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Autore: Flitwick    25/12/2014    12 recensioni
"Una sventurata ragazzina abbandonata e triste che nessuno vuole e che ha l’adolescenza compromessa.
Se vi siete immaginati tutto questo non avete capito proprio niente della sottoscritta allora."
Cosa succederebbe se per caso due famiglie si unissero? E se due ragazzi che si odiano diventassero fratelli? Riuscirebbero a sopravvivere senza uccidersi l'un l'altro?
Leggete e scoprirete=)
STORIA SOSPESA A TEMPO INDETERMINATO
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, André Grandier, Generale Jarjayes, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Stepbrothers

Non posso crederci. Finalmente, dopo mesi e mesi di attesa è arrivato il giorno più bello dell’anno.
Natale.
E con Natale anche il mio compleanno, molto più importante eh.
A parte la neve e l’atmosfera natalizia, ho avuto molto da fare non solo con i regali, ma anche con il mio caro fratellastro e la sua fidanzata. Purtroppo, da quanto ho capito, è un periodo di crisi fra i due. 
Dovreste vedere Andrè, ha una faccia da far pena. Continua a ignorare le chiamate di Marie e i suoi messaggi.
So che non dovrei gioirne... Ma provo una strana sensazione di vittoria. Sono davvero una brutta persona.
Provo emozioni sempre più contrastanti e strane, e tutto questo non va bene.
Il giorno della mia uscita con Victor ho capito molte cose, anche se sbagliate. Sono cieca, sono stata cieca, ma è molto tardi.
Ho compreso i miei dubbi solo molto dopo, e ormai non ho più tempo. Lui sta con lei.
Sono un’egoista a gioire della loro crisi, mi disgusto da sola, ma non riesco a non esserne felice.
Voglio che stia con me.
Solo con me e che capisca che... Che forse siamo ben altro che semplici fratellastri.
-Ehi Oscar, tutto bene?-
-Alla grande Celeste, solo alcuni... Dubbi, diciamo.-
Si siede accanto a me porgendomi della cioccolata, quando fa così significa che ha qualcosa da dirmi.
-Dubbi che riguardano qualcuno in particolare?-
Sento il mio cuore accelerare e il disagio avvolgermi.
Finisce sempre così.
-Può darsi... Anche se... Insomma...-
-Si sono lasciati ormai.-
-D-Di chi stai parlando?-
La vedo ridacchiare mentre la mia faccia diventa bordeaux.
Si diverte con poco lei, con la mia espressione indecente, ovvio.
-Di Andrè e Marie ovviamente.-
Abbasso lo sguardo. Dio, che imbarazzo. Ha capito tutto, come al solito.
Sono davvero così prevedibile? In effetti... Ho un po’ esagerato in questi giorni, avrei dovuto cercare di essere più scortese con Andrè.
Sono giorni che sorrido come un’idiota quando è con me, arrossisco se mi tocca... Sono davvero una cogliona. Davvero, dieci e lode per quanto sai contenere le emozioni Oscar.
-Ehm... Andrè mi ha detto che hanno dei problemi... Volevo regalargli qualcosa di speciale per farlo stare meglio.-
E dopo questo sulla mia fronte ci sarà scritto ‘Perché sono stracotta di lui e se non mi bacia lui gli salto addosso.’
Dovrei fare un corso di autocontrollo, ma ormai penso sarebbe inutile. Nemmeno i Dalek riuscirebbero ad allontanarmi da Andrè. Sono davvero, un caso perso ora. 
Lo consideravo uno sgorbio fino a pochi mesi, e ora... Mi ritrovo a sbavare per lui e a sorridere per ogni suo singolo sguardo.
Celeste mi si avvicina con uno strano ghigno in faccia. Secondo me lei ha capito tutto. Se le dovessi chiedere il preciso istante in cui mi sono innamorata di Andrè me lo saprebbe dire con certezza.
Ma cosa importa ormai? La verità è che sono senza speranza, e che questa è la mia punizione per tutti i mesi di inferno che gli ho fatto passare,
Curioso, ora è Caino che insegue Abele, ma non per ucciderlo.
Ma per amarlo.
-Sai, se fossi in te avrei le idee più che chiare. Un regalo dolce, non strafare. Qualcosa di delicato e carino.- ridacchia –Proprio come te.-
Sorrido cercando di trattenere l’imbarazzo. È peggio di mia madre in certi momenti, giuro.
-Certo...-
Prendo la borsa con le idee ancora molto poco chiare e cerco le chiavi della mia moto.
Dopo questa conversazione veramente non ho più uno straccio di idea. E io che volevo regalargli un orologio, maledizione.
-Ah Oscar! Un’ultima cosa!- 
Mi giro e aspetto che si avvicini per poi sorridere e sussurrarmi –Ti sta aspettando.-
Rimango immobile vicino alla porta finchè lei non si allontana.
Sono davvero senza speranza.

Dopo aver assodato che Parigi a Natale diventa tipo lo scenario di Assassin’s Creed, posso aggiungere che le idee per il regalo di Andrè tardano ad arrivare e la situazione è sempre più critica.
Più giro e più tardo a trovare qualcosa di decente, a questo punto penso che un portatovaglioli sia il top dei regali che ho visto.
Sbuffo guardandomi in giro, quando sento qualcuno chiamarmi all’improvviso.
-Ehi Oscar!-
Mi giro e sorrido vedendo un Victor pieno fino al naso di pacchi regalo.
-Ciao Victor!-
Si avvicina con un timido sorriso mentre cerca di liberare una mano dall’assalto delle buste.
-Come stai? Ti trovo sempre più bella! Ma sei da sola?-
Annuisco cercando di aiutarlo con i pacchi, ma con scarsissimi risultati.
-Sì, stavo cercando un regalo...-
-Per il tuo ragazzo, vero?-
Scuoto la testa camminando.
Ma magari fosse davvero il mio ragazzo Victor, sono davvero un’imbecille.
-No? Ah, allora glielo hai già preso immagino.-
-Ehm... No Victor, non c’è alcun ragazzo.-
Sgrana gli occhi mentre evita i passanti.
Non ci credi nemmeno tu, vero Victor? Neanche io... Purtroppo.
-Ma come? Quel bellissimo ragazzo dagli occhi verdi... Quello che è venuto a prenderti il giorno che siamo usciti.-
Sospiro, non me ne parlare.
-E’ solo mio fratello... Fratellastro.-
-Ne sei sicura? Per come ti guardava sembrava tutto fuorchè fraterno..-
Ridacchio, meglio evitare l’argomento Andrè.
Ci sono dei momenti dove rischio pure la risata isterica. Penso che mi darò all’alcool, affogherò così il mio dolore.
È inutile anche solo sperarci.
Mi guarda pensieroso.
-Lascia stare Victor, è già fidanzato... Con la mia migliore amica.-
Sospira. –E tu ti sei innamorata di lui.-
-Già.-
Tace, per poi sorridermi.-La speranza è l’ultima a morire, credimi. Se amasse la sua ragazza i suoi occhi non brillerebbero così tanto per te.-
-E’ inutile illudersi...- mi fa soffrire abbastanza il vederlo con Marie, preferisco evitare di pensarci.
Voglio solo trovare un dannato regalo e darglielo.
Da sorella a fratello.
Niente di più niente di me.
-Victor, possiamo parlare di altro per piacere? Sto cercando un regalo e...-
-Dipende, che regalo ti serve? È per lui, vero?-
Annuisco. Ormai..
-Allora seguimi, so dove portarti.-
Prende un bel respiro e inizia a correre.
Mi sento una scema, ma penso che mi toccherà muovermi se non voglio perderlo.
In certi momenti vorrei essere un plankton, solo per vivere in santa pace.
Prendo un bel respiro e inizio a correre cercando di raggiungerlo.

Dopo quasi mezz’ora di corsa e di slalom fra i passanti mi ritrovo in un negozietto piuttosto piccolo e affollato dove vendono dei regali molto particolari...
-Un negozio di animali??-
-Sì! Sono bellissimi, vero?-
-Victor, ma...-
Mi trascina dentro senza farmi finire la frase.
Uccellini, pesci e cagnolini mi fissano tutti incuriositi, e improvvisamente mi sento di troppo.
Perché mi faccio trascinare sempre in queste situazioni?
-Ho quello che fa per te. Hai un gatto, vero? Me lo dicesti.-
Annuisco mentre lui corre nel retro salutando il proprietario.
Dovrebbero arrestarli i soggetti simili, sono pericolosi per l’ambiente e per me.
Maledizione.
Perché? Perché a me?
Cretina io che mi faccio portare di peso da un gay in un negozio di animali!
Torna dopo poco con un batuffolo bianco fra le mani.
-Ma che...-
-E’ bellissima, vero? Ha solo qualche mese, ma nessuno l’ha voluta. Se entro stasera non viene venduta la abbandoneranno.-
Osservo il gattino cercando di capire cosa abbia che non va.
-Ma è...-
-Sì, è cieca, ma solo all’occhio sinistro. È per questo che nessuno l’ha voluta.-
Povero animale... Abbandonato per un difetto, non è giusto.
La prendo in braccio accarezzandola. È piccolissima per avere già tre mesi, ma soprattutto, è magrissima.
-Scommetto che al tuo ragazzo piacerà. È molto dolce e socievole, ha bisogno di un padrone che le voglia bene, sai, non ha passato dei bei momenti qui.-
Guardo prima il gatto e poi Victor, quando improvvisamente il volto di Andrè mi appare in mente inondandomi di calore.
-Ho la persona giusta per lei.-
Victor sorride, è il regalo giusto per la persona giusta.

Naturalmente mi sono dimenticata di aggiungere che in tutto questo contesto natalizio mia madre è tornata alla carica. Dopo la nascita di mia sorella Julienne (è un amore!) ha pensato bene di inviarmi un regalo di natale abbastanza inutile.
O meglio, due. Uno utile e uno no.
Oltre al pc nuovo ha pensato bene di regalarmi un vestito orribile.
Un completo da babbo natale la cui gonna arriva al ginocchio e non presenta maniche, solo un enorme scollo grande come il Grand Canyon.
Ed era annesso pure il ‘Fanne buon uso’.
-Penso che tua madre ti scambi per una ballerina di lap dance.-
Vedo Andrè ridacchiare mentre osserva il vestito. Celeste mi ha costretto a metterlo, e ora, oltre a essere molto imbarazzata sono anche piuttosto ridicola.
-Sta zitto. È una cosa deleteria.-
Ridacchia –Dai musona, fra meno di dieci minuti è il tuo compleanno. Sei vestita anche a tema. Diciotto anni, vita nuova.-
-Sappi che non andrò a fare la spogliarellista. Ho altri progetti e mia madre sembra non capirli. Piuttosto, come va con Marie?-
Tace cercando di evitare il mio sguardo, sei a disagio con me Andrè?
Non voglio che tu lo sia, sto così bene con te.
-Non va... Per niente.-
-Capisco...-
Mi sorride appoggiandosi alla parete della porta.
-Dovresti cambiarti, fa freddo.-
-Andrè, non dovresti stare così per lei... Parlatene.-
Sospira prendendomi per mano.
-Non può funzionare Oscar...-
-Perché?-
Mi fissa, trapassandomi con lo sguardo. 
Mi sento nuda quando mi guardi così Andrè. Io ti racconto tutto di me, ma tu non mi dici niente di te.
-Ho un regalo per te.-
Si allontana di botto da me per poi buttarsi sotto al suo letto.
Ridacchio, solo lui potrebbe nascondere le cose là sotto, come i bambini.
-Anche io, solo che forse mi odierai dopo averlo visto.
Lo sento ridacchiare mentre corro a prendere il pacco con il gattino dentro.
È stata un’impresa convincerlo a stare lì gli ho dovuto fare i buchi per l’aria.
Mi raggiunge col fiatone in camera mia.
-Non vale! Il mio è più piccolo!-
-Io mi sono impegnata di più, quindi taci.-
Ridacchia e mi si avvicina
-Chi per primo?-
-Vai tu Andrè, voglio godermi la tua faccia dopo.-
-Va bene, chiudi gli occhi però.-
Obbedisco. 
È bello sapere che mi hai fatto un regalo, sapere che ti importa di me.
Mi piace Andrè... Ti voglio tanto bene, così tanto.. Che potrei persino scambiarlo per amore.
Non lo so, ormai non capisco più niente di me.
Sento qualcosa di freddo sul collo e apro gli occhi di scatto mentre tu diventi rosso.
È un cuoricino d’argento, brillante e meraviglioso, come te.
Sorrido come una scema mentre il mio viso va in fiamme. Ti bacerei, qua, adesso.
-E’ davvero bello... Grazie.-
-Sappi che sono tre settimane che ci ho lavorato... Sono contento che ti piaccia.- ridacchia –Però ora il mio.-
Rido prendendo il pacco blu con delicatezza. Ho come l’impressione che sia sveglia e potrà rovinare la sorpresa. 
-Wow, è enorme! E io che pensavo di essere stato bravo!-
Scarta il pacco quando improvvisamente il coperchio si solleva da solo.
Trattiene un grido mentre il piccolo musetto si fa largo fra le carte.
Mi mordo le labbra, sperando in una sua reazione positiva.
Niente.
Tira fuori il gattino scrutandolo, per poi sorridere e dire improvvisamente –E’ meraviglioso...-
Sorrido mentre lui accarezza la piccola gattina con attenzione.
-Quanto ha? Sembra così piccolo.-
-E’ una lei.- lo correggo 
-Ah! Una signorina eh... E che nome posso darti?-
Mi guarda –Ha qualche idea, mamma?-
Rido avvicinandomi a lui.
-Nessuna papà, deve essere lei a scegliere.-
La guarda intensamente per poi dire semplicemente.
-Daisy.-
Sorrido.
-Daisy, mi piace.-
Mi guarda donandomi il suo sorriso più bello.
-Anche a me.-
Ti guardo, e sei bellissimo Andrè, sul serio.
Ti amo, mi piaci... Io... Non so più come fare.
Sto impazzendo per colpa tua e non ce la faccio più.
-Andrè-
Si gira e io non rispondo più di me, non ce la faccio più.
Mi avvicino annullando la distanza fra noi.
Un bacio, veloce, leggero e fugace.
Il tempo di un battito di ciglia e il tuo profumo mi annega.
Lasci cadere il gattino sul letto mentre le tue mani mi stringono con forza. Ti lascio entrare con prepotenza nella mia bocca, ormai non ce la faccio più ad aspettarti.
Uno, cinque, dieci minuti.
Non lo so, non ho più aria, mi bruciano le labbra e ho ancora voglia di te, delle tue labbra.
Ansimi e io con te, non c’è più ossigeno per entrambi mentre io mi stacco leggermente.
.-A-Andrè...-
Non ti allontani, aprendo leggermente gli occhi.
-Ti ascolto..-
Prendo un bel respiro, ormai non si può più tornare indietro. Basta scappare.
-Quel giorno, quando uscii con Victor, capii che ero innamorata di un altro. Una persona troppo vicina a me per capirlo.-
Vedo i suoi occhi bruciare come le sue labbra.
-Oscar... Quando ti dicevo che con Marie non andava, era per colpa della ragazza più brillante che io abbia mai conosciuto.-
Sorrido avvicinandomi di più a lui e alle sue labbra.
-Mi piaci Andrè, davvero...-
Mi sfiora le labbra sorridendo.
-Anche tu Oscar... Anche tu mi piaci.-
Mi fiondo su di lui levandogli tutta l’aria che aveva.
Suona la mezzanotte.
Parigi e il mondo sono in festa. 
È Natale.
Il più bello della mia vita.


Buon Natale ;) e per il ritardo... Abbiate pietà. Il liceo classico è proprio amaro!
  
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