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Autore: champagnesupernova_    29/12/2014    3 recensioni
- Dammele. - gli ordinò, di punto in bianco, spezzando il silenzio un po' imbarazzato che si era creato.
- Che cosa? -
- Le istruzioni. - ribadì, ostentando un gran sorriso, come se stesse dicendo qualcosa di ovvio.
- Credo di essermi perso qualcosa. Istruzioni per...? - gettò a terra il mozzicone della sigaretta accesa poco tempo prima e si avvicinò, stranito ma curioso.
- Per vivere. -
- Tu sei pazza. - spalancò gli occhi color ghiaccio, pensando all'assurdità della richiesta.
- Può darsi, - gli concesse, - tu però dammele lo stesso. -
Tess si avvicinò così tanto che Luke poté vedere un pizzico di preghiera nei suoi occhi scuri, ben nascosto, e ignorando le domande che stavano affollando la sua mente, annuì in fretta, senza pensare alle conseguenze che quel gesto avrebbe portato.
- Okay. -
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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II.








- Luke mi disegni un'altro dinosauro? - un bambino di circa cinque anni si aggrappò al suo braccio.
- No. - grugnì, infastidito dal contatto indesiderato.
- Daiii zio Luke! Solo uno! - lo pregò di nuovo, continuando a strattonargli la manica della felpa.
- Mi hai detto la stessa cosa cinque dinosauri fa! - si esaurì lui, alzandosi dal minuscolo sgabello colorato su cui era stato costretto a sedersi.
Il bambino mise il broncio, deciso a piantonarlo fino a quando non gli avesse regalato l'ennesimo T-Rex ma, dopo pochi secondi, spostò lo sguardo da un'altra parte e corse da un'altra persona, urlando.
- Teeeess! Zio Luke non mi vuole disegnare altri dinosauri! - si lamentò , scuotendo la testa lucida verso il ragazzo biondo, che ora si era riseduto, mormorando un - Cazzo, - tra i denti.
Quando la sentì avvicinarsi, con il bambino stretto al suo fianco, le rivolse un sorriso gentile, sforzandosi di non essere uno stronzo.
- Sei qui da neanche due ore e già ti fai chiamare zio Luke? - chiese lei, prendendo uno sgabello colorato come il suo, e sedendosi poco distante.
- Non è una mia scelta, - alzò le spalle, mentre il bambino interveniva: - È che fa dei dinosauri bellissimi, devi fartene fare uno! - 
- Va bene, Samuel, ora vai però, che devo mostrare allo zio delle cosine da grandi... - gli fece l'occhiolino, mentre Luke spalancava appena gli occhi.
- Stavo scherzando, non fare così, -lo rimbeccò, notando la sua reazione.
- Non so a cosa tu ti stia riferendo. - le rispose, simulando indifferenza.
- Va bene, vuoi fare una fermata in bagno per calmarti prima di andare o lasci che tutti i bambini ti vengano a chiedere perché hai i pantaloni gonfi? - chiese, imitando la voce di un bambino curioso.
Luke abbassò immediatamente lo sguardo, preoccupato, per poi scoprire che non c'era nessun rigonfiamento, e la gamma di espressioni che sfoggiò fece piegare in due dalle risate la ragazza accanto a lui.
- Non c'è niente da ridere, - la rimproverò, cercando di fermare il rossore che andava espandendosi sulle guance.
- Oh, sì! Andiamo, se credevi davvero di avere un'erezione dopo una velatissima allusione vuol dire che... - non finì la frase, scoppiando di nuovo a ridere.
- Ragazzina, non hai idea di quanto non sia inesperto nel campo sessuale, se è questo che intendi. Ti basta chiedere a tutte le ragazze della mia scuola, che ti confermeranno le mie doti, - mise su un sorriso arrogante e il solito sguardo che aveva tenuto fuori da quel posto fino a quel momento, causando una smorfia nel viso di Tess.
- Va bene, playboy con un'ego smisurato, Mark mi ha chiesto di accompagnarti fuori quindi alza quel tuo "magico" culo e seguimi. - si incamminò seccata verso la porta, battendo il cinque o accarezzando il capo ai bambini che la salutavano mente passava accanto a loro.
Luke Hemmings si diede dello stupido per la quarantesima volta nel giro di neanche due ore: aveva appena fatto il coglione con una ragazza che aveva chissà quale malattia grave e per questo, anche se era davvero una grande stronza, si era ripromesso di comportarsi bene.
- Scusa, - le disse, mentre la rincorreva per il reparto, - non avrei dovuto trattarti così, in fondo tu avrai ben altri pensieri nella testa, visto che sei malata e... - 
Tess si bloccò in mezzo al corridoio.
- Ti stai scusando solo perché supponi che io sia malata? - 
- Non lo sei? - chiese lui, preso alla sprovvista.
- Non sono affari tuoi. - disse tra i denti, riprendendo a camminare.
- Ma vorrei saperlo, - la seguì, spinto dalla curiosità.
- L'unica cosa che devi sapere è che dovresti essere gentile con me, malata o meno, ma se sei uno stronzo come sembri devi continuare a esserlo anche la più malata dei malati. - sputò fuori, visibilmente incazzata per qualcosa che non era la prima volta che accadeva.
-  Scusa, - le disse incerto dopo un po' Luke, mentre erano in ascensore.
- Non fa niente. - rispose lei, dopo un sospiro.
- Non cercherò più di essere gentile, allora, - continuò, non del tutto sicuro se era davvero il caso di fare lo stronzo con una ragazza malata. Ma, in fondo, lo aveva detto lei che voleva che non si comportasse in modo diverso di quando era con qualcun'altro, quindi poteva smetterla di continuare la sceneggiata del Luke premuroso, anche perché dopo aver passato due ore sforzandosi di non pensare a quello che era successo, cosa difficile dato che in ogni bambino c'era qualcosa che glielo riportava alla mente, non aveva abbastanza forze per contenersi.
- Quindi di solito sei uno stronzo con tutti, - riprese Tess, appoggiandosi alla parete metallica.
- Più di quanto tu creda. - 
- Difficile, - sussurrò, cercando di non farsi sentire.
Luke piegò verso l'alto l'angolo destro della bocca rosea, cercando di trattenere un mezzo sorriso, ma non riuscendoci si arrese a mascherare quel movimento in un piccolo gioco con l'anello di metallo che gli avvolgeva delicatamente parte del labbro inferiore.
- E con le ragazze?  - 
Il suo sorriso si aprì sotto gli occhi di Tess.
- Sono stronzo quanto basta affinché ci siano sempre quando ho bisogno di qualunque cosa, specialmente di... -
- Okay, okay, ho capito. - lo interruppe velocemente, - Sei uno di quei bastardi che usano le ragazze solo per il sesso e poi le congedano con una patetica scusa subito dopo. - si girò e ignorò lo sguardo di ghiaccio che sentiva sulla sua schiena.
Quando le porte si aprirono e fece per uscire dall'ascensore, una mano la bloccò e la spinse di nuovo dentro.
- Non abbiamo finito di parlare. - dichiarò, schiacciando il numero del quarto piano.
- Sei pazzo! Non stavamo neanche parlando sul serio! Erano solo...chiacchiere di circostanza! - si infervorò, - E non è molto rassicurante venire rinchiusa in un'ascensore con uno come te! - 
- Uno come me? Senti, neanche mi conosci, già non mi piace essere chiamato bastardo senza motivo, e ora tu mi stai accusando di essere una specie di stupratore o non so cosa, e non mi piace proprio per niente questo! - alzò la voce, avvicinandosi di un centimetro di più a Tess.
- Non è vero, sto solo dicendo che... -
- Che? - la incalzò.
- Scusami se mi fa innervosire quando uno sconosciuto mi rinchiude in un'ascensore! - praticamente urlò lei, per la seconda volta, mentre le guance iniziavano a diventare rosse.
- Non ti ho rinchiuso in un'ascensore, ragazzina. - strinse i denti, desiderando di avere una sigaretta tra i denti per calmare i nervi tesi.
- Smettila di chiamarmi ragazzina, - si voltò di nuovo verso di lui, visibilmente infastidita da quell'appellativo.
- Quanti anni hai? - avanzò di un'altro centimetro.
- Sedici, - lo sfidò, alzando il mento e cercando di dissimulare lo stupore di Luke, che non aveva pensato neanche per un secondo al fatto che potesse essere più piccola di lui.
- Cristo, allora sei davvero una ragazzina! - si passò una mano tra i capelli biondi.
- Scommetto che tu avrai al massimo diciannove anni, e questa enorme differenza di tre anni ti rende di sicuro più maturo e adulto di me, vero? - chiese, sempre sfidandolo.
- Diciotto, - la corresse, a malavoglia, ma godendosi il suo sorriso di vittoria.
Era inutile negare che fosse  bella, perché lo era, ma Luke Hemmings non era tipo da ragazze belle, solo da ragazze che ti occupano la mente il tempo di una notte o meno, di cui non importa poi molto il nome o il vero aspetto sotto quei chili di trucco.
Aveva questa teoria, lui, che se ti interessavi alle ragazze belle prima che fosse passata l'età di quelle fighe, rimanevi fottuto, come Calum.
A quindici anni si era innamorato di una ragazza bellissima, la classica ragazza che non noti mai tra i banchi ma che da un giorno all'altro ti fotte il cervello e lei, dopo essergli stata attorno il tempo necessario per farlo incasinare del tutto, l'aveva lasciato il giorno del loro primo anniversario.
Da quel momento aveva aggiunto alla sua teoria anche quella del suo migliore amico, ovvero che tutte le ragazze belle sono delle arpie che vogliono solo fregarti, come quelle ventenni che si mettono insieme a un settantenne, alla fine loro ti calpestano ogni misero pezzo del cuore.
- Allora non chiamarmi ragazzina, non sei abbastanza grande per farlo. - ribatté, distraendolo dai suoi pensieri. 
- Ma non ti chiamavo ragazzina perché sei più piccola di me, - iniziò, avvicinandosi abbastanza da bloccarla tra la parete grigia e il suo braccio, che aveva appoggiato a quella.
- Lo facevi perché sei così stupido da credere che sia sexy? - la ragazza davanti a lui inarcò un sopracciglio, ordinandosi di non agitarsi, in fondo era solo un ragazzo bellissimo più vicino a lei di chiunque altro, esclusi sua madre e i dottori, fosse mai stato.
- Non lo è? - domandò, aspettandosi una risposta che non arrivò.
Poteva sentire il suo respiro farsi pesante, causa la distanza ormai quasi nulla, e poteva anche vedere un sorrisino soddisfatto formarsi sul suo viso chiaro.
Ma, come quello apparve,  sparì nel giro di pochi secondi, poiché quando le porte dell'ascensore si aprirono per l'ennesima volta, Tess sgattaiolò fuori il più velocemente possibile, approfittando del suo momento di confusione per urlargli un - No, è solo stupido! - di risposta, prima di correre giù per le scale, rischiando di cadere e di rompersi qualcosa.
A quel punto Luke Hemmings era davvero convinto che quella fosse nient'altro che una ragazzina, e giocare con lei gli parve molto più interessante di trattenere le lacrime ogni mercoledì. Anzi, Tess l'avrebbe innervosito così tanto che non avrebbe pensato a quello.
Pensava a cosa potesse metterla più in imbarazzo quando, finalmente, arrivò per la seconda volta al piano terra. Un passo dopo l'altro ripercorse la strada verso l'uscita, attento a non perdersi tra i corridoi tutti uguali, e arrivato finalmente davanti alle porte che aveva spalancato due ore prima non poté non notare il curioso quadretto che vedeva protagonisti Tess e... Ashton?
- Come cazzo fai a conoscerlo? - sbottò appena fu a una distanza accettabile.
- Moderi il linguaggio, è in un'ospedale, non a casa sua! - gli sibilò contro un'infermiera grassoccia, con i capelli unti raccolti in una crocchia che andava disfacendosi e il viso paonazzo.
- Scusaci Annabelle, non capiterà più, è solo... - Tess si fece avanti, portandosi appresso un Ashton abbastanza sorpreso, e puntò i suoi occhi scuri in quelli color ghiaccio del biondo.
- Un'imbecille di natura. - concluse, non spostando lo sguardo e piegando le labbra rosee in un sorrisetto vittorioso.
- Non sapevo che conoscessi Ashton, - disse solo, ignorando di proposito l'offesa.
- L'ho conosciuto ieri...aspetta, è lui l'amico che sei venuto  a prendere? - si girò verso il riccio, che annuì con un gran sorriso.
- Già, ma vedo che già avete fatto amicizia quindi è stato tutto inutile... - 
- È una ragazzina, non siamo amici, - precisò Luke, alzando le spalle.
- Guarda, quella è la porta. Sbattici contro, per favore. -  
Con la forza di un uccellino Tess cercò di spingerlo verso le porte di vetro, ma ottenne solo una pioggia di "ragazzina" cantilenati da un diciottenne che non si era mosso di un millimetro.
- Non fare innervosire Tess, Hemmings, muovi il tuo culo verso la mia auto che ti raggiungo in un secondo. - li interruppe Ashton, tirando una piccola sberla sulla testa bionda del diretto interessato.
- Perché? Che devi fare? - 
- Niente che ti riguardi. Addio, non tornare tanto presto! - lo salutò, rivolgendogli un gran sorriso.
- E tu non farti vedere in giro mercoledì prossimo, ragazzina! - rispose, muovendo la mano di rimando e uscendo dall'edificio, per poi essere seguito, qualche manciata di secondi dopo, da Ashton.
- Cosa dovevi fare? - 
- Rilassati, Luke. Com'è andata? - 
- Non evitare la domanda. - 
- Tu stai evitando la mia.
- Ma se...bene, è andata bene. Ora rispondi? - si accese una sigaretta, mentre tutto il peso di quelle ore che non erano andate per niente bene cominciava a farsi sentire. Avrebbe dormito stanotte, o si sarebbe rigirato tra le lenzuola fino al mattino seguente?
- Ieri c'era anche sua madre, e mi ha chiesto di darle ripetizioni. - 
- Ripetizioni? Tu? Ma lo sai che sei stato bocciato due volte? - la bocca di Luke si spalancò fino a far uscire piccole risatine.
- È proprio per quello che mi ha voluto prendere, dice che ho più "esperienze" da insegnare a Tess. - rise con lui, ma senza cattiveria, pensando solo a quanto inadatto fosse Ashton Irwin come ragazzo che da ripetizioni.
- È simpatica, no? - riprese il riccio.
- Chi? -
- Tess, idiota. -
- Ah, lei. Cambiamo argomento, per favore. - Luke scosse la testa, mentre tentava di cancellare un piccolo sorriso dal volto e quello canzonatorio di Tess dalla mente.
- Ti piace, lo sapevo che era il tuo genere. - continuò a punzecchiarlo Ashton.
- Ma che...primo, non è assolutamente il mio gemere, secondo, no, non mi piace affatto perché, terzo, è una ragazzina. Una ragazzina molto acida, tra l'altro. - rispose, annoiato.
- Certo. Però è carina. - 
- Ashton, se vuoi fartela così tanto perché stai chiedendo a me se mi piace?! - si spazientì.
- Perché le ripetizioni sono di algebra e io non so neanche la tabellina del sette, mentre tu hai una madre che ti ha aiutato a diventare un fottuto genietto. - spiegò, implicitando la richiesta.
- Okay, verrò con te. - si arrese Luke, con un sospiro, ripassando mentalmente il numero infinito di favori che aveva fatto all'amico e prese nota di aggiungere anche questo sotto la colonna di favori che valevano il doppio.
 













 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice 
 
Saoooo 
Come state? Spero bene :-)
Eccomi qua,  con il secondo capitolo, pronto prestissimo!
Non so bene neanche io perché lo pubblico così presto, non fateci l'abitudine lol
So, siamo ancora all'ospedale, non proprio una gioia quindi, ma dal prossimo si cambia, così conosciamo meglio sia Luke che Tess ( e anche la madre di Tess. )
Volevo chiedere una cosa importante, e sarebbe davvero super utile se mi rispondeste lol: fino a qui la storia è raccontata da un narratore esterno, ma secondo voi è meglio raccontarla secondo il POV di Luke o di Tess? Lo chiedo perché mi accorgo che a volte può sembrare un po' pesante, quindi ditemi voi, per piacere, cosa vi piacerebbe di più (: 
Cambiando argomento, grazie a tutte quelle che hanno seguito o messo tra le preferite questa storia e anche a chi la sta leggendo! 
Il prossimo capitolo, però, lo metterò seriamente solo dopo due, tre recensioni, perché mi piacerebbe capire se a qualcuno piace o meno questa storia e cosí via... scusate, in genere non piacciono neanche a me queste cose.
Comunque, alla prossima, e grazie ancora di aver letto ♥
  
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