DISCLAIMER
Author: Amaranta B.
Summary: Fino a che punto si spinge
l’amicizia? Qual è la linea di confine tra amicizia e amore? E cosa succede
quando il destino è convinto che due persone sono destinate a stare insieme,
costi quel che costi?
Notes: Non conosco Orlando Bloom né la sua
famiglia. Con questa storia non intendo offendere né lui né quanti lo
conoscono, anzi.
Lo so che
c’è ancora Accidentally in cantiere e vi assicuro che presto riprendo a
pubblicare. Il problema è che è di nuovo saltato il pc ma, stavolta, ho perso
TUTTO! Tutto.
Ma non
queste splendide ciliegie…queste no!
Voglio
ringraziare il mio personale suilè gorma,
alcuni fatti qui di seguito narrati, sono realmente accaduti grazie alla
straordinaria presenza nel mondo di questa persona. Grazie sul serio. Spero che
l’Irlanda ti culli il più a lungo possibile.
Per
esigenze di copione alcuni fatti sono stati adattati alla storia e
all’evoluzione dei personaggi ma ho cercato di essere il più attendibile
possibile.
E
infine…grazie ad Orlando Bloom…è incredibile come solo il suo nome, riesca a
scatenare mille voli pindarici che si trasformano semplicemente in storie. E
grazie ai suoi occhi…quelli sono la fonte dell’ispirazione!
Enjoy,
ragazze!
Vi
abbaraccio…
Amaranta B.
LE CILIEGIE DI SHAKESPEARE
-Così siamo cresciuti
tu ed io,
simili a due ciliegie,
nate in coppia,
che sembrano divise
ma nella divisione
sono unite-
Shakespeare, “A Midnight
Summer’s Dream”
“Incinta?”
“Incinta,
si”
“Incinta di
un bambino?”
Bee lo
guardò di traverso, “No, di un elefante”, scosse il capo, “Di un bambino,
ovvio!”
“Un
bambino, vero?”
Lei alzò un
sopracciglio, “Evidentemente è più vero del previsto”.
Orlando si
passò una mano sulla fronte.
Gli
sembrava di sudare, ma in realtà non stava sudando affatto.
“Bhè…è una
bella cosa, no?”
Bee
spalancò occhi e bocca in sincrono.
“Una bella
cosa??”, quasi lo gridò.
Orlando si
strinse nelle spalle, un sorriso che saliva dalla bocca agli occhi.
“Bhè si! Un
figlio mio e tuo sarà uno sballo!”
Lei scosse
la testa, incredula.
“Sei ebete,
per caso?”
“Perché?”
A questo
punto Bee decretò che il suo migliore amico, nonché amante, nonché amore di
tutta una vita, era completamente, totalmente fuori di testa.
Avevano
ragione quelli del gossip.
Era un
pazzo scapestrato.
“Orlando”,
lo disse pazientemente, accarezzando ogni lettera, “TI RENDI CONTO CHE SEI
FIDANZATO E TRA DUE MESI DOVRAI SPOSARTI??”.
L’ultima
parte la gridò. Giusto per assicurarsi che venisse recepita chiara e forte.
E venne
recepita. Oh si!
Guardare
l’espressione di Orlando passare dal
confuso-stupito-sconvolto-consapevole-affranto fu sbalorditiva.
Ogni stato
d’animo, colpì Bee come uno schiaffo.
“Ah…”,
disse lui.
“Ah?”,
ripeté lei.
Orlando
prese un gran respiro, “Ah…nel senso di ‘non ci avevo pensato’”
“Non avevi
pensato a cosa esattamente?”, domandò lei. E Orlando riconobbe quel tono in un
nanosecondo. Lo stesso tono che usava ogni volta che stava partendo con una
lunghissima paternale che, inevitabilmente, lo metteva alle strette costringendolo
a dire la verità.
Ma
d’altronde, con Bee le menzogne non erano mai servite granché.
Probabilmente
com’era stato sincero con Bee non lo era stato neanche con sua madre.
“Non avevo
pesato a lei. L’avevo resettata”, si sentì rispondere.
“Resettata?”,
la ragazza era sconvolta, “Cioè avevi resettato di avere una QM?”
“QM?”
“Quasi
moglie!”, spiegò lei.
“Bhè,
si…cioè non avevo pensato che questo avrebbe complicato le cose!”
“Flow un bambino complicherebbe le cose,
fidati!”, ridacchiò lei.
Orlando si
rilassò nel sentirle pronunciare quel nomignolo.
“Lo so
ma…possiamo provare a vederla da un’altra prospettiva, no?”
La ragazza
si appoggiò allo schienale della panca della caffetteria.
“Tipo?”
Lui abbassò
lo sguardo. Era l’ora dei conti.
“Devo
raccontarti una cosa importante, Bee”, mormorò.
E i conti,
Bee li faceva pagare.
Sempre.