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Autore: Lady Windermere    24/12/2014    3 recensioni
-No, Mr Horace, non credo di aver mai raccolto delle rape in vita mia.-
Mr Goldwin sembrò assai stupito da tale affermazione –Mia cara, dovete assolutamente provarci! Potrei insegnarvelo io se mi permettete l’ardire di farlo.-
Scarlett sorrise amabilmente –Vi permetto tutto ciò che volete mio caro Mr Horace…-
Basta che non mi secchiate più in questo modo! concluse nella sua testa.
Il giovane pretendente arrossì –Beh…co-comunque n-non credo di es-esserne all’altezza.-
balbettò.
-Però potrei affidarvi al mio maestro di botanica, con lui sarete in buone mani…- continuò serio.
Lady Scarlett sbuffò di noia e annuì distrattamente.
Mr Horace prese erroneamente lo sbuffo per un sospiro e credette di essere gradito.
Ripartì all’attacco –E non dovreste fermarvi solo alle rape, ma potreste coltivare qualsiasi altro ortaggio voi desideriate. I cavoli, vi assicuro, danno molta soddisfazione…-
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Tre

 

 

 

 

Correre. Correre. Correre. Rosalba sapeva bene che questa era la sua unica speranza. Se non fosse arrivata al fiume in tempo… se l’avessero riacciuffata… sarebbe stata la fine.

La fine di tutte le sue speranze, di tutti i suoi sogni, di tutti i suoi desideri.

Per questo semplice, ma convincente motivo, la nostra fuggitiva corse a perdifiato nella Foresta, seguendo il sentiero che portava al Lightwater.

La notte era cupa, nemmeno uno sprazzo di luna filtrava attraverso gli alberi. Creature di ogni genere, dimensione e forma facevano capolino tra le fronde. Civette che lanciavano il loro richiamo all’oscurità, piccoli roditori che si aggiravano furtivi in cerca di cibo, insetti notturni che svolazzavano qua e là, senza una meta. Ma c’era anche dell’altro in quella foresta.

Rosalba si sentiva osservata, esaminata, scrutata. Sarebbe stata una facile preda per un qualsiasi animale feroce di passaggio, figuriamoci per una Creatura della Notte.

Non aveva mai prestato attenzione alle leggende riguardanti la Foresta di Greenwood, ma ora, mentre si stringeva le braccia intorno al corpo per il freddo, lo avrebbe fatto più che volentieri.

Il rumore dei suoi passi veloci si percepiva distinto nell’immensa vastità di suoni che la circondavano: fruscii,ronzii, scricchiolii… un lugubre gemito si inerpicò rapido tra gli alberi. Rosalba ebbe i brividi e aumentò la velocità. Prima fosse uscita da quel posto, meglio sarebbe stato. Purtroppo però la nostra sprovveduta eroina non aveva fatto i conti con una delle esigenze primarie della specie umana: il bisogno urgente e necessario di dormire.

Le palpebre le crollavano pesanti sugli occhi, si reggeva in piedi a malapena ormai. L’ansia e lo stress conclusero il lavoro e ben presto la ragazza si sentì esausta. Da quant’è che sto correndo? Un’ora? Due? Basta. Ho bisogno di dormire. Ora che aveva finalmente preso questa saggia decisione, Rosalba si pose un problema non meno impegnativo. E dove dormo scusa? Per terra? Su queste foglie sudice e umide? Chissà cosa si nasconde qui sotto… insetti, vermi, serpenti… non voglio nemmeno pensarci… che schifo! Ci rammarica infatti ammetterlo, ma la nostra protagonista è una ragazza alquanto schizzinosa. Malauguratamente per lei però non c’erano una casetta di contadini o una piccola locanda dove poter passare la notte.

-Dannazione!- imprecò, e qui sfortunatamente dobbiamo anche confessare che la nostra giovinetta qualche volta, ma badate, solo qualche volta, si lascia trasportare dalle passioni e si serve di un eloquio, diciamo così, poco forbito.

Adesso devo anche dormire sulla nuda terra! Mi infangherò tutto il vestito… e pensare che mi calza così bene… ma chi mai me l’ha fatto fare?

Nonostante queste vive proteste, alla fine Rosalba si costrinse a sedersi sul terreno fradicio di umidità. Prese l’accendisigari e tentò di accendere un fuocherello con i legnetti che aveva trovato lì intorno. I legnetti in questione erano tuttavia bagnati e  da loro non si levò neanche uno sbuffo di fumo.

Rassegnata all’idea di una notte all’addiaccio tra freddo, fifa e formiche, si raggomitolò su sé stessa e, incurante, o più probabilmente ignara, del pericolo che costituiva il dormire tutta sola in una foresta colma di creature di ogni tipo, si lasciò vincere dal sonno, il quale, bisogna pur dirlo, ebbe una facile vittoria, poiché la nostra povera Rosalba non gli oppose alcuna resistenza e meno di dieci secondi dopo già russava.

∞​

La Regina Clarisse non aveva mai creduto che qualcosa la potesse turbare, dopo tutto quello che aveva passato nella sua vita. Disgraziatamente nessuno si era preso la briga di informare di questo sua figlia.

Lady Scarlett Reverton entrò di tutta furia nelle stanze della madre, svolazzando in una nuvola di tulle e merletti.

-Perché, perché nessuno, e tu per prima, mi ha riferito che devo sposarmi? Sono abbastanza grande per decidere per conto mio della mia vita. Devi smetterla di tenermi all’oscuro di tutto!-

La Regina Clarisse evidentemente era in errore. Questo l’aveva turbata.

-Mia cara, non avevo alcuna intenzione di tenerti all’oscuro, come dici tu, ma volevo solamente essere certa della notizia prima di fartela sapere. E comunque tu non devi sposarti, non per forza almeno.-

-Come sarebbe a dire che non devo sposarmi? Io voglio sposarmi!-

Anche questo turbò la nostra beneamata sovrana, che non nascose il suo stupore alla figlia –Ma Scarlett, è uno sconosciuto, vive oltre l’Oceano, non puoi dire sul serio!-

-Intendo dire ciò che ho detto. Io voglio sposare Mr Horace Goldwin.-

-Ma non l’hai nemmeno mai visto!-

Lady Scarlett sbuffò –Madre, non sono più una bambina, non inseguo più un sogno che non potrà mai realizzarsi.-

La madre s’insospettì –Ma se non lo fai per amore, perché vuoi sposarlo?-

-So bene qual è il mio ruolo a Palazzo. Lord Drenlincourt mi ha messa al corrente della situazione e giudico saggio assecondare ogni richiesta di Mr Goldwin. Per questo motivo, per il benessere del Paese, lo faccio. Null’altro.-

-Ascolta, non so cosa ti abbia detto Lord Drenlincourt, ma la situazione non è come sembra, non dobbiamo per forza accettare l’alleanza di Goldwin! Non è detto che dietro ci sia un pericolo che non possiamo affrontare da soli!-

La ragazza batté il piedino sul pavimento -Ho già preso la mia decisione, madre. Nulla di ciò che mi dirai mi farà cambiare idea. Mi sono resa conto di dover qualcosa al Paese, in quanto futura regina. Non posso abbandonare Enchantment quando ha più bisogno di me! L’unico sacrificio che mi si chiede è di sposarmi, sarò ben lieta di farlo se questo sarà utile al mio popolo.-

-Ma sei ancora così giovane…- tentò inutilmente la Regina.

-Ho quindici anni madre! Alla mia età tu eri già sposata da un anno!-

-Sì, e hai visto a cosa sono andata incontro, tu vuoi fare la mia stessa fine?-

Lady Scarlett serrò le labbra –Questo è un rischio che sono pronta a correre.-

-E allora non posso più fare nulla per aiutarti, figlia mia.-

-Non ho bisogno di aiuto. Né ora né mai.-

Con queste parole prese congedo dalla madre e si allontanò a passi sicuri lungo il corridoio. La Regina rimase immobile finché non sentì più il ticchettio delle sue scarpe sul pavimento.

Aveva perso sua figlia, di nuovo.

∞​

-Come sarebbe a dire è scappata?- domandò Faust.

-Sarebbe a dire che è fuggita, si è volatilizzata, se l’è data a gambe!- replicò Florence seccato.

-Ma ne sei sicuro? Al cento per cento?- chiese Soren.

-Sicurissimo, com’è vero che sono vivo. Leggete, se non volete credermi.- Diede la lettera ai fratelli.

-Beh, sicuramente l’ha scritta lei- disse Faust dopo averla esaminata.

-Sì è proprio il suo stile…- confermò Soren.

-Ma perché? Perché l’ha fatto? Per andare dove poi? E con chi?- Florence stava praticamente urlando.

-Non lo so fratello, non lo so- gli rispose Faust –Ma ti posso assicurare che lo scoprirò.-

-Dobbiamo sbrigarci, ha un paio d’ore di vantaggio su di noi, come minimo. Se vogliamo riprenderla…-

Soren lo interruppe –Rosalba non lo permetterà mai.-

-Non possiamo lasciarla là fuori, tutta sola, di notte, in mezzo alla Foresta! Sappiamo meglio di chiunque altro che è in pericolo! Se qualcuno scoprisse la sua vera identità…-

-Calmati Florence, nessuno sa chi è Rosalba, e nessuno può scoprirlo- ribadì Faust.

-Non è detto! Tempi bui si avvicinano per Enchantment, il Continente ha richiesto la nostra alleanza, si sta preparando ad affrontare qualcosa di grosso, molto grosso. E Rosie, la nostra Rosie, è scappata. Non possiamo lasciarla in pericolo!-

Soren intervenne –Flo, dai calmati, non è possibile che sia in pericolo. È grande, sa badare a se stessa…-

Florence aveva le lacrime agli occhi -Tu non puoi saperlo! E lì in mezzo alla Foresta neanch’io sarei al sicuro!-

Faust si rivolse al fratello –Ma sappiamo che ormai non riusciremo più a raggiungerla. Ora come ora l’unica cosa che possiamo fare è cercare di prevedere le sue mosse. Probabilmente si starà recando nella Capitale, ha sempre voluto andarci. Io penso che dovremo andarci anche noi, a Lonliness sarà più facile rintracciarla.-

-Non possiamo usare la magia?- chiese Soren.

-Non senza un oggetto caro alla persona scomparsa. E credo che lei se li sia portati via tutti.-

-Qualsiasi cosa dobbiamo fare, facciamola- concluse Florence- E facciamola in fretta.-

Faust annuì -Ti giuro che farò tutto ciò che è in mio potere per ritrovarla, non eri il solo ad essere affezionato a Rosie…-

-Tutti noi lo eravamo- ribattè Soren.

-E se qualcuno le fa del male nel frattempo?- domandò allarmato Florence.

Soren strinse i denti- Sarà meglio per lui di non trovarsi nei miei paraggi, perché sennò non sarò più responsabile delle mie azioni.-

-E se per caso non è diretta a Lonliness?- continuò il fratello.

Faust rispose al suo posto –Beh, se così fosse, non avremmo più molte speranze, se non nessuna, di ritrovarla.-

Florence strinse i pugni –E allora così non sarà. Forza fratelli, Lonliness aspetta solo noi!-

Detto questo sparì e gli altri due lo imitarono all’istante.

∞​

Il sole era ormai alto nel cielo quando Rosalba aprì gli occhi. Non che lei riuscisse a vederlo con tutti quei rami e quelle foglie. Quanto avrò dormito? Mah…però dev’essere mattina a giudicare dalla luce. Anche se qui se ne vede pochissima, comunque. Si alzò in piedi e si scrollò il vestito. Lo dicevo io che si sarebbe rovinato…non potrò più metterlo. Con questa triste riflessione Rosalba riprese il suo cammino.

Con la luce del giorno era tornata anche la sua sicurezza, quindi passeggiava tranquillamente per il sentiero, osservando ciò che la circondava. La notte prima non era riuscita a scorgere la bellezza della Foresta, impegnata com’era a battere i denti, per la paura principalmente, e per il freddo; ma ora le cose erano diverse. O, almeno, lei le vedeva diverse.

Le fronde degli alberi non assomigliavano più agli artigli di una strega, gli animaletti che le gironzolavano qua e là non erano più bestie spaventose, i suoni che udiva ogni tanto non sembravano più lamenti di morte. Tutto era più colorato, più luminoso…più attraente.

La brezza mattutina le accarezzava il viso e faceva ondeggiare i suoi capelli ormai completamente sciolti. Rosalba ascoltò il ritmo della natura: il rumore delle foglie secche che si rompevano sotto il suo peso, il frinire dei grilli, il cinguettare degli uccellini, il tramestio del sottobosco. Non era un’amante delle scampagnate all’aria aperta, ma quanto vide le piacque. Tutto sommato non è male…però se non fossi costretta non ci passerei molto tempo, questo è certo. In quel mentre un bruco le cadde su un braccio e la Foresta perse così una fervida ammiratrice.

-Che schifo! Che schifo! Che schifo! Vattene via!- Trattenendo l’impulso di dare di stomaco, Rosalba lo prese con una foglia e lo gettò il più lontano possibile da lei. Ormai la natura aveva perso ogni attrattiva. Continuò a camminare, ma sempre all’erta, nel caso che qualche “disgustoso e inutile” animale le concedesse l’onore di una visita. Povera me! Dovrei essere in un castello, non nel mezzo di un bosco. Giuro che, quando sarà finita, non ci metterò mai più piede in questa stupida boscaglia.

La nostra cara, carissima protagonista camminò e camminò per ore, e il sole stava già calando quando si rese conto di aver trascurato un altro bisogno necessario alla sopravvivenza della specie umana.

Il brontolio del suo stomaco le confermò di avere fame. Purtroppo però il poco cibo che si era portata era stato mangiato da qualche animaletto durante la notte. Quanto sono sfortunata, dannazione! E, poverina, aveva ragione.

Un rumore arrivò alle sue orecchie. Era simile al brontolio del suo stomaco, ma molto più forte…

 -Beh non può essere stato il mio stomaco…- riflettè ad alta voce.

-Infatti era il mio di stomaco, e tu sarai ciò che lo placherà, piccola, cioè il mio pranzo.- disse un’orrenda voce gutturale dietro di lei.

Rosalba si girò spaventata e la creatura le appioppò una sonora bastonata in testa, facendola svenire. Prima di perdere conoscenza la ragazza riuscì a vedere un orribile grugno sogghignante tendente al giallognolo con due zanne acuminate al posto dei denti, una corporatura tozza e tarchiata e due enormi piedi pelosi. Troll! fu il suo ultimo pensiero.

∞​

Lady Scarlett si aggirava tempestosa per i corridoi del Palazzo, senza una meta. Dire che era tormentata era dir poco. Le sembrava di avere la testa in fiamme. Sembrava proprio che i problemi fossero attratti da lei, vistane la quantità che si riversava su di lei.

Un mormorio indistinto però la fece trasalire. La ragazza si voltò.

Nascosto da una porta semiaperta stava un bel giovane biondo, sui diciassette anni, uno degli stallieri a giudicare dai vestiti, macchiati e sgualciti.

La principessa parve conoscerlo. Si diresse rapidamente verso di lui e lo fece entrare nella stanza vuota, chiudendo poi rapidamente la porta  alle sue spalle.

-Andrew! Cosa ci fai qui? Ti ho già detto che se ci vedono insieme…- proruppe la giovane,

ma non riuscì a finire la frase perché il ragazzo le chiuse la bocca con un bacio. Per un lungo istante Scarlett si lasciò andare, ma riacquistò ben presto il dominio di sé.

Si staccò bruscamente da lui.

-Non posso fare certe cose. Non più almeno- disse in tono accusatorio.

Il ragazzo la guardò, inclinando la testa da un lato –Perché?-

-Sto per sposarmi, Andrew- Il tono della ragazza non poteva essere più serio.

Negli occhi nocciola del giovane sfilarono diverse emozioni: sorpresa, meraviglia, delusione, ma fu la rabbia ad avere la meglio –Ah sì? E con chi si può sapere?-

-Con Mr Horace Goldwin.- Vedendo la sua espressione afflitta aggiunse –Devo, Andrew. Devo farlo. Tutti se l’aspettano da me. Non posso tradire la loro fiducia. Non posso tradire Enchantment.-

-E per non tradire il paese preferisci tradire me allora…- La voce del ragazzo suonava dura e aspra alle orecchie della ragazza.

-Andrew, non è una mia scelta. Io non…- cercò di spiegare la giovane.

-Sì che puoi, Scarlett! Non inventarti scuse con me. Sei la Principessa, puoi fare ciò che vuoi.-

Lady Scarlett si scaldò –Non è vero, e lo sai meglio di me! Essere una principessa comporta dei doveri che tu nemmeno immagini. Non posso deludere il mio popolo!-

-Mi stai dicendo che ti hanno obbligata? Che ti hanno costretta a dire sì?- chiese lui dubbioso.

La ragazza diventò rossa per l’imbarazzo –Beh…No…Ma…-

Il giovane le rivolse un’occhiata carica di amarezza -E allora è stata una tua scelta. Volevo solo sapere questo, Lady Scarlett. Ora so che non sono mai stato altro che un passatempo per te.-

La principessa era furiosa –Se è questo che pensi di me allora non abbiamo più niente da dirci. Addio.-

Fece per andarsene.

-Aspetta!- la sua voce sembrava affannata.

Scarlett si fermò davanti alla porta, con la mano sulla maniglia.

-Scarlett, aspetta… dimmi solo questo, poi potrai andartene e non dovrai vedermi mai più…- le si avvicinò lentamente –Scarlett, mi ami?-

La giovane sembrò interdetta. Cercò di uscire, ma il ragazzo appoggiò la mano sulla porta, impedendole di aprirla.

-Rispondimi. Tu mi ami?- le chiese impercettibilmente all’orecchio.

Lei rispose in un sussurro a malapena udibile –No.-

Si voltò a guardarlo negli occhi –No, Andrew. Non ti amo. Né ti ho mai amato- ripeté più forte.

Il ragazzo sembrò incassare uno schiaffo e si ritrasse bruscamente da lei, ferito.

-Non sei mai stato altro che un capriccio, un passatempo, come hai detto tu stesso.- continuò distrattamente.

Vedendo la sua espressione angosciata, la principessa dovette forzare se stessa a non rivelargli la verità.

L’ho perso. L’ho perso per sempre. Non si può tornare indietro.

-Allora tutto quello che c’è stato tra noi…- mormorò mestamente.

Cercando disperatamente di sembrare indifferente la ragazza si affrettò a finire la frase –Io l’ho già dimenticato. È ora che lo faccia anche tu.-

Gli occhi del giovane la fissarono con malinconia –Non potrò mai dimenticare.-

Scarlett fece un gesto con la mano, come se stesse scacciando un insetto –Beh, dovrai farlo. Ora sarà meglio che io vada, non vorrei mai che mi vedessero qui, insieme a te- concluse altezzosa.

Il ragazzo alzò una mano, come se cercasse di afferrare le sue dita –No, resta con me per favore.- Il suo sguardo la supplicava, la implorava di rimanere.

La principessa si morse le labbra –Non ho più niente da dirti, sguattero.-

La staffilata ebbe l’effetto desiderato e il giovane alzò la testa di scatto, guardandola pieno di disprezzo e di rabbia –E allora non vi trattengo di più, Vostra Altezza.-

Scarlett si voltò in fretta e scappò via correndo. Il dolore le si rovesciò addosso tutto d’un tratto e le lacrime le scesero copiose sulle guance. Non riuscì più a trattenersi e si accasciò a terra singhiozzando.

È finita, è finita ormai. Non vorrà vedermi mai più. Non ritornerà mai da me. Non mi amerà di nuovo dopo quello che gli ho fatto.

La principessa deglutì. L’ho fatto per il suo bene. L’ho fatto per il bene di Enchantment.

A questa considerazione la futura regina si rialzò da terra e si diresse risoluta verso i suoi appartamenti.

∞​

Soren fu il primo ad arrivare in città. La Capitale era sempre la stessa, confusionaria, disordinata, rumorosa. Ma niente in confronto alla City.

Dopo qualche secondo arrivarono anche gli altri.

Faust si guardò intorno –Era da molto tempo che non venivamo in città eh?-

Florence annuì –Sarà difficile trovare Rosie in mezzo a questo caos.-

In effetti la parola “caos” era proprio azzeccata. Carrozze e cavalli erano ovunque. Le case erano addossate le une sulle altre e la città era decisamente sovraffollata.

-Mai detto niente di più vero purtroppo…- ammise Soren.

Faust prese in mano la situazione –Allora, soggiorneremo nel castello del Reggente di Melancholy. Ho già provveduto ad avvisarlo. Quando arriveremo lì, ci dedicheremo giorno e notte alla ricerca di Rosalba.-

Il castello non era molto distante dal centro, perciò i tre decisero di recarvisi camminando. Intanto si stupivano della moltitudine di gente che soggiornava o passeggiava nei dintorni. Signore che chiacchieravano nel parco, ragazze con rispettive chaperon, gentleman distinti, giovani rampolli dell’aristocrazia di Lonliness, e tutto il resto delle persone che possono vivere in una città, mendicanti, pover’uomini, orfani e vagabondi.

Ben presto arrivarono nel quartiere alto della città, quello destinato esplicitamente all’élite, o tutt’al più alla borghesia arricchita. Lì le abitazioni, molto più grandi, non erano più accatastate insieme e le strade erano meno gremite. La sporcizia era il solo fattore in comune con la periferia.

Infine arrivarono finalmente davanti al castello. Era abbastanza piccolo per essere un castello, ma ugualmente magnifico. Era un tutt’uno con la collina da sopra la quale sovrastava Lonliness. Le guglie svettavano maestose nel cielo e l’edificio era circondato da un enorme parco.

Una sentinella li vide e dopo essersi informata sulle loro identità li lasciò entrare. Dentro era ancora più opulento, se possibile. In stile barocco, un po’ fuori moda per l’epoca, ma sempre molto d’impatto, il castello era un susseguirsi di stanze e colonne, interamente dorato e sfarzosamente arredato.

Florence fischiò –Al Reggente piace essere notato eh?-

Una voce risuonò alle sue spalle –Puoi ben dirlo!- seguita subito dopo da una risata cristallina.

-Julien!- esclamarono stupiti i tre fratelli.

-Ma cosa ci fai tu qui?- chiese Faust –Non dirmi che tu…-

Julien lo guardò divertito –Che sono cosa? Il Reggente? Ne sono legittimamente convinto, caro mio. Ne ho fatta di strada eh? E voi avreste saputo per primi della mia nomina se non vi foste decisi a rimanere segregati a Greenwood per più di quindici anni.-

Soren lo guardò –Ora dobbiamo chiamarti Vostra Grazia forse?-

Julien rise di nuovo –Vuoi scherzare spero… sono sempre io, il principino viziato di un tempo!-

Era molto giovane, sì e no sui vent’anni, e molto affascinante. Questo costituiva un piccolo problema, visto che non era sposato, né fidanzato. Non era classicamente bello, ma i suoi modi suadenti e il suo sguardo malizioso e ardente gli valevano questo appellativo.

-Allora cosa vi porta da queste parti? Faust è stato molto evasivo al riguardo nella sua lettera- continuò il Reggente.

-Abbiamo una ricerca segreta da svolgere. E deve restare tale- rispose Florence più bruscamente di quanto volesse.

Il giovane scrollò le spalle –Qualunque cosa riesca a scacciare la mia noia è bene accetta. Se avete bisogno di me, sono nella sala del trono. Ho un’udienza a cui non posso mancare, purtroppo.-

Strizzò l’occhio ai tre, girò l’angolo e li lasciò soli.

Mentre un maggiordomo li conduceva nei loro appartamenti, Soren commentò –Siamo stati troppo tempo lontani dal mondo temo. Dovremo adeguarci ai cambiamenti che sono avvenuti in quindici anni… prendete Julien, era un ragazzino quando ce ne andammo.-

-Sì, sarà difficile- confermò Florence.

Faust sbuffò –Sì beh, può darsi. Non abbiamo tempo per queste cose, abbiamo una ragazza da trovare.-

∞​

La quale in quel momento desiderava ardentemente essere trovata.

Dopo che aveva perso conoscenza, il troll l’aveva portata in una radura nascosta dagli arbusti, dove si accingeva a pranzare.

 Aveva legato Rosalba ad un albero e ora si stava dedicando a pulire qualche radice, che avrebbe fatto da contorno alla pietanza principale, cioè lei.

Rosalba temeva il momento in cui avrebbe finito di sbucciare tuberi e avrebbe iniziato a sbucciare lei. Legata com’era non riusciva a prendere in fretta il temperino nella borsetta appesa alla cintura del vestito e dubitava che ci fosse qualcuno che sentisse le sue urla e fosse disposto a liberarla.

Che morte orribile! Mangiata da un volgare troll… In quell’istante il troll concluse la sua occupazione e si alzò in piedi. Le sorrise. A Rosalba si rivoltò lo stomaco. Era talmente disgustoso…

-Bene bene signorina… adesso sentiamo se è saporita eh?- e le si avvicinò minaccioso.

Rosalba cercò di guadagnare tempo –So-sono sicura di essere più bu-buona se vengo cucinata a fuoco lento- balbettò.

-Come dici?- Oltre che disgustoso anche stupido. Meglio per me.

-Fidati di me. Prepara un bel fuoco e poi arrostiscimi. Sentirai che saporino…-

Il troll parve dubbioso. La ragazza gli fece un sorriso smagliante.

-Se lo dici tu…- concluse, allontanandosi a cercare della legna da ardere.

 Rosalba tirò un sospiro di sollievo. Purtroppo per lei il sollievo non durò a lungo.

Rosalba non aveva fatto in tempo a liberare la mano per prendere la borsetta, che il troll era già di ritorno.

Era perduta. Rassegnata all’idea di morire abbrustolita, la ragazza chiuse gli occhi e si preparò al peggio.

-Vedo che qui si banchetta… posso prendere parte anch’io al ricevimento?- Una voce squillante le fece riaprire un occhio.

Un giovane bellimbusto in rendigote e cappello a cilindro era appoggiato a un albero e faceva roteare vorticosamente il bastone da passeggio.

Il troll sembrò sbalordito dal fatto che qualcuno osasse interrompere il suo pranzo e rimase immobile.

-Beh, stupida bestia, che ti prende? Hai paura?- lo provocò audacemente il giovane damerino.

Il troll si riscosse e gli si scagliò addosso con una violenza inaudita, ma il ragazzo lo evitò scansandosi rapidamente. Aveva una velocità incredibile e riusciva a schivare ogni bastonata che il troll cercava di infliggergli. Intanto la nostra eroina aveva agguantato il temperino e cercava di tagliare le funi che la tenevano bloccata osservando stupefatta quella girandola di movimenti rapidissimi e incredibili acrobazie che il giovane compieva. Sembrava divertito o era solo una sua impressione?

Infine, forse stanco forse annoiato, il ragazzo bloccò il braccio della creatura con una mano, tenendolo fermo in alto. Rosalba si stupì della sua forza.

Ma non rimase stupita a lungo. Infatti il giovane aprì la bocca, da cui spuntarono due bianchissime zanne e si avventò alla gola del troll.

Dopo qualche secondo, la ragazza giurò in seguito di averlo sentito succhiare, il troll cadde a terra, morto.

Il giovane si riassettò le vesti, si rimise il cappello sulle quarantatrè, gettò il bastone ormai inutilizzabile con rimpianto, si osservò la camicia, prima bianchissima ora macchiata di un liquido viscoso e scuro e parlò ad alta voce – Mi sono rovinato la camicia, dannazione- ma non sembrava molto dispiaciuto.

In quel momento l’attenzione della ragazza si portò sul viso del giovane, bianchissimo, affilato, con i capelli scurissimi che gli ricadevano sulla fronte, in disordine per la lotta, e gli occhi…ro-rossi?

Vampiro. Formulò automaticamente la sua mente. Alto potenziale di pericolo.

 Lui sputò per terra davanti allo sguardo attonito di Rosalba, ormai del tutto libera.

-Sangue di troll… che schifo…-

Poi la osservò, sorrise e si leccò le labbra –Beh, mia cara fanciulla, spero che il vostro sangue abbia un sapore tale da farmi dimenticare il gusto rivoltante di quel troll. Ma non preoccupatevi, ho intenzione di verificare di persona.-

Vorrei poter scrivere che Rosalba lo affrontò senza timore, vorrei poter scrivere che, anche se moriva di paura, tenne la testa alta e cercò di fronteggiarlo, ma purtroppo sono costretta a dire la verità e, sventuratamente per noi, Rosalba era un tantino…come dire?...codarda, quindi la sua reazione fu quella di, ahimé, darsela a gambe.

Angolo dell’autrice: Eccomi qua…un bel regalo di Natale eh? XD

No dai, scherzo…spero che il capitolo ci piaccia…vorrei ringraziare in particolare Fantasy Heart e annabeth25 per le recensioni…Mille grazie ragazze!

Ringrazio inoltre tutti coloro che l’hanno aggiunta alle seguite (annabeth25, Lilith in Capricorn, Monte Cristo e Zampa di Lupo) e alle preferite (annabeth25, Lilith in Capricorn, Fantasy Heart e livia00). E grazie anche a tutti i lettori!

Tantissimi auguri di buone feste!

Bacioni :*

Lady Windermere♥

 

  
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