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Autore: xwilliamseyes    26/12/2014    2 recensioni
"Io credo negli inizi che non trovano una fine.
Credo negli sguardi destinati ad incrociarsi e mai più a lasciarsi.
Credo nella pelle che si confonde e sente di non averne mai più abbastanza.
Credo nelle affinità di cuore e di mente, nelle affinità di ricordi e di futuri.
Credo nei sorrisi, nelle lacrime, nelle urla, nei silenzi condivisi perché in due tutto è diverso, tutto è più colorato.
E c'è il verde, il rosso, l'arancione.
E l'azzurro dei tuoi occhi.
Dei tuoi e di nessun altro, Louis.
Che risplendano da sempre nei miei e da sempre si rispecchieranno nei miei.
Siamo noi quell'inizio che non trova fine.
Siamo noi quell'amore perpetuo che dà forma ai nostri sorrisi.
Ai tuoi e ai miei.
Unici, inseparabili, infiniti."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Shadows Fall
 
Louis era ossessionato dalle vans ed io proprio non riuscivo a capirlo. Erano delle scarpe semplicissime e così fragili, in un anno ne cambiava fino a tre paia. Metteva ogni mese dei soldi da parte solo per comprarne delle nuove, possibilmente diverse dalle proprie. Ne aveva di diversi colori ma quelle che abbondavano erano quelle nere: del tutto nere o con piccole decorazioni in bianco. Ogni qualvolta si presentava a me con un paio nuovo io torcevo il naso e presentavo la mia consueta ramanzina: "Basta Louis! Cambia un po'! Ne avrai cinquecento! Stai sprecando solo soldi" e negli ultimi tempi avevo aggiunto la parte del debito che aveva nei miei confronti. Quando io lo tormentavo così lui osservava i suoi piedi calzati da quelle scarpe e sembrava essere in un altro mondo, non si preoccupava di darmi retta. Ero arrivata sul punto di arrendermi.
"Gabrielle?"
La voce fastidiosa di Vanessa mi distolse dai miei pensieri.
"Cosa?"
"Ti eri incantata"
"Si..mi capita. Comunque, fidati, il suo colore preferito è il nero"
"Ottimo! Allora indosserò un vestito nero domani, ne ho tantissimi di quel colore per fortuna" 
Appoggiò una mano sulla mia spalla come se volesse ringraziarmi in un modo diverso dai consueti e si aggiustò il capotto, chiudendo l'ultimo bottone. 
Io la guardavo, nient'altro. 
Sarebbe solo uscita con Louis, nessun problema.
"Io ora vado. A presto, Gabrielle"
Mi lasciò due baci sulle guance e scappò via, attraversando la strada trafficata davanti a noi.

Entrai in università e raggiunsi la mia aula.
L'aria era particolarmente tesa quella mattina per via dell'esame imminente ma in quel momento sembrava essere l'ultima delle mie preoccupazioni.
Mi sforzai con tutta me stessa a seguire quella lezione. Presi appunti, feci domande eppure la mia mente in quei pochi secondi di pausa deviava e si fermava su Louis. Mi presi la testa fra le mani e chiusi gli occhi cercando in tutti i modi possibili di scacciare via quel suo sorrisino fisso nella mia mente. 
"Gabrielle, tutto bene?"
Una mano si posò sulla mia schiena improvvisamente e sussultai. 
Era il mio professore di psicologia, il professore Turner.
"Si si, mi gira solo un po' la testa"
"La lezione è finita da ben dieci minuti, possibile che tu non te ne sia accorta?"
Alzai il viso avanti e intorno a me: effettivamente quell'aula enorme era completamente vuota.
Rimasi a bocca aperta prima di pronunciare un istintivo: "Cazzo". Raccolsi in fretta la mia roba e mi misi in piedi.
"Ti sei addormentata, vero?"
Scattai verso di lui e "No no, assolutamente!". Cercai di essere convincente ma purtroppo le mie abilità di recitazione erano pessime. Il professore si permise una risata mentre si dirigeva verso la cattedra, mettendo a sua volta i libri nella ventiquattrore.
"Capita"
Non sapevo cosa dire per provare a scusarmi, immaginavo che qualunque cosa sarebbe stata comunque a mio sfavore. Mi immobilizzai, sperando in uno suo congedo. Si rivolse verso di me nuovamente con un sorriso.
"Cosa ci fai ancora qui?"
"Mi scusi" e corsi via, il viso verso terra e la reputazione sotto i piedi.

Dopo aver pranzato nella mensa mi resi conto che non potevo continuare quella giornata, non mi andava di rischiare di addormentarmi di nuovo in aula. Mi diressi, pertanto, verso l'uscita evitando sguardi curiosi.
"Signorina Stock!"
Una voce familiare arrestò i miei passi e mi costrinse a voltarmi indietro.
Il professore Turner correva verso la mia direzione cercando di essere il più veloce possibile.
Il cuore iniziò a tremarmi. Avevo la terribile paura che mi avrebbero vietato di seguire d'ora in avanti i corsi per via di quel mio orribile comportamento. 
Sospirai.
"Professore.."
"Mi scusi! Ma dovrei parlarle di una cosa piuttosto importante"
Deglutii e schiarii la voce prima di ammettere e di pentirmi dei miei terribili peccati.
"Professore, se riguarda ciò che è successo stamattina io la prego con tutto il mio cuore di perdonarmi, è stata una brutta giornata ieri e vi giuro che non capiterà mai più"
Lo guardai fisso e la sua espressione era incomprensibile. Mi imbarazzava tanto e provai a guardare altrove.
"Non mi riferivo a questo"
"Ho commesso altri guai e non me ne ricordo? Certo Gabrielle che sei più idiota di quello che sembra"
"A cosa?"
"Ad altro, mi segua. Per favore"
Con la respirazione che si faceva sempre più faticosa mi accostai a lui e proseguì verso la sua direzione.

"La scuola ha in mente di offrire un master di comunicazione inizialmente in sede ad alcuni studenti e vorrei fare il suo nome, credo abbia delle potenzialità"
Sedevamo nella sua aula. Lui sulla cattedra, io sulla sedia esattamente di fronte. Al suono di quelle parole mi rilassai per un attimo ma ripresi ad avere i nervi tesi l'attimo seguente.
"Io? Ci sono alunni molto più capaci"
"Sicuramente, ma io non cerco bravura scolastica piuttosto bravura spirituale, ecco"
"E cosa le fa pensare che io la abbia?"
Sospirò e incrociò le mani.
"Tutto. E' un' alunna brava, ma non eccellente eppure lei ha grandi potenzialità. Questo mi fa pensare che c'è qualcosa che la distrae o sbaglio?"
"No"
"Il master aumenterebbe la sua media in poco tempo e non è faticoso quanto studiare"
Stavo per fare una domanda ma lui mi fermò dicendo "e poi dopo ci sarebbe un meraviglioso viaggio a Stoccolma, completamente gratuito"
"Sarebbe un sogno"
Gli sorrisi, lui ricambiò.
Il professore Turner era sempre stato un tipo particolare, non solo per la sua giovane età ma per i suoi modi strani e insoliti. Parlava in modo colloquiale con i suoi alunni e più volte durante la lezione si permetteva di cambiare argomento con qualcosa che per noi era più interessante. Ma soprattutto, il professore Turner, era affascinante. Quel suo stile da ragazzaccio anni 70-80 era così avvolgente e sensuale che era impossibile non venirne folgorati.
"Allora..cosa mi dice?"
"Accetto. Ben volentieri, anche"
"Perfetto! Nei prossimi giorni ci aggiorneremo"
Mi strinse la mano e mi lasciò andar via.

Il terrore iniziale si era trasformato in pura e folle felicità. Volevo urlare quell'opportunità che mi era stata data ma sapevo che non sarebbe stato opportuno. Corsi via, verso la fermata del bus e mentre aspettavo scrissi un messaggio a Louis: "HO UNA NOTIZIONA!"

Attesi per quei venti minuti di viaggio una risposta con lo sguardo fisso sullo schermo ma non la ottenni, mi preoccupai ma non troppo. A Louis lo avrei raggiunto quel giorno anche se fosse stato sul capo del mondo.

Scesi alla mia destinazione con altrettanta fretta dirigendomi verso la sua casa. 
Bussai più volte fin quando non mi rispose.
"Chi è!?!"
"Louis, sono io!"
"Gabrielle.."
"Louis?"
"Sali dai"
Aprii il portone e mi diressi al suo interno.

"Ciao Johannah!"
"Ciao Gabrielle!"
La madre di Louis mi aprì la porta, accogliendomi con un caloroso abbraccio.
"Come va?"
"Tutto bene, il solito. A te?"
"Mai stata meglio! Ma Louis dov'è?"
"E' in cucina con Vanessa"
Non potevo aver sentito bene.
"Con chi?"
"Vanessa"
Divenni di sasso in corpo e in viso.
"Seguimi, ti accompagno"
Johannah mi fece strada lungo il corridoio. Non appena vi entrai lo sguardo fulmineo di Vanessa incrociò il mio.
"Gabrielle! Anche tu qui"
Louis mi dava le spalle e non si disturbò a voltarsi.
"Già. Dovevo dire una cosa a Louis ma vedo che è impegnato"
"Ma no, tranquilla. E' tutto il giorno che sono qui"
Nella mia mente iniziarono ad affollarsi così tante emozioni che elencarle tutte sarebbe impossibile.
"Louis alzati e vieni con me. Devo dirti una cosa in privato"
Non oppose resistenza, si alzò e mi seguì verso la terrazza.

Ci ritrovammo l'uno di fronte l'altro. Io l'attenzione fissa su di lui, lui altrove.
"Allora, cosa devi dirmi di così urgente?"
E gli diressi uno schiaffo, il più forte e sincero che io avessi dato in tutta la mia vita. Allontanai la mano e la forma delle mie dita si era tatuata sulla sua guancia destra.
"Ma sei impazzita!"
"No Louis, quello impazzito qui sei tu!"
Sbraitai e gli puntai un dito contro. Lui afferrò la mia mano e la fermò dinanzi a se.
"Ora ti calmi, mi hai capito?"
"Io non mi calmo, mio caro. Come pensi che ci riesca dopo lo schifo che stai combinando?"
"Ma di cosa stai parlando?"
"Ti sembra normale non rispondermi ai messaggi, non preoccuparti minimamente di me e invece dare tutte queste attenzioni ad una sconosciuta?"
Mi sferrò un'occhiata prima di ridere sotto i baffi.
"Tu sei pazza, ma davvero"
"Cosa?"
"Cosa ti fa pensare che ti siano dovute tutte queste attenzioni, ah?"
Ora quello incazzato era lui. Tirò la mia mano verso di lui e la strinse forte. I nostri visi distavano pochi centimetri e le nostre emozioni contrastanti ma tanto simili iniziarono a fondersi con la differenza che le mie si indebolirono e le sue si rafforzarono. Quella domanda mi penetrò come una lancia appuntita e il suo sguardo animalesco provocò in me la fuoriuscita di una lacrima.

-SPAZIO AUTRICE
Salve gente! Spero stiate passando delle belle feste. Passando al capitolo, l'aspetto psicologico di Gabrielle ne è protagonista: tanto forte quanto fragile, una notizia o comportamento è in grado di turbarla in pochi secondi. La scena finale, come è già evidente, avrà un seguito importante. Esprime la tensione che vi è fra i due, tensione che sfocerà in qualcosa. Scopriremo il tutto nei prossimi capitoli. Spero che questo vi piaccia, un bacio.
-Manu 

p.s. il titolo si ispira all'omonima musica dei "Random Forest"
  
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