Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Kieis_chan    27/12/2014    6 recensioni
Aveva deciso che non valeva più la pena, aveva deciso che senza quello stronzo che gli girava intorno, tormentandolo, non aveva più senso rimane aggrappato alla proprioa vita. Ma un giorno, quando meno se l'aspettava, inruppe prepotentemente nella sua triste vita lui e, in qualche modo tutto cambiò prospettiva.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eustass Kidd, Killer, Kureha, Silvers Rayleigh, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Save me

 
 
 
 
Capitolo 4.5: Crudele realtà
 
 
 
 
 
Lo sguardo di Killer mutò nel vedere quel ragazzo fra le braccia dell’amico.

Era decisamente impossibile.

-Ma che cazzo…- mormorò facendo un passo verso di loro –Cosa stai facendo?- domandò confuso.
La testa rossa si issò in piedi, trascinando con se il moro stretto con forza –Che vuoi?- disse indietreggiando di poco, cercando di tenere la giusta distanza da quel tipo.

Non gli piaceva.

Il biondo inclinò la testa di lato, facendo cadere sulla sua spalla la folta coda bionda –Ti ho visto rannicchiato qui, pensavo fossi solo e sono venuto a farti compagnia.- ammise con finta clama, continuando ad osservare criptico il moro.
-Grazie per il pensiero, ma dato che non sono solo e sinceramente non so neanche chi sei, puoi anche andartene.- dichiarò con tono fermo, ferendo inconsciamente con quelle parole il ragazzo davanti a se.

-Prego?- borbottò infatti quello confuso, spostando lo sguardo fra i due ragazzi –Mi prendi in giro Kidd? Cazzo siamo cresciuti insieme come fratelli.- borbottò accigliato, assottigliando gli occhi.
-Forse con il vero Kidd, ma essendo un robot non ho la più pallida idea di chi tu sia. Quindi vattene con le buone.- ripeté con ostinazione la testa rossa, alzando la voce.

Rimasero in silenzio a guardarsi per un lasso di tempo che sembrava eterno, ma questo venne rotto dall’ acuta risata del biondo –Di nuovo con questa storia?- disse portandosi una mano sul viso –Kidd cazzo, non sei un robot.- affermò quello con sguardo dolce e preoccupato.
-Ma che cazzo ne sai.- sbottò la testa rossa infastidita, si stava innervosendo e la cosa non gli piaceva affatto.
-Non gliel’avete detto vero?- si rivolse Killer al moro, che scosse debolmente il capo portandosi un dito sulle labbra, per farlo smettere.

Il robot si girò verso Law, facendo scontrare dolcemente le loro fronti –Che vuol dire?- chiese confuso in un debole sussurro.
Law gli sorrise accarezzandogli il braccio coperto dal cappotto –Andiamo a casa Kidd.- mormorò rassicurante baciandogli la guancia –Te lo spiego a casa.- continuò indietreggiando.
-Ehi tu, falla finita, chi ti credi di essere?- sbottò Killer infastidito da quella visione, incrociando le braccia al petto guardando torvo il moro.
Kidd voltò la testa di scatto, puntando i suoi occhi dorati in quelli azzurri dell’altro –Il mio ragazzo.- sibilò corrugando la fronte –Mi sembra di averti detto di sparire.-

Il biondo sbuffò una risata scuotendo il capo –Kidd, quello non è Law.- affermò sorridendo amaro –Law è morto un anno fa.- sussurrò tristemente.

Nell’udire quelle parole, il mal di testa che l’aveva colpito poco prima tornò più forte e prepotente che mai. Nella mente di Kidd le immagini di quel giorno ritornarono in mente vivide e dolorose.


‘Erano nella stazione dei treni del piccolo paesino dove vivevano, Law era terribilmente arrabbiato e cercava con tutto il suo auto controllo di non mettergli le mani addosso.
-Ti avevo detto che per il tuo ‘matrimonio da sogno’, non avevamo abbastanza soldi. Quindi perché ti incazzi dato che sei stato tu a dirmi di vendere quei fottutissimi libri.- sentenziò Kidd. Parole che arrivavano alle orecchie del moro come una cantilena, riascoltata più e più volte.
Quello scosse il capo incredulo –Porca puttana Eustass-ya.- sbottò dandogli una spinta –In mezzo a quel mucchio di libri, c’era quello che mi avevi regalato tu con la dichiarazione.- proclamò infuriato –Ma a quanto pare a te non frega un cazzo.- dichiarò allontanandosi, avvicinandosi al binario.
-Deve cazzo credi di andare?- urlò rincorrendolo, afferrandogli con eccessiva forza il polso.
-Lontano da te, stronzo.- grugnì l’altro cercando di liberarsi da quella presa ferrea.’



Cadde in ginocchio Kidd, con le mani che spingevano le tempie nella vana speranza che tutto quel caos di ricordi e sentimenti si affievolisse.
-Perché?- urlò Law al biondo, guardandolo con tutta la rabbia che aveva –Non potevi aspettare?- domandò sull’orlo di una crisi di nervi.
Quello scosse il capo stupito –Non pensavo…- borbottò, osservando l’amico che cercava di controllare le urla, dovute a quelle sensazioni che aveva tenuto represse per tutto quel tempo.
Il moro posò una mano sulla base del collo carezzandola con le punta delle dita, nel modo in cui aveva imparato a farlo calmare –Kidd.- lo chiamò in un sussurrò, con voce calda e piena di sentimento –Va tutto bene.-

Successe tutto in un attimo.

La testa rossa ancora scosso da quel tumulto di emozioni, scostò con troppa forza la mano del moro che a causa della spinta, scivolò giù dal masso cadendo nel fiume gelido.
Sentendo lo ‘splash’ Kidd si destò da quel caos che aveva nella testa sporgendosi in avanti, nel tentativo di afferrare la mano del compagno –Law.- chiamò, guardando il ragazzo che cercava di lottare contro la corrente che lo stava trascinando.
-Lascialo andare, Kidd, quello non è il vero Law.- disse Killer, avvicinandosi all’amico tenendolo saldamente per la vita, cercando di evitare che facesse qualsiasi pazzia –E’ solo un robot.-
La testa rossa scosse il capo, mentre calde lacrime cominciarono a sgorgargli dagli occhi bagnandogli le guance –Mi dispiace.- urlò osservando il disperato tentativo del moro di rimanere a galla –Il libro l’avevo io.- borbottò mordendosi il labro –Non andare Law.- disse allungando il braccio, spingendo via con l’altro il biondo, scivolando a sua volta nel corso d’acqua.

Venne spintonato dalla corrente e in poco tempo raggiunse il moro, abbracciandolo stretto al suo petto –Mi dispiace.- borbottò nuovamente, mentre sentiva l’acqua gelida trasportarli giù, verso il fondo. Avrebbe voluto nuotare, avrebbe voluto portare a riva la persona che amava, ma aveva freddo ed era stanco e voleva solo smettere di sentire Killer urlare il suo nome.
 


___________________


 
 
’ Kureha osservava rattristita la figura dell’amico logorata dal dolore, per la perdita di suo nipote.
I genitori non dovrebbero mai vedere la morte del proprio figlio e, un nonno non dovrebbe sopravvivere alla mote d’entrambi.
-Dirti che mi dispiace non aiuterà.- disse la donna, posando una mano sulla spalla dell’uomo.
Quello accennò un sorriso aspro –Lo so.- affermò posando la propria mano sulla sua –Come sta Kidd?- chiese guardandola.
La donna scosse il capo –Si sta lasciando morire.- dichiarò con la voce colma di tristezza –Non riesco a farlo rinsavire.- ammise dispiaciuta.
Rayligh sospirò tremulo, tornando a puntare lo sguardo difronte a se –C’è qualcosa che possiamo fare?- domandò sperando in una risposta positiva. Infondo quel ragazzo era l’ultima cosa che gli rimaneva di Law.
La dottoressa rimase in silenzio per alcuni secondi, osservando il robottino inginocchiato davanti all’enormi corone di fiori –Esiste la robot terapia.- disse con calma –Potremmo far prendere al robot le sembianze di Law, sempre se tu e lui siate d’accordo.-

Il vecchio annuì –Haru.- chiamò osservando il robottino avvicinarsi a lui lentamente -Dovresti prendere il suo posto. Fare vivere nuovamente quel moccioso.- disse tentando di sorridergli –Puoi farlo per me Haru?- chiese inclinando lievemente la testa.’

 
 
________________


 
Kidd non sentiva più l’acqua gelida intorpidirgli il corpo, nonostante la percepisse, nonostante era cosciente di quel peso sul suo petto che lo spingeva sempre più giù.

Portò una mano sul volto di Law, ancora stretto saldamente nel suo abbraccio, accarezzandogli debolmente una guancia –Sai Law.- sussurrò con un sorriso –Sono felice di aver avuto l’opportunità di conoscerti e vivere i giorni più belli della mia vita con te.- dichiarò fermando la mano –E se tutto la merda che ho vissuto prima serviva solo a portarmi da te, sono contento anche di aver vissuto l’impossibile.-

Il moro si morse il labbro, scuotendo debolmente la testa tentando di scostarlo da lui per farlo tornare in superfice, ma quello continuò a mantenere la presa –Avevo promesso che sarebbe stato per sempre no?- chiese consapevole che ,quello, non era cosciente di quelle parole –Quindi sarà per sempre.- mormorò posando le labbra su quelle del ragazzo, chiudendo lentamente gli occhi.

Nella sua mente il sorriso di Law rimase impresso fino all’ultimo.
 
 
Killer trattenne un gemito di dolore, nel vedere il corpo senza vita del suo migliore amico, steso sulla sponda del fiume.
Non credeva di innescare con la sua presenza un tale meccanismo mortale, non pensava che Kidd fosse ancora così turbato dalla more del suo ragazzo.

Osservò il corpo congelato del rosso, che stringeva ancora quello del robot con le sembianze del moro. Alla fine Law, era riuscito effettivamente a portarglielo via.

Lui non era mai stato contento di quella relazione, non aveva mai approvato la scelta di Kidd. Per poter vivere con lui da uomo libero, si era venduto effettivamente un polmone e con quei soldi aveva riscattato la sua libertà, tutto quello per un uomo sfacciato e presuntuoso.

Non era giusto.

Si inginocchiò accanto a lui, incurante delle lamentele dei soccorsi e portò una mano sulla sua guancia sperando di sentire qual calore familiare, quello che durante le notti fredde da bambini lo riscaldava e lo rassicurava, ma non c’era nulla di tutto ciò.
-Kidd.- mormorò trattenendo i singhiozzi, mentre le lacrime scendevano con prepotenza.

Sentì una mano sulla sua spalla stringerla con forza, si voltò osservando un viso che non aveva mai visto, ma che aveva qualcosa di familiare –Alla fine l’ha seguito.- mormorò il vecchio dai capelli bianchi, mentre si faceva sfuggire a sua volta una lacrima, mentre gli occhi fissavano la figura del moro.
Il biondo annuì, tornando ad osservare il rosso –Lo amava davvero.- affermò a malincuore –Adesso saranno di nuovo felici.- borbottò cercando di farsi coraggio.
Rayligh assentì accucciandosi accanto il giovane –A noi resta solo di ricordarli com’erano.-

Killer sospirò alzando gli occhi al cielo, lasciando il via libera al dolore di fuoriuscire, sentendo i primi fiocchi di neve cadere.
Che ironia, si sarebbe prospettato anche un bianco natale.
 


__________________
 
 
 
‘Erano stesi sul pavimento di legno del portico, mentre osservavano i ciliegi in fiore e il venticello primaverile soffiava tiepido sui loro volti, scompigliandogli dolcemente i capelli.
Kidd posò la testa sul petto del moro, che si alzava ed abbassava ad un ritmo lento e regolare, accompagnato dal battito scandito del suo cuore. Afferrò con disinvoltura la mano dell’altro che aveva sullo stomaco, portandola fra i suoi capelli vermigli –Law.- lo chiamò, muovendo con la sua mano le dita dell’altro, facendogli capire cosa volesse.
-Cosa.- soffiò quello in beatitudine, cullato com’era da quel tepore prese ad accarezzare i morbidi capelli.
La testa rossa soffiò ruotando leggermente il capo, per guardarlo dal basso verso l’alto –Stavo pensando.- mormorò continuando ad osservare quel viso rilassato –Se io un giorno morissi, tu cosa faresti?-
Law aprì gli occhi di scatto, puntandoli nei suoi. Rimase in silenzio per un po’, cercando di formulare una risposta corretta e veritiera –Credo che il dolore mi logorerebbe pian piano, rubandomi l’essenza.- ammise, aumentando leggermente la forza nella mano che aveva fra i capelli del ragazzo –E tu?- domandò, tornando ad accarezzare quei capelli vermigli.
Kidd inspirò profondamente, metabolizzando la risposta –Credo che io morirei nello stesso istante, in cui esali il tuo ultimo respiro.- ammise distogliendo lo sguardo, sentendo il calore invadergli il viso –Ho promesso che sarei stato con te per sempre. Perciò Per sempre deve essere.- dichiarò strusciando il naso sul tessuto della maglia del moro, ispirando il suo profumo.
Law ghignò, richiudendo nuovamente gli occhi, stringendosi leggermente al compagno –Dannatamente romantico.- sussurrò.’

 
 
Fine.
_______________________________
 
Note di me:Siamo giunti alla fine di questa minilong. Sono felicissima che abbia avuto tanto successo e che vi sia piaciuta. So che questo finale vi lascerà l’amaro in bocca ma voglio spiegarvi il perché ho voluto dargli questa fine. Io sono dell’idea che dopo la perdita dell’amore della tua vita, non si parla più di vivere ma sopravvivere a quel mare di emozioni, che ti porta alla fine alla morte mentale, più che fisica. Ma la morte mentale secondo me è solo una sofferenza in più, perché qualsiasi luogo ti ricorderà sempre lui. Quindi ho voluto nel suo dramma dare un lieto fine a quella coppia che è finalmente insieme. Spero di essermi spiegata come si deve, se non è così chiedo scusa ma sono un po’ agitata! Insomma spero di avervi tenuto compagnia. Volevo ringraziare tutte le ragazze che mi hanno commentato fin adesso, vi adoro pasticcini, tutti quelli che hanno letto e messo fra i seguiti e preferiti, grazie di cuore. Spero di rivedervi in una prossima fic, che sarà di due capitoli ma dovrete aspettare.
Vorrei suggerirvi di leggere Goja, una bellissima fic di Eustass Sara, ovviamente la mia pasticciotta non sa della pubblicità, ma siccome è per me ed è effettivamente valida come storia, leggetela!
Io vi do un enorme bacio e fra le lacrime vi saluto tutte/i. Vi voglio un mondo di bene.
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Kieis_chan