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Autore: izayoi007    13/11/2008    2 recensioni
Diversi anni dopo un'ipotetico seguito del manga: una missione conclusa nel migliore dei modi, si rivelerà portatrice di conseguenze inaspettate.
Naruto potrà mai essere più "bambino" di quanto già non sia?
E Sasuke? Sasuke odia i bambini. Riuscirà a sopportarlo senza cedere all'irrefrenabile impulso di ucciderlo con le sue stesse mani?
Non fatevi ingannare dall'ironia della presentazione. A tratti comico, ad altri serio e riflessivo; situazioni di diverso genere si alterneranno all'interno della storia. Non tutto è come sembra...
Sasuke/Naruto principalmente [friendship and brotherhood only]
Genere: Drammatico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3.

 

 

Ma che diavolo…!

Questo fu tutto quello che il suo nobile cervello di Uchiha fu in grado di elaborare quando, il pomeriggio successivo, aperta la porta d’ingresso della villa, si era ritrovato davanti l’intera popolazione della sua generazione. Quella situazione lo portò a confermare il suo pensiero della sera precedente, formulato nell’istante in cui Iruka si era presentato davanti alla sua porta: quando centrava Naruto, era capace di attirare su di sé, volente o nolente,  pressoché l’attenzione dell’intera Konoha. 

Con piglio severo e quanto mai seccato, Sasuke si ritrovò a rivolgersi a Shikamaru, forse l’unico tre i componenti dei vari team della sua generazione con cui si ritrovava ad andare d’accordo, oltre a Naruto e Neji.    

– Saresti così cortese da spiegarmi per quale dannatissimo motivo siete tutti qui a casa mia?!  - sillabò, cercando di mantenere la calma, seppur dalla sua voce trasparisse chiaramente quanto in realtà fosse irritato da tutto quello.                                                     

Per tutta risposta, Shikamaru sbadigliò e scrollò le spalle.                                                   

– Di preciso non so…l’unica cosa che so dirti è che mi ci ha trascinato Ino, sostenendo che lei e Sakura non potevano permettersi assolutamente di lasciare solo e triste un piccolo bambino carino come Naruto e soprattutto, non avrebbero mai permesso che Sasuke-kun si stancasse troppo nell’accudire un bambino tutto da solo. Credimi, Uchiha…è una seccatura, più per me che per te, ma…se non fossi venuto Ino mi avrebbe stressato a vita…sai com’è, no? – l’altro sbuffò e annuì secco; sì, conosceva quelle due e la loro insana  passione per lui. D’altro canto però, era perfettamente consapevole di quanto Sakura tenesse realmente al biondo e di quanto fosse preoccupata per lui in quel momento.                

– E di grazia…gli altri invece? – fu Neji, questa volta, a rispondere alla domanda del moro.

– Credo che siano state sempre Ino e Sakura, ma credo che anche Rock Lee centri qualcosa…- lanciò un’occhiata più che eloquente al ragazzo al suo fianco, entusiasta come pochi, e incrociò le braccia al petto.                                                                                            

– Dobbiamo far risplendere Naruto-kun e il fiore della giovinezza che è in lui! – esclamò convinto, sprizzando energia da tutti i pori mentre, ignaro dello sguardo avvelenato dell’ Uchiha, si diresse a grandi passi all’interno dell’abitazione, trascinando con sé l’intero gruppo.

Poche ore più tardi, Sasuke si chiese seriamente se qualcuno di loro lì dentro fosse normale. Seduto sul parchè di legno della veranda dell’abitazione principale del quartiere Uchiha, il moro osservava sempre più attonito e infastidito il caos che imperversava attorno al suo migliore amico. Sakura e Ino, seguite da Ten Ten e persino Hinata, perse nella loro contemplazione dell’adorabile bambino imbronciato davanti a loro (presumibilmente infastidito da tutto quel baccano, seppur lui stesso fosse un tipo relativamente agitato e confusionario), non facevano che emettere versetti e grida di giubilo e tenerezza ogni qual volta Naruto gonfiava le guancie arrossate per via dell’irritazione o assumeva espressioni buffe, che a loro detta erano semplicemente adorabili, e a giudicare da quanto tempo andavano avanti e con quanta enfasi ancora i loro gridolini fendevano l’aria, non avrebbero smesso poi tanto presto.                                       

Choji, armato del suo immancabile pacchetto di patatine, stava illustrando al piccolo i vari gusti e le diverse qualità esistenti sul mercato e le proposte dall’industria alimentare, informandolo su quale fossero le migliori e come fare per procurarsele senza cadere in un banale errore di scambio tra un tipo ed un altro. Al suo fianco, Shikamaru sbuffava di tanto in tanto, tentando di appisolarsi con scarso successo, infastidito dagli striduli acuti delle kunoichi. Nel frattempo, Neji e Shino, il primo inorridito da tutta quell’idiozia e il secondo per non si sa bene per quale motivo, si tenevano a debita distanza, intervenendo solamente di quando in quando, nel momento in cui la situazione sembrava precipitare oppure quando Rock Lee, preso dalla foga e l’agitazione iniziava a blaterare sproloqui insensati sulla giovinezza e l’importanza di un allenamento costante e fruttuoso.                     

Kiba, forse il più esagitato, cercava di convincere il bambino di come camminare a quattro zampe come i cani, durante una rapida corsa, fosse ben più proficuo e comodo che non correre tranquillamente sui soli arti inferiori. Sasuke quasi si strozzò con il the che stava bevendo quando questi tentò di far ragionare Naruto su quanto fosse ben più comodo persino soddisfare i bisogni primari, cosa che generalmente un essere umano aveva la decenza di fare in bagno, alla maniera dell’animale.                                                              

Decise che quello andava ben oltre la sua scarsa soglia di sopportazione e con una vena pulsante sulla tempia pallida si alzò e si diresse verso il gruppo, deciso a cacciare via tutti quanti.                                                                                                                       

Naruto, accortosi del fatto che Uchiha si stesse dirigendosi verso di loro, si alzò a sua volta e, dimentico di tutte le persone accanto a lui, sorrise e cominciò a correre nelle direzione dell’altro. Dopo qualche metro, sfortunatamente inciampò e cadde a terra.                      

Persino il moro si fermò.                                                                                                                

Lentamente il bambino si risollevò. Rimase immobile qualche istante con il viso chino e corrucciato e gli occhi strizzati, come se si stesse trattenendo dal fare qualcosa, poi, come se non fosse successo nulla, risollevò il viso e rivolse un enorme sorriso al ragazzo davanti a lui che, dimentico dei suoi precedenti propositi, con la solita aria indifferente, gli si avvicinò lento. Sorprendentemente, lo afferrò poco delicatamente da sotto le ascelle e se lo adagiò addosso, studiando i tagli più o meno profondi che l’altro si era procurato alle ginocchia. Più tardi li avrebbe medicati, non erano profondi, ma nemmeno trascurabili.   

Baka, quante volte ti ho detto di stare attento mentre corri?! Ti fa male? – lo rimproverò in tono piatto, ma con una nota di leggero biasimo. Naruto gli sorrise e dissentì energicamente. L’altro semplicemente annuì piano e lo rimise giù, allontanandosi di poco per raggiungere gli altri, che avevano fissato la scena in silenzio, chi troppo preso dalla tenerezza di quel momento come Sakura o Ino, e chi semplicemente perplesso dal comportamento quasi umano dell’Uchiha, e adempiere al suo intento originario.           

Evidentemente però, qualcuno lassù non era decisamente d’accordo con lui quindi, dopo aver fatto qualche passo, gelò quando davanti a sé, quasi dal nulla, apparve Sai.                  

Lo shinobi, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, si diresse direttamente verso Naruto. Si bloccò ad un metro scarso da lui e quando ebbe l’attenzione del biondo si piegò in avanti, avvicinando il suo viso a quello dell’altro per scrutarlo meglio.                                  

Dal canto suo, il bambino rimase immobile, scrutandolo incuriosito con i suoi grandi occhi acquamarina. Finalmente, il moro si decise a parlare.

 Mhm…avevo sentito qualcosa in giro riguardo a questo…- mormorò, riferendosi alla sua regressione -…beh, almeno ora avrai una scusa plausibile per giustificare le dimensioni del tuo cazzo. – commentò tranquillamente. Un pesante silenzio scese sulle sue parole.

Naruto, ingenuo e curioso ragazzino senza peli sulla lingua, si sporse lievemente da un lato e scrutò la figura di Sasuke – stranamente rigida come una statua di marmo – oltre quella di Sai e dopo aver aperto la piccola bocca, domandò candidamente.                                  

– Sasuke nii-chan, cos’è un “cazzo”? – il moro non rispose, non lo guardò nemmeno. Strinse i pugni e abbassò il capo poi, come se si stesse trattenendo, sibilò caustico.            

– Ora basta. Questo è troppo! Fuori. Tutti fuori da casa mia! – il pittore, come se si fosse accorto solo in quel momento del padrone di casa, si voltò con una falsa espressione sorpresa sul viso.                                                                                                          

Oh…! Sasuke-kun…ci sei anche tu?! – esclamò fintamente ingenuo. Sasuke, non volendo dare credito all’idiozia dell’altro, che invece sembrava trovare tutto quello molto divertente, si astenne dall’informarlo che quella era casa sua e che sì, era ovvio che ci fosse anche lui e preferì, per evitare di dare adito ad un’irritante diverbio, di ricordargli che lui non era nemmeno stato invitato.                                                                                                   

Beh, ad onere del vero, nessuno di loro lo era, ma lui più degli altri. Solo quando nella sua mano brillò pericolosamente una scintilla bluastra e lo stridio del chakra si spanse nell’aria, a tutti, persino ai più ottusi, fu chiaro che la “festa” era conclusa e che era ora di levare le tende.                                                                                                                           

Tutti tranne Sai, ovviamente.   

Il giovane AMBU rimase lì fino a che il colpo di Sasuke non lo sfiorò di pochi millimetri. Allora comprese persino lui, che era decisamente ora di andare e si dileguò, sparendo in uno sbuffo di fumo. 

Rimasero solo Sasuke e Naruto. Il primo ansimante e furioso all’inverosimile e il secondo seduto a terra, ancora intento a cercare di raccapezzarsi e comprendere quanto successo.

Guardò il moro e si domandò cosa l’avesse fatto infuriare tanto.                                           

Certo, quei tipi era strani, beh, forse non del tutto normali, ma erano simpatici ed erano stati i primi a giocare con lui senza guardarlo con disprezzo o senza disgustarsi e cacciarlo via a calci. Inoltre nella sua piccola e innocente testolina non era ancora chiaro il concetto di “cazzo” e voleva sapere di cosa si trattasse. Aveva intuito che doveva essere un termine piuttosto brutto o comunque da non usarsi spesso, soprattutto dalla reazione del suo “nii-chan” e aveva intuito, altrettanto chiaramente, quanto quel ragazzo moro dalla pelle ancora più chiara di Sasuke non dovesse stargli particolarmente simpatico.                        

Perso nelle sue elucubrazioni mentali, si accorse solo all’ultimo minuto di come l’altro se ne stesse andando, senza degnarlo di nessuna attenzione, lasciandolo lì da solo.                            

Si alzò e gli corse dietro silenziosamente, persino uno come lui comprendeva che quello non era il momento più adatto per fare domande o tentare un qualsiasi tipo di approccio.

Sasuke si avviò in bagno e una volta arrivato, afferrò una cassetta del pronto soccorso e si assicurò che Naruto lo seguisse, poi si diresse verso la cucina.                                           

Senza dire una parola, prese il bambino in braccio e lo fece sedere sul tavolo, cominciò a frugare fra gli oggetti contenuti nella cassetta del pronto soccorso e una volta trovato il necessario cominciò a medicarlo rudemente.                                                                            

Il biondo non ebbe nemmeno il coraggio di fiatare quando l’altro gli fece male, premendo troppo su una ferita particolarmente profonda. La sua faccia scura lo scoraggiava dall’emettere un qualsiasi suono, avrebbe persino smesso di respirare se avesse potuto.   

Fu così che passò il resto della giornata: cenarono, fecero il bagno e andarono a letto. Il tutto in religioso silenzio.                                                                                                      

Nel frattempo il piccolo Naruto tentava in tutti i modi di capire per quale motivo l’altro fosse tanto furioso. Proprio non comprendeva.                                                                  

Era vero, quelli erano dei veri e propri pazzi, ma sembrava che Sasuke ci fosse abituato o che comunque fosse rassegnato a loro. L’unico che proprio sembrava non digerire era Sai, quello strano ragazzo aveva detto qualcosa che doveva essere veramente compromettente ed in più, cosa assolutamente imperdonabile per l’Uchiha, l’aveva deliberatamente ignorato. Che fosse quello il motivo?                                                                                     

No, non poteva essere; Sasuke era permaloso e tremendamente orgoglioso ma era anche spaventosamente indifferente e quelle sciocchezze gli scivolavano letteralmente addosso, in più preferiva essere ignorato e lasciato in pace, piuttosto che costantemente oggetto di attenzioni, specialmente per quelle strane ragazze che sembravano adorarlo.                       

Magari era proprio quello il punto! Probabilmente era stufo di essere importunato continuamente da quelle due!                                                                                               

Ma…no, non era possibile, quel pomeriggio le ragazze erano state impegnate tutto il tempo a far compagnia a lui.                                                                                  

Lui…

Lui…

Lui…ah! All’improvviso, l’illuminazione. I suoi occhi azzurri si spalancarono nel buio della sua stanza ed egli si rizzò a sedere sul letto.                                                                  

Cavolo, non ci aveva proprio pensato! E se fosse stato proprio lui la causa del mal’umore dell’altro? Se fosse stato lui, senza nemmeno rendersene conto, a fare qualcosa che l’aveva fatto davvero infuriare?                                                                                         

Si intristì a quel pensiero. Non voleva che Sasuke ce l’avesse con lui…era l’unico che lo aveva trattato da subito come un essere umano, non lo aveva maltrattato e l’aveva accettato nella sua casa, prendendosi cura di lui senza pretendere nulla in cambio.           

Certo, aveva un carattere pessimo e alle volte sapeva rendersi davvero insopportabile, ma…non gli dispiaceva passare del tempo in sua compagnia.                                          

No, non voleva che il moro Uchiha fosse arrabbiato con lui, concluse.                                    

Nella sua stanza, nel frattempo, Sasuke era perso anch’egli in altrettanti spinosi pensieri e, non riuscendo a prendere sonno, si muoveva agitato fra le coperte.                                 

Perché diavolo succedevano tutte a lui?! Perché non poteva vivere in pace tra missioni e allenamenti e qualche ciotola di ramen con Naruto, tanto per passare il tempo a prenderlo un po’ per i fondelli?! Perché, si chiedeva, perché avevano fatto la conoscenza di Sai?!

Perché lui se ne era andato?                                                                                         

Diavolo, per la prima volta in vita sua, si ritrovava a pentirsi senza remore della sua scelta. Improvvisamente, risvegliato dai suoi pensieri, si accorse di alcuni rumori provenienti proprio dall’ingresso della sua camera. In allerta, e tentando di muoversi più silenziosamente possibile, allungò un braccio sotto il cuscino e afferrò saldamente il kunai nascosto sotto di esso. Non appena gli sembrò che l’intruso fosse a portata, con uno scatto felino si sollevò, gli saltò addosso e gli puntò il kunai alla gola.                

Con sua somma sorpresa, spalancò gli occhi quando comprese chi era colui che si dimenava fra lei sue braccia e lasciò la presa.                                                                           

– Naruto? Che diavolo ci fai qui? Perché non sei a letto? Pensavo fosse un intruso…- il bambino, si allontanò leggermente e abbassò lo sguardo, mentre le sue guance si imporporavano lievemente.                                                                                          

– Sasuke nii-chan…tu…sei arrabbiato con me? – il moro sussultò appena a quella domanda e si lasciò andare ad un lieve sospiro, poi si sedette a terra, sul suo futon.           

No.- borbottò burbero. E non lo era davvero, non era arrabbiato con Naruto ma con gli intrusi che quel pomeriggio avevano interrotto la quiete della sua esistenza. Intuì, però che Naruto, di natura particolarmente sensibile ed espansiva, avvertiva il suo malumore e, non riuscendo a spiegarselo, si era convinto automaticamente che ce l’avesse con lui.             

– Allora perché sembri arrabbiato e non mi parli? – incalzò ingenuamente il più piccolo con voce tremula. Sasuke si ritrovò a sbuffare di nuovo. Che bambino petulante.                                  

– Questo non deve interessarti, torna a dormire. – impose, voltandogli le spalle per rinfilarsi nel suo futon. Ma Naruto non si mosse, anzi, con sguardo deciso inchiodò le sue iridi acquamarina sulla schiena dell’altro.                                                                    

Rimasero così diversi istanti, fino a che Uchiha, a disagio, si volse un'altra volta nella sua direzione.                                                                                                                       

– Sei diventato sordo, Dobe? Torna a letto! – gli intimò, lanciandogli un’occhiata truce.

Ancora Naruto non demorse.                                                                                            

– Ne, nii-chan, perché sei arrabbiato allora? -  il moro ringhiò minacciosamente e si rimise seduto.                                                                                                                         

– Ho detto che non lo ero con te, ma se continuerai così lo sarò! Quindi ora sparisci moccioso! – sibilò fra i denti. Il più piccolo sussultò e si ritrasse appena.                                   

– Naruto non vuole che nii-chan sia arrabbiato con lui…Naruto sarebbe triste…- borbottò arrossendo all’inverosimile, poi aggiunse, meno imbarazzato, quasi con tono malinconico - …sono stato felice oggi, siete stati tutti molto simpatici e carini come me, nessuno lo era mai stato e per questo vi ringrazio, vorrei rimanere per sempre con voi…-.                                

L’altro si ritrovò, suo malgrado, ad essere piacevolmente sorpreso da tutto ciò. Con un tentativo piuttosto impacciato, il più grande appoggiò la sua mano sul capo dell’altro e si impegnò in un pallido tentativo di imitazione di una carezza fraterna. Il biondo lo guardò sorpreso e un’enorme sorriso illuminò il suo viso e la sua voce raggiante si diffuse nella stanza.                                                                     

Mhm..sai, non so bene cosa sia, ma credo…cioè…credo di volere veramente bene a Sasuke nii-chan…Naruto vorrebbe che Sasuke fosse veramente suo fratello…! – un lieve colorito rosato segnò gli zigomi chiari di Sasuke che si ritrovò spiazzato di fronte alla spontaneità del bambino, ma quella confessione gli scaldò, a dispetto di sé stesso, piacevolmente il petto. Per questo si ritrovò a farfugliare come un impedito, quando si decise a rispondere malamente, ma il bambino prese quella sottospecie di insulto positivamente, conscio della natura burbera e poco aperta dell’altro.        

Sciocco…- si schiarì la voce, in un mero tentativo di riprendere il controllo e alzò lo sguardo, tornato impassibile.                                                                                              

– Ora tornate a letto però, moccioso! – impose, indicandogli la porta. Naruto sussultò e guadò in modo significativo il letto dell’altro.    

– Nii-chan, posso dormire con te? Ho paura a rimanere da solo…- l’ultima parte fu solo un borbottio indistinto di cui Sasuke capì poco o nulla, ma la sua risposta non cambiò comunque.                                                                                                                    

– No. – rispose telegrafico e il biondo s’imbronciò e gli strattonò una manica del pigiama. L’altro sbuffò spazientito e si coricò, dandogli le spalle.                                                    

- Nii-chan…-                                                                                                                       

- Scordatelo. -                                                                                                                

- Per favore…-                                                                                                                    

- Ho detto di no, sparisci.-                                                                                            

Quando non sentì più nulla, il moro si voltò ma quello che ottenne fu solo vedere Naruto che, in piedi di fianco a lui, lo fissava con gli occhi umidi di lacrime. Era chiaro l’intento di non farsene sfuggire nemmeno una, da come il bambino si mordeva ostinatamente le labbra.                                                                                                                             

Levò gli occhi al cielo e si fece un po’ più là nel futon, sollevando seccamente le coperte. Il biondo si illuminò e, senza perdere un solo istante di più, si fiondò fra le coperte e si allacciò all’altro a modi Koala. Sasuke grugnì ma lo lasciò fare.   

- Ora dormi però, Naruto – ordinò perentorio, sentì l’altro annuire contro il suo petto e si rilassò. Qualche minuto dopo, la voce di Naruto interruppe nuovamente il silenzio, facendo irritare nuovamente il moro, soprattutto dopo che ebbe udito quale insormontabile cruccio esistenziale impedisse all’altro di farlo dormire.                                                                       

Nii-chan…mi vuoi dire ora, che cos’è un “cazzo”? - la risposta che ricevette fu talmente dolorosa per la sua testa che lo convinse a non insistere più con quella domanda, soprattutto perché il ricordo di essa gli sarebbe rimasto impresso come un marchio con l’enorme bernoccolo che gli pulsava dolorosamente sul capo. 

 

 

 

 

 

 

Ok, anche questo capitolo è andato.

 

È assurdo, e Naruto e Sasuke, nell’ultima parte sono tragicamente OOC, soprattutto il moro, ma…freghiamocene! XD O almeno per stavolta! Ho voluto renderlo un po’ meno “glaciale e bastardo” e ovviamente venuto uno schifo. Vabbè, passiamo alle risposte ai commenti:

 

Miyuk: Grazie cara! Sono felice Naruto sia tenero e “puccioso”. Sì, la vecchia andrebbe presa a bastonate effettivamente…potrei meditara sulla cosa…mhm…XD A parte gli scherzi, sono contenta che sia saltata fuori l’analisi psicologica dei personaggi e che qualcuno si sia accorto del mio sforzo! ^O^.

 

Rinoagirl89: Come potrai notare, Sasuke e Sakura fanno del loro meglio (anche se non lo danno a vedere) per facilitare la vita a Naruto. Anche Sasuke, per quanto contrariato dalla situazione, mantiene un comportamento decente! Per i paring, direi che no, in questa storia non ci saranno. Semplicemente perché non hanno rilevanza qui, in questo contesto. Come ho già detto, il mio scopo è catalizzare la vostra attenzione su Naruto, la sua infanzia e la possibilità di riviverla con serenità assieme ai suoi amici. Spero di aver soddisfatto la tua curiosità. ^^

 

Nomiemi: Grazie anche a te per i complimenti. Sono contenta che tu abbia chiaro gli scopi e i temi principali di questa ff. Vuol dire che ho raggiunto un dei miei obbiettivi per questa ff! Sono contenta! Grazie anche per aver capito!

 

Talpina Pensierosa: Wa! Così tante?! Ne sono davvero contenta!!! Ovviamente sono ancora più contenta di aver ottenuto una lettrice e “recensitrice perenne”! ^O^ L’infanzia di Naruto è una questione che ha sempre colpito anche me, anche per questo ci ho scritto su una ff! (per questo e per un immagine che ho visto che mi ha scaldato il cuore!!!).

 

Ok, credo di aver concluso. Ringrazio ancora tutti voi, alla prossima – e anche ultima, visto che il prossimo è l’ultimo capitolo di questa ff – un bacione Izayoi007

 

                                                                                                                                                                                            

  
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