Ero seduta alla mia scrivania a completare un disegno quando all’improvviso
sentii dei rumori alla finestra, confusa andai a scostare le tende e vidi Harry
in cortile che mi sorrideva e mi salutava con la mano. Aprii la finestra con il
sorriso «Ciao amore» mi fece venire il batticuore con solo due semplici parole
«Ciao Harry, che ci fai qui?» chiesi divertita vedendolo con le guance
arrossate per il freddo e i capelli scompigliati dal vento. Era bellissimo e
ancora non mi capacitavo di come fosse possibile che esistesse una persona come
lui «Devi scendere, devo farti vedere una cosa» sembrava un bambino la notte di
Natale, sprizzava felicità e gioia da tutti i pori «Arrivo subito».
Quando arrivai in cortile, senza esitare, allacciai le braccia al suo collo
e incollai le labbra alle sue. Non ne avevo mai abbastanza, sarei rimasta a
baciare Harry per ore, forse anche per giorni, era tutto ciò di cui avevo
bisogno «Ciao amore» sussurrò quando ci staccammo, mi mise una ciocca di
capelli dietro l’orecchio e mi accarezzò la guancia con la mano ruvida a causa
del freddo invernale.
Stavamo insieme da circa sette mesi ormai ma la vicinanza di Harry mi impediva
ancora di respirare, vederlo era ogni volta come la prima e quando mi
sussurrava che mi amava o mi chiamava ‘amore’ sentivo le farfalle nello stomaco
e sentivo il cuore battere come un tamburo.
«Dove andiamo?» chiesi prendendogli la mano e lasciandogli un bacio sulla
fossetta sinistra ben pronunciata grazie al fantastico sorriso che illuminava
il suo viso «Questa è una sorpresa, ma dovrò bendarti».
Mi trascinò alla sua macchina, non appena mi sedetti sul sedile del passeggero
si tirò fuori dalla tasca una di quelle bandane che usava per tenersi indietro
i capelli «Odio doverti coprire gli occhi, ma non puoi vedere dove andiamo» mi
lasciò un bacio sul naso prima di legare delicatamente la bandana dietro la mia
testa. Il suo odore impresso in quel pezzo di stoffa invase subito le mie
narici e cominciò a girarmi la testa, era il profumo più buono che avessi mai
sentito, mi lasciò un altro bacio sulla guancia prima di chiudere la mia
portiera e salire dalla parte del guidatore.
Ero nervosa, i miei sensi erano tutti in allerta, era orribile non riuscire a
vedere nulla. La mano di Harry appoggiata alla mia gamba mi rendeva leggermente
più tranquilla. Lo sentii ridacchiare «Cosa c’è da ridere?» chiesi un po’
scocciata, odiavo non capire dove fossimo né dove stessimo andando. Cosa voleva
mostrarmi? «Quanto è frustrante non vedere?» mi chiese divertito scoppiando poi
in una fragorosa risata, sbuffai e incrociai le braccia al petto, si permetteva
anche di prendermi in giro «Abbastanza frustrante, manca molto?» la macchina si
fermò, Harry prese la mia mano e mi lasciò un bacio sul palmo «Siamo arrivati
piccola».
Aspettai che venisse ad aprirmi la portiera e mi aiutasse a scendere dalla
macchina, mi prese una mano e mi passò un braccio attorno al fianco per
aiutarmi a camminare senza cadere nei miei stessi piedi.
Sentii delle chiavi infilate in una toppa, dovevamo essere entrati in un
edificio. Salimmo delle scale e sentii altre chiavi «Harry dove siamo?» chiesi
quando mi fece avanzare e chiuse la porta alle nostre spalle.
Le sue dita cominciarono ad armeggiare con il nodo dietro alla mia testa,
quando finalmente fui libera di guardare sbattei le palpebre un paio di volte
per abituarmi all’improvvisa luce.
Mi guardai intorno, eravamo in un appartamento che io non avevo mai visto,
ordinato e ben arredato «Dove siamo?» chiesi ad un Harry visibilmente eccitato
con un sorriso che andava da un orecchio all’altro «Benvenuta nel mio nuovo
appartamento».
Ero a bocca aperta, non mi aveva detto di aver preso un appartamento per conto
suo. Mi prese le mani e mi trascinò per tutta la casa facendomi fare un piccolo
tour.
Non era eccessivamente grande, ma era accogliente e ordinato, soprattutto era
di Harry e c’era il suo tocco personale.
Prima viveva da Louis, ma si vedeva che quella casa non gli apparteneva, questa
invece era sua: i mobili; i cd sistemati ordinatamente nella libreria; le foto,
tra cui qualcuna che ritraeva me o noi due insieme; il pianoforte in un angolo
del salotto e la chitarra in camera sua.
Era perfetta «Quando l’hai arredata?» chiesi continuando a guardarmi intorno
incredula di come fosse possibile che avesse un appartamento tutto suo «Ho
pagato la caparra da prima ancora che stessimo insieme, piano piano ho comprato i mobili e ho sistemato tutto». Si tolse
il cappotto e aiutò me a togliere il mio, li mise a posto sull’appendiabiti e
mi trascinò sul divano facendomi sedere in braccio a lui «Dove hai trovato
tutti i soldi?» chiesi incredula, non era possibile che avesse fatto tutto da
solo «Beh, è da quando mi sono trasferito a Dover che raccolgo i soldi per comprarmi
una casa, ho comprato i mobili da solo e ho pagato la caparra, ma mia madre mi
aiuterà con il mutuo, non è una zona troppo costosa questa per fortuna e tra un
pochi anni questa casa sarà ufficialmente mia» mi spiegò. Annuii e mi appoggiai
al suo petto lasciandomi cullare e stringere dalle sue braccia possenti.
Forse quella era casa di Harry, ma Harry era casa mia e ogni volta che mi
stringeva mi sentivo bene e sentivo che tutto andava al posto giusto «È
fantastica» sussurrai lasciandogli un bacio sul collo «Ti piace?» mi chiese
tenendomi stretta al suo petto, come se potessi svanire da un momento
all’altro, come se potessi andare via, ma non sarei mai andata via da lui «Si,
la casa è bella, ma la cosa più bella è che hai finalmente trovato la tua indipendenza.
Se me l’avessi detto ti avrei aiutato almeno ad arredarla» scosse la testa e mi
diede un bacio sulla fronte «Volevo farlo da solo e poi non ti avrei mai
disturbata per aiutarmi. Sai, sei la prima a cui la mostro» sorrisi, gli presi
la mano e cominciai a giocare con i suoi anelli come facevo sempre. Ero stata
la prima a cui aveva pensato, la prima a cui aveva mostrato la casa che aveva
ottenuto con tanti sacrifici e che ora guardava con un bagliore di fierezza
negli occhi.
Vederlo così felice di aver raggiunto un obiettivo mi riempiva il cuore di
gioia, per qualche strano motivo era sempre insicuro di se stesso e delle sue
capacità, ma lui valeva molto più di quello che credeva e magari questo nuovo
appartamento avrebbe risollevato un po’ la sua autostima «Sono fiera di te»
dissi guardandolo negli occhi, e lo ero davvero, ero fiera che avesse lavorato
tanto per ottenere l’indipendenza da lui tanto agognata.
Mi guardò con i suoi occhi limpidi e trasparenti che con la luce bianca del
cielo plumbeo che penetrava dalle finestre sembravano più chiari del solito
«Questo è tutto ciò che avevo bisogno di sentire» mi baciò senza darmi il tempo
di rispondere, mi adagiò sul divano e si mise sopra di me.
Le sue mani cominciarono a vagare sotto il mio maglione pesante, erano calde
nonostante la temperatura fuori fosse quasi sotto lo zero, dei brividi
cominciarono a salire lungo la spina dorsale quando le sue labbra si posarono
delicatamente sul mio collo e mi lasciarono una scia di baci leggeri.
Sentivo il cuore scoppiare, era possibile amare così tanto una persona?
Desiderare un contatto così intimo con questa e condividerci tutto?
Mi sentivo sopraffatta da tutte quelle emozioni che provavo, ero spaventata
perché sapevo che se tutto questo fosse finito io ne sarei uscita distrutta, ma
Harry era la cosa migliore che mi fosse mai capitata e le sue mani che
toccavano parti del mio corpo che non erano mai state concesse a nessun altro
sembravano al posto giusto, stavano facendo quello che dovevano fare.
Ero nata per stare con lui, ero nata per sentire le sue parole dolci sussurrate
al mio orecchio e sì, più volte sono stata incerta sui suoi veri sentimenti, ma
non perché lui non mi avesse dimostrato quanto ci tenesse a me, piuttosto
perché era pressoché impossibile che un angelo come lui si fosse innamorato di
me.
«Avrei voluto inaugurare la casa con una cenetta romantica, ma preferisco
questo» mi sorrise sfilando poi definitivamente l’indumento che ricopriva la
parte superiore del mio corpo. Rabbrividii al contatto con la pelle fredda del
divano che si incollò subito alla mia schiena, ma sapevo che presto non avrei
più sentito freddo.
Il corpo di Harry troneggiava su di me, slacciai la sua felpa che subito si
tolse per lanciarla da qualche parte nel salotto e senza esitare si sfilò la
maglietta.
Avevo imparato ad amare ogni singolo tatuaggio che ricopriva la sua pelle,
guardai il petto tonico e gli addominali appena pronunciati e pensai che mi
sarei sempre sentita al sicuro vicino a lui.
«Ti amo» sussurrai accarezzando con la punta delle dita i contorni della
farfalla tatuata sull’addome, sentii i brividi sotto al mio indice e alzai lo
sguardo su di lui.
Mi guardava, anzi no, mi contemplava. Sembrava che stesse ammirando una statua
in un museo greco, ma quello sguardo di adorazione era riservato a me e non ad
una statua. Ero lusingata e imbarazzata, quelle iridi verdi e fredde erano
fisse su di me e mi facevano sentire scoperta, non dai vestiti, ma come se
avessero scavato la superficie e ora stessero studiando la mia anima «Ti
amo anche io Claire».
Mi baciò l’interno del polso, come faceva sempre dopo aver fatto l’amore
con me, e si adagiò sui cuscini del divano «Non c’era modo migliore di
cominciare la mia vita in questa casa» disse ridacchiando, risi anche io compiaciuta
di sentire un suono così bello uscire dalle sue labbra «Grazie per avermi
portata qui, per averla mostrata a me prima di mostrarla agli altri» mi baciò
tra i capelli «Sei l’unica con cui voglio condividere la mia vita, sei una
delle ragioni per la quale ho voluto fare in fretta e finire di sistemare
questa casa. Voglio che questo sia un rifugio sicuro per te, voglio che tu
venga qui e ti senta a casa tua perché questa non è casa mia se non ci sei tu»
sospirai sentendo improvvisamente un peso sul petto e un nodo alla gola, gli
baciai il petto all’altezza del cuore «Sei tu il mio rifugio sicuro Harry»
mormorai prima di chiudere gli occhi e lasciarmi cullare dalle sue carezze e
dal battito del suo cuore.
Allora, premetto che dall’inizio
di ottobre che non pubblico, ma ho una spiegazione per tutto ciò: avevo perso l’entusiasmo,
mi sembrava che la raccolta non fosse apprezzata e mi dicevo “Se non piace, perché
pubblicarla?” e la penso ancora così, davvero … Poi però ho pensato che avevo
due shot pronte e almeno quelle potevo pubblicarle,
così mi sono decisa. Pubblicherò le ultime due shot
scritte (cioè questa e un’altra) e poi non so cosa farò. Sono molto legata a
questi due personaggi e dopo aver scritto la shot per
Natale mi è tornata la voglia di scrivere di loro due.
Non so quando verrà pubblicata l’altra, nel frattempo ringrazio già chiunque
avrà avuto la voglia di leggere e lasciare una recensione per questa shot!
Vi lascio tutti i miei contatti :)
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Twitter: ImSil
Vi lascio anche il link di una shot che ho scritto
per Natale: “Merry
Christmas”
Un bacio e alla prossima
Sil