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Autore: Fairy_Elk    26/12/2014    1 recensioni
Storia ambientata appena dopo Thriller Bark.
Mai avuto la sensazione, mentre sfogliavate le pagine di One Piece, che qualcosa non tornasse?
Che il caso girasse un po' troppo spesso a favore dei nostri nakama?
e se il caso avesse un nome ed un cognome?
e se, dopo un curioso incidente, avesse LUI ,bisogno della nostra ciurma?
questa e' la storia di coloro che neppure la morte riuscì a fermare, questa, è la storia della Death Fall.
ATTENZIONE:tutto ciò che scrivo rimane nelle idee di oda solo fino alla saga di Punk Hazard. Poi posso anche provare a seguirla.
Ma non assicuro niente.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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DF1_CH1

Buondì! 

E' esattamente un quarto d'ora che sono qui, davanti alla tastiera, a cercare un modo di presentare questa storia: 

non perchè sia una trama eccessivamente complessa, no...il fatto e' che questo capitolo è gia stato letto da circa 400 persone su questo sito.

Certo, ho modificato qualcosa, ma la sostanza base è esattamente la stessa.

La stessa di 4 mesi fa, quando ho lasciato il sito, cancellato tutte le mie storie su efp, e lasciato a metà non uno, ma ben 3 progetti.

Deludendo, probabilmente, una buona fetta dei miei lettori.

lettori che, a questo punto, io vedo già neri di rabbia a insultarmi sui commenti... e cavolo, ci stà. 

non voglo implorare perdono, ne assicurare che sicuramente finirò la storia, ma mi sembrava ingiusto offrirvi un prodotto mano a mano più scadente, mentre la mia voglia di scrivere e le mie idee scemavano.

quindi... nulla. fate quello che vi pare, scrivetemi insulti, sfogatevi. Io, personalmente, farei lo stesso.

apena vi sarete sbolliti, comunque, sappiate che io ho intenzione di caricare una storia ogni lunedi. Meno questo. 

perchè sono una persona coerente.

e ora, bando agli indugi  , a voi la storia di coloro che nemmeno la morte riuscì a fermare: a voi, la caduta.

CHAPTER ONE-THE DEATH FALL

 

Il cielo buio, color nero pece, era illuminato solo dai pochi raggi di una timida luna autunnale.

Bhe, quasi autunnale …  in fondo nella rotta del grande blu non esistono vere e proprie stagioni.  Il clima è determinato dalla posizione dell’ isola in cui si vive, dalla sua flora, dai venti  e da molti altri fattori che non starò a elencare per due buone ragioni:la prima e che questo e un prologo, ergo deve fungere da incipit di una storia, e non luogo dove posso dimostrare di conoscere a menadito tutto ciò che maestro Oda a scritto. La seconda, decisamente più importante, è che non mi interessa ,e probabilmente non interessa  neppure a voi, della meteorologia nel grande blu. Diciamo quindi che , se la Drunken Danish, l’ imbarcazione da cui inizierà questa storia, si fosse trovata in un clima autunnale, la luna sarebbe stata una tipica e timida luna piena, che si poteva vedere veramente bene dalla prua della suddetta nave, senza che nessuna nuvola occupasse la volta stellata. E se, comunque, si fossero volute guardare le nuvole dal nero sartiame di quella nave, sarebbe stato sicuramente più utile guardare in basso, fra i cumolo nembi che la sottile prua stava tagliando, facendosi la sua rotta al di sopra di una tempesta.

 Ma comunque, in termini generali, anche fosse stata piena estate, non sarebbe fregato a nessuno .Ne a mè,ne a voi ,ne alla storia e ( molto importante) neppure al capitano di quella insolita nave volante, che dormiva beatamente nella sua cabina , al caldo sotto una pesante coperta di tweed.

Il fato, si sa, è molto curioso. Infatti, se quella coperta fosse stata di un materiale appena più leggero, come lino o seta,per improbabili leggi della casistica il capitano sarebbe morto sul colpo quando un enorme drago si portò via parte della cabina stessa con un morso.

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-Capitano!- l’ uomo si mosse appena, mugugnando qualcosa verso una non meglio identificata divinità, muovendosi nel caldo letto – Capitano, presto si svegli!- altro borbottio, seguito da un gesto di congedo con la mano. Il nostromo, una ragazza che dimostrava si e no 15 anni, si inalberò non poco. Quella sottospecie di grugnito proveniente dalle coperte sembrava aver detto qualcosa come “ torna pure quando avrai finito le elementari, tavoletta”. Ora  voglio precisare che, in se, la ragazza era molto attraente,  con  lunghi capelli ramati appena mossi, un dolce nasino all’ insù, e due grandi e dolci occhi blu. L’ unica pecca sembrava essere, appunto la … beh diciamo lo “scarso volume toracico”, oltre forse ad un piccolo deficit nella statura. E l’unico motivo per cui il moro non fu linciato li ,subito , era perché probabilmente nessun altro oltre a lui sarebbe stato in grado di fronteggiare l’immenso e incombente pericolo.

– CAPITANO, SE NON SI SVEGLIA SUBITO, LE GIURO CHE LA BUTTO FUORIBORDO, HA CAPITO?!-

l’ uomo si alzò subito, come bagnato da un secchio di acqua fredda, e scattando praticamente sull’ attenti, si erse per il suo metro e 80 di statura. Era moro, come già sopracitato, ma con sottili riflessi viola nelle ciocche dei capelli disordinati, mentre i suoi occhi, sbarrati dalla paura, assomigliavano a quegli degli antichi faraoni egiziani. Solo un attenta analisi avrebbe dimostrato che le sue palpebre erano,effettivamente , di colore nero naturale, e che le sue ciglia formavano due punte.

  –scusascusascusatipregononmiuccidere!- le sue man giunte sembravano quelle di un capo mafioso che, per la prima volta dopo decine di anni, avesse deciso di confessarsi in chiesa. O alle mani del prete confessore, che probabilmente sarebbero anche più strette.

– ma perche mi hai svegliato?- la domanda risultò superflua quando lei, con un dito, fece notare una certa carenza sul fronte “pareti” e “pavimenti” nella cabina. Non che i mobili fossero messi meglio. Praticamente della camera rimanevano solo 2 muri, un comodino in un angolo, parte del pavimento e il letto, che se ne andò in un triste ed ultimo commiato, assieme alla sua adorata coperta. Il sapere che il materasso in cui stava dormendo fino a pochi istanti prima stava compiendo un viaggio verticale lungo 5000 metri, lo sveglio definitivamente. Probabilmente lo avrebbe svegliato anche se fosse stato in coma vegetativo. L’ unica frase che riuscì a dire prima del secondo, e decisamente più violento impatto che il drago sferrò alla nave, fu “era la mia coperta preferita”.

Sul ponte la situazione non era migliore. Appena il moro e la rossa arrivarono, vennero accolti da un amichevole “ Cazzo, siete lumache o che?” sputato dal timoniere, un ragazzo biondo, da ciò che le poche e scomposte ciocche che uscivano dal mantello lasciavano intuire. Era cosi profondamente piantato nel sartiame della nave che i piedi avevano sfondato il legno, creando due specie di buchi.

–Black! Situazione?- il capitano non stava urlando. Non era necessario. A parte lo scricchiolio del legno e un sommesso brusio della tempesta ai loro piedi, non c erano altri rumori … ah, già, aggiungiamo anche i ruggiti del drago.

– Umi è caduto fuoribordo-

No problem. Era l unico fra i presenti che sarebbe sopravvissuto in mare aperto, oltre forse a Howl .

A proposito. Lo spadaccino era al timone, il medico fuoribordo, il nostromo accanto a se … ma dov’era la vedetta?

 – Hei Howl , dove sei?-  Chiese il viola verso l’ignoto .La risposta arrivo da un punto non meglio precisato alla sua destra.

– Sono in coffa, capitano-.

L’ albero maestro era stato effettivamente tranciato a un terzo della sua altezza. Di conseguenza, la parte restante del pennone stava penzolando da un lato, sbilanciando l’ intera imbarcazione , che si stava girando su un fianco. Il drago, proprio in quel momento, colpì sul fianco sinistro, con i suoi possenti unghioni, spingendo ulteriormente la nave a capovolgersi, e creando increspature simili a onde sulle nuvole.

– Capitano, aspetti qui. – la voce del nostromo appariva sicura e pronta. – Ho un idea- .

Il povero moretto non fece in tempo a chiedere nulla che la ragazza, torcia in mano, accese tutte le micce dei cannoni sul lato destro.

“oh porca miseria”. Il capitano si resse all’ ultimo secondo agli infissi della porta, e fu per questo motivo che la devastante spinta provocata dalla rossa non lo gettò a lato, destino che capitò invece al pennone e, per la forza del rinculo, a un malcapitato spadaccino al timone, che venne scaraventato fuori bordo  assieme a parte del sartiame in cui aveva affondato gli stivali neri, rendendo quella prova di forza completamente inutile.

Howl urlò un rapido “ vado a cercarlo”, prima di tuffarsi fra le nuvole, cosa veramente stupida da fare a cinque chilometri di altezza. Ma, a suo favore, si può dire che le immense ali che si aprirono sulla sua schiena, e che gli permisero di prendere quota prima di tuffarsi in picchiata, erano probabilmente state prese in grande considerazione da lui stesso. L’ ultima cosa che videro fu il riflesso delle lenti della sua maschera da gufo sparire nelle grigie nuvole, e poi più nulla. La mossa della ragazza aveva effettivamente funzionato. L’ assetto della nave era nuovamente verticale e,drago a parte , erano al sicuro.

 – Io penso al timone. Tu ricarica i cannoni- il capitano estrasse dai recessi dei suoi abiti viola , di squisita sartoria , una lunga falce dal manico chiaro e dalla lama nera. A osservarla bene, si capiva che non era un vero e proprio strumento da lavoro: l’ impugnatura per il braccio sinistro era troppo alta, cosi come la curva nel manico. La lama, invece, era troppo sottile, e il filo era all’ esterno, anzichè all’ interno. Quella non era una falce. Era una vera e propria arma da offesa. E , credetemi quando vi dico che l’ aver estratto una falce da due metri da un mantello che gli arrivava a malapena alle caviglie, fu un numero di tutto rispetto. Si mise al timone, piantando i piedi sul legno ancora integro dopo la distruzione portata dal timoniere.

– E ora, amico draghetto … - disse, girando lievemente il timone- … sono dolori.-

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Lo scontro durava ormai da diversi minuti. Già diverse bordate avevano colpito il corpo del possente drago. Ma le sue squame bianche sembravano dure come l’ acciaio, e poco inclini a rompersi.

Apparentemente il capitano di quella insolita nave volante era in grado di modificare a piacimento densità e forma delle nubi: sennò sarebbe stata una vera botta di culo quando poco prima, chiudendo il pugno della mano destra, le nuvole stesse avevano tirato l’ immenso corpo alato e zannuto del drago nella tempesta, dove il capitano lo stava cercando. Non che guardasse, era più come … beh, se una lucertola vagasse allegramente per le vostre interiora, o ciò che voi potete percepire come il vostro corpo, sapreste cosa il moro provava in quel momento. Una fitta improvvisa al bassoventre. Eccolo ! Stava risalendo velocemente, come se volesse … O MERDA!

 Mosse il timone appena in tempo, salvando il suo nostromo dalle fauci della bestia, offrendogli solo parte della chiglia da distruggere. No …. non ce l’ avrebbero fatta a ucciderlo. Era sopravvissuto a qualcosa che avrebbe fatto a pezzi un muro in cemento, e si liberava nell’ aria come se nulla fosse. Ormai c’ era una cosa sola da fare: guardo la ragazza, abbastanza scossa dall’ impatto appena subito. Non avrebbe permesso che un iguana formato extra large le facesse del male. E il capitano spinse la sua mente, i suoi occhi nella tempesta, nella pioggia, cercando una traccia, un indizio, un increspatura sul mare che avesse significato la presenza di un imbarcazione. I fulmini squarciavano il cielo scuro e minaccioso, come sottili crepe bianche, che spezzavano l’ orizzonte frastagliato dalle onde, alte fino a dieci metri. L’ unica luce, e gli unici movimenti provenivano da una piccola imbarcazione, una nave con un grosso girasole ( o forse un leone , chissà, non riusciva a capirlo)  come polena. La sua bandiera mostrava chiaramente un teschio, con un buffo cappello di paglia dipinto sopra.

 “ Bene. Almeno saprò riconoscerla. Nonostante siano passati dieci anni dall’ ultima volta che ho solcato i mari, dubito seriamente che esistano molte imbarcazioni ridicole come questa”: esito un attimo.

In fondo,pensò il viola, i pirati sul ponte sembravano solo dei ragazzi, e sicuramente il compito che gli stava per essere affidato sarebbe stato troppo rischioso. Non voleva uccidere nessuno. E il lanciare impunemente un membro della sua ciurma su una nave umana, per giunta del nuovo secolo, avrebbe potuto portare a conseguenze quanto mai catastrofiche.

O meglio, se il viola fosse stata una persona coscienziosa e intelligente lo avrebbe pensato.

Essendo solo un idiota, si limitò a prendere la rossa, prendere la mira e lanciare l’ultimo membro della sua ciurma in mezzo ai nakama ,con un enorme sorriso stampato in faccia.

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I lampi brillavano all’ orizzonte, rendendo ancora più inquietanti le immense onde che si abbattevano ovunque, costringendo gli occhi dei pirati della ciurma di cappello di paglia a chiudersi per l’ immensa luce provocata. La pioggia cadeva cosi forte sul sartiame della Thousand Sunny da creare una sottile nebbiolina. Le vele, ormai zuppe d’ acqua , trascinavano a stento l’ imbarcazione, guidata da un sempre più preoccupato Franky. Non che lui si intendesse di meteorologia, sia chiaro: l’ unica cosa che conosceva del clima era che le nuvole stavano in alto e il mare stava sotto.

 Ma anche questo , all’interno di quella bufera, era opinabile. Non avrebbe saputo da che parte andare neppure con un long pose impiantato nel naso! Ma per fortuna c’ era la cartografa … 

Li aveva anche avvertiti: Si ricordava perfettamente le sue parole, dette appena due giorni prima …                        “ Anche se siamo usciti dal triangolo Florian, non abbassiamo la guardia! Nessuno sa cosa ci potrebbe aspettare fuori da queste acque, se tempeste, mostri marini o navi nemiche!”

                                                                                                                                                                                                       Ovviamente, nessuno se ne era minimamente fregato. Cioè, non che la navigatrice non fosse presa in considerazione, ma … beh,a  Zoro  appena sentite le parole “ navi nemiche” e “mostri marini” avevano brillato gli occhi, Luffy (che comunque non la avrebbe ascoltata) stava scherzando con Brook, il nuovo arrivato nella ciurma, mentre i restanti membri erano impegnati a leggere, costruire, medicare  o preoccuparsi (Usop non credeva ancora che accettare uno scheletro parlante a bordo fosse una buona idea).

L’ unico che sembrava ascoltarla era il cuoco, ma un indagine più approfondita sulla traiettoria del suo sguardo avrebbe confermato che , in realtà, stava limitandosi a esplorare, diciamo … il morbido e abbondante paesaggio offerto dal davanzale della rossa. E, col senno di poi , anche se per ipotesi il terrore della ragazza fosse stato preso in considerazione, poco ci sarebbe stato da fare per prepararsi: non c’erano stati avvisi, come scrosci di pioggia o venti particolarmente forti. Semplicemente le onde si erano alzate a dismisura e la tempesta aveva iniziato a scaricare le sue secchiate d’ acqua sul ponte. Anche la navigatrice, sempre attenta ai cambi seppur minimi di pressione, era sembrata rimanere  sorpresa. Ma, in fondo, a tutti capitava di sbagliare , e a nessuno sarebbe balzata in testa l’ idea che le doti innate della piratessa stessero facendo cilecca.

“CAZZO!” pensava nel frattempo la giovane navigatrice “COM’ E’ POSSIBILE CHE LE MIE DOTI INNATE STIANO FACENDO CILECCA?!”

 Sbatté violentemente le mani sul legno del corrimano, cosciente che se non avesse trovato una soluzione sarebbero presto andati a fondo. Ma, dopo aver già provato l’impossibile, nel suo profondo sapeva che non vi era nulla da fare. I suoi sensi, affinati come delicati strumenti di precisione, le mandavano informazioni assurde: pochi secondi fa avrebbe giurato di veder cadere dal cielo un materasso e una coperta di tweed … e comunque, anche data l’ ipotesi che una coperta di tweed e un materasso possano effettivamente materializzarsi in cielo, era sicura che dio stesso non avrebbe permesso ad una coperta del genere di esistere indisturbata.

 Avanti, fino alle strisce colorate giallo fluo e rosa pesca ok, ma i quadratoni verde evidenziatore no! Erano un insulto al buon gusto, oltre che al buon senso.

- NAMI!- La voce del cyborg la distolse da quei futili pensieri, riportandola alla più terribile realtà.

- DA CHE PARTE!? –

Secondi di silenzio. la navigatrice non aveva risposte, e dire a quel triste ciuffo blu che ogni strada conduceva a un inutile morte le risultava impossibile.

Guardo la sua ciurma, girata nella sua direzione in attesa di risposte, e decise di fare ciò che gli riusciva meglio. Mentire.

– A SINISTRA , FRANKY! – 

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-Che rabbia!- penso nel frattempo un membro della ciurma. C’ erano poche cose che detestava.                 Miawak era in cima alla lista, appena sopra al perdere un duello. Ma lo spadaccino dovette ammettere che l’ essere svegliato all’ improvviso per tirare delle funi dopo cinque ore di allenamenti, sotto una pioggia scrosciante e con la mocciosa che gli urlava nelle orecchie entrava nella sua top ten. Dopo l’ ennesima onda che lo travolse, la sua posizione si stazionò  fra il“venire quasi fatto a pezzi da colui che odio” e “ indossare una t shirt rosa con scritto mom” ( penso che nessuno di noi mai dimenticherà le sue corse a Water Seven).

La cosa che pero sembrava dargli più fastidio non era il freddo, la nebbia o l’ acqua che gli bagnava persino le mutande, ma bensì il breve istante di terrore che si era concesso guardando la rossa.

 Per un istante, un singolo e terribile momento, aveva sul serio temuto che  alla domanda di Franky su quale fosse la rotta per uscire da quel maledetto inferno, lei avrebbe risposto semplicemente                                                                “Non lo so”… ma, comunque, si era ripresa molto bene.

Cioè, non che lui non avesse capito che erano condannati a un triste esilio sul fondo oceanico, ma fra il saperlo e l’ ammetterlo ne passava parecchia. In fondo, dai lacrimoni di Chopper al moccio che scendeva dal naso di Usop, si capiva che più o meno tutti fra i nakama avevano interpretato come lui quel messaggio.

Solo il capitano era rimasto fermo, fra i raggi del sole/leone che fungeva da polena, a scrutare l’ orizzonte  con il suo solito mite sorriso ottimista. E loro, come potevano deluderlo? Il verde sogghignò. Lo avrebbero seguito anche fra le volte dell’ inferno, se solo lui fosse rimasto lì, al suo posto , sulla prua della nave. Lui li aveva liberati dai propri problemi, gli aveva dato la sua amicizia incondizionata …

 E per questo, tutti loro erano felici di poter morire da pirati, di morire con il sorriso sulle labbra, se lui non si fosse accorto di nulla. Già sentiva le urla dei demoni chiamarlo, ed era maledettamente determinato a …

Hey , ma questa non era la sua immaginazione, qualcuno stava veramente urlando! Sembrava provenire da molto lontano, ma era comunque abbastanza forte da farsi sentire da tutti i membri della ciurma, che cominciarono preoccupati a guardarsi attorno.

–Ve lo avevo detto!- iniziò a dire il cecchino, con il muco che iniziava a scendere e le labbra che tremavano.

-Degli spiriti maligni ci hanno inseguito da Triller Bark, e ora reclamano la nostra anima!-

-Brutto scimunito! – attacco il biondo cuoco, impegnato a legare del sartiame – Come ti permetti di spaventare cosi le mie amate principesse? Si tratterà di un qualche gabbiano!-

-No … - esordì Nami – I gabbiani non si allontanano mai dalla costa,e non ci sono isole in questo tratto di mare per almeno un giorno di navigazione.  Comunque, a me sembra molto di più un urlo umano, di una ragazza forse … - concluse la sua analisi appoggiandosi al parapetto, totalmente incurante dei richiami di Franky  di riconcentrarsi sulla tempesta che si abbatteva ovunque.

-AHH, USOP, SEI SICURO SIANO SPIRITI MALIGNI? – la voce di chopper era altissima, e gli spasmi della paura cominciarono a farlo tremare,rendendo i suoi occhi bianchi.

-CERTO!- esordi sicuro il cecchino – Ti ho mai mentito?-

la sua voce flautata si incrinò nel sentire un coro praticamente univoco di “sempre” provenire da ogni membro della ciurma, escluso un Franky veramente occupato governare il timone.

E l’urlo nel frattempo si avvicinava, e ciò che prima era solo un mesto fischio di fondo arrivò quasi a superare i rumori dei fulmini.

 Fortunatamente Zoro ebbe la prontezza di riflessi di proteggersi la faccia quando una ragazza  coi capelli rossi, quasi interamente avvolta in un lungo panno violaceo, trapasso le vele e lo colpi in pieno: sarebbe stato orribile essere ricordati come il primo spadaccino ucciso da una donna piovuta dal cielo.

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Sono passati quasi due giorni dalla tremenda tempesta che ha incontrato la Sunny nel suo viaggio verso l’isola degli uomini pesce, e ancora adesso Franky  sta riparando i danni subiti all’ imbarcazione. Una tempesta molto strana, a dirla tutta: era iniziata in pochi attimi, ed era durata una decina di minuti, danneggiando la nave in modo quasi critico. E proprio nel momento in cui tutti pensavano che la si spezzasse, ecco che la tempesta spariva, come per magia … sembrava quasi che avesse gusto nel prenderli per i fondelli!

E , ovviamente, c’era stata la faccenda di Zoro … una volta usciti dal tifone, infatti, sembrava che lo spadaccino si fosse volatilizzato.

Già si pensava di invertire la rotta per cercarlo fra i flutti (idea che , in realtà , aveva avuto solo sette voti a favore, data l’ insistenza di Sanji a continuare sulla rotta maestra: a detta sua “finalmente il verde marimo aveva avuto l’ occasione di ricongiungersi con i molluschi suoi simili”) quando, senza ragione apparente, Brook  fece notare che non si ricordava di un buco così grosso nel castello di poppa.

Apparentemente una ragazza era piovuta dal cielo, aveva colpito lo spadaccino, aveva distrutto buona parte del fasciame e si era fermata assieme al verde proprio sul letto della camera degli uomini (si, ancora abbracciata al verde se ve lo state chiedendo).

 I commenti sono stati piuttosto variegati, partendo dall’ arrabbiatissimo Sanji (“come è possibile che quel porco sia riuscito ad attirare una tale fanciulla?”)fino alle battute di Brook (“Beh, certo che il nostro spadaccino si impegna in qualunque situazione, ehh? Yohohohooo!”), ma visto che i due sembravano piuttosto malmessi li abbiamo portati in infermeria di urgenza. Zoro è stato dismesso ieri, ma la ragazza non si è ancora svegliata: apparentemente dopo la caduta ha subito un duro colpo alla testa, ma essendo le sue funzioni vitali apparentemente stabili, ritengo si sveglierà a breve.

La piccola renna si distrasse dal suo diario di bordo, che chiuse lentamente dopo aver appoggiato la  pena nel calamaio.

Guardò la ragazza stesa sul letto. Non era brutta , anzi, quei capelli rossi le davano un tono molto sbarazzino, ma … aveva fatto degli esami preliminari, e oltre ad aver appurato una forte aritmia cardiaca (sembrava quasi che il suo cuore battesse te volte!) aveva constatato che, nonostante all’ apparenza dimostrasse poco più di 14 anni, in realtà ne aveva quasi 25.Si avvicinò al letto per controllare il battito.

 – povera ragazza … deve essere strano non poter crescere mai … - disse il medico scuotendo la testa.

La scena successiva si svolse in pochi secondi. La ragazza si svegliò, tirando una mazzata in testa a Chopper con tutta la sua forza, urlando a squarciagola “DAVIE, PIANTALA DI PRENDERMI IN GIRO, O GIURO CHE TI AMMAZZO!!”

Ciò fece urlare Choper, cosa che richiamò l’ attenzione della ciurma, che corse a vedere cos’era successo, trovando in infermeria il divertente siparietto di lei che lanciava ogni cosa si trovasse a portata di mano contro la renna, nascosta sotto al tavolo, gridando “quel procione parla! PARLA!”.

Tutto sarebbe diventato molto più incasinato, se l’ arrivo di Brook non avesse spinto la ragazza ad ammutolirsi e a fissarlo spaventata.

Svenne dopo che lo scheletro, in un modo estremamente galante, le chiese di far vedere le sue mutandine.

   
 
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