Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Fairy_Elk    29/12/2014    0 recensioni
Storia ambientata appena dopo Thriller Bark.
Mai avuto la sensazione, mentre sfogliavate le pagine di One Piece, che qualcosa non tornasse?
Che il caso girasse un po' troppo spesso a favore dei nostri nakama?
e se il caso avesse un nome ed un cognome?
e se, dopo un curioso incidente, avesse LUI ,bisogno della nostra ciurma?
questa e' la storia di coloro che neppure la morte riuscì a fermare, questa, è la storia della Death Fall.
ATTENZIONE:tutto ciò che scrivo rimane nelle idee di oda solo fino alla saga di Punk Hazard. Poi posso anche provare a seguirla.
Ma non assicuro niente.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CH2-DF1

Capitolo I : Tempo di presentazioni

Mary si svegliò. Non fu un risveglio lento, come ci si può svegliare in una tarda mattina di domenica, con tutta la tranquillità che la pigrizia può dettare.

Fu più il classico risveglio da lunedì  notte, con la sveglia puntata alle 5 e l’ autista dell’ autobus che non tollera  i ritardatari. Come biasimarla? L’ultimo ricordo che aveva da sveglia era di uno scheletro maniaco che  chiedeva di fargli vedere le sue mutandine. Appena si fu adattata alla luce e poté guardarsi intorno, vide 5 membri della ciurma dei nakama.

La stavano fissando.

Passarono svariati secondi in cui, con un abile rotazione compiuta unicamente dal bulbo oculare e non dalla testa, fisso uno ad uno ogni persona che aveva davanti.

C’era un uomo con i capelli verdi e lo sguardo da duro, una donna mora con il naso dritto, un ragazzo biondo con degli assurdi occhiali a forma di cuore( la montatura era orribile, sembrava quasi che il ragazzo avesse le sopracciglia arrotolate), un altro con un lungo naso e infine quello al centro, con un buffo cappello di paglia. Fu lui il primo a parlare.

-Perche ci stai fissando?-chiese incuriosito il ragazzo: lei, indietreggiando di più sul letto, prese lentamente il cuscino da dietro la schiena e lo mise davanti a se,seppure  dubitando della sua efficacia come scudo.

-Potrei farvi la stessa domanda.-

Passarono altri secondi nel completo silenzio.

“perché mi fissano? Chi sono, soprattutto ? e cosa è successo dopo che Davie mi ha lanciata giù? Starà bene? E gli altri?”erano solo alcune delle domande che frullavano nella testa del nostromo. Solo si limitò a fissare con maggiore astio il biondino vestito da cameriere, che la guardava come un bambino guarda un nuovo cucciolo.

Sanji, come chiamato in causa,iniziò a parlare. Non staro qui a riportare tutto ciò che disse, sarebbe comunque la classica sfilza di “chiamami mister prince” oppure “cosa questo umile servo può fare per renderti più felice?”, e sta di fatto che per l’ intera durata del discorso, lei tenne solo lo sguardo puntato su di lui: Le orecchie erano ben tese ad ascoltare una conversazione che, apparentemente, veniva da una stanza al di la della parete destra. Da quel che poteva capire una donna abbastanza adirata stava aspramente criticando qualcuno.

“Ma siete impazziti a farvi vedere cosi?” diceva la voce sconosciuta” Siete uno scheletro, un cyborg e una renna parlante, la gente non si aspetta che voi parliate, camminiate, o, in linea generale esistiate, quindi non potete semplicemente chiamare la prima ragazza che vi capita a tiro e chiedergli di FARVI VEDERE LE SUE MUTANDINE! Non dovreste farlo nemmeno se foste umani!Prima dovete far spiegare la vostra esistenza da qualcuno più o meno normale. Poi, se quella non comincia a ridere o a correre, potete parlare: ma non ti è sembrato troppo , Brook , il chiedere di mostrare la biancheria intima ad una ragazza semicosciente?! ”-la ragazza stesa senti un sospiro, e subito una voce conosciuta inizio a parlare

-Yohoho, ma , dolce Nami, la gente non mette in dubbio la mia esistenza: gli scheletri esistono, e un dato di fatto! Solo che, di media, quando stiamo fuori da un corpo, tendiamo a non muoverci troppo! Yohohoho!-

- Hei, sorella, Ma io cosa centro?- disse una voce decisa – Mica l’ ho spaventata io, manco gli ho chiesto nulla riguardo i suoi slip! Nemmeno mi sono avvicinato … sai, mi sembra tanto proprietà privata dello spadaccino, da come li abbiamo trovati, non so se mi spiego … -

La ragazza udì distintamente due rumori simili, ma comunque parecchio differenti:il primo assomigliava a un asse che si abbatte su un pezzo di metallo  , anche se sembrava che fosse attutita da qualche tipo di gel.... Il secondo era semplicemente un martello che impattava con un osso, con parecchia ovatta nel mezzo. Un sottile strillo e un pianto sommesso di bambino facevano da sottofondo a questi rumori, misti ad un “ti prego, io dovevo solo fargli da dottoreeeee!!”.

Le parole di Sanji diventarono ad un tratto estremamente interessanti,o comunque utili a distrarla dalle violenze commesse nella cabina affianco. Intanto, quello con gli occhiali a cuore aveva finito, e il moretto con il cappello di paglia sembrava intenzionato a parlare.

-Ciao. Io invece  mi chiamo Luffy, e sono il capitano di questa nave. Tu chi sei?- chiese con aria interrogativa. La rossa riflette un paio di secondi … certo, non poteva svelare la sua vera identità a quei ragazzi, ma poteva comunque dirgli il suo nome (tanto, nessuno lo usava più da almeno 20 anni, sostituito dagli occasionali “Marydoll” o “nanerottola”).

-Piacere- disse- Il mio nome e Mariann Lively. Mary per gli amici. Il vostro, invece?-domando ai restanti ragazzi che aveva attorno.

 Scopri cosi che il verde si chiamava Zoro, la mora Nico Robin e il nasone qualcosa simile a Hula opp, ma non ne fu così sicura: il ragazzo aveva cercato di riassumere in pochi secondi almeno una ventina di titoli, come “grande capitano”, “valoroso guerriero del mare “ e “re dei cecchini”, ma dopo il quinto si era miseramente persa. Poi arrivo, dalla moretta alla sua destra, la domanda che tanto la spaventava: Come mai sei caduta dal cielo?

Ah, bella domanda. Dire che il suo capitano, dopo aver ingaggiato una battaglia navale a 5000 metri di altitudine, avesse usato il suo potere per lanciarla in mare, non le sembro una risposta troppo azzeccata. Avrebbe sicuramente innescato una sequenza di domande a cui non avrebbe voluto rispondere. Fortunatamente il biondino arrivo in suo soccorso, se non altro per dargli più tempo per pensare.

-Forse- disse lui – Sei un angelo caduto dal cielo, e mentre volavi giù hai perso le tue piume- (ogni riferimento a Dragon Quest IX è puramente casuale, anche se dubito sul serio che qualcuno mai avrebbe potuto coglierlo)…

 Una pausa di mutuo e imbarazzato silenzio si levo dai 4, permettendo di sentire che, nell’ altra stanza, il litigio si era quasi completamente calmato. Lei, piano, inizio a dire l’ unica cosa che probabilmente la avrebbe salvata.

-Mi spiace, ma proprio non mi ricordo nulla. Un attimo prima ero a casa mia, a cucinare, e un attimo dopo stavo volando giu. Se, per favore, mi poteste riportare al mio villaggio, ve ne sarei estremamente grata-

Ovviamente le credettero  , o almeno non fecero sembrare il contrario. A Zoro, il più convinto, sembrava perfettamente normale che qualcuno, magari camminando sicuro nella direzione giusta, potesse improvvisamente ritrovarsi sopra a una nuvola. A lui non era mai capitato.

Non ancora.

Comunque, che le credessero o no, non e un problema che richiede un immediata analisi. Sta di fatto che, dopo averla preparata psicologicamente, le presentarono i restanti membri della ciurma: prima la rossa navigatrice, che si chiamava Nami, si presentò e con tutta tranquillità espose perche alcuni membri della ciurma non fossero completamente “umani”, ricordandosi del suo spavento di pochi minuti prima.

Mary ammise che ,effettivamente ,quella ciurma non aveva nulla da invidiare alla sua nella varietà di personaggi contenuti, ma comunque lei si era preparata più o meno a qualunque cosa nei suoi molti anni di servizio sulla Drunken Danish.

Uno scheletro canterino, un uomo di metallo e una renna dottore, però, le mancavano. Nei riguardi del suo spavento di pochi minuti prima  invece c’ era poco da dire. Solo non si aspettava di vedere questi personaggi appena sveglia , su una nave completamente sconosciuta. Per la recita della “povera ragazza indifesa e bisognosa di aiuto”, però, fece finta di provare un po’ di paura, mentre il moro scheletro le proponeva nuovamente di fargli vedere le mutandine.

In seguito, visto che era tardi, si riunirono tutti insieme a tavola:Cavolo, magari avercelo a bordo un cuoco cosi! Umi se li sognava di preparare manicaretti cosi buoni, e variare dal suo solito menu ( sushi a colazione, arrosto di mostro a pranzo e the a cena) le sembro il paradiso. Notò che l’ atmosfera era molto gioviale e accogliente, con il capitano che rubava nei piatti altrui, il cuoco che trottolava qua e la a portare prelibatezze, e lo spadaccino che beveva come un tombino, fra le note di violino dello scheletro e le battute del cecchino.

La navigatrice le fece vedere le sue carte nautiche, per capire più o meno su quale isola abitasse: e lì ebbe un problema. Lei non sapeva su quale isola dovessero andare, ne su quale avrebbe avuto la possibilità di ritrovare la sua ciurma. La sua unica sicurezza era nella sua tasca destra, sotto forma di un pezzettino di carta stropicciato. Una vivre card. Comunque se la cavò anche in questa situazione, indicando un isola più o meno boscosa, a 4 giorni di navigazione. Avrebbero pensato gli altri a trovarla, tanto a quel punto il suo capitano poteva essere ovunque nel mondo.

Dopo che anche questo breve momento di rischio se ne fu andato , si ritiro nella stanza delle ragazze. Un comodo letto era stato fabbricato sul momento dall’ abile carpentiere, e lei , stanca, vi si buttò sopra a pesce. “strano” pensò “mi sento stanca, eppure ho dormito quasi una settimana, secondo il medico”

Mary pensò divertita al musino del dottore, spaventatissimo per quella che secondo lui era un aritmia cardiaca in stadio terminale. Quasi le dispiacque mentirgli, dicendo che tutta la sua famiglia ne soffriva , ma nessuno fortunatamente ne era ancora morto. Non avrebbe potuto dirgli la verità nemmeno se avesse voluto  perché, effettivamente, ne sapeva veramente poco pure lei. Si stava quasi per addormentare, quando nella cabina entrarono le sue due “coinquiline”, venute a sdraiarsi come lei.

-Hei- disse la navigatrice- Ma, dimmi, che mestiere fai tu?-lo sguardo interrogativo di lei sembrava non voler accettare nessuna scusante, mentre il suo volto aveva l’ espressione tipica di chi non cambierà discorso così velocemente. Quindi c’era qualcuno in quella nave che dubitava del suo racconto assurdo!

Fortunatamente la risposta, seppur lontana dalla realtà, le venne spontanea. Non era proprio un mestiere, più … qualcosa che le veniva veramente bene.

- Io sono una sarta- disse- E anche piuttosto brava, modestia a parte … -

L’ espressione della rossa mutò in un sorriso furbo. Sembrava una gatta, scaltra e osservatrice, pronta a saltare addosso alla preda alla prima occasione.

-La modestia e la virtù delle persone modeste : e nessuno, su questa nave, lo è. Ognuno di noi ha un sogno e, credimi, nessuno vuole essere il secondo in nulla. Per esempio, io voglio tracciare una carta di tutte le terre del mondo, mentre lei- disse indicando la mora , che si stava cambiando – Vuole svelare il mistero del secolo buio della storia mondiale, se sai cos è-

La sarta guardo un attimo Nico Robin. Ah, se soltanto avesse saputo che a meno di mezzo metro da lei c’era una persona che poteva darle tutte le risposte, chissà, magari il suo volto di pietra avrebbe potuto degnarsi di alzare per un secondo un sopracciglio. Ne dubitava sul serio.

-Scusa , hai detto di essere una sarta?- disse “volto- di- pietra” -Perche, sai, avrei un paio di vestiti che adoro ma che mi vanno un attimo stretti, e avrebbero bisogno di un allargatina-

Un allargatina? E va bene, tanto per 4 giorni, non avrebbe avuto null’ altro da fare.

 :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

 

Altro luogo, altro tempo.

Era caduto dalla nave da ( se non  si sbagliava ) circa 24 ore, ma era difficile stabilirlo, data l’ oscurità che regnava sovrana attorno a lui. I suoi primi tentativi di alzarsi furono, lo ammise, un fiasco. Certo, i suoi pesanti stivali in piombo a tenuta stagna non lo aiutavano ma, cavolo, probabilmente era caduto da più di 5000 metri di altezza: e quasi la metà in profondità, aggiunse mentalmente. In fondo, se la meritava una bella dormita, e il buio assoluto che regnava a quella profondità conciliava estremamente il sonno. Da qualche parte, sulla sua persona, aveva effettivamente un paio di fiale di potente sonnifero, ma ritenne che fosse più saggio incamminarsi. Si mise una mano in tasca, estrasse la sua vivre card e la impugno saldamente, ma lasciandogli abbastanza spazio per muoversi fra le sue dita, indicandogli la direzione corretta.

Su.

Ah, sai che scoperta! Vabbe, si preannunciava una lunga camminata …  si sistemò meglio gli occhiali da sole (utilissimi in quel momento), mise a posto un paio di valvole sui suoi stivali, e si incamminò sorridente.

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

 

 

Nami scrutava l’ orizzonte dal castello di poppa. Non riusciva a dormire, a causa di un dubbio, che piano piano le rodeva il cervello. Beh, più che un dubbio lo avrebbe potuto chiamare intuito o, ancora meglio, sensazione.

Si, una brutta sensazione, ecco cosa provava lei in quel momento . La brutta sensazione di essere stata fregata. O, comunque, di non essere riuscita a fregare qualcuno, cosa che nel complessivo non cambiava nulla o quasi dal’l essere, appunto, fregata da qualcuno.

Tutta colpa di quella mocciosa … si era riuscita ad accaparrare la fiducia di tutti, persino della sua amica Robin. Ma lei no … lei non era stupida, e col tempo era diventata una maestra nell’ arte dell’ inganno e del sotterfugio. La pratica rende perfetti? Lei aveva quasi 15 anni di esperienza come ladra professionista alle sue spalle, e doveva ancora arrivare il giorno in cui qualcuno la sarebbe riuscita a giocare.

Erano passati esattamente sei giorni da quando quella ragazza era misteriosamente era caduta dal cielo, e quattro da quando si era svegliata dal ricovero, e nessuno, dico, NESSUNO a parte lei si era chiesto ne come ci fosse finita lassù, ne come fosse sopravvissuta all’ impatto. Calcolando le dimensioni del buco che aveva formato, era caduta da più o meno 5 km, metro più metro meno, aveva sfasciato del legno duro come acciaio ed aveva fatto perdere i sensi a Zoro , quando nemmeno una bordata di una nave della marina poteva minimamente disturbarlo.

Nei 4 giorni successivi lei si era ripresa alla grande , giocando con Luffy e chopper, ascoltando le melodie di Brook, le spiegazioni sulla nave di Franky e le balle assurde di Usop : lo spadaccino era l’unico a non averla presa in simpatia, ma, cavolo, c erano voluti 2 mesi solo perche iniziasse a trattare l’ archeologa come un essere umano. E poi, comunque, il loro primo “impatto” non era stato dei migliori … aveva dovuto portare per due giorni pesanti fasciature sulla testa, meritandosi l’appellativo di “turbante” da Sanji.

 Per il cuoco appena citato era meglio stendere un velo pietoso : Trattava la sua “ piccola fragolina “ come se fosse una mocciosa, viziandola con gelati, torte e spremute …  Avanti, anche se sembrava solo una quindicenne, Chopper  aveva detto che in realtà aveva 25 anni!

LEI STESSA ammetteva la sua vera età, eppure tutti la trattavano come una ragazzina … e a lei piaceva, lo sapeva che le piaceva la cosa! Più di una volta aveva finto dei malori, con giramenti di testa e quant’ altro, solo per attirare l’attenzione, ma chopper aveva già dedotto che  più che per un problema fisico, quei sintomi fossero da avvelenamento, e a meno che lei stessa non la stesse avvelenando solo con il pensiero, dubitava che qualcuno fra i nakama le potesse fare del male.

Anche Robin, quella più cauta e diffidente, si era sciolta una volta visti i risultati di Mary sul campo della sartoria: vestiti che la mora oramai dava per persi, rovinati o irrimediabilmente stretti, tornavano come nuovi nelle mani della rossa dopo appena un quarto d’ ora. Quarto d’ ora che passava da sola in un angolo sperduto della nave, o in una stanza chiusa, perche “ non le piaceva venire fissata mentre lavorava”… see, come no! Qualunque sporco trucco usasse per cucire, lei la avrebbe smascherata, e avrebbe dimostrato che  in realtà, li stava solo usando per i suoi biechi obbiettivi, qualunque essi fossero.

Ma ora lei la avrebbe messa alle strette, ormai aveva capito cosa la “mocciosa” stava facendo .Era salita sul ponte alle quattro di mattina, proprio per dimostrarlo:

da qualche giorno le sembrava che la rotta non fosse esattamente dritta, ma si fosse inclinata un poco. Certo, nulla di dimostrabile, ma abbastanza da far insospettire la navigatrice … e se lei li stesse dirottando? Ma oramai lo avrebbe scoperto a momenti. Secondo i suoi calcoli la prossima isola sarebbe dovuta essere l’ arcipelago Sabaodi, dritta davanti a se, a distanza di quattro giorni di navigazione: la tempesta li aveva spinti molto velocemente in avanti, accorciando di molto il tragitto.

E sarebbe dovuto essere all’ orizzonte, una volta che il sole fosse spuntato. Sennò, evidentemente qualcuno aveva manomesso il timone per portarli fuori strada.

La rossa sogghigno, stringendosi alla felpa pesante che la proteggeva dal freddo notturno , fiera delle sue deduzioni, aspettando l’ arrivo del’ aurora .

Aurora che arrivo, dandole il risultato che sperava.

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Il vento fischiava attorno ai suoi capelli color corvino, quando l’ alba attraverso il cielo colorandolo di giallo, di arancione, di verde e infine di rosso. Erano esattamente 3 giorni che non dormiva, come erano passati tre giorni da quando Mary era atterrata su quella stramba nave. Decisamente troppo.

Si stiracchiò ( aveva arti superiori e inferiori intirizziti dal freddo ) e guardò  con attenzione la piccola nave che compariva all’ orizzonte. Era stata una faticaccia riuscire ad orientare correttamente la rotta, in modo da farla scalare di un “percorso” in una notte. Come tutti , o quasi, nel grande blu sanno, vi sono 7 rotte praticabili per attraversare il mare, sette differenti percorsi con differenti rischi, tesori, insidie e, soprattutto, tracce magnetiche. Perchè molti dimenticano che ogni percorso possiede un'unica e irripetibile “traccia”, che permette al long pose di organizzarsi e di seguire un singolo “binario” magnetico, che dalla reverse mountain porta fino all’ arcipelago Sabaodi. Binario che non poteva essere cambiato in corso d’opera. Se sceglievi la rotta 1, la rotta uno dovevi seguire fino alla fine, pena la smagnetizzazione della suddetta bussola.

Solo in quel caso, quando tutte le tracce magnetiche si ricongiungono, è possibile fare una cosa del genere e non rimanere bloccati su un isola.

 Non era stato complesso addormentare la vedetta ( un buffo ragazzo con il nasone), per agire nell’ indiscreto anonimato della notte. Grazie alla sua vivre card era riuscito a puntare la nave dove ( secondo anche le carte trovate sottocoperta) aveva direzionato Black, una volta portato fuori dalla tempesta.

 “ ok” gli aveva chiesto il tetro spadaccino“quindi devo solo puntare dove mi trascina la corrente?”

“si, essenzialmente si. Ma, comunque, dovrei riuscire a tenerti d occhio.”

 Ed era vero. Nonostante si trovasse a più di 10 km di distanza, riusciva chiaramente a vedere  lo spadaccino , lontano, dormire saporitamente su quello che era stato l’ albero maestro della sua nave. La corrente lo stava portando esattamente nella direzione giusta.

Ahh, se non fosse stato per il sonno che aveva, tutto sarebbe stato perfetto. Entro 3 giorni e mezzo di navigazione, se la navigatrice avesse seguito il suo long pose, sarebbe arrivata sull’ isola di Downmount,senza alcun problema.

E lì avrebbero potuto ricongiungersi. Trovare poi un passaggio per il nuovo mondo non sarebbe stato un così grosso problema.

Per Umi e Davie, invece, sarebbe stato un pochino più complesso, c’ era solo da sperare che Mary avesse ancora la vivre card del capitano, mentre per il dottore … beh, che lui riuscisse a risalire dalle profondità oceaniche, non era certo un mistero. Lo aveva già fatto,soprattutto ubriaco, soprattutto per scommessa . C’ era solo da sperare che si sbrigasse.

Il vento soffiò più forte, dandogli un brivido. Oramai la corrente di aria calda che lo aveva sospinto sino a quel momento era solo un lontano ricordo … Beh, poco male, un po’ di moto lo avrebbe tenuto sveglio.

Sbadigliando (per quanto si potesse capire sotto la maschera da gufo che gli copriva il volto) sbatté un paio di volte le ali nere, prendendo un po’ di quota. Sarebbero stati i tre giorni e mezzo più lunghi, noiosi e insonni della sua vita.

 

(ATTENZIONE: e molto importante ricordare che gli eventi sopracitati avvengono ben 3 giorni prima che Nami abbia un qualunque sospetto, quindi avvengono il primo giorno dopo la convalescenza di Mary)

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

I nakama erano tutti riuniti in cucina, per la prima colazione, ognuno occupato nelle proprie attività, specialmente il mangiare le prelibatezze che Sanji aveva preparato.

I Croissant e le Brioche (si, con la maiuscola: erano cosi unici da avere un nome proprio!) erano intinte in dolci composte di frutta, o in fiumi di cioccolato fuso. I biscotti, lasciati a macero nel latte , scivolavano dolci lungo le gole degli amici.

A parte quelle di Nami e Brook.

La prima era troppo pensierosa per mangiare, mentre il secondo, in quanto scheletro,non aveva una vera e propria gola.

La navigatrice tutto ad un tratto , si alzò e richiamò l’attenzione dei compagni. Un ghigno furbo tagliava da un orecchio all’ altro il volto di lei e una luce maligna le brillava negli occhi.

-Ragazzi- disse, distraendo persino Luffy dalla propria colazione (cosa che neppure un toro scatenato sarebbe riuscito a fare)

– Ho qualcosa da dirvi riguardo alla condotta di una sarta di nostra conoscenza-

Il suo ghigno si volse verso la rossa, che la guardava con sorpresa. Era all’ angolo.

 

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Zoro camminava per i ponti inferiori della Sunny. Erano passate circa due ore dalla colazione. Apri la porta del magazzino, unico ambiente ancora  inesplorato.

Era ovviamente li da qualche parte. Fece qualche passo in direzione di una cassa molto sospetta, appena socchiusa, quando un sommesso rumore di pianto lo attiro verso una grossa giara in terracotta. Si fermò un attimo, ascoltando i pianto strozzato che veniva dal contenitore. Si sedette li a fianco, ad occhi chiusi, aspettando. Passò qualche minuto.

-Dai.- disse il verde- Tanto lo sai che sono qui, tanto vale parlarmi, no?-

 Il pianto strozzato si interruppe, trasformandosi in lievi singhiozzi soppressi.

-V-Va via, Zoro …- la voce della navigatrice era rotta, spezzata dalle lacrime.

-Lasciami i-in pace … voglio stare da sola … -

Lo spadaccino si alzò in piedi si avvicinò lentamente al vaso. Non fece in tempo a dire “dai, lo sai che non lo pensavano veramente”, che lei si alzò e, gettato da parte il coperchio in ceramica, cominciò a urlargli contro, mentre il volto le veniva bagnato da lacrime che come perle le brillavano sulla pelle.

-NON PENSAVANO COSA?! CHE FOSSI MATTA, CHE STESSI IMPAZZENDO, O PIU SEMPLICEMENTE CHE IO AVESSI TORTO?- Lo spadaccino la fissava con il suo solito sguardo tranquillo.

- non hanno detto quello … -

In effetti era vero. Quando, poche ore prima, la navigatrice aveva esposto la sua teoria ai compagni, nessuno aveva detto nulla del genere. Nessuno lo pensava … ma … nessuno pensava neppure che la loro ospite fosse in realtà una vile e meschina traditrice.

E quando lei sollevò la prova del ritardo nel viaggio, il commento di Franky su chi, effettivamente, fosse la persona incaricata di tracciare la rotta, aveva fatto il suo effetto.

 “non devi sentirti in colpa sorella” aveva detto “anche durante la tempesta, non eri riuscita a controllare la situazione. Magari dovresti prenderti una pausa”.

Anche il cecchino era d’accordo con la teoria del robot. “Un po’ di stanchezza può capitare a tutti. Comunque, anche se fosse, non vedo nessun motivo per cui Mary dovrebbe mentirci”

Ovviamente la navigatrice non aveva fatto una grinza su quei commenti.

 Avrebbe voluto rispondere, dire che si sbagliavano, ma i chiodi sulla sua bara continuavano a crescere, fra la preoccupazione del cuoco sul fatto che lei da un paio di giorni non mangiasse (Non era vero … si ricordava perfettamente di aver messo qualcosa sotto i denti, la sera prima … o a pranzo … forse del giorno precedente …) e quelle del medico, che la vedeva sciupata, come se non dormisse da giorni: anche in quel caso era, ovviamente, vero.

E quando anche Luffy stava per commentare, lei non resse. Come poteva restare, quando anche l’uomo che per primo l’ aveva salvata, l’ aveva resa importante strappandola da un destino terribile le stava per dare contro?

Scappò, correndo fuori dalla porta, verso l’ interno della nave, dove la avrebbero lasciata sola … Robin l’ avrebbe capita … aveva sicuramente detto agli altri qualche frottola, per tranquillizzarli, ma era sicura che almeno lo spadaccino la sarebbe venuta a cercare … lui era sempre stato in grado di capirla, da quando per la prima volta ad Arlong park si era giocato la sua vita, per lei.

Era più di un amico, anche se non lo dava a vedere.

Cioè, non si pensi male, non provava nulla per lui in quel senso ma … era come se avesse un fratello maggiore, che la aiutava nel bisogno.

E, quando Nami finì di urlargli contro, di tempestarlo di pugni, lui molto semplicemente la abbracciò, stringendola ai suoi forti pettorali, lasciando che la maglietta bianca assorbisse le sue lacrime.

 

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Un bellissimo panorama , formato da curve morbide all’orizzonte, era nel bel mezzo di una leggera pioggerellina tipicamente inglese, quando un uomo su una bicicletta si accorse improvvisamente di aver lasciato a casa l’ombrello. Non che la pioggia gli desse fastidio, ma tornare a casa a riprenderlo sarebbe stato difficile, se quelle due gocce si fossero trasformate, come i fulmini all’ orizzonte suggerivano, in una violenta tempesta. Cosa normale nell’ entroterra, dove basterebbe ripararsi sotto a un albero: ma li, in mezzo all’ oceano, dove il solo paesaggio erano le morbide curve delle onde, sarebbe potuto diventare un problema. Cosa ci faceva un uomo in bicicletta in mezzo all’ oceano mi chiedete? Beh, esattamente ciò che avrebbe potuto fare un uomo sulla terraferma.

Pedalava.

Solo che anziché pedalare su una strada, restava in equilibrio con la sua fida “bianchina”(la sua bicicletta) su un sottilissimo sentiero di ghiaccio. Sarebbe bastata una leggera spinta delle onde e lui si sarebbe trovato in acqua ( problema non da poco, considerato che non sapeva nuotare).

Per questo, quando un immenso drago bianco cadde dalle nuvole ,assieme ai resti lignei di quella che sembrava una nave , prima di ogni tipo di perplessità venne l’ immediatezza dell’istinto. Non fece in tempo neppure a notare la scritta “Drunken Danish “ in lettere dorate sulla chiglia.

Per impedire di cadere nel mare a causa delle immense onde dovute all’ impatto,dovette creare un iceberg di notevoli dimensioni con i suoi poteri, unico motivo per cui il ragazzo che cadde poco dopo non atterrò in acqua. E per fortuna.

Come Aokiji, neppure lui sapeva nuotare.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Fairy_Elk