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Autore: fanniex    29/12/2014    2 recensioni
... -Perché? Come sarebbe uno come Jared?-
Sbuffai ignorando completamente in che modo avrei potuto rispondere a quella domanda. Contemporaneamente però, sul palco, Jay era salito in bilico su una cassa, tendendo le braccia verso l'alto fino all'inverosimile. La sua maglietta sgualcita si era alzata talmente tanto da mostrare quasi per intero gli addominali perfetti e l'eccitante bordo della biancheria intima. Ovviamente tutte le altre ragazze presenti erano prossime all'infarto. ... [ da cap. 6 ]
Esplorazione della psiche di una donna, all'apparenza normale, che ha avuto la sciagurata idea di imbarcarsi con un Leto in uno dei viaggi più traumatizzanti della vita: la famiglia.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jared Leto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Questa volta gioco in contropiede e le note ve le anticipo. Ma solo x chiarire prima che ciò che seguirà, ossia la “attesa” confessione di Jared, non ha nessun fondamento reale ma è frutto unicamente del mio cervellino bakato! Vi avverto che potrà anche risultare sgradevole in alcuni passaggi, ma ovviamente non rispecchia nessun giudizio personale né sulle persone esistenti coinvolte né sui fatti in sé. L'ho messa giù abbastanza dura?... Perfetto, proseguiamo!

Questa volta gioco in contropiede e una nota ve le anticipo. Ma solo x chiarire prima che ciò che seguirà, ossia la “attesa” confessione di Jared, non ha nessun fondamento reale ma è frutto unicamente del mio cervellino bakato! Vi avverto che potrà anche risultare sgradevole in alcuni passaggi, ma ovviamente non rispecchia nessun giudizio personale né sulle persone esistenti coinvolte né sui fatti in sé. L'ho messa giù abbastanza dura?... Perfetto, proseguiamo!

 

 

 

 

 

19: DAMMI LA CHIAVE DI QUELLO CHE E' TUO. ALTRIMENTI A CHE SERVE?

 

 

 

-Diciannove giorni!-

Sento a malapena Jared bisbigliare tra i miei capelli, con il respiro ancora spezzato.

-...Non posso credere di aver resistito tutto questo tempo senza poterti toccare!-

 Mi sollevo leggermente dal suo petto appoggiando un gomito sul cuscino per reggermi la testa con la mano. È doloroso staccarmi da lui, anche se solo di pochi millimetri. Soprattutto dopo essere stati lontani così a lungo.

Io poi ci passerei la vita sul suo petto. Ad accarezzare e venerare il motto tatuato sulla pelle che adorna la sua clavicola destra in un modo impunemente sexy.

 -Non vorrai mica farmi credere di non aver trovato nessun'altra che ti tenesse compagnia, amore mio adorato?-   Insinuo ironicamente sbattendo le ciglia con un vigore esagerato.  -Stai perdendo colpi?-

La mia coscienza si permette di scherzarci su perché sa perfettamente che non l'ha fatto. Ci giocherei la mia stessa vita.

Lui infatti mi fissa accigliandosi senza fiatare. E quando mi guarda così, con quegli enormi occhi capaci da soli di cancellarti ogni volontà, e un'espressione a metà tra il cinico e l'infantile, è davvero dura non rimanere spiazzata. Immagino già che cosa stia pensando.

Che è totalmente assurdo anche soltanto sottintendere che lui possa aver sfiorato un'altra donna in queste settimane. Poco importa che io stia giocando. Probabilmente me lo starebbe già urlando addosso se non fosse ancora stremato. Per quanto sia in splendida forma per un uomo della sua età, c'è da dire che i suoi tempi di ripresa non sono certo più quelli di una volta!

Abbiamo appena battezzato nuovamente le nostre lenzuola, fra le quali Jared mancava da troppo tempo, e stavolta nessuno dei due ha badato un granché al volume o agli effetti sonori. Ringrazio il cielo che Ali abbia il sonno ancora piuttosto pesante, come tutti i bambini. Anche se, conoscendola bene, ho il fondato sospetto che non ci avrebbe disturbati per nulla al mondo.

E capisco che non sia per niente una cosa appropriata da pensare, trattandosi di una bimba di otto anni.


-Se stai cercando di farmi incazzare, ti avverto che non ci riuscirai!-  Mormora Jay dopo aver recuperato un po' di fiato.  -Sono dannatamente felice in questo momento…-  mi attira ancora su di sé, cercando le mie labbra,   -... e tu sei troppo bella per perdere tempo a discutere...-

Avverto le sue mani scivolare piano sulla mia schiena imperlata di sudore e la pelle ricoprirsi interamente di brividi in pochissimi secondi. Intuisco che un secondo round è già molto vicino. E mi domando se sia giusto che mi decida a parlare adesso.

-Jay!-  Bisbiglio quasi soffocata dai suoi baci.  -Dobbiamo assolutamente parlare di una cosa.-

-Lo so!-  Ripete ancora una volta. Espirando a fondo come se dovesse recuperare energie e coraggio.

Perché continua a dire che lo sa? Che cosa diavolo sa?

Mi sollevo nuovamente, girandomi completamente su un fianco questa volta, imitata quasi subito da lui. Rimaniamo in silenzio a fissarci, concentrandoci per un istante infinito sui nostri occhi stanchi eppure estremamente felici.

-Jared, tu sai quello di cui dobbiamo parlare?-  Provo a domandargli, fremendo per la sua risposta.

Lui annuisce. E prende l'ennesimo lunghissimo respiro.

-Cameron!-

Che cosa?

Di certo questa è l'ultima risposta che mi sarei aspettata da lui, in un momento come questo! Sto per accingermi a replicare ma mi interrompe con decisione.

-Devo parlarti di lei!-

-No, Jar, ne abbiamo già parlato prima. … Non m'importa più, te l'ho detto. Quella donna è il tuo passato. Tu sei qui, ora. Con noi. … Mi fido di te. E se per te lei non conta, non conta neanche per me.-

Jared increspa le labbra in uno dei suoi celebri sorrisi da bambino compiaciuto. Ride anche con gli occhi. E solo guardarlo adesso mi fa dimenticare che cosa ci abbia condotti a questo momento. Mi fiondo su quelle labbra delle quali non riuscirei a dimenticare il sapore nemmeno tra un milione di anni.

-Ti amo da impazzire, Rica! … E quello che hai appena detto è meraviglioso … ma io ho bisogno di raccontarti di lei. Di quel Jared. … Non sono fiero di quell'uomo. Ma tu sai che non sono più così. Io … io ho fatto un sacco di stronzate. E continuo a farne. Però …-

Questa volta sono io ad interromperlo, stringendogli il volto tra le mani e sigillando le sue labbra con un minuscolo bacio denso di comprensione. Lo vedo in difficoltà ed è evidente che questa cosa lo stia davvero tormentando, come è chiaro che sia arrivato per lui il momento di liberarsene. Anzi, sono felice che voglia farlo con me. Adesso.

-Tesoro… guardami!-  Gli sussurro dolcemente.  -So perfettamente come sei! … E amo disperatamente ogni singola, infinitesimale cellula che fa parte di te. Niente di quello che puoi aver fatto o che può essere successo quando ancora non ti conoscevo potrà mai cambiarlo. … Io sono qui e lo sarò sempre. Se vuoi parlare, ti ascolterò.-

Jared prende un lungo respiro e cerca la mia mano, intrecciando le nostre dita, come se non potessero essere complete le une senza le altre.

-Conobbi Cameron ad un party di Tommy Hilfiger. Mi ci aveva portato un tizio di cui nemmeno ricordo più il nome o la faccia. Fatto sta che lei era lì. Sfavillante come un gioiello prezioso. Era il suo momento, all'apice del suo successo ed era …. bellissima!-

Lo vedo esitare. Un lampo di timore ed imbarazzo guizza attraverso l'azzurro degli occhi.

E allora gli sorrido teneramente, accarezzandogli piano la guancia.

-Ehi, testone...-  gli sussurro affettuosamente,  -... non penserai mica che io sia gelosa, spero? Lo so anche io che era bellissima, e credo che si difenda ancora piuttosto bene.-

Jared sbuffa poco convinto e mi lascia un piccolo e dolce bacio sulla fronte, prima di continuare.

-Probabilmente fu attrazione immediata … non lo so … sembrava che fossimo due calamite, destinate a fare scintille insieme. ...-

Okay! Ho appena affermato di non essere gelosa e dopo tutto sono stata io ad insistere tanto che mi raccontasse di lei. Ma non sarei onesta con me stessa se non ammettessi di sentire un accenno lievissimo di nausea aggrovigliarmi lo stomaco.

-... I primi tempi furono parecchio divertenti, lo devo riconoscere. Non avevo mai avuto una storia che si potesse definire seria. E di certo non con una donna come lei. … Mi sentivo come, boh, hai presente quelle giostre del luna park?-

Mi guarda per un istante e rivedo in lui quell'espressione da fanciullo cresciuto troppo in fretta che mi ha fatto perdere la testa. Annuisco.

-... Ecco! Ebbro e sballottato! Come se stessi vivendo sulle montagne russe. … Però andava tutto bene. Stavamo bene e anche del lavoro non mi potevo lamentare. Ho il vago sospetto che un paio di grosse occasioni cinematografiche che ho avuto in quegli anni le debba esclusivamente al fatto che stavo con lei. Ma tu mi conosci, ho un orgoglio troppo grande per ammetterlo, quindi… shh...-

Si porta l'indice alle labbra, intimandomi il silenzio, con un sorriso.

Dio, esiste qualcosa di più bello?

-... Insomma, andava tutto talmente bene che non mi accorgevo neppure che le cose in realtà non stavano andando poi così bene come credevo!-

Jared interrompe il suo racconto per un istante, socchiude gli occhi e sospira. Finora ha cercato di apparirmi calmo e tranquillo, quasi buffo, ma lo conosco troppo bene per non capire ugualmente quanto questa cosa lo stia facendo ancora penare.

La mia mano, che giaceva comodamente appoggiata sul suo petto, risale lungo i suoi capelli, incastrando dolcemente le dita tra le sue ciocche ribelli. E lui si rilassa quasi istantaneamente.

-Ehi! Va tutto bene, sta tranquillo!-  Gli sussurro con appena uno filo di voce.  -Ti amo, Jared!-

Forse non c'entra molto in questo momento, ma sinceramente non mi importa. Voglio dirglielo ogni volta che ne ho bisogno e voglio che lui lo sappia con certezza, sempre.

Riapre gli occhi, incatenandoli nuovamente dentro i miei, e rinfrancato dalle mie rassicurazioni, ricomincia a parlare.

-Non era molto che io e Shan avevamo messo in piedi la band e volevamo assolutamente trovare altri musicisti, non potevamo certo farcela da soli… avevamo grandi idee. Anche Shan, ci crederesti mai? … Solo che il tempo sembrava non bastare mai. Tra gli impegni cinematografici e Cameron e… la vita a Hollywood è molto impegnativa, hai fottutamente ragione tu a volerne stare fuori! … In breve, in pratica mi ero ritrovato tra due fuochi. Da una parte, Shannon e la nostra musica, e dall'altra la mia ragazza e il cinema.-

-Perché? Lei non voleva che tu suonassi?-  Mi azzardo ad interromperlo.

Lui ci riflette solo un secondo.   -Non credo! Cioè, le piaceva l'idea di avere un fidanzato musicista rock. Sì, credo che la cosa la attirasse parecchio. … Però era altrettanto fermamente convinta che con la musica non avrei mai sfondato mentre con il cinema, a suo dire, avevo ormai le porte spalancate. Secondo lei la cosa più giusta da fare sarebbe stata quella di concentrarmi sulla mia vera carriera e dedicarmi alla musica nel tempo libero. Come fanno tanti attori hollywoodiani… così, per hobby!-

Sgrano gli occhi incredula. E sì che finora l'avevo reputata tutto sommato una donna intelligente! Come aveva fatto a non capire che la musica è tutta la sua vita. Lo è sempre stata e lo sarà sempre. Persino a dispetto di tutti i successi e le gratificazioni che ha ottenuto in seguito con la recitazione.

-La cosa peggiore è che io avevo cominciato a pensarla come lei!-   Mi confida imbarazzato.   -Quello fu un periodo molto duro. Io e Shan litigavamo in continuazione. Alle volte non ci parlavamo per settimane intere. Anche mamma era logorata da quella situazione di merda. Sicuramente la faceva soffrire quanto noi, se non di più. … Ma non potevamo continuare così! E allora mi ritrovai a prendere la decisione più insulsa che avrei mai potuto prendere in tutta la mia vita: chiudere con la band! … Ero in procinto di girare un altro film. Un film in cui credevo moltissimo e in cui stavo mettendo in gioco tutto me stesso. E non potevo permettermi di farmi distrarre da altro. Ma una volta terminate le riprese, avrei detto addio al progetto Thirty Seconds to Mars.-

Un'altra interruzione. Un altro lungo sospiro.

-Il film era Requiem for a Dream!-

Lo ascolto ancora, in silenzio. E mi perdo nelle sue parole. Ogni tanto distoglie lo sguardo e sbatte le sue lunghe ciglia permettendo a quel banalissimo movimento di infondergli la lucidità necessaria per proseguire.


Mi rivela quanto fossero state impegnative le riprese del film, oltre ogni sua possibile immaginazione. Di come il regista, Darren Aronofsky, avesse chiesto a lui e a Marlon Wayans, suo partner nel film, di privarsi per un lungo periodo di tutto ciò che avessero potuto associare ad una dipendenza, per meglio calarsi nei panni dei tossicomani che avrebbero dovuto portare sullo schermo. Così Jared per mesi aveva rinunciato allo zucchero e ai suoi piatti preferiti. E ovviamente al sesso. E alla musica. E aveva funzionato! Non si era mai sentito tanto in astinenza nemmeno quando lui stesso, durante la sua adolescenza ribelle, aveva fatto uso di sostanze stupefacenti. Ma non era stata l'impossibilità di toccare Cameron a distruggerlo, come avrebbe potuto ipotizzare al principio. Bensì il rinunciare alla sua musica. Quella consapevolezza lo fece sprofondare in un baratro sempre più profondo. La decisione che aveva maturato in precedenza era completamente evaporata come una minuscola scheggia di ghiaccio all'equatore.

E si trovava di nuovo in balia della totale confusione. Provò a parlarne con la sua ragazza ma lei sembrava non riuscire a comprendere il suo tormento. Fu in quel momento che cominciò a sentirsi sempre più lontano da lei. Lei, che era stata l'unica donna della sua vita, in realtà si stava rivelando solo poco più che un'estranea.

Per qualche tempo Jared provò a far finta di niente, convinto che prima o poi la situazione si sarebbe risolta, in un modo o nell'altro.

Tornò a buttarsi a capofitto nel progetto della band e in poco tempo lui e Shannon riuscirono ad arruolare Solon e Matt, chitarra solista e basso, e a rielaborare lo sterminato materiale che Jared aveva prodotto negli anni. Ottennero persino un contratto discografico. Quel famoso contratto che in seguito rischiò di portarli alla rovina. Non fu per niente semplice a dirla tutta. Ma neanche loro si aspettavano che lo fosse, dopotutto. Anche perché Jared si era rifiutato per principio di sfruttare quel poco di popolarità che aveva ottenuto come attore per promuovere la band. Ad ogni modo, erano talmente convinti delle loro potenzialità da riuscire a persuadere qualche pezzo grosso a dar loro una chance.

Ma se per la band le cose sembravano cominciare a girare per il verso giusto, la relazione con Cameron si andava deteriorando ogni giorno di più. I dissapori che aveva faticosamente appianato con suo fratello si riversarono inevitabilmente sulla sua ragazza. E iniziava a vivere il rapporto con lei come un doloroso peso da sopportare, come se non avessero più nulla in comune. O peggio, come se non lo avessero in realtà mai avuto. Anche se gli mancava il coraggio per confessarlo persino a se stesso.

La situazione prese decisamente una pessima china durante il periodo in cui Cameron si trovava in Italia per girare l'ennesimo film. Un colossal diretto da Martin Scorsese che già si preannunciava come un sicuro trionfo. Si sentivano molto poco per telefono e quando lo facevano era più che altro per litigare. Finché una sera Jared non fece una cazzata! Era nell'aria. Lo sapeva lui e lo sapevano gli amici che gli stavano intorno. Forse lo sospettava persino Cameron.


-La gente mi dipinge sempre come un uomo di ghiaccio. Che ha sempre il pieno controllo della situazione e che non si scompone mai. E forse con gli anni lo sono diventato davvero.-

Non distolgo lo sguardo da lui. Non l'ho mai visto così provato, nemmeno durante quegli interminabili giorni della causa legale. Non si sforza neanche più di mascherarsi dietro un sorriso tirato.

Lo stringo un po' più forte e lo rilascio quasi subito perché possa continuare.

-... Ma all'epoca non ero così! Non voglio giustificarmi, Rica, … ma mi sentivo così… fragile...-

Amore mio! Quanto gli starà costando ammetterlo con se stesso?

-... Volevo fare il duro. L'uomo tutto d'un pezzo. Ma in realtà non avevo la minima idea di che cazzo stavo facendo della mia vita.-

-L'hai tradita?-  La mia voce esce più sofferta di quanto io stessa mi aspetti.

Non sono spaventata dalla sua risposta. Non è mai stato un angioletto, né io l'ho mai reputato tale. Però un po' mi dispiace… per lui. O forse per Cameron, non lo so.

Jared increspa le labbra, socchiudendo ancora gli occhi.  -Ho fatto anche di peggio, purtroppo!-

 

Ogni volta che la band suonava in qualche club c'erano decine di ragazze che gli si offrivano più o meno sfacciatamente. Lui le assecondava, non andando mai oltre l'allegro flirtare. Dovevano fidelizzare in qualche modo i loro fan e si sa che le ragazze sono probabilmente il modo più rapido per acquistare notorietà.

Una sera, però, dopo l'ultima feroce litigata telefonica con Cameron, si era fermato un po' più a lungo nel locale dove si erano esibiti. E aveva bevuto. Ma tanto! Come non gli capitava da tempo. Finché non gli si era avvicinata una ragazzina. Una piccola e provocante Lolita. Alta, biondissima, occhi chiari. Magrissima e con due gambe chilometriche. Sotto il trucco eccessivo e l'atteggiamento sfrontato, s'intuiva comunque che fosse poco più che adolescente.

La ragazzina lo aveva attirato nello squallido bagno del locale e lui le si era avventato addosso, famelico come un lupo insaziabile. Voleva disperatamente lasciarsi andare all'oblio e annegare in quella ninfetta. Ma la rabbia e la frustrazione lo fecero diventare inaspettatamente violento. Quasi crudele. La ragazzina, perché per quanto stesse recitando la parte della troietta navigata, si trattava pur sempre di una ragazzina, finì per spaventarsi della sua ira. Cercò di divincolarsi dalla sua presa e scappò via, imboccando l'uscita posteriore del club.

Jared la inseguì sempre più inferocito e riuscì a raggiungerla con pochi passi. L'afferrò nuovamente, sbattendola con forza contro il muro di quel vicolo, urlandole contro insulti e volgarità di ogni tipo. Ma lei riuscì a liberarsi un'altra volta, colpendolo al viso. Una furia cieca s'impadronì di lui completamente. Con un gesto repentino la spintonò con violenza e lei cadde in mezzo alla strada. Una millesimale frazione di secondo prima che un'auto, sbucata dal nulla a folle velocità, la investisse.


Un fenomeno bizzarro si sta verificando in questo preciso istante nelle mie vene, riesco ad avvertire chiaramente il sangue diventare solido come ghiaccio, e il battito cardiaco fermarsi per un tempo indefinito. Non mi accorgo nemmeno di avere ancora tra le dita una ciocca di capelli di Jared. Li sto stringendo forte. Forse troppo forte.

-Lei è…. quella ragazzina… è m-morta?-  Balbetto terrorizzata.

 

Jared mi fissa ancora sconvolto e ciò che leggo nei suoi occhi ha il sapore della paura. Paura per quello che è accaduto, per quello che ha fatto, paura per come io reagirò adesso. Scuote la testa. Un gesto appena accennato.

-Il tizio al volante non si era neppure fermato…-   sbuffa sonoramente, e una piccola lacrima solitaria solca la sua guancia incastrandosi tra i peli della sua folta barba,   -.... ma io …. ho fatto una cosa ancora più schifosa … Dio Santo! Come farai a guardarmi ancora in faccia dopo questo?…-

Istintivamente lascio la presa sui suoi capelli. Scendendo sul suo viso gli asciugo quella stilla dolorosa che gli bagna il viso, e ancora più giù, fino ad afferrargli una mano. La stringo forte e me la porto alle labbra.

-Non me lo merito, tutto quello che fai per me!-  Continua Jared. Il tono di voce sempre più basso e sofferto.  -Non merito te!-

Bacio piano la sua mano grande e sinuosa.

-... Rica … io …. sono scappato!... L'ho lasciata lì, capisci? Poteva essere morta per quello che ne sapevo. Oppure avrei potuto fare qualcosa per aiutarla… ma sono fuggito come uno schifoso vigliacco di merda! Ero ubriaco e fuori di me. Con quella ragazza in fin di vita a pochi passi da me. E l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era che nessuno avrebbe dovuto trovarmi lì. …. Sono un mostro!-

Ora le sue lacrime scendono senza più remore, intervallate da singhiozzi sommessi. Tante domande mi affollano la mente ma non ho il coraggio di interrompere il suo sfogo.

-... Mi rifugiai in una tavola calda poco distante. Sai, una di quelle aperte 24 ore su 24. … Era semi deserta. Volevo chiamare un'ambulanza ma … non potevo usare il mio cellulare. Non potevo! Fortunatamente in quel posto c'erano ancora i telefonici pubblici… così chiamai il 911… e me ne andai, senza essere visto da nessuno.-

Riprendo a stringere la sua mano e riempirla di piccoli, teneri, baci. Non voglio che si senta solo e abbandonato. Non adesso che sta per crollare.

-Amore mio, calmati ti prego!-  Gli sussurro ancora inebetita per la botta feroce appena subita.  -Hai chiamato i soccorsi. Avevi paura, ma lo hai fatto ugualmente.-

Jared s'irrigidisce di colpo e si volta nuovamente sulla schiena.

-Non provarci nemmeno a giustificarmi!-  Replica duro e freddo.

-Non lo sto facendo!-  Mi surriscaldo, lasciando di colpo la sua mano per afferrargli il mento e girarlo ancora verso di me.  -E non nessuna intenzione di farlo! … Hai fatto una cosa terribile, Jay, non voglio illuderti del contrario. Ma ti amo. Sto solo cercando di capirti.-

Finalmente mi abbraccia, stringendomi forte a lui. E nasconde il suo viso tra i miei capelli.

-Scusami. Non dovevo aggredirti così. … Sono una tale testa di cazzo!-

Accarezzo lentamente la sua schiena, lasciandogli qualche bacio sulla fronte che ha appoggiato sulla mia spalla. Si sta pian piano tranquillizzando.

-Jay?-  Lo richiamo, quasi sottovoce.  -Che cosa è capitato alla ragazza?-

Lui solleva la testa per incrociare i miei occhi. E mi bacia. Non è un bacio sensuale dettato dalla passione. Ma è puro amore. Occhi negli occhi.

E ricomincia a raccontare.

 

 

 

***

 

 

 

 

NOTE FINALI: 


・Piccola precisazione alla nota precedente: ci ho messo qualche anno ad ammettere che effettivamente Jared e la bionda dalla bocca larga (Cameron Diaz, x chi non l'avesse capito) erano carini carini insieme. Oddio, qualche bruciore di stomaco ancora lo sento... Eh già! Peccato k lei ora assomigli più alla strega di Hansel&Gretel e lui sia sempre un bel fiòl giovane e bello!

・Solon Bixler e Matt Wachter: ex componenti della band… misteriosamente scomparsi...

 

・Il film della Diaz citato è Gangs of New York, di Martin Scorsese come la citazione del titolo del capitolo, ossia Casino.

 

   
 
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