Capitolo 2 - Amici?
Arts District, Los Angeles, 19 febbraio 1982
Michael P.o.V.
Sono di nuovo qui. Sono deciso a rincontrare Hedvig, voglio uscire con lei. Non so chi si stia esibendo adesso e nemmeno se Hedvig e le sue amiche siano già arrivate, così chiedo a un ragazzo: -Hedvig ha già cantato?-
-Cosa?- grida il ragazzo
-Hedvig ha già cantato?- grido tentando di sovrastare la musica a tutto volume
-Hedvig chi?- continua il ragazzo e solo ora mi accorgo di non sapere il cognome di Hedvig o il nome della sua band
-Niente, niente, lascia perdere- e mi allontano per riandare dietro le quinte. Come speravo Hedvig é lì con le sue amiche...

Hedvig P.o.V.
-No, di nuovo lui...- sbuffo vedendo il ragazzo con il cappello da baseball di ieri sera avvicinarsi
-Chi? Quello che voleva l'appuntamento?- chiede Chris, annuisco intanto che il ragazzo si avvicina a noi
-Ciao- mi saluta timido
-Se hai bisogno di aiuto caccia un urlo- dice Chris allontanandosi
-Non sono uno di quelli...- comincia il moro
-Ah no?- chiedo sarcastica
-No... Io vorrei solo... Solo un'amica...- sussurra abbassando lo sguardo
-Solo un'amica...- ripeto
-Sì, solo un'amica... E gli amici escono insieme per conoscersi...- continua a bassa voce 
-Ok, voglio darti una possibilità...- il suo viso si illumina -Ma solo una... E mi devi anche promettere una cosa...-
-Va bene, cosa vuoi?- alza lo sguardo e noto i suoi occhi color cioccolato
-Devi essere un gentiluomo, non devi provare a toccarmi neanche con un dito... Devi promettermelo-
-Te lo prometto, sarò un gentiluomo- sorride
-Croce sul cuore?-
-Croce sul cuore- e si segna una x immaginaria sul petto
-Usciremo, dopo il concerto-
-Va bene- risponde raggiante
Come promesso dopo il concerto andiamo in un bar qui vicino e appena ci sediamo al bancone si affaccia il barista che ci chiede: -Cosa ordinate?-
-Io una birra- rispondo velocemente
-E io... Un tè freddo- risponde anche Michael
-Subito- e in un attimo il barista ci da le nostre bevande
-Grazie- diciamo all'unisono
-Quanti anni hai?- mi chiede Michael mentre sorseggio la mia birra
-Diciassette quasi diciotto-
-Non per farmi i fatti tuoi, ma com'è che ti ha dato una birra se non sei neanche maggiorenne?-
-Il barista mi conosce... E allora tu quanti anni hai?-
-Ventitré-
-E allora perché non hai preso anche tu una birra? Volevi fare bella figura?-
-É che sono testimone di Geova e non posso bere alcolici...- risponde tranquillo bevendo il suo tè
-Oh... Non volevo... Insomma io non-non lo sapevo... E- balbetto imbarazzata
-Non é una cosa brutta- sorride
-Non é per questo, é che io sono la solita invadente... Io...- continuo
-Nessun problema, Hedvig...- sorride, stanno cominciando a piacermi i suoi sorrisi -Hedvig... É un bel nome il tuo... Di dov'è? Finlandese, norvegese...-
-Svedese, sono metà svedese e metà americana...-
-Bello, molto bello...- sorride
Abbiamo continuato a chiacchierare per tutta la serata finché -Oh cavolo, é già mezzanotte- dice triste guardando l'orologio
-E devi andare?- chiedo anch'io rattristata
-Sì, domani devo svegliarmi presto, devo andare...-
-Ok- così ci alziamo, paghiamo il conto e andiamo verso la strada. Mentre mi sto mettendo il casco vedo che si guarda intorno -Non vai alla tua macchina?-
-No, non ho una macchina, sto aspettando mio fratello-
-Posso accompagnarti io a casa, se vuoi-
-Ok- si avvicina alla mia moto un po' titubante -Hai un casco in più?-
-Certo- e prendo da sotto il sellino un casco rosso e glielo porgo, se lo mette e si sistema dietro di me -Dimmi solo dove ti devo portare-
-Encino, sai come arrivarci?-
-Sì, lì ci abitano alcuni miei amici-.
Partiamo e dopo circa mezz'ora arriviamo davanti casa sua -Adesso é veramente ora di salutarsi- affermo
-Già-
-Beh... É stata una bella serata, possiamo anche ripeterla un giorno di questi... Se ti va...- dico scendendo dalla moto
-Certo, possiamo rifare-
-Allora ci vediamo, Michael. Buonanotte-
-Buonanotte, Hedvig- dopo il suo saluto rimonto sulla motocicletta e riparto in direzione di casa.