Fanfic su attori > Orlando Bloom
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Autore: Meahb    10/11/2008    5 recensioni
Fino a che punto si spinge l’amicizia? Qual è la linea di confine tra amicizia e amore? E cosa succede quando il destino è convinto che due persone sono destinate a stare insieme, costi quel che costi?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER

 

Author: Amaranta B.

Summary: Fino a che punto si spinge l’amicizia? Qual è la linea di confine tra amicizia e amore? E cosa succede quando il destino è convinto che due persone sono destinate a stare insieme, costi quel che costi?

Notes: Non conosco Orlando Bloom né la sua famiglia. Con questa storia non intendo offendere né lui né quanti lo conoscono, anzi.

Lo so che c’è ancora Accidentally in cantiere e vi assicuro che presto riprendo a pubblicare. Il problema è che è di nuovo saltato il pc ma, stavolta, ho perso TUTTO! Tutto.

Ma non queste splendide ciliegie…queste no!

Voglio ringraziare il mio personale suilè gorma, alcuni fatti qui di seguito narrati, sono realmente accaduti grazie alla straordinaria presenza nel mondo di questa persona. Grazie sul serio. Spero che l’Irlanda ti culli il più a lungo possibile.

Per esigenze di copione alcuni fatti sono stati adattati alla storia e all’evoluzione dei personaggi ma ho cercato di essere il più attendibile possibile.

E infine…grazie ad Orlando Bloom…è incredibile come solo il suo nome, riesca a scatenare mille voli pindarici che si trasformano semplicemente in storie. E grazie ai suoi occhi…quelli sono la fonte dell’ispirazione!

 

Enjoy, ragazze!

Vi abbaraccio…

Amaranta B.

 

 

 

 

 

 

LE CILIEGIE DI SHAKESPEARE

 

 

 

 

-Così siamo cresciuti tu ed io,

simili a due ciliegie,

nate in coppia,

che sembrano divise

ma nella divisione sono unite-

Shakespeare, “A Midnight Summer’s Dream”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Incinta?”

“Incinta, si”

“Incinta di un bambino?”

Bee lo guardò di traverso, “No, di un elefante”, scosse il capo, “Di un bambino, ovvio!”

“Un bambino, vero?”

Lei alzò un sopracciglio, “Evidentemente è più vero del previsto”.

Orlando si passò una mano sulla fronte.

Gli sembrava di sudare, ma in realtà non stava sudando affatto.

“Bhè…è una bella cosa, no?”

Bee spalancò occhi e bocca in sincrono.

“Una bella cosa??”, quasi lo gridò.

Orlando si strinse nelle spalle, un sorriso che saliva dalla bocca agli occhi.

“Bhè si! Un figlio mio e tuo sarà uno sballo!”

Lei scosse la testa, incredula.

“Sei ebete, per caso?”

“Perché?”

A questo punto Bee decretò che il suo migliore amico, nonché amante, nonché amore di tutta una vita, era completamente, totalmente fuori di testa.

Avevano ragione quelli del gossip.

Era un pazzo scapestrato.

“Orlando”, lo disse pazientemente, accarezzando ogni lettera, “TI RENDI CONTO CHE SEI FIDANZATO E TRA DUE MESI DOVRAI SPOSARTI??”.

L’ultima parte la gridò. Giusto per assicurarsi che venisse recepita chiara e forte.

E venne recepita. Oh si!

Guardare l’espressione di Orlando passare dal confuso-stupito-sconvolto-consapevole-affranto fu sbalorditiva.

Ogni stato d’animo, colpì Bee come uno schiaffo.

“Ah…”, disse lui.

“Ah?”, ripeté lei.

Orlando prese un gran respiro, “Ah…nel senso di ‘non ci avevo pensato’”

“Non avevi pensato a cosa esattamente?”, domandò lei. E Orlando riconobbe quel tono in un nanosecondo. Lo stesso tono che usava ogni volta che stava partendo con una lunghissima paternale che, inevitabilmente, lo metteva alle strette costringendolo a dire la verità.

Ma d’altronde, con Bee le menzogne non erano mai servite granché.

Probabilmente com’era stato sincero con Bee non lo era stato neanche con sua madre.

“Non avevo pesato a lei. L’avevo resettata”, si sentì rispondere.

“Resettata?”, la ragazza era sconvolta, “Cioè avevi resettato di avere una QM?”

“QM?”

“Quasi moglie!”, spiegò lei.

“Bhè, si…cioè non avevo pensato che questo avrebbe complicato le cose!”

Flow un bambino complicherebbe le cose, fidati!”, ridacchiò lei.

Orlando si rilassò nel sentirle pronunciare quel nomignolo.

“Lo so ma…possiamo provare a vederla da un’altra prospettiva, no?”

La ragazza si appoggiò allo schienale della panca della caffetteria.

“Tipo?”

Lui abbassò lo sguardo. Era l’ora dei conti.

“Devo raccontarti una cosa importante, Bee”, mormorò.

E i conti, Bee li faceva pagare.

Sempre.

 

  
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