Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Juunnin    13/11/2008    1 recensioni
Quando la Dea Martel decise di affidare una missione di vitale importanza, a quei dodici ragazzi, sicuramente lo fece perchè non aveva altra scelta. Altrimenti non avrebbe scelto dodici caratteri così differenti, obbligandoli a una convivenza forzata. Tra anelli dispersi chissà dove, armi leggendarie da trovare e spiriti da *impressionare*, i nostri eroi dovranno affrontare il loro più grande nemico, che invece sarebbe dovuto essere il loro più prezioso alleato...
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il peggior pirata che abbia mai solcato i mari!




Pioggia... ancora questa dannatissima pioggia... sono fradicio, anche se indosso un cappotto. Spero di raggiungere immediatamente una locanda a buon prezzo, così spendo poco e risparmio per comprare informazioni sul mio ex primo ufficiale... quel dannato traditore... come lo odio!

Mi incammino per la strada di ciottoli, ormai piena di pozzanghere e scivolosa. A giudicare dai solchi sembra che circa un paio di giorni fa sia passato un carro, segno che questa strada è o adibita a carri o frequentata. E se c'è passato un carro, potrebbe significare che c'è una locanda dove si fanno riposare cavalli e padroni... speriamo di non essere tanto lontani...

Dopo circa mezz'ora riesco a raggiungere la 'famosa' locanda. E' una normalissima casa adibita a locanda. L'insegna dice "Il Maiale Arrosto"... se non servono la carne giuro che butto giù il locale!

Entro nel locale con il cappuccio ancora sulla testa. L'ambiente è molto semplice ed è riscaldato da un camino. C'è soltanto una sala per i clienti, e i tavoli sono lavorati molto semplicemente. Gli unici clienti sono su un tavolo appartato presso il camino. Tre individui dall'aspetto poco raccomandabile.

Mi tolgo il cappuccio mettendo in mostra i miei splendidi capelli biondi, i miei occhi neri e... la mia cicatrice sulla fronte. E' una vecchia storia, e ormai non mi ricordo più neanche io come me la sono fatta. Mi siedo placidamente ad un tavolo e mi asciugo con il mantello mentre aspetto l'oste. Alla fine butto il cappotto fradicio su una sedia. Attualmente sono vestito con una camicia verde con sopra un cappotto rosso aperto, che lascia intravedere la camicia pur essendo chiuso da fili. I miei calzoni sono semplici pantaloni marroncini e porto un paio di sandali chiusi.

Finalmente arriva l'oste. E' un bonaccione, abbastanza grasso e con la faccia sporca di sudore per il lavoro in cucina.


- Il signore desidera...? -

- Ci sarebbe una braciola? - rispondo io, senza distogliere lo sguardo dal vuoto.

- Subito! - Detto questo sparisce nelle cucine.

Sento che dietro di me i tizi stanno confabulando qualcosa, e poco dopo mi arrivano dietro. Io mi giro, restando seduto, e li guardo con aria interrogativa.


- Posso fare qualcosa per voi? - chiedo.

- Ci interessano i vostri soldi. Dateceli senza fare storie, - risponde minaccioso il capo, estraendo una rozza mazza.

Io tiro fuori dalle tasche i miei fidi guanti di cuoio rinfoderati all'altezza delle nocche con acciaio dei Nani e li indosso senza fretta...


- Ehi! - sbraita il tizio di prima. - Mi hai sentito? Sgancia la grana, sfregiato! -


Ecco... potete darmi del pigro... del cretino... dell'incompetente... ma dello sfregiato no! Quello no! Non sopporto che mi si rinfacci la storia della cicatrice. Sono nel locale da soli cinque minuti e già mi arrabbio... Bel risultato!

Non riesco a trattenermi e gli pianto un pugno sul suo muso. Quando mi decido, mi sembra quasi di vedere la scena al rallentatore: io che mi giro di scatto, il mio pugno che parte all'improvviso e gli arriva sulla faccia, le ossa del suo naso che scricchiolano e qualche dente che si piega, lui che vola contro un tavolo e rimane immobilizzato lì, con un labbro e un naso spaccati e vari denti rotti.

I suoi compagni rimangono stupiti e vanno ad aiutarlo a rialzarsi. Io mi sono alzato e mi pulisco con uno straccio i miei guanti, poi lancio lo straccio sulla testa del poveretto, con un fare da sfida.


- Se lor signori hanno finito di dimostrarsi esseri di intelligenza inferiore a quella degli scarafaggi, io me ne ritornerei più che volentieri seduto ad aspettare la mia braciola. -

- Ma chi sei?! - sbraita il capo, che nel frattempo si è rialzato.


[Consigli dell'autore: Mentre leggete questa parte canticchiatevi nella mente il famoso ritornello del film "I Pirati dei Caraibi" così vi divertirete di più^^]


Evvai! Finalmente me lo chiedono! Quasi non ci speravo! Un largo sorriso di vittoria si disegna sulla mia faccia e salto con un che di teatrale sul tavolo, poi faccio schioccare le dita della mani e mi indico con il pollice.


- State parlando con Edheldur Daer, capitano della Black Mamber, a cui è stato affibbiato l'appellativo di "Pirata d'Acciaio" per l'acciaio dei Nani presente sulle nocche dei miei guanti!


A giudicare dalle espressioni stupite o si ricordano di me oppure hanno visto un fantasma dietro di me... buona la prima...


- Un fantasma!!!!!! -


Forse buona la seconda... credo di aver capito chi è, ma faccio finta di niente. Il gruppo scappa poi fuori dalla taverna. Mi giro, e vede un mio vecchio amico, come supponevo: Haru Kurosaki.

Haru è un vampiro che si è votato alle arti del ninja. Non so molto di lui, ma sembra un tipo molto riservato. Ci siamo incontrati durante il terzo furto della mia nave... o era il quarto? O forse il sesto? Vabbè... in ogni caso ci siamo dati una mano a vicenda e da allora ci vediamo ogni tanto, giusto per uno scambio di informazioni.

Lui scende dal tavolo e si avvicina a me.


- Se volevi fare una bella cena mi sa che era meglio sorprenderli da dietro. -

- No, grazie. Oggi non ho fame... tu che ci fai qui? -

- Niente di che... -

- Fammi indovinare... Ti hanno rubato ancora la nave? -

- Sì... purtroppo... -

- Con questa quante volte sono? -

- Cinque... -

- Non si dicono le bugie... - mi rimprovera strizzando un occhio.


Dopo alcuni minuti di silenzio...


- Sette... anzi otto con questa... - dico io.

- Certo che sei proprio un cretino... come mai tutti la vogliono? -

- Non saprei... forse perché due terzi dello scafo sono di purissimo mithril... -

- COSA?! MA SEI PAZZO!!! -

- Oh, senti... dovevo farmi bello davanti alle signorine, e l'unico modo che mi è venuto in mente è stato quello di minacciare un carpentiere per farmi rivestire lo scafo di mithril... -

- L'ho sempre detto che non sei una cima... -

- Tu dove stai andando? -

- Giro di piacere a Toltus... -

- Capisco... io vado a Deilon. Adesso devo proprio andare, sono già in ritardo sulla tabella di marcia...-


Un rapido saluto e me ne vado (senza scordarmi la bottiglia da due litri di rhum che ho rubato ad un tizio nella taverna).

Appena esco sento uno strano rumore e mi metto subito in posizione di combattimento. I miei occhi continuano a guardarsi in giro per cogliere ogni minimo particolare, nonostante la pioggia incessante.

Poco dopo il misterioso rumore si manifesta: un piccione viaggiatore. Il piccione si posa sulla mia spalla destra e prendo il messaggio che ha legato alla zampa. Inizio a leggere, e ad ogni riga mi innervosisco sempre di più...


"Capitano Edheldur,

Spero che voi riceviate immediatamente questo messaggio. C'è un cambio di programma.

Hokuto ha intercettato una comunicazione fra due nostre spie e le ha uccise barbaramente stamattina. Io sono sfuggito per miracolo, e per un miracolo ancora più grande non mi ha visto in faccia.

Invece di dirigersi al porto di Deilon, ha lasciato la nave su un'isola poco distante e ha distrutto tutti i collegamenti con essa. Il porto di Deilon ha informato i naviganti che per circa 15 giorni sarà impossibile arrivare all'isola di Parton.

Poi ha rubato una nave a Parton e da quel momento in poi ho perso le sue tracce. Adesso mi trovo a Toltus, dove sto alloggiando per avere informazioni.

Io mi farò trovare alla locanda "Leone Rosso" ogni giorno della prossima settimana, verso il tramonto. Spero di rivedervi il prima possibile.

Buona fortuna, capitano. Redgar."



Finisco di leggere la lettera e libero il piccione.

Quell'Hokuto... mi ricordo ancora il giorno del furto...


FLASHBACK


Ero in un porto qualunque...

Stavo tornando con a fianco due belle signorine...


- Davvero hai una nave così bella?! -

- Ovvio! E' bella, stupenda, magnifica... E NON C'E'! ARGH!


Infatti siamo appena arrivati al pontile, giusto in tempo per scoprire che la mia nave è scomparsa... poi noto un puntino all'orizzonte e prendo il cannocchiale.

Vedo in fondo la mia nave e Hokuto, il primo ufficiale, che mi saluta...


- Me l'hanno rubata... (spacco il cannocchiale per la rabbia e la frustrazione)... ANCORA!!! -



FINE FLASHBACK


Ogni tanto dovrei controllare i miei primi ufficiali... con Hokuto sono a quota otto primi ufficiali non tanto leali...

- Toltus... speriamo che lì servano bottiglie di buon rhum!-
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Juunnin