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Autore: LallaMatta4e    13/11/2008    1 recensioni
"-Sei rossa- commenta lui, con un sorriso compiaciuto sul volto.
-Magari perché un uomo di fronte a me è così scortese da farmi arrossire- ribatto io, reggendo a fatica il suo sguardo.
Maledetto lui e i suoi dannati occhi azzurri.
-Non sai che per conquistare una donna occorre farle mille complimenti?- mi sussurra all’orecchio.
Okay. Adesso basta. Che gran faccia tosta che ha. Ma come si permette? Non ce la faccio più.
Resto zitta, guardandolo in tono di sfida.
Non ci riuscirà. Non riuscirà a farmi abbassare lo sguardo. Non riuscirà a farmi arrossire. Non…
Troppo tardi. Non so come, ma mi ritrovo la sua bocca sulla mia.
Maledetto… in questi due secondi ne ha approfittato per…
Ma non voglio fermarlo. Strano da dire, ma mi piace. Non mi viene spontaneo bloccarlo oppure staccarmi da lui. Anzi, resto lì. Attaccata a lui con la bocca, con il respiro affannato."
dal capitolo cinque.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Oggi è Giovedì.
Purtroppo sono stata costretta a mettere la sveglia alle sette, perché devo andare al lavoro. A proposito: io lavoro insieme ad Angela e Sofia, che ci occupiamo di creare pubblicità. In tv, sui giornali… Da tutte le parti purché si tratti di pubblicizzare un prodotto. Ultimamente non abbiamo avuto nuove idee, anche perché Silvio per adesso, non ci ha dato nessun “ordine”. Per cui ora restiamo tutto il tempo in ufficio, senza avere niente di preciso da fare. Ovviamente insieme a noi tre, ci sono altre persone. Come Luisa, la segretaria di Silvio (e anche amante purtroppo, ma questo la moglie di Silvio non lo sa), oppure Edoardo (che è da mesi che sta facendo il filo ad Angela, ma lei anche se per ora è single, non ne vuole sapere), Michele (dicono che mi corre dietro, ma io stento a crederci) e Filippo.
Alle sette e cinquanta, salgo sulla mia auto e metto in moto. In meno di dieci minuti, sono all’entrata dove c’è Luisa che accoglie sempre con un monotono sorriso chi entra.
Questa volta però il sorriso di Luisa è più acceso. –Veronica! Che ti è successo?-.
Okay. Dovrò raccontare delle balle come ho fatto con Emilia, la mia vicina di casa.
-Oh- mi mostro stupita –ho avuto l’influenza-.
-Mi dispiace!- esclama lei –ma ora è tutto a posto, vero?-.
Annuisco, convinta. –Sì, sì. Tutto bene-.
-Magnifico! Silvio proprio ieri ha chiesto di te!-.
-Davvero?-.
Mi pare strano che si interessi a me. Non le basta più Luisa? Non dirmi che adesso ha deciso di cambiare…
-Sì!- conferma Luisa –aveva in mente qualcosa su una pubblicità… roba nuova, insomma-.
-Ah- affermo io, facendomi pensierosa.
Che avrà in mente, adesso?
-Sarà meglio andargli a parlare al più presto- mi consiglia lei.
-Certo! Vado subito!-.
Detto questo, giro sui tacchi e mi avvio verso l’ufficio di Silvio. Mi starà aspettando, spero.
Arrivata davanti alla porta, busso due volte.
-Avanti- risponde lui.
Apro, con cautela.
Il viso di Silvio s’illumina. –Veronica!-.
Io gli faccio un timido sorriso. –Buongiorno-.
-Come stai?-.
-Adesso meglio, grazie- dico io, avvicinandomi alla sua scrivania.
-Che avevi?- chiede lui, interessato.
-L’influenza- mento io –ora però è tutto passato-.
-Siediti, siediti pure- mi dice, indicandomi la sedia di fronte a lui.
Io mi siedo, incerta.
Da quando in qua tutta questa gentilezza?
Resto silenziosa, aspettando che mi dica qualcosa.
-Vorrai sapere perché ti volevo vedere- annuncia lui, guardando il monitor del computer davanti a lui.
-Sì- ammetto io.
-Ho ricevuto un’e-mail da degli importanti signori- spiega lui –che mi hanno chiesto se potevo pubblicizzare i loro prodotti-.
Lo fisso, senza capire.
-Ho voluto aspettare il tuo ritorno per darvi delle notizie- prosegue lui –la prima: da domani ci sarà un nuovo arrivato-.
Lo guardo, stupita. –Veramente?-.
-Sì. E’ un ragazzo sveglio. Si chiama Luca-.
Oddio. Un nuovo arrivato. Un nuovo arrivato!
-Sei senza parole?!- mi prende in giro Silvio.
-Ehm…- balbetto io –è che mi sembra strano… siamo in sette qui, e non mi sembra che manchi qualcosa-.
-No, assolutamente! Però uno in più non guasta mai- commenta lui, toccandosi il mento –specialmente a questi livelli-.
Lo guardo, con aria interrogativa. –Non capisco-.
-E’ un esperto lui di queste cose-.
Resto zitta, fissando il vuoto.
Quanti anni avrà? Sarà carino?
Oh Dio, perché mi sto facendo tutte queste stupide domande che con il lavoro non centrano niente?
Poi ritorno alla realtà. Sbaglio, o dal suo tono di voce sembrava ci fosse altro?
-Poi- procede Silvio –l’altra notizia è che avevo intenzione di affidare a voi l’incarico di creare la pubblicità per quei nuovi prodotti-. Fa una piccola pausa, poi riprende: -Che sarebbero della biancheria intima da donna: reggiseno, mutandine e calze-.
Non ci posso credere. A noi? A noi cinque comuni mortali un incarico così importante?
Ma che sto dicendo? Anche Silvio è un umano. Saranno tutte queste notizie improvvise che mi stanno dando alla testa.
-E Luca vi aiuterà con l’impresa-.
Lo osservo, sbalordita. Non ho la forza di dire nemmeno una parola.
-Mi raccomando- dice Silvio –conto su di voi-.
-E quanto tempo avremo?- domando io, speranzosa.
-Uhm…- mormora Silvio –diciamo… un mesetto mi sembra più che sufficiente-.
-Cosa?!-.
Impossibile. L’ho detto davvero? Ero talmente agitata, che non sono riuscita a frenare e… l’ho detto.
-Ci sono problemi?- chiede lui, stringendo gli occhi.
-Oh, no- borbotto io –nessuno-.
-Bene- conclude lui –puoi dirlo anche agli altri-.
Io annuisco, poco convinta. Dopodichè mi alzo e, dopo aver salutato, esco dalla stanza.
Okay. Tocca a me ora.

Angela, Sofia, Edoardo, Filippo e Michele non hanno fatto i salti di gioia appena ho riferito.
-Quello è matto!- esclama Angela.
-Come faremo?- chiede Sofia, terrorizzata all’idea –io non voglio perdere il posto!-.
-Non lo perderai- affermo io, con determinazione –ce la faremo-.
-Sicura?- mi chiede Filippo, dubbioso.
-E poi avremo l’aiuto di questo Luca!- aggiungo poi.
-Speriamo sia veramente bravo come ha detto Silvio- ammette Michele.
-Già- conferma Angela.
-Prima di tutto- dico io –dovremo cercare di farci venire in mente qualcosa… ma qualcosa di veramente originale-.
-E non la minchiata di sempre- aggiunge Edoardo, .
-Esatto- approvo io –quindi… qualcuno ha qualche idea?-.
Guardo gli altri. Ci siamo tutti riuniti nell’ufficio mio e di Angela.
Angela e Sofia sono sedute sul divano, Michele e Filippo sono in piedi, io sono seduta sulla sedia dove c’è la mia scrivania, mentre Edoardo è seduto sulla sedia davanti a me.
Silenzio.
-Okay- mormoro io –nessuno-.
-Ma scusate… ditemi voi qualcosa di bello per pubblicizzare un paio di mutande, il reggiseno e le calze!!- protesta Angela.
Io alzo le spalle. –Forse adesso non ci verrà in mente niente, ma col tempo…-.
-Col tempo un cazzo!- ribatte Edoardo –scommetto che tra un mese non sapremo ancora cosa fare!-.
-E dai- dico io –non essere così pessimista-.
-Non sono pessimista, sono realista!-.
-Okay- finisco io –ne riparleremo nei prossimi giorni quando ci sarà anche Luca, d’accordo?-.
Per fortuna tutti annuiscono. Poi, tutti tornano nei propri uffici.
Io sospiro, fissando il computer di fronte a me.
-Secondo me, ci vorrà un miracolo- mormora Angela, scoraggiata.
-Non lo so- ammetto poi.
-Ma come?!- esclama Angela, alzandosi –non eri la ragazza sicura e determinata di cinque minuti fa?-.
Io le sorrido. –Dovremo pensare a qualcosa-.
-Boh- mormora lei, sedendosi sulla scrivania imparte alla mia –so solo che adesso guardo la mia posta-.
Io resto zitta.
Ed io? La mia posta elettronica? Avrò ancora il coraggio di aprirla?
-Dai- dice Angela –guarda anche te la tua-.
Io alzo un angolo della bocca. –Non ne sono così sicura-.
-Ma perché?- chiede lei, stupita –non ci vuole tanto! Leggi e poi elimini!-.
-Una parola!- ribatto io.
Lei mi guarda strano. –Tesoro. Prima o poi dovrai affrontarlo-.
Già. Ma preferisco il più tardi possibile.
Poi decido. Okay. Ne aprirò solo qualcuna. –Va beh. Ne apro due o tre-.
Appena mi si carica la pagina di internet, inserisco la mia password dopodichè apro la posta ricevuta.
In tutto sono venti messaggi. Tra cui: dodici di pubblicità, uno di mia mamma che chiede mie notizie e gli altri sette sono di Gabriele.
Prima di tutto elimino quelli di pubblicità senza neanche leggerli, poi apro quello di mia mamma:

Ciao tesoro, tutto bene? Ti volevo invitare domenica mattina a pranzo. Ci sono anche i nonni e Francesca con Claudio. E’ un ritrovo di famiglia, insomma. Verrai? Mi raccomando, fammi sapere. Un abbraccio, mamma

Decido di risponderle subito, altrimenti dopo non ho più voglia.

Ciao mamma. Io sì, tutto bene e voi? Comunque per domenica va bene. A che ora devo essere lì? Baci, Veronica

Okay. Ora devo aprire la posta di Gabriele. Cosa mi avrà detto? Di sicuro si sarà scusato. Ma io ho già stabilito che non lo perdonerò.
Inizio a leggerle.

Scusa per quello che ti ho fatto. Non volevo, davvero. E’ stato un momento di debolezza, mi perdonerai mai? Rispondi per favore, Gabriele

Non mi hai ancora detto niente. Allora? Hai deciso cosa fare con questo povero deficiente?

E’ notte fonda, ed io non faccio che pensarti. Ho sbagliato, è vero. Ma resto comunque speranzoso e aspetto tutta la notte, e domani e dopo domani ancora. Aspetterò in eterno. Veronica, per favore ascoltami. Non potrai dimenticare tutto quello che abbiamo passato. Eravamo contenti. Allora perché rovinare tutto questa nostra felicità con una piccola distrazione? Ripeto, è stata solo una volta. Un momento di debolezza. Mi scusi? Ti prego, rispondi. Ti amo ancora, Gabriele

Ti sto continuando a chiamare sul telefono di casa, sul cellulare ma tu non rispondi mai. Sei davvero così incazzata? Perdonami!

Ormai quella non la rivedrò più. Non sapevo nemmeno come si chiamava. Mi perdoni? Rispondi!


Poi una voce mi fa tornare alla realtà.
-Che dice?-.
Guardo Angela. –Una schifezza. Uno più sconvolgente dell’altro-.
-Fa vedere- dice lei, alzandosi.
Poi guarda lo schermo del computer di fronte a me, cliccando di qua e di là. Io non ho il coraggio di rileggerli e non voglio nemmeno leggere gli ultimi due.
Così distolgo lo sguardo.
-Oddio- commenta Angela –che bastardo!-.
Io annuisco, assente.
-Cancellali!-.
Poi scuoto la testa. –Non importa-.
-Non gli rispondi?-.
Resto zitta.
Dovrei farlo? Mandarlo a quel paese?
-Forse- rispondo –che dici?-.
Lei annuisce, convinta. –Ovvio che sì! Digli vaffanculo, anche!-.
Poi ci ripenso. –Chiedo anche a Sofia-.
E così esco dalla stanza e mi dirigo verso l’ufficio di Sofia e di Filippo.
Busso alla porta e, senza aspettare una risposta, entro.
Trovo Sofia seduta sulla sedia della sua scrivania, intenta col computer.
Per fortuna Filippo non c’è.
-Ciao! Qual buon vento?- scherza Sofia.
Io le sorrido e poi vado subito al dunque. –Ti volevo chiedere un consiglio-.
Lei si fa seria e mi guarda negli occhi. –Dimmi-.
Io mi siedo sulla sedia di fronte a lei. –Gabriele mi ha scritto un sacco di mail dicendomi cose tipo “perdonami”. Cosa gli dico? Rispondo?-.
-No- mi suggerisce Sofia –almeno, io non lo farei. Chissene frega di lui. Devi dimenticarlo, cancellarlo da tutto. Dalla mente, dal cellulare, dalla posta elettronica…-.
-Uhm…- mormoro, poco convinta.
Magnifico. Angela dice di mandarlo a fanculo mentre Sofia dice di cancellare tutto. Cosa devo fare?
-Angela invece mi ha detto di mandarlo a quel paese- spiego io.
-Ah- afferma lei –cosa pensi di fare te?-.
-Non ne ho idea- rispondo io, incerta.
  
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