente.
 
Per molto tempo i due ragazzi non ebbero nulla da dirsi poi, voltandosi verso Pansy e guardando il suo volto incupito bagnato dalla luce delle stelle, Harry affermò "Uno Zellino per i tuoi pensieri..."
Il viso di Pansy arrossì sensibilmente, ma la Serpeverde non disse nulla. Nella situazione in cui si trovavano - vincitori di una devastante guerra appena conclusasi con tantissimi morti ancora da piangere e seppellire - si vergognava profondamente di quello che le rodeva dentro.
Non trovando il coraggio di parlare del pensiero che l'aveva fatta incupire, Pansy cercò di rispondere con ironia, mettendosi una mano sul fianco e affermando "Stai insinuando che i miei pensieri valgono così poco?"
"Tutto l'oro della mia camera blindata alla Gringott per i tuoi pensieri..." ribatté serafico il Grifondoro, senza scomporsi minimamente.
"Perché, cosa ti fa pensare che i Folletti vogliano rendertelo dopo la faccenda del drago?" gli fece notare lei, con un ultimo - debole - tentativo di depistarlo. In realtà sui Folletti sapeva abbastanza da credere che - una volta caduto Voldemort - quelle infide creature sarebbero state più che felici di dimenticare ciò che avevano fatto ed osannare Harry come un eroe... il tutto, ovviamente, per ingraziarsi chi comandava in quel momento!
"Mi stavo chiedendo se i lavori di ricostruzione della scuola saranno terminati per settembre..." ammise infine.
Il Grifondoro non capiva come l'idea dei lavori di ricostruzione di Hogwarts potesse aver fatto rabbuiare l'espressione della strega, ma ormai la conosceva abbastanza bene da sapere che qualunque richiesta di chiarimenti l'avrebbe fatta irritare, comportando un allungarsi dei tempi prima di avere spiegazioni chiare, quindi preferì tacere.
"Sai... il fatto è che ci ho pensato e non mi dispiacerebbe frequentare il prossimo anno..."
Questa notizia colpì un po' Harry, anche se il mago con gli occhiali fu bravo a nasconderlo. Quando quel pomeriggio la professoressa McGranitt aveva affermato che gli esami di fine anno si sarebbero svolti al Ministero alla fine di giugno, infatti, il nuovo Ministro della Magia lo aveva fissato intensamente e aveva affermato che - se lo avessero voluto - anche lui e i suoi amici avrebbero potuto partecipare.
Hermione aveva subito ribattuto che non avrebbero mai potuto studiare l'intero programma in così poco tempo, ma Kingsley si era limitato a scoppiare a ridere e, fissando Harry, aveva affermato che gli avrebbe fatto un gran piacere vederlo il più presto possibile al corso Auror.
La cosa pareva avere scandalizzato Hermione, mentre Pansy era scoppiata a ridere a sua volta e Ron aveva commentato asciuttamente che era un bene, visto che intendeva andare a lavorare con George al negozio di scherzi per star vicino al fratello.
"Anzi, mi piacerebbe molto tornare e passare un anno intero a non preoccuparmi di nulla, tranne che delle lezioni, dei compiti, dei vestiti," affermò poi, con fare sornione, aggiunse  "e di dove andare a passare un po' di tempo con il mio ragazzo Grifondoro..."
'Ed ecco, infine, il vero problema...' si disse Harry, sentendo quell'ultima frase. Alle parole di Kingsley, infatti, lui non aveva certo fatto mistero di voler iniziare il prima possibile il corso per diventare Auror.
"Pansy, ascolta..." disse piano, ben sapendo di essere molto più vicino alla morte di quando aveva duellato con Voldemort "sai che non posso tornare ad Hogwarts. Kingsley ci ha fatto capire perfettamente che - al momento - serve che io mi dia da fare per..."
"Che TU ti dia da fare?" ripeté lei, calcando parecchio sul «tu» "Harry, è una vita che ti dai da fare. È da quando sei entrato ad Hogwarts che non fai altro che cercare di risolvere tutti i problemi del mondo... Kingsley non è un idiota, lascia che provi a cavarsela da solo!"
"Ma non capisci che, in questo momento, io sono un simbolo? Un qualcosa attorno a cui la società magica si riunisce per ritrovare la propria compattezza dopo essersi quasi spaccata?" esclamò il Ragazzo-Che-E'-Sopravvissuto e, dal suo tono tetro, ben si capiva quanto poco gli piacesse l'idea di essere un simbolo.
"E che ne è del tuo diritto a vivere una vita normale?" domandò lei, incalzandolo "Sei così sicuro che il tuo sacrificio faccia bene alla società?"
Harry non sembrava in grado di ribattere a quella affermazione, così non si oppose quando lei gli assestò il colpo di grazia affermando "Non sarebbe un messaggio migliore, per la società, se tu scegliesti di non approfittare della tua fama ma tornassi a studiare e dessi i MAGO normalmente? Non sarebbe un segnale di massima stima nei confronti del Ministero e del normale funzionamento delle istituzioni?"
 
Per un bel po' di tempo Harry non disse nulla. Una parte di lui - quella che ci teneva a risolvere in prima persona tutti i problemi - gli suggeriva che la sua presenza al Ministero sarebbe servita, mentre quella più razionale gli faceva notare che le parole della strega accanto a lui erano assai sensate. Che esempio avrebbe dato se si fosse lui per primo approfittato della propria posizione per infrangere le regole delle istituzioni che voleva sostenere?
Stava ancora riflettendo su questo quando Pansy lo interruppe dicendo "Mi dispiace, Harry..."
Riscossosi dai propri pensieri, il ragazzo sollevò lo sguardo e notò immediatamente che l'espressione risoluta della ragazza dai capelli color caffè era in perfetto contrasto con il tono arrendevole che aveva utilizzato.
"Mi dispiace tanto. Ancora una volta mi sono comportata da perfetta Serpeverde stronza ed egoista, che pensa solo a sé stessa e a ciò a cui tiene!" affermò poi la strega, facendo aumentare esponenzialmente le preoccupazioni del Grifondoro. Nonostante tutti i cambiamenti dell'ultimo anno, infatti, Pansy era sempre stata orgogliosa di essere una Serpeverde.
"Ma hai ragione tu." aggiunse poi, con la massima serenità "Basta egoismo. E' giusto che tu faccia quel che è meglio per tutti..."
Sempre più spiazzato da quel discorso, il ragazzo non trovò nulla da dire fin quando la sua compagna non aggiunse "Anzi, sai che ti dico? Finché non farò anch'io qualcosa di buono per la società non mi merito di dividerti con il resto delle persone che hanno bisogno di te..."
"In che senso, scusa?" domandò il Grifondoro, mentre con la mente si malediceva per aver rimesso la Bacchetta di Sambuco nella tomba di Silente. Forse con la Stecca della Morte avrebbe avuto una chance di difendersi da ciò che stava per capitargli tra capo e collo...
"Sì, sarà dura ma ormai ho deciso." affermò con tono convinto Pansy, mentre i suoi occhi brillavano maliziosi "Fino a dopo aver superato i miei MAGO, basta contatti tra noi."
"Basta contatti?" ripeté incredulo il Ragazzo-Che-E'-Sopravvissuto "Ma che dici?"
"Ma come, non sei orgoglioso di me?" domandò Pansy, facendo una faccia stupita e trattenendo a stento la voglia di scoppiare a ridere "Anziché fare la Serpeverde egoista che ti vuole tutto per sé mi sto comportando come una Grifondoro. Per il bene degli altri rinuncio a ciò che mi piace e che vorrei io: le coccole, le carezze, i baci... il  sesso..."
Fu solo a quel punto, quando la ragazza fece per scostarsi da lui, che Harry capì lo scopo di tutto quel discorso e non poté fare a meno di ridere, riconoscendo la folle genialità che sottostava a quelle parole.
"E se, invece, io mi dimostrassi un po' più egoista e decidessi che il mondo può girare anche senza il mio aiuto?" domandò attirandola a sé.
"Beh, in quel caso verrebbe meno la mia guida sulle tortuose e disinteressate strade della Grifondoricità." gli rispose la bella strega, lasciandosi baciare sul collo e sistemandosi meglio contro di lui "Immagino che a quel punto tornerei ad essere la vecchia me stessa!"
Tutto sommato - si disse Harry - a lui piaceva di più la vecchia Pansy!
 
"Ed anche questo problema è risolto." commentò poco dopo Pansy che, dopo un lungo ed appassionato bacio, era riuscita ad estorcere ad Harry la promessa che sarebbe tornato ad Hogwarts con lei "Devo confermare ad Hermione che la strategia dello sciopero funziona e che è applicabile anche al caro Ronnie..."
A quelle parole Harry ebbe una nitida immagine della reazione del suo migliore amico di fronte al tipo di pressione psicologica a cui era stato sottoposto lui e si affrettò a dire "Forse sarebbe meglio se a Ron parlassi io..."
"Che carino, lo faresti davvero? Per me?" domandò la Parkinson con fare civettuolo.
"Sei terribile, lo sai vero?" rispose il povero Grifondoro.
"Lo dice anche Greg..." confermò lei facendo spallucce "comunque questo non toglie che mi hai tolto un altro problema. Ora devo solo trovare un posto per passare l'estate..."
Pansy gli aveva già accennato a quel problema qualche ora prima, quando gli aveva chiesto di accompagnarla a Villa Parkinson a recuperare le sue cose. Con entrambi i genitori in prigione e la propria fama di eroina di guerra, la ragazza avrebbe potuto ottenere dal Ministero di avere la casa, ma aveva preferito rinunciarvi per via dei brutti ricordi che la legavano ad essa.
"Quindi che farai?" le chiese il ragazzo dalla cicatrice a forma di saetta.
"Oh, non preoccuparti troppo!" gli rispose lei con un sorriso "Alla Gringott c'è una cassetta a mio nome con la mia dote. Immagino che i Folletti non faranno troppe storie per darmela e, altrimenti, c'è sempre la cara vecchia tenda!"
Risero entrambi, poi Harry propose "Perché invece non vieni con noi alla Tana? Almeno saresti in compagnia..."
"No, ti ringrazio, ma temo che sarebbe pericoloso!" affermò divertita Pansy e, pensando alla fatica fatta l'estate precedente per impedire alla Serpeverde e a Ginny di farsi reciprocamente a pezzi, non poté che darle ragione.
"Ma non temere, qualche volta verrò a trovarvi. E poi, quando avrò trovato un appartamentino in affitto, tu potrai venire tutte le volte che vorrai!"
A quelle parole, però, dentro Harry era scattato qualcosa. Non si trattava di una idea razionale ma, d'altronde, lui non era esattamente famoso per la propria razionalità così affermò "Ci sarebbe anche una terza opzione..."
Vedendo che Pansy lo osservava perplessa, il mago raccolse tutto il proprio coraggio e si spiegò "Sì, insomma... ora andrò dai Weasley per star loro vicino col funerale e tutto il resto, ma non intendo trasferirmi alla Tana vita natural durante..."
"Ah, no?" affermò la Serpeverde a metà tra il divertito ed il sinceramente stupito. Nei pochi giorni trascorsi a casa Weasley l'estate precedente, infatti, aveva potuto constatare come tutti - ed in particolare la signora Weasley - lo trattassero come un altro figlio/fratello e come la cosa sembrasse non dispiacere affatto al ragazzo.
La giovane strega stava ancora ripensando a quella specie di terzo grado a cui l'aveva sottoposta la signora Weasley quando aveva capito che lei ed Harry stavano insieme quando il mago riprese a parlare "No, non posso approfittare sempre di loro. Per questo ho deciso di andare a vivere a Grimmauld Palace... con l'aiuto di Creacker eravamo riusciti a rendere quel posto quasi decente e - ora che non ho più problemi di segretezza - penso che non sarà affatto impossibile trasformare quella casa..."
In cuor suo, Pansy era d’accordo. Quando lei, Harry, Ron ed Hermione vi ci si erano nascosti dopo la caduta del Ministero aveva trovato la casa piuttosto bella e, a parte la muffa, le infestazioni ed il mobilio, aveva più volte sognato di viverci con Harry.
Ma non era questo che le stava proponendo, vero?
Improvvisamente conscia di questa possibilità, la strega affermò "Beh, sarà un lavoraccio... e poi, col tuo gusto, chissà come la arrederai!"
La ragazza aveva fatto questa battuta per togliersi di dosso quel senso di paura che le attanagliava lo stomaco, ma questi si fece solo più forte quando Harry disse "Potresti venire con me a Grimmauld Palace... così di sicuro l'arredamento sarebbe scelto con più gusto!"
Sentendo quelle parole, Pansy fu più che lieta di essere già sdraiata per terra.
Debolmente, più per prendere tempo che per altro, disse "Guarda che a me piace lo stile classico: Pelle verde, noce scuro... ebano, argento..."
"Ed io amo i colori caldi," ribatté il mago con la cicatrice a forma di saetta con un sorriso divertito "rosso, oro..."
"Rosso e verde stanno bene insieme come Pozioni Detonanti e fuochi d'artificio..." gli fece notare lei, ma il suo tono da critica d'arte fu un po' sciupato dal fatto che anche le sue labbra erano state contagiate dal sorriso dell'altro.
Harry finse di pensarci un attimo, poi concluse "Ti dirò... se siamo riusciti a non scannarci noi due convivendo per un anno in una tenda, sono ottimista sul fatto che riusciremo a trovare un punto d'accordo anche sui mobili..."
A quelle parole Pansy sorrise e, azzerate le distanze, lo baciò teneramente.
"Era un sì?" domandò lui dopo un po'.
"Ad una condizione, però..." rispose la Serpeverde con un ghigno divertito "visto che sei l'eroe del Mondo Magico ed il sommo maestro di Difesa Contro le Arti Oscure, mi devi insegnare la Controfattura per la Fattura Orcovolante!"


Scusate l'enorme ritardo con cui pubblico l'epilogo di questa storia...in realtà sono stato così incasinato col lavoro che avevo dimenticato di non aver inserito il capitolo O_o'
  
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