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Autore: Jordan Hemingway    28/12/2014    3 recensioni
Narra la leggenda che all’inizio dei tempi Otto Clan si divisero le terre del Sud, prosperando sotto la guida del Primo Clan, che godeva della protezione dei draghi. Oggi i Clan sono divisi, e il popolo del Primo aspetta un segno dal loro Grande Protettore per tornare alla passata grandezza…
Due Figlie di Drago nate dallo stesso ventre, due metà dello stesso seme. Materiale da leggenda, ma si trattava di capire se da quella leggenda si potessero anche forgiare due armi letali, o se il fatto di essere state divise nel grembo della madre avrebbe influito sulla loro forza.
Prima classificata al contest "Sangue di Drago" indetto da ManuFury su EFP Forum
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Figlia di Drago



6
“Ai Figli di Drago la guida del Clan, all’Ordine la loro educazione”
Ibu Varaina
 
Tutto il Clan era davanti a lei, in ginocchio, mentre la Rani deponeva le insegne del comando ai suoi piedi. Vivianne non lo aveva mai creduto possibile, eppure la magia scorreva nel suo sangue. Era lei, e non Guinevre, l’unica Figlia di Drago, la Salvatrice.
Dov’era Guinevre? Il suo primo impulso era stato correrle vicino, spingerla a riprovare, sarebbe bastato concentrarsi di più…  La stretta di Madre Norah sulla spalla glielo aveva impedito, lo sguardo della Rani l’aveva costretta a prendere il talismano.
Ed era avvenuto il miracolo.
“Rendete onore alla Figlia di Drago, Nyonya Vivianne, nuova Condottiera del nostro Clan.” Le acclamazioni della sua gente, quelle stesse persone che non avrebbero scommesso un denaro su di lei, scendevano come miele dentro la sua gola. Volevano Vivianne: Guinevre non era più la gemella forte, e lei non era più la sua ombra.
L’albero era spuntato e fiorito, la magia era uscita dalle sue mani come sangue caldo, aveva sentito il Grande Protettore accordarle il suo favore. Guinevre era già sparita nella foresta quando lei era riemersa dalla trance: inseguirla non era più possibile. Non quando mille mani la sorreggevano per portarla al tempio.
Non era più un ombra.
 
Come nuova Condottiera, e come guida suprema del Clan, Vivianne entrava a far parte del Consiglio. Era stata indetta una riunione straordinaria, a cui la Figlia di Drago prese parte per la prima volta.
“In questo momento i nostri soldati si stanno preparando, Nyonya Vivianne: entro la fine della settimana potremo marciare contro gli altri Clan.”
“Così presto?” Tuan Hector socchiuse gli occhi. “Non dovrebbero ricevere un addestramento adeguato in preparazione di una guerra?”
Il Consigliere Nabur arrossì di rabbia. “State forse dubitando della forza del nostro esercito, Tuan Hector?”
“Non ho dubbi sulla forza, è dell’esperienza che mi preoccupo.” Il vecchio generale si alzò in piedi. “Quanti di voi ricordano l’ultima guerra, signori?” Tutta l’assemblea rispose affermativamente. “E quanti di voi hanno combattuto in quella guerra?” Domandò il Tuan, alzando la mano. Solo alcuni, tra gli anziani, lo imitarono. “E voi credete che il ricordo dei combattimenti basti ai nostri uomini come preparazione?”
“Che cosa suggerite, Tuan Hector?” Chiese la Rani.
“Di cominciare dal primo passo, mia signora. Di iniziare a portare piccoli gruppi di soldati in azioni di guerriglia, di insegnare loro tutto quello che abbiamo imparato dall’ultima guerra tramite l’esempio pratico. In questo modo, quando saremo pronti, potremo lanciare un’offensiva rapida e letale sugli altri Clan.”
“Ma potrebbero volerci mesi, anni!” Nabur e gli altri Consiglieri si agitarono nei loro scranni. “Con Nyonya Vivienne al comando non serviranno ulteriori preparativi.”
“La magia della Figlia di Drago non può essere usata a vostro piacere.” Affermò Madre Norah. “Inoltre, dovremo insegnarle ad incanalare il suo potere nel talismano e prepararla alla guerra. Tuan Hector ha curato il suo addestramento militare, a me e alle Ibu spetta la sua educazione soprannaturale.”
Tuan Hector aggrottò la fronte. “Che cosa hanno a che fare le Ibu con la magia della Figlia di Drago?”
“Come custodi della saggezza spirituale del nostro Clan abbiamo molto da insegnare.” Rispose dolcemente Ibu Andia, capo dell’Ordine, rivolgendosi direttamente a Vivianne. “La fonte della vostra magia è il Grande Protettore, e noi abbiamo dedicato la nostra vita a comprenderlo e conoscerlo.”
La Rani si alzò in piedi a sua volta. “Dunque è deciso: attenderemo la completa istruzione della Figlia di Drago Vivienne e l’addestramento sul campo dei nostri soldati prima di andare in guerra. Ci rimettiamo alla vostra approvazione, Nyonya  Vivianne.
Guardando tutta l’assemblea, e soffermandosi in particolare su Ibu Andia, Vivianne respirò profondamente.
“Approvo la decisione del Consiglio.” E sorrise.
Non sono più un’ombra.
 
L’addestramento con l’Ordine delle Ibu si protrasse per mesi, tanto che alla fine Vivianne smise di tenere il conto: le bastava imparare ogni giorno qualcosa in più sulla propria natura, sull’uso della forza che le scorreva dentro e sulle leggi che governavano il mondo. Ovviamente, senza dimenticare le lezioni di Tuan Hector.
Fu dopo qualche mese che le portarono il primo bambino.
“Sua madre è morta.” Le spiegò brevemente Ibu Andia. “Si era spinta troppo lontano dai confini durante la raccolta di frutta, ma nessuno si è accorto di cosa portasse in grembo fino al giorno del parto.”
Vivianne non capiva: il bambino, chiuso nelle sue fasce, dormiva tranquillo con un dito in bocca, e a lei sarebbe piaciuto poterlo prendere in braccio al posto di Ibu Andia.
Quest’ultima lo posò a terra dinnanzi a lei.  “A voi, Nyonya, spetta ora il compito di ucciderlo.”
All’inizio la ragazza pensò di non aver capito, ma quello che lesse negli occhi della sua maestra le tolse ogni dubbio. “Perché?” Domandò sgomenta.
Ibu Andia, in silenzio, tolse le fasce al bambino e si fece indietro. Due ali ricoperte di piume rosse si schiusero attorno al bambino, circondandolo completamente.
“Un Roq ha infangato il ventre della cercatrice di frutta” Andia guardò con disprezzo il neonato, che ora piangeva per il freddo. “Non possiamo permettere che simili abomini vivano in questo mondo.”
“Non capisco….” Vivienne scosse la testa debolmente. “Anche io sono come lui.”
“Voi siete la progenie del Grande Protettore. Questo essere è il frutto dell’accoppiamento di un mostro con una donna sfortunata. Crescendo, diventerà un mostro a sua volta, e potrebbe portare alla rovina tutti i Clan. E’ nostro dovere, come Primo Clan e come prescelti dal Grande Protettore, impedire tutto questo.”
“Ma è solo un bambino. Potrebbe imparare, potremo insegnargli…”
“Impossibile. Il sangue dei mostri prenderebbe il sopravvento sulla parte umana. Non è il primo abominio di cui ci occupiamo, Nyonya: finora il compito di risolvere il problema spettava a me, ma ora tocca a voi.”
“Non… Non voglio.” La ragazza si chinò a raccogliere il bambino, ma Ibu Andia fu più veloce: con un passo schiacciò il collo del piccolo, uccidendolo sul colpo.
Tremante, Vivianne raccolse il corpicino da terra, avvolgendolo nelle sue ali. Ibu Andia le si avvicinò e la guardò con dolcezza. “Era la vostra prima volta, e non vi biasimo per non esserci riuscita. Ma, se non volete che nel Clan si inizi a sospettare che la Figlia di Drago sia più vicina ai mostri che non al suo popolo, vi consiglio di imparare a eliminare la pietà dal vostro cuore.”
Quella fu la prima vera lezione dell’Ordine delle Ibu.


 


  
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