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Autore: LadyIce9    30/12/2014    3 recensioni
Io amo Sweeney Todd, è uno dei miei film preferiti.
Ma c'è una cosa che proprio non mi va giù: Il finale. L'altro giorno infatti l'ho rivisto per la centesima volta, e per la centesima volta sono rimasta a dir poco delusa dalla sua conclusione... Eccomi perciò qui a riscrivere daccapo l'intero film dal punto di vista di Mrs Lovett, con (quasi) tutte le scene e le battute che conosciamo, che da cantate ho reso dialogate (o almeno ci ho provato), e con l'aggiunta di molti episodi 'inediti' di mia invenzione, inseriti qua e là tra gli originali...
Cercherò di rispettare il più possibile la trama e il carattere di tutti i personaggi, ma il finale vi avverto che sarà MOLTO alternativo, e vi posso subito anticipare che Lucy NON muore e che Nellie NON finisce nel forno...
Genere: Dark, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Barker, Mrs Lovett, Sweeney Todd, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Anno 1782, Londra


Non un cliente era entrato nel suo locale, non un dannato, misero, cliente da più di tre giorni.

Da quando era scoppiata la prima Rivoluzione Industriale, la situazione nelle città e nei sobborghi era a dir poco precipitata: I quartieri londinesi erano malsani e malfamati, segnati dalla sporcizia e dagli scarichi fognari, dalla povertà e, soprattutto, dalla criminalità.

Fleet Street in particolare, vantava il più alto tasso di furti, sparizioni, omicidi e stupri, e come se non bastasse, era accerchiata da tre grandi fabbriche che emettevano di continuo gas di scarico tossici e nocivi. L'umanità disperata e incattivita dagli spietati meccanismi produttivi e dal ritmo di lavoro incessante aveva di sicuro poca voglia di uscire a mangiare fuori, e Mrs Lovett aveva incassato il colpo mosciamente. Con Albert era tutto più facile, lui adorava cucinare, era portato e proveniva da una famiglia di locandieri che per generazioni non aveva fatto altro che sfornare e mangiare pasticci, e, sicuramente, la sua stazza ne era la riprova. Il cibo stesso l'aveva mandato all'altro mondo, per il tramite di una grave quanto sconosciuta forma di epatite, miseramente e inaspettatamente.

E Mrs Lovett, di questa precoce dipartita, non ne aveva fatto certo un dramma... Gli voleva bene, niente da dire, ma come si può voler bene a un vecchio zio noioso e brontolone. Non l'aveva mai amato davvero, e sposarlo fu una scelta dettata dalla necessità e impostale dai suoi genitori, alla quale non aveva potuto ribellarsi, ma neanche voluto. Sapeva che Albert era un buon uomo, ma soprattutto sapeva che aveva danaro, cibo e un tetto sopra alla testa, tutte cose più che sufficienti per ritenersi soddisfatti.

Mentre ripensava al defunto marito, Nellie uscì dall'emporio per buttare l'ennesimo sacco di pasticci rinsecchiti e, come si girò per rientrare, si trovò faccia a faccia con la folle mendicante che le dava il tormento ogni giorno. Trasalì dallo spavento.

Sta arrivando!”

Nellie la guardò annoiata

“Oh, levati dai piedi” le disse sgarbatamente, spintonadola dal lato opposto “Lasciami in pace una buona volta, sciò!

“Sta arrivando!” ripetè infoiata, con lo sguardo azzurro e delirante “Sta arrivando! Sta arrivando!!”

“Chi sta arrivando, di grazia?”

La donna bionda non le rispose, ma si limitò ad abbassare lo sguardo, in modo quasi normale, consapevole. Mrs Lovett la guardò curiosa, attirata da quella strana reticenza.

“Chi sta arrivando?” ripetè, con voce di scherno “Il tuo cervello, Lucy?”

“Strega! Strega! Sei una strega!!”

“Oh, sono anche peggio” ghignò, rientrando in casa “Buona notte cara, e per piacere smettila di sbraitare, che mi fai scappare i clienti”

“Strega del diavolo! Strega! Le fiamme...”

Mrs Lovett si chiuse la porta alle spalle, a chiave, cosicchè gli urli esasperati dell'altra fossero solo echi ovattati e confusi.

L'odio che provava per quella donna era soffocante, doloroso quasi, eppure si ritrovava a passare con lei più tempo che con qualsiasi altro. Spesso le dava anche degli avanzi dell'emporio, dei pasticci rimasti invenduti e del pane secco, ma mai era riuscita a provare pena o tanto meno compassione per quella dama caduta in disgrazia. Aveva sofferto troppo a causa sua, l'aveva troppo invidiata e detestata, anni addietro, per poter fare la buona samaritana.

Lucy Barker infatti, impersonava e possedeva tutto ciò che lei, Nellie Lovett, aveva da sempre desiderato, ma mai avuto: Una bellezza eterea e delicata, una figlia incantevole, tanti soldi, tanti abiti, tanta stima e tanto lui, l'uomo che aveva amato fin dal primo incontro: Benjamin Barker. Un uomo piacevole e gentile, sempre sorridente, sempre cortese e garbato, carezzevole sia nei modi che nello sguardo... L'esatto contrario di tutti i cafoni violenti e maleodoranti con cui Mrs Lovett aveva a che fare ogni santo giorno alla locanda.

Ed era bello, oltretutto.

Peccato però che fosse perdutamente innamorato di sua moglie e, l'anno dopo, anche di sua figlia, Johanna. Non vedeva niente e nessuno al di fuori di loro due, e Nellie per lui era sempre stata come un'ombra, una donna come tante altre da salutare gentilmente alla mattina o con cui scambiare due parole alla sera sul tempo o sul lavoro. Però, malgrado questo, i due anni che Mrs Lovett passò in sua compagnia furono in assoluto i più belli e felici della sua vita. Solo l'idea di poterlo salutare e di ricevere uno dei suoi sorrisi, bastava per farla svegliare all'alba e farle aprire il locale due ore prima del consueto.

Non si può pertanto spiegare il dolore lancinante che provò, quando Benjamin fu accusato ed esiliato in una colonia penale a scontare un crimine che non poteva aver commesso. Le era caduto il mondo addosso, avrebbe preferito andarci lei nella colonia, piuttosto che restare in Fleet Street con Albert e i suoi stupidi pasticci.

E ora, passati più di quindici anni dall'accaduto, lei continuava a vivere la sua vita con inerzia e disillusione, aprendo bottega ogni giorno e cucinando i pasticci di Albert, come tutti si aspettavano che facesse. Non pensava mai a Ben, un po' perchè il tempo aveva sopito il suo sentimento, un po' perchè il suo ricordo era ormai tanto sbiadito che, se non ci fosse stato ciò che restava di Lucy Barker, si sarebbe anche domandata se Benjamin fosse realmente esistito.

Lucy infatti passava tutto il suo tempo davanti all'emporio di Nellie, acciambellata sul suo pianerottolo, e quest'ultima faceva il minimo indispensabile per mantenerla in vita. Nellie infatti ricordava bene il giorno in cui la rivide, dopo quasi sei mesi dall'arresto del marito, e ricordava come l'avesse riconosciuta subito, malgrado le vesti stracciate e il viso deformato dalla pazzia.

Però, per una qualche ragione, non aveva voluto denuciarla al terribile manicomio di Londra, forse per amore di Benjamin, ma non per questo l'aveva accolta in casa sua. Sapeva della sua storia, di come era stata stuprata dal giudice Turpin e di come quest'ultimo si era auto-nominato tutore della piccola Jhoanna, ma ciò non riuscì a intenerirla. Anzi, arrivò a detestarla ancora di più, dandole la colpa dei loro destini e di quello di Benjamin.

L'odiava, però non era riuscita a scacciarla, né a ferirla o a lasciarla morire.

Tant'è che a volte, quando la temperatura scendeva sotto lo zero, la faceva perfino entrare nell'emporio e le stendeva una tovaglia per terra, in una sorta di cuccia. E lei restava lì, incredibilmente zitta e ferma.

Lucy, infatti, non solo era l'unica testimone vivente dell'esistenza di Benjamin, ma era anche colei che aveva condiviso e che condivideva quotidianamente il suo dolore, forse in modo ancora più straziante, come una sorta di compagna di guerra, seppur dell'esercito opposto...

Mrs Lovett fece un sospiro pesante, iniziando a pulire il bancone da lavoro con uno straccio, imponendosi di non ripensare al passato. La sua vita era già così deprimente e insulsa che sprecare tempo a ripensare ai fatti passati era una vera follia. Tanto valeva lamentarsi del presente, sarebbe stato più logico.

Lei infatti era sola, e l'unica compagnia che aveva era costituita da una povera pazza che da giorni preannunciava l'arrivo di chissà quale chimera.

Non poteva certo immaginare che c'era qualcuno che stava arrivando per davvero, nascosto sopra una grossa nave mercantile...


 

N.D.A

Grazie per aver letto, non mi aspettavo un numero così elevato :)

In questo capitolo come nel primo mi sono lasciata trasportare dalla fantasia, anche se mi piace credere che le cose siano andate veramente così... In fondo, perchè Lucy non è finita nel manicomio come tutte le pazze del tempo?? Ci sarà pur un motivo... ;)


 


 


 

  
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