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Autore: Anonimadaicapellibiondi    25/12/2014    1 recensioni
Amber era uscita dal tunnel, era cambiata. Ma nessuno se ne era accorto, aveva perso tutto ciò che amava per colpa dell'eroina. Ma voleva ricominciare e la sua città non glielo permetteva. Così prende un aereo per Parigi. Una decisione che le ha cambiato la vita. Una decisione presa perchè vuole tornare ad essere felice, vuole tornare ad essere forte. Più forte di prima.
Genere: Mistero, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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cap23

-Amber!- urlarono in coro Dylan, Amelie e Leo.

Ero sudata e il cuore batteva a mille. Fu difficile trovare le parole giuste per spiegare ciò che il dottore mi aveva detto. Cercai di calmarmi e Amelie mi porse una bottiglietta d'acqua.

-Allora? Che ti ha detto?- chiese con ansia Dylan

deglutuii e poi dissi -mia madre soffre di cirrosi, una malattia degenerativa, senza una cura. I medici le avevano prescritto dei farmaci e proposto il trapianto ma lei aveva rifiutato. Dopo un periodo di ricovero sembrava che la sua situazione stesse migliorando ma poi...-

Bevvi un'altro sorso d'acqua, avevo la gola secca e le mani tremanti.

-poi disse di non voler più ricevere cure mediche e molti medici si opposero alla sua decisione. Riuscirono però a stipulare un patto e mia madre faceva delle visite periodiche e nella notte in cui lei scomparse...- iniziai a piangere, ero distrutta. Pensare a mia madre che prendeva le sue cose e se ne andava, fu per me un'immagine orribile. Come aveva potuto farmi questo? Perchè? Avrei sofferto comunque, che lei ci fosse o no. Anzi, in sua assenza soffrivo di più. Non sapere come stava, che faceva, cosa pensava mi mandava in paranoia.

-Amber?- Amelie corse ad abbracciarmi per darmi forza. Avevo bisogno di quell'affetto che solo lei sapeva darmi. Quel bene che solo una vera amica sapeva dare.

-Scusatemi... - dissi singhiozzando, poi ripresi dicendo che mia madre comunicò al dottore di essere in partenza. Non aveva specificato la destinazione e aveva solo alluso ad un'amica-

-un'amica?- fece Amelie sorpresa

-già.. ed io so di chi si tratta- dissi con sguardo duro. Ero più determinata che mai a riavere con me mia madre

-E chi è?- mi chiesero tutti e tre in coro

-Elsa- dissi guardando con le lacrime agli occhi Dylan

-Elsa? E chi sarebbe?- fece Amelie. Ovviamente lei non sapeva di chi parlassi ma, Leo e Dylan la conoscevano benissimo. Era la madre di Dylan. Una madre molto legata alla mia, per via dell'alcool. Si conobbero ad una delle tante riunioni organizzate da psicologi per aiutare le persone che vivevano la stessa dipendenza di mia madre. Elsa non aveva un buon rapporto con il figlio. Da quando i genitori di Dylan divorziarono e il padre decise di risposarsi, sua madre si era data all'alcool per cercare di placare il dolore. Non sopportava l'idea di dover lasciare suo marito. Ma quella relazione era diventata insopportabile e Dylan aveva deciso in seguito, di abitare con il padre perchè si sentiva amato, in famiglia, a differenza del comportamento della madre che lo trattava male e non faceva altro che bere. Dylan non vedeva Elsa da molto tempo, si era trasferita in un condominio poco lontano da Greensburg ma la distanza era abbastanza da poterla evitare il più possibile. Non voleva vederla, parlarle, sentire il suo odore di vodka e whisky. Ricordai la prima (ed ultima) , in cui incontrai Elsa. Dylan doveva passare da lei per farle firmare alcune carte. Senti un nodo alla gola quando notai negli occhi della donna la disperazione. Era brutta ma, i suoi occhi nascondevano qualcosa di bellissimo. Il dolore l'aveva resa orribile. Le borse sotto agli occhi, il look trasandato, i vestiti sporchi. Le parole che si scambiarono i due, erano fredde e prive di significato reale. Era ovvio che Dylan non intendesse visitare la madre per chiederle come stava. Ed era anche ovvio che a lei non interessasse firmare il permesso per la gita a scuola.

-Amber? Dylan? Leo?- Amelie si accorse del nostro scambio di sguardi

-Amelie... Elsa è mia madre- disse Dylan ad occhi bassi

-Ah... e... come mai è amica con Monica?-

-Si sono incontrate alle riunioni della psicologa- spiegò lui

Io annuii e cercai di calmarmi. Eravamo sempre più vicini a mia madre. Ora dovevamo solo dirigerci da Elsa. Dovevamo farlo subito, non dovevano esserci scuse. Non c'era tempo da perdere.

-Ora dobbiamo andare... vi porterò io da mia madre- annunciò Dylan

Ci dirigemmo, in macchina, fino all'appartamento. Nel parcheggio due uomini fumavano una sigaretta e una coppia si scambiava dei baci. Io e Leo ci scambiammo uno sguardo veloce.

-Ti amo- sussurrò Leo prendendomi la mano

Salimmo le scale e l'ansia si faceva sempre più sentire. Avevo un forte mal di testa e mal di stomaco. Mi sentivo strana, forse stanca. Ma allo stesso tempo ero agitata, speranzosa e forte.

Con Leo che mi stringeva la mano mi sentivo meglio. Come se avessi avuto un'armatura che mi proteggeva da qualsiasi ostacolo e dolore.

Dylan bussò alla porta e dopo qualche minuto (che a me sembrò un'eternità) sua madre gli aprì.

-Dov'è!- urlò Dylan attraversando la porta

La madre rimase a bocca aperta notando il comportamento del figlio e notando le persone in sua compagnia. Quel giorno non era ubriaca, si vedeva dai suoi occhi. Era diversa, non aveva lo sguardo perso e l'atteggiamento menefreghista che mi era familiare, qualche tempo fa, nella mia vita.

Seguimmo Dylan nel soggiorno. Era rimasto tutto proprio come ricordavo: un semplice divano, una piccola tv e l'insopportabile odore di muffa che rendava la casa davvero inospitale.

Nel soggiorno non c'era nessuno, nemmeno in cucina.

-Di chi stai parl...?- chiese Elsa ma non riuscì a finire la frase, non c'era affatto bisogno. L'avevamo trovata. Avevo trovato mia madre. Ce l'avevo fatta.

-Mamma...- dissi avvicinandomi a lei con le lacrime.

Mia madre era distesa sul letto a guardare la tv. Quando mi vide, scoppiò a piangere. Non sapevo bene il motivo del suo pianto: gioia, tristezza, vergogna? Era felice di vedermi, triste perchè stava male? Si vergognava per avermi detto delle bugie e scappata via nel cuore della notte?

Qualunque sia stato il motivo, in quel momento non mi interessava proprio di nulla. Volevo solo abbracciare mia madre. Stare con lei, darle forza. Non avevo voglia di arrabbiarmi, quando la vidi, con gli occhi gonfi e le lacrime agli occhi, pensai solo al bene che le volevo.

-Non lasciarmi mai più- le sussurrai stringendola a me

-Non lo farò...grazie per avermi trovata, non volevo mi vedessi così.. per questo sono sc..-

-shh... non importa... ora siamo qui, io e te... ed è questo l'importante-

Era davvero quello l'importante. Averla tra le mie braccia, sapere che era viva. Sapevo che stando con lei avrei accettato dolori e avrei dovuto far sacrifici, ma "per amore si fa".

-Ora facciamo le valigie... si torna a casa, mamma- dissi baciandole la guancia

Descrivere mia mamma vorrebbe dire parlare di un uragano in tutta la sua potenza.
(Maya Angelou)

cap23
  
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