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Autore: armony_93    13/11/2008    10 recensioni
La mia mente malata mi ha portata a scrivere una nuova coppia che negli ultimi tempi mi sta influenzando troppo per i miei gusti. Non ne ho pubblicate di ficcy su questa coppia o meglio solo all'inizio ne pubblicai a loro tempo due, ma poi basta perchè il mio genere era altro. Solo che è arrivata una scrittrice fantastica 'KissMe' e mi ha sconvolta perchè mi sta facendo amare le Chadpay. Il problema che sta subentrando nella mia mente malata è che questa coppia (Chadpay) mi appassiona perchè le Chaylor negli ultimi tempi stanno diventando banali e trascurate mentre Sharpay è un personaggio che sto scoprendo di amare, ma non con Troy...con Chad. Ecco che questa ficcy mi esce così in un pomeriggio vuoto passato a rigirarmi i pollici mentre fissavo indecisa se pubblicare o meno la ficcy. Si parla di gelosia, che colpice spesso i ragazzi e di due caratteri opposti ma simili molto più di quanto si possa immaginare. Io ho provato ma non assicuro nulla. Spero che leggiate in molti. Kissoni Armony
Genere: Romantico, Commedia, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chad Danforth, Sharpay Evans
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Chad fissò Sharpay con ira. Non la sopportava era così dannatamente irritante, così dannatamente fastidiosa. Perché? Perché diavolo si comportava così? Dio lo mandava in bestia!
Cinguettava amichevolmente con un gruppo di ragazzi che le ronzavano attorno e lui stava li a fissarla  troppo occupato per poter intervenire. Stava poggiato contro l’armadietto, indossava un maglione bianco panna e un paio di jeans neri. Non c’era dubbio era diventato più raffinato per quanto riguardava gusti di abiti. Ma dentro era sempre lui, in fondo non aveva mai voluto cambiare, no… era sempre lui.
Fissava il quadretto con astio e furia mentre Troy al suo fianco rideva e discuteva con la squadra di chissà cosa. Si sentì chiamato in causa e con riluttanza distolse lo sguardo dalla bionda e dal gruppetto consistente di ragazzi che la seguivano come cagnolini bavosi.
-Che c’è?-
Chiese un po’ scorbutico a Troy che aveva nominato il suo nome. Il biondo sorrise sarcastico e gli diede una pacca sulla spalla.
-Dei del cielo non ti si può stare vicini quando sei nervoso….o geloso.-
Disse ridacchiando furbetto. Il riccio gli lanciò un’occhiataccia fulminante e Troy si zittì sotto gli sguardi divertiti di tutta la squadra.
-Piantala Bolton o giuro che Gabriella deve venire a implorarmi di restituirgli il tuo cadavere più tardi!-
Troy lo fissò sorridendo spaventato dall’ira che corrodeva gli occhi del castano. Zeke batté amichevole e comprensivo una mano sulla spalla del riccio.
-So come ti senti Chad…-
Il riccio gli prese la maglia e rivolgendo nuovamente lo sguardo a Sharpay disse a denti stretti.
-Non sa quello che mi sta facendo, anzi no! Sa benissimo quello che mi sta facendo, lo fa apposta. Dannata! Mi sento ardere dalla rabbia. Prenderei a pugni tutti quelli che le stanno attorno solo per averla guardata con quegli sguardi da…da…dannati bastardi!-
Ringhiò sentendo poi il gemito soffocato di Zeke. Si voltò e mollò la presa della maglia e sorrise un attimo imbarazzato.
-Ops…scusa Zeke!-
Disse mentre l’amico rosso tossiva per riprendere fiato. Zeke gli lanciò un’occhiataccia e tutta la squadra scoppiò a ridere. Chad sorrise per un attimo senza pensare alla bionda proprio quando invece la ragazza gli passò davanti lanciandogli uno sguardo così eloquente capace di far scoppiare un incendio. Il sorriso del riccio si spense quando vide la cascata di boccoli d’oro superarlo con indifferenza o meglio ostilità.
Lanciò di scatto un pugno contro l’armadietto tanto che alcuni dei ragazzi dietro Sharpay si voltarono spaventati.
-Chad dobbiamo andare…sai che mio padre si incazza!-
Disse Troy prendendo il borsone al suono della campana. Chad strinse forte il pugno e mugugnò contrariato.
-Mi dispiace Troy…ha vinto lei…-
Disse prendendo il borsone e lasciandolo nelle mani dell’amico che lo fissò strabuzzando gli occhi.
-Asp…aspetta vuoi dirmi che tu…Chad Danforth ti arrendi…a una ragazza?-
Chad fece una smorfia di disappunto: detta così non suonava bene come si era cercato di auto-convincere. Annuì appena e avanzò rapido nella direzione in cui la bionda era sparita con il suo esercito di spasimanti.

Sharpay sentiva le chiacchiere di Jhonny ronzarle nelle orecchie con riluttanza. Era così noioso, peggio di quando ascoltava quei lunghi monologhi che le faceva Chad sul basket. Sospirò e si inviperì subito a quel pensiero.
Chad.
Le stava facendo saltare i nervi. Quel ragazzo era dannatamente cocciuto, ostinatamente e stupidamente cocciuto! Non gli aveva chiesto poi molto, no?
Ma invece per lui era tutto assurdo, complicato e non era per nulla chiaro.
Secondo poi non le dimostrava mai nemmeno un briciolo di interesse, insomma era accerchiata da un branco di ragazzi che la fissavano vogliosi e maliziosi e lui non batteva ciglio se ne stava con quei suoi stupidi babbuini a parlare di basket.
E questo la Regina di Ghiaccio non poteva sopportarlo: non poteva sopportare di essere accantonata per uno sport. No, lei era più importante, lei doveva occupare i suoi pensieri, ne aveva bisogno. Aveva bisogno di sapere che lui la pensava quasi sempre, non in modo ossessivo certo, ma lui doveva pensarla.
Rabbrividì e si impose di non pensare a lui. No, non doveva pensare a lui o sarebbe ceduta e lei non poteva cedere, non doveva cedere.
Prese la mano di Jhonny e con tranquillità se la portò vicina al viso.
-Davvero incantevole questo tuo discorso…-
Disse recitando con tutta se stessa. Sorrise a quel pensiero: ecco perché pensava a lui. Lui era l’unico con cui non riusciva a recitare. Non riusciva, per quanto brava fosse lui le leggeva tutto in viso, lui la leggeva come un libro aperto e questo la infastidiva un poco ma al tempo stesso la faceva stare così bene. Sapere che c’era sempre qualcuno che la capiva, qualcuno che la comprendeva, qualcuno che le rendeva il compito più semplice le riempiva il cuore di pace e di gioia, di sicurezza. Proprio come si sentiva con lui, sicura.
Poi erano così diversi, con gusti completamente opposti ma entrambi dannatamente orgogliosi e legati alle loro passioni che diventavano similmente opposti. Paradosso, ecco cosa erano loro due, un paradosso. Danforth e Evans un paradosso. Sorrise leggermente.
In effetti quella frase aveva senso, un senso profondo perché per lei era magnifico come paradosso.
Con lui era naturale e anche se completamente egoistica e crudele quell’egoismo se avvicinato a lui diventava un egoismo per loro, perché lei era egoista, lei era dannatamente egoista così da volerlo solo per se.
Perché lui era di sua proprietà e se una qualche viziata oca osava solo avvicinarsi a lui sentiva la rabbia, la gelosia ribollire nel suo cuore.
Era un’avida egoista perché voleva bearsi di quell’uomo solo lei, perché lo voleva solo per se.
Sharpay fissò Jhonny negli occhi riprendendosi dai suoi pensieri e sorrise appena per poi rendersi conto di chi aveva davanti. Assunta una smorfia schifata lasciò le mani del ragazzo e se le pulì con calma sulla camicia del giovane.
-Puoi anche tornartene da dove sei venuto…-
Bisbigliò irosa fissando il corridoio vuoto con una punta di malinconia ferita nello spirito. Jhonny la fissò sgranando gli occhi e Sharpay liquidò con un gesto della mano tutti i ragazzi. Entrò nel teatro chiudendosi le ampie porte alle spalle quando notò seduto alle ultime file Chad.
Si avvicinò e lo colse da dietro: era seduto e teneva le braccia incrociate dietro la testa mentre i piedi erano accavallati posati sulla poltroncina davanti. Sharpay sentì l’ira montare e lo caricò da lontano.
-DANFORTH!-
Tuonò rabbiosa mentre il riccio si alzava con una calma che la mandò ancora più in bestia. Rabbia che scemò non appena incontrò gli occhi fiammeggianti del ragazzo che avanzò a passo lento e marcato. Sharpay si sentì per la prima volta debole nei suoi confronti.
-Sharp…-
Disse lui bloccandosi ad un soffio dalla ragazza sempre mantenendo lo sguardo duro e furioso. La bionda scosse i boccoli d’orati e lo superò cercando di riprendersi coraggio.
Chad la seguì con lo sguardo e percorse il corpo della bionda mentre saliva sul palco e si voltava nella sua direzione.
-…ti basta una litigata per fare la oca con altri ragazzi?-
Chiese con un sorriso amaro e istigatore. Sharpay lo fissò sgranando gli occhi mentre gli bruciava la testa dalla rabbia.
-Oca? Una litigata?-
Chiese con ira e sarcasmo. Puntò le mani suoi fianchi e gli gridò contro tutta la sua ira.
-NON TI SEI PRESENTATO IERI SERA ALLA CENA CON I MIEI! PER FORTUNA NON GLI AVEVO DETTO CHE VENIVI ALTRIMENTI OLTRE CHE L’UMILIAZIONE MI AVRESTI FATTO FARE UNA FIGURA PENOSA CON I MIEI GENITORI!-
Chad si avvicinò con calma al palco e salì i gradini con calma. Le si avvicinò e con le mani in tasca le disse in un sussurro freddo.
-Potevi benissimo parlarmene, invece di piombare davanti a me cinque minuti prima che suonasse la campana ieri e dirmi che la sera avrei conosciuto i tuoi. Come pensi che mia sia sentito? Io non sono al tuo servizio Sharp…-
Sharpay sbatté le palpebre confusa mentre iniziava a vedere appannato.
Proclamò debolmente.
-…quindi…tu non vuoi conoscere…i miei…-
Mormorò sentendo una fitta al petto. Chad sbuffò e roteò gli occhi al cielo avvicinandosi di più così da catturare almeno io suo sguardo vago.
-Io voglio conoscere i tuoi genitori Pay, ma è una decisione che dobbiamo prendere entrambi. Non puoi piombarmi all’improvviso davanti da un girono ad un altro…e non puoi nemmeno iniziare a fare l’oca con quattro bastardi il giorno dopo!-
Disse parlando con dolcezza per terminare con tono duro e iroso nell’ultima parte. Sharpay lo fissò confusa ma la rabbia era svanita, era un po’ ferita nell’orgoglio certo, ma Chad aveva ragione: senza un perché gli era balenato in testa di presentarlo ai suoi e così era deciso…ma se lui non fosse stato pronto? Solo ora si pose quella domanda e chinò il capo arresa.
Stava per riprendersi quando si sentì afferrare bruscamente per un braccio e si ritrovò davanti al copro muscoloso del ragazzo che le strinse le spalle nella sua presa ferrea.
-Mi hai fatto stare male…-
Le disse in un sussurro senza guardarla negli occhi. Lei storse il capo su un lato confusa e Chad allora la fissò meglio negli occhi dicendole in un sussurro.
-…sono dannatamente geloso.-
La bionda sorrise appena e sentì gli occhi farsi umidi di gioia ma anche di leggera rabbia. Era così idiota, così stupido, così…così dannatamente vero!
-Era proprio quello che avrei voluto istigare in te…-
Le disse lei in un sorriso superiore. Chad ridacchiò e posò il viso sulla spalla della ragazza che aderì con la schiena al suo petto. Poi pensieroso le disse.
-Ieri sera non sono venuto perché guardandomi allo specchio mi sembravo lo stesso cameriere che avevano conosciuto i tuoi a Lava Springs.-
Sharpay sgranò gli occhi e si voltò verso di lui.
-Ma no!-
Chad sorrise leggermente e lei lo punzecchiò continuando la frase.
-Eri molto peggio a quei tempi! Ma grazie a me sei migliorato nel modo di vestirti. Ad esempio questi jeans neri…-
Chad abbassò lo sguardo sui suoi jeans e inarcato un sopracciglio guardò Sharpay come a dire “guarda che me li hai comprati tu…”.
-Cos’anno i miei jeans (che mi hai comprato tu) che non vanno?-
Sharpay sorrise maliziosa e disse separandosi da lui e girandogli attorno fermandosi alle sue spalle.
-Non hanno nulla che non va…stavo dicendo che i tuoi jeans neri…sottolineano la bellezza del tuo sedere!-
Disse scoppiando a ridere mentre Chad socchiudeva gli occhi e si girava verso di lei fissandola truce.
-Ah. Ah. Ah….Ah. Simpatica.-
Disse con un sorriso falso tanto che Sharpay scoppiò a ridere ancora di più ma poi si riprese e gli si avvicinò.
-Comunque guarda che non scherzavo…mi piace come…-
Si bloccò cercando un termine adeguato e lo fissò maliziosa.
-…aderiscono ai tuoi muscoli!-
Chad inarcò un sopracciglio e scoppiò a ridere catturandola tra le sue braccia. Le braccia del riccio le avvolsero la vita e le strinsero i fianchi tra le mani per farla aderire al suo petto con violenza.
-A me invece non piace come ti sta questo completo…-
Disse lui fissando la maglia bianca sottomessa a un corpetto nero coperto di brillantini intrecciato davanti. I pantaloni a vita bassa erano bianchi come la maglia e larghi con degli incroci ai lati delle gambe neri che si abbinavano richiamando il colore del corpetto. In testa un cappello basco nero di velluto con dei brillantini sparsi un po’ ovunque.
Sharpay lo guardò male e si stirò meglio il corpetto imbronciata.
-Invece è bello!-
Chad sorrise e le mormorò.
-Io non ho detto che non è bello…-
Sharpay sgranò gli occhi e lo fissò infastidita e un po’ imbarazzata.
-Stai dicendo che sono io che lo rovino?-
Chad scoppiò a ridere e la riprese stringendola nuovamente a se ma stavolta tenne i visi vicini quasi a sfiorarsi.
-No…è solo che mi piacerebbe vederti anche senza…-
Le disse malizioso lui sorridendo furbo. Sharpay arrossì e gli tirò uno schiaffo sulla nuca sorridendo appena.
-Scemo…allora ti va di venire…a conoscere i miei?-
Chad inarcò un sopracciglio e la fissò separandosi e prendendo a camminare per il palco.
-Se proprio ci tieni…-
Lei sorrise e batté le mani emozionata. Poi lo fissò e vide il leggero disagio sul suo viso. Sorrise appena e gli si avvicinò prendendogli le mani tra le sue.
-Ti ameranno…-
-Mai quanto io amo te…-
Le disse lui in un sussurro mentre lei boccheggiava sbalordita dalla sua schiettezza. Arrossì e puntò una mano sul suo petto. Lo fissò negli occhi per leggergli eventuali segni di sarcasmo e ironia ma vi trovò solo un sorriso sincero e dolce. Il cuore prese a batterle feroce nel petto e arrossendo chinato il viso gli disse.
-O quanto io amo te…-
Chad le spostò una ciocca bionda dietro un orecchio e si impossessò delle sue labbra pesca. Il bacio da semplice divenne subito passionale e sentendo le labbra calde del riccio sulle sue Sharpay lasciò che una mano scivolasse dal petto al collo e poi massaggiandolo salì infilandosi tra i capelli ricci di lui. Sorrise appena quando Chad ridacchiò e le prese il labbro inferiore tra i denti mordicchiandolo con dolcezza.
-Ti amo…-
Mormorò lei con dolcezza. Chad sorrise e si rimpossessò delle sue labbra.
-Lo so…perché anche io provo lo stesso.-

Fine

  
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