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Autore: Meahb    11/11/2008    4 recensioni
Fino a che punto si spinge l’amicizia? Qual è la linea di confine tra amicizia e amore? E cosa succede quando il destino è convinto che due persone sono destinate a stare insieme, costi quel che costi?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SO REAL




“Oh…that was so real…”

Jeff Buckley

 

 

 

“Sei cocciuto”, sbuffò Bee gettando il giornale sulla scrivania della camera.

Orlando la trafisse con lo sguardo.

Cocciuto?”

Bee annuì con enfasi, “Sei alla British American Drama Accademy, non dal fruttivendolo! Se ti dicono di provare un ruolo, lo provi. Senza discutere!”

Lui le fece il verso, “A te non dicono mai cosa scrivere”, puntualizzò.

Bee fece spallucce, “Quindi quando ieri mi hai detto ‘scrivi una storia horror con le palle’, era solo così per dire?”.

Orlando, suo malgrado ridacchiò.

“Era un consiglio”, precisò.

Bee rise, “Allora vedila così, anche il tuo tutor ti sta dando un consiglio!”

“Io Lisandro non lo faccio”, piagnucolò lui, “Mi è sempre stato sulle palle”.

Bee spalancò gli occhi, “Oddea!”, sospirò, “L’unico essere del pianeta che detesta Lisandro lo dovevo incontrare io?”

Orlando si lasciò cadere sul letto, “Si”, disse poi.

“Senti Flow puoi frignare per i prossimi venti giorni, ma il risultato è sempre quello: tu farai Lisandro!”, frugò nella borsa, poi gli lanciò il libro.

“Sogno di una notte di mezza estate”, lesse lui, quindi si esibì in un sorriso forzato, “Sei premurosa!”

Lei gli afferrò una mano, tentando di tirarlo in piedi.

“No, sono stufa di starti a sentire borbottare. Usciamo!”

Orlando si rizzò in piedi, ridacchiando.

“Per andare…”

Bee s’infilò la giacca.

“Al Greenwich”, disse.

Si sistemò il cappello nero di cotone e aprì la porta della camera da letto.

 

 

 

Ed era lo stesso cappello di cotone nero che si stava sistemando ora, all’ingresso di un’anonima caffetteria di Los Angeles.

Orlando sorrise tra se e se.

Forse era quella la ragione che gli aveva riportato alla mente quel ricordo così vecchio. Il cappello nero di Bee. Se lo erano scambiato per anni e, tuttavia, quello non aveva mai ceduto un momento. Ogni tanto lei sistemava le cuciture per assicurarsi che non si rompesse ma, comunque, quel cappello era stato parte delle loro vite.

Parte delle loro vite. Come un figlio.

Cristo Santo!

Bee incinta….

Quella si che era una notizia che avrebbe tranquillamente potuto mandarlo fuori di testa.

Da quando si conoscevano, loro due? Quattordici anni? Quindici?

Bee era sempre stata con lui, almeno da che aveva memoria selettiva. Era stata la sua migliore amica dall’inizio della sua carriera, non lo aveva mollato un attimo, nemmeno nei momenti più difficili.

E lui, per contro, aveva fatto lo stesso.

Abaigeal Gallagher, irlandese dalla testa ai piedi, era diventata una scrittrice famosa. Ma, prima di giungere alla vetta, aveva scalato pareti difficili. E lui l’aveva tenuta per mano.

In realtà si erano tenuti per mano a vicenda, da sempre.

Bee, per lui, era sempre stata come una sorella. Quella a cui raccontare le uscite disastrose con le ragazze, le figuracce fatte in teatro e le prove più dure.
Era anche l’amica con cui ubriacarsi e strillare per tutta la notte. Oppure quella con cui parlare fino a che le parole diventavano talmente sottili da perdere significato.
Bee era quella che aveva pazientemente sopportato le sue innumerevoli crisi d’identità e che lo aveva preso a calci nel culo quando si andava ad impantanare in pippe mentali, tutt’altro che facili da sbrigliare.

Era Bee.

Ed era la stessa ragazza con cui, da due anni a quella parte, faceva l’amore.

Già….

Ed Orlando non aveva il benché minimo dubbio a definire ‘amore’ quel rapporto.

Neanche uno.

Fare sesso con Bee era il completamento perfetto della loro relazione.

In realtà, almeno all’inizio, nessuno dei due era rimasto stupito dalla piega che aveva preso il loro rapporto. Per niente.

Ma poi quel rapporto aveva avuto bisogno di conferme per andare avanti.

Erano due mesi che litigavano continuamente e poi facevano la pace e poi litigavano e poi facevano ancora la pace e poi litigavano di nuovo.

Erano entrambi confusi, entrambi stanchi, entrambi bisognosi di definire quella strana situazione.

Orlando sospirò. Avrebbero dovuto fare i conti con quello che stava succedendo.

Il cellulare prese a squillare, lui sbirciò lo schermo e vide il nome Miranda lampeggiare ad intermittenza.

Mmhmmm…

“Pronto?”, rispose mogio.

“Amore ciao!”, gridò lei dall’altro capo, “Dimmi che Bee è con te!”

Ad Orlando si strinse lo stomaco. Naturalmente Miranda e Bee si conoscevano. Naturalmente Miranda l’adorava. Naturalmente Bee la trovava, per contro, completamente fuori di testa. Naturalmente Miranda aveva coinvolto Bee nei preparativi del matrimonio.

Naturalmente

“No, è appena uscita”, spiegò lui, alzandosi dalla sua sedia e avviandosi verso l’uscita, “Ti serviva qualcosa?”

Miranda, dall’altro capo, sbuffò, “Dovevamo andare a vedere i vestiti per la cerimonia”, disse lei, “Ma Bee è reticente. Dice che non mi permetterà mai di scegliere un vestito color melassa che la farà apparire come una bomboniera!”

Orlando rise. Lo aveva detto anche a lui.

“Prova a chiamarla, magari sta venendo da te”.

“Ottima idea, tesoro!”, squittì Miranda, “Ti telefono dopo! Ciao Amore, ti amo!”

“Ciao Mir”, disse lui, chiudendo la conversazione.

Camminò verso il suo SUV parcheggiato all’altro lato della strada, poi improvvisamente un pensiero potente, quanto inopportuno, gli invase la testa.

In quei due mesi, la pancia di Bee sarebbe cresciuta?

 

 

“Abaigeal Gallagher, ti ha per caso morso una dannata tarantola?”

Bee si fermò di colpo, voltandosi indietro.

Samantha la stava guardando con aria torva. Era immobile in mezzo al marciapiede, con le mani appoggiate sui fianchi e i capelli davanti agli occhi.

Al suo fianco, Allison la guardava con la stessa espressione incredula.

“Cos’ho fatto?”, domandò Bee.

“Cammini a passo di carica come il Comandante di un plotone”, spiegò Allie raggiungendola.

Samantha scosse la testa, “Si può sapere che diavolo ti prende? E’ tutta la settimana che sei strana”.

Bee si grattò la tempia. Allie e Sam erano come sorelle per lei. Con loro era sempre stata un libro aperto, e non metterle a parte di quello che le stava succedendo, le sembrava incredibilmente ipocrita e sbagliato.

Ma Samantha era la sorella di Orlando ed Allie…bhè, non poteva far cadere il peso di quella confessione solo sulle spalle di Allie.

“Scusatemi…ho un po’ di pensieri per la testa”, spiegò, camminando affianco a loro.

“Problemi con il libro?”, domandò Samantha.

Il libro! A Bee venne da ridere!

Aveva problemi anche con il libro, a dire il vero.

La storia stentava a prendere una direzione precisa e lei stava impazzendo dietro tutti quei personaggi che sembravano fare a botte tra loro per prendersi la propria parte di celebrità.

“Si…”, mormorò, “Problemi d’ispirazione”.

“E’ per questo che sei andata dalla Musa?”, ridacchiò Allie.

Suo malgrado, Bee rise.

Orlando era da sempre stato la sua Musa. Da sempre.

Ogni personaggio maschile aveva sempre avuto qualcosa di lui, e in ogni libro, puntuale come un orologio spuntava sempre una delle sue massime.

Ma non era solo questo. Parlare con lui, inventare storie, raccontarsi leggende e favole assurde, le aveva sempre fornito una miniera di idee per i suoi romanzi.

Adesso, invece, quelle idee erano prosciugate.

Svanite.

Puff!

Bee strinse i denti.

“Si, anche!”, cercò di usare un tono leggero, “A dir la verità sono andata ad implorarlo di impedire a Miranda di vestirmi da caramella!”

Samantha e Allie scoppiarono a ridere.

“Dubito che lui possa fare qualcosa”, sintetizzò Allie indicando la porta della boutique dove Miranda le stava aspettando.

Bee si morse la lingua per evitare di imprecare.

Cosa cazzo aveva in mente quella pazza scatenata di Miranda?? Quella boutique sembrava una torta di glassa piazzata esattamente al centro della città.

Samantha le mise una mano sulla schiena, ridendo.

“Apri!”, la incitò, una volta davanti all’ingresso del negozio.

Con una faccia truce attraversò la hall e fu richiamata dal gridolino entusiasta di Miranda.

“Ecco le mie damigelle!”, squittì allegra, trascinando verso di loro un uomo sulla cinquantina con un bel completo scuro.

“Mir”, salutò Bee, tetra.

“Ragazze lui è Fracois, il nostro stilista”, spiegò loro la ragazza, “Ci aiuterà nella scelta dei modelli e dei colori”.

L’uomo fece un perfetto inchino a mezza schiena. Bee per poco non si strozzò nello sforzo di non ridere.

“Mesdames, venite pure con me. Sono pronto a realizzare qualunque vostro desiderio”, mentre parlava, sembrava cantasse.

Batté le mani, sorridendo, “Ma prima di iniziare devo farvi una domanda indiscreta. Le nozze sono fra tre mesi, prendendo le misure oggi e facendo i vari aggiustamenti in un mese e mezzo al massimo i vestiti saranno pronti perciò…vorrei chiedervi…c’è qualcuna di voi che potrebbe”, mimò la pancia di una donna incinta, “Ingrassarsi?”

Bee si appoggiò al muro.

Le veniva da vomitare.

  
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