Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Whatshername    24/12/2014    2 recensioni
Kurt, Sebastian e il centro commerciale.
Kurt lanciò un'occhiata gelida a quello che doveva essere l'anello mancante tra l'uomo e il cavallo. « Credevo che tu vivessi al Lima Bean, non rischi l'esilio per aver sconfinato le terre del branco? »
Sebastian Smythe, in tutta la sua cavalleresca presenza, ammiccò. « Oh citazioni dei cartoni animati, che carino. Vuoi lanciarmi addosso della polvere volante? »
Altro che polvere volante, se avesse potuto gli avrebbe tirato addosso il libro di scienze.
Che, per chi non lo sapesse, ha più di milleduecento pagine, ed è considerata arma in molti paesi perchè a detta di molti studenti causa la morte per noia.
« Ma tu vivi per sbucare nei momenti meno opportuni e dare fastidio alla gente? Non hai mai pensato di trovarti un hobby? Sai, cose come leggere, fare sport, buttarsi da un ponte... »
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Che Scandal!



Il giorno della tragica dipartita di Alexander Mc Queen – che Kurt aveva sempre sperato fosse immortale- Kurt aveva pensato che non sarebbe mai più stato così triste, ma quel sabato sera, davanti alla televisione ad ascoltare i pareri di Michael Kors ed Heidi Klum su vestiti orribili, oltre che esageratamente patetico si sentiva decisamente depresso.

Lanciò appena un'occhiata al quindicesimo messaggio di Mercedes in cui gli chiedeva di uscire dal coma vegetativo in cui brancolava da fin troppo tempo e uscire anche solo per evitare che le gambe gli andassero irrimediabilmente in cancrena, ma a parte il fatto che non era più sicuro di avere un paio di gambe funzionanti da quanto poco le usava, Kurt non aveva nessuna voglia di uscire.

Non aveva voglia di fare proprio niente, a dirla tutta; forse soltanto passare il resto della sua vita nella sua stanza a immaginare il suo stesso funerale e quanto sarebbero stati tutti dispiaciuti.

E quanto Blaine sarebbe stato dispiaciuto.

Doveva smetterla di passare così tanto tempo con Rachel.

Ma a cosa stava pensando? Ah sì, Blaine.

Blaine che non stava più con lui da sessantatrè giorni.

Blaine che era stato il suo primo amore.

Dopo Finn.

E dopo Sam, anche se non era stato proprio amore. Un'infatuazione passeggera, ecco.

Tornando a Blaine...

Blaine che ora era chissà dove con chissà chi a fare chissà cosa... No, probabilmente Blaine era a casa a cantare quelle stupide canzoni di ragazze che baciano ragazze e fuochi d'artificio abbarbicato ad un lampadario.

Doveva ammettere che non gli mancavano le impronte dei suoi mocassini sparse ovunque per la casa, né l'ansia costante di vederlo prendere fuoco da un momento all'altro per la troppa lacca...

Sbuffò, rotolando sul letto per sedersi.

Non sapeva nemmeno lui perchè continuasse quello stupido ammutinamento alla vita, la loro non era nemmeno stata una rottura drammatica e piena di lacrime.

Si erano lasciati in maniera graduale, più o meno da amici. Amici senza benefici.

Uno schifo comunque, insomma.

Mentre stava lì a fare smorfie di fronte alle opere penose dei concorrenti di “Project Runway” ebbe una visione; una terribile, agghiacciante visione. Vide sé stesso dieci anni più vecchio, con tredici gatti, un pigiama della collezione dell'anno prima, i denti ingialliti dal caffè e quasi ebbe un infarto.

Quindi decise. Si alzò dal letto lanciando via il piumone, si vesti alla velocità di Polly Pocket con i vestiti magnetici e dopo aver dato una forma decente al suo ciuffo – lo chiamavano Kurt Mani di forbice- saltò per le scale rischiando di fracassarsi cervello e cervelletto in un atterraggio maldestro.

« Mi spieghi perché continui a guardare questo telefilm atroce? Sangue, budella, ma che schifo... » Burt Hummel, sul divano accanto a Carole con gli occhi serrati, era semplicemente nauseato.

« Non osare dire una parola di più contro Grey's Anatomy, uomo. » la moglie gli puntò contro un dito particolarmente minaccioso « Puoi guardare, ora, hanno finito di operare. »

Kurt infilò la testa in sala mentre con una complicata manovra cercava di infilarsi la sciarpa senza scomporsi la capigliatura « Io esco » annunciò distrattamente.

Burt lasciò cadere il telecomando.

Carole quasi si strozzò con un popcorn malefico.

Il ragazzo vide distintamente la sorpresa dipingersi sui volti dei due adulti. Le pupille di suo padre si spalancarono come se avesse appena visto l'infinito universo srotolarsi davanti a lui, il pacemaker del cuore di Burt si preparò a fare il suo dovere e Carole tossì ripetutamente cercando di non soffocare.

« V-va bene, caro, divertiti! » esclamò Carole, che fu la prima a riprendersi dallo shock.

Burt non chiese nemmeno dove volesse andare o con chi, voleva solo che suo figlio mettesse il suo naso arrossato fuori di casa; per poco non lo prese di peso con l'intento di lanciarlo direttamente in macchina.

Una volta nell'abitcolo Kurt dovette ammettere con sé stesso che agire d'impulso non era proprio il suo forte; dove diavolo poteva andare da solo e con l'umore del Grinch?

Di sicuro non da Rachel o da Mercedes: non ne poteva più dei loro sguardi compassionevoli e nemmeno delle loro note super alte che sparavano nei momenti meno opportuni con la scusa di dover tenere le corde vocali allenate.

Non voleva parlare né con Finn né con gli altri ragazzi, che avrebbero insistito fino alla morte per farlo iscrivere ad una di quelle chat per gay molto promiscue.
Prima che l'eccesso di adrenalina passasse mise in moto, ingranò la retromarcia e uscì dal vialetto di casa.

*

Che noia.

A volte essere l'individuo più attraente del locale può diventare una seccatura, soprattutto se si vuole rimanere abbastanza sobri da riuscire a puntare la preda lucidamente e tutti invece continuano ad offrirti da bere.

In quel momento, per esempio, Sebastian stava cercando di ammirare il sodo fondoschiena di un ragazzo che si dimenava sulla pista da ballo ma un biondino gli si era imposto davanti, bloccandogli la visuale da dieci minuti.

Era giunto il momento di fare quello che Sebastian Smythe sapeva fare meglio: liberarsi dei seccatori.

« Capiamoci, amico: non verrò a letto con te. » esordì molto diplomaticamente « E nemmeno sul bancone del bar, o nel bagno, o da qualsiasi altra parte il tuo cervello troglodita possa immaginare io possa venire, perchè non succederà nè ora nè mai, e se il mondo dovesse essere vittima di un'esplosione nucleare e rimanessimo soltanto noi due sull'intero pianeta, stai certo che farei di tutto per mantenere la distanza di un emisfero l'uno dall'altro. Quindi sentiti libero di eclissarti. »

Quello, risentito, si limitò a fare una smorfia e borbottare qualche insulto a mezza bocca.

« Ma allora non sei così gentle solo con me, Timon »

Sebastian si prese tutto il tempo di sorridere prima di voltarsi e guardare Kurt.

« Ancora citazioni dei cartoni animati, Kurt? Dio, non puoi passare a qualcosa di meno gay? »

« Disse la mangusta etero e molto virile. » l'altro roteò gli occhi azzurri « Quanti te ne sei slinguato per ora? »

« Più di quanti tu te ne slinguerai nei prossimi cinquant'anni. »

« Di questo non ne dubito, sei praticamente un prostituto... »

L'altro scoppiò a ridere « Sono un cosa? Nessuno mi paga per i miei servigi. Ma mi hai dato un buono spunto, potrei diventare ricco. »

« Di sicuro non puoi diventare modesto... » borbottò Kurt, guardandosi in giro.

« Sei venuto, alla fine... » Sebastian stava palesemente ghignando, soddisfatto come un cane che è riuscito ad acchiapparsi la coda.

Il giovane Hummel si sarebbe volentieri sparato, dopo aver visto quel sorrisetto trionfante « Non farti strane e imbecilli idee, non sono affatto qui per te! Avevo solo voglia di uscire, speravo che non ci fossi in realtà! »

« Oh, quindi hai pensato a me mentre venivi qui? Molto carino da parte tua, lo apprezzo. »

Kurt stava pensando a lui anche in quel momento, a dirla tutta. Lo stava immaginando impalato e arrostito, possibilmente mangiato da Hannibal Lecter.

« Ora porrò fine a questa conversazione voltandomi e ignorandoti per il resto della mia vita. » ringhiò il giovane Hummel per poi effettivamente girarsi e andare a sbattere contro un tipo con una camicia a quadri strappata e macchiata.

Per poco non ebbe un conato di vomito.

Alla fine si appollaiò su uno sgabello vicino al bancone, ma prima che potesse ordinare la seggiola accanto alla sua venne occupata.

« Non riesci a starmi lontano? » domandò sarcastico con un sopracciglio inarcatissimo, ormai ad altezza soffitto.

« Non metterti a strillare, c'è un tipo che sta per venire a cercare di rimorchiarti e sono abbastanza sicuro che i suoi modi non ti piacerebbero. »

L'altro era ancora disorientato.« Che ne sai tu? »

« So riconoscere quell'espressione da "ora vado lì e me lo scopo sul bancone con violenza", l'ho inventata io. Mi pagano anche i diritti d'autore. »

Kurt arrossì ancora, e dovette ringraziare le luci basse e soffuse del locale che non rendevano la cosa troppo evidente.« E tu cosa staresti facendo? Mi stai salvando? »

« Nah, sto evitando a me stesso e alla collettività una scena patetica in cui lui cerca di entrare nei tuoi pantaloni e tu scappi piangendo. Sarebbe davvero l'apice della tristezza. Quindi smettila di guardarlo, girati verso il bancone e non diventare isterico. »

L'altro si guardò ancora una volta alle spalle e, in effetti, c'era un uomo che ora lo guardava con aria indecisa, spiazzato dall'arrivo della mangusta.

« Se pensi di potertela cavare da solo posso benissimo andarmene, sai? Anzi, sarebbe anche divertente guardarti mentre provi a svicolare. Oppure in un impeto di passione potresti decidere di provare, e allora sarebbe divertente il doppio. »

Kurt sospirò « Puoi stare zitto? »

« Non credo. E' divertente vederti sulle spine. »

In una scala da uno a dieci la voglia di Kurt di picchiare Sebastian era almeno un milardo e mezzo.

Che serata disastrosa.

Non soltanto era nel locale più ambiguo della zona, ma era in compagnia di Sebastian e di un inquietante tipo che, a giudicare dall'aspetto, doveva essere un'incubatrice umana di malattie veneree.

C'era mai fine al peggio?

« Possiamo anche fare una cosa a tre, se ti va. »

Evidentemente no.

« Smythe, taci e offrimi da bere come mi avevi promesso. » tagliò corto Kurt deciso a porre fine a quel fastidioso siparietto.

« Una promessa è una promessa. » ammise la mangusta, palesemente divertito « Cosa prendi? Infuso di petali di rosa? Scivolizia?* »

Per una volta Kurt decise di soprassedere, troppo desideroso di alcol « Un mojito. »

« Sorprendente. »

Sebastian schioccò le dita due volte per chiamare il barman e ordinò per entrambi mentre Kurt lo fissava sioccato.

« Sei... La persona più maleducata che io abbia mai conosciuto. Non è un cane, non puoi chiamare le persone schioccando le dita! Perché non fischi la prossima volta? Oppure pensa, potresti tirargli addosso qualcosa! »

« Beh, tecnincamente posso visto che l'ho appena fatto. Cosa sei, un sindacalista? »

« Cosa sei, idiota? E' un essere umano, non un servo! » sbottò infervorato, bevendo un lungo sorso dal suo bicchiere ed accavallando le gambe

Sebastian sbuffò « Mamma mia Kurt, sei peggio di una donna. Perché devi fare un dramma di qualsiasi cosa? Lo pago bene praticamente ogni sera, quel barman, probabilmente si è pagato il mutuo con le mie mance, e non si è mai lamentato dei miei modi. » spiegò il ragazzo vagamente infastidito. Non gli piaceva essere accusato di essere un mascalzone.

Kurt inclinò la testa da un lato, succhiando il suo cocktail dalla cannuccia, e solo quando si accorse che lo sguardo di Sebastian era sulle sue labbra posò il bicchiere sul bancone, arrossendo. Quindi chiese la prima cosa che gli passò per la mente « Perché vieni qui ogni sera? »

« Magari perché se restassi a casa alla lunga rischierei di diventare cieco- »

Kurt lo guardò male « Sei disgustoso. »

Sebastian lo ignorò « O magari » riprese « la mia famiglia non è perfetta come la tua e meno tempo passo a casa meglio è. »

L'altro lo fissò per qualche istante, sorpreso dalla serietà di quella sottospecie di anello mancante tra un cavallo e un suricata. Stava per dire qualcosa di leggermente meno acido del solito quando il suo tovagliolino svolazzò a terra e lui si alzò per raccoglierlo.

« Fossi in te non lo farei. » lo ammonì Sebastian, guardandolo tra l'esasperato e il divertito.

Kurt, invece, era indignato « Non ho fatto niente, stavolta! »

Sebastian roteò gli occhi e parlò lentamente, come se si stesse rivolgendo a un ritardato. « Smettila di mettere in mostra i tuoi leggins firmati e tutto quello che c'è dentro, a meno che tu non stia cercando un po' di sesso selvaggio. Ti ricordo che siamo allo Scandal, non nel seminterrato di qualche tua tristissima amica, e in caso tu stessi cercando qualcuno con cui effettivamente fare del sesso selvaggio, potrei offrirmi in qualità di stallone»

Kurt nascose la sua risata al commento sull'equino prendendo un altro sorso dal bicchiere freddo e scivoloso.

Archiviò l'ultima parte del discorso di Sebastian, quella sul sesso selvaggio con lui, in una piccola e recondita parte del suo cervello: non aveva la forza di cercare di capire se quel suricata fosse vagamente serio o stesse solo cercando di farsi uccidere. O peggio, espellere.

Al commento di Sebastian il soprano aveva tentato di mantenere una parvenza di dignità spostandosi lentamente fino a dare le spalle al resto del locale e fissare la collezione di bottiglie antiche dietro al bancone.

Poi gli venne in mente che forse Sebastian si stava solo prendendo gioco di lui e azzardò un'occhiatina intorno a sè.

L'altro
scoppiò a ridere, e con gran sorpresa di Kurt il suono non sembrava un nitrito.

« Non c'è niente di divertente, ora mi sento osservato. » mugugnò affogando l'imbarazzo nel cocktail.

« 
Sei osservato. Ma in fondo è quello che vuoi, no? Tu vuoi essere al centro dell'attenzione. »

« No,
tu vuoi essere al centro dell'attenzione perchè sei un arrogante e irritante egocentrico, io voglio solo vestirmi bene. A proposito: quella giacca? Vai alla Dalton perchè sei daltonico? »

« I tuoi leggins dorati stanno urlando al tradimento. »

Kurt assottigliò lo sguardo « Sai cosa si intona al tuo ego spropositato? »

« Il mio spropositato uccel- »

« Il tuo microscopico cervello! »Lo interruppe Kurt prima che potesse terminare le sue volgarità. 

Sebastian scoppiò a ridere di nuovo e per poco Kurt non fece lo stesso. Battibeccare con quell'equino gli dava sempre una certa soddisfazione.

« Quindi ora che sei libero come un cardellino ti ritroverò sempre qui a rovinarmi la piazza? »

« Io non ti sto rovinando niente, sei liberissimo di andare a provarci con qualunque essere respiri... E comunque non credo. Questo posto non mi piace, e nemmeno la maggior parte dei clienti. »

« E io rientro in quella maggior parte? »

« Assolutamente sì. »

« Io non credo. Non saresti rimasto qui tutto questo tempo, Kurtie. »

Sentendo le guance infiammarsi Kurtie si passò una mano sul viso « Possibile che tu non abbia qualche sirenetta con cui giocare? »

Continuarono
a punzecchiarsi per ancora per un tempo indefinito e solo quando Sebastian sfoderò una delle barzellette più sporche che orecchio umano avesse mai sentito Kurt capì che era giunto il momento di tornare a casa.

Anche perché probabilmente Burt era pronto a chiamare l'esercito e i pompieri per farlo cercare in fondo a qualche fiume.

« Di già, Cenerentola? »

« Ancora cartoni animati? Dio, non puoi passare a qualcosa di meno gay? »
ribattè Kurt raggiungendo il livello cento di sarcasmo con un sorriso apertamente divertito.

Sebastian si limitò a esibire uno dei suoi sogghigni e levò il bicchiere a mo' di saluto.


Mentre guidava verso casa Kurt si rese conto
che impegnato com'era ad odiare Sebastian non aveva pensato a Blaine nemmeno per un secondo da quando era uscito. Si costrinse per tutto il tragitto a non sorridere.






* La Scivolizia è ovviamente una delle bevande del Fantabosco. Ditemi che non sono l'unica che rimpiange la Melevisione ç_ç


Angolino di Sara
Mon Dieu, che roba. Non so cosa io ci faccia qui ma ci sono, dopo praticamente due anni... Quando la Kurtbastian chiama si deve rispondere. Niente segreteria.
Se avete notato citazioni messe a random è perché sono completamente scema. Non c'entravano niente con la trama, volevo solo piazzarle da qualche parte. Altre invece sono sensate :D
Non so ancora se questa diventerà una long o una raccolta (più probabilmente una raccolta), ma so che aggiornerò in modo saltuare, anzi saltuarissimo. Lo so già, non lo faccio apposta.Sono una procrastinatrice folle, è la mia natura.
Comunque posso promettere di aggiornare almeno una volta ogni millennio, se vi fa piacere.
Un'ultima cosa... Non seguirà per niente Glee perché io stessa non sto più seguendo assiduamente Glee. (non uccidetemi!! Ho ancora così tante boiate da scrivere!)
Sperando che l'idea vi piaccia auguro a tutti buonissime feste, buon Natale e... vedete di mangiare come pesci rossi a cui è stata inavvertitamente rovesciata tutta la confezione di mangime nella boccia!


   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Whatshername