Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Rei Murai    14/11/2008    0 recensioni
Si girò verso la porticina rossa constatando che, anche essa, era diventata più grande….come se….
Si fissò notando di essere alto quando la chiave che, dopo essere scivolata dalla sua tasca, ora stava a terra a pochi passi da lui.
Decisamente più pesante quando cercò di alzarla mentre, con non poca fatica, riusciva a inserirla nella serratura e farla scattare.
E fu proprio in quel momento che i suoi dubbi divennero una sconcertante realtà.
Non solo la stanza dove stava fino a pochi minuti fa, ma anche il magnifico giardino che si trovava di fronte a lui, erano giganteschi.
Esattamente come se lui si fosse ristretto e fosse diventato della grandezza di un topo.
- ben venuta Arisu… – si voltò verso la voce che l’aveva preso alla sprovvista – … nel paese delle meraviglie - trovandosi davanti al bian coniglio…Uchiha Sasuke.

Fanfic parodia ispirata al libro "Alice Nel paese delle meraviglie" di Lewis Carrol Per tutti gli amanti di Naruto e che credono, come me, che il paese delle meraviglie esista da qualche parte ù.ù/ Commentate!
Genere: Parodia, Comico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

E riprendiamo con questa…siete tutti pronti?
coro: si…=.=’’
bene! Allora, Itachi-sama, possiamo cominciare

 

I: *sbadiglia* ok…ai vostri posti..
Coro: ekkepalle..
I: -.- avete qualcosa da ridire??
coro: NoNo!!
I: bene *sadik smile*
coro: ç__ç

Pg:

Narratore: Uchiha Itachi

Alice: Uzumaki Naruto
Coniglio: Uchiha Sasuke

Il Bruco: Kurenai (si lo so ma non sapevo chi mettere >.>)

La Duchessa: Tsunade-sama
Cuoca: Shizune

Pargolo: ton-ton

Felis Catus: Sai

Cap 3

Il bruco

Itachi:

Dove hai detto che siamo? – sussurrò incerto fissandosi attorno.

Se quello era uno scherzo non gli piaceva affatto.

Lasciò lo sguardo correre lungo tutto attorno guardando gli stranissimi fiori che facevano capolino tra l’erba alta quasi quanto lui.

Provò a ricordarsi il nome di qualche pianta su cui poggiava lo sguardo o di qualche fiore di cui il dolce profumo gli invadeva le narici, ma pareva proprio che la sua memoria volesse fare cilecca in quel momento.

Tornò a fissare il proprio ragazzo che, in quel momento, teneva in mano un lungo vestito viola e blu fissandolo intensamente.

- mettitelo – ordinò lanciandoglielo in faccia.

Ecco, in quanto a modi era sempre lo stesso rozzo bastardo di sempre.

E poi perché mai doveva indossare un vestito da donna? LUI ERA UN UOMO fino a prova contraria.

O per lo meno lo era fino a qualche minuto prima.

Abbassò lo sguardo sul proprio corpo come accorgendosi in quel momento di qualcosa che non andava.

E non parlava solo della statura decisamente troppo ridotta del proprio corpo ma anche dei troppo lunghi capelli biondi che gli ricadevano leggermente sulle spalle nude e delle forme decisamente poco maschili che spuntavano sul suo corpo…nudo.

La Orioke no Jutsu attivata e i propri vestiti spariti.

In più il corpo ridotto alle dimensioni di…..si di un gatto.

Peggio di così non poteva andargli.

Allungò la piccola mano dalle dita affusolate prendendo il vestito che l’Uchiha le porgeva, mettendoselo senza proferire parola.

La situazione era quanto di più strano gli fosse mai capitato e, nonostante Sasuke fosse a pochi centimetri di distanza da lui, non si era ancora azzardo a chiedergli cosa stesse succedendo.

- e ora se volete scusarmi somma Arisu…- bofonchiò il moro scostando lo sguardo e poggiandolo sul grosso orologio da taschino che teneva in mano - …io sarei in ritardo per il ricevimento della regina – finì sorridendole.

Voleva chiedergli di che diamine stesse parlando, ma non ebbe nemmeno il tempo per formulare la domanda, che il bian coniglio riprese a correre lasciandola da sola.

Ci mise una buona decina di minuti a rendersi conto che Sasuke era sparito di nuovo lasciandola sola.

E mentre la furia montava dentro di se, incontrollabile, si incamminò, senza una meta precisa, tra i grandi alberi che si propagavano tutto attorno.

Ormai era circa un’ora che camminava, aveva i piedi che dolevano per la totale mancanza di scarpe, mentre foglie e rametti gli tagliavano le piante creando piccole ferite sanguinolente, per non parlare poi del caldo bestiale che il sole, che batteva proprio sulla sua testa, creava non lasciandogli un attimo di tregua.

Caldo e sete.

La peggiore accoppiata che poteva venirsi a creare.

Spostò un’enorme foglia, con non poca fatica, ritrovandosi in una piccola radura.

Grandi funghi e piante costeggiavano la riva di un piccolo ruscello, uccellini cinguettavano felici svolazzando e inumidendo le proprie ali con l’acqua cristallina mentre vari animali si aggiravano li attorno.

Si sedette sulla riva del ruscello, lasciando i piedi a penzoloni dentro l’acqua fresca, trovando quel senso di sollievo che tanto aveva cercato.

Lasciò lo sguardo scorrere attorno a se chiedendosi cosa potesse fare.

Sasuke era scomparso. Completamente volatilizzato nel nulla, non era riuscita a stargli dietro.

“la regina” continuava a ripetere “devo correre dalla regina…” ma chi diamine era questa regina?

Decisamente, non ci capiva più nulla.

E poi doveva assolutamente trovare un modo per riprendere le proprie sembianze normali.

Non solo il suo corpo maschile, essere una femmina era qualcosa di molto problematico, ma anche la propria statura.

Ok che era basso di natura, ma, quelle sembianze, erano decisamente troppo ridotte.

Lasciò nuovamente scorrere lo sguardo attorno a se in cerca di qualcosa che potesse ridargli la propria statura,ma nulla sembrava indicato per quello scopo, fino a quando non trovò un fungo.

Un fungo alto, dallo strano colore violaceo che emanava uno strano odore.

Si avvicinò ad esso, girandoci attorno, studiandolo attentamente per poi fermarsi a toccarlo. Morbido al tatto, forse troppo morbido. Lo strinse un po’ di più usandolo come appiglio per issarcisi sopra.

Per poco non cadde all’indietro, quando, di fronte a se, non si trovò due grandi occhi neri che lo scrutavano curiosi.

Rimasero a fissarsi per qualche istante, lui appeso al fungo per non cadere e quello strano essere dalle sembianze di un bruco, appollaiato sulla punta del fungo che fumava.

Ad un attento esame potè riconoscere che, colei che si trovava di fronte, era Kurenai.

I lunghi capelli neri lasciati liberi di ricadere sulle spalle, mentre il suo corpo, completamente nudo, presentava dei rivestimenti blu scuro nelle zone intime e in altre parti del corpo.

- Ku…KurenaiSensei? – la donna gli lanciò un’occhiata stranita per poi sedersi sul fungo con le gambe a penzoloni, piccole babbucce verdi le calzavano i piedi, mentre una strana spirale d’edera risaliva la gamba sinistra.

- chi sei? – domandò dopo averlo studiato con attenzione.

- io….sono Naruto! Uzumaki Naruto! –

- Naruto? – la donna scoppiò in una gaia risata per poi cambiare nuovamente posizione, sdraiandosi sul fungo e poggiando il capo sulle belle mani. Le lunghe dita affusolate che le sfioravano il viso, mentre l’indice e il medio tenevano una lunga asta di legno da cui usciva lento del fumo, disperdendosi nel cielo azzurro – Naruto…è un nome da maschio…eppure tu sei una donna – una constatazione, mentre sembrava che…la spogliasse con gli occhi.

- di fattezza si, ma in realtà sono un uomo! –

- non pari proprio – un sussurro mentre continuava a fissarla costantemente. Ecco, ora come ora, la Sensei gli faceva paura.

Sbuffò vistosamente poggiando le mani sui fianchi e riavviando con un cenno del capo una ciocca di capelli.

- sono un maschio! – sentenziò convinto battendo a terra un piede – solo….-

- solo? – ripetè lei

- solo mi si è attivata una tecnica senza che io lo volessi e sono diventato una donna! E sono anche piccolo! –

- piccolo?...-

- si! Sono basso! – si arrampicò sul fungo portandosi davanti a lei – vedi? –

- basso…eh? – la donna si portò di fronte a lui con aria arrabbiata – io sono alta esattamente quanto te! E non sono bassa! –

- tu no ma io si!...non sono abituato a questa misura e voglio diventare più grande!...voglio alzarmi! – Yuuhi lo fissò con attenzione per poi strisciare verso di lui, il viso a pochi centimetri del suo

- un lato ti farà diventare più grande…- si tirò indietro, mentre il suo corpo si trasformava passando direttamente da bruco ad una stupenda farfalla dalle ali azzurro/blu – e l’altro lato ti farà diventare più piccola!- prese il volo svolazzando un paio di volte sopra di lui per poi allontanarsi
- KURENAISENSEI…IL LATO DI CHE COSAA??? –

- del fungo! – fu la risposta ormai lontana, mentre questa spariva dalla sua vista.

Allungò le mani, strappando i due lati del fungo fissandoli attentamente.

- quale sarà quello giusto? – si domandò fissando i due pezzettini del fungo per poi fare spallucce mordendo un pezzo piccolo di quello di sinistra.

Sentì un forte dolore alle ossa per poi ritrovare il proprio mento attaccato alle scarpe. Spaventato usò le minuscole braccine per portarsi il pezzo destro alla bocca mordendone una buona porzione.

In men che non si dica, e con un dolore lancinante, si ritrovò con la testa infilata tra le fronde degli alberi più alti.

Abbassando il capo si poteva tranquillamente accorgere di non riuscire a vedere il proprio corpo.

E fu con non poca fatica, che alla fine, riuscì a tornare alla sua statura normale.

Si infilò in tasca i due pezzetti di fungo sbuffando e scuotendo la testa rassegnata.

I lunghi capelli biondi, ricadevano mossi sulle spalle e non aveva nulla per legarli.

Si ritrovò a bestemmiare, mentre riprendeva a camminare lungo un sentiero, prendendo a calci un sasso.

Cap 4

Il porcellino e il pepe
(titolo preso proprio dal libro.)

Aveva camminato così tanto che le dolevano i piedi. A parte il fatto che essi avevano ricominciato a sanguinare dopo solo mezza ora di cammino, durante il sentiero, aveva trovato un paio di piccole scarpe dal colore violaceo che si sposavano perfettamente con il lungo vestito che portava in dosso.

Indecisa se prenderle o meno, pensando che probabilmente potevano essere di qualcuno, si era guardata attorno con circospezione per poi scrollare le spalle.

Se stavano li di sicuro qualcuno le aveva perse.

Ma chi mai avrebbe potuto perdere entrambe le scarpe senza rendersene conto?

E convintasi che erano per lei, alla fine se le era messe e aveva trovato un poco di sollievo all’incessante dolore.

Anche se, durante il tragitto, i piedi avevano ricominciato a farle male per il semplice fatto che non era solita portare i tacchi e, i piccoli tagli, continuavano a sanguinare e bruciare appena.

A fine del lungo sentiero, o per meglio dire, pensava di esserne arrivata alla fine, dato che davanti a lei non se ne vedeva più alcuna traccia, si era ritrovata in un piccolo boschetto che dava sbocco in un’altra radura dove si trovava una casetta costruita in mattoni gialli e rossi.

Forse un po’ storta, che dava l’impressione di cadere da un momento all’altro e con gli scalini in pietra grezza spaccati in più punti, ma pur sempre una casa.

Stava giusto per avvicinarsi, quando notò uno strano essere zampettare fino ad essa, salire i pochi gradini e bussare per tre volte sulla porta in lagno.

Nessun movimento parve avvenire nella casa, fino a quando un altro essere, dalle sembianze più strane del primo, aprì la porta fissandolo in aspettativa.

Il primo essere, che ad un’ulteriore occhiata più da vicino, sembrava un grosso pesce, s’inchinò appena per poi porgere una busta con un grande sigillo in quello che sembrava oro al secondo.

- per la duchessa, un invito dalla regina, per giocare a croquet – sentenziò.

Naruto inarcò un sopracciglio fissando la busta e il secondo servo, questi aveva le sembianze di un grosso rospo dallo stesso color rosso delle mattonelle che componevano la casa, che la prese ripetendo le stesse parole del primo ma in modo inverso e con aria solenne.

- dalla regina, per la duchessa, un invito a giocare a croquet –

Entrambi i servi, perché era sicura che tali fossero, si inchinarono profondamente, con i musi animaleschi che sfioravano l’ultimo gradino in pietra per poi ritirarsi ognuno da dove era venuto.

Dovette nascondersi tra gli alberi per trattenere le forti risate che sgorgavano dalle sue labbra e non essere scoperto dai due.

Quando finalmente si fù sfogato, si stiracchiò ritornando verso la casupola da cui ora, proveniva un gran trambusto.

Rumori in identificabili di roba che sbatteva a terra o contro le pareti e il continuo starnutire o piangere di un bambino.

Il servo-rospo, che poco prima aveva aperto la porta, ora stava seduto sui gradini, con lo sguardo perso e rivolto verso il cielo, mentre canticchiava un’indecifrabile canzone muovendo le corte zampe rosse.

Salì i pochi gradini incuriosita da tutto quello sbattere e piangere, fermandosi davanti alla porta e bussando un paio di volte.

- è inutile che bussiate…- disse allora il rospo senza degnarlo di alcuna attenzione. La biondina ritirò la mano fissandolo -…se io sono dalla stessa vostra parte della porta -.

Convenne che ciò che aveva appena detto il servo era giusto e si riavviò una ciocca di capelli.

- e cosa dovrei fare per entrare? – chiese sorridendo

- sarebbe molto più logico che voi bussaste se io fossi dalla parte opposta alla vostra – continuò questi, come se non l’avesse ascoltata. Naruto inarcò un sopracciglio sconcertato – cioè se voi foste dentro e bussaste, io potrei aprirvi per farvi uscire –

- c-certo…ma come faccio ad entrare – ripetè impaziente

- il punto non è come, per questo vi basterebbe aprire la porta e varcarne la soglia, tantopiù che è aperta – e quando il servo finì di dire ciò, la porta si aprì di scatto e un piatto ne volò fuori sfiorandogli di poco il naso. Il biondo rimase impetrito per qualche secondo fissando il rospo che sembrava esser incurante di tutto ciò – ma se dovete entrare per forza l’addentro –

- si….direi di si – rispose incerto per poi aprire la porta.

Si ritrovò in una grande cucina in cui l’odore di pepe e nuvole di fumo impregnavano l’aria.

Si ritrovò a starnutire un paio di volte prima di poter guardarsi attorno senza che i propri occhi piangessero, donandogli una visuale appannata della stanza:
la cucina era parecchio grande e pareva essere l’unica stanza presente in tutta la casa. Su una sedia, posta accanto ad un lungo tavolo, stava seduta Tsunade. Un lungo vestito dalle tonalità azzurro, blu e porpora la ricopriva interamente da capo a piedi. Il prosperoso seno tenuto su da un corpetto e le maniche a sbuffo che le arrivavano fino alle mani, coprendole e lasciando libere solo le lunghe dita affusolate che tenevano in malo modo un fagottino bianco.

I lunghi capelli biondi, solitamente legati nei due codini ed apparentemente più lunghi del solito, erano intrecciati e raggomitolati ai lati del capo mentre un piccolo diadema, con un’ametista al suo centro, le ricadeva sulla fronte scoperta.

A qualche metro da lei, una donna con corti capelli neri e un vestito lungo, che pareva esser fatto di stracci, usava un cucchiaio per mescolare il contenuto dentro ad un enorme pentolone da cui arrivava pungente l’odore del pepe.

La donna si riavviò una ciocca di capelli per poi voltarsi verso di lei una frazione di secondo. Il lungo abito si mosse con lei, mentre “spolverava” lo sporco pavimento pieno di polvere

- Shizune – sussurrò appena mentre questa tornava a girare la minestra.

Sul davanzale della finestra stava sdraiato per il lungo, un gatto.

Certo, un gatto. Peccato che quello che si trovava di fronte era Sai! La parte superiore completamente nuda, mentre dal ventre in giù era ricoperto di corti peli neri che si espandevano per tutte le gambe, mentre, al posto dei piedi, facevano bella mostra di se due enormi zampe nere.

Il “gatto” mosse appena le tenere orecchiette che spuntavano dalla zazzera castana del ragazzo, mentre questi gli sorrideva.

- che avrai poi tanto da sorridere….- sospirò a mezza voce attirando l’attenzione di Tsunade che alzò lo sguardo su di lui inarcando un sopracciglio

- diamine! – gridò questa fissandola quasi offesa – è nella sua razza sorridere sempre! Lo facevano sua madre e suo padre prima di lui! Tutta la discendenza del mio gatto ha sempre sorriso! –

- non sapevo che i gatti sorridessero – borbottò tra se continuando a fissarsi attorno.

A parte il grande tavolo, una credenza e gli enormi fornelli sopra cui Shizune stava cucinando, la stanza era completamente vuota.

- vedo che sai ben poco ragazzina – rispose allora Tsunade con aria di chi la sa lunga.

Sospirò esasperato sia per il tono di voce della donna che per il fatto che tutti continuavano a chiamarla in quel modo, cercando un altro argomento di cui parlare.

Ma proprio mentre stava per dire qualcosa, Shizune si girò di scatto cominciando a lanciare tutto ciò che gli capitava sotto mano contro l’Hokage e quello che pareva un bambino.

Da prima forchette e cucchiai, per poi passare ad oggetti più grandi quali piatti e bicchieri che si andavano a frantumare sul pavimento di pietra grezza, sfiorando più di una volta il volto e il corpo della donna seduta sulla sedia a dondolo.

Spaventato da quella pioggia di oggetti, che da piatti e bicchieri erano diventati pentole e pentolini, Naruto, si andò a nascondere sotto il grande tavolo. Aspettò per dieci minuti buoni per poi uscire allo scoperto:
sul pavimento si trovava di tutto, dalle posate ai vetri e fece molta fatica ad alzarsi senza tagliarsi da nessuna parte.

Tsunade continuava a cullare il bimbo, mentre Shizune era tornata a girare il contenuto della grande pentola buttandoci dentro altro pepe.

Starnutì un paio di volte prima di parlare.

- neechan! Ma sei impazzita? Potevi fare male a qualcuno! – ma nessuna risposta gli venne data dalla giovane che continuava incurante a portare avanti il proprio lavoro.

- se ognuno si facesse gli affari propri – sussurrò Tsunade fissandola quasi con risentimento – il mondo camminerebbe più veloce -

- e questo non sarebbe un vantaggio! – rispose a tono il ragazzo – dato che noi viviamo al servizio di altre persone….e poi pensate che casino! Se il mondo cominciasse a girare più veloce attorno alla propria asse il giorno e la notte durerebbero di meno! – ecco, questa non sapeva da dove gli fosse uscita…ma ci stava bene…

- che asse! CHE ASSE! Assestatele una legnata! (*) – si girò spaventata verso Shizune, convinto di vederla arrivare verso di se con l’asse di legno in mano, ma la donna continuava a girare la minestra come se tutto ciò non la toccasse minimamente.

Sospirò di sollievo per poi tornare a voltarsi verso la gondaime.

Tsunade aveva ripreso a cullare il fagottino bianco dondolandosi, forse con un po’ troppo vigore, sulla sedia a dondolo di legno vecchio.

- sgridate per benino
il vostro fantolino,
se starnuta il porchetto

È solo per far dispetto - Naruto fissò inorridito Tsunade che scuoteva violentemente il piccolo fagotto bianco mentre questi piangeva un poco

Al secondo versetto di quella assurda canzone la gondaime aveva aumentato ancora le scosse, mentre cantava con aria scocciata.

- lo sgrido per benino

E batto il fantolino

Perché, quando gli frulla

Il pepe non gli fa nulla - starnutì forte. L’aria ormai era satura di tutto quel pepe, tanto che anche Sai si lasciò sfuggire un piccolo starnuto venendo ripreso da Tsunade.

La donna si alzò stiracchiandosi e gettando il bimbo tra le braccia di Naruto

- tieni, cullalo un po’ tu dato che stai li a fare nulla…io devo prepararmi per andare dalla regina – e detto ciò aprì la porta di scatto facendo sobbalzare il servo-rospo, che per tutto quel tempo era rimasto seduto li fuori a contemplare il cielo, uscendo ed allontanandosi da li.

La seguì a passo spedito per fermarsi sul pianerottolo in pietra dimesso fissandosi attorno; era sparita.

Quasi con la stessa velocità che aveva impiegato Sasuke. A proposito del moro…chissà dove diavolo era finito…lanciò un occhiata al bambino che aveva appena emesso un grugnito per rimanerci quasi di sasso.

Il povero essere che era stato sballottato e che ci aveva quasi rimesso la vita per colpa della sua padrona, altri non era che Tonton.

Il maglialino ricambiò lo sguardo curioso per poi allungare le corte zampe tozze in cerca di prendere qualcosa.

Tanto si muoveva che alla fine lo appoggiò a terra stufa. E nel momento stesso in cui gli levò di dosso quello stupido lenzuolo bianco, lasciandolo cadere a terra, il maiale grugnì e scappò verso la fitta boscaglia piantandola li in asso.

Si incamminò di nuovo, sbadigliando appena, fino a tornare verso la boscaglia da cui era arrivata.

Alzando lo sguardo sulle frondi verdeggianti, quasi non si prese un colpo scorgendo nuovamente Sai.

Il ragazzo se ne stava comodamente appollaiato sull’albero fissandolo con quello strano ghigno irritante.

- senti un po’ tu! – sbottò infastidito dal continuo sorridere del ragazzo-gatto –vuoi dirmi che diamine di strada devo prendere? – Sai allargò ancora di più il proprio sorriso strusciandosi contro il ramo

- dipende dove devi andare – rispose poi calmo

- un posto vale l’altro – rispose seccata

- allora anche una strada vale l’altra – sentenziò il ragazzo di suna risoluto. Effettivamente non faceva una piega.

Sbuffò comunque irritata battendo il piede a terra riscontrandone un lieve dolore alla pianta.

- chi abita qui vicino? – chiese poi, sperando di trovare qualcuno di sano in quel posto che sembrava fuori dal mondo da lui conosciuto.

- a questa parte – allungò una mano indicando verso destra con una delle dita dalle unghie lunghe ed affilate – abita un cappellaio e da quest’altra – continuò indicando la parte opposta - la lepre marzolina…ma ti devo avvertire, sono entrambi matti – scosse il capo con fare melodrammatico per poi rotolarsi sull’albero

- ma io non voglio finire di nuovo tra gente fuori di testa! –

- spiacente, qui sono tutti matti…e se ci sei finita sei matta anche tu –

- e come fai a dire che sono matta! – rispose offesa incrociando le braccia al petto

- te l’ho già detto! Se non fossi matta non saresti qui – gli stava davvero dando sui nervi. Ma non ebbe tempo di ribattere perché Sai cambiò repentinamente discorso – oggi andrai alla partita della regina? – inclinò il capo

- beh non sono stata ancora invitata, e non mi parrebbe carino andare in un posto così importante senza un invito –

- arriverà anche a te…ci vediamo là – le sorrise più apertamente per poi scomparire alla sua vista.

Stava per allontanarsi, per nulla turbata, quando il gatto riapparve sul ramo di fronte a lei

- a proposito! Che ne è stato del bimbo? – lo fissò spaesata per qualche secondo per poi rimembrare il povero tonton che scappava verso la foresta

- è scappato via – rispose semplicemente facendo spallucce

- lo immaginavo…anche se non credo che con le braccine e le gambe corte che si ritrova potrà andare molto lontano –

- beh, è pur sempre un porco – convenne facendo spallucce

- già – e sparì di nuovo.

Fissò il bivio di fronte a se, pensierosa

- non ho voglia di andare tra i matti! – sentenziò tra se – ma la lepre mi sembra quella meno pericolosa ora come ora…insomma, non potrà essere così terribile no? Infondo siamo a maggio ed è marzo il mese pazzo – mosse il capo in segno d’assenso con aria convinta

- hai etto che è scappato, vero? –

- Sai! che diavolo! Smettila di apparire e scomparire così! Mi fai prendere dei colpi – il gatto lo fissò divertito – comunque si, è scappato – rispose in fine

- ok, grazie mille….- sussurrò prima di cominciare a sparire lentamente, partendo dalla punta della coda e finendo con quell’irritante sorriso che rimase ad aleggiare nell’aria per un po’.

Ora si che era davvero inquietante. Passi un gatto senza sorriso, che era la cosa più normale del mondo, ma un sorriso senza gatto…..inorridì spostando lo sguardo e dirigendosi verso la casa della lepre…sperando che non fosse più pazza di quello che credesse.

 

 

Waaaa finito anche questo @.@
cì lo chò fa schifo…ma abbiate pietà di me……..nn linciatemi ç____ç
lasciate comunque qualche commento please…anche i dissensi sui ruoli dei pg sn ben accetti…
JA NE!

(*)…..presa proprio dal libro. Ho dovuto cambiare qualcosa che diceva Naruchan per poter mettere quella frase…ma ci stava troppo bene XDDD


ai tempi mi fermai qui...appena recupererò gli appunti e il libro continuerò la Fanfic...Baci Baci Rei

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Rei Murai